In vista della “Giornata di approfondimento sui femminielli e la Candelora” prevista per Mercoledì 1 febbraio a partire dalle ore 17:30 al Circolo della Stampa, pubblichiamo qui un’intervista alla storica Laura Schettini sul suo libro ”Il gioco delle parti”, che verrà presentato durante la giornata di studi e precederà il seminario “Il transito delle tradizioni.
Tracce, percorsi e trasformazioni di identità e culture: i femminielli e la Candelora”.
XXD incontra la trentasettenne Laura Schettini, ricercatrice e autrice del libro Il gioco delle parti, un appassionante racconto storico sui travestimenti di genere, di estrema attualità in questi giorni di Europride a Roma.
Come sei arrivata a scrivere un libro su questo tema?
La passione per la storia e la ricerca nasce da un’esperienza collettiva, del collettivo femminista “Il colpo della strega” di Roma. Nei primi anni Novanta scoprimmo il femminismo e ci mettemmo a studiarlo e insieme a studiare la storia delle donne, leggendo e scambiandoci libri, facendo interviste a donne di altre generazioni che avevano fatto politica, organizzando seminari e iniziative.
È stata un’esperienza esaltante e da allora la passione per la storia è proseguita fino alla laurea e poi al dottorato in Storia delle donne e dell’identità di genere. Credo che ancora da più lontano venga la mia curiosità per il travestitismo e per le ansie culturali di fronte a quanti e quante confondono i modelli di genere.
Da piccola giocavo a pallone e vestivo i pantaloni e per questo per anni, fino all’adolescenza, sono stata per tutti “la masculona”.
Infatti il tuo libro non parla solo di travestite o travestiti e delle loro “eccentriche biografie” ma anche e soprattutto di come la società reagisce alla loro presenza.
Quello che mi ha colpito nel corso delle mie ricerche è proprio la veemenza con cui i passanti insorgono alla vista di una donna in abiti maschili a Napoli come a Firenze, o l’ostinazione con cui la pubblica sicurezza tallona un noto travestito romano per quasi vent’anni, per fare solo due esempi.
Se i travestiti e le travestite sono sempre esistiti, come le fonti scritte e iconografiche testimoniano, ed essi sono stati di volta in volta sacralizzati, catalogati come eccentricità della natura, stigmatizzati o al contrario mitizzati a seconda delle epoche e degli ambienti, a fine Ottocento cambia radicalmente qualcosa: i travestiti e le travestite diventano un pericolo sociale.
I principali attori sociali del periodo − gli scienziati positivisti, la stampa, i nuovi ceti popolari urbani, i primi sociologi, la pubblica sicurezza − si affollano tutti intorno alle vicende di travestimento, facendone un vero e proprio affaire pubblico.
Perché in quei decenni si dà tanta importanza ai travestimenti di genere rispetto, per esempio, a epoche precedenti?
Sono molti gli elementi che portano a questo passaggio. Prima di tutto l’Italia a cavallo tra i due secoli è un paese in profonda trasformazione, non solo dal punto di vista politico e amministrativo perché è da poco diventata un Regno unito. Insieme c’è l’industrializzazione, lo sviluppo delle città, l’inurbamento di una parte della popolazione, la circolazione di nuove mode e consumi culturali, la nascita della stampa popolare.
È un periodo di grande fermento e grandi cambiamenti e a essere sollecitati, come ovvio, sono anche le strutture familiari e i modelli di genere. E sono anche le più temute.
Ad esempio, che le donne stessero “mascolinizzandonsi”, vale a dire entrando in spazi sociali e assumendo ruoli, comportamenti, occupazioni e costumi fino ad allora prerogativa degli uomini, così come che gli uomini si stessero “infiacchendo” per via di nuovi lavori e stili di vita, è un sentimento assai diffuso nel periodo. Le autorità, la scienza positivista, la stampa reagiscono tentando una rigida codificazione dei modelli di genere.
In questo quadro si può comprendere il ruolo-chiave che finiscono con il giocare, a volte loro malgrado, i travestiti e le travestite. L’esistenza di persone che mutano la loro identità di genere finisce con il rappresentare la sfida alla staticità e alla stabilità dei ruoli assegnati a uomini e donne.
Come mostro nel libro, il campo dei travestimenti finisce per rappresentare nell’Italia fin de siécle uno dei terreni più importanti di confronto/conflitto tra istanze di rinnovamento e di conservazione rispetto ai modelli di sessualità e di genere. Tanto che il travestitismo viene scelto negli stessi anni come terreno di sperimentazione di nuove forme di soggettività e libertà da una nuova leva di attori sociali.
Le «donne nuove», circoli di artiste o donne sulla via dell’emancipazione, ma anche le prime comunità di omosessuali, ricorrono ampiamente in quei decenni al travestitismo come pratica di costruzione e svelamento dell’identità, sfidando loro per primi, sul piano simbolico, le autorità e i modelli di mascolinità e femminilità dominanti.
Cosa è cambiato secondo te oggi?
Credo che come al solito ci siano persistenze e discontinuità. Sicuramente una grossa novità degli ultimi sessant’anni è la diffusione della chirurgia plastica e dei trattamenti ormonali, la nascita della categoria del “transgender” e del transessuale.
Quindi da una parte c’è l’irreversibilità delle scelte e l’ancoraggio ancora una volta del genere al sesso e al corpo, dall’altra non è secondo me molto cambiato il modo in cui queste figure dal “sesso incerto”, come venivano definite cento anni fa, sono percepite: continuano a essere delle figure minacciose e pericolose su cui si appunta in modo morboso l’attenzione pubblica. Una prova estrema sono le polemiche che ogni anno si scatenano intorno alla presenza vistosa e scostumata delle trans durante i Pride.
Ciò su cui occorrerebbe riflettere è che alcune componenti del mondo gay e del femminismo si sentano minacciate da questi corpi ostentati. Ancora una volta, secondo me, si incappa nell’errore di scavalcare completamente la soggettività trans o dei travestiti e di farne delle figure che rimandano sempre ad altro, che sono la cartina tornasole dei modelli di genere socialmente accettati o faticosamente conquistati, ma mai dei soggetti in sé e per sé.
In questo senso c’è chi polemizza con le trans perché propongono un modello di femminilità che si vorrebbe superare, tutto tette e seduzione, e chi lo fa perché tradiscono il tentativo di una parte del mondo gay di comunicare normalità. Forse la storia dovrebbe insegnarci che non solo i generi sono più di due, ma anche che la propria libertà e affermazione non passa attraverso l’esclusione e la creazione di nuove gerarchie.
fonte http://candelora.wordpress.com L’intervista è tratta da XXD-Rivista i varia donnità
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venerdì 3 febbraio 2012
Lgbt: Arcigay in collegamento video col Dipartimento di Stato USA
Intervenendo in webchat sulla politica estera Usa e i diritti lgbt, il Dipartimento USA, in risposta a una domanda che giungeva da Arcigay, ha ricordato che "i diritti dei gay sono diritti umani".
Moderatrice: La prossima domanda è posta da Stefano Bolognini.
Oggi Elsa Fornero, Ministro del welfare con delega alle pari opportunità, ha dichiarato il suo pieno impegno nella lotta contro ogni discriminazione delle persone gay e transgender.
Secondo Lei, anche in considerazione dell’attività del vostro Governo su queste tematiche, quali passi dovrebbe compiere una nazione democratica contro questo tipo di discriminazioni?
Per quanto riguarda l’amministrazione statunitense, quali iniziative intendete intraprendere nell’ambito delle Nazioni Unite al fine di ottenere una piena depenalizzazione dell’omosessualità in ogni parte del mondo?
Daniel Baer – Non ho ancora sentito i commenti del Ministro, ma penso che una risposta alla Sua domanda su cosa è possibile fare possa essere: avere Ministri che si impegnano pubblicamente in questo modo.
Penso che ciò abbia un grande impatto. Naturalmente quando è il Segretario Clinton a fare una dichiarazione io la ascolto e la considero un’indicazione su come devo agire, credo sia lo stesso negli altri governi: quando un Ministro parla, i funzionari a lei sottoposti sono tenuti ad ascoltare, ciò influenza il loro operato.
Quando un Ministro si esprime pubblicamente è sempre un passo importante.
Penso ci siano numerosi strumenti ed istituzioni (può trattarsi di tribunali, di commissioni nazionali per i diritti umani, di consultazioni con esperti giuridici, eccetera…) che permettono una revisione della attuale legislazione in modo da identificare i settori che necessiterebbero di essere riformati.
Se c’è volontà e impegno politico a sostegno della riforma di una certa materia, allora le questioni si riducono ad essere essenzialmente di carattere pratico: come è possibile implementare tale riforma?
L’esperienza statunitense è un esempio, ma molte altre possono essere sviluppare. Per quanto riguarda la Sua domanda sulle Nazioni Unite, abbiamo sempre sostenuto la leadership sudafricana su queste tematiche presso il Consiglio dei diritti umani e intendiamo continuare a farlo.
Il 7 marzo si svolgerà una discussione in seno a tale Consiglio, si parlerà dei diritti umani delle persone LGBT: guardiamo con grande interesse a questo evento imminente, pensiamo che si tratti di un’altra opportunità per aprire il dibattito.
Lo scorso dicembre, l’ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani ha pubblicato un report che illustra l’applicazione nei confronti delle persone LGBT di diversi strumenti legali internazionali in materia di diritti dell’uomo: si tratta di un altro organo delle Nazioni Unite che, come noi, si è impegnato su questo versante.
Come ho detto, siamo sempre interessati a lavorare con i nostri partner di ogni parte del mondo, certamente non siamo gli unici che hanno a cuore queste tematiche: continueremo a lavorare con loro non solo in una dimensione bilaterale ma certamente anche nell’ambito delle Nazioni Unite.
fonte http://www.gay.it
Moderatrice: La prossima domanda è posta da Stefano Bolognini.
Oggi Elsa Fornero, Ministro del welfare con delega alle pari opportunità, ha dichiarato il suo pieno impegno nella lotta contro ogni discriminazione delle persone gay e transgender.
Secondo Lei, anche in considerazione dell’attività del vostro Governo su queste tematiche, quali passi dovrebbe compiere una nazione democratica contro questo tipo di discriminazioni?
Per quanto riguarda l’amministrazione statunitense, quali iniziative intendete intraprendere nell’ambito delle Nazioni Unite al fine di ottenere una piena depenalizzazione dell’omosessualità in ogni parte del mondo?
Daniel Baer – Non ho ancora sentito i commenti del Ministro, ma penso che una risposta alla Sua domanda su cosa è possibile fare possa essere: avere Ministri che si impegnano pubblicamente in questo modo.
Penso che ciò abbia un grande impatto. Naturalmente quando è il Segretario Clinton a fare una dichiarazione io la ascolto e la considero un’indicazione su come devo agire, credo sia lo stesso negli altri governi: quando un Ministro parla, i funzionari a lei sottoposti sono tenuti ad ascoltare, ciò influenza il loro operato.
Quando un Ministro si esprime pubblicamente è sempre un passo importante.
Penso ci siano numerosi strumenti ed istituzioni (può trattarsi di tribunali, di commissioni nazionali per i diritti umani, di consultazioni con esperti giuridici, eccetera…) che permettono una revisione della attuale legislazione in modo da identificare i settori che necessiterebbero di essere riformati.
Se c’è volontà e impegno politico a sostegno della riforma di una certa materia, allora le questioni si riducono ad essere essenzialmente di carattere pratico: come è possibile implementare tale riforma?
L’esperienza statunitense è un esempio, ma molte altre possono essere sviluppare. Per quanto riguarda la Sua domanda sulle Nazioni Unite, abbiamo sempre sostenuto la leadership sudafricana su queste tematiche presso il Consiglio dei diritti umani e intendiamo continuare a farlo.
Il 7 marzo si svolgerà una discussione in seno a tale Consiglio, si parlerà dei diritti umani delle persone LGBT: guardiamo con grande interesse a questo evento imminente, pensiamo che si tratti di un’altra opportunità per aprire il dibattito.
Lo scorso dicembre, l’ufficio dell’Alto commissario per i diritti umani ha pubblicato un report che illustra l’applicazione nei confronti delle persone LGBT di diversi strumenti legali internazionali in materia di diritti dell’uomo: si tratta di un altro organo delle Nazioni Unite che, come noi, si è impegnato su questo versante.
Come ho detto, siamo sempre interessati a lavorare con i nostri partner di ogni parte del mondo, certamente non siamo gli unici che hanno a cuore queste tematiche: continueremo a lavorare con loro non solo in una dimensione bilaterale ma certamente anche nell’ambito delle Nazioni Unite.
fonte http://www.gay.it
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Lgbt Kuwait: in carcere "chi imita l'altro sesso" il racconto di Human Rights Watch
Arrestati perché violano la legge che stabilisce che chiunque imiti l'altro sesso debba essere perseguito.
Violenze sessuali e fisiche, abusi, isolamento, trattamenti umilianti e degradanti: i poliziotti in Kuwait possono accanirsi anche contro chi ha un timbro di voce sottile.
Il ministero della Salute riconosce la condizione dei transgender come disturbo dell'identità curabile solo con l'operazione chirurgica, che però è illegale.
Ecco il racconto di Human Rights Watch.
“Ci danno la caccia per divertimento. Non vogliono che mi vesta come una donna e così io non lo faccio. Indosso il dishdasha, l'abito maschile della tradizione del Kuwait. Ho tagliato i capelli corti. Dopo tutto questo, ho subito ancora l'arresto, il pestaggio e la violenza sessuale, per avere un volto liscio e femminile. Cosa posso fare per cambiare la mia faccia?”. Questa è solo una delle tante testimonianze raccolte da Human Rights Watch.
In Kuwait i poliziotti violentano e torturano i transgender, forti di una legge discriminatoria, approvata nel 2007, che criminalizza chi “imita l'altro sesso”.
Il reato è generico e ciò consente ai poliziotti di arrestare gli individui anche in base a sospetti e dettagli indefiniti. Donne transgender hanno sostenuto di essere state arrestate anche se indossavano abiti maschili e di essere state poi costrette dalla polizia ad indossarne di femminili.
Una voce sottile o una “pelle liscia” fanno scattare le manette.
L'autore dell'emendamento, che si dice fiero della legge concepita per arrestare i transgender, il deputato Waleed Tabtabai, sostiene che il suo obiettivo era proprio quello di smascherare i “membri del terzo sesso”.
In realtà, Human Rights Watch ha raccolto le testimonianze di chi è stato arrestato anche contravvenendo a qualsiasi possibile ragionevole sospetto.
“Non so perché sono stato arrestato. Io sono un uomo. Avevo anche una folta barba a quel tempo”, ha raccontato un testimone picchiato e maltrattato, e poi costretto a firmare una confessione con la promessa "di non imitare mai più le donne".
Tingersi la barba con l'henné, mettere il khol agli occhi (l'eye liner) sono pratiche che fanno parte della cultura araba – alcune delle quali, erano anche praticate dal Profeta.
Stabilire cosa costituisca una imitazione dell'altro sesso è un problema del quale si è accorto anche il pubblico ministero Hamed al Othman, che ha esortato i membri della Commissione legislativa dell'Assemblea nazionale a modificare la legge.
In carcere, i transgender subiscono un trattamento degradante e umiliante. Insulti verbali, umiliazioni sessuali, intimidazioni, isolamento: violazioni equiparabili in tutto alla tortura.
Alcuni raccontano di essere stati costretti a spogliarsi e a girare intorno alla stazione di polizia, altri a ballare per il divertimento degli ufficiali.
Alcuni hanno raccontato di essere stati gettati in un bidone pieno di sporcizia, all'interno del quale i poliziotti spegnevano le cicche delle sigarette sulle loro teste. Qualcuno è stato costretto a fare delle flessioni con un radiatore sulla schiena. Pugni, calci, pestaggi violenti: una vera e propria guerra al 'diverso'.
In svariati casi, gli agenti hanno approfittato della legge per ricattare le transgender donne, costringendole a scegliere tra l'arresto e, conseguentemente la tortura, e una prestazione sessuale.
La paura delle ritorsioni e di un nuovo arresto impedisce alle vittime di denunciare i poliziotti.
Abusi fisici e psicologici, violenze sessuali e vere e proprie persecuzioni da parte della polizia si uniscono alla preesistente discriminazione culturale da parte della società civile.
“Il governo del Kuwait ha il dovere di proteggere tutti i suoi abitanti, compresi i gruppi che devono affrontare la disapprovazione popolare, la condotta brutale della polizia e l'applicazione di una legge ingiusta”, ha detto Sarah Leah Whitson, direttrice per il Medioriente di Human Rigths Watch.
Il ministero della Salute del Kuwait ha riconosciuto ufficialmente l'esistenza di un "disturbo dell'identità di genere", sostenendo che l'unico trattamento valido per "guarire" è l'operazione per la riassegnazione del sesso.
Nonostante questo, la legge continua a perseguire i transgender, violando tutta una serie di diritti umani, che vanno dalla non discriminazione alla privacy, passando per il diritto all'integrità fisica e all'uguaglianza di fronte alla legge.
Nonostante il Kuwait abbia firmato la Convenzione contro la tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, la polizia è ancora libera di poter violentare e maltrattare i transgender.
In Kuwait non è possibile sottoporsi ad un'operazione chirurgica, e molti sono costretti a volare in Thailandia, o semplicemente in Siria e Libano.
I transessuali si trovano ora in una sorta di “limbo giuridico” e non possono in alcun modo evitare l'arresto, perché la loro carta d'identità continua a indicare il sesso opposto a quello scelto.
“L'opinione legale islamica, sia nella giurisprudenza sciita che sunnita, è divisa in materia di cambio chirurgico del sesso e di correzione del genere, anche se molte fatwa di autorità riconosciute lo perdonano”.
Human Rights Watch cita poi alcuni precedenti internazionali di riconoscimento della legittimità dell'operazione chirurgica, partendo dalla scuola-guida di teologia sunnita Al Azahr del Cairo e dalla fatwa dell'Ayatollah Sayyed Musavi Ruhollah Khomeini in Iran.
Nel 2008 in Kuwait, anche il sunnita Sheik Rashid al Sa-ad Alaymi si era pronunciato in suo favore dalle colonne di un giornale locale, ma fu subito costretto a ritrattare perché travolto dalle polemiche.
Lo sceicco aveva detto che non era lecito criminalizzare i transgender perchè non avevano "scelto di loro volontà o per piacere, ma era una cosa che veniva da Dio nella sua infinita saggezza".
Human Rights Watch si rivolge al governo del Kuwait affinché si abroghi l'emendamento dell'articolo 198, che criminalizza chi “imita il sesso opposto”. Nell'attesa che ciò avvenga, le autorità dovrebbero proteggere i transgender e indagare sugli abusi e le violazioni della polizia.
fonte http://www.osservatorioiraq.it di Angela Zurzolo
Violenze sessuali e fisiche, abusi, isolamento, trattamenti umilianti e degradanti: i poliziotti in Kuwait possono accanirsi anche contro chi ha un timbro di voce sottile.
Il ministero della Salute riconosce la condizione dei transgender come disturbo dell'identità curabile solo con l'operazione chirurgica, che però è illegale.
Ecco il racconto di Human Rights Watch.
“Ci danno la caccia per divertimento. Non vogliono che mi vesta come una donna e così io non lo faccio. Indosso il dishdasha, l'abito maschile della tradizione del Kuwait. Ho tagliato i capelli corti. Dopo tutto questo, ho subito ancora l'arresto, il pestaggio e la violenza sessuale, per avere un volto liscio e femminile. Cosa posso fare per cambiare la mia faccia?”. Questa è solo una delle tante testimonianze raccolte da Human Rights Watch.
In Kuwait i poliziotti violentano e torturano i transgender, forti di una legge discriminatoria, approvata nel 2007, che criminalizza chi “imita l'altro sesso”.
Il reato è generico e ciò consente ai poliziotti di arrestare gli individui anche in base a sospetti e dettagli indefiniti. Donne transgender hanno sostenuto di essere state arrestate anche se indossavano abiti maschili e di essere state poi costrette dalla polizia ad indossarne di femminili.
Una voce sottile o una “pelle liscia” fanno scattare le manette.
L'autore dell'emendamento, che si dice fiero della legge concepita per arrestare i transgender, il deputato Waleed Tabtabai, sostiene che il suo obiettivo era proprio quello di smascherare i “membri del terzo sesso”.
In realtà, Human Rights Watch ha raccolto le testimonianze di chi è stato arrestato anche contravvenendo a qualsiasi possibile ragionevole sospetto.
“Non so perché sono stato arrestato. Io sono un uomo. Avevo anche una folta barba a quel tempo”, ha raccontato un testimone picchiato e maltrattato, e poi costretto a firmare una confessione con la promessa "di non imitare mai più le donne".
Tingersi la barba con l'henné, mettere il khol agli occhi (l'eye liner) sono pratiche che fanno parte della cultura araba – alcune delle quali, erano anche praticate dal Profeta.
Stabilire cosa costituisca una imitazione dell'altro sesso è un problema del quale si è accorto anche il pubblico ministero Hamed al Othman, che ha esortato i membri della Commissione legislativa dell'Assemblea nazionale a modificare la legge.
In carcere, i transgender subiscono un trattamento degradante e umiliante. Insulti verbali, umiliazioni sessuali, intimidazioni, isolamento: violazioni equiparabili in tutto alla tortura.
Alcuni raccontano di essere stati costretti a spogliarsi e a girare intorno alla stazione di polizia, altri a ballare per il divertimento degli ufficiali.
Alcuni hanno raccontato di essere stati gettati in un bidone pieno di sporcizia, all'interno del quale i poliziotti spegnevano le cicche delle sigarette sulle loro teste. Qualcuno è stato costretto a fare delle flessioni con un radiatore sulla schiena. Pugni, calci, pestaggi violenti: una vera e propria guerra al 'diverso'.
In svariati casi, gli agenti hanno approfittato della legge per ricattare le transgender donne, costringendole a scegliere tra l'arresto e, conseguentemente la tortura, e una prestazione sessuale.
La paura delle ritorsioni e di un nuovo arresto impedisce alle vittime di denunciare i poliziotti.
Abusi fisici e psicologici, violenze sessuali e vere e proprie persecuzioni da parte della polizia si uniscono alla preesistente discriminazione culturale da parte della società civile.
“Il governo del Kuwait ha il dovere di proteggere tutti i suoi abitanti, compresi i gruppi che devono affrontare la disapprovazione popolare, la condotta brutale della polizia e l'applicazione di una legge ingiusta”, ha detto Sarah Leah Whitson, direttrice per il Medioriente di Human Rigths Watch.
Il ministero della Salute del Kuwait ha riconosciuto ufficialmente l'esistenza di un "disturbo dell'identità di genere", sostenendo che l'unico trattamento valido per "guarire" è l'operazione per la riassegnazione del sesso.
Nonostante questo, la legge continua a perseguire i transgender, violando tutta una serie di diritti umani, che vanno dalla non discriminazione alla privacy, passando per il diritto all'integrità fisica e all'uguaglianza di fronte alla legge.
Nonostante il Kuwait abbia firmato la Convenzione contro la tortura e altri trattamenti crudeli, inumani o degradanti, la polizia è ancora libera di poter violentare e maltrattare i transgender.
In Kuwait non è possibile sottoporsi ad un'operazione chirurgica, e molti sono costretti a volare in Thailandia, o semplicemente in Siria e Libano.
I transessuali si trovano ora in una sorta di “limbo giuridico” e non possono in alcun modo evitare l'arresto, perché la loro carta d'identità continua a indicare il sesso opposto a quello scelto.
“L'opinione legale islamica, sia nella giurisprudenza sciita che sunnita, è divisa in materia di cambio chirurgico del sesso e di correzione del genere, anche se molte fatwa di autorità riconosciute lo perdonano”.
Human Rights Watch cita poi alcuni precedenti internazionali di riconoscimento della legittimità dell'operazione chirurgica, partendo dalla scuola-guida di teologia sunnita Al Azahr del Cairo e dalla fatwa dell'Ayatollah Sayyed Musavi Ruhollah Khomeini in Iran.
Nel 2008 in Kuwait, anche il sunnita Sheik Rashid al Sa-ad Alaymi si era pronunciato in suo favore dalle colonne di un giornale locale, ma fu subito costretto a ritrattare perché travolto dalle polemiche.
Lo sceicco aveva detto che non era lecito criminalizzare i transgender perchè non avevano "scelto di loro volontà o per piacere, ma era una cosa che veniva da Dio nella sua infinita saggezza".
Human Rights Watch si rivolge al governo del Kuwait affinché si abroghi l'emendamento dell'articolo 198, che criminalizza chi “imita il sesso opposto”. Nell'attesa che ciò avvenga, le autorità dovrebbero proteggere i transgender e indagare sugli abusi e le violazioni della polizia.
fonte http://www.osservatorioiraq.it di Angela Zurzolo
Lgbt: Cinema Los Angeles Oscar 2012, Hugo Cabret e The Artist fanno il pieno di nomination
A Los Angeles alle 8:30 della mattina, Eastern time (più qualche manciata di minuti di ritardo), il presidente dell’Academy Award Tom Sherak e l’attrice l’anno scorso per la prima volta nominata agli Oscar Jennifer Lawrence hanno annunciato le tanto attese nomination agli Oscar 2012.
Hugo Cabret di Martin Scorsese ha raccolto il maggior numero di candidature, undici, seguito con dieci dal film muto The Artist, già osannato ai Golden Globe.
Gli unici italiani in gara sono i soliti Dante Ferretti e Francesca Lo schiavo (già premiati nel 2005 per The Aviator e nel 2008 per Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street) per la scenografia di Hugo Cabret ed Enrico Casarosa per il cortometraggio d’animazione La Luna.
Gli Oscar, alla loro 84^ edizione, saranno assegnati il 26 febbraio.
Ecco una parte delle nomination:
Miglior film:
The Artist, Hugo (Hugo Cabret), The Help, The Descendants (Paradiso amaro), Midnight in Paris, Moneyball (L’arte di vincere), The Tree of Life, War Horse, Extremely Loud & Incredibly Close.
Miglior regista:
Michel Hazanavicius per The Artist, Alexander Payne per The Descendants (Paradiso amaro), Martin Scorsese per Hugo (Hugo Cabret), Woody Allen per Midnight in Paris, Terrence Malick per The Tree of Life.
Migliore attore protagonista:
Demián Bichir in A Better Life, George Clooney in The Descendants, Jean Dujardin in The Artist, Gary Oldman in Tinker Tailor Soldier Spy (La talpa), Brad Pitt in Moneyball (L’arte di vincere).
Migliore attrice protagonista:
Glenn Close in Albert Nobbs, Viola Davis in The Help, Rooney Mara in The Girl with the Dragon Tattoo (Millennium - Uomini che Odiano le Donne), Meryl Streep in The Iron Lady, Michelle Williams in My Week with Marilyn.
Migliore attore non protagonista:
Kenneth Branagh in My Week with Marilyn, Jonah Hill in Moneyball (L’arte di vincere), Nick Nolte in Warrior, Christopher Plummer in Beginners, Max von Sydow in Extremely Loud & Incredibly Close.
Migliore attrice non protagonista:
Berenice Bejo in The Artist, Jessica Chastain in The Help, Melissa McCarthy in Bridesmaids (Le amiche della sposa), Janet McTeer in Albert Nobbs, Octavia Spencer in The Help.
Miglior film straniero:
Bullhead (Belgio), Footnote (Israele), In Darkness (Polonia), Monsieur Lazhar (Canada), A Separation (Una separazione) (Iran).
fonte http://blog.panorama.it/culturaesocieta/ di simona.santoni
Hugo Cabret di Martin Scorsese ha raccolto il maggior numero di candidature, undici, seguito con dieci dal film muto The Artist, già osannato ai Golden Globe.
Gli unici italiani in gara sono i soliti Dante Ferretti e Francesca Lo schiavo (già premiati nel 2005 per The Aviator e nel 2008 per Sweeney Todd - Il diabolico barbiere di Fleet Street) per la scenografia di Hugo Cabret ed Enrico Casarosa per il cortometraggio d’animazione La Luna.
Gli Oscar, alla loro 84^ edizione, saranno assegnati il 26 febbraio.
Ecco una parte delle nomination:
Miglior film:
The Artist, Hugo (Hugo Cabret), The Help, The Descendants (Paradiso amaro), Midnight in Paris, Moneyball (L’arte di vincere), The Tree of Life, War Horse, Extremely Loud & Incredibly Close.
Miglior regista:
Michel Hazanavicius per The Artist, Alexander Payne per The Descendants (Paradiso amaro), Martin Scorsese per Hugo (Hugo Cabret), Woody Allen per Midnight in Paris, Terrence Malick per The Tree of Life.
Migliore attore protagonista:
Demián Bichir in A Better Life, George Clooney in The Descendants, Jean Dujardin in The Artist, Gary Oldman in Tinker Tailor Soldier Spy (La talpa), Brad Pitt in Moneyball (L’arte di vincere).
Migliore attrice protagonista:
Glenn Close in Albert Nobbs, Viola Davis in The Help, Rooney Mara in The Girl with the Dragon Tattoo (Millennium - Uomini che Odiano le Donne), Meryl Streep in The Iron Lady, Michelle Williams in My Week with Marilyn.
Migliore attore non protagonista:
Kenneth Branagh in My Week with Marilyn, Jonah Hill in Moneyball (L’arte di vincere), Nick Nolte in Warrior, Christopher Plummer in Beginners, Max von Sydow in Extremely Loud & Incredibly Close.
Migliore attrice non protagonista:
Berenice Bejo in The Artist, Jessica Chastain in The Help, Melissa McCarthy in Bridesmaids (Le amiche della sposa), Janet McTeer in Albert Nobbs, Octavia Spencer in The Help.
Miglior film straniero:
Bullhead (Belgio), Footnote (Israele), In Darkness (Polonia), Monsieur Lazhar (Canada), A Separation (Una separazione) (Iran).
fonte http://blog.panorama.it/culturaesocieta/ di simona.santoni
mercoledì 1 febbraio 2012
Lgbt: Arcigay scrive ad Elsa Fornero: "Che l'impegno diventi concreto"
Elsa Fornero ha dichiarato che nei confronti degli omosessuali e dei transgender il suo impegno è pieno.
Arcigay ha così scritto una lettera pubblica (la potete leggere a questo link: http://www.arcigay.it/comunicati/arcigay-bene-fornero-impegno-si-traduca-in-concretezza/) diretta al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Pari opportunità:
“Auspichiamo che la dichiarazione assuma rapidamente maggior concretezza, nel solco dell’operatività che contraddistingue questo Governo “di corsa”, anche perché omosessuali, lesbiche e trans italiani stanno partecipando esattamente come ogni altro cittadino alla chiamata ai sacrifici che questo Governo ha imposto al Paese.
Tra il sacrificarsi e l’immolarsi però di strada ne passa, e lo status di oggettiva impossibilità nell’accesso di diritti (no al matrimonio gay, no alle unioni civili) e discriminazione (no a leggi contro l’omofobia e la transfobia) di omosessuali, lesbiche e trans italiani assomiglia più a un inutile immolarsi piuttosto che ad un doveroso sacrificarsi per il bene di tutto il Paese”
Infine, la richiesta di conoscenza reciproca e di incontro, per un pari ascolto:
“Da questo punto di vista un Governo tecnico potrebbe fare molto ad iniziare da un rinnovato e concreto impegno a livello europeo rispetto all’atteso e decisivo traguardo della direttiva orizzontale in materia di parità, su cui il Ministro Fornero si è già positivamente espressa negli scorsi giorni, e rispetto alla traduzione normativa della dignità costituzionale delle coppie dello stesso sesso già espressamente riconosciuta dalla sentenza 138 del 2010 .
Ci sembra giusto aspettarci infine che il Governo valuti anche la vita delle persone lgbt, e delle coppie dello stesso sesso, in tutte quelle misure in materia di lavoro, sanità, welfare che si appresta a discutere.
Arcigay chiede dunque al ministro la disponibilità ad un incontro di reciproca conoscenza ed approfondimento su questi temi.
Abbiamo fiducia che il Governo che chiede sacrifici ai cittadini non mancherà di coraggio”
fonte http://www.queerblog.it
Arcigay ha così scritto una lettera pubblica (la potete leggere a questo link: http://www.arcigay.it/comunicati/arcigay-bene-fornero-impegno-si-traduca-in-concretezza/) diretta al ministro del Lavoro e delle Politiche sociali con delega alle Pari opportunità:
“Auspichiamo che la dichiarazione assuma rapidamente maggior concretezza, nel solco dell’operatività che contraddistingue questo Governo “di corsa”, anche perché omosessuali, lesbiche e trans italiani stanno partecipando esattamente come ogni altro cittadino alla chiamata ai sacrifici che questo Governo ha imposto al Paese.
Tra il sacrificarsi e l’immolarsi però di strada ne passa, e lo status di oggettiva impossibilità nell’accesso di diritti (no al matrimonio gay, no alle unioni civili) e discriminazione (no a leggi contro l’omofobia e la transfobia) di omosessuali, lesbiche e trans italiani assomiglia più a un inutile immolarsi piuttosto che ad un doveroso sacrificarsi per il bene di tutto il Paese”
Infine, la richiesta di conoscenza reciproca e di incontro, per un pari ascolto:
“Da questo punto di vista un Governo tecnico potrebbe fare molto ad iniziare da un rinnovato e concreto impegno a livello europeo rispetto all’atteso e decisivo traguardo della direttiva orizzontale in materia di parità, su cui il Ministro Fornero si è già positivamente espressa negli scorsi giorni, e rispetto alla traduzione normativa della dignità costituzionale delle coppie dello stesso sesso già espressamente riconosciuta dalla sentenza 138 del 2010 .
Ci sembra giusto aspettarci infine che il Governo valuti anche la vita delle persone lgbt, e delle coppie dello stesso sesso, in tutte quelle misure in materia di lavoro, sanità, welfare che si appresta a discutere.
Arcigay chiede dunque al ministro la disponibilità ad un incontro di reciproca conoscenza ed approfondimento su questi temi.
Abbiamo fiducia che il Governo che chiede sacrifici ai cittadini non mancherà di coraggio”
fonte http://www.queerblog.it
Libri Lgbt: Curare i gay? Tre psicologi rispondono
Se pensate che gli omosessuali siano vittime di pregiudizi e resistenze culturali soltanto da parte delle persone comuni, vi sbagliate.
Curare i gay? è il libro di tre terapeuti italiani che dimostra come, soprattutto nel nostro Paese, anche molti psicologi siano vittime di preconcetti sui gay, tanto da assicurare di poter curare l'omosessualità come un "disturbo della personalità", con gran danno soprattutto per gli adolescenti e per le famiglie che li credono "malati".
Il saggio di Paolo Rigliano, Jimmy Ciliberto e Federico Ferrari, in uscita il prossimo 8 febbraio per Raffaello Cortina Editore, da un lato critica fortemente le cosiddette teorie riparative che ingannano le persone omosessuali sulla possibilità di una "guarigione", dall'altro propone una psicologia dell'accoglienza, che parta dalla scoperta e dall'accettazione di sé, passi necessari per raccontarsi alla famiglia e al mondo.
Basandosi sulle tesi della American Psychological Association, che ha ritenuto prive di fondamento le teorie riparative, i tre autori si propongono di abbattere un pregiudizio culturale talmente forte da offuscare anche il pensiero scientifico in materia.
Una parte del libro è proprio dedicata agli omosessuali cattolici, alle problematiche relative al rapporto tra identità e fede, e a come vivere il proprio orientamento come un valore, e non come un peccato, toccando così un nervo scoperto della società italiana e dei suoi cittadini.
Il saggio offre inoltre un importante sostegno teorico ai professionisti del settore e alle famiglie di giovani gay e lesbiche, che spesso si rivolgono agli specialisti proprio perché vorrebbero curare figli che ritengono malati.
"I ragazzi e le ragazze che si scoprono omosessuali, così come le loro famiglie, sono spesso privi di conoscenze" spiega Jimmy Ciliberto "e spesso incontrano psicologi che sfruttano questa ignoranza per imporre la loro visione, limitata dalle credenze religiose.
Il nostro libro nasce nell'intento di far aprire gli occhi su questo approccio sbagliato, dannoso per il benessere delle persone coinvolte".
fonte http://www.alfemminile.com. Foto della copertina: ©Raffaello Cortina Editore
Curare i gay? è il libro di tre terapeuti italiani che dimostra come, soprattutto nel nostro Paese, anche molti psicologi siano vittime di preconcetti sui gay, tanto da assicurare di poter curare l'omosessualità come un "disturbo della personalità", con gran danno soprattutto per gli adolescenti e per le famiglie che li credono "malati".
Il saggio di Paolo Rigliano, Jimmy Ciliberto e Federico Ferrari, in uscita il prossimo 8 febbraio per Raffaello Cortina Editore, da un lato critica fortemente le cosiddette teorie riparative che ingannano le persone omosessuali sulla possibilità di una "guarigione", dall'altro propone una psicologia dell'accoglienza, che parta dalla scoperta e dall'accettazione di sé, passi necessari per raccontarsi alla famiglia e al mondo.
Basandosi sulle tesi della American Psychological Association, che ha ritenuto prive di fondamento le teorie riparative, i tre autori si propongono di abbattere un pregiudizio culturale talmente forte da offuscare anche il pensiero scientifico in materia.
Una parte del libro è proprio dedicata agli omosessuali cattolici, alle problematiche relative al rapporto tra identità e fede, e a come vivere il proprio orientamento come un valore, e non come un peccato, toccando così un nervo scoperto della società italiana e dei suoi cittadini.
Il saggio offre inoltre un importante sostegno teorico ai professionisti del settore e alle famiglie di giovani gay e lesbiche, che spesso si rivolgono agli specialisti proprio perché vorrebbero curare figli che ritengono malati.
"I ragazzi e le ragazze che si scoprono omosessuali, così come le loro famiglie, sono spesso privi di conoscenze" spiega Jimmy Ciliberto "e spesso incontrano psicologi che sfruttano questa ignoranza per imporre la loro visione, limitata dalle credenze religiose.
Il nostro libro nasce nell'intento di far aprire gli occhi su questo approccio sbagliato, dannoso per il benessere delle persone coinvolte".
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LGBT: PAOLA CONCIA (PD), BENE ELSA FORNERO, MA C'E' MOLTO DA FARE
Roma "L'impegno preso oggi dal ministro Elsa Fornero a favore di omosessuali e transessuali è un buon punto di partenza.
Non a caso ha immediatamente ricevuto il plauso del Dipartimento di stato americano. Intervenendo oggi all'audizione del ministro in tema di Pari Opportunità, ho spiegato quali devono essere, a mio parere, le priorità per realizzare questi propositi".
Lo dichiara la deputata del Pd Anna Paola Concia.
"La prima indagine Istat sull'omofobia in Italia e la ricerca commissionata dal Ministero del welfare ad Arcigay sulle discriminazioni nei luoghi di lavoro - continua Concia - sono strumenti fondamentali per costruire politiche efficaci. Cosí come è prezioso il contributo dell'Unar, il cui operato deve essere valorizzato, rispettandone l'autonomia.
L'omofobia e la transfobia sono un reale allarme sociale, bisogna presto ripartire da campagne istituzionali, come quella realizzata dall'ex ministro Carfagna, lavorando per contrastare l'immagine negativizzante degli omosessuali e transessuali rappresentata dai mass media. Occorre poi attivare al piú presto il tavolo delle Associazioni lgbt, che possono dare un fondamentale contributo al lavoro di tutto il Dipartimento".
"Vista l'importanza del tema dell'infanzia, ricordato dallo stesso ministro - prosegue la Concia - bisogna adottare misure per tutelare quei centomila bambini nati e cresciuti in famiglie omogenitoriali.
E' inoltre necessario concentrarsi sul contrasto al bullismo omofobico e sull'educazione al rispetto della diversità nelle scuole; per questo ho appena presentato una proposta di legge che istituisce un osservatorio".
"Serve infine un'azione piú incisiva del Governo e del Parlamento per approvare, finalmente, una norma a contrasto dell'omofobia e della transfobia, senza dimenticare la recente sentenza della Corte Costituzionale che invita il Parlamento a legiferare in tema di unioni tra persone dello stesso sesso.
In una recente intervista Fornero ha dichiarato di essere refrattaria agli obblighi; mi auguro che da autentica liberale lo sia anche ai divieti, che impediscono la piena cittadinanza alle persone omosessuali e transessuali" conclude la parlamentare.
fonte ANSA
Non a caso ha immediatamente ricevuto il plauso del Dipartimento di stato americano. Intervenendo oggi all'audizione del ministro in tema di Pari Opportunità, ho spiegato quali devono essere, a mio parere, le priorità per realizzare questi propositi".
Lo dichiara la deputata del Pd Anna Paola Concia.
"La prima indagine Istat sull'omofobia in Italia e la ricerca commissionata dal Ministero del welfare ad Arcigay sulle discriminazioni nei luoghi di lavoro - continua Concia - sono strumenti fondamentali per costruire politiche efficaci. Cosí come è prezioso il contributo dell'Unar, il cui operato deve essere valorizzato, rispettandone l'autonomia.
L'omofobia e la transfobia sono un reale allarme sociale, bisogna presto ripartire da campagne istituzionali, come quella realizzata dall'ex ministro Carfagna, lavorando per contrastare l'immagine negativizzante degli omosessuali e transessuali rappresentata dai mass media. Occorre poi attivare al piú presto il tavolo delle Associazioni lgbt, che possono dare un fondamentale contributo al lavoro di tutto il Dipartimento".
"Vista l'importanza del tema dell'infanzia, ricordato dallo stesso ministro - prosegue la Concia - bisogna adottare misure per tutelare quei centomila bambini nati e cresciuti in famiglie omogenitoriali.
E' inoltre necessario concentrarsi sul contrasto al bullismo omofobico e sull'educazione al rispetto della diversità nelle scuole; per questo ho appena presentato una proposta di legge che istituisce un osservatorio".
"Serve infine un'azione piú incisiva del Governo e del Parlamento per approvare, finalmente, una norma a contrasto dell'omofobia e della transfobia, senza dimenticare la recente sentenza della Corte Costituzionale che invita il Parlamento a legiferare in tema di unioni tra persone dello stesso sesso.
In una recente intervista Fornero ha dichiarato di essere refrattaria agli obblighi; mi auguro che da autentica liberale lo sia anche ai divieti, che impediscono la piena cittadinanza alle persone omosessuali e transessuali" conclude la parlamentare.
fonte ANSA
Lgbt: Erica Mou ospite a “Oltre le Differenze” di venerdi 3 febbraio
Nella puntata di venerdì 3 febbraio, le grandi passioni omosessuali del Novecento e l’omosessualità raccontata al cinema, da Luchino Visconti a Ferzan Özpetek
Erica Mou, la cantautrice di Bisceglie che tra due settimane parteciperà a Sanremo nella sezione giovani con il brano “Nella vasca da bagno del tempo”, è l’ospite della prossima puntata di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico dedicato al mondo LGBTQ condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini cha andrà in onda venerdì 3 febbraio dalle 21.00 circa sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10) o in diretta online su www.antennaradioesse.it, anche in replica sabato alle 15.
La giovanissima promessa del cantautorato italiano, scoperta da Caterina Caselli e in forza alla Sugar, racconterà le emozioni delle prove con l’orchestra del festival e parlerà anche del suo album di esordio “E’” che le ha già regalato un grande successo di pubblico e di critica.
Nella seconda parte della puntata “Oltre le differenze” farà un viaggio nelle grandi passioni gay del Novecento, con la giornalista e inviata di Repubblica Laura Laurenzi, autrice del libro “Liberi di Amare” edito da Bur nel 2007. Una carrellata di amori non convenzionali e tormentati.
Storie struggenti e tumultuose, percorse da un furore fuori scala come quella tra Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, Marguerite Yourcenar, l’autrice di "Memorie di Adriano" e Crace Frick la sua "traduttrice”, Greta Garbo e Cecil Beaton, lei bisex e lui tenacemente omosessuale, Garda Lorca e Salvador Dalì, fino a Rudolf Nureyev ed Erik Bruhn e Elton John e David Furnish che celebrano il loro matrimonio nella Guildhall di Windsor.
E poi ancora un interessante focus su come il cinema ha raccontato l’omosessualità dagli anni ’40 e ‘50 del secolo scorso ad oggi, da Luchino Visconti a Ferzan Özpetek tra racconto poetico e rimozioni, approcci burleschi e ribalte forzate e un po’ ruffiane. Grazie all’intervento di Giuseppe Gori Savellini, esperto e appassionato di cinema, direttore artistico di alcune rassegne di Visionaria e direttore organizzativo del festival Campo e ControCampo.
In chiusura come di consueto, ci saranno anche i consigli dello scaffale, con i libri, i film e gli appuntamenti a tema.
Come sempre c’è la possibilità di contattare la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com.
E’ possibile inoltre visitare la pagina fan su facebook e il blog: http://oltreledifferenze.wordpress.com/ che da oggi ha una veste completamente rinnovata e da cui è possibile accedere ad un archivio completo di tutte le puntate già andate in onda e scoprire tante curiosità sul programma.
fonte redazione oltreledifferenze Antenna Radio Esse
Erica Mou, la cantautrice di Bisceglie che tra due settimane parteciperà a Sanremo nella sezione giovani con il brano “Nella vasca da bagno del tempo”, è l’ospite della prossima puntata di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico dedicato al mondo LGBTQ condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini cha andrà in onda venerdì 3 febbraio dalle 21.00 circa sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10) o in diretta online su www.antennaradioesse.it, anche in replica sabato alle 15.
La giovanissima promessa del cantautorato italiano, scoperta da Caterina Caselli e in forza alla Sugar, racconterà le emozioni delle prove con l’orchestra del festival e parlerà anche del suo album di esordio “E’” che le ha già regalato un grande successo di pubblico e di critica.
Nella seconda parte della puntata “Oltre le differenze” farà un viaggio nelle grandi passioni gay del Novecento, con la giornalista e inviata di Repubblica Laura Laurenzi, autrice del libro “Liberi di Amare” edito da Bur nel 2007. Una carrellata di amori non convenzionali e tormentati.
Storie struggenti e tumultuose, percorse da un furore fuori scala come quella tra Paul Verlaine e Arthur Rimbaud, Marguerite Yourcenar, l’autrice di "Memorie di Adriano" e Crace Frick la sua "traduttrice”, Greta Garbo e Cecil Beaton, lei bisex e lui tenacemente omosessuale, Garda Lorca e Salvador Dalì, fino a Rudolf Nureyev ed Erik Bruhn e Elton John e David Furnish che celebrano il loro matrimonio nella Guildhall di Windsor.
E poi ancora un interessante focus su come il cinema ha raccontato l’omosessualità dagli anni ’40 e ‘50 del secolo scorso ad oggi, da Luchino Visconti a Ferzan Özpetek tra racconto poetico e rimozioni, approcci burleschi e ribalte forzate e un po’ ruffiane. Grazie all’intervento di Giuseppe Gori Savellini, esperto e appassionato di cinema, direttore artistico di alcune rassegne di Visionaria e direttore organizzativo del festival Campo e ControCampo.
In chiusura come di consueto, ci saranno anche i consigli dello scaffale, con i libri, i film e gli appuntamenti a tema.
Come sempre c’è la possibilità di contattare la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com.
E’ possibile inoltre visitare la pagina fan su facebook e il blog: http://oltreledifferenze.wordpress.com/ che da oggi ha una veste completamente rinnovata e da cui è possibile accedere ad un archivio completo di tutte le puntate già andate in onda e scoprire tante curiosità sul programma.
fonte redazione oltreledifferenze Antenna Radio Esse
martedì 31 gennaio 2012
Russia, divieto all’organizzazione di eventi sportivi lgbt
Il governo della regione di Krasnojarsk in Russia ha annunciato alla stampa l’intenzione di emanare un divieto relativo all’organizzazione di eventi sportivi legati alla diversità sessuale: la possibile messa al bando è stata annunciata da Sergey Gurov (in foto), capo del Ministero dello Sport, Turismo e Politiche Giovanili di Krasnoyarsk, che ha rifiutato di prendere luogo alla manifestazione sportiva LGBT nella regione russa che si dovrebbe tenere, fino a legge contraria, il prossimo maggio.
"Sono rimasto davvero sorpreso, quando ho saputo dell’evento attraverso i media.
Non mi interessa la polemica innescata dalle mie parole, non credo che l’evento avrà luogo: sono un convinto sostenitore dello sport come concetto universale alla portata di tutti, ma a mio parere Krasnoyarsk non dovrebbe ospitare un evento gay."
Il ministro russo, parlando ai media locali, ha espresso senza veli il suo punto di vista largamente omofobo, aggiungendo:
"Ci sono molti altri luoghi in Russia per celebrare questo evento, forse persino Mosca, ma non penso che dovremmo lasciare che la manifestazione si svolga in questa regione di famiglie."
fonte http://www.gayprider.com Di Felice Catozzi
"Sono rimasto davvero sorpreso, quando ho saputo dell’evento attraverso i media.
Non mi interessa la polemica innescata dalle mie parole, non credo che l’evento avrà luogo: sono un convinto sostenitore dello sport come concetto universale alla portata di tutti, ma a mio parere Krasnoyarsk non dovrebbe ospitare un evento gay."
Il ministro russo, parlando ai media locali, ha espresso senza veli il suo punto di vista largamente omofobo, aggiungendo:
"Ci sono molti altri luoghi in Russia per celebrare questo evento, forse persino Mosca, ma non penso che dovremmo lasciare che la manifestazione si svolga in questa regione di famiglie."
fonte http://www.gayprider.com Di Felice Catozzi
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Lgbt Firenze: Torna al Teatro Lumière "La strana Famiglia" il musical, il 22 e 23 Febbraio
Teatro Lumière "La strana Famiglia", il musical il 22 e 23 Febbraio 2012, spettacoli ore 21.00.
Info e prenotazioni tel. 347-3960298 info@offmusical.it
Partendo da un libero adattamento del telefilm degli anni '60, la compagnia teatrale “Off Musical” propone la sua nuova produzione, “La strana famiglia” con un cast di attori, ballerini e cantanti di alto livello, reclutati attraverso provini fatti su tutto il territorio nazionale.
Dieci artisti poliedrici in scena in uno spettacolo divertente che ripropone le esilaranti e intramontabili storie della famiglia più famosa dei telefilm con balletti e canzoni in stile anni trenta ma anche brani disco degli anni ’70.
NOTE di REGIA
Quando si pensa alla Famiglia Addams la mente va alla loro stranezza, alla loro lontananza da quello che consideriamo consueto. Ma in realtà non sono altro che lo specchio ribaltato delle nostre paure e delle nostre idiosincrasie: tutto ciò che è considerato inaccettabile, fuori fase, assurdo diventa normale.
Gli Addams si presentano come una incredibile ventata di originalità che scombina tutte le regole e conquista il pubblico di ogni età. Il tutto è calato in un’atmosfera nera e vagamente horror che riesce a colpire ancora oggi, a quarant’anni di distanza con il suo humour nero e surreale.
Il grande fascino degli Addams è quello di essere felici pur non essendo in alcun modo omologati: malgrado la loro passione per il macabro e una non troppo velata anima sadica, gli Addams restano un gruppo unito e amorevole.
Sono certamente bizzarri e surreali, e chi li incontra può lasciarsi impaurire dal loro aspetto e dalle loro abitudini, ma non si può dire che siano malvagi; anzi, esattamente il contrario.
Gli Addams rifiutano di accettare delle regole che delimitino o circoscrivano la loro condizione felice: al contrario, si costruiscono da soli la loro felicità, con i proprio mezzi e desideri, senza perdere il rispetto per chi non la pensa come loro.
Ecco che allora questa strampalata famiglia diventa un modello non tanto da imitare, quanto da invidiare, perché incarna infatti una sorta di gioiosa ribellione a ogni regola precostituita, in nome della realizzazione piena dell’individuo.
Ben pochi di noi vorrebbero tagliare a metà le rose, decapitare le bambole o mangiare insetti; ma restiamo affascinati guardando chi ha il coraggio di farlo, ignorando candidamente il giudizio altrui. Tutti, insomma, vorremmo avere la forza di essere liberi come gli Addams.
E tuttavia gli Addams mantengono una forza precisa: si ha la sensazione che agli Addams non importi nulla dell’attenzione del pubblico, presi come sono a essere così spudoratamente e tetramente felici.
Ci siamo messi ha guardare di nuovo tutta la serie e poi ci siamo lasciati andare alle nostre sensazioni e ai ricordi che avevamo di quei personaggi ancora fortemente legati ad un' anima fumettistica.
Ne è scaturito uno spettacolo divertente e gustoso che unisce fedele riproduzione e libero adattamento, richiamo alle origini e moderne divagazioni sul genere.
Una nuova veste che ripropone le esilaranti e intramontabili vicende della famiglia più “inquietante” del mondo: comico e grottesco a braccetto con balletti e canzoni che attraversano generi e stili diversi e vanno dagli anni '30 alla disco degli anni '70.
Genere: commedia musicale Durata: 1 ora e 30 minuti circa Spettacolo: per tutti
fonte http://www.offmusical.it
Info e prenotazioni tel. 347-3960298 info@offmusical.it
Partendo da un libero adattamento del telefilm degli anni '60, la compagnia teatrale “Off Musical” propone la sua nuova produzione, “La strana famiglia” con un cast di attori, ballerini e cantanti di alto livello, reclutati attraverso provini fatti su tutto il territorio nazionale.
Dieci artisti poliedrici in scena in uno spettacolo divertente che ripropone le esilaranti e intramontabili storie della famiglia più famosa dei telefilm con balletti e canzoni in stile anni trenta ma anche brani disco degli anni ’70.
NOTE di REGIA
Quando si pensa alla Famiglia Addams la mente va alla loro stranezza, alla loro lontananza da quello che consideriamo consueto. Ma in realtà non sono altro che lo specchio ribaltato delle nostre paure e delle nostre idiosincrasie: tutto ciò che è considerato inaccettabile, fuori fase, assurdo diventa normale.
Gli Addams si presentano come una incredibile ventata di originalità che scombina tutte le regole e conquista il pubblico di ogni età. Il tutto è calato in un’atmosfera nera e vagamente horror che riesce a colpire ancora oggi, a quarant’anni di distanza con il suo humour nero e surreale.
Il grande fascino degli Addams è quello di essere felici pur non essendo in alcun modo omologati: malgrado la loro passione per il macabro e una non troppo velata anima sadica, gli Addams restano un gruppo unito e amorevole.
Sono certamente bizzarri e surreali, e chi li incontra può lasciarsi impaurire dal loro aspetto e dalle loro abitudini, ma non si può dire che siano malvagi; anzi, esattamente il contrario.
Gli Addams rifiutano di accettare delle regole che delimitino o circoscrivano la loro condizione felice: al contrario, si costruiscono da soli la loro felicità, con i proprio mezzi e desideri, senza perdere il rispetto per chi non la pensa come loro.
Ecco che allora questa strampalata famiglia diventa un modello non tanto da imitare, quanto da invidiare, perché incarna infatti una sorta di gioiosa ribellione a ogni regola precostituita, in nome della realizzazione piena dell’individuo.
Ben pochi di noi vorrebbero tagliare a metà le rose, decapitare le bambole o mangiare insetti; ma restiamo affascinati guardando chi ha il coraggio di farlo, ignorando candidamente il giudizio altrui. Tutti, insomma, vorremmo avere la forza di essere liberi come gli Addams.
E tuttavia gli Addams mantengono una forza precisa: si ha la sensazione che agli Addams non importi nulla dell’attenzione del pubblico, presi come sono a essere così spudoratamente e tetramente felici.
Ci siamo messi ha guardare di nuovo tutta la serie e poi ci siamo lasciati andare alle nostre sensazioni e ai ricordi che avevamo di quei personaggi ancora fortemente legati ad un' anima fumettistica.
Ne è scaturito uno spettacolo divertente e gustoso che unisce fedele riproduzione e libero adattamento, richiamo alle origini e moderne divagazioni sul genere.
Una nuova veste che ripropone le esilaranti e intramontabili vicende della famiglia più “inquietante” del mondo: comico e grottesco a braccetto con balletti e canzoni che attraversano generi e stili diversi e vanno dagli anni '30 alla disco degli anni '70.
Genere: commedia musicale Durata: 1 ora e 30 minuti circa Spettacolo: per tutti
fonte http://www.offmusical.it
Lgbt: Lotta alla pedofilia e agli abusi sui minori: con il romanzo “Oltre il confine”di Gianfranco Iovino
I diritti delle vendite saranno interamente devoluti alla Fondazione Luca Barbareschi Onlus
Al Palazzo Scaligero, l'assessore alle Politiche della Famiglia e Volontariato Marco Luciani ha presentato il romanzo “Oltre il confine” dello scrittore veronese Gianfranco Iovino, patrocinato dalla Provincia di Verona.
Era presente l'autore Gianfranco Iovino.
È intervenuto telefonicamente l'on. Luca Barbareschi.
Il romanzo affronta il delicato tema della pedofilia attraverso i ricordi di Paola, una donna cinquantaduenne che, per colpa degli abusi subiti in età adolescente, si è ammalata di depressione.
La prefazione è scritta da Gigi D'Alessio mentre la postfazione è di Luca Barbareschi.
I diritti delle vendite saranno interamente devoluti alla Fondazione Luca Barbareschi Onlus di Roma, impegnata nella sensibilizzazione contro la pedofilia e la pedopornografia.
Gianfranco Iovino, nato a Roma ma veronese d'adozione, è al suo quarto romanzo. Tutti i suoi libri sono legati a progetti con finalità benefiche. Dopo aver devoluto i proventi ad associazioni quali UILDM, RockNoWar, fondazione Aiutare i Bambini e AISM, ha deciso di legare il nuovo romanzo alla onlus di Luca Barbareschi.
Per i temi trattati, “Oltre il confine” ha ottenuto i patrocini della Provincia di Verona e dei comuni di Roma, Firenze e Offida. La prima edizione di stampa è esaurita nei 15 giorni successivi alla pubblicazione.
La Fondazione Luca Barbareschi Onlus, nata nel 2007 con l'obiettivo di tutelare i bambini vittime di pedofilia, ha due missioni principali:
- parlare di pedofilia, attraverso la promozione di campagne di sensibilizzazione culturale;
- insegnare agli adulti ad “ascoltare”, attraverso la creazione di corsi di formazione.
Gianfranco Iovino:
“ Faccio lo scrittore per passione sottraendo alcune ore alla mia vita privata e destinando il ricavato a progetti benefici.
Per la tematica affrontata, la fondazione presieduta dall' on. Barbareschi mi è sembrata la più idonea a ricevere i proventi delle vendite. Barbareschi, infatti, non ha mai nascosto di essere stato violentato all'età di sette anni e, non solo è uscito allo scoperto, ma ha anche deciso di combattere questo problema creando una fondazione.
Spero che questo romanzo aiuti a riflettere su un male sociale ancora troppo silenzioso ”.
fonte http://www.veronaoggi.it
Al Palazzo Scaligero, l'assessore alle Politiche della Famiglia e Volontariato Marco Luciani ha presentato il romanzo “Oltre il confine” dello scrittore veronese Gianfranco Iovino, patrocinato dalla Provincia di Verona.
Era presente l'autore Gianfranco Iovino.
È intervenuto telefonicamente l'on. Luca Barbareschi.
Il romanzo affronta il delicato tema della pedofilia attraverso i ricordi di Paola, una donna cinquantaduenne che, per colpa degli abusi subiti in età adolescente, si è ammalata di depressione.
La prefazione è scritta da Gigi D'Alessio mentre la postfazione è di Luca Barbareschi.
I diritti delle vendite saranno interamente devoluti alla Fondazione Luca Barbareschi Onlus di Roma, impegnata nella sensibilizzazione contro la pedofilia e la pedopornografia.
Gianfranco Iovino, nato a Roma ma veronese d'adozione, è al suo quarto romanzo. Tutti i suoi libri sono legati a progetti con finalità benefiche. Dopo aver devoluto i proventi ad associazioni quali UILDM, RockNoWar, fondazione Aiutare i Bambini e AISM, ha deciso di legare il nuovo romanzo alla onlus di Luca Barbareschi.
Per i temi trattati, “Oltre il confine” ha ottenuto i patrocini della Provincia di Verona e dei comuni di Roma, Firenze e Offida. La prima edizione di stampa è esaurita nei 15 giorni successivi alla pubblicazione.
La Fondazione Luca Barbareschi Onlus, nata nel 2007 con l'obiettivo di tutelare i bambini vittime di pedofilia, ha due missioni principali:
- parlare di pedofilia, attraverso la promozione di campagne di sensibilizzazione culturale;
- insegnare agli adulti ad “ascoltare”, attraverso la creazione di corsi di formazione.
Gianfranco Iovino:
“ Faccio lo scrittore per passione sottraendo alcune ore alla mia vita privata e destinando il ricavato a progetti benefici.
Per la tematica affrontata, la fondazione presieduta dall' on. Barbareschi mi è sembrata la più idonea a ricevere i proventi delle vendite. Barbareschi, infatti, non ha mai nascosto di essere stato violentato all'età di sette anni e, non solo è uscito allo scoperto, ma ha anche deciso di combattere questo problema creando una fondazione.
Spero che questo romanzo aiuti a riflettere su un male sociale ancora troppo silenzioso ”.
fonte http://www.veronaoggi.it
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Ungheria: a rischio i diritti fondamentali ed i diritti delle persone LGBT
Appello alle autorità italiane con richiesta di intervento presso le autorità ungheresi e dell'Unione europea.
Comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti:
L'Associazione Radicale Certi Diritti esprime preoccupazione per la situazione dei diritti delle persone LGBT in Ungheria e per la progressiva erosione della democrazia, dei diritti umani, dello stato di diritto e dell'eguaglianza - ovvero i valori fondamentali che sono alla base del Trattato (art.2) dell'Unione europea.
Il governo di Viktor Orban in Ungheria ha approvato nel giro di poco più di un anno una serie di riforme liberticide ed antidemocratiche, imponendo grazie alla maggioranza parlamentare dei 2/3, ottenuta con il 53 % dei voti, la riforma della Costituzione in senso populista, nazionalista e conservatore; una legge di controllo governativo dei media pubblici e privati, della banca centrale, del sistema giudiziario, dell'autorità garante sulla privacy; una legge discriminatoria sulle religioni; la criminalizzazione delle persone senza casa e la definizione di famiglia discriminatoria come "basata sul matrimonio di un uomo con una donna" escludendo cosi non solo le coppie dello stesso sesso, ma anche le famiglie monoparentali dalla Carta costituzionale.
La Commissione europea ha dato alle autorità ungheresi un mese per cambiare alcune di queste leggi (giustizia, autorità privacy e banca centrale), ma le ONG, le organizzazioni internazionali (ONU, Parlamento europeo, Consiglio d'Europa, OSCE) hanno espresso gravi preoccupazione anche sulle altre riforme introdotte dal governo Orban. In particolare il gruppo liberale al parlamento europeo ha chiesto l'attivazione della procedura di monitoraggio della situazione in Ungheria prevista dall'articolo 7.1 del Trattato dell'Unione Europea, che permette al Consiglio di mettere sotto osservazione uno degli Stati membri quando vìola i suoi stessi parametri democratici.
L'Associazione Radicale Certi Diritti ha rivolto oggi un appello alle autorità italiane perché esprimano la loro preoccupazione alle autorità ungheresi e al Consiglio dell'Unione Europea, richiamando Viktor Orban a rispettare i principi europei di eguaglianza, diritti fondamentali, democrazia e stato di diritto, come previsto dal Trattato UE agli articoli 2 e 7.
Nei giorni scorsi l'Associazione Radicale Certi Diritti aveva promosso una manifestazione davanti alla sede consolare ungherese di Milano.
fonte http://www.radicali.it/
Comunicato Stampa dell'Associazione Radicale Certi Diritti:
L'Associazione Radicale Certi Diritti esprime preoccupazione per la situazione dei diritti delle persone LGBT in Ungheria e per la progressiva erosione della democrazia, dei diritti umani, dello stato di diritto e dell'eguaglianza - ovvero i valori fondamentali che sono alla base del Trattato (art.2) dell'Unione europea.
Il governo di Viktor Orban in Ungheria ha approvato nel giro di poco più di un anno una serie di riforme liberticide ed antidemocratiche, imponendo grazie alla maggioranza parlamentare dei 2/3, ottenuta con il 53 % dei voti, la riforma della Costituzione in senso populista, nazionalista e conservatore; una legge di controllo governativo dei media pubblici e privati, della banca centrale, del sistema giudiziario, dell'autorità garante sulla privacy; una legge discriminatoria sulle religioni; la criminalizzazione delle persone senza casa e la definizione di famiglia discriminatoria come "basata sul matrimonio di un uomo con una donna" escludendo cosi non solo le coppie dello stesso sesso, ma anche le famiglie monoparentali dalla Carta costituzionale.
La Commissione europea ha dato alle autorità ungheresi un mese per cambiare alcune di queste leggi (giustizia, autorità privacy e banca centrale), ma le ONG, le organizzazioni internazionali (ONU, Parlamento europeo, Consiglio d'Europa, OSCE) hanno espresso gravi preoccupazione anche sulle altre riforme introdotte dal governo Orban. In particolare il gruppo liberale al parlamento europeo ha chiesto l'attivazione della procedura di monitoraggio della situazione in Ungheria prevista dall'articolo 7.1 del Trattato dell'Unione Europea, che permette al Consiglio di mettere sotto osservazione uno degli Stati membri quando vìola i suoi stessi parametri democratici.
L'Associazione Radicale Certi Diritti ha rivolto oggi un appello alle autorità italiane perché esprimano la loro preoccupazione alle autorità ungheresi e al Consiglio dell'Unione Europea, richiamando Viktor Orban a rispettare i principi europei di eguaglianza, diritti fondamentali, democrazia e stato di diritto, come previsto dal Trattato UE agli articoli 2 e 7.
Nei giorni scorsi l'Associazione Radicale Certi Diritti aveva promosso una manifestazione davanti alla sede consolare ungherese di Milano.
fonte http://www.radicali.it/
Lgbt Madrid: blog cattolico viola privacy di persone transessuali che si sono sottoposte a riassegnazione di genere
I dati di ventidue persone transessuali che si sono sottoposte a interventi presso l’ospedale La Paz di Madrid sono stati resi pubblici da un blog cattolico ultraconservatore (che non linkiamo per non dargli visibilità) che così ha giustificato la propria azione:
"Non ci sono soldi per i bambini e gli anziani che necessitano di interventi dentistici o per la sordità o ancora per gli occhiali.
Le liste di attesa per prevenire o curare le malattie delle persone normali si allunga sempre più per la mancanza di mezzi materiali e umani."
Sono stati resi noti i nomi delle persone che si sono sottoposte a operazione di riassegnazione di genere, come anche sono stati pubblicati il tipo di intervento subito e il processo (per esempio: da uomo a donna).
Il gestore del blog sostiene che i nomi siano stati cambiati, ma non la pensano così diversi membri della comunità transessuale di Madrid che hanno riconosciuto i nomi di alcune persone che sono state operate in quell’ospedale.
A seguito delle pressioni, il blog ha messo offline la lista con i nomi e gli altri dati personali. Ma questo non toglie che sia commesso un reato grave nei confronti delle persone transessuali.
Reato reso ancora più antipatico perché chi l’ha commesso si è voluto giustificare mettendo in mezzo bambini e anziani.
Qui, invece, l’unica cosa che c’è da considerare è la stupidità umana, alimentata dall’intolleranza religiosa.
fonte http://www.queerblog.it Foto | Flickr
"Non ci sono soldi per i bambini e gli anziani che necessitano di interventi dentistici o per la sordità o ancora per gli occhiali.
Le liste di attesa per prevenire o curare le malattie delle persone normali si allunga sempre più per la mancanza di mezzi materiali e umani."
Sono stati resi noti i nomi delle persone che si sono sottoposte a operazione di riassegnazione di genere, come anche sono stati pubblicati il tipo di intervento subito e il processo (per esempio: da uomo a donna).
Il gestore del blog sostiene che i nomi siano stati cambiati, ma non la pensano così diversi membri della comunità transessuale di Madrid che hanno riconosciuto i nomi di alcune persone che sono state operate in quell’ospedale.
A seguito delle pressioni, il blog ha messo offline la lista con i nomi e gli altri dati personali. Ma questo non toglie che sia commesso un reato grave nei confronti delle persone transessuali.
Reato reso ancora più antipatico perché chi l’ha commesso si è voluto giustificare mettendo in mezzo bambini e anziani.
Qui, invece, l’unica cosa che c’è da considerare è la stupidità umana, alimentata dall’intolleranza religiosa.
fonte http://www.queerblog.it Foto | Flickr
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lunedì 30 gennaio 2012
Lgbt: Apertura anno giudiziario, Procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito anche un richiamo ai diritti gay
Procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario fa un riferimento ai diritti degli ultimi e anche dei gay.
E si commuove.
La crisi economica non sia un alibi per mettere da parte i "diritti degli ultimi". Questo il messaggio saliente dell'intervento del Procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.
«La sinergia tra crisi della giustizia e crisi economica, ha detto, non può costituire un alibi per legittimare l'oblio di quelli che vengono definiti "diritti sottili" o "diritti degli ultimi": penso ai diritti dei disabili, degli omosessuali, dei migranti, dei detenuti, delle persone vulnerabili», ha spiegato Esposito.
«Ma penso anche alla tutela dell'ambiente quale rispetto dovuto alla vita privata: alla vita privata di ciascuno di noi, ma soprattutto di quelli costretti a vivere in aree degradate».
Nel leggere questo passo del discorso, Esposito ha avuto un momento di commozione. Un lungo applauso poi ha incoraggiato il procuratore generale a continuare, un applauso che si è ripetuto anche nelle parole conclusive di Esposito che, di nuovo commosso, ha richiamato i suoi ideali che hanno accompagnato per 50 anni la sua vita di magistrato.
Ringraziamenti
«Voglio ringraziare di cuore il Procuratore generale della Corte di Cassazione», ha detto la deputata del PD Anna Paola Concia.
Il riferimento è stato invece giudicato "importante" da Franco Grillini, consigliere regionale dell'Idv in Emilia Romagna.
fonte http://www.gay.it
E si commuove.
La crisi economica non sia un alibi per mettere da parte i "diritti degli ultimi". Questo il messaggio saliente dell'intervento del Procuratore generale della Cassazione Vitaliano Esposito alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario.
«La sinergia tra crisi della giustizia e crisi economica, ha detto, non può costituire un alibi per legittimare l'oblio di quelli che vengono definiti "diritti sottili" o "diritti degli ultimi": penso ai diritti dei disabili, degli omosessuali, dei migranti, dei detenuti, delle persone vulnerabili», ha spiegato Esposito.
«Ma penso anche alla tutela dell'ambiente quale rispetto dovuto alla vita privata: alla vita privata di ciascuno di noi, ma soprattutto di quelli costretti a vivere in aree degradate».
Nel leggere questo passo del discorso, Esposito ha avuto un momento di commozione. Un lungo applauso poi ha incoraggiato il procuratore generale a continuare, un applauso che si è ripetuto anche nelle parole conclusive di Esposito che, di nuovo commosso, ha richiamato i suoi ideali che hanno accompagnato per 50 anni la sua vita di magistrato.
Ringraziamenti
«Voglio ringraziare di cuore il Procuratore generale della Corte di Cassazione», ha detto la deputata del PD Anna Paola Concia.
Il riferimento è stato invece giudicato "importante" da Franco Grillini, consigliere regionale dell'Idv in Emilia Romagna.
fonte http://www.gay.it
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Lgbt Brasile: Manifesti antiomofobia nella metro di San Paolo
La società che gestisce la metro della città più popolosa del Sudamerica, era stata condannata da un giudice in una causa contro una trans vittima di offese da parte di un suo dipendente.
La città più popolosa del Sudamerica affigge ai muri delle 58 stazioni della metropolitana manifesti antiomofobia.
"Guarda. Guarda ancora e guarda oltre il pregiudizio. Sono una trans e ho il diritto ad essere ciò che sono".
Questo il messaggio fatto interpretare a tre ragazze transessuali.
Nel maggio del 2011 fu proprio la metropolitana di San Paolo a dover risarcire una trans che aveva portato davanti al giudice un dipendente del sistema metropolitano della città ritenuto colpevole di averla offesa verbalmente col movente omofobo.
La Sao Paulo Metro City ha dovuto pagare R$ 87,250 (40 mila euro) di danni morali alla vittima
fonte http://www.gay.it
La città più popolosa del Sudamerica affigge ai muri delle 58 stazioni della metropolitana manifesti antiomofobia.
"Guarda. Guarda ancora e guarda oltre il pregiudizio. Sono una trans e ho il diritto ad essere ciò che sono".
Questo il messaggio fatto interpretare a tre ragazze transessuali.
Nel maggio del 2011 fu proprio la metropolitana di San Paolo a dover risarcire una trans che aveva portato davanti al giudice un dipendente del sistema metropolitano della città ritenuto colpevole di averla offesa verbalmente col movente omofobo.
La Sao Paulo Metro City ha dovuto pagare R$ 87,250 (40 mila euro) di danni morali alla vittima
fonte http://www.gay.it
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omotransfobia
Lgbt: Shoah, il racconto di una trans deportata
La testimonianza di Lucy, vittima delle discriminazioni omofobiche del fascismo e internata nel campo di concentramento di Dachau: "Lì dove hanno tentato di distruggermi, ho vissuto sei mesi di fame, sacrifici e disperazione"
L'intervista è tratta dal film documentario "Essere Lucy" di Gabriella Romano, distribuito da Vitagraph, www.vitagraph.it
Giornata della Memoria.
fonte http://video.repubblica.it/
L'intervista è tratta dal film documentario "Essere Lucy" di Gabriella Romano, distribuito da Vitagraph, www.vitagraph.it
Giornata della Memoria.
fonte http://video.repubblica.it/
LGBT: SONIA ALFANO (IDV) FIRMA APPELLO ILGA EUROPE
Bruxelles, “E’ giunto il momento per l'UE e suoi Stati membri, e in particolare l'Italia, di smettere di trattare le persone LGBT come cittadini di seconda classe i cui diritti possono essere calpestati o messi da parte”.
Così Sonia Alfano, europarlamentare IdV, annuncia di aver firmato l’appello di ILGA-Europe.
Fino ad ora Sonia Alfano risulta essere l'unica eurodeputata italiana firmataria dell'appello.
“Le richieste di ILGA-Europe sono sacrosante. C’è molto lavoro da fare aggiunge l’eurodeputata, bisogna garantire che la direttiva anti-discriminazione venga adottata, così come le leggi per combattere omofobia e transfobia; bisogna garantire alle coppie LGBT la possibilità di sposarsi, di avere una unione civile e unioni registrate - sottolinea, esattamente come tutti gli altri cittadini, e assicurarsi che queste persone possano godere dei propri diritti in tutta Europa; dobbiamo fare in modo che i diritti fondamentali delle persone LGBT siano promossi nelle relazioni esterne dell'UE e che le persecuzioni e le discriminazioni non abbiano luogo nel mondo.
Dobbiamo lavorare insieme nei vari Stati membri, nell'UE e nel mondo per raggiungere questi obiettivi.
Ciò che mi auguro conlcude è che altri deputati, soprattutto tra gli italiani, vogliano sottoscrivere l'appello. Domani in Parlamento verificheremo quanti intendono davvero impegnarsi in questa battaglia di civiltà
fonte http://www.agenparl.it Scritto da com/sdb
Così Sonia Alfano, europarlamentare IdV, annuncia di aver firmato l’appello di ILGA-Europe.
Fino ad ora Sonia Alfano risulta essere l'unica eurodeputata italiana firmataria dell'appello.
“Le richieste di ILGA-Europe sono sacrosante. C’è molto lavoro da fare aggiunge l’eurodeputata, bisogna garantire che la direttiva anti-discriminazione venga adottata, così come le leggi per combattere omofobia e transfobia; bisogna garantire alle coppie LGBT la possibilità di sposarsi, di avere una unione civile e unioni registrate - sottolinea, esattamente come tutti gli altri cittadini, e assicurarsi che queste persone possano godere dei propri diritti in tutta Europa; dobbiamo fare in modo che i diritti fondamentali delle persone LGBT siano promossi nelle relazioni esterne dell'UE e che le persecuzioni e le discriminazioni non abbiano luogo nel mondo.
Dobbiamo lavorare insieme nei vari Stati membri, nell'UE e nel mondo per raggiungere questi obiettivi.
Ciò che mi auguro conlcude è che altri deputati, soprattutto tra gli italiani, vogliano sottoscrivere l'appello. Domani in Parlamento verificheremo quanti intendono davvero impegnarsi in questa battaglia di civiltà
fonte http://www.agenparl.it Scritto da com/sdb
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Il primo consultorio per trans del Sud, Progetto di Candelora Lgbt
A Mercogliano. Dal 28 al 3 febbraio la mostra e le conferenze sul tema
Progetto di Candelora Lgbt:la presentazione del programma venerdì 27 ad Avellino
AVELLINO
La Candelora è alle porte e i giovani della Rete Campana per la Candelora lgbt, una rete di associazioni che riunisce le realtà gay, lesbiche e transessuali della provincia irpina, presenteranno per i 10 anni dalla nascita della manifestazione un calendario ricco di eventi per la città di Mercogliano. Il programma sarà aperto dal Transbus venerdì 27 gennaio presso il Tribunale di Avellino.
LA MANIFESTAZIONE
Come riportato da Ottopagine la manifestazione si snoderà tra mostre, seminari e presentazioni importanti. Ad inaugurare la Candelora la mostra« Res e Bis» che dalle 18.30 del 28 gennaio sino al 5 febbraio porterà all' attenzione dei visitatori gli scatti di Luciano Ferrara tra la realtà lgbt italiana degli anni '70 e '80.
Mercoledì 1 febbraio il circolo della stampa della città irpina ospiterà alle 17.30 la presentazione dell'opera di Laura Schettini dall'emblematico titolo: « Il gioco delle parti. Travestimenti e paure sociali tra Ottocento e Novecento» a seguire anche il seminario, alle 18.30, dal titolo «Il transito delle tradizioni. Tracce, percorsi e trasformazioni di identità e culture: i femminielli e la Candelora».
La giornata conclusiva della manifestazione prevista per il 3 febbraio si chiuderà con una conferenza stampa sulla presentazione di «Altri Luoghi» il progetto per il primo consultorio del Meridione per la salute e i diritti dei transessuali.
IL PRIMO «FEMMINIELLO PRIDE»
NEL 2002 «Il nostro percorso come riporta la nota ufficiale degli organizzatori- ha inizio nel 2002 quando con il primo « Femminiello Pride» rispondemmo all'abate Tarcisio Nazzaro che aveva scacciato i femminielli del santuario, accusandoli di profanare un lugo sacro.
Da allora la festa della Candelora lgbt è cresciuta e si è andata affiancando al rito religioso, mantenendo un atteggiamento nei confronti della tradizione, del santuario e dei monaci».
fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli
Progetto di Candelora Lgbt:la presentazione del programma venerdì 27 ad Avellino
AVELLINO
La Candelora è alle porte e i giovani della Rete Campana per la Candelora lgbt, una rete di associazioni che riunisce le realtà gay, lesbiche e transessuali della provincia irpina, presenteranno per i 10 anni dalla nascita della manifestazione un calendario ricco di eventi per la città di Mercogliano. Il programma sarà aperto dal Transbus venerdì 27 gennaio presso il Tribunale di Avellino.
LA MANIFESTAZIONE
Come riportato da Ottopagine la manifestazione si snoderà tra mostre, seminari e presentazioni importanti. Ad inaugurare la Candelora la mostra« Res e Bis» che dalle 18.30 del 28 gennaio sino al 5 febbraio porterà all' attenzione dei visitatori gli scatti di Luciano Ferrara tra la realtà lgbt italiana degli anni '70 e '80.
Mercoledì 1 febbraio il circolo della stampa della città irpina ospiterà alle 17.30 la presentazione dell'opera di Laura Schettini dall'emblematico titolo: « Il gioco delle parti. Travestimenti e paure sociali tra Ottocento e Novecento» a seguire anche il seminario, alle 18.30, dal titolo «Il transito delle tradizioni. Tracce, percorsi e trasformazioni di identità e culture: i femminielli e la Candelora».
La giornata conclusiva della manifestazione prevista per il 3 febbraio si chiuderà con una conferenza stampa sulla presentazione di «Altri Luoghi» il progetto per il primo consultorio del Meridione per la salute e i diritti dei transessuali.
IL PRIMO «FEMMINIELLO PRIDE»
NEL 2002 «Il nostro percorso come riporta la nota ufficiale degli organizzatori- ha inizio nel 2002 quando con il primo « Femminiello Pride» rispondemmo all'abate Tarcisio Nazzaro che aveva scacciato i femminielli del santuario, accusandoli di profanare un lugo sacro.
Da allora la festa della Candelora lgbt è cresciuta e si è andata affiancando al rito religioso, mantenendo un atteggiamento nei confronti della tradizione, del santuario e dei monaci».
fonte http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli
Cynthia Nixon lesbica per scelta: l’ira delle associazioni lgbt
Cynthia Nixon non ha dubbi, la sua omosessualità è stata fondamentalmente una scelta, e non vuole sentir le ragioni da parte di chi la accusa di rendere la posizione della comunità lgbt ancor più difficile di quanto già non sia, con frasi che potrebbero essere benissimo impugnate come armi da chi non cerca altro che una buona ragione per attaccare le persone omosessuali, colpevoli, a detta di molti omofobi, di aver scelto uno stile di vita sbagliato, di aver scelto un orientamento sessuale che va contro la “giusta natura”.
Lo ammetto, anche io mi sono sentita un po’ spiazzata nel leggere le dichiarazioni della Nixon, ma di fronte a una frase del tipo: “Nessuno può dare un’altra definizione della mia gaiezza se non me”, chi siamo noi per contestarla?
In realtà, come aveva fatto notare un nostro lettore alcuni giorni fa, più che ‘omosessualità’, quella della Nixon sembrerebbe essere in realtà semplicemente una ‘bisessualità’, quindi perché non cercare di utilizzare i termini giusti, onde evitare inutili polemiche?
Le polemiche sono purtroppo scoppiate, ed ecco che le associazioni lgbt cercano di arginare il peso delle dichiarazioni della star, che, a dirla tutta, ha sempre parlato della sua omosessualità, e non ha mai fatto un discorso generico, che possa quindi valere per tutti.
Nei giorni scorsi il fondatore della ‘Truth Wins Out‘ ha detto la sua in merito alle dichiarazioni dell’attrice di ‘Sex and the city’: “Cynthia – spiega Wayne Besen non ha misurato le sue parole, che potrebbero essere usate per guidare e influenzare i giovani omosessuali affinché tornino su quella che da molti viene considerata ‘la retta via’”.
Insomma, le parole hanno senz’altro un peso, e quelle della Nixon – attivista per i diritti lgbt da tanti anni, sono da condannare, o forse no? A voi l’ardua sentenza ragazzi!
fonte http://www.gaywave.it foto AP/LaPresse
Lo ammetto, anche io mi sono sentita un po’ spiazzata nel leggere le dichiarazioni della Nixon, ma di fronte a una frase del tipo: “Nessuno può dare un’altra definizione della mia gaiezza se non me”, chi siamo noi per contestarla?
In realtà, come aveva fatto notare un nostro lettore alcuni giorni fa, più che ‘omosessualità’, quella della Nixon sembrerebbe essere in realtà semplicemente una ‘bisessualità’, quindi perché non cercare di utilizzare i termini giusti, onde evitare inutili polemiche?
Le polemiche sono purtroppo scoppiate, ed ecco che le associazioni lgbt cercano di arginare il peso delle dichiarazioni della star, che, a dirla tutta, ha sempre parlato della sua omosessualità, e non ha mai fatto un discorso generico, che possa quindi valere per tutti.
Nei giorni scorsi il fondatore della ‘Truth Wins Out‘ ha detto la sua in merito alle dichiarazioni dell’attrice di ‘Sex and the city’: “Cynthia – spiega Wayne Besen non ha misurato le sue parole, che potrebbero essere usate per guidare e influenzare i giovani omosessuali affinché tornino su quella che da molti viene considerata ‘la retta via’”.
Insomma, le parole hanno senz’altro un peso, e quelle della Nixon – attivista per i diritti lgbt da tanti anni, sono da condannare, o forse no? A voi l’ardua sentenza ragazzi!
fonte http://www.gaywave.it foto AP/LaPresse
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