sabato 20 novembre 2021

News: Martin Scorsese a lavoro su un docufilm sui Grateful Dead.

Il celebre regista Martin Scorsese dirigerà e produrrà un biopic che racconterà la storia dei grandissimi Grateful Dead.

Sul set, assieme al regista, torna anche Jonah Hill, che dopo la grande performance in “The Wolf of Wall Street” interpreterà il ruolo del chitarrista e frontman dela band, Jerry Garcia.

Al momento sono ancora poche le indiscrezioni sulla pellicola e su quale sarà il periodo della band preso in esame. L’unica certezza è che sarà prodotto da Apple e che la sceneggiatura sarà affidata a Scott Alexanader e Larry Karaszewski.

Da quello che si dice, sembra che i membri rimasti dei Grateful Dead abbiano dato la loro benedizione al progetto, approvando all’unanimità le idee di Martin Scorsese. Oltretutto Bob Weir, Bill Kreutzmann, Phil Lesh e Mickey Hart saranno anche produttori esecutivi del film insieme a Trixie Garcia (la figlia del frontman della band) e Bernie Cahill, il loro manager.

Ad onor del vero non è la prima volta che lo storico regista si occupa dei Grateful Dead: nel 2017 ha lavorato alla produzione esecutiva della docuserie “Long Strange Trip” che ripercorreva la storia della band in sei episodi.

Scorsese da parte sua ha definito il celebre gruppo come “un pianeta popolato da milioni di fan devoti”; dato questo rispetto, quindi, non sorprende che il regista abbia intenzione di continuare quanto fatto con Grateful Dead fino a questo momento.

Grateful Dead, la storia della band

Per chi non lo sapesse i Grateful Dead sono stati uno dei gruppi di punta delle celebre Summer of Love, con il loro rock psichedelico diventato un simbolo di quegli anni di grandi cambiamenti.

La formazione raggiunse il successo sul finire degli anni ’60, arrivando poi in tutto il mondo con capolavori come “America Beauty”. “Live/Dead”, “Workingman’s Dead” e moltissimi altri.

Grateful Dead - Woodstock 1969 video >> QUI

Secondo la rivista Rolling Stone, occupano il 56esimo posto nella lista die 100 più grandi artisti di sempre.

Una delle caratteristiche fondamentali della produzione dei Grateful Dead è stato questo loro grande “trasformismo” sonoro, che li ha portati a sperimentare soluzioni molto diverse tra loro soprattutto durante il ive. Il concerto, infatti, era una componente fondamentale per la band, che spesso si trasformava in un momento dedicato all’improvvisazione e alla creazione di un “flusso sonoro continuo” tra i brani.

Oltretutto questo gruppo ha passato la maggior parte della sua vita in tour, arrivando a registrare decine e decine di concerti in giro per il mondo.

Ai Grateful Dead va anche il merito di aver creato il cosiddetto “Muro del suono” un sofisticato sistema di amplificazione da concerto che permetteva alla band di avere una migliore resa sonora durante il live.

Martin Scorsese, mito del cinema moderno

Martin Scorsese è uno dei più grandi registi della storia del cinema contemporaneo. A lui si devono capolavori come “Taxi Driver”, “Quei bravi ragazzi”, “The Wolf of Wall Street”, “The Irishman” e moltissimi altri.

Oltretutto il regista ha lavorato anche a una serie infinita di documentari, tra cui quelli ormai celebri dedicati ai The Rolling Stones, Bob Dylan e George Harrison.

Un regista leggendario che con il suo occhio critico ha saputo portare sul grande schermo non solo storie leggendarie, ma anche i grandi nomi della musica. Per questo il docufilm sui Grateful Dead non poteva essere in mani migliori. 

fonte: www.songsnews.com   By Mirco Calvano

Esclusiva: Lo Russo, esperta europea in chirurgia di riassegnazione di genere: “occorre formare giovani medicə”

Intervista video esclusiva alla chirurga italiana considerata luminare dall'ISAPS per la capacità di restituire la vita ai pazienti a cui riassegna il genere. Clicca >>  QUI

La dott.ssa Giulia Lo Russo è stata recentemente indicata, da un membro dell’International Society of Aesthetic Plastic Surgey (ISAPS), come la massima esperta europea in chirurgia di riassegnazione di genere: “Tanti anni fa, studenti e studentesse erano già interessati a questo argomento, ma nelle commissioni di laurea, luminari e primari non avevano idea di cosa fosse l’incongruenze di genere. E’ una questione che non può essere ignorata, non si può diventare medici se non si conosce la medicina di genere

Per fortuna, i più giovani cominciano ad essere aggiornati“. Giulia Lo Russo, considerata la massima esperta europea in ricostruzione torace maschile, è stata chiamata dal SISM (Segretariato, Studenti Giovani Medici) per insegnare la chirurgia di riassegnazione di genere: “E’ importantissimo che ai giovani medici siano i chirurghi a insegnare queste materie e non altre figure professionali che non conoscono la clinica. E’ fondamentale dunque che la classe medica smetta di essere così supponente e autoreferenziale e si aggiorni con urgenza sui temi dell’incongruenza di genere e delle nuove frontiere della chirurgia M2F e F2M (male to female e viceversa)“.

La chirurga ha sottolineato l’importanza di informarsi su infotrans.it, il primo sito istituzionale dedicato al benessere e alla salute delle persone transgender, frutto di una collaborazione tra il centro di riferimento per la medicina di genere dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Unar). Il progetto risponde all’esigenza di fornire alla popolazione informazioni indipendenti, certificate e aggiornate in questo campo per favorire anche una piena inclusione sociale.

fonte: https://rewriters.it

Roma 20 novembre: Trans Freedom March TDoR 2021, oggi dalle ore 16:30

COMUNICATO STAMPA
Trans Freedom March 2021

Il 27 Ottobre 2021 gli applausi dell’aula del Senato all’affossamento del DDL Zan, una proposta di legge contro l'Omolesbobitransfobia, la Misoginia e l'Abilismo, hanno reso chiaro che una parte della classe dirigente italiana è ostile verso la comunità LGBTQIA+ e verso quelle persone che avrebbero beneficiato di tutele e di azioni per rimuovere le condizioni che ne limitano i diritti, la libertà e l’uguaglianza.
 
Al centro dell'opposizione ad una legge di civiltà, richiesta dall'Unione Europea (Risoluzione PACE 2048) e ormai presente nella legislazione di ogni paese membro, è l'identità di genere, concetto riportato nella convenzione di Istanbul (art.4), nei principi di Yogyakarta, nella stessa legislatura europea e italiana. Queste parole sono state distorte da alcuni gruppi di odio che vogliono mantenere i loro privilegi a discapito dei diritti di tutte e di tutti.
 
L'identità di genere è una realtà vissuta e incarnata dalle persone trans* e presente nell’ordinamento legislativo italiano.
Non è un concetto teorico-accademico o inventato ad uso e consumo di un decreto-legge.
La consapevolezza che la discussione sui diritti è stata dirottata sul binario morto della guerra ideologica e che è la comunità Trans* ad essere stata maggiormente colpita dai discorsi di odio in Parlamento e nei media, ci spinge a dover rispondere con una manifestazione a Roma, dove si è concretamente consumata quella guerra ideologica che non ci ha dato parola, ma che ha deciso che le persone trans* sono pericolose e sacrificabili.
 
L’Italia è il primo paese in Europa al pari della Turchia per numero di crimini d’odio nei confronti delle persone transgender [fonte TMM di TGEU].
Essere una persona transgender oggi in Italia costituisce un motivo di aggressione, significa attraversare a vari livelli violenza e discriminazione come minoranza oppressa.
La Trans Freedom March, che si svolge dal 2014 il 20 novembre, giorno che commemora le vittime di odio transfobico in tutto il mondo, in concomitanza di tutte le iniziative locali delle associazioni e persone trans sul territorio per il Transgender Day of Remembrance, quest’anno sarà una marcia di protesta.
 
Il 20 novembre, alle ore 17.00, il corteo partirà da Piazza della Repubblica alla volta di Piazza Vittorio, dove ci sarà spazio per gli interventi di associazioni trans, personalità politiche, sindacati e per la tradizionale commemorazione attraverso la lettura delle vittime di odio transfobico e l'accensione di una candela per ogni vittima.
 
La comunità trans è consapevole di non essere la sola colpita dall’odio e da uno Stato che non la tutela.
Il movimento trans è sempre stato consapevole dell’intersezionalità delle lotte e delle loro alleanze, che permettono di far convergere battaglie contro le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sulla razza, sul colore, sulla lingua, sulla religione, sulle opinioni politiche o di qualsiasi altro tipo, sull'origine nazionale o sociale, sull'appartenenza a una minoranza nazionale, sul censo, sulla nascita, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere, sull'età, sulle condizioni di salute, sulla disabilità, sullo status matrimoniale, sullo status di migrante o di rifugiato o su qualunque altra condizione.
Per questo chiamiamo in piazza chiunque si senta coinvoltə da questo atto di protesta e rivolta verso un mondo che ci colpevolizza, ci rifiuta e ci esclude, a partecipare alla Trans Freedom March di Roma del 20 novembre 2021.
 
➡️ Aderiscono:
Sunderam - Identiità Tansgender Torino, Libellula Roma, Consultorio Transgendere
MIT - Movimento Identità Trans, Gender X, I Sentinelli di Roma
Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute, Collettivo ugualmente Frosinone, Collettivo Transfemminista Fərocia, Centaurus Arcigay Alto Adige Südtirol, Pinkriot Arcigay Pisa
BOA - Brianza Oltre l'Arcobaleno, CGIL Nazionale - Ufficio Nuovi Diritti
Associazione per la Cultura e l'Etica Transgenere (ACET), Prisma - collettivo lgbtqia+ Sapienza
Associazione T Genus, Comitato Italiano Lula Livre Roma, Fora Bolsonaro Roma
Azione Trans, GayRoma.it, L.E.D Libertà e Diritti Arcigay Livorno
ArciGay Firenze, Associazione GenderLens, Sat Pink di Verona e Padova, Antinoo Arcigay Napoli
Arcigay Roma, Omphalos LGBTI, Divine Queer Film Festival, MiXED lgbt Bari
Gaycenter, GayNet, ArciGay Nazionale, Arcigay Rete Trans Nazionale
Arcigay Rete Donne Transfemminista, Rete Lenford, Un secco no
Sherocco Festival, Uaar Circolo di Roma, Sherocco Festival

Padova: Un palco per il TDoR (Transgender Day of Remembrance), concerto di beneficenza al San Gaetano, oggi 20 novembre

Evento da Facebook https://www.facebook.com/events/s/un-palco-per-il-tdor/1250300332142496/

In occasione del Transgender Day of Remembrance (TDoR), celebrato annualmente il 20 novembre in ricordo delle vittime d'odio e pregiudizio anti-transgender, Coro Canone Inverso ha il piacere di invitarvi ad un concerto di beneficenza unico, che si terrà all’Auditorium San Gaetano alle ore 21.30 del medesimo giorno. 

Centro Culturale Altinate San Gaetano   Via Altinate, 71    Padova

Info Sito web eventbrite.it  Prezzo > Offerta libera

Insieme a noi si esibiranno gli amici di Ecce Coro, formazione corale mista attiva sul territorio padovano già dal 2005 con ampio e variegato repertorio che spazia dalla musica popolare al pop, fino alla musica classica.
In aggiunta, avremo il piacere di ospitare Andrea Perotti, musicista e compositore esperto di Body Percussion, il quale ci coinvolgerà in un'interessante esperienza.

Inoltre, ringraziamo già da ora la presenza del SAT, Servizio Accoglienza Trans, il quale, attivo a Padova dal 2011 e nato dal Circolo Pink di Verona, si occupa di offrire ascolto, accoglienza e informazioni a tutte le persone transessuali, transgender e famiglie che ne hanno bisogno. Proprio a questa splendida istituzione, che durante la serata proporrà diversi interventi, sarà devoluto il ricavato del concerto, dunque non risparmiatevi;)

Per ultimo, ma non meno importante, ringraziamo il Comune di Padova e l'assessora Marta Nalin che, con grande disponibilità e cura, ci hanno concesso il patrocinio e l'uso della sala.

Se non volete perdervi questa bellissima occasione di ritrovo all'insegna della musica e del ricordo non esitate a prenotare il vostro posto tramite il seguente link:
https://www.eventbrite.it/.../biglietti-un-palco-per-il...

Chi avrà effettuato la prenotazione potrà presentarsi all'Auditorium il giorno stesso fra le 21.15 e le 21.30 munito di biglietto stampato o in versione digitale.

L'ingresso in sala, come da normativa attuale, è condizionato alla presentazione della certificazione verde Covid-19 - Green Pass (fatta eccezione per i minori di 12 anni). Vi ricordiamo che è possibile ottenere la certificazione anche a fronte dell'esecuzione di un tampone negativo nelle 48 ore precedenti allo spettacolo.

Info web

https://www.facebook.com/events/s/un-palco-per-il-tdor/1250300332142496/

https://www.eventbrite.it/e/biglietti-un-palco-per-il-tdor-205324811037

fonte: Foto e articolo da evento Facebook

mercoledì 17 novembre 2021

Cinema: Daniele Monterosi nella serie TV “Vita da Carlo” e House of Gucci

DANIELE MONTEROSI DAL 5 NOVEMBRE NELLA SERIE TV “VITA DA CARLO” E DAL 16 DICEMBRE AL CINEMA NELL’ATTESO “HOUSE OF GUCCI”

Daniele Monterosi, attore versatile e poliedrico, torna davanti alla macchina da presa con la serie tv di Carlo Verdone targata Amazon Prime Video Vita da Carlo, nel ruolo di un medico che avrà modo di visitare i personaggi dello stesso Carlo e di Max Tortora, in uscita il 5 novembre.

In quale altro film vedremo daniele Monterosi?

Dal 16 dicembre, invece, lo vedremo nell’attesissimo House of Gucci di Ridley Scott distribuito da Eagle Pictures, dove interpreterà un personaggio che avrà un confronto con Patrizia Reggiani, interpretata magistralmente dalla splendida Lady Gaga.

Il precedente

Quella di House of Gucci, non è certo la prima grande produzione internazionale per cui Daniele Monterosi viene scelto. In passato, infatti, lo abbiamo già visto nella serie televisiva americana Amanda Knox e nei film per la tv targati BBC della serie ZEN.

Daniele Monterosi

Nel panorama cinematografico italiano Daniele Monterosi si è fatto conoscere dal pubblico grazie alla partecipazione in film come Il grande Sogno di Michele Placido, A mano disarmata di Claudio Bonivento e in serie televisive di grande successo come Gomorra 3, Una pallottola nel cuore 3, Nero a metà, Non dirlo al mio capo 2, RIS.

La trasformazione

In tutte le sue interpretazioni Monterosi ha mostrato infatti, una notevole abilità di trasformazione nei suoi personaggi e una capacità di spaziare dai ruoli comici a quelli drammatici in progetti cinematografici, televisivi e teatrali in Italia e all’estero.

Prossimi impegni

Prossimamente lo vedremo nel cast di altri film internazionali come Power of Rome di Gianni Troilo e altri progetti nazionali ancora in lavorazione.

fonte: By Giovanni Convertini    https://spettacolo.periodicodaily.com

La battaglia legale in tribunale: Così il Teatro alla Scala discriminava la ballerina Sabina Galasso (pupilla di Nureyev): «Un ambiente malsano»

Il tribunale del lavoro: «Calpestata la dignità, totale disinteresse per le ricadute sulla dipendente». Il Teatro alla Scala è stato condannato a risarcire a Sabina Galasso il danno e l’invalidità: 61 mila euro

La ballerina Sabina Galasso, in «pensione» dal 2013 dopo un’intera carriera alla Scala, ricorda un episodio di trent’anni fa: «Fu il giorno di un grande successo, ma forse anche della mia condanna». Era il 1991: il corpo di ballo in attesa che riprendano le prove. «Stavamo lavorando al quarto atto del Lago dei cigni». Una voce risuona nei camerini: «Galasso e B. (altra ballerina, ndr) in sala “Cecchetti”. Subito». Le giovani artiste si precipitano. Trovano due sindacalisti, e intuiscono che sta per accadere qualcosa di inconsueto. L’unico a parlare è Rudolf Nureyev, uno dei più grandi ballerini e coreografi della storia, all’epoca 53 anni e già malato (sarebbe morto di Hiv all’inizio del 1993), venuto da Parigi per «montare» il suo balletto: «Voglio che le due ragazze inizino a studiare da subito per il ruolo principale».

L’investitura di Nureyev

È un’elezione. Un’investitura. In seguito però, quando alla Scala si riallestisce il Lago, ma Nureyev a causa del suo stato di salute non viene a Milano, Sabina Galasso viene «estromessa, anche per ruoli minori, dalle liste dei ballerini firmate dall’allora direttore Giuseppe Carbone». Un’esclusione che la lascia allibita, molto frustrata. E che viene in parte ricordata oggi in una sentenza del Tribunale del lavoro, da poco definitiva, nella quale la Fondazione Teatro alla Scala è stata condannata a risarcire Sabina Galasso con oltre 61 mila euro. La professionista, «il cui talento era stato riconosciuto persino da Nureyev — scrivono i giudici — che la aveva voluta tra i suoi pupilli», negli anni seguenti è stata vittima di comportamenti «discriminatori e vessatori». E ha subito «atteggiamenti molto gravi che denotano l’esistenza di un ambiente di lavoro malsano e un totale disinteresse per le ricadute che ciò poteva avere sulla dipendente».

La battaglia legale

Due sentenze, una di primo grado (2017) e una d’Appello (2021) hanno accertato che alla Galasso sia stato impedito di «crescere e cimentarsi in ruoli più impegnativi», che «in varie occasioni» un ruolo «le sia stato rifiutato per ragioni non attinenti alle sue qualità artistiche», che di fatto non le sia stato permesso di «ballare come gli altri», come disse a fine anni Novanta l’allora Sovrintendente della Scala, Carlo Fontana, al direttore del corpo di ballo, Giuseppe Carbone. «Esortazione palesemente disattesa», chiosano i giudici. L’episodio è stato ricordato in un’udienza da Bruna Radice, storica prima ballerina del Piermarini e per alcuni anni rappresentante sindacale: dopo l’incontro con Fontana, Carbone «ebbe una reazione di stizza; disse, riferendosi alla Galasso, “adesso le cose saranno un po’ più difficili, avrà vita dura”». Se i giudici riconoscono che la ballerina abbia subito «comportamenti non rispettosi della sua dignità», spiegano però che non ci siano prove per delineare un disegno unico con intento persecutorio, e dunque negano che si sia trattato di mobbing. La Scala è stata infatti condannata a risarcire il danno non patrimoniale e l’invalidità (legate a una forte e prolungata depressione) perché non ha rispettato l’obbligo di «tutelare l’integrità fisica e la personalità morale» del lavoratore (articolo 2087 del codice civile).

Le testimonianze delle étoile

La Scala si è sempre difesa in Tribunale dicendo che la ballerina ha continuato la sua carriera senza subire alcun trattamento discriminatorio, e in Appello ha chiesto la restituzione dell’iniziale risarcimento che era stato riconosciuto in primo grado. I legali della ballerina, Emanuele Carta e Sebastiano Bruno Caruso, hanno portato invece in Tribunale una serie di elementi che hanno consentito l’accertamento del danno a partire almeno dal 2005. Nel processo hanno testimoniato ballerini che hanno fatto la storia recente del balletto alla Scala. Michele Villanova, primo ballerino fino al 2010, ha spiegato che l’esclusione della Galasso dalle liste per le prove o la sua sostituzione erano «quasi diventate una costante». Fu lui stesso, nel 2009, trovandosi con la Galasso a lavorare a un balletto per l’Aida, ad andare dal direttore per chiedere che le fosse assegnato un ruolo più adatto e di più alto livello. La risposta fu un insulto.

Chi decide al Piermarini

Agli atti esiste infine una lettera che Patricia Ruanne, maestra di ballo al London festival ballet e all’Opéra di Parigi (dove venne chiamata da Nureyev), poi direttrice alla Scala tra 1999 e 2000, invia nel 2010 al maestro del Piermarini Grigore Vintila: «Mi dispiace molto sapere che Sabina sia caduta in depressione — spiega l’unica direttrice che la Galasso dice di aver sentito vicina — anche se posso ben comprendere come questo sia potuto accadere. È molto difficile per me capire come Carbone abbia la possibilità di influenzare le decisioni artistiche di direttori e coreografi che si susseguono (e ovviamente non sono mai riuscita a comprendere perché abbia sentito il bisogno di distruggere la sua carriera)».

fonte: di Gianni Santucci  https://milano.corriere.it  © RIPRODUZIONE RISERVATA