sabato 14 febbraio 2015

Lgbt: Oggi 14 febbraio "PIAZZATE D'AMORE" La lista delle 33 città che copriranno tutto il paese per dire all'Italia intera ‪#‎LoStessoSi‬

Il 14 febbraio è una festa che sembra non piacere a nessuno.
Quella che “la fanno solo per vendere i cioccolatini”.
Quella che ti dicono “ma mica davvero la festeggi?” o forse a dirlo sei proprio tu.
Quella che sempre tu, quando poi sei innamorato, non lo dici ma vorresti festeggiarla, cioccolatini inclusi. Quella che se la festeggi, comunque un po’ te ne vergogni, perché “è una cosa così banale”.

Ecco no. Quest’anno nessuna vergogna: a San Valentino, in ben 33 città italiane, migliaia di persone di ogni orientamento sessuale, con la mente aperta e un cuore uguale al tuo, scenderanno in piazza per dire a tutti che ogni amore merita gli stessi identici diritti e che non ci sarà vera uguaglianza fino a quando ogni coppia non potrà pronunciare #LoStessoSì.

Un evento straordinario, perché un giorno o l’altro celebrare il proprio amore possa essere una cosa banale, davvero per tutti.
33 piazze,nello stesso giorno,con lo stesso cuore,per gridare al mondo #LoStessoSì.


CondividiLove aderisce alle Piazzate d’Amore.
Esserci o meno, non è affatto banale. Scendi in piazza anche tu per difendere l'amore in ogni forma.
Allora… tu che fai a San Valentino?

PIAZZATE D'AMORE TUTTI GLI APPUNTAMENTI
e questa è lista completa delle città in cui OGGI faremo le nostre PIAZZATE D'AMORE, 33 eventi che copriranno tutto il paese per dire all'Italia intera ‪#‎LoStessoSi‬

CITTÁ LUOGO ORARIO
Torino Piazza Palazzo di Città 15.00, Genova Largo Eros Lanfranco 15.30,
Milano Piazza della Scala 15.00/16.30, Pavia CarnevALL - Piazzetta Azzani 15.00
Cremona Piazza Stradivari 16.30, Verona Ponte Castel Vecchio 15.30
Vicenza Piazza Castello 15.55, Padova Piazzetta della Garzeria 11.00
Trieste Piazza Unità 14.00, Bologna Palazzo d'Accursio - Piazza Maggiore 13.30
Bologna2 Piazza Verdi 11.00, Ravenna Piazza del Popolo 11.00
Parma Piazza Garibaldi 15.00, Pistoia Piazza Duomo 18.00
Empoli Piazza Farinata degli Uberti 16.00, Firenze Piazza Salvemini 13.50
Cecina (LI)Corso G. Matteotti 16.00, Livorno Mercato Centrale 12.30
Pesaro Piazza del Popolo 17.00, Assisi (Perugia) Piazza del Comune 16.00
Pescara Piazza Italia 18.30, Roma Campo de' Fiori 15.00
Viterbo Piazza del Comune 15.30, Napoli Largo Berlinguer, Via Diaz 18.00
Potenza Piazza M.Pagano 19.00, Foggia Corso Vittorio Emanuele - Isola pedonale 17.30
Taranto Piazza Immacolata 18.00/22.00, LeccePiazza Sant'Oronzo 18.00
Reggio Calabria Corso Garibaldi - Teatro Cilea 17.30, Messina Piazza Duomo 16.00
Catania Piazza Università 18.30, Palermo Via Ruggero Settimo 17.30, Cagliari Piazza Yenne 17.00
fonte fb: Piazzate d’Amore #LoStessoSì - CONDIVIDILOVE

venerdì 13 febbraio 2015

Lgbt: “Transformation” Il diritto di essere diversi, della fotografa Francesca Galliani dal 14 febbraio alla Galleria d'Arte Maggiore di Bologna

D.it ha intervistato Francesca Galliani, giovane fotografa italiana trapiantata a New York, autrice della famosa campagna pubblicitaria “Blue”, esposta alla Triennale di Milano.
L'occasione è il lancio della sua nuova mostra “Transformation” in cui l'artista ha dedicato una serie di scatti a donne e uomini transgender. L'obiettivo è alzare il velo su una realtà ancora poco trattata e sui diritti delle persone che non si sentono racchiuse dentro lo "stereotipo di genere"

Candy Darling, musa transgender di Andy Warhol, disse: “Devi sempre essere te stesso a qualunque costo. È la più alta forma di moralità”.

Parole che ben rappresentano lo spirito di Transgender, serie di scatti che la fotografa Francesca Galliani, nata in Italia ma formatasi e trasferitasi dall'età di 19 anni negli Stati Uniti (sua la creazione di “Blue”, la campagna pubblicitaria di Levi’s di grande successo esposta alla Triennale di Milano), ha dedicato a tutte le persone che non si sentono racchiuse dentro lo "stereotipo di genere" normalmente identificato come maschile e femminile.

L'obiettivo è alzare il velo su una realtà ancora poco trattata: sono infatti passati molti anni dalla rivolta di Stonewall del 1969, che ha spianato la via ai diritti gay negli Stati Uniti.
Ma la strada da percorrere è ancora lunga, considerato che i transgender sono ancora oggi oggetto di discriminazioni e di soprusi. Un fil rouge, quello della trasformazione, che caratterizza tutta la mostra nella quale si inseriscono gli scatti intitolata appunto “Transformation”, la cui inaugurazione è prevista per domani 14 febbraio presso la Galleria d'Arte Maggiore di Bologna.
Le abbiamo fatto qualche domanda.Intervista di Sibilla Di Palma

Puoi raccontarci la serie Transgender? Da cosa nasce e qual è stato il motivo che ti ha spinta a focalizzarti proprio su questo tema?
“Ho iniziato a fotografare i transgender negli anni Novanta con lo scopo di mostrare la loro bellezza, il loro potere e la loro dignità. Lo stigma che la società ha contro la loro natura ha motivato il mio desiderio di fotografarli. In seguito ho però smesso e un paio di anni fa mi è capitato di andare a una veglia di una ragazza transgender che era stata ammazzata a botte ad Harlem da un uomo che aveva tentato di approcciarla e aveva scoperto la sua identità. Questo avvenimento mi ha profondamente toccata e ha acceso in me la necessità di tornare a fotografarli per sviluppare un progetto sui diritti umani. La mia intenzione è andare oltre l’accettazione di chi è 'diverso', celebrando la diversità, perché è una questione di diritti umani: il diritto di essere veramente se stessi”.

Dall'epoca di Stonewall, nel 1969, è passato molto tempo. A che punto siamo?

“In quel periodo era illegale essere transgender e omosessuali. Oggi sono stati acquisiti diversi diritti in tanti paesi e negli Stati Uniti il matrimonio gay è legale in 36 stati. Anche se i soprusi e le discriminazioni sono ancora molti. Basti pensare che nel 2012 gli omicidi di persone transgender sono cresciuti del 13% rispetto al 2011. E ancora oggi capita che una donna transgender vada al pronto soccorso dopo essere stata violentata e picchiata e non venga curata. La società è insomma ancora molto ostile”.

Nelle tue foto vengono ritratte in molti casi donne che hanno scelto di diventare uomini. Come mai? “Quando si pensa ai transgender vengono in mente soprattutto uomini che hanno scelto di diventare donne, io invece volevo dare voce anche al caso inverso, di cui non si parla quasi mai. La mia idea è comunque quella di fotografare una vasta gamma di uomini e di donne transgender che si esprimono in modi diversi”.

L'attenzione per il sociale è sempre molto forte nelle tue opere: pensi che l'arte abbia la capacità di cambiare in meglio le cose?
“Sì, certo. Per capire il suo potenziale rivoluzionario basta guardare alla Golden Age in cui i monarchi la usavano per affermare il proprio potere o a dittature come il nazismo che hanno cercato di distruggerla proprio perchè consapevoli della sua importanza”.

Come hai scelto le persone che sono ritratte nelle foto?
“Ho usato il passaparola, non le conoscevo, e in alcuni casi sono stati incontri casuali”.

Puoi raccontarci la storia di qualcuno dei protagonisti?
“Tra le persone che ho ritratto c'è Mark, una bellissima donna che lavorava come modella, ma che si è sempre sentita un uomo. Dovendo reprimere la propria identità e trovandosi in un corpo non suo ha cominciato a utilizzare droghe e alcol fino a restare senza casa, senza lavoro e senza affetti. Così ha deciso di smettere e ha ricominciato a lavorare e a mettere da parte i soldi per cominciare la transizione. Una volta completato il percorso ha capito che alla base della sua dipendenza da alcol e droghe c'era l'identità di genere. Mentre Andrew è andato via di casa per cominciare la sua
transizione quando aveva poco più di 20 anni. Per qualche anno non ha più visto i suoi genitori che non accettavano la sua scelta. Negli scatti c'è anche Jane che veniva continuamente ridicolizzata per strada e non riusciva a trovare lavoro in quanto transgender e si è così ritrovata a prostituirsi, una realtà in cui incorrono tante donne trans. Per gli uomini trans è infatti più facile trovare un lavoro perché sembrano effettivamente maschi, mentre per queste ultime è più difficile perchè vengono riconosciute come tali”.

Dove sono state scattate le foto?
“Principalmente a New York. Altre, invece, a Los Angeles e a San Francisco dove c'è una grandissima comunità di donne che hanno scelto di diventare uomini”.

Spesso nelle tue immagini sono presenti anche elementi di pittura, di scrittura ed elementi di collage: perché questa commistione?
“Mi interessa il tema della manipolazione dell'immagine. Trovo che la tecnica mista, con l'aggiunta di parole, frasi, componenti grafici o schizzi di colore, rappresenti un elemento in più che dà ricchezza all'immagine. La parola, in particolare, quando la isoli dal suo contesto ti fa entrare in una sorta di stato meditativo e spesso mi piace inserire nelle fotografie anche i miei pensieri”.
FONTE http://d.repubblica.it/attualita/2015/02/13/news
/francesca_galliani_fotografia_diversita_transgender_mostra_triennale_milano-2478756/

Lgbt Sport: Su Rai1 "La freccia del Sud" finalmente a marzo la fiction su Pietro Mennea

Conto alla rovescia per La freccia del Sud, il film per la televisione in due puntate che Raiuno dovrebbe mandare in onda lunedì 23 e martedì 24 marzo in prima serata, e che racconta la straordinaria vita di Pietro Mennea.

Atleta simbolo del nostro paese, Mennea nel 1979 stupì il mondo con un record mondiale di 19″72 nei 200 metri piani, detenuto fino al 1996, e ancora oggi record europeo. Scomparso nel 2013, il velocista, dopo la carriera sportiva, si laureò per ben quattro volte, svolse attività politica e scrisse molti saggi di vari argomenti. Inoltre esercitò le professioni di avvocato e di commercialista.

Secondo Michele Riondino, che per interpretare il ruolo si è sottoposto a una faticosa preparazione fisica, quella di Mennea è stata un’esistenza fatta di sacrifici, ma anche di vere e proprio strategie.
E in questo personaggio l’attore tarantino classe 1979 si è sentito molto a suo agio, anche perché con il corridore originario di Barletta, condivide l’amore per la stessa terra: la Puglia.
E proprio la Puglia è stata teatro delle riprese, con set a cielo aperto tra Barletta, Bisceglie e Bari, che hanno coinvolto gli abitanti del posto.

Diretta da Ricky Tognazzi (che ne ha curato anche la sceneggiatura a quattro mano con la moglie Simona Izzo), la pellicola vede tra i protagonisti un cast di tutto rispetto composto in primis da Riondino, poi da Elena Radonicich, Gianmarco Tognazzi, Luca Barbareschi, Lunetta Savino, Alice Bellagamba, Nicole Grimaudo e Nicola Rignanese.

Il racconto, invece, prende il via dagli esordi di Mennea in viale Giannone, quando riusciva a superare sui 50 metri una Porsche color aragosta, fino agli ultimi anni di vita, trascorsi a Roma lavorando come avvocato e andando a Chieti e Pescara per insegnare Legislazione europea delle attività motorie e sportive presso le Università.
fonte http://velvetcinema.it/2015/02/12/la-freccia-del-sud-in-onda-a-marzo/

Lgbt: L'attrice Anna Foglietta ospite di “Oltre le Differenze” Oggi venerdì 13 febbraio alle 21

Nella puntata di Venerdì 13 febbraio alle 21 anche le “Piazzate d'Amore”, i Sentinelli di Milano e il nazista dell'Illinois


Dalle piazze per i diritti! Un approfondimento sui gruppi reali e virtuali nati spontaneamente in difesa dei diritti lgbtq nella puntata di “Oltre le Differenze”, il format radiofonico di informazione sul mondo gay, lesbico, bisex, transessuale e queer, in onda venerdì 13 febbraio dalle 21 su Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50, 99.10 o diretta online dal sito www.antennaradioesse.it) e in replica sabato 14 dalle ore 15 circa.

Ospite speciale della puntata sarà l'affermata attrice Anna Foglietta, in uscita il 19 febbraio con un nuovo film di Edoardo Leo “Noi e la Giulia”, candidata al David di Donatello con la escort in “Nessuno mi può giudicare” e che recentemente ha vestito i panni di ben tre personaggi lesbici o bisessuali (Tutta colpa di Freud, L'amore è imperfetto e la mini-serie Ragione di Stato), ruoli che hanno contribuito a migliorare l'immagine e la visibilità dell'omosessualità femminile.

Tema centrale della puntata la nascita e l'evoluzione del dibattito sui temi lgbtq nel web, con la nascita di tante pagine e gruppi spontanei, e nelle città con l’organizzazione di comitati e presidi che si battono per i diritti delle persone lgbt e si stanno moltiplicando un po’ ovunque in risposta alle Sentinelle in Piedi: conosceremo “Le Sentinelle di Milano” con il portavoce Luca Paladini e il provocatorio “nazista dell'Illinois” al secolo Giampietro Belotti che spiegherà gli obiettivi e le originali modalità della sua forma di protesta.

In chiusura la rubrica Rainbow Life Style con i consigli su libri, film, curiosità e appuntamenti a tema da non perdere. Sul blog www.oltreledifferenze.wordpress.com è possibile riascoltare tutte le puntate già andate in onda, mentre per interagire con la redazione del programma e restare sempre informati è attiva la pagina fan su Facebook “Oltre le Differenze”
fonte redazione di "Oltre le Differenze"

giovedì 12 febbraio 2015

Lgbt: Il Comune di Arezzo entra nella Rete Re.A.Dy e si impegna contro le discriminazioni

Soddisfazione di Arcigay Arezzo per l’adesione alla Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.


La Giunta Comunale di Arezzo aderisce a RE.A.DY., la Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni Anti Discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, su iniziativa degli Assessori Magi e Romizi e su proposta del Comitato Arcigay Arezzo “Chimera Arcobaleno”, unendosi così ai comuni di Monte S. Savino, Capolona e Marciano della Chiana, alla provincia di Arezzo e alla consiglierà di Parità.

La Rete, nata nel 2006, ha come obiettivo principale quello di mettere in sinergia l’azione delle Pubbliche Amministrazioni per promuovere sul piano locale politiche che sappiano rispondere ai bisogni delle persone gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, contribuendo a migliorarne la qualità della vita e creando un clima sociale di rispetto e di confronto libero da pregiudizi, in quanto in Italia omosessuali e transgender non godono ancora di un pieno e reale diritto di cittadinanza e spesso vivono situazioni di discriminazione nei diversi ambiti della vita familiare, sociale e lavorativa a causa del perdurare di una cultura condizionata da vecchi stereotipi.

«Accogliamo con soddisfazione la notizia di due nuovi comuni che si uniscono alla Rete, il capoluogo e Marciano della Chiana – dichiara Veronica Vasarri, presidente di Arcigay Arezzo – l’associazione è pronta a collaborare per suggerire e mettere in piedi iniziative di sensibilizzazione e momenti di formazione e ci aspettiamo che le amministrazioni adesso si impegnino concretamente con provvedimenti e azioni volti alla completa inclusione delle persone LGBT e all’eliminazione di tutti i pregiudizi legati al genere e all’orientamento affettivo. Si rinnova inoltre l’invito tutti gli altri Enti Locali della provincia di Arezzo ad aderire al gruppo di amministrazioni che intende sviluppare buone prassi e promuovere azioni e provvedimenti volti alla tutela di tutt* da qualsiasi discriminazione».
fonte http://www.arezzoweb.it

Lgbt Toscana: A Borgo San Lorenzo. Love is for everyone. Il 13 febbraio al progetto Kontatto per parlare di amore, relazioni, identità e conoscenza

L'incontro si terrà dalle 15:00 alle 17:00 di venerdì 13 Febbraio presso il Centro d'Incontro di Piazza Dante n°33 a Borgo San Lorenzo. La partecipazione è libera e gratuita

"Love is for everyone | L'amore è per tutti": è questo il titolo che il Progetto Kontatto ha scelto per l'incontro del 13 Febbraio sul tema dell'educazione sentimentale, dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere..

Temi complessi sui quali i ragazzi e le ragazze del progetto si sono spesso interrogati e sui quali si proverà a discutere con un approccio semplice, libero e diretto grazie alla preziosa collaborazione del Gruppo Giovani GLBTI* Firenze (GGG) e dell'Associazione Intersexioni.

L'idea è quella di provare a cercare insieme le definizioni di alcuni termini per rispondere alle domande che potranno nascere e costruire così uno spazio aperto; un momento di dialogo in cui ascoltare le esperienze dei ragazzi e delle ragazze del GGG e, per chi vorrà, raccontare le proprie.

L'idea di questo incontro nasce da un percorso sviluppato all'interno del Progetto Kontatto già con alcuni laboratori e incontri negli anni passati e si fonda sulla consapevolezza che, per un progetto che si occupa di giovani in età adolescenziale e post-adolescenziale, sia importante affrontare queste tematiche, così legate alla definizione della propria identità, creando spazi di dialogo per esplorare la realtà, combattere stereotipi e pregiudizi, offrire modelli positivi che aiutino i ragazzi e le ragazze ad accettare gli altri e sé stessi, ciascuno con la propria originalità.

L'incontro si terrà dalle 15:00 alle 17:00 di venerdì 13 Febbraio presso il Centro d'Incontro di Piazza Dante n°33 a Borgo San Lorenzo. La partecipazione è libera e gratuita.
Ricordiamo infine che il Progetto Kontatto è un’iniziativa dell’Assessorato alle Politiche Giovanili del Comune di Borgo San Lorenzo, promosso con la collaborazione della Società della Salute Mugello, realizzato grazie al supporto della Regione Toscana e della Provincia di Firenze, coordinato dalla Cooperativa Sociale Convoi.

Tutte le attività sono gratuite; è sufficiente iscriversi compilando la scheda che può essere ritirata dal lunedì al venerdì (15:30 – 18:30) presso il Centro d'Incontro di Piazza Dante a Borgo San Lorenzo, o inviare una mail a progettokontatto@gmail.com.
fonte Comune di Borgo San Lorenzo http://met.provincia.fi.it/news.aspx?n=189594

martedì 10 febbraio 2015

Lgbt: A Napoli “Otello” del coreografo Fabrizio Monteverde: la sottile linea di confine tra bene e male - dal 10 al 17 febbraio

Andrà in scena dal 10 al 17 febbraio, al Teatrino di Corte di Palazzo Reale di Napoli, Otello, un capolavoro della danza riletto in chiave contemporanea da Fabrizio Monteverde, tra i più apprezzati coreografi contemporanei italiani, sulle note appassionate di Antonín Dvořák.

Protagonista il Corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli, ospiti d’eccezione il virtuoso danzatore cubano Josè Perez nel ruolo di Otello e l’eterea Anbeta Toromani in quello di Desdemona. Il primo ballerino ospite Alessandro Macario interpreterà Iago.

Considerato un maestro del dance-drama post romantico, Monteverde rivisita conformemente alla propria poetica il testo shakespeariano, lavorando soprattutto sugli snodi psicologici che determinano le dinamiche dei rapporti tra i personaggi.

Il triangolo Otello-Desdemona-Cassio diventa tale grazie agli intrighi di Iago, ma ancor di più a causa delle maschere che ognuno dei protagonisti indossa, e per via del “non detto” con cui la ragione continuamente combatte il sentimento, più o meno consapevolmente.

L’essere outsider di Otello è in parte neutralizzato dall’ambientazione scelta dal coreografo: una banchina di un porto di mare, una zona franca per antonomasia in cui, nel continuo via vai dei viaggiatori, lo straniero Otello appare meno “diverso”. Il mare inoltre non è relegato a mero sfondo ma diventa simbolo di quelle ondate di passione dalla tempestosa ingovernabilità che agitano l’essere umano.

È la passione, infatti, il tratto caratterizzante di tutti i personaggi, quella passione che ha come fulcro Otello che gioca il ruolo di capo sui “suoi” soldati, Cassio e Iago, i quali fanno di tutto per primeggiare ai suoi occhi, in un sodalizio che va oltre la militanza.
Anche la figura di Desdemona è diversa dall’originale shakespeariano: non più creatura angelicata ma una donna volitiva che intende esercitare sul compagno una forte seduzione, pur andando incontro alla morte nel finale, così come vuole la tragedia.

INFO
Ticket office: (+39) 0817972331 – 412 - biglietteria@teatrosancarlo.it - www.teatrosancarlo.it
fonte: di Lorena Coppola www.giornaledelladanza.com-Foto © Ravenart Studio

lunedì 9 febbraio 2015

Lgbt: Fotografia - A Verona la campagna web per salvare gli Scavi Scaligeri

L’iniziativa parte da Verona Fotografia. E farà parlare.
La posta in gioco potrebbe essere infatti nientemeno che il futuro del Centro Internazionale di Fotografia degli Scavi Scaligera, realtà ormai nota, per qualità e successo delle mostre, a livello mondiale.



In molti paventano infatti che i non semplici lavori di restauro resisi necessari preludano a una chiusura dello spazio espositivo. «Scriviamo per segnalare un’iniziativa che coinvolge la città di Verona si legge in un comunicato dell’associazione culturale, poiché in questi giorni si parla della possibilità di chiusura del Centro da sempre polo culturale nazionale per la divulgazione problemi di bilancio e scelte politiche potrebbero nei prossimi mesi spegnere questa luce culturale».

«Come Associazione Culturale della città abbiamo lanciato un’iniziativa per sensibilizzare la cittadinanza e quanti amano la fotografia chiedendo di inviarci una fotografia con l'ormai classico # (hashtag) declinato per l’iniziativa: #scaviaperti.

Uniamo anche il link la pagina di Facebook
che abbiamo creato dove raccogliamo le fotografie dei sostenitori dell’iniziativa:
https://www.facebook.com/gliscaviscaligeridevonorimanereaperti?ref=hl

Il reale destino del Centro per ora appare ancora incerto. Ma non è detto che lo si dava attendere senza neppure fare un «clic».
fonte http://www.larena.it

Lgbt Napoli: Percorsi d’Amore per San Valentino

Sabato 14 febbraio alle ore 18.00, in contemporanea con altre città italiane, nell’ambito della campagna EXPO Your Love si terrà il flash mob “Piazzate d’amore”: l’appuntamento a Napoli è a Largo Berlinguer (uscita stazione Metrò linea 1 Toledo, in caso di pioggia al centro della Galleria Umberto I).

Il Comune di Napoli insieme alle associazioni, collettivi e gruppi lgbt della Campania, ha organizzato per il 14 febbraio, nell’ambito della Notte degli innamorati di San Valentino, la visita guidata “Percorsi d’Amore - da Castel Nuovo a Castel dell’Ovo”.

L’evento consiste in una speciale visita guidata per festeggiare con tutti i cittadini il giorno dedicato a tutte le coppie con tappa finale al Castel dell’Ovo sull’isolotto di Megaride, dove sorse il nucleo originario dell’odierna città di Napoli, che aveva il nome di Parthenope, dal mito greco della Sirena intorno alla quale sono sorte diverse leggende, alcune delle quali legate proprio al tema dell’amore.

Il percorso comincerà con la visita al Maschio Angioino in cui si farà anche riferimento alla storia d’amore tra il re Alfonso d’Aragona e la sua amante Lucrezia D’Alagno; si proseguirà poi verso la Galleria Umberto I, via Toledo con i quartieri spagnoli per poi approdare in piazza Plebiscito e poi, per via Santa Lucia, si arriverà al Borgo Marinari.
Appuntamento sabato alle ore 19.00 presso il Maschio Angioino. Inizio visita ore 19.15. Numero partecipanti: max 30 persone. Contributo organizzativo a persona e coppia: 5 euro.

Per info e prenotazioni:
335 67 95 493 | 328 89 31 640 | alessia.zorzenon@gmail.com | gigiove@libero.it

Le associazioni che promuovono l’iniziativa: Arcigay Napoli, Arcilesbica Napoli, Arcigay Salerno, ATN - Associazione Trans Napoli, Famiglie Arcobaleno, Associazione Sportiva Dilettantistica Pochos, Coordinamento Arcigay Campania, Coordinamento Campania Rainbow, Rain Associazione LGBT casertana, Laboratorio Universitario d’integrazione, Vesuvio Rainbow – Torre Annunziata, Caos – collettivo antifascista omosessuale Caserta, Wand – collettivo LGBT Benevento, Belive yourself – collettivo LGBT Avellino, I’m Gay Any Problems ? – collettivo LGBT Napoli, Fondazione GIC – Genere Identità Cultura, Osservatorio LGBT – Dipartimento di Scienze Sociali Università Federico II. Con il Patrocinio morale della Consulta per le Pari Opportunità della II Municipalità di Napoli.
fonte http://www.napoligaypress.it/?p=8290

Lgbt: "Transparent" la serie Amazon che ha rivoluzionato la tv. Amore, sesso e accettazione: "La salvezza del movimento trans"

"Non esiste dio, regole, giudizi morali, tranne quelli che accetti o che crei per te stesso. E quando è finita è finita, c'è una sola vita: perché non essere felici finché si è qui?".
È una delle scene più memorabili di una delle serie più belle che la televisione americana ha saputo produrre: Six Feet Under. C'è la vita, la morte, l'amore e il suo contrario, e pure oltre, tutto in trenta secondi.

Da quell'avventura targata Hbo e capitanata da Alan Ball, papà di American beauty, è uscita un'autrice dal talento feroce: Jill Soloway. A molti il suo nome non dice nulla ma il suo curriculum parla per lei: dopo la saga della famiglia Fisher, è stata autrice per Dirty Sexy Money e Grey's Anatomy, poi executive producer per il sottovalutato United States of Tara.

Oggi, alla soglia dei cinquanta, Soloway arriva con un progetto tutto suo, ovviamente una serie televisiva. Si intitola Transparent, in Italia se ne parla ancora poco ma negli Stati Uniti è stata accolto come, né più e né meno, una rivoluzione. Andiamo per ordine: si tratta del primo telefilm prodotto e realizzato da Amazon, quindi non fatto per la tv, sulla linea tracciata da Netflix.
E se due indizi non vi bastano per fare una prova, ecco la terza: Hbo ha deciso di lanciarsi nel meraviglioso mondo dello streaming. Il futuro è già arrivato, niente più attese settimanali, i telefilm si scaricano e si guardano quando si vuole, dove si vuole.

Ma la vera rivoluzione di Transparent sta nella vicenda che racconta, nelle storie della famiglia Pfefferman, una famiglia difficile, umana troppo umana, ripresa nella sua lotta quotidiana per l'amore, l'accettazione e la consapevolezza. I tre fratelli Shelley, Josh e Ali sono persone sole ed egoiste, incapaci di vivere una vita soddisfacente e di crescere, confusi dalle loro esistenze agiate da figli dell'occidente più evoluto. C'è mamma Sarah, una signora intelligente e logorroica che vent'anni fa ha lasciato papà.

Ecco papà Mort, l'occhio del ciclone attorno alla quale si muove tutta la vicenda. Mort è stato uno stimato professore di letteratura, un padre amorevole seppure spesso assente. Mort da sempre si sente donna, ma solo alla soglia dei settant'anni trova il coraggio (o quasi) di rivelarsi ai propri figli, di presentare loro Maura.
La donna che ha fatto finire il matrimonio con Sarah, il tradimento per niente fisico che non c'è modo di perdonare. Insomma la trama del telefilm che ha fatto innamorare la critica e il pubbico (lo show è stato rinnovato per la seconda stagione), che ha fatto dire al Boston Globe che "c'è bisogno di parlarne" e chiedere al New York Times se non sia "la salvezza del movimento trans", è semplice semplice: Maura inizia la sua nuova vita alla luce del sole.

Ed è proprio questo il punto: in Transparent c'è la vita così com'è, talmente semplice da sembrare quasi incredibile, roba da creare cortocircuiti al limite del ricovero in spettatori abituati a vivere le scelte vitali degli essere umani solo se presentati come macchiette da avanspettacolo.
Qui si parla di identità, certo si parla di sesso, e se ne vede anche molto, ma bisogna sforzarsi di guardare la luna, evitando di stuzzicarsi col dito.
Essere più del corpo che ci è stato dato, smontare tutte le convinzioni che si hanno non per ricostruirne altre ma per rendersi conto che la realtà è fluida, e dietro l'angolo non si nasconde proprio un bel niente. perché di angoli bui non ce ne sono. Transparent è amore, affetto, accettazione dell’altro. Quello che vediamo è un microcosmo che ricorda il "Di cosa parliamo quando parliamo d'amore" di Raymond Carver, rivisitato da una mano più affettuosa, più complice, meno gelida e, ovviamente, più contemporanea.

Nota biografica: il padre della stessa ideatrice di Transparent si dichiarò transgender. E una battuta da ricordare della moglie divorziata dell’anziano protagonista trans che gli dice, con tenerezza “e così il nostro è stato un matrimonio gay, prima che diventasse di moda”. E i due si abbracciano, scoppiando a ridere.

Quindi guardate Transparent, non aspettatevi che qualche network ve lo faccia vedere. Perché abbiamo veramente bisogno di parlare dei Pfefferman.
fonte di Gianluca Ciucci http://www.huffingtonpost.it/2014/10/20/transparent-serie-amazon_n_6013894.html

Lgbt: Il ciclismo dice no all’omofobia

Il ciclismo professionistico dice no alle discriminazioni e all’omofobia: il team della MG KVIS Vega Norda è stato protagonista venerdì mattina al Colosseo di una significativa campagna di sensibilizzazione per educare alle differenze.

Tutto lo staff societario e tecnico si è radunato sotto l’Anfiteatro Flavio per le foto ufficiali della nuova maglia e della nuova bici Carrera SL 730 in vista dell’imminente stagione agonistica: nell’occasione il team del presidente Demetrio Iommi ha voluto aderire all’iniziativa promossa da ANDDOS.

“Lo sport come messaggero di valori per educare anche alle diversità nella società di oggi – sottolinea il team manager Angelo Baldini della MG KVIS Vega Norda – il ciclismo è una disciplina fatta di passione, sacrificio, abnegazione e vuole dare sempre più un’immagine trasparente di lealtà sportiva: per noi lo sport deve diventare uno spazio anche di socializzazione, di condivisione di valori, di accoglienza. Abbiamo nel nostro roster tanti giovani promesse che s’impegnano quotidianamente per essere un modello vincente anche al di fuori del contesto sportivo”.

“Ringraziamo la società della MG KVIS Vega Norda – rimarca il presidente nazionale Mario Marco Canale di ANDDOS – perché il loro sostegno in questa campagna di sensibilizzazione contro le discriminazioni, anche da orientamento sessuale, è fondamentale per trasmettere ai giovani i valori più autentici dello sport nella società civile, promuovendo l’accettazione e l’integrazione di tutti. Lo sport può essere, infatti, uno strumento valido per costruire una società più tollerante nei confronti del prossimo”.

All’evento hanno aderito anche i cicloamatori della ASD Nettuno Race: “Siamo onorati – ha dichiarato l’avvocato Romano Ruggeri – del gemellaggio con i professionisti della MG Kvis Vega, veri protagonisti delle due ruote su strada: insieme a loro anche noi diciamo no alle discriminazioni, perché nello sport possono convivere tutte le differenze”.
fonte Di Marco Tosarello http://www.anddos.org/il-ciclismo-dice-no-allomofobia/