Non sembrerà eccessivo definire "30", il nuovo lavoro di Adele, come uno
dei dischi più attesi dell'anno. Di
Fabio Ferrara La cantante inglese è ormai una delle
più grandi dive in circolazione: nessun artista ha venduto quanto lei
negli ultimi anni, godendo al tempo stesso di un consenso trasversale di
critica e pubblico. In più, sono passati ben sei anni dal precedente
acclamatissimo album, "25", che aveva fatto incetta di premi in tutto il mondo. Voto 7.5
La
pubblicazione di "30" è stata preparata con un'imponente strategia di
marketing: cartelloni che ne preannunciavano l'arrivo sono stati
posizionati nei monumenti più iconici del mondo anche prima dell'uscita
del singolo "Easy On Me". Come prevedibile, la canzone - una ballad lenta con sottofondo di pianoforte e un sound
avvolgente - si è posizionata in brevissimo tempo ai primi posti nelle
classifiche di diversi paesi.
Un brano in continuità con lo stile dei
suoi precedenti lavori, in particolare con "25" e con il fortunato
singolo "Hello", col quale del resto condivide il coautore: il sapiente
produttore americano Greg Kurstin. Adele invoca comprensione per le sue
scelte, con un testo ispirato dall'evento più doloroso che le è occorso
ultimamente: la fine del suo matrimonio con Simon Konecki con cui aveva
da poco avuto un figlio.
Non è certo l'unico riferimento
autobiografico di "30", già definito come il suo album più personale. In
"My Little Love", ad esempio, Adele si rivolge direttamente al figlio
chiedendogli di perdonarla per averlo fatto soffrire, recuperando anche
registrazioni di dialoghi tra di loro e momenti in cui cede alle
lacrime, fragilissima con tutte le sue ansie. È molto particolare
l'accostamento di questo materiale dal forte impatto emozionale con una
musica soffusa in stile r'n'b, che paradossalmente coinvolge
l'ascoltatore forse ancor più di quanto sarebbe accaduto se Adele avesse
fatto ricorso solo alle sue incredibili capacità vocali.
È evidente
come la collaborazione che la cantante inglese ha intrapreso con il
produttore americano Kurstin sia ormai ben consolidata. I due brani
sopracitati presentano una struttura classica (seppur con alcuni innesti
originali, come le voci dei dialoghi su "My Little Love"); i due
successivi sono invece più sperimentali ma ugualmente accattivanti. In
"Cry Your Heart Out", la voce di Adele a tratti è distorta
elettronicamente, mentre un coro femminile dipinge un'atmosfera vintage
anni 60. Altra prova d'eclettismo è invece la giocosa "Oh My God", che
innesta la voce di Adele in un sample r&b contemporaneo,
con frequenti cambi di ritmo, battiti di mani, cori e un ritornello che
difficilmente passerà inosservato al grande pubblico.
L'ultimo
brano in cui si avvale del produttore di Los Angeles è "I Drink Wine",
in cui la cantante inglese è accompagnata dallo stesso Kurstin al piano
in una ballata stile Elton John.
Una piccola gemma, inserita subito dopo "Can I Get It", episodio
decisamente fuori contesto rispetto al resto dell'album, scelto
probabilmente più per esigenze commerciali. La sua breve durata e il
fischiettio molto catchy alla Flo Rida lasciano presupporre infatti che presto lo ritroveremo in heavy rotation in tutte le principali emittenti radiofoniche.
Nella
prima parte di "30" c'è anche spazio per una collaborazione con Ludwig
Göransson, nella traccia d'apertura "Strangers By Nature" in cui il
compositore svedese inserisce una sezione d'archi degna di un film
Disney, nonostante il testo si riveli ben più funereo ("I'll be taking
flowers to the cemetery of my heart/ For all of my lovers in the present
and in the dark").
La seconda sezione dell'album è aperta da "All
Night Parking", l'unico pezzo in cui la cantante di Tottenham ospita,
seppur idealmente, un altro artista leggendario, il pianista di
Pittsburgh Erroll Louis Garner. Il brano in realtà è costruito attorno
alla base musicale di "Finding Parking" di Joey Pecoraro, che a sua
volta utilizza degli estratti della canzone "No More Shadows" di Garner;
la base jazz e la voce vellutata ricordano a tratti le sonorità
dell'indimenticata Amy Winehouse.
Quasi tutti i brani restanti, invece, sono stati scritti con Inflo, il frontman del collettivo inglese Sault.
In "Woman Like Me" Adele, supportata dalla chitarra, si lascia andare a
un'invettiva contro il suo ex; mentre in "Hold On" dopo l'iniziale
crollo emotivo sembra abbandonarsi alla disperazione, finché - sostenuta
da un coro che le chiede di resistere - lentamente si rialza e prende
coraggio, fino all'apoteosi finale in cui la sua voce si staglia in
mezzo alle altre, proclamandosi pronta a resistere. Simile per
struttura, ma decisamente più classica è la successiva "To Be Loved",
composta con il musicista canadese Tobias Jesso Jr.
Così come nella precedente, dopo un inizio sommesso, pian piano la voce
di Adele sale sino a raggiungere timbri da mezzosprano, coronando così
l'ennesima prodezza vocale.
Chiude il sipario "Love Is A Game", pezzo
più lungo per minutaggio e più complesso per partitura: inizia lento
con la voce accompagnata da un organo e da una sezione di archi, poi si
inserisce un coro soul e lentamente tutti questi elementi cominciano a
dialogare, con il canto di Adele che si fa sempre più determinato
declamando di volere ricominciare ad amare. È una canzone che potrebbe
essere stata scritta in qualsiasi epoca, ma che allo stesso tempo
avrebbe potuto scrivere solo lei.
Serve molta personalità per
confezionare un album come "30". Forte della sua classe e dei suoi mezzi
vocali superiori, Adele si è sempre circondata di validi professionisti
che potessero assecondare al meglio il suo talento. Eppure si era
ritrovata in una fase della vita e della carriera dove non era facile
restare in equilibrio. Avrebbe potuto subire la pressione delle enormi
aspettative da parte dei discografici, abituati ai suoi numeri di altri
tempi in termini di dischi venduti. E avrebbe potuto risentire delle
difficoltà personali, legate alla fine del suo matrimonio, vissuta come
un totale fallimento, anche nei confronti del figlio. Non era scontato,
quindi, che l'artista inglese riuscisse a mettere insieme questi dodici
pezzi così intimi e personali nei quali, piuttosto che inseguire una
facile scalata commerciale, tenta di ampliare e rinnovare la sua
proposta musicale.
In "30", Adele dialoga con soluzioni sonore
nuove, ma senza mai rinunciare alle sue radici soul e ai tratti che
rendono la sua musica inconfondibile. Anche qui, infatti, è possibile
ritrovare le sue struggenti ballad, la capacità di coinvolgere
emotivamente gli ascoltatori con la sua voce possente e con la
malinconia dei suoi testi. Però sovente si avventura anche al di fuori
della sua comfort zone, indirizzando la sua arte verso nuove possibilità.
fonte: di Fabio Ferrara www.ondarock.it