sabato 5 settembre 2020

Libri: "BREVE STORIA FILOSOFICA DELLA VOCE" di Laura De Luca

"BREVE STORIA FILOSOFICA DELLA VOCE" di Laura De Luca 

 

Quando fu che il mugugno quasi animale,
appena significativo, si mutò in voce?
E che cosa fece davvero la differenza?
Quando, esattamente, il suono informe divenne voce?
Che cosa lo snaturò (o lo elevò) a tal punto?



La voce è uno strumento, si suol dire, specie per chi la usa nel proprio lavoro (nel teatro, nel mondo della musica e dello spettacolo, e in mille altre situazioni comunicative), e non mancano certo i manuali che promettono di insegnare come si fa.

Difficile descrivere cosa invece faccia questo libro, se non dicendo che risponde ai perché: con quale scopo, verso quale direzione, provenendo da quale storia e da quale base spirituale e filosofica stai facendo uscire la tua voce? «La voce è una mano, un artefice, è l’erpice che smuove la terra e evoca il germoglio. Così ̀ il suono autofeconda il pensiero. E nella voce, il suono si pensa»: dunque usare bene la propria voce – qualcosa di unico, inevitabilmente individuale, ma anche antico come l'uomo  – senza comprenderne il significato, senza un impianto che si può ben definire filosofico, significa rischiare di possedere una tecnica priva di pensiero, priva di anima. E, infine, priva dell’elemento che secondo l'autrice è forse il più importante nell’abilità vocale: la capacità di ascoltare.

 

LAURA DE LUCA ha compiuto studi di filosofia e scienze della comunicazione. Radiogiornalista, conduttrice e autrice radiofonica, dal 1982 alla Radio Vaticana, ha studiato il fenomeno radio in diversi studi, saggi e convegni; sul fronte produttivo si è dedicata in particolare al recupero dello storico format delle interviste impossibili. Tra le ultime pubblicazioni: Cara Radio. Cartoline dal mondo della radio nell’epoca del web (Armando 2019), Manifesto per la liberazione dell’uomo (scritto da una donna) (Il Giornale, 2019), Nati per la radio (Solfanelli, 2020). Ha siglato anche testi di narrativa, poesia, e opere da lei illustrate.

 

fonte: Ufficio stampa www.graphe.it

Moda: DOLCE & GABBANA. Femminilità e rinnovamento, per una spinta alla rinascita italiana

Un set magico e romantico a Villa Bardini in quel di Firenze, che così illuminata permette una visuale stupenda di sé anche dal Lungarno sottostante.

 

Le modelle, rigorosamente senza tacco per ragioni di sicurezza, hanno percorso la scalinata calzando delle essenziali ballerine, accarezzate da rose e da cavalieri sempre pronti a sostenerle durante la discesa. Mix di bellezza, fascino e galanteria.

Lo stile delle collezioni, accompagnato anche dalla musiche di Rota, è quello degli anni ’40,’50 e 60 con pizzi, turbanti, copricapi e veli.
La creatività dei due Maestri  è tutta rivolta ad esaltare una interpretazione elegante e femminile della donna.

Abiti di alta sartorialita’, che con i loro colori e tagli donano allure e sensualità. Per una donna che riscopre femminilità e fascino nella società contemporanea.

Colori vivaci come il fucsia, il giallo, il verde, il rosso, il pizzo nero ed i quasi sempre immancabili tulle e chiffon per un effetto vedo non vedo di magica seduzione.
Una serata sfavillante in questa cornice fiorentina, che ha incantato il pubblico presente e quello virtuale che in streaming ha potuto seguire il defilé da tutto il mondo.

Puro stile italiano onnipresente, quasi a voler ricordare, tra le rose di questi giardini stupendi lasciati in dono alla città dall’omonimo antiquario, quante location esistano non solo a Firenze ma in tutto il nostro Paese. Auspichiamo quindi che si possa continuare in questo solco così brillantemente tracciato da Dolce & Gabbana, tra arte e moda, tra Rinascimento e rinascita di un Italia che ha voglia di riprendersi da un un periodo così duro.


Molto intelligente ed ispirato il tour dei due stilisti, volto a presentare le proprie collezioni valorizzando al tempo stesso il territorio e le sue eccellenze. Arte, artigianato, storia, cultura, tradizione ed innovazione.

Grazie quindi al Comune di Firenze, per la sua piena adesione a questa iniziativa che simboleggia la rinascita delle nostre eccellenze, motore ed identita’ del nostro paese.

Ed un grazie a Domenico Dolce e Stefano Gabbana per questa iniziativa di grande pregio, e per una collezione di Alta Moda semplicemente strepitosa.  

Alessandro Sicuro

fonte:  https://alessandrosicurocomunication.com

Bologna, Merola intitolerà una strada a Marcella Di Folco, storica attivista transgender

«Ce l’abbiamo fatta. È un pezzo di storia quello che sta per essere scritto. E lo stiamo scrivendo insieme.  

 

Bologna sarà la prima città ad avere un’intera via intestata a una persona trans: l’immensa, favolosa e indimenticabile Marcella Di Folco». Esordisce così, in un suo stato su Facebook, l’avvocata e attivista Cathy La Torre, che annuncia la decisione da parte del comune di inserire nella toponomastica stradale il nome della nota attivista.

Cathy La Torre: “Merola ha confermato: la via si farà”

«Otto anni fa» continua La Torre «il Consiglio comunale di Bologna, lo stesso in cui Marcella Di Folco sedette diventando la prima persona trans al mondo a ricoprire una carica elettiva, accolse l’ordine del giorno che presentai assieme a Sergio Lo Giudice». Quell’ordine del giorno «chiedeva di intitolare una via a Marcella una volta trascorsi – come da regolamento – dieci anni dalla sua scomparsa». Marcella Di Folco è scomparsa il 7 settembre del 2010. «Ieri, con una lettera appello, ho ricordato al sindaco Virginio Merola quell’impegno preso nel 2012» scrive ancora La Torre. Le cui parole sono andate a segno: «Questa mattina, rispondendo a quelle mie poche righe, il primo cittadino ha confermato che sì, quella via si farà.

La soddisfazione di Sergio Lo Giudice

«Una gran bella notizia» commenta Sergio Lo Giudice, sempre su Facebook, «per la memoria di Marcella che se l’è meritato con le sue battaglie e per la comunità Lgbt+ a cui viene riconosciuto l’importante ruolo sociale di promozione dei diritti civili di tutt*. Ma lo è soprattutto per la comunità bolognese, che ancora una volta, 764 anni dopo quel Liber Paradisus che abolì la schiavitù in città, si colloca all’avanguardia nella difesa e nella promozione delle libertà individuali e della pluralità delle relazioni sociali. Si conferma sempre bello sentirsi parte di questa città».

Il convegno del MIT per Marcella di Folco

Marcella Di Folco è stata una persona molto attiva nel mondo Lgbt+: fu consigliera comunale, eletta nella lista dei Verdi. Ha lavorato come attore, prima della transizione, con registi e attori del calibro di Federico Fellini, Dino Risi, Alberto Sordi e molti altri. La sua vita è stata recentemente raccontata nel libro di Bianca Berlinguer, Storia di Marcella che fu Marcello, pubblicato nel 2019. In occasione del decennale della sua scomparsa, il MIT – di cui è stata presidente – ha previsto proprio per il 7 settembre il tributo Marcella, dieci anni dopo Marcella. Ricordi e riflessioni nella memoria del movimento, alla Cappella Farnese e coordinato da Porpora Marcasciano.

In ricordo di Marcella Di Folco VIDEO CLICCA >  QUI

fonte:  www.gaypost.it

Firenze: Al Teatro della Limonaia "END OF DESIRE" di David Ireland, con la regia Dimitri Milopulos.

END OF DESIRE
di David Ireland
regia Dimitri Milopulos
con Monica Bauco, Daniele Bonaiuti
scene, luci, costumi Dimitri Milopulos
traduzione Dimitri Milopulos 11, 12, 13 settembre ore 20.30 e ore 22

causa emergenza Covid-19 i posti sono limitati – è consigliata la prenotazione
Intercity/Back To London

Dermot e Janet si conoscono tramite Internet e si danno appuntamento per una notte di sesso occasionale. La situazione è assolutamente bizzarra: lei appare vestita da topo!


Dopo aver consumato il sesso, i due si ritrovano coinvolti in una serie di dialoghi dinamici e divertenti; un accelerato scambio di opinioni politiche, culturali e sociali che toccano argomenti superficiali quali la scelta di un programma televisivo e argomenti profondi quali la solitudine umana.


Il pubblico è catapultato nella divertente esplorazione dei disagi e delle difficoltà di un incontro fra due estranei, socialmente e culturalmente opposti. Ci troviamo di fronte alle “maschere” che tutti indossiamo quando ci imbarchiamo nella pericolosa impresa di iniziare nuove relazioni. Un viaggio attraverso le problematiche e gli stereotipi della società moderna, contro cui i due decidono di combattere, togliendosi e rimettendosi le maschere delle paure, delle insicurezze e delle false convinzioni.


Una commedia brillante dal ritmo incalzante, i toni leggeri ma taglienti, in cui ritroviamo le tematiche protagoniste del nostro tempo immerse in un’atmosfera grottesca e divertente.

David Ireland si è formato come attore al RSAMD (oggi Royal Conservatoire of Scotland) di Glasgow e ha lavorato come attore in molte compagnie teatrali del Regno Unito, comprese Royal Shakespeare Company, Manchester Royal Exchange, Glasgow Citizens Theatre e Traverse Theatre di Edimburgo.
Dal 2011 al 2012 è stato drammaturgo in residenza al Lyryc Theatre di Belfast.
Il suo primo testo What the Animals Say è stato prodotto dal Òran Mór di Glasgow e presentato al Belfast Festival. Successivamente ha scritto Everyting Between Us, che ha vinto il Meyer-Whitworth Award e il Stewart Parker BBC Award, The End of Hope The End of Desire, Half a Glass of Water, Yes So I Said Yes, Can’t Forget About You, Most Favoured, The Hen Night, Summertime, I Promise You Sex and Violence, Blood Wedding e Cyprus Avenue.
Per la radio, ha adattato Everything Between Us per BBC Radio 3 e ha scritto Trouble and Shame per la BBC Radio Scotland.

Dimitri Milopulos, regista, scenografo, costumista, autore, attore, grafico. Nel 1988 crea insieme a Barbara Nativi e altri collaboratori il Teatro della Limonaia e il Festival Intercity di cui è direttore artistico dal 2005. Dirige – oltre ai propri – testi di Barbara Nativi, David Ireland, Oscar Wilde, Gaspare Baglio, Dimitri Dimitriadis, Letizia Russo, Michel Tremblay e firma le scene di più di 50 produzioni su testi di autori come Sarah Kane, Jon Fosse, Jean-Luc Lagarce, Sergi Belbel, Barbara Nativi, Michel Tremblay, Martin Crimp, Michel Marc Bouchard, collaborando con registi come: Barbara Nativi, Irene Aho, Jon Tombre, Rickard Günther, Roxana Silbert, Dominic Dromgoole, David Ferry, Runar Hodne.

Red Shoes, il figlio del boss: la storia di Daniela Lourdes Falanga arriva al Festival di Venezia

Antinoo Arcigay Napoli è felice di annunciare che, domenica 6 settembre, dalle ore 14, presso l’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, Italian Pavillon (Sala Tropicana), nell’ambito della 77esima edizione del Festival del Cinema di Venezia, sarà presentata l’anteprima del film “Red Shoes - il figlio del Boss” biopic sulla vita di Daniela Lourdes Falanga, presidente di Antinoo Arcigay Napoli e donna transessuale figlia di un boss oggi condannato all’ergastolo che ha dovuto affrontare un percorso irto di ostacoli e pregiudizi per arrivare ad essere quello che è oggi: un simbolo di inclusione, di orgoglio e di rivendicazione di diritti e dignità.


Il documentario, girato in estate tra Napoli, Pompei, Castellammare di Stabia e Torre Annunziata, è stato realizzato dalla regista Isabella Weiss con l’autrice Raffaella Anastasio, entrambe presenti alla première veneziana, e si avvale delle musiche originali di Marco Zurzolo, musicista e compositore napoletano di fama internazionale. 

 
Daniela Lourdes Falanga, prima donna transessuale a ricoprire la carica di presidente di una delle Associazioni LGBT più longeve di Italia, ha dichiarato: Il momento più sensibile di questo straordinario documentario è stato quando la regista mi ha chiesto cosa fosse la vita per Raffaele.
E a quella domanda non ho saputo che rispondere la verità: era la morte, l’amica che poteva liberarmi dal dolore di non essere me stessa. A quel punto ho pianto e hanno dovuto interrompere le riprese.”


Uno staff incredibile quello di CameraWork, con regia di Isabella Weiss, la sceneggiatura di Alessandra Anastasio e l’infinito Gianni Mammolotti, candidato al David di Donatello per Malarazza - continua la Falanga - Sono stati giorni in cui siamo passati dall’ottenimento della legge regionale contro l’omolesbobitransfobia, in cui chiaramente mi rivedo insieme ai miei compagni di attivismo, alla narrazione di un’esistenza convulsa e ai margini, poi rielaborata con determinazione per il bene comune.

 
Un racconto difficile da credere, troppo doloroso, ma anche la grande vittoria del bene comune, della libertà, delle relazioni, delle attività della mia associazione Antinoo.
Forse in un documentario potrà essere chiaro come un bambino possa ricongiungersi alla madre, a sé stesso, armai adulta e rinata.

fonte:  www.arcigaynapoli.org

giovedì 3 settembre 2020

Invasione Teatrale nel centro storico di Firenze. Lunedì 7 dalle 19 alle 23 un evento organizzato da SaveTheCity Onlus Firenze nel Cuore, Alessandro Riccio e Gigio Petrucci.

Portare il Teatro fuori dai teatri della città, per viverlo nelle piazze e nelle strade di Firenze, a stretto contatto con il pubblico, attraverso un FLASH MOB cittadino fatto di decine e decine di performance delle quali sarà resa nota solo la location, mentre interpreti e opere saranno a sorpresa.

E’ la formula di “Teatro Di Città”, un progetto a cura di SaveTheCity in collaborazione con l’associazione Pop Up, ideato, organizzato e diretto da Gigio Petrucci ed Alessandro Riccio, che coinvolge più di 200 artisti, che per una sera si esibiscono al di fuori dei luoghi classici deputati a questa arte, animando angoli, piazzette, scalinate, vie, monumenti del centro di Firenze, con performance di vario genere, ripetute dalle prime luci del tramonto fino a tarda sera. 

 

 Un’occasione unica per godere del Teatro in tutte le sue forme e i suoi generi, toccando il dramma, la satira, l’improvvisazione, la commedia, la danza e la musica, in uno scenario eccezionale come quello delle strade e degli scorci di una delle città più belle del mondo.

Un evento in cui la vera protagonista è l’Arte del Teatro e della Performance, più che i tantissimi attori e performer coinvolti. 

Agli spettatori è reso noto solo l’elenco dei luoghi delle performance e quello degli artisti coinvolti, ma non in abbinamento fra loro; non è quindi possibile sapere in anticipo quale attore si esibisce in un luogo specifico, perché l’auspicio è che a muovere il pubblico sia l’amore per il Teatro in sé, vero protagonista dell’evento, e non per un attore o un’attrice in particolare. Un invito a divertirsi ed emozionarsi anche grazie al piacere della sorpresa e dell’inatteso.

Gli spettacoli hanno durate variabili, si ripetono più volte, con l’alternanza di più artisti nella stessa location, a partire dalle ore 19 fino alle ore 23.

EVENTO FB:  TEATRO DI CITTA QUI

> INGRESSO GRATUITO

In osservanza delle misure adottate dal Governo italiano in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, raccomandiamo a tutti gli spettatori l’utilizzo delle mascherine e l’osservanza del distanziamento sociale.

L’elenco finale dei luoghi sarà pubblicato il giorno dell’evento sulla pagina Facebook dell’evento.

Hashtag dell’evento:  #teatrodicittà    #teatrodicittà2020

ECCO TUTTI GLI ANGOLI DOVE SI ESIBIRANNO GLI ARTISTI....

Via Vacchereccia  -  Vicolo dell'oro  - Piazza San Firenze
Loggia del Porcellino - via Pellicceria - Via Roma
Piazza Santissima Annunziata - Via Tornabuoni
Piazzetta Antinori - Piazza Santa Trinità
Piazza San Lorenzo - Piazza Strozzi - Piazza de' Cerchi
Via dell’Arte della Lana  - Via Lambertesca
Piazza delle Belle Arti - Pazza del capitolo
Piazza dei Maccheroni - Piazza san Martino
Piazza dei tre Re - Piazza del Limbo - Volta dei Mercanti
Piazza di Parte Guelfa - Via del Brunelleschi
Piazza di santo Stefano al ponte -  Volta dei Girolami
Cartina alla mano e viaaaa!

LUNEDì 7 SETTEMBRE
dalle ore 19 alle 23
a ciclo continuo

fonte:  www.firenzespettacolo.it

Cinema: Venezia 77 – Il discorso di Tilda Swinton premiata con il Leone d’Oro alla carriera

Ieri sera verso la chiusura della cerimonia di apertura della 77ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la presidentessa della giuria internazionale Cate Blanchet ha consegnato a Tilda Swinton il Leone d’oro alla carriera. Il suo discorso è stato un’ode al cinema che tutti dovremmo ascoltare.

Il discorso

“Due cose mi sono chiesta ultimamente. Una: quanto esattamente il cinema conta per me. Due: come riuscire ad accettare questo immenso onore con una faccia impassibile.

Il cinema è, semplicemente, il mio luogo felice. È la mia vera madrepatria. E la sua compagnia, l’albero genealogico del mio cuore. È facile. I nomi sull’elenco di coloro ai quali è stata tributata questa onorificenza sono i nomi dei miei maestri. Sono gli anziani della mia tribù. Sono i poeti del linguaggio che amo sopra tutti gli altri, canto le loro canzoni in bagno..

Sono la ragazzina punk fissata con il cinema che fa l’autostop per la stazione per prendere un treno per le colline ai piedi delle vette delle loro conquiste. E, ad ogni modo, io sto appena iniziando. Dunque, quando chiedo a me stessa come potrei esprimere adeguatamente la mia gratitudine per questo onore, mi vengono meno le parole. Perdonatemi. Le ho esaurite tutte.

Sappiatelo e grazie. Ma penso di potervi dire qualcosa su cosa significhi essere con voi qui stasera. Cosa significhi essere in una stanza con creature viventi e un grande schermo. Cosa significhi stare per vedere un film a Venezia… Pura gioia. È così bello vedere tutti i vostri occhi aperti e pronti.

Se posso, visto che sono quassù, per conto di tutti noi, e insieme alla grande Ann Hui, con la quale sono fiera di condividere questo straordinario tributo, vorrei ringraziare la nostra sublime Venezia, il festival di cinema più venerabile e maestoso della terra, per aver alzato la bandiera quest’anno, l’anno della visione 2020.

Per ricordarci che certe cose non vanno da nessuna parte, che mentre affrontiamo i nostri conti, mentre impariamo a riporre la nostra fiducia nell’evoluzione e nei suoi inevitabili cambiamenti, mentre grati ci liberiamo irrevocabilmente di quello che ci degrada e ci sconfigge e scopriamo e impariamo ad assumere la responsabilità e ad avere cura di tutti i nostri tesori, sia naturali che culturali, e questo include Venezia.

È cosi bello vedere l’assenza delle navi da crociera.

Possiamo continuare a fare affidamento sul grande elastico, vasto, selvaggio, dinamico, sconfinato e perpetuamente incluso stato del cinema. Abbiamo tutto quello di cui abbiamo bisogno, il tappeto magico vola quieto e sempre sarà. E, grazie, per il mio leone con le ali, il miglior dispositivo di protezione personale per l’anima che possa immaginare. Viva Venezia! Cinema, cinema, cinema! Wakanda forever! Nient’altro che amore.”

>>> Biennale Cinema 2020 - Opening Ceremony. VIDEO CLICCA > QUI

Omaggio a Morricone

Ricordiamo che la cerimonia è iniziata (57:54) con un tributo al compositore Ennio Morricone, con un’orchestra a nove pezzi posizionata al centro del palco della Sala Grande, seguito dal messaggio dei direttori dei Festival cinematografici europei.

fonte: Di Marlen Vazzoler    https://blog.screenweek.it

mercoledì 2 settembre 2020

Libri: "La casa dei pazzi" di Michael Krüger

La casa dei pazzi è la storia di un uomo nato con la camicia: un giorno, inaspettatamente, il protagonista riceve in eredità dalla zia di una zia un intero condominio nella migliore zona di Monaco di Baviera. 

Appende quindi al chiodo il noioso lavoro di archivista, leva le tende e si trasferisce in un appartamento libero del suo palazzo. 

Tuttavia, sceglie di occupare l’appartamento sotto falso nome: intende poltrire nell’ozio, senza doversi azzuffare inutilmente con i suoi inquilini per riscuotere gli affitti mensili. 

Ma i condomini sono brutte bestie e di vario genere: dall’irriducibile esperto di derivati finanziari all’insegnante sola. Il più strano di tutti, però, è Georg Faust, che lo ha preceduto nell’appartamento: uno scrittore e poeta che ha lasciato tracce ovunque e che continua a ricevere strane lettere. 

Senza pensarci due volte, per gioco, l’uomo decide di infilarsi nei panni del misterioso ex inquilino. Ne copia la calligrafia, declama le sue poesie, si comporta come un vero scrittore e sonda come sia questa nuova vita. Fino a quando un giorno, davanti alla sua porta, si presenta la nipote dello scrittore scomparso, e poco dopo una donna che lo accusa di aver plagiato e rubato le sue opere. 

Che fare? Il protagonista diventa un perseguitato. E quando il cappio si fa sempre più stretto, l’uomo progetta la fuga. Un romanzo straordinariamente umoristico e ricco di meravigliosi doppi sensi, una storia rocambolesca uscita dalla penna dello scrittore, poeta e leggendario editore Michael Krüger.

 

Michael Krüger è nato nel 1943 a Wittgendorf nella Sassonia-Anhalt e vive a Monaco. 

Per molti anni è stato l’editore della casa editrice Hanser e il direttore della rivista “Akzente” nonché di Edition Akzente. 

È membro di diverse accademie, presidente dell’Accademia bavarese di Belle Arti e autore di numerosi volumi di poesie, racconti, romanzi e traduzioni. 

Per la sua opera letteraria ha ricevuto molti premi, tra cui il Peter-Huchel- Preis (1986), il Mörike-Preis (2006) e il Joseph- Breitbach-Preis (2010).

fonte:  www.lanavediteseo.eu

J.K. Rowling restituisce un premio per i diritti umani dopo le accuse di transfobia

J.K. Rowling proprio non ci sta ad essere criticata per le sue posizioni da femminista radicale trans-escludente. Così, dopo aver ritirato un proprio messaggio di stima a Stephen King dopo che questo ha affermato che «le donne trans sono donne», ora l’autrice di Harry Potter ha deciso di restituire il premio umanitario Ripple of Hope in seguito ad alcune critiche della presidente Kerry Kennedy.

La scrittrice aveva definito quel premio ricevuto un anno fa «uno dei più alti onori che mi sia mai stato assegnato», ma dopo che Kennedy ha espresso il proprio sgomento per i «tweet e le dichiarazioni transfobiche profondamente preoccupanti», Rowling ha deciso che poteva fare a meno di quella onoreficenza che, prima di lei, è stata consegnata a personaggi illustri come Barack Obama e Joe Biden.

«A causa del serio conflitto tra me e l’associazione per i diritti umani Robert Kennedy, non ho altra possibilità che restituire il premio – ha dichiarato la scrittrice – Sono profondamente rattristata che l’associazione abbia adottato questa posizione nei miei confronti, ma nessuna onorificenza, per quanta ammirazione io abbia per la persona che ne porta il nome, può spingermi a calpestare il diritto di seguire la mia coscienza».

La replica di Kerry Kennedy, che si basa sul metodo scientifico e non su strampalati ragionamenti basati su retaggi culturali, è impeccabile: «La scienza è chiara e conclusiva, il sesso non è binario. Ho parlato con Rowling, esprimendole la mia profonda delusione che abbia deciso di usare il suo grande talento per creare una narrativa che svilisce l’identità dei transgender e delle persone non binarie».

fonte: By   www.neg.zone

Ritratti: Addio allo storico dell’arte Philippe Daverio

Philippe Daverio è stata una delle voci più amate e coinvolgenti dell'arte italiana. Autore eclettico e dallo stile inconfondibile, è scomparso la scorsa notte a causa di una grave malattia.

Era considerato uno dei volti più amati della cultura e dell’arte italiana. Philippe Daverio, lo storico dell’arte noto per il suo stile eclettico e coloratissimo, è scomparso la scorsa notte all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano all’età di 71 anni.

LA VITA DI PHILIPPE DAVERIO

Nato da padre italiano in Francia nel 1949, lo studioso, scrittore e curatore si trasferisce in Italia per gli studi universitari, frequentando il corso di Economia e Commercio presso l’Università Bocconi di Milano. Diverse le gallerie da lui dirette nel capoluogo meneghino a partire dagli anni Settanta. Nel 1981 fonda la casa editrice Edizioni Philippe Daverio, mentre nel 1993 è insignito della carica di assessore alla Cultura del Comune di Milano, ruolo che ricoprirà fino al 1997.

Moltissime le pubblicazioni firmate nel corso della sua attività, ultima delle quali il libro La mia Europa a piccoli passi. Autore versatile e di grande passione, ha contribuito a diffondere l’arte e la cultura al grande pubblico, attraverso un approccio alla divulgazione sempre divertito e coinvolgente.

Con Philippe Daverio scompare uno dei grandi protagonisti della vita culturale di Milano degli ultimi decenni”, ha dichiarato sui suoi canali social il sindaco della città Giuseppe Sala. “Daverio è stato un innamorato di Milano cui ha sempre dato la forza della sua originalità e della sua competenza, dal Comune alla Scala fino al Museo del Duomo e a Brera. L’ho visto all’opera in tanti frangenti, non sempre ho condiviso le sue posizioni, ma mi ha sempre colpito la sua libertà di pensiero. Soprattutto Milano e l’Italia devono allo spirito internazionale e alla capacità comunicativa di Philippe la sua lotta in difesa del bello e dell’arte del nostro paese di cui fu un instancabile e geniale divulgatore”.

fonte:  https://arte.sky.it

Netflix, le novità di settembre: tornano Baby e Viola Davis


La quinta stagione de Le Regole Del Delitto Perfetto su Netflix dal 27 settembre!

Netflix poche ore fa ha divulgato il catalogo di settembre in cui ha annunciato tutte le novità che arriveranno il prossimo mese. E se agosto si è chiuso con il ritorno di Lucifer, settembre si apre con Andrew Garfield ed Emma Stone nel record d’incassi del 2014, The Amazing Spider-Man 2 – Il potere di Electro.

 “Abbiamo due notizie: quella così così è che il 23 settembre l’estate è finita” – ha scritto Netflix sui social –  “Quella bella è che lo stesso giorno arriva Enola Holmes aka Millie Bobby Brown”.

 

Ed il ritorno di Millie Bobby Brown su Netflix non sarà il solo, dato che il 16 è prevista la terza (e per fortuna ultima) stagione di Baby con il debutto nel cast della figlia di Morgan ed Asia Argento; mentre il 27 arriverà la quinta stagione di Le Regole Del Delitto Perfetto (anche conosciuto col titolo originale How to Get Away with Murder), con Viola Davis nei panni di Annalise Keating.

fonte: Fabiano Minacci  www.biccy.it

Moda: A Pitti Connect sbarca 'Revenant RV NT' di Tommaso Bencistà Falorni


Il marchio di t-shit e felpe prenerà parte alla fiera on line che sostituisce quella fisica di Pitti Uomo

Innamorato della moda, appassionato dello stile e del lifestyle. Comunicatore nato, intelligenza ecclettica, dinamismo allo zenit, fantasia forte. 

E' il ritratto di Tommaso Bencistà Falorni, fondatore del marchio 'Revenant RV NT' che da due anni sta avendo ampio successo nel mondo delle t-shit e delle felpe con l'anima. 

Capi basici ed essenziali, all'apparenza casual, ma che sono diventate negli anni un manifesto di personalità e di appartenenza. Ora in questi mesi Tommaso, che ha lo studio in Piazza d'Azeglio, ha aderito a Pitti Connect, la fiera on line che sostituisce quella fisica di Pitti Uomo rimandata a gennaio 2021, voluta da Pitti Immagine anche per dare una ribalta internazionale ai giovani brand.

Come appunto 'Revenant' che vuol dire "colui che ritorna" o "il sopravvissuto", due stati d'animo nei quali TBF si riconosce appieno. 

Ora a 39 anni, dopo una laurea in psicologia clinica e un master in grafic design, forte di alcune esperienze come la fondazione del suo primo brand nel 2009 che si chiamava Toxic-Toy e poi la gavetta nelle pubbliche relazioni per eventi benefici organizzati da LuisaViaRoma e da brand di successo come Salvatore Ferragamo, Dsquared2, Roberto Cavalli, Moschino, Prada, si gode la soddisfazione di vedere le sue t-shirt e le sue felpe con lucchetti e ghirlande di fiori vendute nei più bei negozi del mondo, complice l'esperienza e la serietà di Studio Zeta showroom che lo distribuisce. 

Nel suo curriculum non manca l'invenzione di un marchio per accessori di lusso per cani, specie guinzagli, battezzato Frida Firenze.

Nato a Firenze, Tommaso ha il cuore che batte anche a Greve in Chianti dove i suoi avi e oggi il babbo Lorenzo e lo zio Stefano Bencistà Falorni portano avanti l'enogastronomia d'elite del Falorni Group per il quale questo erede creativo cura immagine e comunicazione. Ma la moda resta la sua grande passione come quella per il marchio Gucci, “fin dai tempi di Tom Ford - racconta Tommy - e ancora di più in questi ultimi 5 anni con Alessandro Michele, mio amico carissimo, da sempre. Uno rimasto sempre uguale a se stesso, nonostante l'enorme successo”.

lunedì 31 agosto 2020

Arte > Visita al museo indicata dal medico: in Canada si prescrive l’arteterapia


E con la prescrizione entrate gratis al Museum of Fine Arts di Montreal per pazienti e accompagnatori.

E vale non solo per chi soffre di problematiche mentali, ma anche per questioni di salute fisica come diabete o malattie croniche.

Insomma, l’arte guarisce. E’ questa è la filosofia alla base di una nuova iniziativa del Montreal Museum of Fine Arts (il Museo delle Belle Arti di Montreal), in Canada, che permette ai membri dell’associazione Medici Francofoni del Canada di prescrivere una visita al museo ai loro assistiti. Fino a 50 prescrizioni l’anno che consentono al paziente di entrare gratuitamente nel museo insieme a un accompagnatore, per un massimo di due adulti e due minori di età pari o inferiore a 17 anni per ciascuna prescrizione. La notizia arriva da un articolo della Montreal Gazette. “Nel XXI secolo – ha affermato il direttore generale del museo, Nathalie Bondil – la cultura rappresenterà per la salute ciò che l’attività fisica ha rappresentato nel XX secolo”.

I benefici dell’arteterapia

Si parla di arteterapia, una tecnica perlopiù ancora poco utilizzata ma che – garantiscono i suoi sostenitori – può davvero migliorare lo stato di salute delle persone. E non solo di quelle che hanno problematiche mentali: “Ci sono sempre più prove scientifiche che l’arteterapia faccia bene anche alla salute fisica – spiega Hélène Boyer, vicepresidente di Medici francofoni del Canada e capo del gruppo dei medici di famiglia presso il CLSC (Centro locale dei servizi comunali) St-Louis-du-Parc di Montreal -. L’arteterapia aumenta infatti i livelli di due ormoni responsabili della sensazione di benessere, il cortisolo e la serotonina. Quando visitiamo un museo secerniamo questi ormoni: le persone tendono a pensare che ciò sia utile solo per chi ha problemi di salute mentale, ma in realtà fa bene anche a individui con diabete, a pazienti cui vengono somministrate  cure palliative, a soggetti con malattie croniche. Dagli anni ’80 abbiamo iniziato a prescrivere l’esercizio fisico ai nostri pazienti perché sappiamo che il movimento aumenta esattamente gli stessi ormoni: ma quando abbiamo di fronte pazienti che hanno più di 80 anni, è ovvio che non possiamo prescrivere attività fisica“.

Primi al mondo

Thomas Bastien, direttore del settore Istruzione, benessere e arteterapia del museo precisa che la struttura lavora con la comunità medica da ormai 20 anni per sfruttare il potere dell’arte a beneficio dei pazienti, ma che l’iniziativa di prescrivere visite al museo  gratuite rappresenta un’assoluta novità a livello mondiale.

fonte: Miriam Cesta  www.peopleforplanet.it

New York dedicates state park to LGBTQ civil rights icon Marsha P. Johnson, marking a first.

The state made the announcement on what would have been her 75th birthday.  

New York Gov. Andrew Cuomo has dedicated the East River State Park in Brooklyn to Marsha P. Johnson, making it country's first state park to honor an LGBTQ person, according to the state. Photo: Alex Milan Tracy/Sipa USA via Newscom, FILE. 

VIDEO: The fight for gay rights in America. A brief history of the movement's fight for equality. 

Click  > HERE

An art installation outside of the Justice Center provides information on Marsha P. Johnson in Portland, Ore., on June 21, 2019. Cuomo made the announcement on Monday, on what would have been the transgender civil rights icon's 75th birthday.

"I'm proud to announce the dedication of East River State Park in Brooklyn to #MarshaPJohnson. Today, Marsha P. Johnson State Park becomes the first State Park to honor an LGBTQ person," 

Cuomo tweeted. "NY is indebted to her for her brave advocacy and relentless fight for LGBTQ equality."

The state plans to improve the park's facilities and install public art celebrating Johnson's life and her role in the advancement of LGBTQ rights, according to a statement, which called the move the largest investment in the park's history.Johnson, an early and outspoken advocate for transgernder women of color, is widely credited with helping instigate the Stonewall uprising in 1969.

New York City police officers raided the Stonewall Inn, a gay bar in Manhattan's Greenwich Village neighborhood, on June 28, 1969, to enforce a discriminatory law that made it illegal to serve alcohol to gay people. Johnson and others fought back, helping spawn the modern LGBTQ civil rights movement. Johnson founded the Street Transgender Action Revolutionaries (STAR) -- a group aimed at helping homeless transgender youth -- before she died tragically at the age of 46 in 1992, when her body was found floating in the Hudson River. Her death was initially ruled a suicide, but police reopened the investigation in 2012 amid calls from her family, who claimed foul play.

Gov. Cuomo said the state wanted to honor Johnson's work to make sure that her memory lives on forever. "Too often, the marginalized voices that have pushed progress forward in New York and across the country go unrecognized, making up just a fraction of our public memorials and monuments," Cuomo said in a statement. "Marsha P. Johnson was one of the early leaders of the LGBTQ movement, and is only now getting the acknowledgement she deserves. Dedicating this state park for her, and installing public art telling her story, will ensure her memory and her work fighting for equality lives on."

"With the COVID-19 pandemic and Black Lives Matter movement, now more than ever we must continue the fight for LGBTQ equality and racial justice in our society," Hochul said. "We have come a long way with the passage of GENDA [the Gender Expression Non-Discrimination Act] and legalizing gestational surrogacy, but we still have more work to do to combat division and hate and achieve true equality for all." 

photo: Diana Davies/NYPL/Handout via Reuters, FILE A 1970 photo of Marsha P. Johnson handing out flyers in support of Gay Students at NYU is seen here courtesy of the New York Public Library's "1969: The Year of Gay Liberation" exhibit.


The park's dedication comes as protesters across the country call on institutions to confront long-standing systemic racism and discrimination. Photo: NY State Parks On her 75th birthday, Marsha P. Johnson State Park becomes the first state park in New York to honor an LGBTQ person and a transgender woman of color.

Last year, New York Police Department Commissioner James O’Neill apologized for the violent Stonewall raid amid mounting pressure from local politicians and leaders.

"I'm certainly not going to be an expert of what happened at Stonewall. I do know what happened should not have happened," O'Neill said at the department's inaugural pride safety briefing last June. "The actions taken by the NYPD were wrong, plain and simple."

ABC News' Tony Morrison contributed to this report.

source:  By   https://abcnews.go.com

Arte > Illuminare lo spazio: Daniel Buren in mostra a Bergamo

Riapre al pubblico la Galleria d’Arte Moderna di Bergamo con un nuovo progetto di Daniel Buren (Boulogne-Billancourt, 1938), riconosciuto maestro di interventi site-specific che questa volta si confronta con gli spazi di una delle città al mondo più severamente colpite dalla pandemia degli scorsi mesi, attraverso un’installazioni fatta di luce e colore.

Da almeno cinquant’anni chi ha frequentato i grandi musei internazionali o anche semplicemente attraversato i tanti spazi pubblici dove Buren ha progettato i suoi interventi, ha imparato a riconoscere il segno inconfondibile della sua arte. Un linguaggio semplice, ridotto al minimo, fatto di colore e prima ancora delle iconiche strisce parallele; un modulo specifico ossessivamente ripetuto come segno primigenio dell’arte di Buren che l’artista adottò a partire dal 1965 come strumento per misurare e confrontarsi con lo spazio dopo che notò un simile motivo a bande in una comune tenda da sole.

Daniel Buren che, come non è raro leggere in molte note biografiche “vive e lavora in situ”, è soprattutto uno degli artisti che misero in discussione la forma stessa dell’opera d’arte in rapporto con gli spazi istituzionali deputate ad esporle contribuendo a strutturare quell’Institutional Critique che di fatto ha stabilito i paradigmi rinnovati negli anni Sessanta per intendere l’arte fuori e dentro dai musei. Per Buren tutto cominciò con l’assenza dell’atelier dove concepire in modo tradizionale l’opera da esporre in galleria e successivamente nel museo, una scelta radicale per superare il precedente sistema delle “belle arti”, concetto che Buren così espresse nel 1980 sulla rivista October: «Tutte le messe in discussione del sistema dell’arte passeranno dunque ineluttabilmente per una ridiscussione tanto dell’atelier come unico luogo in cui si compie il lavoro quanto nel museo come unico luogo in cui si vede il lavoro compiuto».

Dai suoi esordi ad oggi Buren è giustamente diventato il punto di riferimento di tale approccio site specific inanellando nella sua lunga carriera un numero importante di commissioni destinate ai luoghi pubblici, alcune diventate elementi fissi dell’arredamento urbano, come nel celebre “colonnato” della piazza parigina del Palais Royal. Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati, la mostra curata da Lorenzo Giusti è espressione di questa poetica e in particolare dell’interesse più recente di Buren per la luce che l’artista ha condotto negli ultimi anni analizzando in particolare le qualità tecniche ed espressive della fibra ottica. Nella medievale Sala delle Capriate nel cuore storico di Bergamo Buren ha dunque sfruttato un’intelaiatura preesistente composta da otto moduli esagonali sospesi per “appendere” i suoi tessuti luminescenti che configurano uno spazio assai peculiare, modulato da pattern geometrici e da quella palette cromatica ormai diventata tradizionale nelle installazioni dell’artista.

Vale la pena passeggiare tranquillamente tra gli arazzi di luce e colore pensati da Buren, lasciare che la vista si abitui all’oscurità che li circonda per godere di un particolare sguardo e relazione formale tra l’astrazione radicale delle opere dell’artista e la moltitudine di rappresentazioni sacre di affreschi e pitture medievali ospitate sulle alte pareti della sala, creando un dialogo suggestivo e per certi versi evocativo del tragico periodo che la città ha vissuto negli ultimi mesi.

DANIEL BUREN PER BERGAMO
Illuminare lo spazio, lavori in situ e situati

a cura di Lorenzo Giusti
Sala delle Capriate | Palazzo della Ragione, Città Alta, Bergamo
GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Via San Tomaso, 53
24121 Bergamo
Tel. +39 035 270272

gamec.it

fonte:  di Riccardo Conti  www.ad-italia.it