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sabato 30 luglio 2011
Lgbt: Un Gay Pride a Sanremo? Il vicesindaco Claudia Lolli e l'onorevole Luxuria "Perché no"
Da sinistra: Vladmir Luxuria e il vicesindaco Claudia Lolli
Sanremo 'Sarebbe molto bello ospitare un Gay Pride, a Sanremo, ha affermato Luxuria. Innanzitutto, perche' Sanremo e' conosciutissima. Inoltre, abbiamo organizzato un Pride a Genova che e' stato bellissimo...'
'Un Gay Pride a Sanremo? Perche', no?' Lo ha dichiarato il vicesindaco della citta' dei Fiori, Claudia Lolli, stasera, a Palazzo Borea D'Olmo, alla conferenza stampa di presentazione dell'incontro, in programma alle 21.45, con l'ex parlamentare Vladimir Luxuria, anch'ella in sala, che presentera' il libro 'Eldorado', edito da Bompiani.
'Sarebbe molto bello ospitare un Gay Pride, a Sanremo – ha affermato Luxuria –. Innanzitutto, perche' Sanremo e' conosciutissima. Inoltre, abbiamo organizzato un Pride a Genova che e' stato bellissimo ed ha avuto un gran successo.
Sanremo, tuttavia, copre tutta un'area della Liguria di Ponente che e' molto vasta e ci sarebbe anche una buona partecipazione da Francia e basso Piemonte. Calcolando, poi, che generalmente si tiene in un periodo come giugno, potrebbe essere un grande omaggio alla biodiversità dei fiori'.
Sulla tolleranza di Sanremo, il vicesindaco Lolli ha voluto mettere in evidenza la grande prova data dalla città all'epoca della persecuzione degli ebrei: 'Agli albori del nazismo, ha affermato, va, ad esempio, detto, che nacquero a Sanremo una ventina di pensioni di donne ebree scappate dalla Germania che misero su in piccole ville o appartamenti per ospitare profughi tedeschi e da qui passo' anche il filosofo Walter Benjamin. Noi, come sanremesi, siamo e dobbiamo essere tolleranti e questo è l'esempio che si deve dare ai giovani'.
Vladimir Luxuria ha spiegato come è approdata, dopo varie esperienze, alla letteratura. "Vorrei ringraziare gli organizzatori di questa iniziativa e il Comune di Sanremo, il fatto che si sia voluta fare una conferenza stampa in un luogo così bello, è la dimostrazione che la cultura è piacevole, deve essere considerata piacevole come un buon piatto, come una bella serata integrante, come un tuffo in questo mare meraviglioso della costa.
L'idea che la cultura non deve essere vista come qualcosa che incute paura o distanza, o qualcosa su cui si accumula la polvere, ma deve invece essere fruibile a tutti, lodevole e piacevole.
A volte anch'io mi dico "Cosa fai nella vita Luxuria?". Io nella vita sono transgender, prima ancora che per motivi sessuali, anche per i vari generi a cui mi sono dedicata. il genere del teatro, la discoteca e l'intrattenimento, la politica, l'impegno per i diritti civili e per una società che auspico sia sempre più legata all'uguaglianza di tutti i cittadini, senza distinzioni stupide.
E poi la tv e la letteratura. Non vorrei che sembrasse quasi una presunzione, di una che vuole dimostrare di essere capace di fare un po' di tutto, in realtà io ho accettato le proposte che mi ha fatto la vita, credendoci. Per quanto riguarda la letteratura, tutto è nato da un rapporto ormai da cinque anni con Elisabetta Sgarbi, sorella di Vittorio, direttrice editoriale della Bompiani, che è stata la casa editrice con la quale ho sempre lavorato.
Abbiamo cominciato con un libro di autobiografia, che è la cosa più facile da scrivere, perché parli della tua vita. Però in alcune parti in cui ho raccontato la mia vita, Elisabetta aveva notato che ero brava anche a descrivere, a raccontare attraverso la scrittura, così mi chiese di cimentarmi nella letteratura vera e propria.
Prima di passare al romanzo, abbiamo fatto una prova con i racconti, ho quindi scritto la raccolta "Le favole non dette", e poi la prova più impegnativa che è il romanzo, un vero e proprio viaggio. Quindi questo mio terzo libro, il primo romanzo, è "Eldorado", di cui oggi parleremo in maniera più compiuta durante l'iniziativa di questa sera".
Continua Luxuria: "Sono contenta che la stessa persona che ha creduto in me nello scrivere un romanzo, sia la persona che quest'anno con la sua casa editrice ha fatto vincere il premio Strega a un altro suo autore, quindi significa che è una persona che se ne intende. Il mio rapporto con questa città spero che continui, consideratemi a vostra disposizione non solo per la bellezza del posto ma anche per l'accoglienza che ho sempre ricevuto qui.
Sono veramente felice che ci sia Carla Peirolero che è un'amica e una persona di grandissimo talento, di cuore e sensibilità, a inaugurare questo mio incontro in Liguria, domani sarò a Sestri Levante.
Attraverso la mi popolarità, a volte avvicino dei giovani che non hanno molta confidenza con la lettura, e spero che questo possa servire anche ad avere dieci persone in più che si avvicinano alla lettura. Questa è una delle finalità più belle che si possono avere, dato che l'Italia, dopo il Portogallo in Europa è, purtroppo, una delle ultime nazioni che si distingue per numero di lettori".
Nel suo romanzo "Eldorado", l'autrice affronta molti temi: "Forse quello principale è il tema della omofobia, che può esprimersi in vari modi: o con un semplice disgusto, parlandone male, o con l'aggressione verbale o peggio ancora con l'aggressione fisica. Proprio solo ieri, a Milano, in via Novara, una persona transessuale è stata massacrata di botte e derubata.
Se uno volesse solo derubare qualcuno, basterebbe scippargli la borsetta, invece questa idea che devi anche massacrare la persona vuol dire che proprio la odi.
Parto dall'omofobia di ieri, cioè quello che è successo durante il nazismo, con la chiusura del locale Eldorado e la deportazione di 30mila omosessuali nei campi di concentramento, per parlar di oggi, dove per fortuna non ci sono più i campi di concentramento, ma ci sono i campi di isolamento in cui alcune persone si sentono un po' costrette quando non hanno un carattere molto forte.
Un altro tema è la maternità, che ho voluto affrontare attraverso tanti personaggi del mio libro, madri e promesse madri, quindi vari modi di vivere la maternità. Un altro tema ancora è la terza età, perché il mio protagonista è ultrasettantenne, quindi si parla anche di quell'altro tipo di discriminazione: più passa il tempo e più diventa grave, nella nostra società occidentale, l'abbandono delle persone anziane".
fonte www.riviera24.it, di Fabrizio Tenerelli
Lgbt: Lady Gaga in lacrime dopo l'esibizione di due ballerini del talent sulla danza "So You Think You Can Dance"
Non ha resistito alla commozione Lady Gaga ospite del talent incentrato sulla danza "So You Think You Can Dance". Dopo l'esibizione di due giovani, sulle note del brano di Jeff Buckley "I Know It's Over", la pop star non è riuscita a trattenere le lacrime. Lady Germanotta ha spiegato di rimpiangere alcune cose fatte durante la sua adolescenza ma a che cosa si riferisse resta un mistero.
fonte /www.cronacaqui.it
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Lgbt: Alexander Skarsgård (Eric di True Blood) sostiene la campagna “It Gets Better”
Il bellissimo Alexander Skarsgård (Eric di True Blood) ha dato il suo sostegno alla campagna It Gets Better fornendo consigli ai genitori.
Sappiamo tutti che i bambini sono come spugne che assorbono tutto quello che fanno e dicono i genitori i quali, con il loro modo di parlare e di agire, insegnano ai propri figli determinati valori. È palese, infatti, che l’omofobia si può apprendere anche in caso e sono i genitori i primi a dover educare i figli al rispetto.
Dobbiamo insegnare ai nostri figli, non solo a parole ma anche con i fatti, che ogni essere umano ha lo stesso valore e che la società discrimini qualcuno perché ha un orientamento sessuale differente è inaccettabile.
Ricordiamo che il progetto It Gets Better cerca di combattere il suicidio di adolescenti lgbt.
fonte www.queerblog.it
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Lgbt: Campania Rainbow a Salerno al fianco del Comune e di CGIL
Si è tenuta ieri la presentazione salernitana del Coordinamento Campania Rainbow, organismo che intende raggruppare tutte le associazioni lgbt della Regione e tutte quelle associazioni che vogliano mobilitarsi per i diritti e contro ogni forma di discriminazione di genere.
A sottolineare il carattere regionale a a ribadire la trasversalità di questo organismo è stato Antonello Sannino (Presidente di Arcigay Salerno) affiancato da Fabrizio Sorbara (Presidente del Coordinamento Campania Rainbow) e di Giuseppina La Delfa (Presidente Nazionale di Famiglie Arcobaleno) che hanno sottolineato, invece, l’importanza del Coordinamento quale strumento che consentirà alla comunità lgbt di promuovere e realizzare iniziative concrete a livello Regionale per il riconoscimento di diritti, tutele e uguaglianze.
Alla presentazione, fortemente sostenuta dall’Amministrazione Comunale, era presente l’Assessore Nino Savastano (Politiche Sociali) insieme ai Consiglieri Emiliano Torre (SEL) e Marco Petillo (Socialisti) che hanno ribadito la volontà di istituire anche a Salerno il Registro delle Unioni Civili attraverso anche un lavoro sinergico con il Comune di Napoli e con la Regione Campania.
Anselmo Botte (Segretario Provinciale di CGIL) ha annunciato, infine, la prossima apertura dello sportello Nuovi Diritti CGIL, uno strumento fortemente voluto dal sindacato per raccogliere le istanze di quanti vivono e subiscono discriminazioni sui luoghi di lavoro.
Apprezzamento e sostegno anche da parte di Martina Castellana, Presidente Commissione Pari Opportunità della Provincia di Salerno che ha ribadito con forza la necessità di lavorare insieme per la ricerca di una identità condivisa, di una progettualità concreta che veda Salerno e la sua provincia alla ribalta nazionale e all’avanguardia sui temi delle tutele e del riconoscimento di diritti e contro ogni forma di discriminazione.
fonte /www.napoligaypress.it
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Lgbt: Toscana, servizi ad hoc e un sito web per un turismo senza barriere, presentati dall'assessore Cristina Scaletti
FIRENZE In Europa, calcola l’Enea, sono oltre 50 milioni le persone con handicap, o fragilità di vario genere, che vorrebbero viaggiare, ma non trovano informazioni adeguate ai loro bisogni, se non in maniera frammentata e insufficiente.
Il progetto Turismo senza barriere nasce un anno fa con l’obiettivo, partendo da un censimento di quanto esistente, di offrire turismo per tutti (chi ha disabilità motorie, non vedenti, non udenti, persone con allergie, disturbi alimentari e anziani); e si unisce ai servizi offerti dalla Regione Toscana grazie a Fondazione Sistema Toscana, mettendo a disposizione notizie, itinerari, servizi attraverso il web, strumento di accessibilità in quanto raggiungibile da tutti e fruibile da tutto il mondo.
“E’ con grande gioia e soddisfazione, ha detto l’assessore al turismo, cultura e commercio Cristina Scaletti (in foto) che presento questa iniziativa, una iniziativa in cui la Regione crede e che ha voluto fortemente perchè va nellsa direzione di rendere il turimo accessibile a tutti i cittadini, senza distinzione alcuna. Grazie a questi servizi e alle informazioni reperibili sul web, anche chi presenta fragilità e problemi hala possibilità di programmare la sua vacanza”.
Il canale tematico Turismo senza barriere (www.turismo.intoscana.it/turismosenzabarriere) ha per slogan “Turismo per tutti, turismo su misura”: propone articoli dedicati a eventi, itinerari, suggerimenti di viaggio e una sezione “Diari di viaggio” alla quale possono partecipare i visitatori stessi del web mettendo in rete le loro esperienze.
Accanto agli articoli appaiono i due menù “Dove dormire” e “Cosa Fare”, che forniscono la possibilità al navigatore di trovare la soluzione più vicina alle proprie esigenze.
E´ semplicissimo filtrare le strutture ricettive: nel menù “Dove Dormire” lo si può fare per provincia, per tipo di struttura (agriturismo, albergo, affittacamere, B&B) o per tipo di disabilità (accessibile da chi ha disabilità motorie, per non vedenti, non udenti, strutture con biancheria anallergica, strutture per chi ha disturbi alimentari e strutture accessibili con aiuto).
Stesso discorso per il menù sul “Cosa Fare”: anche qui è possibile filtrare le strutture di interesse e divertimento in base a tre criteri: per provincia, per tipo di bisogno, per tipo di attività che si intende praticare. Basterà selezionare per esempio museo, chiesa, cinema, teatro, parco o spiaggia, per avere la lista dei musei, chiese, cinema, teatri, parchi o spiagge accessibili.
All’interno di Turismo senza barriere l´utente può trovare al momento circa 300 schede tra itinerari e attività e siti storici da visitare con percorsi su misura per ogni tipo di esigenza. Di queste circa 60 sono sull´accessibilità a parchi e riserve naturali.
Otto schede sono dedicate ad altrettante località di mare con l´approfondimento, area per area, delle spiagge accessibili: da Grosseto a Piombino, dalla Versilia alla Costa degli Etruschi, dalla Maremma all´ Argentario, dal litorale pisano alle spiagge del Parco della Sterpaia.
Tra le proposte di itinerari e attività sportive e ricreative più accattivanti vengono citati i voli in mongolfiera, gli itinerari nei parchi naturali e nelle aree protette, le gite in barca a vela, gli itinerari sotterranei a Pistoia.
Sono quasi 1200 le strutture ricettive presenti nel database, catalogate in base alla provincia, alla tipologia e ai servizi offerti per ogni tipo di disabilità, dai problemi motori ai disturbi alimentari.
In futuro, in seguito alla registrazione di queste strutture sulla piattaforma di booking online del sito del turismo, l’utente potrà prenotarle direttamente da Turismo senza barriere.
E siamo solo all’inizio: la banca dati del “Cosa Fare” e “Dove Dormire”, appena avviata, viene progressivamente arricchita e periodicamente aggiornata con offerte speciali e pacchetti turistici dedicati.
Infine è possibile anche accedere al nuovo blog “Diari di viaggio” (www.turismo.intoscana.it/allthingstuscany/diari-di-viaggio/category/turismo-senza-barriere) sul quale sarà possibile postare foto, suggerimenti e scambiarsi opinioni sulla propria esperienza di vacanza in Toscana.
fonte http://toscana-notizie.it, di Dario Rossi
venerdì 29 luglio 2011
Lgbt, Mostra del Cinema di Venezia: Madonna e James Franco al Lido, ma pochi film gay, lei presenta il suo attesissimo "W.E."
Presentato il programma della Mostra del Cinema: il nuovo film di Madonna "W.E.", l'esordio nel lungo di James Franco, "Amore carne" di Delbono e pochi titoli gay tra cui il canadese "Marécages"
Sarà presentato in anteprima mondiale, fuori concorso, alla 68esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (31 agosto – 10 settembre), l’attesissimo "W.E." di Madonna, sua seconda prova da regista dopo il curioso "Sacro e profano".
Produzione molto più corposa e anche ambiziosa, "W.E." è stato girato tra la Costa Azzurra, Parigi, Londra e New York.
Incentrato sul controverso legame sentimentale tra Edoardo VIII e l’ereditiera americana divorziata Wallis Simpson per la quale abdicò al trono, potrebbe finalmente ‘lanciare’ il delicato James D’Arcy ("Screwed") e la ‘neoKidman’ australiana Abbie Cornish ("Bright Star"). Una curiosità: la figlia di Madonna, Lourdes Leon, dovrebbe avere il ruolo cameo di Wally da giovane.
Il superfriendly James Franco, dopo alcune prove convincenti come regista di corti pluripremiati in vari festival anche gay, proporrà nella sezione più sperimentale, "Orizzonti", il suo esordio nel lungometraggio , il biopic "Sal" sulla movimentata esistenza dell’attore bisex Sal Mineo.
Divenuto celebre grazie a "Gioventù bruciata" che gli valse la sua prima nomination all’Oscar, Sal Mineo fu uno dei primi attori in assoluto ad ammettere la propria bisessualità e morì a soli 37 anni dopo un’aggressione probabilmente omofoba spacciata per rapina.
Lo impersona il semisconosciuto Val Lauren, che a questo proposito ha dichiarato: "Sal Mineo era straordinario e allo stesso tempo un ragazzo molto complesso. La gente lo conosce per "Gioventù bruciata", ma tecnicamente lui è stato il primo attore a fare coming out. Era molto coraggioso".
Sempre in "Orizzonti" spicca l’anarcoide "Amore carne" del talentuoso autore teatrale Pippo Delbono con un cast da urlo: Marisa Berenson, Irène Jacob e Sophie Calle.
Intrecciando le melodie vorticose del violino rumeno di Alexander Balanescu con i versi poetici di classici quali Pasolini, Rimbaud, Whitman e Eliot, "Amore carne" si propone di "cercare quei fili segreti, magici forse, che uniscono le persone, le storie, al di là delle differenze, al di là delle nazioni, della lingua, al di là dell’essere ancora qui vivi, al di là dell’essere già partiti".
Tre i film italiani in concorso: "Quando la notte" di Cristina Comencini, "Terraferma" di Crialese e l’outsider "L’ultimo terrestre" dell’illustratore e fumettista Gian Alfonso Pacinotti detto "Gipi".
Si inaugura il 31 agosto col nuovo film di e con George Clooney, il politico "Le idi di marzo", anche qui con un cast davvero deluxe: oltre al neosingle più adorato del pianeta, ecco Ryan Gosling, Philip Seymour Hoffman, Paul Giamatti, Marisa Tomei e Evan Rachel Wood.
Tornerà anche il premio glbt del festival, il Queer Lion arrivato alla quinta edizione, anche se sulla carta pare che i titoli gay non abbondino, come ormai succede da un paio d’anni ai festival generalisti.
Tra i concorrenti al Leone Arcobaleno ci sarà sicuramente il canadese "Marécages" ("Acquitrini") di Guy Edoin, presentato alla Settimana della Critica, sui turbamenti emotivi di un giovane adolescente alla scoperta della propria sessualità e sconvolto dalla morte improvvisa del fratello.
fonte www.gay.it, di Roberto Schinardi
LGBT STRASBURGO: CONSIGLIO UE, SERVONO LEGGI PROTEZIONE TRANS
Occorrono leggi che garantiscono a tutti gli stessi diritti, a chiederlo è stato oggi il commissario per i diritti umani del Consiglio Ue, Thomas Hammarberg (in foto).
Misure che proteggano i transessuali dalle discriminazioni a cui sono soggetti e dall’odio di cui sono vittime.
Attraverso la previsione di leggi anti discriminazione, che introducano il concetto di identità di genere nelle legislazioni nazionali (cosa che fin adesso hanno fatto solo 9 paesi del Consiglio d'Europa) e l’aggravante dell’odio transfobico, per chi commette reati nei confronti dei transessuali, previsto nel codice penale soltanto da Svezia e Scozia.
Hammarberg ha evidenziato come uno studio, condotto da Transgender Europe, abbia rilevato che dal 2008 sono stati denunciati 41 omicidi di transessuali in dieci paesi del Consiglio d'Europa, tra cui l'Italia.
fonte www.justicetv.it/
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Lgbt: Vladimir Luxuria il 27 Agosto presenta la Finalissima 2011 di Miss Trans con Paolo Ruffini
Sabato 27 Agosto 2011 si svolgerà la finale del concorso Miss Trans Italia e Sudamerica 2011.
La serata si svolgerà presso il Priscilla Caffè a Marina di Torre del Lago (Lucca)
a presentare le 20 partecipanti Italiane e le 20 Sudamericane ci saranno, come l’anno scorso, Vladimir Luxuria e Paolo Ruffini.
La manifestazione nacque nel 1992 da una forma di protesta per la negazione ad una ragazza Trans di partecipare al concorso di Miss Italia. Dall’anno scorso Miss Trans Italia si svolge in contemporanea a Miss Trans Sudamerica.
fonte /www.vladimirluxuria.it
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Lgbt: Ghana, ministro locale ordina l’arresto di tutti i gay
"Il Ministro per la zona occidentale del Ghana, Paul Evans Aidoo (in foto), ha ordinato l’arresto di tutte le persone omosessuali nella sua zona di competenza".
Lo denunciano, in un appello alla Comunità internazionale, i co-presidenti dell'organizzazione per i diritti umani EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Piccoau.
"L'offensiva governativa anti-gay – continuano gli attivisti - è conseguente alla campagna omofoba portata avanti dal Consiglio Cristiano del Ghana, che ha attaccato duramente e pubblicamente la comunità LGBT (Lesbian, gay, bisexual, and trans gender) a più riprese. Purtroppo, come dimostra il caso dell'Uganda, molte comunità cristiane promuovono omofobia in Africa, nonostante gli appelli alla tolleranza promossi dalla società civile".
Riferendosi alla presenza di omosessuali nel Ghana, il ministro ghanese ha ripetutamente dichiarato che "dobbiamo impegnarci con tutte le forze per estirpare queste persone dalla nostra società".
Secondo i quotidiani locali ha inoltre chiesto ai cittadini della regione da lui governata di denunciare alle autorità tutte le persone sospettate di comportamenti omosessuali.
Mac-Darling Cobbinah, leader del Centre for Popular Education and Human Rights, ha respinto le richieste del ministro, giudicandole improponibili: “Cone si fa ad arrestare la gente sulla base di semplici sospetti”, ha domandato retoricamente durante un’intervista alla BBC.
Ha poi continuato: “Paul Evans Aidoo sta istigando all’odio e vuole dividere la società emarginando ancora di più I gay che rischiano di essere attaccati o ricattati. Un ministro che persegue questi obbiettivi non aiuta la società a crescere”
Mentre le comunità cristiane hanno chiesto alla gente di non votare quei politici che lottano per i diritti dei gay, il gruppo EneryOne ha lanciato un appello all'Alto Commissario ONU per i Diritti Umani, al Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite, al Parlamento europeo e alla Commissione dell’Unione Europea perché prendano posizione “che scongiuri nuove escalation di violenza omofoba, nonché il perpetrarsi di gravi violazioni dei diritti fondamentali di persone LGBT nel Paese sub-sahariano.
Malini, Pegoraro e Picciau concludono rivolgendosi "a coloro che hanno rappresentato e rappresentano tuttora egregiamente il Ghana in politica estera, come il diplomatico ex segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan, il Giudice della Corte penale internazionale Akua Kuenyehia e l'ex presidente ghanese Jerry Rawlings, che è stato eletto presidente della Economic Community of West African States: a loro chiediamo accoratamente di fare in modo che il Ghana - che in passato ha sempre favorito le organizzazioni internazionali e regionali di cooperazione politica ed economica, ed è un membro attivo delle Nazioni Unite e dell'Unione Africana - mantenga il suo status di Paese democratico, tra i più moderati del continente africano, e continui a rispettare le Carte internazionali sui Diritti Umani, salvaguardando così anche la dignità e l'uguaglianza rispetto agli altri cittadini di gay, lesbiche e transessuali".
fonte http://africaexpress.corriere.it, Scritto da: Massimo A. Alberizzi
giovedì 28 luglio 2011
Lgbt: Affossare legge della deputata Paola Concia, per Roberto Ferrari PD "Eticamente sconcertante"
Scrive il segretario Pd: "La scelta segna una nuova distanza tra il Parlamento italiano e quello europeo"
Ieri, la Camera ha affossato per la seconda volta la legge contro l'omofobia e la transfobia, che prevedeva un'aggravante per chi avesse usato violenza nei confronti di una persona a causa del suo orientamento sessuale. La legge è stata bocciata da una grande maggioranza (Pdl, Lega, "Responsabili"), pur se con qualche distinguo anche all'interno di quello schieramento.
Nonostante il Pd abbia spesso manifestato opinioni contraddittorie a proposito delle tematiche LGBT, già ieri Bersani definiva "una vergogna" la mancata approvazione della legge proposta dalla deputata Anna Paola Concia.
Anche dal Pd reggiano si leva una voce molto netta contro la scelta della maggioranza di Governo: "Col voto di Pdl, Lega e Udc la Camera ha affossato la legge contro l’omo- e transfobia - scrive Roberto Ferrari, segretario provinciale Pd - Questi partiti hanno quindi sancito che, secondo loro, picchiare una persona perché è omosessuale non è particolarmente grave rispetto a 'tanti altri motivi' per cui si può perpetrare la violenza".
Una scelta particolarmente singolare, proprio nel giorno in cui - ricorda Ferrari - "in assemblea regionale la stessa Udc rivendica la presidenza della commissione pari opportunità", poi affidata a Roberta Mori.
Ferrari definisce la mancata approvazione della legge "eticamente sconcertante": "La gravità dei fatti di cronaca doveva spingere il Parlamento a comprendere la portata culturale di un suo pronunciamento in merito, attacca il segretario provinciale
La scelta della maggioranza segna una nuova distanza tra il parlamento italiano e quello europeo, il quale ha un orientamento chiaro verso le discriminazioni fondate su orientamento sessuale e identità di genere".
E conclude, promettendo un maggiore impegno del Pd sul tema: "La maggioranza ha dunque lanciato un messaggio disastroso al Paese. Anziché aggravare la posizione degli omofobi, ha finito per creare una loro giustificazione. Le destre xenofobe avanzano in Europa con episodi sempre più sanguinosi ed allarmanti: l’omofobia ne è spesso il primo, tragico sintomo".
fonte www.reggionline.com
Lgbt Teatro: Roma, stasera al Gay village "Lui che ama mio marito"
Maria Pia Liotta porta in scena, il 28 luglio 2011, al Gay village, la comicità venata di un tocco drammatico.
Lui che ama mio marito ripercorre un tema che può apparire banale: quello del triangolo amoroso, ma stavolta a rompere le uova nel paniere alla coppia apparentemente indissolubile, formata da Lara e Carlo, è Luca; Luca s’innamora del marito della donna e questo amore sembra invadere l’anima, pare essere un grido disperato alla ricerca d’affetto e comprensione.
Recitano: Alma Manera, Sergio Arcuri e Salvio Simeoli.
Il corpo di ballo è di soli uomini, con otto artisti.
Il comparto musicale è stato curato da nomi come: Paolo Limiti, Maria Pia Liotta e Cristian Abbondati.
L’amore assolutizzato e reso un fiume in piena che invade il palcoscenico, sino ad entrare nelle membra dei protagonisti, sono il succo di uno spettacolo privo di ovvietà!
fonte www.joyfreepress.com
L'Ilga conquista lo status consultivo dall'Onu, per rappresentare i diritti delle persone lgbt
L'associazione, che raccoglie 700 associazioni lgbt di tutto il mondo, ha ottenuto lo status consultivo dall'Ecosoc. Potrà rappresentare i diritti delle persone lgbt davanti all'Onu
Con 30 voti a favore, 13 contro e 6 astenuti, il Consiglio Economico e Sociale dell'ONU (Ecosoc) ha concesso lo status consultivo all'Associazione Lesbiche, Gay, Bisessuale, Trans e Intersessuali Internazionale (Ilga).
Lo status consultivo Ecosoc consente alle organizzazioni non governative di partecipare a conferenze ed incontri delle Nazioni Unite, presentare dichiarazioni scritte e relazioni, fare interventi orali, ed essere ospitate negli edifici delle Nazioni Unite: uno strumento fondamentale per una Ong come Ilga che conta più di 700 organizzazioni membri in tutti i continenti e che può in questo modo lavorare per i diritti delle persone lgbt all'interno del sistema delle Nazioni Unite.
Nel 1993, l'Ilga è stata la prima associazione lgbt ad ottenere lo status consultivo all'interno dell'Ecosoc, status che poi ha perso dopo solo un anno per via di gruppi che chiedevano l'abolizione delle elggi di consenso.
Dopo la fuoriuscita di questi gruppi, l'Ilga ha chiesto di nuovo di recuperare il suo status, ma l'opposizione di uno sparuto gruppo di stati che sostengono politiche omofobe l'aveva impedito.
Questo è un giorno storico per la nostra organizzazione, che guarisce una ferita di 17 anni - ha detto il co-segretario generale Renato Sabbadini, che per l'occasione si trovava a Ginevra - e vogliamo ringraziare tutti, davvero tutti i membri delle Nazioni Unite che hanno votato a nostro favore , tutti meritano davvero di essere nominati per intero:
India, Italia, Giappone, Lettonia, Malta, Messico, Mongolia, Nicaragua, Norvegia, Perù, Repubblica di Corea, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti, Venezuela, Argentina, Australia, Belgio, Canada, Cile, Ecuador, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria.
Un ringraziamento speciale va al Belgio, per i suoi sforzi incessanti nel costruire un consenso intorno a noi, insieme agli Stati Uniti e Argentina.
Vorremmo anche ringraziare le nostre organizzazioni membri, che hanno esercitato pressioni sui loro governi in questa occasione e tutti i nostri alleati per il loro sostegno, in particolare Arc-International di Ginevra".
Per la cronaca va specificato che a votare contro sono stati Iraq, Marocco, Namibia, Pakistan, Qatar, Russia, Arabia Saudita, Senegal, Bangladesh, Cameroon, China, Egitto, Ghana.
"Oggi festeggiamo - ha detto il co-segretario generale Gloria Careaga da Città del Messico - però siamo consapevoli che c'è molto lavoro da fare per noi nei prossimi mesi, ma non vediamo l'ora di lavorare insieme con tutti i nostri soci, in particolare quelli che hanno anche lo status, e i nostri alleati, per far avanzare i diritti umani negli organismi lgbti delle Nazioni Unite nei prossimi anni, approfittando degli sviluppi molto positivi aperto dalla risoluzione presentata dal Sud Africa nel Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite lo scorso giugno".
Anch'egli a Ginevra in occasione dell'importante responso, Pedro Paradiso Sottile, Segretario Regionale per l'Ilga Lac (America Latina e Caraibi) ha dichiarato: "La concessione di status consultivo all'Ilga è un atto di giustizia ed un motivo di orgoglio per la comunità internazionale che lavora per un mondo in cui diritti dell'uomo siano realmente rispettati senza alcuna discriminazione.
Le nostre voci e la nostra lotta per l'uguaglianza e la libertà deve raggiungere ogni angolo del mondo, perché le differenze di orientamento sessuale, identità di genere ed espressione siano rispettata e protetta da tutti gli Stati. Crediamo che lo status consultivo all'interno dell'Ecosoc aiuterà tutti i nostri attivisti di tutto il mondo in questo sforzo".
fonte http://www.gay.it
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Lgbt: Affossato il disegno di legge presentato da Paola Concia su Omofobia, 291 sì contro i gay. E la Carfagna se ne lava le mani
La maggioranza decide: ''creare norme ad hoc su un gruppo sociale è razzismo''
Difendere i gay dalla violenza omofoba è incostituzionale.
Lo sancisce la Camera, che approva le pregiudiziali di costituzionalità sul ddl anti-omofobia presentato dal Pd. Secondo Udc, Lega e Pdl, "creare norme ad hoc su un gruppo sociale è razzismo": e le tutele legali agli ebrei?
Ancora una volta delude il ministro Carfagna, nascosta dietro l'astensione.
Montecitorio nega per la seconda volta l'aggravante penale dell'omofobia. Una maggioranza di 291 deputati, raccolti nei banchi di Pdl, Lega e Udc ha affossato il disegno di legge presentato dalla deputata democratica Anna Paola Concia.
Stesso copione del 2009, quando il testo fu rigettato dal governo Berlusconi in omaggio al partito di Casini.
E ancora a maggio 2010 la commissione Giustizia bocciò due tentativi di mediazione sulla proposta di legge: un impegno abnorme per ostacolare una norma dovuta, che attribuisce all'omofobia il carattere di aggravante nei processi penali.
Chi ha votato per punizioni "soft" ai violenti omofobi (da Svastichella in poi), si nasconde dietro ad un dito: "non possiamo difendere gli omosessuali con norme particolari, altrimenti otterremmo la dis-integrazione invece che l'integrazione delle minoranze".
Discorso debolissimo. La legge italiana prevede l'aggravante di razzismo e antisemitismo per numerosi reati, dall'aggressione fisica al mobbing.
La stessa legge sullo stalking, fortemente voluta dal ministro Mara Carfagna, crea una disparità di trattamento tra vittima e aguzzino - non per questo viene considerata incostituzionale o aberrante.
E' una scusa, un gesto d'ignavia che nasconde omofobia latente. Significa dire ai gay: "se volete essere diversi, fate pure, ma non aspettatevi alcuna tutela o riguardo".
Parità non significa però uguaglianza, in un paese dove si accoltella un giovane perchè ne ha baciato un altro, e le discriminazioni quotidiane si accumulano sul luogo di lavoro, per strada, in casa.
Mara Carfagna, in questa scelta vile, ha colpe non trascurabili. Non ha mosso un dito - come non lo mosse due anni fa - al momento del voto più importante della sua carriera.
A più riprese ha definito il disegno di legge "una norma europea, importantissima, giusta".
Ha criticato il suo partito per le delusioni del 2010 in commissione Giustizia, e ancora il 19 maggio di quest'anno giurava di difendere il testo in aula con il proprio voto. Al momento decisivo, si è astenuta, giustificandosi malamente: "avrei preferito discutere nel merito del ddl, per migliorarlo".
Un ministro capace di condannare la violenza al momento dello scandalo, ma incapace di fare pressioni sul proprio partito per ottenere l'approvazione di una legge giusta. Ma cosa ci sta a fare un ministro se non riesce a difendere la sua idea davanti alla propria maggioranza?
fonte http://www.dirittodicritica.com, Scritto da Sirio Valent
mercoledì 27 luglio 2011
Dopo Queerframe.tv portale lgbt, nasce Indieframe.tv, il cinema di qualità in streaming e download
A distanza di un anno dal lancio di Queerframe.tv, il primo portale italiano dedicato al cinema LGBT e grazie al successo mediatico, di pubblico e di consensi tra gli addetti al settore, Atlantide Entertainment lancia Indieframe.tv, primo portale italiano dedicato al cinema di qualità, che sarà presentato durante la 68a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia in collaborazione con la SIC Settimana Internazionale della Critica e che presenterà una library di titoli che spaziano da “L’angelo sterminatore” di Luis Buñuel a “Ichi the killer” di Takashi Miike.
Indieframe.tv nasce con la prerogativa di diventare un importante punto di riferimento del numeroso pubblico di cinefili “affamati” di cinema indipendente italiano e internazionale, presentando una vasta offerta, con film in lingua originale e film doppiati, passando dai lungometraggi ai documentari, dai cortometraggi ai progetti “fuori-formato” fino alla video-arte e toccando tutti i generi: dalla commedia al thriller, dall’horror al dramma sentimentale, dal musical all’animazione per ragazzi. Spazio quindi a registi-cult come il filippino Brillante Mendoza, di cui Indieframe.tv propone tre titoli: “Tirador”, “Kinatay” (Palma d’Oro per la Miglior Regia al Festival di Cannes 2009) e “Lola”. Da segnalare anche “De la guerre”, del regista francese Bertrand Bonello (L’Apollonide, Il pornografo), con un ricco cast che va da Mathieu Amalric a Asia Argento, Guillaume Depardieu, Clotilde Hesme e Michel Piccoli.
Nei giorni della presentazione veneziana, il catalogo online su Indieframe.tv presenterà ben 21 titoli, di cui 10 in anteprima italiana, che sarà il punto di partenza per erogare un servizio VOD di tanti film nei mesi successivi.
I titoli saranno disponibili in streaming e download e nell’area shop sarà possibile acquistare i dvd delle collane Indieframe e Queerframe.
“Indieframe è l’espressione di una nuova ricerca di contenuti e tecnologia, attraverso il grande cinema d’autore; attenta alla qualità delle opere ed ai desideri di un pubblico variegato e trasversale – sottolinea Luca Confortini, CEO di Atlantide Entertainment – Indieframe.tv propone titoli che hanno impresso un segno nella storia della cinematografia internazionale, pur lasciando ampio spazio al talento dei nuovi autori italiani e non, monitorati con cura dal nostro responsabile delle acquisizioni, Cosimo Santoro.
La modalità dello streaming e del download rappresenta, per noi, la possibilità di sostenere film che hanno difficoltà a raggiungere la sala e nello stesso tempo un’opportunità per quelli che hanno concluso il percorso della filiera cinematografica”.
fonte /www.rbcasting.com
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Lgbt: Concesso lo status di rifugiato in Italia a una coppia di ragazzi gay palestinesi
COMUNICATO STAMPA_Verona 26 Luglio 2011
Circolo Pink Verona - Antagonismo gay Bologna
Omar e Abdel, nomi di fantasia, se ne sono andati dai territori occupati di Palestina diversi anni fa per sfuggire alle violenze che subivano in quanto persone omosessuali.
Come molti e molte altri e altre che scappano dalla loro terra perché in guerra, O. e A. fuggivano dalla Palestina all’inizio della seconda Intifada, con cui il popolo palestinese tentava di affermare il proprio diritto alla terra contro l’occupazione militare di Israele.
E' noto che in condizioni di crisi politica e guerra sono proprio le diversità a pagare il prezzo più alto, in questo caso una coppia gay che forse non se ne sarebbe mai andata dalla propria terra.
Certo non è solo la guerra che ha costretto O. e A. a scappare ma anche le particolari condizioni che vivono le persone gay, lesbiche e trans in paesi dove i comportamenti affettivi e sessuali fra persone dello stesso sesso sono represse o punite con l’isolamento, le violenze, il carcere (e in alcuni paesi anche con la morte).
Molte persone gay, lesbiche e trans, arrivate in Italia o in altri paesi europei, chiedono asilo o protezione internazionale proprio perché non possono tornare nel loro paese di origine, dove potrebbero essere perseguitati o addirittura ammazzati, magari dai parenti.
O. e A. dunque arrivano a Verona nel 2005 provenendo dalla Germania, dove erano stati fermati nel tentativo di raggiungere un paese del Nord Europa, dato che la loro richiesta di asilo, presentata in Italia, era stata respinta. Rientrati in Italia, con l'aiuto del Circolo Pink di Verona e di Antagonismo gay Bologna, chiedono di riaprire il loro caso.
La richiesta viene accettata e, dopo parecchie udienze, il tribunale di Roma concede loro lo status di rifugiato, riconoscendo la particolarità del loro caso, di omosessuali visibili in un contesto di guerra e occupazione militare.
O. e A. potranno quindi rimanere in Italia, dove lavorano e studiano, senza la paura di espulsi o incarcerati in un CIE.
L'iter processuale è stato molto difficile, sia perché i termini per un normale ricorso erano scaduti sia perché si trattava di riconoscere lo status particolare della Palestina, terra occupata militarmente da Israele e solo limitatamente sottoposta ad un amministrazione locale autonoma.
Percorso non semplice, ma alla fine la sentenza ha riconosciuto che, date le particolari condizioni di vita in Palestina, O. e A. non potevano tornarvi e quindi dovevano rimanere in Italia. Ci sono voluti cinque lunghi anni ma O. e A. ce l'hanno fatta.
Crediamo che sia la prima volta che in Italia viene concesso lo status di rifugiato a una coppia gay palestinese e questo rende la loro vicenda particolarmente significativa anche per altri e altre migranti. Migranti che in questo momento vedono attaccato lo stesso diritto di esistere, migranti chiusi per mesi, anni nei CIE senza aver commesso alcun reato.
Il Circolo Pink e Antagonismo gay esprimono grande soddisfazione per la felice conclusione della vicenda. Resta l'amarezza per le tante persone omosessuali e transessuali perseguitate nei loro paesi.
La provenienza geografica, culturale e religiosa conta fino ad un certo punto. Anche in Italia, paese occidentale, nessuna legge tutela la vita di gay lesbiche e trans, che sempre più spesso sono sottoposte/i a violenze.
Il caso di O. e A. è stato seguito dallo studio dell'avvocato Marco Paggi di Padova e dall'avv. Antonio Maggiotto, che ringraziamo per il lavoro svolto.
fonte Circolo Pink Verona - Antagonismo gay Bologna
Lgbt Omofobia, Paola Concia: A settembre riprendiamo battaglia di civiltà "D'accordo con Bersani, Parlamento ha scritto pagina vergognosa"
ROMA, A settembre ripartirà la "battaglia di civiltà" contro l'omofobia. Lo ha assicurato Anna Paola Concia (Pd), prima firmataria del ddl oggi affossato alla Camera.
"Voglio ringraziare di cuore - ha affermato in una nota tutto il Gruppo parlamentare del Partito Democratico che ha lavorato compatto e unito su questa proposta di legge e l`ha sostenuta con convinzione, e in particolare il capogruppo Franceschini per il suo appassionato intervento in Aula".
"Da settembre - ha anticipato Concia - il Pd riproporrà di nuovo questa battaglia di civiltà contro le discriminazioni e la violenza, dentro e fuori il Parlamento, perché è compito di un grande partito, che si candida a governare il cambiamento, mettere al centro dell`agenda politica questi temi che riguardano tutti i cittadini.
Sono d`accordo con il mio segretario Bersani, oggi - ha concluso la deputata - il centro destra ha scritto una delle pagine più tristi e vergognosi della storia repubblicana".
fonte www.lapoliticaitaliana.it, fonte video http://tv.repubblica.it
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Lgbt: Camera affossa legge sull'omofobia, presentata dall'on. Paola Concia, Capezzone "Un'occasione persa"
Roma, La Camera boccia il provvedimento sul contrasto dell'omofobia.
Sono passate le pregiudiziali di costituzionalità sul testo, presentate da Udc, Lega e Pdl con 293 sì, 250 no e 21 astenuti.
Il testo di legge sull'omofobia era stato messo a punto dall'on. Paola Concia che, già a maggio, si era vista bloccare l'esame del testo dai voti di centrodestra.
Il provvedimento prevedeva l'aggravante per i reati di odio commessi nei confronti di gay, lesbiche e trans.
Pd, Idv e Fli hanno votato contro le pregiudiziali. Nello stesso Pdl c'è stata l'astensione di Claudio Scajola e il no di santo Versace.
Il presidente della Camera, Gianfranco fini ha dichiarato: ""Se fossi stato un semplice deputato che può votare e non il presidente, avrei votato convintamente contro le pregiudiziale. D'altro canto avete visto con quanti voti é passata".
Pierluigi Bersani, segretario del Pd, che ha lasciato l'aula dopo l'approvazione delle pregiudiziali sul ddl omofobia, ha detto indignato: "E' una vergogna che spero non passi inosservata, perché è una pagina brutta. Quando hanno approvato il reato di immigrazione clandestina non si sono fatti sofisticazioni, ora su una norma che è contro tutte le discriminazioni si sollevano argomenti inaccettabili. Dopo tante dichiarazioni mi sarei aspettato che ci fosse una certa coscienza in più".
Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, che si è astenuta, ha giustificato così la sua decisione: "Mi sono astenuta perché, pur non condividendo alcuni passaggi della proposta di legge presentata dal Pd, avrei preferito che si arrivasse alla discussione nel merito del provvedimento, per migliorarlo. Ho sempre pensato che sia utile per il Paese una legge di stampo europeo che introduca aggravanti per i reati commessi in nome di tutte le discriminazioni e, tra queste, quella per orientamento sessuale. Il Parlamento si è espresso chiaramente, sollevando pregiudiziali di costituzionalità sul testo messo ai voti. Mi auguro che si possa ricreare al più presto il clima necessario per la ripresa del dialogo tra maggioranza e opposizione e che, dal confronto, possa nascere una proposta capace di trovare il consenso del Parlamento".
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay, invece si è espresso così: "L'approvazione delle pregiudiziali di costituzionalità è l'ultimo oltraggio che una maggioranza fatta da uomini mediocri e di bassissimo profilo umano, politico e culturale ha voluto consapevolmente rivolgere alle persone lgbt e a tutto il Paese. L'Italia è stata spremuta senza pietà da questi mentecatti senza rispetto per la vita e i diritti della gente. Denunciamo all'Europa ed al mondo civile che in Italia esiste un'autentica emergenza democratica e che in questo Paese una legge che tuteli le vittime dell'omofobia è definita dal Parlamento incostituzionale, mentre esponenti di primo piano di questa stessa maggioranza definiscono giuste e condivisibili le idee del mostro Breivik, l'assassino di Utoya. Questo Parlamento ha tradito la civiltà e la giustizia ed ha deciso di sostenere i violenti. Noi lo denunciamo all'opinione pubblica e chiediamo che l'Unione ci aiuti a fronteggiare questa pericolosissima avanzata di omofobia, xenofobia, razzismo che il Parlamento italiano ha deciso di legittimare ancora una volta, dicendoci di fatto che la violenza deve essere sopportata e che la discriminazione è il metro della convivenza nel nostro Paese".
Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà dichiara: "Questione morale è anche chiudere la porta in faccia ai diritti delle persone gay, questione morale è anche legittimare le violenze frutto dell'omofobia, questione morale è anche minimizzare i comportamenti intolleranti e razzisti. Ancora una volta questo Parlamento si mostra incapace di capire ciò che accade nella società e si chiude nel proprio cuore di tenebra".
Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, ha scritto in una nota: "La Camera ha perduto un'occasione per dare un contributo positivo al contrasto di ogni discriminazione a sfondo sessuale.
Da liberale accetterei e condividerei le obiezioni contrarie all'inserimento di ulteriori singole e specifiche aggravanti (in questo caso, la discriminazione sessuale e in particolare omofobica), se il nostro sistema normativo non fosse già pieno di numerose altre aggravanti, su tanti specifici temi. Da liberale, insisto, a me pare che le strade siano due: o si eliminano le altre aggravanti, oppure non si vede perché - una volta che se ne sono già ammesse tante - non si possa ammettere anche quella relativa all'omofobia".
Ha poi concluso: "Quella di oggi mi pare dunque una scelta discutibile e soprattutto un'occasione persa. Voglio sperare che in futuro possa esserci un supplemento di riflessione da parte di tutti.
Questi non sono temi che possono essere oggetto di divisione per ideologie o per mera questione di partito.
E' interesse di tutti, credo, contrastare ogni azione compiuta con motivi discriminatori: trovare una forma giuridica accettabile non mi sembra un'impresa impossibile, se c'é la buona volontà di tutti".
fonte www.voceditalia.it di Fiorella Espejo
martedì 26 luglio 2011
Lgbt: Morta Giò Stajano, prima trans in Italia, e personaggio della Dolce Vita di Fellini
E' morta a 79 anni Giò Stajano, scrittrice, giornalista e attrice italiana, divenuta celebre come la prima transessuale pubblicamente dichiarata in Italia.
Nata a Sannicola (Lecce), negli anni Sessanta pubblicò alcuni libri che fecero scandalo come “Meglio l'uovo oggi”, romanzo sulla vita omosessuale di Roma. Pubblicazioni, queste, che vennero sequestrate dopo l'uscita nelle librerie, non prima però di avere ottenuto un grande successo.
Giò Stajano ha legato indissolubilmente il suo nome alla Roma della "Dolce Vita". Protagonista indiscusso delle notti, delle feste, del gossip nell'Italia degli anni Cinquanta/Sessanta, aprì anche un locale che ispirò Fellini per il film
“La dolce vita”.
E proprio in quel film, "manifesto" della dolce vita degli anni del boom economico e ora monumento della cinematografia italiana, Giò ebbe una parte.
Gli ultimi anni della sua vita sono stati caratterizzati da un costante e profondo avvicinamento alla religione cattolica. Avrebbe voluto entrare in convento e farsi suora, ma non le fu possibile farlo a causa del suo cambio di sesso non riconosciuto come legittimo dalla Chiesa.
Giò Stajano era nipote di Achille Starace, gerarca fascista e per alcuni anni segretario nazionale del fascio.
Una discendenza che Giò non ha mai cercato di nascondere.
Era orgogliosa del nonno e qualche volta si faceva vedere nella grande casa di Sannicola che era stata la residenza degli Starace e che da qualche anno è stata trasformata in ristorante.
Il suo hobby più importante è stata la pittura e i suoi quadri sono stati apprezzati da molti critici.
fonte www.quotidianodipuglia.it
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Lgbt: Paola Concia "Lettera aperta per la legge contro l'omofobia" oggi sit-in alle 15 a Montecitorio
C'è la necessità di approvare una legge che si prefigga la finalità di “contrastare in tutte le sedi il persistere di discriminazioni e comportamenti ostili”
Lettera aperta alle colleghe e ai colleghi deputati
Oggi l’Aula della Camera, per la seconda volta, dopo la prima bocciatura, una serie di norme, da tempo dibattute, relative alla necessità di introdurre nel nostro Paese una specifica aggravante nei casi in cui vengano praticate forme violente di discriminazione nei confronti di persone che, o perché omosessuali o transessuali, o perché in condizioni di disabilità, o perché particolarmente indifese a motivo della loro età, vengono fatte oggetto di comportamenti che violano i più elementari principi di rispetto della dignità di ciascuno.
L’intento che ci spinge a promuovere questo appello risiede anzitutto nella convinzione della necessità di approvare una legge di alto valore civile che si prefigga - come ha anche recentemente sottolineato il Presidente Giorgio Napolitano la finalità di “contrastare in tutte le sedi il persistere di discriminazioni e comportamenti ostili”.
Una conquista di civiltà largamente acquisita a livello europeo e internazionale, che rappresenta per il nostro Paese un obiettivo non più procrastinabile.
Del resto, così come la nostra Costituzione, lo stesso trattato di Lisbona all’art. 10 ribadisce come “nella definizione e nell'attuazione delle sue politiche e azioni l’Unione mira combattere le discriminazioni fondate sul sesso, la razza e origine etnica, la religione o le convinzioni personale, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale”.
Non siamo in presenza, dunque, di una petizione ideologica, di una rivendicazione di parte, né tantomeno dell’intento di porre limiti alla libertà di pensiero o di espressione che costituisce un valore fondamentale e irrinunciabile di una società democratica e pluralista , bensì di un impegno che deve investire la responsabilità di ciascuno, a prescindere dall'appartenenza politica o dagli attuali schieramenti parlamentari.
Quindi non una legge degli omosessuali o dei transessuali, ma una legge che possa appartenere a tutti in quanto trae la propria ispirazione da valori e principi comuni e propri degli ordinamenti democratici moderni.
Come democratici sentiamo non solo di doverci riconoscere in quel sentimento di umana solidarietà e di civile convivenza che trae alimento tanto dall’ispirazione cristiana quanto da quella laica, ma di assumerci in prima persona l’obiettivo di contrastare efficacemente reati che si verificano con frequenza preoccupante, dando luogo a episodi inaccettabili di intolleranza e di violenza, di mortificazione e offesa della dignità di ogni donna e di ogni uomo.
Il raggiungimento di un testo condiviso, frutto di uno sforzo che tutti dobbiamo compiere, guardando alla realtà dei fatti, costituirà altresì un significativo contributo a restituire credibilità alla politica e dignità alla sua missione.
Tra i firmatari:
Pier Luigi Bersani
Paolo Corsini
Pierluigi Castagnetti
Rosy Bindi
Barbara Pollastrini
Gianni Cuperlo
Sesa Amici
Massimo D 'Alema
Walter Veltroni
Giuseppe Fioroni
Giulio Santagata
Michele Meta
Rosa Calipari
Marina Sereni
Sandro Gozi
Giovanni Bachelet
Livia Turco
Donata Lenzi
Emilia De Biasi
Enrico Letta
Alessia Mosca
Andrea Orlando
Francesco Boccia
Rosa Calipari
Antonello Soro
Giovanna Melandri
Susanna Cenni
fonte http://beta.partitodemocratico.it
lunedì 25 luglio 2011
Lgbt Paola Concia: "OMOFOBIA ULTIMO APPELLO A VOTARE LEGGE CONTRO ODIO" domani alle 15 sit-in davanti a Montecitorio
ROMA DOMANI ALLE 15 SIT-IN DAVANTI A MONTECITORIO
‘Mi auguro fortemente che domani i miei colleghi deputati non si vogliano nascondere dietro le pregiudiziali di costituzionalita’ presentate dal Pdl, Lega e Udc, per non affrontare il tema della violenza omofobica e transfobica che e’ ormai diventata una vera e propria emergenza nazionale, perche’ figlia della paura del diverso’.
Lo dice in una nota la deputata del Pd, Anna Paola Concia.
‘Occorre ripartire dal testo bocciato in commissione Giustizia, e che abbiamo ripresentato come emendamento, per dare un segnale al Paese: il Parlamento italiano deve chiarire, una volta per tutte, se sta dalla parte dei violenti o delle vittime’, aggiunge.
‘Dopo l’attentato a sfondo intollerante di Oslo, inoltre, l’approvazione della legge contro l’omofobia e la transfobia diventa quanto mai urgente - sottolinea Concia - ormai e’ evidente il ruolo fondamentale della politica nel costruire gli anticorpi contro la cultura della violenza e dell’odio’.
‘Domani alle ore 15.00 - annuncia - davanti a Palazzo Montecitorio ci sara’ un nuovo sit-in lanciato dal movimento Lgbt e da Pd, Idv, Sel e Fli che credono in questa battaglia di civilta”.
fonte (ANSA)http://www.paolaconcia.it/
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domenica 24 luglio 2011
Lgbt: New York, due donne per le prime nozze gay: un sì sotto le cascate del Niagara
Sono state due donne le prime ad unirsi in un matrimonio omosessuale nello stato di New York, proprio nel giorno in cui entrava in vigore la legge sulle nozze gay. Kitty Lambert, 54 anni, e Cheryle Rudd, 53, si sono sposate poco dopo la mezzanotte alle cascate del Niagara, uno dei luoghi romantici più gettonati dagli americani per matrimoni e viaggi di nozze, davanti a oltre 100 invitati.
La prima indossava un vestito di un blu brillante e la seconda uno smoking bianco. Note attiviste per i diritti gay, le due novelle spose stavano assieme da dieci anni. Sono entrambe nonne e insieme totalizzano 12 nipotini.
Centinaia di coppie gay si sono allegramente messe in fila davanti all'ufficio matrimoni di Manahttan, per potersi sposare nel primo giorno in cui è entrata in vigore la legge approvata un mese fa.
Il sindaco di New York Michale Bloomberg assiterà ad alcuni matrimoni e ha messo a disposizione la sua residenza di Gracie Mansion per le nozze del suo collaboratore e amico, John Feinblatt, 60 anni. Inizialmente il comune di New York temeva che i matrimoni sarebbero stati troppi il primo giorno.
Era stata decisa così un'estrazione a sorte delle coppie: ma alla fine le richieste per oggi sono state 823, 59 in più di quanto previsto per un giorno, e si è deciso di fare uno sforzo per accontentare tutti.
In diverse città dello stato, da Buffalo a Brookhaven, sono stati aperti gli uffici per la concessione di licenze matrimoniali malgrado sia domenica. Oltre 100 giudici si sono presentati volontari per celebrare i matrimoni omosessuali.
fonte www.adnkronos.com, fonte foto e video http://tv.repubblica.it
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Lgbt musica: Si è spenta la voce di Amy Winehouse che ha fatto rinascere il soul
Amy Winehouse durante il suo show Florianopolis, Brasile
La 27enne cantante trovata morta in casa a Londra per sospetta overdose
Una vecchia casa di mattoni a Camden Square, due piani eleganti, un ingresso signorile bianco e un cancello nero come la notte. Poco dopo le quattro pomeridiane arrivano di corsa due ambulanze, il personale medico scende con l’urgenza consueta, ma l’agitazione dura un pugno di secondi, non ci vuole molto a capire che per la donna che trovano all’interno non c’è nulla da fare.
Gli abitanti della stretta via di Londra Nord immaginano cosa sia successo, magari se lo aspettavano, eppure solo quando parla la polizia la notizia diventa ufficiale. Amy Winehouse, una delle più belle voci della musica moderna, il genio sregolato di Back to Black, è morta in circostanze «non spiegate» che tutti immaginano.
Aveva 27 anni, capelli corvini, un look oltraggioso, tatuaggi irreverenti da camionista e un’ugola divina, senza dimenticare qualche avaria di comportamento che da tempo l’aveva lasciata in balia di alcol e droga. Ad appena vent’anni era diventata una star, elogiata per una voce che scomodava paragoni eccellenti, da Aretha Franklin a Sarah Vaughan, talenti neri che sfidava con una storia bianca di inglese nata in una famiglia di origine ebraica, figlia d’un tassista e una farmacista.
Frank, il suo primo album, aveva venduto in pochi mesi un milione di copie.
Back to Black (2006), seconda magnifica prova di fusione fra nuovo e vecchio, di soul e r’n’b rivisitati, le dava il successo planetario. La fine dell’inizio. E l’inizio della fine.
Vallo a spiegare alla folla di fan che si è rapidamente assiepata sotto la sua casa, che Amy è morta perché bruciata dal successo, perché il troppo dà la scossa. Sono ragazzini, molti giovanissimi, facce da sognatori che portano fiori e orsacchiotti e faticano a capire come si fa a buttare al vento le possibilità di una bella vita, fama e denaro.
«Overdose», dicono le indiscrezioni della serata, senza sorprendere. Farmaci e alcol. Un’esistenza bruciata che aveva mostrato la sua faccia peggiore il 18 giugno, quando la Winehouse era stata fischiata a Belgrado, nel primo concerto di una tournée di ritorno sulle scena subito cancellata. Non cantava. Non andava a tempo. Era ubriaca davanti a 200 mila persone che avevano pagato 40 euro per vederla.
L’ultima apparizione è stata mercoledì, all’iTunes Festival di Londra, dove è salita a far da sponsor a Dionne Bromfield, ha saluto il pubblico e ha rifiutato di cantare. Era chiaro che la lunga cura di riabilitazione che l’aveva tenuta per tre anni fuori dai palcoscenici non aveva dato l’esito auspicato.
Lontane le emozioni della notte di fine giugno 2008 quando sedusse il pubblico di Hyde Park cantando per il compleanno di Nelson Mandela con Annie Lennox, i Simple Minds e Zucchero. La personalità si manteneva instabile, il mondo privato in permanente rivoluzione ispirava gli stili (anche Lagerfeld per una sfilata di Chanel) e poi distruggeva tutto. Un matrimonio estremo durato un lampo. Un intervento di chirurgia plastica per regalarsi un seno vistoso di cui andava orgogliosa, come una Betty Boop in stile trash.
«Quando beve è totalmente fuori controllo - ha raccontato un conoscente -, tre volte in una settimana era ubriaca da perdere i sensi». «Hanno cercato di mandarmi in riabilitazione, ma ho detto “no”», cantava Amy in un brano, Rehab, che adesso diventa la sua marcia funebre. «Io sono una persona poco sicura di sé - aveva confessato - Dubito della mia apparenza, e più ho dubbi e più bevo». Ieri ha buttato già troppo liquido e troppe pastiglie, più di quanto il suo piccolo corpo potesse sopportare. Così ha lasciato questa vita per entrare in una nuova tutta nuova che è cominciata poco dopo l’annuncio della sua morte.
È impazzito Twitter, affollato da una parata di star che hanno espresso le condoglianza in tempo reale. L’attrice Demi Moore. Sophie Brown, moglie dell’ex premier Gordon. La cantante e attrice Kelly Osbourne. Migliaia di altri, famosi e no. La disgrazia ha fatto il giro del mondo.
Il padre è rientrato dal volo da New York, dove doveva suonare al Blue Note. «E’ meglio bruciare che svanire», aveva scritto Kurt Cobain (citando Neil Young) prima di ammazzarsi, pure lui a 27 anni, nel 1994. Una storia drammatica, e già vista.
Con l’inevitabile ingresso nella leggenda delle sette notte moltiplicato in forma digitale su facebook & Co. che non rende alcun onore ad Amy, una stella divina cancellata dall’incapacità di essere all’altezza di sè stessa.
fonte www3.lastampa.it di MARCO ZATTERIN
La 27enne cantante trovata morta in casa a Londra per sospetta overdose
Una vecchia casa di mattoni a Camden Square, due piani eleganti, un ingresso signorile bianco e un cancello nero come la notte. Poco dopo le quattro pomeridiane arrivano di corsa due ambulanze, il personale medico scende con l’urgenza consueta, ma l’agitazione dura un pugno di secondi, non ci vuole molto a capire che per la donna che trovano all’interno non c’è nulla da fare.
Gli abitanti della stretta via di Londra Nord immaginano cosa sia successo, magari se lo aspettavano, eppure solo quando parla la polizia la notizia diventa ufficiale. Amy Winehouse, una delle più belle voci della musica moderna, il genio sregolato di Back to Black, è morta in circostanze «non spiegate» che tutti immaginano.
Aveva 27 anni, capelli corvini, un look oltraggioso, tatuaggi irreverenti da camionista e un’ugola divina, senza dimenticare qualche avaria di comportamento che da tempo l’aveva lasciata in balia di alcol e droga. Ad appena vent’anni era diventata una star, elogiata per una voce che scomodava paragoni eccellenti, da Aretha Franklin a Sarah Vaughan, talenti neri che sfidava con una storia bianca di inglese nata in una famiglia di origine ebraica, figlia d’un tassista e una farmacista.
Frank, il suo primo album, aveva venduto in pochi mesi un milione di copie.
Back to Black (2006), seconda magnifica prova di fusione fra nuovo e vecchio, di soul e r’n’b rivisitati, le dava il successo planetario. La fine dell’inizio. E l’inizio della fine.
Vallo a spiegare alla folla di fan che si è rapidamente assiepata sotto la sua casa, che Amy è morta perché bruciata dal successo, perché il troppo dà la scossa. Sono ragazzini, molti giovanissimi, facce da sognatori che portano fiori e orsacchiotti e faticano a capire come si fa a buttare al vento le possibilità di una bella vita, fama e denaro.
«Overdose», dicono le indiscrezioni della serata, senza sorprendere. Farmaci e alcol. Un’esistenza bruciata che aveva mostrato la sua faccia peggiore il 18 giugno, quando la Winehouse era stata fischiata a Belgrado, nel primo concerto di una tournée di ritorno sulle scena subito cancellata. Non cantava. Non andava a tempo. Era ubriaca davanti a 200 mila persone che avevano pagato 40 euro per vederla.
L’ultima apparizione è stata mercoledì, all’iTunes Festival di Londra, dove è salita a far da sponsor a Dionne Bromfield, ha saluto il pubblico e ha rifiutato di cantare. Era chiaro che la lunga cura di riabilitazione che l’aveva tenuta per tre anni fuori dai palcoscenici non aveva dato l’esito auspicato.
Lontane le emozioni della notte di fine giugno 2008 quando sedusse il pubblico di Hyde Park cantando per il compleanno di Nelson Mandela con Annie Lennox, i Simple Minds e Zucchero. La personalità si manteneva instabile, il mondo privato in permanente rivoluzione ispirava gli stili (anche Lagerfeld per una sfilata di Chanel) e poi distruggeva tutto. Un matrimonio estremo durato un lampo. Un intervento di chirurgia plastica per regalarsi un seno vistoso di cui andava orgogliosa, come una Betty Boop in stile trash.
«Quando beve è totalmente fuori controllo - ha raccontato un conoscente -, tre volte in una settimana era ubriaca da perdere i sensi». «Hanno cercato di mandarmi in riabilitazione, ma ho detto “no”», cantava Amy in un brano, Rehab, che adesso diventa la sua marcia funebre. «Io sono una persona poco sicura di sé - aveva confessato - Dubito della mia apparenza, e più ho dubbi e più bevo». Ieri ha buttato già troppo liquido e troppe pastiglie, più di quanto il suo piccolo corpo potesse sopportare. Così ha lasciato questa vita per entrare in una nuova tutta nuova che è cominciata poco dopo l’annuncio della sua morte.
È impazzito Twitter, affollato da una parata di star che hanno espresso le condoglianza in tempo reale. L’attrice Demi Moore. Sophie Brown, moglie dell’ex premier Gordon. La cantante e attrice Kelly Osbourne. Migliaia di altri, famosi e no. La disgrazia ha fatto il giro del mondo.
Il padre è rientrato dal volo da New York, dove doveva suonare al Blue Note. «E’ meglio bruciare che svanire», aveva scritto Kurt Cobain (citando Neil Young) prima di ammazzarsi, pure lui a 27 anni, nel 1994. Una storia drammatica, e già vista.
Con l’inevitabile ingresso nella leggenda delle sette notte moltiplicato in forma digitale su facebook & Co. che non rende alcun onore ad Amy, una stella divina cancellata dall’incapacità di essere all’altezza di sè stessa.
fonte www3.lastampa.it di MARCO ZATTERIN
Lgbt Toscana : L’estate ad Arezzo è gay friendly, giovedì 28 e venerdì 29 luglio “ TWO DAYS FOR THE RIGHTS”
“Due giorni per I diritti” vuol essere la prima grande manifestazione che raccolga tutte le associazioni LGBT della toscana. Nei due giorni si intrecceranno dibattiti, presentazioni, progetti, alternandoli ad alcuni momenti di divertimento e socializzazione. Lo scopo è quello di avviare la creazione di una rete regionale per migliorare e rendere più efficace l’intervento nel territorio.
La manifestazione è realizzata da Arcigay Arezzo con il Patrocinio di Comune di Arezzo, Provincia di Arezzo, Ufficio Nuovi Diritti della CGIL di Arezzo, Arci, Arcigay e la collaborazione di Arezzo Factory e Arcisolidarietà.
Madrina della manifestazione l’attrice Marzia Fontana.
Cristina Betti, vice-presidente Arcigay Arezzo: “Siamo molto soddisfatti di essere riusciti ad organizzare una così grande manifestazione. Giovedì 28 e venerdì 29 luglio, per la prima volta ad Arezzo, due giorni interamente dedicati ai diritti, alla condivisione e alla lotta all’omofobia.
È un traguardo importante per noi che siamo un Comitato giovane – Arcigay ad Arezzo è nato poco più di un anno fa – considerando anche il fatto che molti dei Comitati intorno a noi trovano ancora grandi difficoltà e resistenze da parte della Pubblica Amministrazione, pur essendo attivi già da molti anni.
La due giorni aretina sarà un momento di riflessione e dialogo, ma anche di divertimento e buona musica, visti i tanti gruppi che si esibiranno. Per non parlare dei nomi importanti che hanno voluto aderire all’evento, come l’attrice Marzia Fontana, Fabio Canino, Tommaso Cerno e altri personaggi di richiamo nazionale di cui ancora non possiamo però svelare i nomi.
L’intento degli organizzatori è quello di creare un appuntamento annuale, un ritrovo per tutte le comunità LGBT della Toscana e perché no di tutta Italia, ma che sia anche aperto a tutto il resto della cittadinanza, per condividere insieme una grande festa e un momento di impegno per i diritti civili da non sottovalutare”.
Il programma:
28 luglio
ore 10;30/13;00 – Arrivo e accoglienza ad Arezzo delle delegazioni rappresentanti le Associazioni LGBT Toscane, eventuale sistemazione negli alberghi e allestimento Stand espositivi
ore 17;30 - Interventi e presentazione dei responsabili delle Associazioni presenti e degli Amministratori Locali – Presentazione dell’Associazione Chimera Arcobaleno e delle attività svolte, con particolare riferimento al progetto svolto fra dicembre 2010 e gennaio 2011 Educare al Rispetto, progetto che è stato possibile grazie al contributo economico del Comune di Arezzo e che ha anticipate Cultura VS Pregiudizio - palco Arezzo Factory
ore 19;00 - “Comunicare la Diversità” (seconda parte) Bullismo, Omosessualità, Adolescenza - Centro di Aggregazione Sociale del Pionta - Arezzo. L’incontro è realizzato da Arcisolidarietà con il patrocinio economico del Cesvot e il partenariato di Comune di Arezzo, Provincia di Arezzo, Università degli Studi di Siena, Arci Arezzo, Arcigay. All'intervento seguirà un piccolo buffet organizzato dall’Associazione Arcisolidarietà.
ore 21;30 - Andrea Pinsuti LIVE BAND in concerto (Vincitore di Sanremo Rock) - palco Arezzo Factory
ore 22;30 – DJ SET a cura di SalvoDj Venditti direttamente da Omphalos e Be Querr – palco Arezzo factory
29 luglio
ore 10;30/13;00 - Apertura Stand Espositivi, incontri fra le varie Associazioni - presentazione del Report sul primo anno dello sportello di Councelling presso Arcigay Arezzo. Il progetto dello sportello di Councelling “ Open Yours Eyes” è stato possibile grazie al contributo economico della Provincia di Arezzo e del CIG (Centro di Iniziativa Gay di Milano) - Arezzo Factory e palco Arezzo Factory
ore 16;00 - Interventi dei rappresentanti Nazionali di Arcigay – palco Arezzo Factory
ore 17;00 – Presentazione del Progetto di Arcigay Arezzo “Cultura VS Pregiudizio” palco di Arezzo Factory. Il progetto sarà realizzato da Arcigay Arezzo con il patrocinio economico del Comune di Arezzo, Assessorato all’Integrazione – stand Arcigay Arezzo
Ore 17;30 – Partita benefica di calcetto femminile – zona sportiva Parco del Pionta
ore 18;30/19;00 – CRONACHE MARZIANE AD AREZZO - Presentazione del libro "AFFA TAFFA" e incontro con Tommaso Cerno. Il libro sarà presentato da Fabio Canino e introdotto dalla Prof.ssa Laura Occhini - palco Arezzo Factory
ore 21;30 - I SCREAM TO COWS in concerto - (giovane Band quasi interamente al femminile che sta spopolando in Toscana) palco Arezzo Factory
fonte www.informarezzo.com
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Lgbt Milano: assessore propone quote trans
Mentre la Giunta comunale di Milano approva le quote rosa, il consigliere radicale Marco Cappato spinge per le quote transessuali.
La giunta del comune di Milano ha appena approvato le quote rosa per tutte le società e gli enti amministrati dal Comune. D’ora in poi, è stato deciso, il 50% delle poltrone dei vari consigli d'amministrazione delle società comunali dovranno essere occupate da rappresentanti femminili.
Secondo il capogruppo del Partito democratico Carmela Rozza l'approvazione di questa norma: "Rappresenta un segnale importante per tutte le donne di questo paese, un paese che si trova ancora in una posizione di assoluta arretrattezza per quanto riguarda uguaglianza e pari opportunità".
Il consigliere comunale del Partito Radicale Marco Cappato ha colto l'occasione per cercare di attirare l'attenzione su un'altra problematica grave. Per lanciare una sfida ai colleghi, Cappato ha provocatoriamente votato contro l’ordinanza in questione e proposto invece le "quote trans".
Per il consigliere radicale il tema dell’integrazione delle persone transessuali e transgender è fondamentale e si chiede: "In che quota finirebbero le transessuali?".
Una chiara provocazione, ma importante per rilanciare nel dibattito politico una questione centrale per il mondo lgbt. Le persone transessuali sono vittime ancora oggi di fortissime discriminazioni nel mondo del lavoro e nella società. Secondo Cappato: "Una presa di posizione del Comune sarebbe certamente un passo importante verso l’integrazione".
La destra all'opposizione ha subito colto la palla al balzo per agitare lo spauracchio gay. Dopo la “Milano invasa dai gay” per tutta la campagna elettorale, dopo le esternazioni dell’assessore della Lega Massimiliano Bastone che trovava “preoccupante” il patrocinio da parte del Comune al Gay Pride, in quest' occasione ha voluto comunicare il proprio “sgomento” - con le parole di un altro assessore leghista, Morelli, che ritiene inutile: “Perdere tempo su questi finti problemi”.
Un provoacazione che mostra ancora una volta quanto siamo arretrati in questione di diritti umani e come lo zoccolo omofobo sia sempre più duro, anche in una giunta friendly come quella di Pisapia, che attendiamo al varco. Dopo le promesse elettorali ci aspettiamo tanto e per ora abbiamo visto solo un patrocinio.
fonte www.gay.tv
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Lgbt San Francisco: “Siete lesbiche? Non potete tenervi per la mano”
Brutta disavventura per una coppia di giovani ragazze omosessuali in un museo di San Francisco
L’omofobia si incontra in ogni città e in ogni luogo, anche nei più insospettabili. Anche a San Francisco, una delle città più progressiste sui diritti della comunità LGBT, notoriamente liberale nei confronti degli uomini di ogni colore ed orientamento sessuale, si può incontrare qualcuno che non sopporta gli omosessuali.
E’ quanto capitato ad una coppia di lesbiche, che è stata intimata di non fare il gesto più naturale e tenero del mondo, tenersi per la mano. Altrimenti sarebbero state allontanate dal museo che stavano visitando.
UNA VISITA SPIACEVOLE
Jane Levikow, una manager delle pubbliche relazioni, era andata al Museo Ebraico Contemporaneo di San Francisco per guardare un po’ di arte, ma ha visto un piccolo caso da manuale dei diritti civili. Di fronte a lei c’era una giovane coppia lesbica che discuteva molto animatamente con un guardiano della sicurezza.
Le due giovani omosessuali si tenevano la mano mentre guardavano i dipinti, e sono state avvicinate dal guardiano che le ha detto di non compiere quel tenero gesto, perchè non era appropriato al luogo. Le due lesbiche si sono sentite molto offese, ed hanno iniziato a discutere animatamente con il guardiano, che provava a convincerle ad allontanarsi. La baruffa aveva però suscitato l’attenzione degli altri avventori del museo, e si è formato un piccolo capannello.
SCUSE DEL MUSEO
Jane Lenikow è rimasta sconvolta dal caso, anche perchè al museo c’era una retrospettiva su un’artista dichiaratamente lesbica. Ironia del caso a parte, il portavoce del museo di San Francisco si è successivamente scusato per l’accaduto, evidenziando come la struttura sostenga senza se e senza ma i diritti della comunità LGBT.
L’addetto stampa ha inoltre evidenziato che il guardiano non era proprio un dipendente del museo, ma un guardiano di una società alla quale erano stati appaltati i servizi di sicurezza.
fonte /www.giornalettismo.com
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