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sabato 9 ottobre 2010
Personaggi lgbt, L’inviata speciale: intervista con fumetto a Vladimir Luxuria
Un’Intervista di Macrileo in uscita sul numero di Beat Magazine di Settembre 2010.
L'intervista e qui sotto il link con il Fumetto Originale in pdf
http://www.vladimirluxuria.it/atelier/060-061_Beat_Comics.pdf
Un incontro speciale con Vladimir Luxuria,
che da un pedalò in mezzo al mare ci racconta la colonna
sonora della sua vita, da david Bowie a lady gaga
passando per i fumetti sexy degli anni ‘70.
Vladimir Luxuria è attrice, scrittrice, conduttrice radiofonica; è stata parlamentare, ma anche art director del World Gay Pride di Roma; ha vinto “L’isola dei famosi” battendo Belen, ma quel che non tutti sanno è che sa cantare.
Nel pezzo L’illusione duetta divertita con la mitica Giuni Russo; nel film “Come mi vuoi” canta a Vincent Cassel un pezzo di Paolo Conte, come Jessica Rabbit, in carne ed ossa e durante l’intervista ha giocato a reinterpretare “classici moderni” come Negro di Marcella Bella e Stai di Julio Iglesias.
La chiamo mentre è al mare, più precisamente in mezzo al mare, a bordo di un pedalò. Mi risponde con un entusiastico: “Complimenti per il fumetto… bravissimo è bellissimo, sono più bella in fumetto che dal vivo”.
Vladimir mente. L’ho incontrata qualche mese fa. Arrivava a teatro per le repliche dello spettacolo “Persone naturali e strafottenti”, senza trucco e coi capelli semplicemente raccolti era uno schianto.
Quanta musica c’è nella tua vita?
“La musica per me è un elemento fondamentale, come l’acqua per bere, il balsamo per districarmi le extension, come il mare, come il sole. Io dico sempre che, fin quando sappiamo che esiste una combinazione infinita di note musicali che producono dei suoni che ci emozionano, ci confortano, ci esaltano o che ci fanno ballare, vuol dire che c’è sempre una buona ragione per sperare nel futuro”.
Nel libro “Chi ha paura della muccassassina” cita Antony and the Johnsons: “Oane day I’ll grow up, I’ll be a beautiful woman. One day I’ll grow up, I’ll be a beautiful girl. But for today I am a child, for today I am a boy”.
Quali sono i tuoi gusti in fatto di musica?
“Sono stata molto influenzata da David Bowie (il primo disco che ha comprato, al Discobolo di Foggia, è stato ‘Heroes’, nda), da Lou Reed, Iggy Pop, i Velvet Underground, fino ai Depeche Mode”.
Nessuna icona gay?
“Mina, Patty Pravo, la Bertè… Certo che mi piacevano, sono una frocia! All’epoca ho attraversato tutti i look della Bertè, mi sono presentata all’ospedale militare di Bari dopo la chiamata, vestita come la Bertè versione pirata. Un po’ come usava Adam Ant, con pantaloni di raso, stivali alti, camicia bianca con un voile davanti (una meringa), orecchini a ciucciotto, trucco e capelli cotonati.
Mi hanno riformata, anche se avrei fatto del bene all’esercito italiano”. Poi commenta ironicamente: “L’elmetto mi sconvolge i capelli, come canta l’eterosessuale Renato Zero”.
Cosa pensi dell’ardito e spettacolare trasformismo di Lady Gaga?
“Non sono una grande fanatica, sono un po’ contro corrente in questo momento, c’è costruzione ed è brutta (lo dice ridendo, nda), sono un’eretica. David Bowie era sempre molto affascinante”.
E i fumetti? Ti piacciono?
“Mi piacciono molto e tra l’altro non dimentichiamo che il fumetto ha avuto un ruolo fondamentale nella storia, basti pensare alle illustrazioni con le didascalie che comparivano nel Medioevo sulla Bibbia, oppure agli affreschi per chi non sapeva leggere”.
Non avevo mai pensato agli affreschi come grandi fumetti da parete, in effetti le storie di San Francesco dipinte da Giotto raccontano la vita del santo per fotogrammi.
“Da piccola mi piaceva molto Alan Ford, Cattivik, Topolino, perché mio zio li collezionava e poi… adoravo anche una certa fumettistica anni ‘70 porno, c’era Sukia, una vampira che aveva l’amico gay con tutto quel linguaggio onomatopeico”.
Ometto la comica profusione di suoni che comincia a riprodurre, mentre canticchia “Fumetti in tv, fumetti in tv”. Lascio Vladimir che canta in mezzo al mare e immagino come sarebbe divertente averla come nostra “inviata speciale"
fonte www.vladimirluxuria.it
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Lgbt "IL DIRITTO DI ESSERE DONNA" tre incontri sull’universo femminile, organizzato da Arcilesbica Treviso
Ciclo di tre incontri sull’universo femminile nelle sue preziose forme, organizzato da Arcilesbica Treviso in collaborazione con la Libreria Lovat.
Presso: Libreria Lovat, Via Newton 32, Villorba, Treviso
Sabato 9 ottobre, dalle ore 18: Identità voluta.
Le lotte femministe: le conquiste, le sconfitte, le contraddizioni, gli obiettivi, le speranze.
Relatrice: Maria G. Di Rienzo
Domenica 17 ottobre, dalle ore 16.00: Identità privata.
La sconosciuta zona grigia tra velamento e svelamento.
Relatrici: Giovanna Camertoni, Elisa Manici
Sabato 23 ottobre, dalle ore 18.00: Identità in transito.
Il mondo transessuale e transgender tra miti, pregiudizi e realtà.
Relatrice: Mara Siclari, Relatore: Marco Inghilleri.
Se siete in zona, vi aspetto!
fonte /lunanuvola.wordpress.com
venerdì 8 ottobre 2010
Lgbt, Network Internazionale per la Depatologizzazione delle identita Trans, (International Network for Trans’ Identities’ Despathologization)
Stop Trans Pathologization-2012 è una campagna a favore dell’eliminazione delle identita’ trans (transessuale e transgender) dai manuali dei Disordini Psichiatrici (DSM dell’Associazione Psichiatrica Americana – APA, la cui edizione riveduta uscira’ nel 2013, e del CIE dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ – WHO, che uscira’ nel 2014).
Molte sono le persone e associazioni che aderiscono al Manifesto dell’STP-2012.
L’azione principale del STP-2012 sono le manifestazioni contemporanee in varie cittá el mondo, che si svolgono ogni mese di Ottobre dal 2007.
La prossima di queste manifestazioni sara’ il 23 Ottobre 2010 in cittá in diversi continenti.
Se volete unirvi a questa campagna e cominciare ad organizzare delle mobilitazioni nella vostra citta’, oppure per qualsiasi dubbio, domanda o informazione, scrivete a contact@stp2012.info / (+34) 668 81 78 72.
Tutte le informazioni su www.stp2010.info
fonte http://www.stp2012.info/old/it via vladimirluxuria.it/
Lgbt socialnetwork, Amore da internet
Un tempo chi passava ore e ore al computer era definito nerd e un po’ sfigato ora, invece, una nuova ricerca ha evidenziato che le persone che hanno un accesso ad internet hanno maggiori chanche di trovare l’anima gemella.
Michael J Rosenfeld, professore associato di sociologia della Stanford University, afferma che i risultati della sua ricerca permettono di superare la convinzione che internet sia da ostacolo alle relazioni reali.
Lo studio ha coinvolto 4002 adulti dei quali 3009 in una relazione ed ha indagato come questi avessero trovato il proprio partner e che tipo di relazione avessero.
Le nuove teconologie hanno la capacità di trascendere i limiti dello spazio fisico e questo è un punto importante nella ricerca del proprio partner.
Prima dell’avvento di internet era possibile trovare marito soprattutto nel vicinato, all’interno del proprio territorio grazie magari alla mediazione della famiglia o delgi amici.
I dati di questo studio hanno messo in evidenza che i metodi tradizionali per incontrare il proprio partner, come la famiglia, il luogo di lavoro o la scuola, sono in declino. Al contrario internet sta guadagnando terreno come posto di incontro per le coppie, diventando secondo solo dopo “gli amici”.
Trascendendo la localizzazione geografica, internet permette di liberarsi dalle influenze sociali della famiglia e del vicinato e scegliere più liberamente lasciando ampio spazio alle preferenze individuali piuttosto che alle interferenze culturali e sociali.
Internet pertanto riuslta essere un luogo di incontro molto importante per tutte quelle cateogrie di persone che con i metodi tradizionali hanno più difficoltà ad incontrare nuovi partner, come per esempio le persone di mezza età o gli omessuali ed aumenta inoltre la possibilità di formare coppie miste.
La ricerca ha mostrato che la maggior parte delle coppie intervistate non avrebbe potuto avere nessuna connessione sociale se non ci fosse stato internet e quindi non avrebbe avuto la possibilità di incontrarsi altrimenti.
Dalla ricerca si evince inoltre che le coppie formatesi tramite internet sono tanto soddisfatte e solide quanto quelle formatesi in altro modo.
Internet dunque non è solo un mezzo attraverso il quale rimanere in contatto con la nostra cerchia di amici, ma sta diventando sempre più un nuovo tipo di intermediario sociale che può ridare forma alle relazioni e alle coppie.
Sarebbe interessante vedere se anche in Italia c’è questo effetto Internet.
Fonte Telegraph.co.uk, via blog.donnamoderna.com
Personaggi lgbt friendly, Daniel Radcliffe "Harry Potter" difende i diritti dei gay
Daniel Radcliffe, l'attore che interpreta Harry Potter nei film tratti dai romanzi della Rowling, è sceso in campo a difesa dei diritti degli omosessuali dopo alcuni gravi recenti fatti di cronaca: "Apprendere della morte suicida di Tyler Clementi, Seth Walsh, Asher Walker, Billy Lucas e Justin Aaberg è stato straziante per me.
Questi giovani sono stati vittime di bullismo e tormentati da persone che avrebbero dovuto essere loro amici. Abbiamo la responsabilità di essere migliori di loro, e accettare le differenze altrui indipendentemente dall'orientamento sessuale, identità di genere, razza, abilità o di religione e di lottare per le vittime di bullismo.
Quando un amico si sente depresso o dice che sta pensando di uccidersi, dobbiamo prenderlo sul serio e aiutarlo. La mia più profonda solidarietà va alle famiglie e agli amici di queste persone".
Daniel è impegnato da tempo a difendere i diritti dei gay come dimostra il suo sostegno all'associazione "Trevor Project" che aiuta i giovani omosessuali ad ambientarsi in una società che non li accetta.
fonte fantasy.blogosfere.it/ da Stefano Landenna
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Lgbt, Sport and Fashion: Ivan Scannell
Ivan Scannell nasce l'11 novembre 1985 a Sydney, in Australia. Modello ed atleta, si è aggiudicato il titolo di "Mr. Supermodel Australia" nel 2006.
È anche un velocista e si sta allenando per rappresentare l’Australia ai giochi olimpici del 2012, che si terranno a Londra. È alto 185 cm e pesa poco meno di 75 kg.
Le sue fotografie sono apparse su numerose riviste nazionali ed internazionali, come "GQ Magazine", "Hair Magazine", "Salon Magazine", "InStyle Magazine" e "American Crew Catalogue".
Portato per gli affari (ha già aperto due fiorenti attività: una di psicologia pratica e l'altra di consulenza ai centri benessere e ai personal trainer), quest'anno si sta occupando di dar vita ad una sua nuova etichetta di moda e di sviluppare a livello internazionali le attività che ha già avviato.
Dal punto di vista sportivo, Ivan è un corridore di atletica leggera. Attualmente si sta allenando per rappresentare il suo Paese alle Olimpiadi del 2012 di Londra.
nel tempi libero si dedica al surl, alla chitarra e al sassofono.
fonte gayburg.blogspot.com
giovedì 7 ottobre 2010
Lgbt, Presentazione del libro 'ELEMENTI DI CRITICA TRANS' Sabato 9 ottobre CircoloPink Verona
CircoloPink Verona Sabato 9 ottobre 2010
Presentazione del libro
"Elementi di Critica Trans"
ed. Il Manifesto 2010
a cura di: L. Arietti, P. Marcasciano, C. Ballarin, G. Cuccio
I curatori del libro saranno presenti - sarà presente Lorenzo Bernini ricercatore di Filosofia Politica dell'Università di Verona, introduce il libro Novello Paglianti Università di Padova
presentazione libro ore 19.00 - segue aperitivo e cena
"Questo volume raccoglie interventi riflessioni sull'esperienza trans - intesa in senso individuale e collettivo - da parte dei soggetti protagonisti in occasione del primo seminario residenziale transessuale/transgender svoltosi nella primavera del 2008.
Un dibattito all'interno della variegata ed eterogenea scena trans sulle questioni che rimandano al significato della propria esperienza e alla possibilità/capacità di costruire una soggettività critica, nel tentativo di arrivare a posizioni sondivise su storia, genere, sesso, patologia, autodeterminazione, senso e significato delle parole.
Una discussione a più voci che si avvale anche del contributo
di testimoni privilegiati, scelti in base al loro rapporto con la scena transessuale/transgender e alla loro conoscenza di essa. I Curatori: Laurella Arietti, Christian Ballarin, Giorgio Cuccio e Porpora Marcasciano fanno parte del Coordinamento Trans Sylvia Rivera, che riunisce alcune realtà associative e individualità trans
in Italia.
Il Coordinamento si è formato nell'ottobre del 2006 come momento di confronto sulle questioni e i progetti che interessano la realtà trans nei suoi molteplici aspetti"."
>info pink: 346 6902144 - 045 8012854
info@circolopink.it - www.circolopink.it
Lgbt, A Miss Italia parteciperanno ragazze transessuali
«Una trans a Miss Italia? Perché no».
Chiusa l’edizione 2010, la storica organizzatrice del concorso Patrizia Mirigliani apre alla possibilità di portare ragazze transessuali sul palco di Salsomaggiore Terme. «Miss Italia è lo specchio dei tempi, si aggiorna continuamente e questa caratteristica ne decreta il successo da 70 anni ha detto a margine di una serata mondana in una villa della Capitale per quest’anno il concorso vietava ai trans di partecipare, ma nel futuro è una possibilità che intendiamo valutare».
Non fantascienza, ma un’eventualità concreta secondo la Mirigliani: «Il corpo stesso delle donne sta cambiando in un’altra direzione. Oggi esiste un tipo di femminilità diversa da quella classica, più androgina, muscolare, molto particolare».
Come quella di Alessia Mancini, la concorrente romana la cui fisicità aveva ricordato a molti quella di un transessuale: «Alessia? Una bellissima ragazza diventata suo malgrado il tormentone dell’estate, esattamente come fu per il lato B». Il concorso, «di cui sono soddisfatta e che spero un giorno mio figlio voglia organizzare insieme a me», nel 2011 subirà comunque una serie di modifiche.
«Chiederò l’abolizione del voto palese, non ho condiviso l’idea di rendere pubblici i voti dati alle ragazze. Va bene la suspance, va bene la polemica, ma questo tipo di selezione va rivista. In generale cambierà tutto il format del programma, intendo portare sul palco molte più ragazze».
La conduzione di Miss Italia, nelle salde mani di Emanuele Filiberto di Savoia, potrebbe essere l’unico elemento a non mutare: «È troppo presto per riconfermarlo, ma Emanuele mi ha convinta.
Per me è stata una rivelazione, è nazionalpopolare, piace a tutti, tiene un basso profilo ed è intelligente e cortese». Semaforo verde anche per la vincitrice di quest’anno Francesca Testasecca, «una delle mie preferite.
Ha vinto la sua bellezza mediterranea, dal fisico longilineo e la bella bocca. Un’estetica molto rassicurante». Rassicurante come la quiete prima della tempesta.
fonte www.ultimenotizie.tv di Ilaria Ravarino
Nuova polemica dopo il foyer utilizzato per i ricevimenti. Fittasi per feste Teatro San Carlo con orchestra, i musicisti: non suoniamo ai matrimoni !
NAPOLI, i lavoratori del Teatro offerti nel «pacchetto cerimonia»
Gli artisti: «Noi all’oscuro. È un’iniziativa vergognosa»
Che già da anni il nostro più prezioso tempio della Musica avesse sdoganato il suo foyer per ricevimenti, matrimoni (con tanto di ballerine brasiliane regolarmente sfilate dall’ingresso artisti o complessini da camera) e occasioni di cui all’indomani restavano in concessione al concerto di turno le sontuose ma già appassite composizioni floreali, era cosa già nota.
L’ultima novità, però, è che la ditta San Carlo & Co. metterebbe a disposizione per un «evento da sogno» non solo i suoi luoghi ancor freschi di restauro fatto, ma a finire nel «pacchetto» sono addirittura anche gli artisti della Fondazione. Tipo musicanti di Brema.
L’OFFERTA – Basta andare in rete e cliccare ditta Pascalucci abbinata al San Carlo o, meglio, entrare nel sito ufficiale del Lirico napoletano, scegliere l’icona Il San Carlo per i tuoi eventi e leggere: «Dai vita anche tu ad un evento esclusivo nelle sale del teatro più bello del mondo!
I velluti purpurei, gli eleganti marmi, i bassorilievi dorati faranno da sfondo a momenti indimenticabili». Poi, i dettagli: «Un’atmosfera elegante e sofisticata saprà accogliere gli ospiti dall’imponente scalone dell’ingresso, mentre il nostro personale sarà pronto a fornirti un valido e professionale supporto ad ogni necessità.
Grazie ai recenti restauri, il Teatro San Carlo è il luogo più adatto per qualsiasi tipo di happening, mostra, défilée, convegno e vernissage: un luogo capace di coniugare al divertimento l’incontro culturale ed il meeting professionale, nel cuore della metropoli partenopea».
E non è tutto: «L’accoglienza degli ospiti sarà curata dalle nostre hostess, mentre cene, cocktail e rinfreschi potranno essere forniti dalla pregiata ditta Pascalucci». E merita attenzione soprattutto perché ad oggi inedito l’accesso a luoghi e a materiali sacri per noi tutti del mestiere: «Avrai a tua disposizione camerini, sale prove, noleggio costumi e attrezzature tecniche di ultima generazione».
In chiusura di reclame, c’è il colpo di grazia: «Inoltre i nostri artisti del Coro, dell’Orchestra e del Corpo di Ballo saranno lieti di occuparsi dell’intrattenimento musicale».
LA PROTESTA – Peccato però che la maggior parte degli artisti del San Carlo non sappia nulla dell’iniziativa che certo non giova alla loro immagine professionale. E chi se ne è accorto non sembra affatto d’accordo. «È una cosa estremamente grave, la fine per le nostre fondazioni lirico-sinfoniche», commenta Stefan Buchberger, primo trombone. «Messa in questi termini aggiunge il primo fagotto, Mauro Russo l’iniziativa è vergognosa.
Sarebbe accettabile un concerto di alto livello in Sala, magari al termine di un convegno, ma non parlare d’intrattenimento musicale». In linea con lui, anche Maria De Simone, soprano del Coro: «È una vergogna che ci impelaghino in simili prestazioni, soprattutto in vista dei rigidissimi vincoli del nuovo decreto». «Credo si stia perdendo la bussola dei reali problemi del Teatro», aggiunge il primo clarinetto, Luca Sartori.
Sempre dall’orchestra, infine, il cornista Salvatore Acierno: «Abbiamo studiato e fatto concorsi per fare ben altro, non per suonare ai matrimoni». Insomma: nessun dubbio che, anche per un’antica istituzione quale il San Carlo, sia bene aggiornarsi accelerando sul marketing. Nel rispetto e nella tutela, però, dell’immagine immagine storico-artistica della Fondazione.
Chissà se gli invitati al banchetto nel Foyer sapessero che, proprio nel luogo in cui stanno allegramente bevendo e mangiando, mezzo secolo prima una folla culturalmente consapevole rendeva in religioso silenzio e per un intero giorno omaggio alla salma «ancora in frac» del grande direttore Franco Capuana, morto nel suo camerino subito dopo essersi accasciato sulla partitura lo ricorda in un suo scritto il valoroso Profeta mentre dirigeva il «Mosè» rossiniano appunto al San Carlo.
In quel caso, forse, gli passerebbe la voglia di brindare.
fonte nonzittitelarte.blog.tiscali.itPaola De Simone
Libri lgbt, Queerblog incontra Marco Politi, autore di “Io, prete gay”
Gianni Geraci, in uno dei passaggi dell’intervista che ha rilasciato a Queerblog.it, ha citato Io, prete gay. In molti, come abbiamo già potuto osservare durante l’estate, hanno riportato all’attenzione il libro che Marco Politi (vaticanista di Repubblica passato al Fatto) pubblicò nel 2006.
A quattro anni di distanza dalla prima stampa abbiamo deciso di incontrare il giornalista per capire se le critiche che in molti hanno fatto a Panorama, che sui preti omosessuali ci ha fatto un’inchiesta lo scorso luglio, hanno o meno un fondamento.
Nelle ultime settimane ha fatto discutere molto il servizio di Panorama riguardante i preti gay? Ha avuto modo di leggerlo? Cosa ne pensa?
Al di là delle polemiche suscitate, e dei problemi che si pongono in merito alla privacy delle persone fotografate, ritengo che l’inchiesta abbia riportato l’attenzione del pubblico su un problema antico: la vita scissa che fanno molti preti. Impeccabili dal pulpito la domenica e poi totalmente liberi nei rapporti sessuali – sia etero che gay, in altri momenti. La Chiesa generalmente chiude gli occhi su questo fenomeno, ma è così.
Un giornalista del Giornale prendendo le distanze dal lavoro di Panorama ha citato il suo libro “Io, prete gay” sostenendo che la sua produzione è migliore. Per chi non avesse avuto modo di leggere il suo manoscritto ci può ricordare di cosa scrive? In cosa differisce dall’inchiesta di Panorama?
Io prete gay, che si può trovare negli Oscar Mondadori, l’ho voluto scrivere per raccontare proprio queste vite doppie. Nella loro cruda verità ma senza ammiccare al lettore come se gli fornissi un racconto a luci rosse. È la testimonianza autentica di un sacerdote, che vive a Roma ed è pienamente inserito nelle strutture ecclesiastiche, il quale scopre nella maturità la propria tendenza omosessuale.
Si verifica in lui una vera e propria “esplosione” fisica e psicologica. Ha dei rapporti, si pente, ricomincia, vorrebbe fermarsi, poi inizia un’esistenza di rapporti selvaggi. Passerà anche attraverso l’esperienza di una relazione gay di coppia stabile, diciamo quasi matrimoniale, e poi si riavvicinerà alla sua missione di prete.
La cosa che tantissimi lettori hanno trovato interessante è il racconto in presa diretta di un uomo di fede che scopre il proprio corpo e tenta di raggiungere un equilibrio tra sessualità e vita di sacerdote.
Pare che il Vaticano dopo la pubblicazione dell’inchiesta abbia chiesto ai propri sacerdoti omoerotici di fare coming out. Lei, che conosce bene le istituzioni religiose cosa suppone che accadrà?
Il Vicariato di Roma ha reagito con un duro comunicato, ma a quanto sembra i preti descritti da Panorama sono tuttora al loro posto. So per esperienza che in molte strutture ecclesiastiche si sa bene che un prete ha l’amante (uomo o donna che sia), ma i superiori non lo mandano via come ufficialmente dovrebbero.
Fanno finta di ignorare la cosa per “non dare scandalo” e soprattutto per non doversi privare di un sacerdote. Con il costante calo di preti è diventato un problema dover “sostituire” una persona che è stata cacciata.
Dal 2000, anno in cui a Roma è stato organizzato il World Gay Pride, per la comunità omosessuale in Italia non è cambiato molto dal punto di vista giuridico. Per l’esperienza che ha maturato in qualità di vaticanista ci può spiegare come è cambiato il rapporto tra la Chiesa e il Vaticano?
Il Gay Pride tenutosi a Roma proprio nell’anno del Giubileo ha avuto psicologicamente un grande impatto negli ambienti ecclesiastici. È stato occasione di dibattiti, di discussioni interne.
Credenti e non credenti hanno potuto vedere nella grande manifestazione l’omosessualità non nel suo carnevalesco di “sfilata”, ma soprattutto nel suo aspetto quotidiano di tante persone, che sono il vicino della porta accanto o il collega di lavoro, che vivono la loro omosessualità con la stessa naturalezza di un rapporto eterosessuale.
Vennero alla manifestazione anche tanti romani qualunque, non omosessuali, anche coppie con i bambini in carrozzella: segno di una comprensione e di una accettazione psicologica impensabile qualche decennio fa.
All’interno ella Chiesa cattolica sta crescendo tra parroci e anche in parte dei vescovi la consapevolezza che omosessualità non è sinonimo di perversione, ma un modo di esprimere la propria sessualità. E che sarebbe follia volerlo “curare” come pretendono alcuni ambienti fanatici. Esiste tuttavia nella Chiesa-istituzione uno zoccolo duro, forse ancora maggioritario, che considera l’omosessualità un peccato e un grave disordine rispetto ad una supposta legge di natura. Almeno i documenti dicono così.
In Italia il numero di gruppi di preghiera omosessuali stanno aumentando. Perché secondo lei? Il Vaticano, a differenza dei singoli vescovi sul territorio, non li riconosce?
Esistono gruppi di preghiera omosessuali, tante piccole associazioni di gay cattolici, che quest’anno hanno tenuto alla luce del sole il loro primo convegno nazionale addirittura in uno stabilimento scolastico gestito da religiosi! Per di più a pochi chilometri da Roma. È vero, “sul territorio” le cose stanno lentamente cambiando.
Le gerarchie vaticane, tuttavia, hanno ancora una grande paura di riconoscere questa realtà nella sua naturalezza. Ma come è mutato radicalmente negli ultimi cinquant’anni l’atteggiamento delle Chiese protestanti, così sarà inevitabile anche per la Chiesa cattolica arrivare nei prossimi decenni a riconoscere i gay come credenti con pari diritti.
fonte www.queerblog.it da giovanni molaschi
mercoledì 6 ottobre 2010
Lgbt coming out, La verità di Tiziano Ferro "Io, felice di essere gay" "Ora mi sento libero di essere omosessuale"
Intervista di Gino Castaldo. Mentre esce l'autobiografia "Trent'anni e una chiacchierata con papà", il cantante si apre con una coraggiosa confessione sulla propria vita privata
ROMA "La liberazione più grande è stata poter parlare con le persone che mi sono più vicine, con mio padre, la mia famiglia, gli amici, il resto è venuto naturale". E il resto è la più sincera confessione mai fatta da una popstar, almeno nel nostro paese.
Ci vuole coraggio, certo, ma anche una spericolata e assoluta radicalità per compiere un gesto come quello fatto da Tiziano Ferro. Dalla negazione, dal silenzio, dal riserbo quasi paranoico su tutto ciò che era la sua vita privata, alla pubblicazione dei diari personali: tanti e fitti di storie.
Riuniti in un libro intitolato Trent'anni e una chiacchierata con papà (ed. Kowalski in libreria dal 20 ottobre), in cui rivela tutti i suoi problemi: dalla bulimia dell'adolescenza alla non accettazione dell'omosessualità, dalla depressione all'incapacità di amare.
"E sì, sono prolifico anche in questo" racconta ridendo. Sembra sollevato, più leggero come se si fosse tolto un macigno di dosso, e in effetti se qualcuno lo immaginava ragazzo felice, ricco, di successo, leggendo questi diari dovrà ricredersi.
Sono pagine scelte nell'arco di quindici anni, dagli inizi della carriera fino ai nostri giorni, e ne viene fuori un ritratto inedito e appassionato: la fragilità, la depressione, la mancanza di amore, le fughe all'estero, l'università in Messico, la scelta di vivere a Londra, lontano dalla pazza folla del mondo pop italiano. Sì, certo, il successo, gratificazioni di ogni tipo, premi e riconoscimenti, una vita sempre al massimo ma dentro, il ragazzo Tiziano, soffriva le pene dell'inferno.
Sembra che abbia passato anni orribili. Com'è possibile?
"È possibile e come. Certi percorsi vanno fatti fino in fondo, detto adesso sembra quasi ovvio, ma quando ho riletto i miei diari, e non l'avevo mai fatto in tutti questi anni, sono rimasto sconvolto.
Ho capito che se mi fosse mancata la musica sarebbe stato un disastro: la musica mi ha dato un ancoraggio, la forza di svegliarmi per un lavoro, di non rovinare quello che facevo. Il problema è che mi ero totalmente isolato per non far vedere un tormento che era evidente. Questo è stato il mio macigno.
Da solo è tutto peggio. Il vero passo avanti, anche grazie alla decisione di andare in analisi, è stato quello di eliminare questa forma di auto controllo, pensavo che agli altri non interessassero i miei problemi. Quindi l'autoisolamento, forzatissimo".
Perché ha voluto mettere suo padre fin nel titolo?
"Un giorno ero andato a dirgli che volevo smettere di fare questo mestiere, che pure amavo. La decisione era frutto di questa paranoia elaborata in anni di meditazioni solitarie. Ero andato da lui perché mi sembrava onesto farlo, e papà mi ha spiegato che era una stupidaggine: se i motivi erano quelli, tipo l'omosessualità, facevo un grande errore.
Il problema era mio, ero io che lo vivevo come tale, non certo chi mi amava. Lì per lì ho pensato: ok, dice così perché è mio padre, e invece anche gli altri, gli amici, mi hanno detto le stesse cose. In fondo devo dare la colpa solo a me stesso".
Le reazioni l'hanno incoraggiata?
"Ma sì, la reazione di tutti è stata di sollievo, finalmente uno spiraglio di dialogo, anche perché io non andavo mai oltre un certo punto. Nelle relazioni tra me e gli altri mettevo sempre distanze, anche fisiche. La prima cosa che mi hanno detto tutti è stata: grazie per la fiducia.
Il mio manager, Fabrizio Giannini mi ha confessato: mi stai facendo un regalo, io non ne avrei mai parlato con te per non urtare la tua sensibilità, ma ero stufo di vederti triste dopo i concerti e di capire che non ti godevi quello che avevi, ti aiuto, troviamo insieme un percorso. La cosa più assurda è che non posso incolpare nessuno: non ho vissuto in un ambiente che nega l'omosessualità, ho fatto tutto da solo, il problema sono sempre stato io".
Però dal diario si percepisce un forte fastidio di fronte alle insinuazioni giornalistiche sulla sua presunta omosessualità...
"Se fossi stato in pace con una persona che amavo, avrei capito, ma io stavo da solo a rimuginare su qualcosa con cui non avevo fatto pace, di cui non parlavo mai neanche con gli amici più intimi.
Non era il gossip in sé, mi dava fastidio essere esposto su una cosa che mi creava problemi. Era surreale, se avessi avuto una doppia vita avrei capito, e invece così c'era il danno e la beffa. Ma il problema era tanto radicato che non riuscivo neanche ad averla una doppia vita. A me non piace l'idea di accettazione, mi fa tristezza, io amo la condivisione, è come se avessi messo da parte questa verità non potendo viverla pienamente alla luce del sole. Sapevo di non potermi rilassare al punto da permettermi una relazione piena".
E adesso, come si sente?
"Come in una bolla in cui tutto mi sembra surreale. Due anni fa ho iniziato una terapia, mi dicevano: lei è depresso, si deve curare, se mi avessero detto che sarei arrivato a questo punto non ci avrei creduto, ma sono contento per la mia salute. Perché alla fine sono un estremista, avevo paura di prendere i farmaci, poi ho visto che è stato utile iniziare, così come smettere a un certo punto. Mi sono fidato della strada intrapresa, anche se all'inizio l'acceleratore l'ho schiacciato alla cieca, poi si sono aggiunti mio padre, gli amici.
Sono ancora confuso, ma le mezze vie non mi sono mai piaciute. O sto a dieta o mi abbuffo, o siamo amici o niente. Sono in un fase di curiosità. Il mondo cambierà, lo sto guardando in maniera diversa, e spero che questo blocco sia sparito anche se devo ancora lavorarci su. Ora sento che davanti a me c'è una vita piena di opportunità".
fonte repubblica.it/
Lgbt, Città del Messico scopre il business della luna di miele gay
Da quando molti governi stanno approvando leggi sul matrimonio omosessuale, i funzionari messicani sperano di attrarre una parte crescente del mercato del turismo: quello dei viaggi di nozze tra persone dello stesso sesso.
La prima coppia a sposarsi, secondo il recente diritto argentino che consente i matrimoni tra persone dello stesso sesso a livello nazionale, arriva in Messico questa settimana, scrive la CNN, con un viaggio tutto spesato – e fa parte di una nuova spinta da parte del governo di Città del story.ribbon Città del Messico scopre il business della luna di miele gayMessico per corteggiare i viaggiatori gay.
MEXICO CITY NR.1 - “Ci auguriamo che molte coppie omosessuali che si sposano in tutto il mondo trascorrano la loro luna di miele qui“, dice Alejandro Rojas, segretario del turismo della città.Nel mese di luglio, la città ha aperto un ufficio rivolto a turisti gay che i funzionari descrivono come il primo del genere in America Latina.
”Siamo molto tolleranti, liberali, una città d’avanguardia“, afferma Rojas. I funzionari hanno inaugurato il nuovo ufficio, tagliando un nastro color arcobaleno. Rojas ha ribadito che l’obiettivo del servizio è quello di rendere Città del Messico la numero 1 nelle destinazione gay-friendly in America Latina.
AVAMPOSTO GAY IN MESSICO? - “Il Messico ha una tradizione culturale piuttosto maschilista … Questo è un segno di un cambiamento sociale molto importante“, dice l’architetto argentino Jose Luis David Navarro, che trascorrerà parte della sua luna di miele a Città del Messico questa settimana. Il segretario del turismo della città ha chiamato per congratularsi con Navarro e con il suo sposo poco dopo il loro matrimonio nel nord Argentina nel mese di luglio.
Per anni è stato raro vedere le questioni dei diritti gay avanzare in Messico e in altri paesi dell’America Latina. Ora non più, secondo Javier Corrales, un professore di scienze politiche all’Università di Amherst College in Massachusetts. “L’America Latina ha attualmente alcune delle città più gay-friendly del mondo in via di sviluppo“, dice Corrales, che classifica le città più gay-friendly del mondo in un nuovo libro che ha co-curato: “La politica della sessualità in America Latina”.
ESEMPIO PER GLI ALTRI - L’omosessualità resta un problema di divisione in gran parte story.ad Città del Messico scopre il business della luna di miele gaydel Messico, con politici conservatori che premono per leggi che vietano il matrimonio omosessuale in molti stati, dopo che Città del Messico ha approvato una legge sul matrimonio gay l’anno scorso.
Il paese leader della Chiesa cattolica romana ha avuto le sue voci di opposizione a Città del Messico, quando a marzo sono state approvate anche norme che permettono alle coppie gay sposate di adottare bambini. Ma in molti nella città sperano di dare un esempio forte che il resto del paese seguirà. Il progetto per il nuovo ufficio del turismo gay è ancora in lavorazione.
ECONOMIA GAY-FRIENDLY - Oltre alla formazione negli alberghi e ristoranti locali sul modo di essere sensibili alla clientela gay, i funzionari dicono che la speranza è di creare mappe della città, evidenziando le attrazioni per i turisti gay e possibilmente ospitare una conferenza internazionale del turismo gay. Alberghi, ristoranti e aziende di Città del Messico hanno risposto positivamente al programma finora, così molti sponsor si offerti per una luna di miele gratis per la coppia argentina.
L’impatto economico annuale di viaggiatori gay, lesbiche, bisessuali e transgender è di circa 63 miliardi dollari solo dagli Stati Uniti, secondo la Community Marketing, Inc. di San Francisco. Su scala globale, Rojas dice che il numero è ancora maggiore. “In tutto il mondo rappresenta un mercato molto importante“.”I turisti gay rappresentano il 15 per cento del mercato turistico del mondo e spendono più soldi dei turisti eterosessuali quando viaggiano“.
LA CILIEGINA SULLA TORTA - Riconoscere il valore commerciale del turismo gay è un passo positivo, dice Navarro, ma dimostra anche che il cambiamento sociale è più necessario.”Mi auguro che arrivi un giorno, in futuro, quando non sarà necessario avere un ufficio per i turisti gay, proprio come non c’è un ufficio per i turisti asiatici“, ha spiegato.
Ma per ora aggiunge che lui e suo marito non aspettano altro che la possibilità di visitare Città del Messico per la prima volta.”La nostra valigia è già pronta.Dopo 27 anni di felicità insieme, questa è la ciliegina sulla torta“.
fonte giornalettismo.com/
Icone lgbt, Madonna, in Rete l’inedito “Broken (I’m sorry)” … che vi ricorda?
E’ in Rete da qualche giorno “Broken (I’m sorry)“, una canzone della Regina del Pop Madonna che curiosamente si trova solo sui siti di videosharing e che l’artista italo-americana non ha voluto incidere. Il brano è il frutto della collaborazione tra la senza eredi Miss Ciccone ed il noto produttore di ‘trance music’ Paul Oakenfold.
Molti non capiscono come mai non sia stato editato questo pezzo. Evidentemente non l’avevano ascoltato.
fonte gaywave.it
martedì 5 ottobre 2010
Personaggi lgbt “Io sono colei che mi si crede” Come vivere e sorridere secondo Luxuria
Ama talmente tanto la Sicilia da aver reso omaggio, nella home page del proprio sito a Luigi Pirandello scegliendo una frase tratta da “Così è (se vi pare)”.
«Io sono colei che mi si crede», citazione più che appropriata per Vladimir Luxuria, che ho avuto il piacere di incontrare a San Vito Lo Capo in occasione della XIII edizione del “Cous Cous Fest”, il festival internazionale dell’integrazione.
Nel tentativo di apparire al passo con i tempi, ci dichiariamo tutti moderni e tolleranti, pronti a capire e ad accettare ma l’integrazione vera è un’altra storia e Vladimir lo sa bene.
Un sorriso smagliante ed una gentilezza che ti conquista immediatamente, facendoti pensare che il mondo sarebbe più bello e vivibile se solo ci fossero più persone così. Abbiamo parlato di molte cose, la cucina, la vita, la politica, i valori.
Vladimir Luxuria è una guerriera nel vero senso della parola. Ha capito, sin da giovanissima, da quando si rese conto che la propria identità sessuale non coincideva con il sesso biologico attribuitole da madre natura, che l’intolleranza esiste ma può essere combattuta e che nessun essere umano deve essere additato come diverso e discriminato in quanto tale.
Già, quelle barriere, quei limiti che esseri umani pongono ad altri esseri umani, rendendo la loro vita difficile. E proprio la cucina sembra a Vladimir un ottimo luogo dove iniziare ad abbattere le barriere, perché dice «dando spazio alla fantasia ed utilizzando la propria creatività tutto può cambiare, a tavola, nella preparazione di una ricetta così come nella vita».
La vita spesso non è come vorremmo, questo lo sappiamo bene. Vladimir Luxuria mai avrebbe potuto arrendersi, soggiacendo ai ruoli e alle aspettative che la società impone. Parte da Foggia in direzione di Roma e cambia la propria vita.
Una laurea in Lingue e Letterature Straniere, il mondo dello spettacolo, l’impegno per i diritti della comunità LGBT di cui diventa ben presto attivista. Le apparizioni televisive e le interviste, la carriera politica, dimostrando, sin dall’inizio, il proprio interesse verso un trattamento egualitario di ogni persona, indipendentemente dall’orientamento sessuale.
Nel corso della nostra chiacchierata le chiedo se non senta a volte, il peso della responsabilità di essere considerata un esempio per chi lotta al fine di farsi accettare. Mi risponde senza esitazione alcuna :«assolutamente no – dichiara – sono orgogliosa che le persone che lottano per non farsi mettere i piedi in faccia dagli arroganti possano riconoscersi nelle mie battaglie».
La osservo con attenzione, percepisco la sua serenità, la caparbietà, la consapevolezza di chi sa che la strada da percorrere è ancora lunga. «Il fatto che qualcuno possa aver bisogno di me è un buon motivo per alzarsi al mattino, uscire per strada, reagire e combattere», così Vladimir mi descrive l’inizio di ogni sua giornata.
Forza interiore, determinazione e grinta da vendere; ascolto le sue parole e penso che tutto potrebbe realmente cambiare, se solo lo volessimo.
fonte vladimirluxuria.it, Un’intervista di Veronica Femminino per blogsicilia.it
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Associazioni lgbt, Verona il prossimo incontro del gruppo genitori RAINBOW sarà Giovedì 07 Ottobre 2010
GRUPPO GENITORI RAINBOW
GENITORI DI FIGLI OMOSESSUALI E GENITORI OMOSESSUALI
Cari amici tutti.
Vi scrivo per condividere con voi la mia grande emozione e la mia soddisfazione nel vedere il gruppo genitori RAINBOW che sta funzionando molto bene ed oltre la più rosea aspettative. Ieri sera c’è stato un altro incontro .
Alla fine, praticamente tutti, hanno espresso molta soddisfazione ed entusiasmo per il tipo di gruppo e auspicano che vi sia una continuità nel tempo. Questo gruppo si sta rivelando un’occasione molto preziosa per i partecipanti ed anche per altre persone che ancora non sono venute, ma che potrebbero essere interessate.
Il prossimo incontro sarà giovedì 07 ottobre 2010.
Chiedo a tutti di darci una mano a pubblicizzarlo e a segnalarlo ogni qual volta possa essere utile. Grazie e buona giornata. Ermanno
Se volete ricevere informazioni su di noi, lo potete fare telefonandoci al: 349.3134852 o scrivendoci una e-mail: familygay.verona@gmail.com
Altre informazioni le trovate presso le sedi delle associazioni e dei gruppi LGBT veronesi, o sul sito:
http://familygayverona.blogspot.com/
fonte familygayverona.blogspot.com
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Cinema, Ramadullah il ragazzino afghano ritrovato dal padre grazie ad un film, ricordate "Il volo" di Wim Wenders
Avevo già parlato di questo film in un post del 29 Agosto, il link di seguito
http://lisadelgreco.blogspot.com/2010/08/lgbt-film-diversita-e-solidarieta-il.html
Il piccolo Ramadullah era scappato dall'Afghanistan. In Italia ha recitato la parte di un amico del protagonista del film di Wenders che ha inserito alcune scene "reali" partendo dalla storia raccontata dal bambino. Il padre lo ha riconosciuto e i due si sono ritrovati.
Un bambino afgano ha ritrovato il padre grazie al film "Il Volo" girato da Wim Wenders a Riace, la cittadina della Calabria che ospita gli immigrati che sbarcano sulle coste. Lo riporta oggi 'Il Quotidiano della Calabria'.
Il piccolo Ramadullah recita la parte di un amico del protagonista Peppino, ma nel film sono state inserite alcune scene "reali" grazie alla folgorazione del regista che ha ascoltato la storia raccontata dal bambino e ha modificato appositamente la sceneggiatura per poterle inserire nel cortometraggio.
In una notte di guerriglia, Ramadullah è stato raccolto dallo zio e insieme ai cugini hanno vagato, dopo essere scappati da quella zona di guerra, fino ad approdare in Italia. Il padre ha riconosciuto il figlio proprio grazie alle scene del film in cui il bambino racconta la sua storia.
Allora ha contattato l'ambasciata italiana in Norvegia, dove si era trasferito, ed è riuscito a ricongiungersi con il genitore. Anche il piccolo Ramadullah ora e' andato a Oslo - riporta il quotidiano regionale - ma telefona continuamente il sindaco di Riace, Mimmo Lucano, per chiedere come stanno i suoi amici.
fonte rainews24.rai.it
Lgbt, Star bisex: come esprimere la propria sessualità
Credo che la sessualità di ogni persona debba esprimersi liberamente, senza condizioni sociali e famigliari e che ognuno debba trovare a modo suo la felicità in un rapporto di coppia. In questo senso però, le star amano spesso fare dichiarazioni forti, soprattutto sui loro gusti sessuali e sul loro modo di vivere l’amore.
Credo che spesso siano dichiarazioni vere ma qualche volta anche preparate ad arte per far parlare i mass media, magari prima dell’uscita di un film. Voi cosa ne pensate? E’ però innegabile che, davanti a dichiarazioni così forti, molte persone che magari non avrebbero il coraggio di fare outing si sentano rincuorate.
La prima ad esprimere senza peli sulla lingua le sue preferenze è Megan Fox che non ha mai nascosto di essere bisessuale: “Non ci trovo niente di strano nel fatto di amare sia uomini che donne posso pensare senza problemi di avere una relazione con una ragazza”, ha sottolineato Megan ad Esquire nel marzo del 2009.
Fa un po’ riflettere però il fatto che la bella Megan abbia deciso di fare outing proprio prima dell’uscita del suo film Jennifer’s Body, in cui era prevista una scena lesbo con la collega Amanda Seyfried.
Anche Angelina Jolie non ha mai nascosto la propria bisessualità: tutti sanno della sua relazione con la modella Jenny Shimizu: “Probabilmente avrei sposato Jenny se non avessi sposato mio marito (l’attore inglese Jonny Lee Miller), mi sono innamorata di lei il primo momento in cui l’ho vista”.
Anche Cameron Diaz non ha dubbi a riguardo e dichiara: “La sessualità e l’amore sono cose diverse tra loro. Sono attratta sessualmente dalle donne ma questo non vuol dire che io possa innamorarmi di loro.
Detto questo, non vuol dire che io sia lesbica. Oggi purtroppo si tende ad etichettare troppo facilmente i gusti in fatto di sesso, quando è un argomento così difficile da definire”. Anche in questo caso però le dichiarazioni sono arrivate proprio prima dell’uscita del suo film con Tom Cruise.
E se ne potrebbero citare molte altre, come Anna Paquin, Christina Aguilera, Lady Gaga, Sandra Bullock e Lindsay Lohan che hanno fatto outing e mostrato al mondo i loro sentimenti, sia che fossero per un uomo o per una donna.
fonte coppia.pourfemme.it, da Francesca Bottini
lunedì 4 ottobre 2010
Lgbt, Nuovo Direttivo del MIT Bologna Movimento Identità Transessuale
Il MIT (Movimento Identità Transessuale), comunica a tutti i referenti istituzionali, politici, alle associazioni, ai progetti che, in seguito alla scomparsa della sua Presidente e legale rappresentante, l’assemblea dei soci riunitasi domenica 19 settembre 2010 ha eletto il nuovo direttivo così composto:
• Presidente Porpora Marcasciano
• Vice Presidente Cathy La Torre
• Segretaria Nicole De Leo
Consiglieri:
Simone Cangelosi, Alessandro Iuliano, Valerie Taccarelli, Valeria Toro
Deliberando altresì che in veste di invitati permanenti al medesimo saranno:
Eva Carieri, Giorgio Cuccio, Alessandra Gracis, Daniela Pompili, Regina Satariano.
Il nuovo direttivo si impegnerà a sostenere e valorizzare tutti i servizi e i progetti già attivi promuovendone di nuovi.
Manterrà alta l’attenzione sulle politiche e le azioni volte alla difesa dei diritti, impegnandosi in prima persona affinchè questi siano rispettati e promossi. Perseguirà la politica di mediazione e confronto che ci contraddistingue da sempre con associazioni, enti, istituzioni.
fonte www.mit-italia.it/
Lgbt, Social network: quando l'anima gemella finisce nella Rete, amarsi un po' ai tempi di Internet
L'avvertimento, non fidatevi di chi chiede denaro
In Italia sono circa 2 milioni le persone che si rivolgono alle cosiddette 'agenzie matrimoniali' on line per trovare l'amore sul web. Ma attenzione alle truffe. E un consiglio: no a una fotografia troppo perfetta. L'esperto: ''Con il dating on line ci si conosce in modo diverso''. Obiettivo? ''Sempre e comunque uno: l'incontro''
Trovare la donna dei sogni o il principe azzurro comodamente seduti sulla propria poltrona di casa. E' questo il rivoluzionario punto di partenza alla base della nascita (prima) e dello sviluppo (poi) di molte agenzie on line specializzate in incontri. Diffusione che è andata aumentando in questi primi 10 anni del terzo millennio.
Come a dire: passeggiare per ore lungo le vie del centro anche se piove cercando di incrociare uno sguardo? Non è necessario. Andare a cena a casa di amici per conoscere qualche persona speciale? Se ne può fare a meno. Del resto, se digitando 'anima gemella' in un motore di ricerca vengono fuori quasi 600.000 risultati e se in Italia sono circa 2 milioni le persone che si rivolgono alle cosiddette 'agenzie matrimoniali' on line, vuol dire che 'qualcosa accade' per davvero anche nel virtuale.
Perché cercare l'anima gemella on line? Maurizio Zorzetto, country manager di 'Meetic Italia', non ha dubbi: ''Perché Internet offre una possibilità in più che non preclude le normali modalità per incontrarsi. Si possono conoscere persone al di fuori della propria cerchia''; si tratta di ''conoscersi in modo diverso'' e l'obiettivo di chi si iscrive è sempre e comunque uno: l'incontro. ''Il 70% degli iscritti dopo un mese ha il primo incontro'' aggiunge.
Navigando alla ricerca di un partner, tra iscrizioni gratuite o semigratuite, sono diversi i siti che si occupano di amore on line: c'è chi vanta i suoi oltre 21 milioni di utenti registrati, chi i 10 milioni di iscritti e anche chi, come sottolinea Zorzetto, può garantire che ''ogni settimana nascono più di 340 storie d'amore''. Dati ricavati da una ricerca Ispos commissionata da 'Meetic' per scoprire quale fosse il motivo che portava le persone a cancellare la propria iscrizione.
Visto che l'amore è 'cieco', però, come capire se Fragolina77 non sia in realtà un canuto ex studente di ingegneria? Contro gli 'incontri-truffa', ogni sito offre anche dei piccoli consigli.
Per esempio, se il profilo della persona contattata presenta una fotografia troppo perfetta, è importante chiedere di vedere più foto possibili. ''Anche perché - aggiunge Zorzetto - a fingere di essere chi non si è ci si rimette e basta. Lo ripeto, in fondo l'obiettivo del dating on line è l'incontro''. Dunque, ''meglio non mettere nel profilo la foto di quando si era un po' più giovani''.
Secondo altri consigli, sparsi sul web, prudenza quando una giovane donna contatta un uomo anziano. Spesso ci può essere un interesse economico dietro: meglio rimanere prudenti. E ancora, quando una persona conosciuta su Internet vi chiede denaro, state certi, è inaffidabile; alcuni possono chiedere soldi anche per raggiungere il luogo del primo appuntamento. E poi non si presentano.
Attenzione infine alle persone che lasciano numeri di telefono sospetti o indirizzi di caselle postali (i cosiddetti PO Box) senza indicare la via.
Ma chi si affida all'on line per trovare l'amore? ''Il nostro utente medio - dice Zorzetto - è uomo, tra i 30 e i 50 anni, con diploma o laurea. Le donne sono invece leggermente più giovani''. E conclude: ''La cosa importante è approcciare al dating in un ambiente sicuro e controllato'', per vivere con serenità la propria voglia di conoscere.
E non si tratta solo di una possibilità offerta alle persone eterosessuali: ''Al momento dell'iscrizione, infatti, una volta inserito il genere si può scegliere di conoscere anche persone dello stesso sesso''.
Ad ogni modo, che sia on line o meno, la prudenza al primo appuntamento non è mai troppa: restare un po' diffidenti quando si parla del proprio lavoro, della famiglia o della casa è una buona regola perché, come è facile immaginare, se qualcosa è troppo bello per essere vero, probabilmente, non è vero.
fonte adnkronos.com
In Italia sono circa 2 milioni le persone che si rivolgono alle cosiddette 'agenzie matrimoniali' on line per trovare l'amore sul web. Ma attenzione alle truffe. E un consiglio: no a una fotografia troppo perfetta. L'esperto: ''Con il dating on line ci si conosce in modo diverso''. Obiettivo? ''Sempre e comunque uno: l'incontro''
Trovare la donna dei sogni o il principe azzurro comodamente seduti sulla propria poltrona di casa. E' questo il rivoluzionario punto di partenza alla base della nascita (prima) e dello sviluppo (poi) di molte agenzie on line specializzate in incontri. Diffusione che è andata aumentando in questi primi 10 anni del terzo millennio.
Come a dire: passeggiare per ore lungo le vie del centro anche se piove cercando di incrociare uno sguardo? Non è necessario. Andare a cena a casa di amici per conoscere qualche persona speciale? Se ne può fare a meno. Del resto, se digitando 'anima gemella' in un motore di ricerca vengono fuori quasi 600.000 risultati e se in Italia sono circa 2 milioni le persone che si rivolgono alle cosiddette 'agenzie matrimoniali' on line, vuol dire che 'qualcosa accade' per davvero anche nel virtuale.
Perché cercare l'anima gemella on line? Maurizio Zorzetto, country manager di 'Meetic Italia', non ha dubbi: ''Perché Internet offre una possibilità in più che non preclude le normali modalità per incontrarsi. Si possono conoscere persone al di fuori della propria cerchia''; si tratta di ''conoscersi in modo diverso'' e l'obiettivo di chi si iscrive è sempre e comunque uno: l'incontro. ''Il 70% degli iscritti dopo un mese ha il primo incontro'' aggiunge.
Navigando alla ricerca di un partner, tra iscrizioni gratuite o semigratuite, sono diversi i siti che si occupano di amore on line: c'è chi vanta i suoi oltre 21 milioni di utenti registrati, chi i 10 milioni di iscritti e anche chi, come sottolinea Zorzetto, può garantire che ''ogni settimana nascono più di 340 storie d'amore''. Dati ricavati da una ricerca Ispos commissionata da 'Meetic' per scoprire quale fosse il motivo che portava le persone a cancellare la propria iscrizione.
Visto che l'amore è 'cieco', però, come capire se Fragolina77 non sia in realtà un canuto ex studente di ingegneria? Contro gli 'incontri-truffa', ogni sito offre anche dei piccoli consigli.
Per esempio, se il profilo della persona contattata presenta una fotografia troppo perfetta, è importante chiedere di vedere più foto possibili. ''Anche perché - aggiunge Zorzetto - a fingere di essere chi non si è ci si rimette e basta. Lo ripeto, in fondo l'obiettivo del dating on line è l'incontro''. Dunque, ''meglio non mettere nel profilo la foto di quando si era un po' più giovani''.
Secondo altri consigli, sparsi sul web, prudenza quando una giovane donna contatta un uomo anziano. Spesso ci può essere un interesse economico dietro: meglio rimanere prudenti. E ancora, quando una persona conosciuta su Internet vi chiede denaro, state certi, è inaffidabile; alcuni possono chiedere soldi anche per raggiungere il luogo del primo appuntamento. E poi non si presentano.
Attenzione infine alle persone che lasciano numeri di telefono sospetti o indirizzi di caselle postali (i cosiddetti PO Box) senza indicare la via.
Ma chi si affida all'on line per trovare l'amore? ''Il nostro utente medio - dice Zorzetto - è uomo, tra i 30 e i 50 anni, con diploma o laurea. Le donne sono invece leggermente più giovani''. E conclude: ''La cosa importante è approcciare al dating in un ambiente sicuro e controllato'', per vivere con serenità la propria voglia di conoscere.
E non si tratta solo di una possibilità offerta alle persone eterosessuali: ''Al momento dell'iscrizione, infatti, una volta inserito il genere si può scegliere di conoscere anche persone dello stesso sesso''.
Ad ogni modo, che sia on line o meno, la prudenza al primo appuntamento non è mai troppa: restare un po' diffidenti quando si parla del proprio lavoro, della famiglia o della casa è una buona regola perché, come è facile immaginare, se qualcosa è troppo bello per essere vero, probabilmente, non è vero.
fonte adnkronos.com
Cinema lgbt "Florence Queer.." Morrison, Basquiat, Depardieu... Firenze, il festival lungo 50 giorni
È il festival più lungo del mondo. Cinquanta giorni non sono uno scherzo. Ogni giorno due, tre, quattro film, dal 21 ottobre fino al 10 dicembre, e questo in uno dei più straordinari templi che mai siano stati dedicati alla settima arte, ossia il Cinema Odeon di Firenze, che non a caso fu scelto dai fratelli Taviani come set per il loro "Good Morning Babilonia.
Non solo: è un festival fatto di festival, praticamente una santa alleanza del cinema, dalla fiction al documentario etnomusicale, il tutto sotto il provvido coordinamento della Mediateca Toscana Film Commission e della Regione Toscana.
Dalla Francia all'etnomusicale. Praticamente il paradiso del cinefilo impenitente: nella città di Dante si susseguiranno il festival del cinema francese France Odeon - erede del mitico France Cinéma di Aldo Tassone, il Festival del film etnomusicale, il Festival cinema e donne, il Festival dei Popoli (che è il più antico appuntamento dedicato al cinema documentario in Europa)
Lo Schermo dell’arte film festival, il Florence Queer festival, il «River to River» dedicato al cinema indiano e il premio Nice, che promuove nel mondo il meglio della produzione italiana, avendo fatto partorire la credibilità internazionale di registi come Virzì, Martone, Archibugi, Soldini, Calopresti.
Da Depardieu a Jim Morrison. Sì, una specie di orgia di eventi: se France Odeon tra le altre cose lancia in prima nazionale titoli come "Mammuth, di Benoit Delépine e Gustave de Kervern con Gérard Depardieù (in concorso alla Berlinale) e "Illegal di Olivier Masset-Depasse, passato a Cannes, il Festival dei Popoli rilancia con l’attesissimo documentario di Tom Dicillo sui Doors e Jim Morrison, nonché con una personale del mirabolante canadese Peter Mettler.
Appassionante come sempre la proposta la festival del film etnomusicale: vedere per credere un capolavoro come "Desert Rebels di François Bergeron, sull’epopea dei ribelli tuareg del Niger che hanno lasciato il kalashnikov per imbracciare la chitarra elettrica, nonché "The Two Horses of Genghis Khan di Byambasuren Davaa, un viaggio musicale alla scoperta della Mongolia: protagonista la l’incredibile voce di Urna, la più celebre cantante del suo paese.
Lo schermo dell'arte. Citando alla rinfusa, segnaliamo l’anteprima italiana, nell’ambito dello «Schermo dell’arte», del film che Tamra Davis ha costruito intorno alla figura di Jean-Michel Basquiat, "The Radiant Child”, che la regista presenterà il 22 novembre a Firenze insieme a suo marito (nientemeno che il leader dei Beastie Boys Mike D), nonché i film dedicati al lavoro di grandi artisti come Francesca Woodman e Antony Gormley e l’anteprima di "Waste Land” di Lucy Walker, vincitore del premio del pubblico all’ultimo Sundance.
Il Queer festival Cinema, video, teatro & letteratura sono la chiave del Queer festival, che negli anni è diventato una delle più importanti rassegne LGBT italiane, mentre il River to River nel suo decimo anno di vita propone, tra le altre cose, una retrospettiva del regista indiano Satyajit Ray.
Voi forse non sapete chi sia: ebbene, è considerato uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, una specie di Orson Welles del Gange. Ha vuto un Leone d’Oro e un Oscar alla carriera. A Firenze potrete scoprire perché li ha meritati: avete cinquanta giorni di tempo.
fonte www.unita.it Roberto Brunelli
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ALEMANNO, POLVERINI E ZINGARETTI OGGI PREMIANO VINCITORI TORNEO INTERNAZIONALE DI TENNIS LGBTE
Si è concluso ieri, domenica 3 ottobre "Uno smash per i diritti civili", il torneo internazionale di tennis lgbte, organizzato da Dì Gay Project e Yellow Sport, iniziato ieri con grande successo di pubblico al TC Garden di Roma a Capannelle.
Ieri in campo insieme in doppio Imma Battaglia e Paola Concia contro due tenniste olandesi. Le premiazioni dei vincitori oggi alle ore 17.00 al TC Garden di Via delle Capannelle 217 con il Sindaco di Roma Gianni Alemanno, la Presidente della Regione Lazio Renata Polverini e il Presidente della Provincia Nicola Zingaretti.
Con loro anche gli organizzatori del torneo, Imma Battaglia, Paola Concia e rappresentanti delle associazioni lgbt.
"Lo sport puo' essere un grande veicolo contro le discriminazioni e per l'uguaglianza dei diritti - dichiara Imma Battaglia, presidente di Dì Gay Project. Con questo torneo abbiamo voluto dare un chiaro segnale a quanti pensano ancora che gay e lesbiche non possano essere atleti, abbattere un altro pregiudizio e portare a Roma atleti da tutto il mondo.
Questo torneo è un esempio di come Roma, candiata alle Olimpiadi nel 2020 può diventare la capitale dell’uguaglianza. Per questo insieme a Paola Concia abbiamo lanciato l'idea di organizzare un comitato per le Olimpiadi lgbt come avviene già in molte capitali e città europee da Barcellona a Colonia."
fonte digayproject.org
domenica 3 ottobre 2010
Lgbt “Evviva la neve” di Delia Vaccarello «Trans tra pregiudizi e sogni raccontati in un libro»
A Trieste si parla di trans. Con Delia Vaccarello , che ha scritto un libro delicato su un tema delicato: “Evviva la neve” (Mondadori)
E' stato presentato alla libreria Knulp, in via Madonna del Mare 7, insieme a Carlo Trombetta, Laura Scati e Fabianna Tozzi Daneri.
Trans: per gli italiani vuol dire scandalo Marrazzo, o Lapo Elkann; vuol dire Luxuria.
Delia Vaccarello, con il suo libro, con le storie che ha raccolto, anche qui a Trieste, all’ospedale di Cattinara, è andata oltre: oltre i pregiudizi. Forse perché, come si racconta: «Sono nata in Sicilia e mi sento cittadina di ogni luogo (spiaggia, aula, prato, strada, calle, autogrill, tv, radio, giornali) dove fiorisca la comunicazione».
E scrivere un libro su un tema così delicato è anche, e soprattutto, comunicare. Cos’è per lei Trieste, oltre alla città dove ha assistito, a Cattinara, all’operazione di cambio sesso che racconta nel libro? «Nascendo in Sicilia, ho visto la terra finire dove comincia il mare aperto. Burrascoso, ignoto.
Da una parte la riva, dall’altra l’orizzonte. L’Oriente di cui è figlia la magna Grecia, che mi respira dentro, era lontano. Ogni volta che arrivo a Trieste in macchina, imboccata la strada costiera, provo un grandissimo senso di pace; il mare è un lago, una parentesi tra le terre; l’Oriente è familiare, mi chiama».
È molto potente la sua descrizione di “costruzione e demolizione” in sala operatoria: e l’idea che, durante il tempo demolitivo in cui si tolgono gli organi, c’è silenzio; mentre quando si “costruisce” c’è quasi allegria. Quasi una metafora del diventare altro? «La demolizione per il medico, almeno per i chirurghi che ho visto all’opera all’ospedale di Cattinara, è un dolore necessario.
Per rinascere occorre trasformarsi; ad operare la trasformazione in questo caso sono medici. I medici non amano “decostruire” gli organi che sono sani dal punto di vista funzionale. Eppure questi organi, per la persona che si opera, sono terribili intrusi.
Quando la demolizione del pene è avvenuta, e la pelle viene conservata, quando vedi apparire il filo che cuce e rimodella nel modo desiderato i tessuti preesistenti, il medico prova sollievo: sta cucendo il futuro. La gioia è grande quando, nei mesi successivi, le pazienti chiamano e dicono: ho provato l’orgasmo. Il futuro è anche piacere». Perché il titolo, “Evviva la neve”?
È l’immagine del finale del libro, con la neve e i bambini dell’ospedale oncologico di Roma che non l’avevano mai vista; ma anche l’allusione al freddo terribile che sentono gli operati? «Le allusioni al gelo sono tante, soprattutto al gelo della morte fisica, morale, sociale. È gelido vivere in un corpo straniero, come se fosse quello “di un topo”, dice Susanna nel libro.
È gelido il pregiudizio necrofilo che marchia i corpi delle persone trans e li considera degradati, mostruosi, attraenti perché peccaminosi. È gelida la morte in vita. La neve? È morbida, è la scoperta della bellezza, della vita che può fiorire a dispetto di ogni ostacolo.
È la speranza. Dura un attimo? Non importa. È l’attimo in cui abbiamo scorto ciò che è invisibile». A rivelarci chi siamo è la nostra capacità di amare: così scrive. Dunque diventare o riconoscersi gay, lesbiche, o voler cambiare sesso, dipende dalle persone di cui ci innamoriamo? «Le parole “orientamento sessuale” e “identità di genere” non servono a rinchiudere gay e trans nel recinto caro ai pregiudizi. Si tratta di chiavi innovative utili per tutti, che non devono essere confuse.
Se le usiamo male o come fossero la stessa cosa, sbattiamo la testa contro porte chiuse. Se “amiamo” (nel senso che insieme all’altro diamo entrambi il meglio di noi) una persona del sesso opposto siamo eterosessuali, se la persona amata è del nostro stesso sesso siamo gay o lesbiche. Se invece recitiamo l’amore, non siamo né etero, né gay, ma confusi o pavidi.
L’identità di genere riguarda il soggetto, l’io: rivela a quale genere sentiamo di appartenere». In Italia spesso si confondono gay e trans… «Sì: purtroppo in Italia il pregiudizio e l’ignoranza assimilano gay e trans.
E avallano l’idea che il mondo si divida in categorie: qui i gay, là gli etero, eccetera. Invece l’amore, l’amore che non è mera recitazione, ci permette di estendere lo sguardo. L’amore dà il coraggio di partire, e dà la morbidezza, dà “la neve” dell’accoglienza, schiude la vita vera e non solo l’apparenza».
fonte Il piccolo di Trieste di Lisa Corva, via evvivalaneve.blog.tiscali.it
Danza eventi, ecco il Cigno amato da Billy Elliot, lo spettacolo "Swan Lake" al maschile di Matthew Bourne in Italia
Ricordate la scena finale di "Billy Elliot", quando il prodigioso ragazzino, ormai uomo, vola verso il palco in punta di piedi? Era la citazione cinematografica dallo spettacolo "Swan Lake", che sbarcherà in Italia agli Arcimboldi di Milano (dal 17 al 28 novembre) per poi toccare Trieste e Firenze. Matthew Bourne ha sconvolto la tradizione del balletto classico rivisitando il "Lago dei Cigni" in modo assolutamente originale e ironico.
"L’idea di un uomo che personificasse il cigno aveva perfettamente senso per me, - spiega Matthew, - la forza, la bellezza, l’ampiezza dell’apertura alare di queste creature mi suggerisce ed evoca più facilmente la muscolatura di un danzatore più che una ballerina con un tutù bianco".
Pur mantenendo inalterati due degli elementi che hanno reso quest’opera immortale, come le magnifica partitura e la storia della ricerca costante e struggente di un ideale irraggiungibile, Bourne ha voluto sostituire il corpo di ballo femminile con un ensemble tutto maschile, affidando ad un uomo anche il ruolo del Cigno protagonista della storia.
Tale rilettura trasforma una delle opere e delle storie più amate in una favola moderna. L’amore del Principe per Odette è sostituito da quello per un bellissimo cigno, forte e misterioso. Lo spettacolo, a metà tra un balletto e un musical, unisce con grande espressività danza, humour (con diversi riferimenti satirici sulla monarchia inglese), spettacolarità e poesia.
Per Matthew "Swan Lake" ha avuto un richiamo particolare: "Ho avuto l’opportunità di raccontare una storia dalla portata e dal potenziale eccezionale. Soddisfa la mia propensione alla satira e all’ironia, inoltre mi ha dato l’opportunità di esprimermi creando una serie di movimenti astratti su alcune delle più belle musiche di danza mai scritte. Irresistibile!".
Dal suo debutto nel 1995 è diventato negli anni il balletto più longevo nel West End londinese e Broadway (ma chiamarlo balletto è davvero riduttivo), vincitore di oltre 30 premi teatrali internazionali, vanta persino una citazione cinematografica nella scena conclusiva di “Billy Elliot”.
Il film termina con l’entrata in scena di Billy nel Lago dei cigni di Bourne. Billy, ormai adulto e all’apice della sua carriera, è interpretato da Adam Cooper, ex danzatore del Royal Ballet e primo ballerino ad aver ballato nel ruolo del Cigno per Bourne.
Bourne con questo spettacolo ha ricevuto, tra gli altri, ben 2 Tony Award come Miglior Regista e Miglior Coreografo. Per la creazione dei costumi di scena, il costumista e scenografo Lez Brotherston ha ricevuto un Tony, un Outer Critics’ Circle e due Drama Desk Award.
In Italia Swan Lake arriva per volontà di MAS, Music, Arts & Show – il Centro di Formazione per lo Spettacolo con sede a Milano.
TOURNÉE ITALIANA
dal 17 al 28 novembre MILANO Teatro Degli Arcimboldi
dal 1 al 5 dicembre TRIESTE Politeama Rossetti
dall’8 al 12 dicembre FIRENZE Teatro Verdi
Info e Prevendite Tel. 02/27225
fonte tgcom
Associazioni e iniziative lgbt, a Parigi il Network delle Famiglie Arcobaleno
Spesso parlare di LGBT vuol dire parlare dei legami familiari che si creano tra i genitori e i loro figli omosessuali, ma anche del legame che coinvolge la compagna o il compagno di lui/lei o, ancora, del ruolo di nonni dei genitori di omosessuali.
Tra le famiglie che prendono veramente sul serio l`omosessualità dei loro figli ci sono le Famiglie Arcobaleno, un’associazione nata nel 2005 presente in vari stati che ogni anno conquista tra le sue file i genitori di omosessuali che intendono fare attivismo per difendere i diritti dei loro figli e nipoti o per fare rete e lottare contro pregiudizi e discriminazioni.
Non è difficile trovare il carro delle Famiglie Arcobaleno ai vari Gay Pride, ma si possono comodamente contattare anche via internet sul loro sito (www.famigliearcobaleno.org).
Tra il 17 e il 18 settembre 2010 il network delle associazioni delle famiglie arcobaleno di vari paesi NELFA (Network of European LGBT Families Associations) si è riunito a Parigi per partecipare a una conferenza internazionale allo scopo di individuare le linee comuni alle varie associazioni, condividere insieme le varie esperienze nazionali e coordinare i progetti futuri.
Alla conferenza è emersa la necessità di dare supporto alle famiglie dei paesi in cui non esiste ancora l’associazione, e di fare pressione sulle istituzioni europee per garantire i diritti ai figli di omosessuali. E’ stato anche deciso che ogni due anni si voterà per stabilire quale associazione nazionale avrà la leadership del NELFA: per il 2011 è stata designata la APGL, l’associazione francese.
fonte www.girlpower.it
Lgbt riflessioni, Messaggio all'Anima
Ormai assodato che il cospirazionismo generale è solo uno strumento nelle mani di certi individui per tenerci distratti dal conoscere noi stessi...
mentre l'Amore, e solo l'Amore, è l'unico modo per distrarci dal loro operato.
Se vogliamo cambiare qualcosa, sarà solo con la forza dell'Amore...
Diffondi questo video e infetta il Mondo con il virus dell'Amore...
Andrea Doria
"Conoscere le nostre paure è il miglior metodo per occuparsi delle paure degli altri." - C. J. Jung
fonte AutomiRibelli.org youtube
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