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sabato 18 dicembre 2010
LGBT: CALCIO "IN QATAR ASTENETEVI DAL SESSO", AUTOGOL DI BLATTER CON I GAY
(AGI)Londra, Gaffe di Blatter nei confronti degli omosessuali.
Il presidente della Fifa, in un'intervista alla Bbc ha affermato che i gay che asssisteranno ai mondiali in Qatar del 2022 "dovranno astenersi dal sesso".
L'autogol di Blatter e' avvenuto quando il giornalista gli ha chiesto se gay e lesbiche dovranno preoccuparsi in Qatar, data l'avversita' del Paese arabo rispetto all'omosessualita'.
fonte www.agi.it
Cinema: E' morto Blake Edwards, regista della "Pantera rosa", "Colazione da Tiffany" e "Victor Victoria" a tematica lgbt
Blake Edwards, grandi successi tra rosa e giallo
Diresse la Hepburn in "Colazione da Tiffany". Aveva 88 anni
È morto a Brentwood, in California, il regista Blake Edwards. Aveva 88 anni. Diresse film memorabili, come «Colazione da Tiffany» e «La pantera rosa».
Il regista americano Blake Edwards è morto ieri sera per delle complicazioni legate a una polmonite. Lo ha detto il suo portavoce.
Il regista aveva 88 anni, ed era ricoverato presso il St. John’s Hospita di Santa Monica, in California.
Al suo fianco c’erano i familiari e la moglie Julie Andrews.
Tra i molti film diretti da Edwards nel corso della sua carriera si ricordano i tanti con Peter Sellers: «Hollywood Party» (1968), «La pantera rosa colpisce ancora» (1975), «La pantera rosa sfida l’ispettore Clouseau» (1976) e «La vendetta della pantera rosa» (1978).
Ma anche il celeberrimo «Colazione da Tiffany» con Audrey Hepburn e i successi girati con la moglie Julie Andrews, come «Il seme del tamarindo» e «Victor Victoria»
fonte lastampa.it/spettacoli
venerdì 17 dicembre 2010
Lgbt: Coppie trans, al via uno studio dell'Università di Napoli
Il Corso di Laurea in Psicologia dell’Università “Federico II” di Napoli
ha avviato uno studio sulla qualità delle relazioni di coppia tra
persone transessuali/trans gender.
Cliccando o selezionando il link sotto,
potrai partecipare al questionario
dell' Università degli Studi di Napoli Federico II
http://www.bullismoomofobico.it/ricerca/
Arcigay ha intervistiato il professor
Paolo Valerio, ordinario di Psicologia Clinica, e responsabile della
ricerca.
Negli ultimi tempi l'università italiana si sta aprendo all'approfondimento e allo studio di tematiche relative alla comunità gay, lesbica e transessuale. Come mai?
Non è semplice fare una riflessione sul “perché” anche in Italia si stiano sviluppando in campo universitario una serie di ricerche su tali tematiche, ma ho avuto anche io modo di rilevare che questo sta accadendo non solo in ambito psicologico, ma anche sociologico ed antropologico.
Penso che tali studi possano anche essere visti come una risposta alle dinamiche omo e transfobiche sempre più dilaganti nel nostro paese.
Fenomeni di discriminazione, di violenza nei confronti del mondo GLBT sono, infatti, sempre più frequenti e preoccupanti, incentivati, inoltre, da una allarmante mancanza di leggi.
Possiamo, però, essere tutti soddisfatti che finalmente molti ricercatori stanno tentando di aprire prospettive, di comprendere problematiche e di superare pregiudizi da cui anche la psicoanalisi o la psichiatria – solo per fare un esempio non sono stati esenti.
Basti pensare che l’omosessualità è stata eliminata dal DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) solo nel 1974 e si è dovuto attendere il 1991 affinché l’American Psychoanalytic Association approvasse un documento pubblico riguardante l’ammissione dei candidati al training psicoanalitico, non più basata sull’orientamento sessuale (per una persona omosessuale non era possibile intraprendere il percorso di formazione analitica, quindi diventare psicoanalista), ma su altri fattori, quali l’interesse, la preparazione, e così via.
Nello specifico, per quanto riguarda i “transessualismi” preferisco utilizzare il termine al plurale per la qualità multidimensionale e multiforme del “fenomeno” nell’Unità di Psicologia Clinica e Psicoanalisi Applicata della Federico II di Napoli, sono ormai anni che accostiamo alla pratica clinica, svolta sulla base del modello psicoanalitico, attività di ricerca collegata anche alle attività del Dottorato di Ricerca in Studi di Genere presente nel nostro Ateneo.
Per ritornare alla domanda, penso che la società occidentale non abbia ancora eliminato dei fortissimi pregiudizi ideologici circa il genere e l’orientamento sessuale: intendo riferirmi al genderismo, cioè alla convinzione che esistano solo due generi (maschio/femmina) e che questi non possano essere modificati (dunque il transessuale che modifica, grazie all’intervento, il proprio sesso, non può rientrare nella concezione appena descritta), oppure all’eterosessismo, cioè a quel sistema ideologico che nega e stigmatizza ogni forma di comportamento, identità, relazione o comunità che non siano eterosessuali.
Ecco, forse la proliferazione, anche se ancora limitata, di studi in quest’ambito ha anche il ruolo di comprendere le motivazioni più nascoste e profonde di questi sistemi di pensiero e chiaramente di porre degli argini agli stessi.
Quali sono le differenze o i ritardi eventuali negli studi lgbt italiani rispetto all'estero?
Non so quanto sia corretto parlare di ritardi o differenze negli studi lgbt. Io ritengo che il ritardo maggiore riguardi particolarmente la sfera legislativa. Penso, ad esempio, al FRA (Agenzia dell’Unione europea per i diritti fondamentali) che il 30 novembre di quest’anno ha presentato al Parlamento Europeo la relazione su Omofobia, transfobia e discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere.
Sono emerse alcune tendenze principali tra i Paesi dell’Unione Europea riguardanti qualche forma di progresso nelle aree legislative, mediche e comunitarie come, ad esempio, nuove leggi circa la riassegnazione chirurgica del sesso (RCS) e il cambiamento anagrafico del nome, o nuove proposte in merito alla protezione legale della discriminazione basata sull’orientamento sessuale, e così via.
L’Italia non compare in nessuna delle aree di progresso emerse anche se qualcosa sta cambiando. Penso ad un recente provvedimento preso dalla Università di Napoli Federico II che, anche sulla scorta di iniziative promosse in altri Atenei, ha recentemente deliberato una norma che consente agli studenti universitari iscritti all’Ateneo che hanno in corso un iter legale finalizzato alla modifica anagrafica del genere, di avere un libretto universitario provvisorio dal quale emerga il nuovo nome che intendono scegliere, così da non essere costretti a dichiarare pubblicamente l’appartenenza al genere a cui non sentono di appartenere.
Come mai avete scelto di indagare le relazioni di coppia delle persone transessuali e transgender?
Le relazioni affettive di coppia – particolarmente in età adulta – rappresentano una modalità specifica di porsi in relazione con gli altri (in questo caso il partner), di condividere e negoziare angosce, preoccupazioni, insoddisfazioni, insomma di mettere in atto una regolazione affettiva essenziale per l’individuo.
Le relazioni di coppia, ad esempio, sono state studiate, particolarmente, dagli sviluppi della teoria dell’attaccamento di John Bowlby, uno psicoanalista britannico che si è distaccato dal pensiero freudiano troppo ancorato ad un modello pulsionale della psiche, abbracciando appunto il concetto di attaccamento inteso come un bisogno primario e non secondario. Cioè, il bambino non si legherebbe alla madre perché ha la necessità di soddisfare alcuni bisogni elementari come, ad esempio, la fame, ma si “attaccherebbe” ad essa perché il legame (affettivo) è un bisogno primario.
Gli sviluppi successivi del primo modello di Bowlby – i cui pioneri sono Hazan e Shaver (1987) – hanno concettualizzato anche l’amore romantico di coppia come un tipo specifico di attaccamento – quindi di legame affettivo primario – il cui nucleo è da ricercare nella relazione madre-bambino.
Si è, quindi, spostato il focus di indagine dalla diade madre-bambino alla coppia adulto-adulto e alla qualità affettiva di essa, costruendo un modello psicologico interessante che ha avuto non poche ripercussioni positive anche in ambito psicoterapeutico.
Dunque, le relazioni di coppia svolgono indubbiamente una funzione fondamentale nella vita di un soggetto adulto e la “buona riuscita” di esse potrebbe essere considerata un indice di maturità affettiva ed anche sessuale.
Aprirete, con la vostra ricerca sulle relazioni di coppia delle persone trans, un campo completamente inesplorato. Che aspettative avete?
Penso che quando, come lei stesso ammette, si tratta di un campo inesplorato, difficilmente si possa parlare di aspettative. Un’analisi attenta della letteratura sull’argomento ci ha consentito di sviluppare alcune conoscenze sulla sessualità vissuta nei rapporti di coppia in cui un partner è transessuale o transgender, ma nulla è stato scritto sulla qualità affettiva dei rapporti di coppia. Eppure, come ho avuto già modo di accennare, è un’area di fondamentale importanza per qualsiasi individuo.
Sarebbe forse meglio parlare di ipotesi piuttosto che di aspettative. Io penso che, come in ogni rapporto di coppia, se sono presenti, in uno solo dei partner o anche in entrambi, delle problematiche psico-sociali, dei pregiudizi legati al genere sessuale, delle aderenze troppo strette alla norma culturale (quando essa è discriminatoria, come nel caso delle persone transessuali o transgender), possano crearsi delle problematiche che, se non analizzate e studiate, rischiano di cristallizzare la coppia (e la persona) in insuperabili difficoltà relazionali.
Questo studio intende, quindi, prima di tutto comprendere alcune dinamiche affettive che le persone transessuali o transgender vivono nei loro rapporti di coppia.
A suo parere quanto il lavoro culturale dell'università può essere utile a ridurre la violenza e la discriminazione agli omosessuali?
Io sostengo che ogni forma di lotta alla discriminazione, alla violenza rivolta a persone omosessuali, transessuali, bisessuali, lesbiche, queer, e così via, debba sempre passare prima di tutto per una sua comprensione profonda.
Perché gli omosessuali sono oggetto di scherno, di violenza? Perché le persone transessuali sono oggetto dei più forti pregiudizi culturali, e divengono, dunque, oggetto di transfobia?
Queste sono solo alcune delle infinite domande che noi ricercatori dobbiamo porci prima di attuare un qualsiasi tipo di intervento che sia clinico, legale o quant’altro. L’università è un luogo dove circolano i saperi, e questo richiama alla differenza fondamentale tra teoria e prassi.
Ci può essere l’una senza l’altra? E’ possibile svolgere un buon intervento (prassi) senza avere una conoscenza profonda (teoria) del fenomeno sul quale si interviene? Senza l’una l’altra non avrebbe senso, senza teoria (cioè sapere forte alla base) la prassi rischierebbe di diventare un comportamento messo in atto senza la necessaria riflessione che deve esserci alla base.
Cliccando ho selezionando il link, potrai partecipare al questionario:
http://www.bullismoomofobico.it/ricerca/
fonte arcigay Stefano Bolognini
Lgbt socialnetwork, Ricerca: Il sesso virtuale riduce le precauzioni in quello vero
Il sesso virtuale fa male a quello reale: l’abitudine ad una sessualità sempre più esplicita su internet si traduce, infatti, in rapporti non protetti nella vita reale ed è su Facebook che nasce la maggior pare delle ‘bufale’ sulla contraccezione.
A lanciare l’allarme la Società italiana di ginecologia e ostetricia, secondo la quale la soglia del pericolo è più bassa nei giovani che trascorrono ore in rete scambiandosi messaggi, foto o video ad alto contenuto erotico.
“La nostra pratica clinica, spiega Emilio Arisi, consigliere nazionale Sigo – ci conferma quanto emerge da diverse indagini internazionali: gli adolescenti usano sempre meno precauzioni con un aumento di gravidanze indesiderate ma soprattutto malattie sessualmente trasmissibili”.
In Gran Bretagna, ad esempio, è stata riscontrata una forte correlazione tra le aree in cui Facebook é molto popolare e il numero di persone affette da sifilide: i dati parlano di più 400% dei casi di contagio.
Il tema è al centro del Convegno nazionale promosso oggi a Roma dalla Sigo: in Italia il 14% dei teenager manda proprie foto di nudo per ottenere regali, il 40% guarda abitualmente immagini o video a sfondo sessuale, il 22% ha rapporti intimi con qualcuno conosciuto solo in internet.
E una recente indagine pubblicata sul Journal of Adolescence Health svela che i social network sono fra le principali fonti di creazione di falsi miti sulla contraccezione, per esempio che la prima volta è impossibile rimanere incinta.
Una situazione grave cui si deve porre rimedio, se è vero che sette teenager italiani su dieci hanno un profilo su Facebook e il 17,2% trascorre sul web più di tre ore al giorno.
fonte gaynews24 Adv
Lgbt: In America una mostra per capire il ruolo dei gay nell'arte contemporanea
A voler essere precisi bisognerebbe includere Saffo, Leonardo, Wilde e tutti gli artisti per cui l’amore era anche e sopratutto una questione tra esponenti dello stesso sesso.
Lo sviluppo storico dell’arte è intrinsecamente legato alla creatività di persone omosessuali, anche se questo viene spesso taciuto.
Basti pensare a Jasper Johns che ha realizzato uno dei suoi pezzi più famosi quando la sua relazione con Robert Rauschenberg venne bruscamente interrotta.
Lost and Found: The Lesbian and Gay Presence at the Archives of American Art (Persi e Trovati: la presenza di gay e lesbiche presso l’Archivio dell’American Art) presenta disegni, lettere, fotografie, scritti inediti e rari materiali stampati, tra dimensione pubblica e privata, della comunità di artisti gay americani.
La mostra sarà visitabile fino al 13 Febbraio 2011 presso lo Smithsonian’s Donald W. Reynolds Center for American Art and Portraits.
Lesbiche e gay, bisessuali o “finocchi” (queer), poco conformi alle regole e molto inclini alla sperimentazione creativa.
Nel dopguerra la situazione culturale americana si apre e l’imperativo diventa ‘fare outing‘, uscire allo scoperto per reclamare diritti civili e dignità a livello umano.
Cosa succede dunque quando si cerca ciò che è stato precedentemente nascosto e trascurato? Ecco il significato di Lost & Found, una mostra che rivela anche l’esistenza di relazioni lesbiche e gay grazie ad un lavoro di ricerca presso l’Archivio di stato delle arti in America?
Emerge una verità fatta di altri sentimenti e la necessità di raccontare la storia dell’arte senza peli sulla lingua.
fonte www.artsblog.it
giovedì 16 dicembre 2010
Lgbt, Progetto contro l'omofobia nelle scuole: Udine e Pordenone lo bocciano
Sorprende (amaramente) la notizia della scelta del Presidente della provincia di Udine Fontanini e del Presidente della provincia di Pordenone Ciriani, di non sostenere un progetto contro l’omofobia nelle scuole.
Era appoggiato perfino da Mara Carfagna, il ministro delle Pari Opportunità. Il titolo era “A scuola per conoscerci. Isolamento sociale, bullismo e omofobia: strategie d’intervento in ambiente scolastico“.
La decisione è stata criticata fortemente da Paolo Patanè, Presidente di Arcigay Nazionale (intervistato anche da Queerblog) che ha indicato come pericolosa e assurda la scelta presa dalle due città:
“Ancora una volta assistiamo all’indegno e omofobo tentativo di far passare l’omosessualità come un pericolo e una minaccia. Quella espressa dai presidenti delle due province è espressione di un’ignoranza che i cittadini di Udine e Trieste non meritano e non possono tollerare”
E, cosa assurda, giusto un anno fa, era stato lo stesso Ciriani a definire l’iniziativa interessante a livello culturale ed educativo
fonte queerblog.it
Lgbt Cinema: Io, Venezia, la Luna e tu… Recensione e trailer di "The Tourist" con Angelina Jolie e Johnny Depp
Una commedia giallorosa che sembra far rivivere i fasti delle atmosfere di un certo cinema di Alfred Hitchcock e di William Wyler in una versione aggiornata, riveduta e corretta, diretta dal regista de Le Vite degli Altri, Florian Henkel Von Donnersmarck.
Una pellicola costruita sui suoi divi protagonisti Angelina Jolie e Johnny Depp e sulla loro perfetta alchimia nel plot di un impacciato matematico americano alle prese con una donna bellissima, portata sullo schermo con un alto potenziale di seduzione da una strepitosa Jolie.
Lei, però, è nei guai, perché il suo ex amante ha derubato di un paio di miliardi di dollari un gangster che farà di tutto pur di riaverli indietro. Incontrato in treno il ‘malcapitato’ e introverso studioso, la donna lo coinvolge e lo travolge con la sua traboccante sensualità.
Tra alberghi lussuosi e feste raffinate, Angelina e Johnny vivono diverse avventure talora spettacolari, altre semplicemente disastrose, fino ad un finale dove nessuno è davvero chi dice di essere.
Se come film d’autore e anche come thriller The Tourist risulta essere fragile con una serie di situazioni piuttosto improbabili, a patto che uno abbia davvero voglia di guardarle controluce, come pellicola di passione e come “veicolo” costruito in maniera scientifica per sfruttare l’avvenenza e la grazia dei due interpreti principali, The Tourist funziona perfettamente.
Una commedia leggera ed elegante, piena di dialoghi sofisticati e apparentemente di spessore, resa alla perfezione dal talento di Von Donnersmarck che si conferma un grande cineasta con una visione intrigante e originale dell’azione.
Peccato, ahimé, che Italia ed Italiani facciano la loro magra figura, raccontati con una buona dose di cliché, forse inferiore alla media cui siamo in genere abituati, che vanno dal carabiniere con i baffi al poliziotto corrotto, dal portiere d’albergo sornione a al nobile veneziano piacione.
Questioni, peraltro, irrilevanti nel godimento finale di questo film commerciale che è più vicino alle suggestioni di 007 e de L’Uomo Ombra che al cinema d’autore e che anche come thriller sembra richiedere allo spettatore qualche piccolo ‘atto di fede’ che lui sarà certamente disposto a fare in virtù dell’innegabile carisma dei due protagonisti.Interessante nella sua resa magnifica di una Venezia bellissima, The Tourist è un film intrigante e un’operazione gradevole nonostante alcuni limiti evidenti che, trascendono il genere e la sua fruizione.
La pellicola, infatti, resta sostanzialmente una fusione di talenti differenti, mescolati ad attori italiani in ruoli da caratterista, che è, in fin dei conti, una lettera d’amore per l’Italia, per Venezia, per la sua eleganza, la sua bellezza e il suo stile, impreziositi dal restare sullo sfondo di quella che è soprattutto una storia romantica e di seduzione interpretata da due dei più importanti attori del mondo.
Un film perfetto per un Natale cinematografico all’insegna del fascino e della seduzione che va visto più per quanto appare, che per quello che racconta.
fonte primissima.it/cinema_news
Lgbt Arte "La Donna allo specchio" di Tiziano dal Louvre a Milano, fino al 6 Gennaio
E' iniziata il 3 dicembre 2010 e fino al 6 gennaio 2011 a Palazzo Marino di Milano (Sala Alessi) ospita uno dei grandi capolavori di Tiziano, La donna allo specchio, proveniente dal Museo del Louvre.
L'esposizione straordinaria, offerta dall'Eni e realizzata in collaborazione del Comune di Milano, si inserisce nella serie di iniziative espositive che hanno visto presenti a Palazzo Marino capolavori di Caravaggio (2008) e Leonardo da Vinci (2009), esposti in mostre-dossier di grande chiarezza e qualità che hanno registrato un'eccezionale successo di pubblico.
Attraverso la percezione dell'intimità di un ambiente domestico, il dipinto di Tiziano prescelto offrirà ai visitatori l'opportunità di approfondire aspetti meno noti della cultura del Rinascimento italiano, quali i valori estetici e morali della bellezza femminile, i codici del comportamento virtuoso delle dame, le loro abitudini, il loro vestiario, la cultura dell'amore cortese che dominava il mondo relazionale della Venezia a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento.
Come gli altri eventi promossi e organizzati da Eni a Milano, la mostra curata da Valeria Merlini e Daniela Storti intende valorizzare il dipinto in senso monografico, fornendo al visitatore (accolto con ingresso gratuito) uno spettro variegato di punti di vista che servano ad arricchire la propria percezione della cultura che lo produsse e il fascino del suo autore, grazie anche all'ausilio dei saggi scientifici presenti nel catalogo edito da Skira e al confronto con storici dell'arte ed esperti, presenti in sala per rispondere alle domande e alle curiosità del pubblico.
Inoltre, proprio per l'attuale attenzione al tema della donna, Eni organizza a corollario della mostra una serie di incontri con ospiti d'eccezione sul tema nelle sale conferenze di Palazzo Reale.
fonte ilsole24ore.com di Marco Carminati
mercoledì 15 dicembre 2010
Lgbt friendly, L’ambasciatore americano in Italia David H. Thorne, testimonial per Gay Help Line: lo spot
La nuova campagna pubblicitaria televisiva di Gay Help Line vede testimonial un personaggio d’eccezione: l’ambasciatore degli Stati Uniti in Italia, David H. Thorne.
Gay-Help-Line
Lo si vede comodamente seduto su di una poltrona, con una camicia azzurra, ma senza cravatta. Al suo fianco un caminetto accesso. In sostanza si trova in una stanza davvero calorosa e accogliente. E questo di certo non è un caso, dato l’obiettivo del messaggio pubblicitario:
«Quest’anno vogliamo sottolineare i diritti dei gay: se sei anche tu vittima di offese o di atti di bullismo, chiama il numero che compare sullo schermo».
Il numero indicato è quello del call center gratuito 800.713713 che offre consulenza legale, medica e psicologica per gay, lesbiche e trans. Del resto ad oggi sono davvero molti quelli che vivono nella discriminazione.
Un esempio recente? La decisione presa in Kenya dal primo ministro Raila Odinga: arrestare chiunque si dichiari omosessuale. Ebbene sì, in questo paese africano l’essere gay viene considerato un reato vero e proprio.
Vengono additati, osservati e spesso offesi e poi perché? Infondo sono esseri umani anche loro. Anche loro hanno dei sentimenti, un cuore. L’unica differenza è quella che tendono ad amare persone dello stesso sesso. Niente di più.
Lo spot con David H. Thorne andrà in onda l’8, 9 e 10 dicembre su Mtv, in concomitanza con la Giornata Mondiale dei Diritti Umani che si celebra il 10 dicembre. Il video dello spot è visibile in anteprima su Youtube.
Il 12 dicembre, inoltre, alle ore 21 al Teatro Nuovo Colosseo a Roma, l’ambasciata degli Stati Uniti organizza un concerto a ingresso libero e aperto a tutti, ‘Broadway Night’, dedicato alla comunità lesbica, gay e trans, in collaborazione con Gay Help Line e con il Patrocinio del Comune di Roma, della Provincia di Roma e della Regione Lazio
fonte ilquotidianoitaliano.it/Elisabetta Paladini
Qui lo Spot con David H. Thorne
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Lgbt Sport, Tifosi gay contro la Fifa: “Mondiali in Qatar? Sarà boicottaggio”
“Nel paese arabo l’omosessualità è reato: ci faremo sentire”, scrivono le associazioni LGBT del mondo del pallone.
La Fifa ha deciso: i mondiali di calcio del 2018 si terranno in Russia e quelli di quattro anni più tardi, ovvero del 2022, si svolgeranno nel paese arabo del Qatar.
Dove l’omosessualità, a tutt’oggi, è considerata un reato punibile. Comprensibile qatar 2022 worldcup logo Tifosi gay contro la Fifa: Mondiali in Qatar? Sarà boicottaggiodunque che le associazioni del calcio omosessuale siano già sul piede di guerra: “Boicotteremo i mondiali”, fanno sapere.
ANTI LGBT A muoversi per prima è stata la GSFN, che sta per Gay Supporters of Football Network, l’associazione inglese che raccoglie i tifosi omosessuali d’Inghilterra.
“I soggetti LGBT non saranno ben accetti alla coppa del Mondo in Qatar”, scrive l’associazione nel suo comunicato ufficiale: “Siamo scioccati nell’apprendere che la coppa del Mondo si terrà in Qatar, un paese dove l’omosessualità è ancora considerata un reato e il rapporto sessuale fra consenzienti può essere punita anche con 5 anni di galera”.
Dunque, l’azione sarà netta: “Condanniamo in ogni modo la decisione della Fifa e metteremo in atto un serrato boicottaggio LGBT della competizione sportiva“, scrivono i tifosi omosessuali d’Inghilterra.
“A noi non pare giusto che la coppa del Mondo si debba tenere in uno qualsiasi dei paesi che abusa e non considera i diritti basilari di ogni persona LGBT”, scrive l’associazione inglese, che da la parola al suo portavoce. “Siamo seriamente preoccupati per questa decisione della Fifa.
Dopo la grande mancanza della Fifa nel condannare le recenti uscite omofobiche del manager della Croazia, seguita dalla decisione di concedere al Qatar la coppa del Mondo, è chiaro che il cammino per rendere il pallone veramente per tutti è ancora molto lungo”, scrive Ed Connell, Campaign Manager per GSFN.
IL CALCIO PER TUTTI, DAVVERO – Continua il comunicato: “Il presidente della Fifa Sepp Blatter non fa che parlare del suo desiderio per un calcio inclusivo ed aperto a tutto il mondo.
Ma tenendo la competizione in Qatar, sta alienando i milioni di fan LGBT in tutto il mondo che non si sentiranno i benvenuti in un paese omofobico dove possono essere arrestati solo perchè cercano di essere se stessi”.
Insomma, la condanna è più che netta in Inghilterra. In Italia Gay.it rilancia la notizia, riportando le dichiarazioni di un altro attivista, Peter Thatchell, che non ha risparmiato critiche ne alla nomination per il Qatar, ne a quella, contemporanea, per la Russia: “Entrambi i Paesi registrano una situazione molto carente nell’ambito dei diritti umani: non solo per quel che riguarda i gay, ma anche in merito ai diritti delle donne, alla libertà di protesta e di stampa.
La FIFA ha anteposto i propri interessi corporativi al benessere delle persone che vivono in Russia e in Qatar”, ha detto lo storico attivista gay inglese.
fonte .giornalettismo.com di Tommaso Caldarelli
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Cinema Lgbt: Dal 15 al 19 a Napoli la terza edizione del festival “Omovies”
Sul grande schermo il cinema a tematica omosessuale. Quattro giorni di proiezioni e dibattiti su solidarietà e sessualità.
Il Festival del cinema omosessuale e questioning di Napoli “Omovies”, arrivato alla sua terza edizione, si articola in una selezione di lungometraggi a tematica gay, lesbica, trans e queer e da un concorso per cortometraggi a tematica omosessuale e questioning.
La novità di “Omovies” insignito nel 2008 del riconoscimento di miglior evento gay dell’anno è la peculiarità questioning. Significa affrontare la tematica omosessuale e queer non esclusivamente dal punto di vista gay ma anche da un punto di vista straight che non sia necessariamente eteronormato.
Dunque descrivere ma allo stesso tempo capire e discutere di come il mondo omo è percepito dal mondo nel quale viviamo.
Una giuria variegata valuterà le opere: presidente e madrina sarà Vladimir Luxuria; padrino sarà lo showman Fabio Canino, fra i giurati gli attori MarJo Berasategui, l’ex porno divo Carlo Masi, Miky Falcicchio, Susy Fuccillo, Raffaella Fico, Luigi Petrazzuolo, Roberta Inarta direttrice della Scuola di Cinema di Napoli, e tanti altri (vedi elenco allegato).
Il Festival si articolerà in quattro giornate di proiezioni che avranno luogo al cinema Astra di via Mezzocannone, a partire da mercoledì 15 con l’apertura affidata a Fabio Canino, fino a sabato 18 con la premiazione che avverrà nel corso di una cerimonia di gala condotta da Miky Falcicchio e Miss Priscilla Drag Queen.
Domenica 19, closing party al “Foyer Salone Margherita” in via Santa Brigida, in collaborazione con lo staff di Muccassassina di Roma che per la prima volta sarà a Napoli per promuovere l’Euro Pride di Roma.
Omovies è ideato e promosso dall’Associazione di Promozione Sociale “i Ken onlus” con il contributo economico del Comune di Napoli Assessorato alle Politiche Sociali e Giovanili del Servizio Giovani e realizzato in partenariato con l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, con il Coinor (Centro di Ateneo per la Comunicazione e l’innovazione organizzativa), l’Adisu di Napoli (Azienda pubblica per il Diritto allo Studio Universitario) con la convenzione con l’Università degli Studi di Napoli “Suor Orsola Benincasa” e Mediateca comunale “Santa Sofia” e il patrocinio morale della Provincia di Napoli.
È un progetto sociale destinato ai giovani delle fasce marginali dell’area metropolitana di Napoli ed è infatti inserito nel Piano Locale Giovani sostenuto con un contributo delle Legge 285 e per questo prevede l’accesso gratuito alle proiezioni.
fonte gaynews24
Lgbt Diritti Umani, Profughi sul Sinai: nuovo appello per salvare 250 persone prigioniere dei trafficanti di vite umane
Incatenati, marchiati a sangue, torturati, picchiati, assetati, affamati, alcuni uccisi, tutti minacciati di essere venduti ai mercanti di organi: le parole suonano vuote, mute, nel descrivere la tragedia immane e assurda che stanno vivendo circa 250 profughi africani prigionieri dei trafficanti di vite umane sul confine israelo-egiziano del Sinai.
Finalmente i media stanno iniziando a occuparsene e anche il Papa ha lanciato un appello per loro, mentre proprio oggi Gruppo EveryOne ha depositato una denuncia penale alle autorità egiziane, con dettagli precisi sulla localizzazione dei profughi e su generalità e contatti dei carcerieri.
Ma purtroppo non basta ancora. Occorre mantenere alta l'attenzione fino alla liberazione di tutti i profughi e ciascuno di noi può fare qualcosa, aderendo all'appello che il blog NoirPink modello Pandemonium e le associazioni Gruppo EveryOne e Agenzia Habeshia hanno lanciato cinque giorni fa.
Vi chiediamo urgentemente di dare un nuovo contributo, inviando nuovamente un'e-mail alle ambasciate egiziane in Italia e in Vaticano e coinvolgendo, questa volta, anche le ambasciate di altri paesi: basta copiare il testo sottostante su un'e-mail, aggiungere in calce nome e cognome, con data e luogo di nascita, e infine inviare il messaggio agli indirizzi elettronici che trovate in fondo alla pagina. E chiedete a tutti i vostri amici, parenti, colleghi di fare altrettanto.
Si tratta di un gesto sicuramente piccolo, ma non inutile: aderire a questo appello non significa lavarsi la coscienza per sentirsi più leggeri, ma significa fare pressione su un paese che, vivendo anche di turismo, ha la necessità vitale di non avere una cattiva immagine internazionale. Si tratta di un gesto che, in altre occasioni, ha dato grandi risultati.
TESTO DA INVIARE
Urgent letter to the Ambassadors of Egypt: intervention request for refugees held hostage in Sinai
Your excellency Ambassadors of the Arab Republic of Egypt,
we write to draw Your attention to, and to appeal for, urgent intervention in the plight of refugees from Eritrea, Ethiopia, Sudan and Somalia who are currently held hostage in the Sinai Desert by Bedouin people traffickers.
These people are reported to have been held for over a month on the outskirts of a town in Sinai in purpose-built containers. Their captors are demanding payment of US$8,000 per person before releasing them, and are treating them in an extremely degrading and inhumane manner. They are bound by chains around their ankles, have been deprived of adequate food, are given salty water to drink, and have been tortured using extreme methods, including electric shocks, to force friends and families abroad to make the payments. The women in the group, who have been separated from the rest, are particularly vulnerable to severe abuse.
Over the weekend the situation of these refugees appears to have deteriorated markedly. Hostages were branded like cattle, and on Sunday evening, three Eritrean men were reportedly shot dead after their families confirmed to the kidnappers that they were unable to meet the additional US$8000 - the hostages had already paid US$2000.
On Tuesday morning, three more hostages were reported to have died following a severe assault administered by the traffickers after a group of 12 attempted to escape.
Due to a series of on-going human rights crises, the Horn of Africa in general and the Sinai in particular have become a major centre for people trafficking by highly organized crime syndicates.
In a harrowing report recently compiled in Israel, refugees recount the horrors that were inflicted on them at this purpose built desert facility as traffickers attempted to elicit increasingly large sums of money from them, including systematic rape, electrocution, branding with hot metal, beatings and extrajudicial killing. In August, AFP news agency reported the deaths of six Eritreans on the Egypt-Israel border, four of whom were killed in a dispute with people smugglers.
In June, ten African refugees, including Eritreans, were reportedly killed by human smugglers in Sinai after they had been held for more than two months in secret underground locations. The smugglers are allegedly using extreme methods of torture, including electric shocks, to force the victims make the illegal payments.
We find it inconceivable that large numbers of people who are entitled to protection under international law can be forcibly detained by criminal gangs for such lengthy periods of time and with seeming impunity within Egyptian borders without any official intervention.
We are aware that Egypt's record with regard to the treatment of refugees has not been a good one, there are numerous credible accounts of the imprisonment and mistreatment of refugees, and the shooting of refugees on the border with Israel. However, as current chair of the UNHCR's governing body and a signatory to the UN and African refugee conventions, Egypt has a duty to end this situation and bring its treatment of refugees into line with international norms to which it is a signatory, and the international community has a duty to ensure that it upholds these norms.
Moreover, the Sinai appears to have become a centre for people trafficking by criminal syndicates, and this makes the fate of these and other refugees an international issue that governments worldwide have a duty to address.
The lives of hundreds of refugees currently appear to hang in the balance. It is vital that that the You, as Ambassadors of the Arab Republic of Egypt, make immediate and urgent representations to the Egyptian Government to ensure that these refugees are rescued, and that every refugee in Egypt is afforded full protection and assistance.
We therefore ask You to report to Your Government the importance to take urgent action to tackle organized crime by rescuing these hostages, and bringing their captors to justice.
It is also vital that Your Country brings its treatment of refugees into line with international legislation to which it is party, allows unhindered access to UNHCR to all refugees and ends the practice of jailing refugees and shooting migrants on its border with Israel.
Yours sincerely,
For the EveryOne Group, Mr. Roberto Malini, Mr. Matteo Pegoraro and Mr. Dario Picciau
For the Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Mr. Giovanni Paolo Ramonda
For the Habeshia Agency, don Mussie Zerai
For the Christian Solidarity Worldwide, Mr. Andrew Johnston
For the Human Rights Concern – Eritrea, Mrs. Elizabeth Chyrum
NoirPink - modello Pandemonium
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Anne’s Door Cultural Association
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martedì 14 dicembre 2010
Lgbt: A Oslo la cerimonia in assenza del dissidente cinese. Una sedia vuota al posto del Nobel Liu Xiaobo
Teleschermi cinesi oscurati durante la consegna del Premio Nobel per la Pace al dissidente Liu Xiaobo, che attualmente sta scontando 11 anni di carcere per "incitamento alla sovversione": Bbc, Cnn, TV5 e tutte le altre reti internazionali che trasmettevano la cerimonia risultavano completamente inaccessibili in tutta la Cina, ma i principali network stranieri come Cnn e Bbc erano censurati gia' da giovedi'.
Il governo ha definito la premiazione una "farsa politica", un "teatrino che non rappresenta in alcun modo l'opinione pubblica mondiale, tanto meno nei Paesi in via di sviluppo".
La portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Jiang Yu ha affermato che i fatti dimostrano che la decisione del comitato di assegnazione del Nobel non rappresenta "la maggioranza delle persone al mondo".
Pechino e' scesa in campo con tutte le sue tecnologie per filtrare ogni informazione sull'onorificenza. Impossibile seguire la cerimonia anche attraverso internet, che oltre la Grande Muraglia viene pesantemente filtrato gia' in periodi normali.
Massima vigilanza sulle strade della capitale, con un numero insolitamente alto di pattuglie, dislocate soprattutto in luoghi 'sensibili' come Piazza Tienanmen, la sede della rappresentanza Onu e, ovviamente, la casa di Liu Xiaobo, dove la moglie Liu Xia e' agli arresti domiciliari da due mesi.
Sotto l'abitazione della coppia, in un quartiere di Pechino ovest non molto lontano da Tienanmen, durante la cerimonia si e' raccolto un gruppo di una cinquantina di giornalisti stranieri, ma non si sono visti attivisti o manifestanti.
La polizia, presente tanto con uomini in uniforme che in borghese, ha controllato le credenziali di tutti i reporter e li ha concentrati in uno spazio poco distante dall'ingresso del condominio, ma l'accesso alla casa e' stato impedito alla stampa cosi' come a una delegazione di diplomatici tedeschi che erano giunti nel pomeriggio per visitare la donna.
Secondo alcune voci Liu Xia sarebbe stata costretta ad abbandonare la propria casa e tenuta lontana da Pechino nelle ore in cui ad Oslo si svolgeva la cerimonia di consegna del premio.
Altre voci -diffuse nel pomeriggio da alcune organizzazioni per il rispetto dei diritti umani- secondo le quali la donna sarebbe comunque riuscita a diffondere un messaggio attraverso Twitter, sono state disattese.
Nel pomeriggio la polizia aveva fatto allontanare dalle vicinanze della sede della rappresentanza Onu un centinaio di dimostranti, venuti a testimoniare la loro solidarieta' nella Giornata Mondiale dei Diritti Umani.
fonte rainews24
Lgbt Discriminazioni: Praga test fallometrici sugli immigrati che chiedono asilo nella Repubblica ceca, per sapere se sono gay
Le autorità di Praga hanno eseguito questi test fallometrici (misurazione del flusso del sangue nel pene di fronte a scene erotiche) agli stranieri che chiedono asilo nella Repubblica ceca. Pare solo “una decina di volte”. ma si fa?
Fortunatamente la Commissione europea ritiene che il test destinato a misurare la reazione del pene davanti ad immagini erotiche ai profughi che chiedono asilo, allo scopo di determinarne l’omosessualità, “é una pratica degradante”, “non conforme ai diritti dell’uomo” e il rifiuto a sottoporvisi “non può costituire un motivo per vedersi rifiutata la richiesta”.
Ha tutti gli elementi dello scherzo, ma purtroppo pare di no. Secondo le notizie che arrivano da Praga, le autorità ceche hanno eseguito questi test fallometrici (misurazione del flusso del sangue nel pene di fronte a scene erotiche) agli stranieri che chiedono asilo nella Repubblica.
La pratica è stata già denunciata dall’agenzia Ue per i diritti fondamentali sulla base di una testimonianza di un profugo gay iraniano processato in Germania, il quale ha asserito di essere stato sottoposto a fallometria nella Repubblica ceca.
“Questa pratica suscita dubbi sulla sua conformità con gli articoli 4 e 7 della Carta dei diritti fondamentali che vietano la tortura e i trattamenti degradanti e impone il rispetto per la vita privata e familiare”, commenta il portaove della Commissione. Michele Cercone.
“In particolare, questo test rappresenta una forte interferenza nella sfera privata e nel senso di dignità della persona e appare particolarmente inappropriata per i richiedenti asilo che sono stati perseguitati a causa dei loro orientamenti sessuali”, aggiunge il portavoce.
“L’esame delle domande d’asilo deve essere sempre condotta nel rispetto dei diritti fondamentali e dei principi generali della legislazione europea”, mette in guardia a nome dell’esecutivo Ue.
Il metodo – inventato dal sessuologo ceco-canadese Kurt Freund (1914-1996) negli anni ’50 – e’ usato per provare l’omosessualità delle persone che chiedono asilo dicendo di essere perseguitati per il loro orientamento sessuale in paesi come Iran, Siria, Egitto, Azerbaigian, Nigeria, Camerun.
Sempre fortunatamente, Bruxelles mette in discussione anche la validità scientifica del test, ricordando che si basa sulla dubbia assunzione che le reazioni fisiche della sessualità umana davanti ad immagini pornografiche possano determinare l’omosessualità o l’eterosessualità di chi è costretto a sottoporvisi.
Nei giorni scorsi, il ministero dell’Interno ceco, Tomas Haisman, ha precisato che le autorità di immigrazione ceche fanno ricorso alla fallometria, ma solo in casi necessari e sempre col consenso della persona. “Negli ultimi dieci anni i casi sono stati dieci al massimo”, ha dichiarato. Secondo me, bastano. Bestie!
fonte www.vip.it via LA STAMPA, MARCO ZATTERIN
Lgbt: La calciatrice tedesca Nadine Angerer dichiara: sono lesbica.
Nadine Angerer, calciatrice del Francoforte e della nazionale femminile tedesca, ha rotto finalmente gli indugi sul suo orientamento: la sportiva ha rivelato a Zeit la propria bisessualità: Io sono molto aperta, perché sono dell’idea che ci siano ragazzi e ragazze interessanti.
Non ho nessuna difficoltà a parlare di questo argomento, così come non ho problemi a conoscere maschi oppure femmine.
fonte gaynews24
Lgbt Iniziative benefiche: Regali di Natale solidali "Save The Children"
Se siete alla ricerca di un regalo di Natale davvero speciale, Lista dei Desideri di Save the Children forse può fare al caso vostro.
Con un semplice click sul sito di Save the Children, potrete regalare a popolazioni che ne hanno davvero bisogno, uno dei 23 regali della Lista dei Desideri, che permetterà a questa associazione benefica di proteggere il futuro di milioni di bambini in tutto il mondo.
Se poi pensiamo al fatto che secondo Confcommercio-Imprese e Format Ricerche il 30,7% degli Italiani considera i regali di Natale una “spesa necessaria, ma della quale farebbe volentieri a meno” ed il 22,9% una “spesa del tutto inutile, ma che si è costretti ad affrontare”, è facile capire come potrebbero cambiare le cose se questi doni “inutili” si trasformassero in qualcosa di molto più utile.
Un regalo solidale a sostegno degli interventi di Save the Children, permetterà di offrire beni di prima necessità come ad esempio i servizi igienico-sanitari, la nutrizione ai bambini e l’acqua potabile, garantire antibiotici, vaccini, zanzariere, sali per la reidratazione e la vitamina A e tanto altro ancora.
Per fare un dono benefico, basta scegliere uno tra i 23 regali messi a disposizione ed effettuare on-line la donazione corrispondente, direttamente dal sito di Save the children, con una spesa che può variare da 10 a oltre 1.000 euro.
fonte pourfemme.it, da Ritana Schirinzi
lunedì 13 dicembre 2010
Lgbt: L’esercito canadese pubblica un nuovo regolamento su soldati transgender
Mentre continua il dibattito negli Usa su truppe apertamente gay, il National Post riporta, l’esercito canadese ha elaborato un nuovo regolamento sul modo in cui i soldati trans dovrebbero essere trattati.
Il regolamento dice che dovrebbero indossare l’uniforme del sesso a cui aspirano, ma deve essere garantito il rispetto della privacy.
Per esempio, non devono essere date spiegazioni quando il nome di una persona viene cambiato su registri militari.
Il nuovo regolamento non permette che gli onori militari vengano riassegnati ai nuovi nomi, poichè “non vi è alcuna autorità legale per riscrivere la storia”.
Le forze armate canadesi hanno pagato per la transizione di un soldato nel 1998 e contano uno o due soldati trans all’anno.
Cherie MacLeod, direttore esecutivo di PFLAG Canada, ha detto che il cambiamento è stato positivo.
“Questo è un passo importante verso il riconoscimento di una comunità che ha sempre lottato per la parità di diritti e la tutela dei diritti umani”, ha detto al giornale.
“Quando un governo diventa più inclusivo, spinge la società a fare altrettanto.”
fonte mosinforma.org via Pink News
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Lgbt Matrimonio gay ad alta quota, celebrato il primo sì, fra due donne lesbiche
Si è celebrato il famoso matrimonio gay in alta quota
Aleksandar Mijatovic e Shantu Bhattacherjee hanno vinto il concorso della compagnia aerea Sas Scandinavian Airlines, che prevedeva la celebrazione delle nozze di una coppia omosessuale sulla tratta Stoccolma-New York.
L’evento è avvenuto il 6 dicembre, quando il volo si trovava sull’ area di Borlange in Svezia. Ma in quell’occasione non è stata l’unica coppia a unirsi con questo vincolo.
Dopo la loro celebrazione anche Ewa Tomaszewic e Gosia Rawinska, diventando la prima coppia di donne omosessuali a sposarsi in alta quota.
Insomma, diciamo che più che un gesto romantico è un modo per urlare forte e chiaro i propri diritti al Mondo intero.
E la Sas, che di pubblicità se ne intende, stavolta ha unito l’utile al dilettevole: questa campagna pubblicitaria ha portato 450 mila i visitatori unici sul sito e di questi 350 mila hanno partecipato al concorso per votare.
Le coppie una volta arrivate a New York hanno trovato un’accoglienza davvero meravigliosa, ideale per festeggiare. Gli sposi vincitori del concorso, infatti, hanno potuto alloggiare tre notti in un lussuoso hotel cittadino e una designer di gioielli svedesi avrebbe donato un anello esclusivo per le nozze alle coppie.
La SAS, come promesso ha realizzato un matrimonio gay anche sul volo di ritorno: a dire sì sono stati una coppia del Nord Carolina.
In questo caso gli sposi hanno vinto una notte nell’Icehotel svedese, dove è celebrata la cerimonia di benvenuto, seguita da una luna di miele in un lussuoso hotel di Stoccolma. Direi che è meglio del matrimonio via skype: più sicuro.
fonte matrimonio.pourfemme.it
Lgbt spot: La pubblicità del Milan è sessista, polemica su Facebook
Seedorf e alcuni compagni rossoneri nella campagna di Nivea. Su Facebook montano le polemiche.
Una campagna pubblicitaria sessista. E’ quanto sostengono su Facebook alcuni internauti a proposito dello sport di Nivea For Men, sponsor del Milan dal 2008, in cui Clarence Seedorf risponde con un doppio senso a sfondo sessuale ai dettami tattici di Allegri.
“Nell’uno contro uno voglio vedervi decisi, ma evitiamo le entrate ruvide per non rovinare la prestazione”, dice il tecnico rossonero.
E Seedorf, con l’aria di chi ha colto ironicamente il concetto, risponde: “Ho capito mister, l’importante è buttarla dentro”. Quindi nell’ipotetica aula magna rossonera scatta una risatina generale e la voce fuori campo invita a giocare sul “velluto”.
Le accuse di sessismo sono apparse sul gruppo Facebook «Iniziativa contro le pubblicità sessiste, misogine o omofobe».
Francesca definisce lo spot “oltraggioso per la dignità umana del genere femminile” e ammonisce: “È un richiamo e un invito a concepire la donna come oggetto”.
Le proteste avrebbero convinto il gruppo Beiersdorf, titolare del marchio Nivea, a togliere dalla programmazione tv e web la sequenza incriminata.
E invece la stessa azienda smentisce: “La messa in onda dello spot si è conclusa regolarmente dopo i previsti 15 giorni di programmazione.
E siamo contenti dei risultati prodotti. Non ci siamo accorti di proteste e non era comunque nelle nostre intenzioni irritare la sensibilità di qualcuno.
In ogni caso a gennaio torneremo ‘on air’: con gli stessi spot o con altri ancora non è stato deciso”. Con buona pace di chi non ha gradito.
fonte gaynews24
domenica 12 dicembre 2010
Lgbt Cinema: Glenn Close torna sul grande schermo con un ruolo en travestie, già portato in teatro
Albert Nobbs, è lei.
Nel prossimo film di Rodrigo Garcia (Mother & Child), Glenn Close interpreterà il ruolo di una donna sola e senza un soldo, che si traveste da uomo per scappare dalla miseria della sua esistenza.
Siamo nell’Irlanda del XIX° secolo e la storia è ambientata nel lussuoso Morrison Hotel di Dublino dove la protagonista si finge uomo per potere ottenere un impiego come maggiordomo e sopravvivere.
Glenn Close ha definito il ruolo come ‘la sfida’ della sua carriera.
Ispirato da una novella di George Moore, il suo testo è stato portato a teatro da Simone Bemussa con una pièce teatrale The Singular Life of Albert Nobbs, che aveva come protagonista sempre Glenn Close, ruolo che le ha dato un incredibile successo off-Broadway (e per il quale vinse un Obie Award come miglior attrice nel 1982).
L’adattamento cinematografico che si intitolerà, invece, solo Albert Nobbs, vede l’attrice oltre che interprete anche produttrice insieme a Bonnie Curtis e Julie Lynn per la WestEnd Films.
Le riprese inizieranno tra qualche giorno a Dublino e nel cast, che ha subito varie modifiche rispetto alle notizie uscite in precedenza, ci saranno, oltre a Glenn Close, Aaron Johnson (il giovane attore del momento: Kick-Ass e Nowhere Boy), Mia Wasikowska (ovvero l’Alice di Tim Burton e l’eroina del nuovo film di Gus Van Sant, Restless) e il bellissimo Jonathan Rhys-Meyers.
fonte primissima.it
Lgbt: Atletica Firenze, gli angeli dell'asta si allenano al Ridolfi con la Isimbayeva
Firenze ha vinto la concorrenza di Madrid.
In questi giorni, la struttura adiacente lo stadio di atletica Luigi Ridolfi ospiterà per un paio di mesi alcuni dei grandi protagonisti mondiali del salto con l'asta.
Il raduno voluto dalla Iaaf (la federazione internazionale di atletica) si svolgerà nella palestra dei salti del Campo di Marte, con la partecipazione di due grandissimi atleti russi: la ventottenne Yelena Isimbayeva, prima donnaa superare il muro dei 5 metri, e che vanta oggi un record di 5,06, vincitrice di 2 ori olimpici (Atene 2004 e Pechino 2008)
2 ori e un bronzo ai campionati mondiali e 3 primi posti e un terzo in quelli indoor.
E il venticinquenne Evgeny Lukyanenko, detentore di un primato personale di 6,01 e vicecampione olimpico a Pechino 2008, oltre che campione mondiale indoor nel 2008.
Assieme a loro altri atleti di spicco: uno su tutti il giovanissimo toscano Claudio Michel Stecchi (figlio d'arte perché suo padre Gianni, che ora fa l'allenatore, è stato un astista di livello internazionale) attuale vicecampione del mondo juniores.
Il diciottenne di Bagno a Ripoli nella gara iridata si è levato anche la soddisfazione del primato personale migliorato in due riprese (5,35e 5,40). Erano sei anni che un azzurro non saliva sul podio dei Mondiali juniores: l'ultimo era stato Andrew Howe, oro sui 200 metri a Grosseto nel 2004.
La stella del raduno però è sicuramente lei, Yelena Isimbayeva, che nel mondo dell'atletica è conosciuta come una ragazza umile, ma allo stesso tempo volitiva e severa con se stessa.
Comunque nonostante la grande notorietà, l'indiscussa bellezza e i buoni guadagni la si può definire una ragazza semplice, l'amica che tutti vorrebbero avere.
Per lei non sono mancati nemmeno i momenti difficili e le lacrime.
Come un anno fa a Berlino quando tutti si aspettavano un altro record e invece arrivò una prestazione incolore. E' stata capace di grandi gesti come quello compiuto nei confronti di Lisovoi, il suo primo allenatore a Volgograd, sua città natale, che dopo aver saputo delle sue difficoltà gli ha regalato una casa.
Da questo stage dovrebbe poter trarre grande vantaggio il giovane Stecchi, allenato da Riccardo Calcini che dice: «Fin dall'esordio di Claudio la mia attenzione, come allenatore, è stata quella di supportare l'allenamento dei fondamentali dell'atletica leggera e del salto con l'asta attraverso la ginnastica artistica.
Quindi fin dall'inizio è stato seguìto da un insegnante di ginnastica che anche oggi continua il suo importantissimo lavoro.
L'evoluzione dei risultati di Claudio trova, a mio avviso, un importante fondamento proprio sulle enormi qualità coordinative e di forza acquisite dalla ginnastica.
I risultati conseguiti da Claudio mi hanno spinto ad adottare negli ultimi tre anni le stesse metodologie a tutto il gruppo di allenamento che seguo, fra cui: William Frullani, Francesca Doveri, Ester Silvan, Franco Casiean».
All'iniziativa hanno partecipato fattivamente l'assessore allo sport del Comune di Firenze Dario Nardella e il presidente degli A.S.S.I. Giglio Rosso Marcello Marchioni.
fonte repubblica.it di FRANCO VANNINI
LGBT BARI: LA MOSTRA FOTOGRAFICA 'INTERNET FOR PEACE' ALLA FABBRICA DI NICHI VENDOLA DAL 10 AL 20 DICEMBRE
Bari ospiterà dal 10 al 20 dicembre la mostra fotografica dedicata a Internet for Peace.
Inaugurazione oggi alle 19, in Via De Rossi 52, Bari
Fa tappa a Bari la mostra fotografica itinerante di Internet for Peace, lanciata da Wired Italia lo scorso novembre e dedicata alla campagna che ha candidato ufficialmente il Web al Premio Nobel per la Pace 2010.
La fabbrica di nichi e Nichi Vendola, tra le prime realtà a sostenere Internet for Peace, ha deciso di ospitare l’esposizione che raccoglie alcuni degli scatti fotografici pubblicati sulle pagine di Wired Italia nel corso dell'ultimo anno e racconta il lungo e intenso cammino della Rete verso il Nobel.
Dieci le immagini scattate dai fotografi Pier Nicola D’Amico, Alessandro Scotti, Dan Winters e Marcello Bonfanti che catturano il volto di alcuni degli Ambassador di Internet for Peace, come il Premio Nobel Shirin Ebadi e la blogger cubana Yoani Sanchez, e degli uomini e delle donne che nella loro vita si sono distinti per un uso della Rete capace di costruire dialogo e integrazione al di sopra di qualsiasi censura o restrizione.
Gli scatti verranno esposti presso La fabbrica di nichi, in via De Rossi 52, da venerdì 10 a lunedì 20 Dicembre, giorno in cui la mostra partirà verso altre città che hanno aderito al progetto.
10 Dicembre, alle ore 19.00, si terrà l’inaugurazione di Internet for Peace cui prenderà parte in videoconferenza il direttore di Wired Italia Riccardo Luna.
“La rete costruisce pace in quanto consente lo scambio di esperienze, unisce e narra porzioni di un racconto che altrimenti non avrebbe voce”, ha commentato il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola.
“Ecco perché sosteniamo la campagna di Wired e siamo particolarmente onorati di ospitare la mostra nella fabbrica di nichi. Qui in Puglia si sposa in modo naturale con il grande lavoro svolto negli ultimi anni proprio nel campo dell'innovazione e delle nuove tecnolgie”.
- Orari esposizione: ore 10.30-13 e 17-20 (eccetto la domenica)
- Ingresso gratuito
Di seguito la scheda tecnica degli scatti:
DIECI SCATTI PER UN NOBEL
PERSONAGGI IN MOSTRA PER INTERNET FOR PEACE
Dieci gli scatti di Pier Nicola D’Amico, Alessandro Scotti, Dan Winters e Marcello Bonfanti scelti tra tutte le immagini pubblicate da Wired Italia a partire da novembre 2009, quando è stata ufficialmente lanciata la campagna di Internet for Peace che ha candidato Internet al Premio Nobel per la Pace 2010, per raccontare le storie di tutti quegli uomini e quelle donne che quotidianamente dimostrano come la Rete rappresenti il più grande e potente strumento di pace e democrazia a disposizione dell'umanità.
1. Shiyu Zhou è il responsabile del Consorzio Global Internet Freedom (GIFC), creato insieme ad altri volontari per combattere la censura in Cina e in Iran.
Foto di: Pier Nicola D’Amico. Fotografa atleti professionisti e top model. Per Wired Italia ha fatto un lungo viaggio per raggiungere e immortalare alcune voci di “Internet for Peace”.
2. Georgy Jakhaia, 34 anni, è un professore georgiano conosciuto online come Cyxymu. Critico con il governo russo, ha provocato involontariamente il crollo della Rete nell’agosto del 2009, quando hacker anonimi infettarono milioni di computer nel mondo per censurare il suo blog.
Foto di: Pier Nicola D’Amico
3. Matt Flannery è il giovane californiano che ha creato Kiva.org, una società di micro-credito che nel 2009 ha raccolto 100 milioni di dollari per finanziare progetti in tutto il mondo.
Foto di: Pier Nicola D’Amico
4. Daniele Trinchero, chiamato Mr Wireless, lavora a un sistema di comunicazione wireless low cost. Il suo sogno è portare la sua tecnologia in Darfur e Amazzonia.
Foto di: Pier Nicola D’Amico
5.Yoani Sanchez è una giornalista cubana e autrice del blog “Generacion Y”. Ha ricevuto il premio World Press Freedom Hero perché, nonostante la censura, continua a raccontare in Rete la vita di tutti i giorni a Cuba.
Foto di: Alessandro Scotti. Ha vinto il prestigioso Premio Ponchielli per il “miglior lavoro fotografico dell’anno” con la sua inchiesta sul traffico di droga, grazie alla quale è stato anche nominato Goodwill Ambassador delle Nazioni Unite.
6.Shirin Ebadi avvocato e pacifista iraniana, ha vinto il premio Nobel per la Pace nel 2003. È la prima firmataria della campagna Internet for Peace.
Foto di: Dan Winters. Lavora per diverse riviste americane, da Esquire a Wired al New York Times Magazine. Celebri i suoi scatti a personalità come Al Gore, Barack Obama e il Dalai Lama.
7.Ory Okolloh è un’attivista kenyana. Ha fondato Ushahidi (“testimone” in lingua Swahili), una piattaforma web che registra e raccoglie le testimonianze di violenze e disastri naturali utilizzando messaggi di testo e Google Maps.
Foto di: Pier Nicola D’Amico
8.Saed Nashef è nato quarant'anni fa a Gerusalemme Est. Venture capitalist, sta lanciando un fondo per finanziare startup a Ramallah. Perché, secondo lui, non può esserci pace senza sviluppo.
Foto di: Pier Nicola D’Amico
9.Ashin Mettacara è un monaco buddista birmano di 27 anni. Ha usato il suo blog per raccontare a tutto il mondo ciò che la dittatura militare nasconde. Per questo è costretto a vivere in esilio, ma tramite la sua “Buddha FM Online Radio” continua a raccontare la realtà della Birmania.
Foto di: Marcello Bonfanti un fotogiornalista italiano. Ha vinto il terzo premio nella categoria Arts and Entertainment al World Press Photo del 2005 con il suo lavoro sulle drag queen cubane.
10.Rima Qureshi è a capo del progetto Ericsson Response, un programma che fornisce le apparecchiature per le comunicazioni in caso di emergenza in tutto il mondo.
Foto di: Marcello Bonfanti
fonte digayproject.org
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cultura e arte,
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Lgbt Firenze: Arcilesbica premia tesi su lesbismo anni ’70 e sul coming out
Tutti i lavori del concorso accolti in fondo consultabile.
Una tesi di laurea dedicata a ‘Il lesbismo nel femminismo radicale italiano degli anni ’70′ ed una intitolata ‘Formazione dell’identita’ lesbica e gay: il processo di coming out come fattore di sviluppo’ hanno vinto la 1/a edizione del Premio di laurea in studi sul lesbismo e sul genere promosso dall’associazione nazionale Arcilesbica.
I premi sono stati assegnati a Firenze.
Al concorso hanno partecipato 22 lavori valutati da 30 studiose del fenomeno Le tesi verranno raccolti in un fondo che sara’ consultabile anche sul web.
fonte gaynews24
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