venerdì 28 ottobre 2022

Libri: "L'amore ai tempi di Batman" di Massimiliano Parente

Nessun supereroe muore mai. La fantasia serve a proteggere la mente dalla disillusione della realtà. Noi vogliamo solo vivere. Vivere un giorno ancora. Vivere per sempre.

«Quello di Parente è flusso di coscienza mediatica. Con un obiettivo nemmeno tanto nascosto: essere un supereroe, scrivere come un supereroe, comportarsi come un supereroe»Aldo Grasso, Il Corriere della sera

Come è finito Walter a lanciarsi dal quinto piano vestito da Batman, uscendone per di più miracolosamente illeso, e anzi sventando, in modo del tutto fortuito, l'aggressione a una ragazza? Non lo ricorda più nessuno, ma Walter Moschino era "il piccolo Walter" della famosa sit-com Quella strana famiglia, un bambino prodigio che voleva diventare un grande scienziato. 
 
Oggi è un venticinquenne ricco, annoiato, orfano dei genitori, accudito da un fedele maggiordomo, perennemente attaccato alle serie tv, alla Playstation e all'adorato cane Stephen Hawking, un white terrier con un collare elettronico che dovrebbe interpretarne gli stati d'animo e tradurli in frasi del vero Stephen Hawking. Il fatto è che, dopo aver scoperto il tradimento della fidanzata, Walter è ricaduto nella sua ossessione: l'amore immaginario per l'ex pornostar Sasha Grey. 
Non vuole incontrarla, ormai conosce il confine tra illusione e disillusione, si limita a fantasticare e a seguirla sui social network, si accontenta di soffrire di un amore non corrisposto ma proprio per questo incontaminato. E però, con la complicità del suo gruppo di amici nerd, si ritrova dove neppure lui avrebbe mai creduto di poter arrivare: a indossare i panni di un supereroe, con una serie di improbabili vendette da mettere in atto.

Massimiliano Parente è nato a Grosseto nel 1970 e vive a Roma. Ha pubblicato i romanzi: Incantata o no che fosse (ES 1998), Mamma (Castelvecchi 2000), La macinatrice (Pequod 2005), Contronatura (Bompiani 2008), La casta dei radical chic (Newton&Compton 2010) e Parente di Vasco (La Nave di teseo 2018). Scrive per “Il Giornale”. L'inumano esce per Mondadori nel 2012.

fonte: www.lafeltrinelli.it

martedì 25 ottobre 2022

Moda: Forever Valentino, una mostra a Doha celebra il fondatore della maison. La più grande esposizione su Garavani è in Qatar dal 28 ottobre all'1 aprile 2023

In occasione dell' annuale Qatar Creates - Qatar Museums, e in concomitanza con il novantesimo compleanno di Valentino Garavani, la mostra "Forever Valentino", la più grande esposizione della maison fino ad oggi, renderà omaggio al suo fondatore e alla sua eredità creativa.

Location scelta per la rassegna - a cura di Massimiliano Gioni, direttore artistico del Nuovo Museo di New York, e del critico di moda e scrittore Alexander Fury, che hanno lavorato a stretto contatto con il direttore creativo della maison Pierpaolo Piccioli - è M7, polo di design situata a Msheireb Downtown Doha, in Qatar.

Le date, dal 28 ottobre all'1 aprile 2023.    

Forever Valentino è un'esplorazione dei codici haute della maison e un viaggio attraverso Roma, città "dove tutto ha avuto inizio e a cui appartiene la sua identità" ama ricordare Piccioli. La mostra è concepita come una vasta panoramica della storia della maison, incastonata in scenografie che evocano la Città Eterna, casa di Valentino sin dalla sua fondazione nel 1959.    

"Forever Valentino" costruisce un'immagine onirica della città di Roma, guidando gli spettatori dentro e fuori da palazzi, piazze e cortili, consentendo l'accesso esclusivo a spazi intimi come il celebre Valentino Atelier, agli storici archivi della maison, e ai saloni di allestimento nella leggendaria sede di Piazza Mignanelli. La mostra ritrae una città istantanea costruita come un collage di ambienti in cui le creazioni di Valentino sono esposte in dialogo con molte delle fonti di ispirazione che hanno stimolato la creatività sia del fondatore Valentino Garavani che del suo successore Pierpaolo Piccioli.    

Attraverso l'accostamento di diverse atmosfere e narrazioni, la mostra compone un drammaturgia emotiva ispirata al capriccio, una forma d'arte del XVIII secolo che combinava disparate vedute di città e architetture, re-immaginandole come paesaggi fantastici della mente. Concepito da geni del barocco come Giovanni Antonio Canaletto e Giovanni Battista Piranesi, l'arte del capriccio ha trasformato meravigliosi panorami italiani in miraggi incantati, creandone molte icone e miti, che ancora danno la percezione dell'Italia a livello locale internazionale.    
La moda stessa è composta da capricci, da fantasie, da ispirazioni fatte di materia, arte, musica, cultura, tradotte in stoffa.     

Con oltre 200 capi Valentino haute couture e pret-à-porter presentati su manichini di La Rosa, accompagnati da accessori e oggetti esposti in maniera immersiva, Forever Valentino tesse una visione materica della città di Roma, intrecciata a ricordi ;;e creazioni dei sei decenni di storia della maison. Tra questi, capi raramente visti, progettati per artisti del calibro di Elizabeth Taylor, Jacqueline Kennedy e altri recenti come Zendaya, assieme a creazioni straordinarie ed esempi virtuosistici del leggendario Valentino. La mostra comprende anche capi della collezione privata della Sheikha Moza bint Nasser, cliente di lunga data di Valentino e diciamolo, proprietaria del marchio.

 I codici di Valentino e le metodologie dell'haute couture sono esplorati in tutti gli spazi di questa Roma reinventata. Gli abiti, che abbracciano l'intera vita della maison, fanno eco e contraddicono l'ambiente circostante. Le creazioni di Valentino appaiono incastonate nel luogo di nascita. Pochi marchi hanno stabilito un profondo legame con Roma, dove Valentino Garavani aveva fondato la sua maison nel 1959, al culmine della Dolce Vita, inaugurando il suo quartier generale nel cuore del centro storico della città. Nell'opera del suo successore, Pierpaolo Piccioli, Roma non appare come emblema di opulenza, ma come una metropoli vivace e multiculturale, un crogiolo polifonico di comunità e voci che si traducono in un complesso tessuto.   

Forever Valentino mette in scena una visione onirica e pop-up di Roma che è ancora più allettante quando visto a Doha, una città dove passato e futuro s' incontrano a velocità vertiginosa. 

fonte: di Patrizia Vacalebri ANSA www.ansa.it RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA

Libri: "Tutto chiede salvezza" di Daniele Mencarelli

Finalista al Premio Strega 2020 - Vincitore del Premio Strega Giovani 2020 - Finalista al premio Viareggio-Rèpaci 2020, sezione Narrativa - Finalista al Premio Wondy per la letteratura resiliente 2021

Dopo l'eccezionale vicenda editoriale del suo libro di esordio (premio Volponi, premio Severino Cesari opera prima, premio John Fante opera prima) Daniele Mencarelli torna con una intensa storia di sofferenza e speranza, interrogativi brucianti e luminosa scoperta.

"Salvezza. Per me. Per mia madre all'altro capo del telefono. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri. La mia malattia si chiama salvezza"

«Quando un poeta si mette a scrivere un romanzo e ha una storia fortissima da raccontare il risultato è un piccolo capolavoro» - Daria Bignardi

Ha vent'anni Daniele quando, in seguito a una violenta esplosione di rabbia, viene sottoposto a un TSO: trattamento sanitario obbligatorio. È il giugno del 1994, un'estate di Mondiali. Al suo fianco, i compagni di stanza del reparto psichiatria che passeranno con lui la settimana di internamento coatto: cinque uomini ai margini del mondo. Personaggi inquietanti e teneri, sconclusionati eppure saggi, travolti dalla vita esattamente come lui. Come lui incapaci di non soffrire, e di non amare a dismisura. Dagli occhi senza pace di Madonnina alla foto in bianco e nero della madre di Giorgio, dalla gioia feroce di Gianluca all'uccellino resuscitato di Mario. Sino al nulla spinto a forza dentro Alessandro. Accomunati dal ricovero e dal caldo asfissiante, interrogati da medici indifferenti, maneggiati da infermieri spaventati, Daniele e gli altri sentono nascere giorno dopo giorno un senso di fratellanza e un bisogno di sostegno reciproco mai provati. Nei precipizi della follia brilla un'umanità creaturale, a cui Mencarelli sa dare voce con una delicatezza e una potenza uniche.

Proposto per il Premio Strega 2020 da Maria Pia Ammirati: «Daniele Mencarelli ha cominciato come poeta, quando nel 2018 ha scritto il suo primo romanzo, "La casa degli sguardi", ha portato nella narrativa la densità e la plasticità della parola poetica. Una parola che diventa discorso umano, sorretto dalle vibrazioni di una scrittura potente e creaturale. Con "Tutto chiede salvezza" Mencarelli conferma di essere uno scrittore unico e maturo. Partendo da un'esperienza personale – i sette giorni di Trattamento sanitario obbligatorio a cui è stato sottoposto quando aveva vent'anni – scandaglia il buio della malattia mentale alla conquista di un'umanità profonda e autentica, la sua e quella dei suoi compagni. La cura profonda non può che essere affidata alla parola, unico e salvifico "pharmakon".»

fonte:  www.ibs.it

"Evǝ" con Eva Robin's, Rose Freeman e Patrizia Bernardi al Teatro Goldoni di Firenze

L’icona transgender Eva Robin’s, la performer statunitense Rose Freeman, l’attrice e cofondatrice dei Teatri di Vita Patrizia Bernardi tra i protagonisti di “Evǝ”, lo spettacolo con cui Andrea Adriatico torna a confrontarsi con i temi LGBTQ+ e con la fluidità di generi umani e teatrali, in programma martedì 25 e mercoledì 26 ottobre 2022, alle ore 21.15, al Teatro Goldoni di Firenze (via Santa Maria, 15), nell’ambito dell’Avamposti Teatro Festival organizzato dal Teatro delle Donne.

Rivisitazione di “The gospel according to Jesus, queen of Heaven. God’s New Frock” della drammaturga inglese Jo Clifford, “Evǝ” narra una storia che conoscono tutti. Forse. Quella di quando Dio creò Adamo ed Eva, prima il maschio e poi, come un ripiego, la femmina. Due generi ben distinti con destini ben segnati. Perché in questa storia non è stato previsto chi sta nel mezzo, o ha un po’ dell’uno e un po’ dell’altra.

In scena una compagnia di tantǝ evǝ che moltiplicano l’originario monologo in un coro di identità e fluidità: oltre a Eva Robin’s, Rose Freeman e Patrizia Bernardi, salgono sul palco l’attore palestinese Anas Arqawi, Saverio Peschechera, storico collaboratore di Teatri di vita, e il danzatore e performer Met Decay con il racconto ‘oltraggioso’ del bambino William: un bambino che non amava essere chiamato William e voleva giocare con le bambine; che poi è cresciuto, anzi è cresciuta, e ora ha deciso di raccontare agli spettatori, alle spettatrici e a tutti coloro che stanno nel mezzo, o hanno un po’ degli uni e un po’ delle altre, la sua storia, anzi la sua Genesi. Una storia che conoscono tutti, anzi… una storia che non tuttǝ conoscono.

Eva Robin’s alterna la sua presenza come attrice in televisione, al cinema (in film diretti da Dario Argento, Damiano Damiani, Maurizio Nichetti, Alessandro Benvenuti) e in teatro, dove debutta nel 1993 al Festival di Santarcangelo ne La voce umana con la regia di Andrea Adriatico, con il quale calca le scene in molti altri spettacoli, attraversando autori come Cocteau, Copi, Beckett, Jelinek. Sempre in teatro ha lavorato con altri registi come Valter Malosti e Leo Muscato (in Tutto su mia madre, che le è anche valso la nomination al premio Ubu 2011).
Jo Clifford è una drammaturga e performer inglese, di base a Edimburgo, ha scritto oltre cento opere teatrali, e le è stato assegnato il premio Olwen Wymark. Tra le sue opere, il controverso “The gospel according to Jesus, queen of Heaven. God’s new frock”, titolo originale di evǝ, è stato scritto nel 2002 e presentato in Italia nel 2007 all’interno di Intercity Festival. Durante il lockdown ha scritto svariati pezzi per teatri e radio inglesi, oltre che due brevi sequenze teatrali per la sua compagnia Queen Jesus Productions.

Biglietti da 5 a 15 euro (riduzioni per over 60, under 25, soci Coop, Arci, Uisp, ATC, residenti nei Quartieri 4 e 1 e iscritti ai corsi di formazione del Teatro delle Donne). Info, prenotazioni e prevendite sul sito ufficiale www.teatrodelledonne.com  (tel. 0552776393 - teatro.donne@libero.it ), prevendite online anche su www.ticketone.it 

In scena fino a dicembre e intitolata “Sfide”, l‘edizione 2022 di Avamposti Teatro Festival presenta una panoramica su drammaturgia e teatro contemporanei, con particolare riferimento alle autrici, ai giovani autori e alle tematiche di attualità che hanno colpito o modificato la società. 

Il festival è organizzato dal Teatro delle Donne con il determinante contributo di Fondazione CR Firenze e con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Comune di Firenze-Estate Fiorentina, Comune di Scandicci, Città Metropolitana, Unicoop Firenze. In collaborazione con Intercity Festival, Quartieri 1 e 4.

Per maggiori informazioni e programma completo www.teatrodelledonne.com

fonte:  https://portalegiovani.comune.fi.it/