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venerdì 12 agosto 2011
Lgbt: Padova Pride Village, stasera venerdì 12 Agosto, le coreografie del gruppo Kazaky
Oggi venerdì 12 agosto serata dedicata alla letteratura e a grandi performance dance.
Alle ore 21:00 il consueto spazio letterario organizzato dal Circolo Tralaltro ospita gli autori Matteo M. Winkler e Gabriele Strazio che presenteranno il loro libro L’abominevole diritto.
Gay e lesbiche, giudici e legislatori. (Il saggiatore, 2011). Spronato dall’interdetto biblico, in ogni tempo il diritto è stato strumento di soprusi ed esclusioni contro gay e lesbiche. Per questa ragione è possibile qualificarlo, secondo gli autori, come “abominevole”.
Anni di battaglie e rivendicazioni hanno aperto la strada alla “rivoluzione della dignità” e in alcuni paesi il diritto ha saputo gradualmente riscattarsi dall’abominio, riaccordarsi con la sua carica simbolica, riconquistare la sua funzione di legittimazione di principi e comportamenti civili.
Questo tuttavia non è avvenuto in Italia dove il Parlamento resiste impavido nel silenzio e nell’inerzia. Scomparsa ogni iniziativa sulle unioni di fatto, bloccate le norme contro l’omofobia, in Italia si sfrena l’aggressione- fisica e verbale- verso l’altro.
Matteo M. Winkler e Gabriele Strazio, attraverso l’analisi di casi giudiziari, analizzano il tormentato cammino della giurisprudenza, indirizzato al riconoscimento dei diritti fondamentali delle persone LGBT,
Per una cena brasiliana a base di carne grigliata prima degli spettacoli del Pride village clicca qui:
http://www.bomboi.it/
La serata prosegue sul boulevard con il quinto mach del Village Talent, concorso presentato da Giusva Iannitelli che vede sfidarsi due squadre composte di sei artisti davanti alla giuria e al pubblico del Villag.
A seguire l’eccentrico gruppo Kazaky si esibirà, alle ore 24:00 all’interno del Palavillage. Formato da quattro ballerini provenienti dall’Ucraina: Oleg, Arthur, Kyryll e Stas, il gruppo ha raggiunto la notorietà internazionale grazie al web- i loro video hanno raggiunto fino a quattro milioni di visualizzazioni su Youtube. Grazie al singolo “in the middle”, il gruppo ha saputo imporsi all’interno del mondo della musica grazie al singolo “in the middle”, inserito nella heavy rotation di MTV e vincendo nel 2010 il premio “breakthrough of the year” al Myway Dance Awards 2010.
A febbraio, il giorno di San Valentino, è uscito il loro secondo singolo "Love".
Le loro coreografie spettacolari, contraddistinte da pose acrobatiche rigorosamente su tacchi altissimi, e il loro suono originale rendono ogni performance dei Kazaky unica.
Chiudono la serata i performer del Padova Pride Village e il resident Dj Gianluca Pacini.
Venerdì 12 agosto 2011
Ore 20 (Boulevard): Radio Village con Loredana Forleo
Ore 21 (Tralaltro d’Autore): Matteo Winkler e Gabriele Strazio presentano il libro “L’abominevole diritto”
Ore 22 (Village Talent): Concorso nuovi talenti
Ore 23:30 (Boulevard): Disco Boulevard con Jack DJ
Ore 24 (Palavillage): KAZAKY. Eccentrici ballerini dall’Ucraina con i successi “Love” e “In the middle”. Segue performance del Padova Pride Village e resident Dj Gianluca Pacini
Ingresso gratuito dalle ore 20 alle ore 21
Ingresso € 5 dalle ore 21.00 in poi
fonte http://www.padova24ore.it
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mercoledì 10 agosto 2011
Lgbt: Massimo Zedda, il Sindaco di Cagliari, ha istituito il registro delle Unioni Civili
Torno in attività e decisamente con un'ottima notizia.
Siamo nella bellissima Cagliari dove il neoeletto Sindaco Massimo Zedda, facente parte delle schiere di SEL, sta decisamente facendo parlare di sè; proprio ieri infatti l'assessore Orrù ha annunciato l'imminente istituzione di un registro per le coppie di fatto, tra cui ovviamente sono incluse anche quelle omosessuali.
Il gesto è del tutto simbolico e privo di ogni potere legale, ma l'iniziativa non è comunque passata inosservata; ovviamente prontamente hanno risposto il mondo cattolico ed il PDL:
«È solo gazzosa di sinistra» - attacca il consigliere sardo del Pdl Anselmo Piras - «Il primo cittadino ha tolto il crocifisso dal proprio studio e adesso la sua Giunta propone il registro delle coppie di fatto, anche quelle omosessuali.
Vorrei proprio sapere che cosa ne pensa la Chiesa, che per ora è stata molto silenziosi qui a Cagliari.
Nelle altre città d'Italia, per un crocifisso tolto da un'aula di scuola succede il finimondo».
Un Sindaco come Zedda ha ridotto i consiglieri comunali, ha diminuito le auto blu, ha rivoluzionato il Comune sardo facendosi affiancare da una grandissima quantità di giovani, ha istituito un registro per le unioni civili ed ha anche tolto il crocifisso dalla sua personale stanza nel municipio; in tanti lo criticano, in tantissimi lo idolatrano.
Una svolta per il capoluogo della Sardegna ed un esempio da seguire per i politici italiani. Complimenti a Massimo Zedda.
fonte http://it.paperblog.com/glive
Lgbt: Matrimoni gay, come sposarsi all'estero, ecco dove convolare a nozze
Antonio Rotelli, presidente di Rete Lenford.
Dopo l'ennesima bocciatura alla Camera della legge contro l'omofobia, per incostituzionalità, la comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisex e transessuali) non ha dubbi: piuttosto che approvare una legge che permetta il matrimonio tra omosessuali il parlamento sarebbe disposto ad approvarne una perfino sul conflitto di interessi.
Visto che il tabù pare insormontabile, da anni le coppie gay hanno deciso di aggirarlo organizzando delle vere e proprie fughe d'amore.
Ma per riuscirci più che a un wedding planner in molti si rivolgono a un avvocato, per capire che tipo di ostacoli burocratici occorra superare, come organizzarsi e scegliere la meta ideale anche dal punto di vista economico.
L'AVVOCATO E LE GUIDE MATRIMONIALI.
Antonio Rotelli è uno di questi consiglieri legali. Attivista omosessuale dal 1999, ha fondato con altri amici il circolo Arcigay di Ferrara ed è stato responsabile nazionale dell'ufficio legislativo di Arcigay fino al 2007.
Ma soprattutto ha lavorato anche presso uno studio legale in Spagna e in Inghilterra.
Presidente di Rete Lenford (l'associazione di avvocati per i diritti Lgbt), dal 2005 è stato contattato da almeno 200 coppie desiderose di fare il grande passo per saper cosa fare.
Rotelli ha raccolto le informazioni necessarie in tre apposite guide sui matrimoni gay in Spagna, in Olanda e in Inghilterra. E a breve usciranno anche i vademecum per New York e Oslo, dove tra l'altro è possibile sposarsi senza prendere la residenza.
DOMANDA. Rotelli, dove possono celebrare le nozze gli omosessuali?
RISPOSTA. In Europa possono farlo in Spagna, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia, Portogallo e Islanda.
D. E fuori dall'Europa?
R. In Canada, in alcuni stati degli Usa, come quello di New York e in Sudafrica.
D. Dove è più facile ed economico?
R. Ci sono Paesi dove non è obbligatorio prendere la residenza, quindi nessuna spesa a parte quelle del viaggio, questo è il caso del Canada e ora anche di Oslo e dello stato di New York negli Stati Uniti.
D. Quali le mete preferite?
R. Sinora Barcellona, Amsterdam e Londra. La maggior parte delle coppie che ho aiutato hanno preso la residenza in Spagna, molte hanno proprio fatto la scelta radicale di trasferirsi lì.
D. E chi vuole invece solo sposarsi?
R. Basta affittare la casa per dimostrare al giudice di avere un legame continuativo con il Paese ed evitare il fenomeno del turismo matrimoniale.
D. Quali sono le domande più frequenti che le fanno i futuri sposi?
R. Le coppie in genere vogliono conoscere le questioni pratiche su come regolare la questione patrimoniale, è la cosa più tecnica che conoscono meno. Tornate in Italia rimangono comunque due persone single.
D. Come coppia non hanno nessun diritto?
R. No, ma se un giorno uno dei due dovesse stare male e l'altro fosse allontanato dall'ospedale o dalla loro casa può andare da un giudice e portare il certificato di matrimonio per rivendicare un diritto, il cui riconoscimento rimane però a discrezione del giudice.
D. E su eventuali maternità o paternità?
R. In Spagna le donne possono fare ricorso alla fecondazione assistita, gli uomini invece devono andare Oltreoceano. Ma per entrambi i casi, una volta in Italia sarà riconosciuto solo il genitore biologico.
D. Quali i documenti necessari per dire sì?
R. Ogni Paese ha le sue formalità, generalmente il certificato di «stato libero» per dimostrare di non essere già sposati è richiesto da tutti. New York si accontenta per esempio della semplice dichiarazione.
D. Devono essere scritti in inglese?
R. I certificati devono essere predisposti su un modello che si chiama 'internazionale', quindi redatti in più lingue. Se sono scritti solo in italiano vengono tradotti con traduzione giurata, dipende dal Paese.
D. È facile prepararli?
R. Quello di «stato libero» in Italia è rilasciato a fini matrimoniali dopo le pubblicazioni di nozze e visto che ai gay non è permesso averlo, i Paesi stranieri consentono di presentare un'autocertificazione.
D. Dove ancora non ci si può sposare?
R. In Francia e in Germania, ma ci sono degli istituti giuridici che danno più o meno gli stessi diritti e doveri del matrimonio.
D. E in Inghilterra?
R. Il regno Unito e l’Irlanda hanno la civil partnership, che differisce dal matrimonio solo per il nome. Ma come in Spagna, Belgio e Olanda è richiesta la residenza. Chi non ce l’ha, può andare solo in Scozia.
D. Gli italiani scelgono questo tipo di legame?
R. Non tanto perché se è vero che il contenuto della civil partnership è lo stesso, un giudice italiano potrebbe rifiutarsi di trascriverla senza neanche entrare nel merito, ma solo perché non esiste un corrispondente. È un problema formale.
D. Quali sono le richieste più curiose?
R. Mi è successo più volte che per festeggiare il 25esimo anno di vita insieme molte coppie decidano di sposarsi all'estero e mi chiedano come fare.
D. Anche perché 25 anni fa non ci si poteva sposare.
R. È permesso solo da 10 anni. Il primo Paese che ha aperto il matrimonio alle coppie sessuali è stato l'Olanda nel 2001, poi il Belgio nel 2003, la Spagna 2005.
In effetti è passato poco tempo, ma è stato un decennio durante il quale nella società è cambiato il tipo di accoglienza riservato alle coppie omosessuali, oggi c'è una maggiore apertura.
fonte http://www.lettera43.it, di Antonietta Demurtas
Dopo l'ennesima bocciatura alla Camera della legge contro l'omofobia, per incostituzionalità, la comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisex e transessuali) non ha dubbi: piuttosto che approvare una legge che permetta il matrimonio tra omosessuali il parlamento sarebbe disposto ad approvarne una perfino sul conflitto di interessi.
Visto che il tabù pare insormontabile, da anni le coppie gay hanno deciso di aggirarlo organizzando delle vere e proprie fughe d'amore.
Ma per riuscirci più che a un wedding planner in molti si rivolgono a un avvocato, per capire che tipo di ostacoli burocratici occorra superare, come organizzarsi e scegliere la meta ideale anche dal punto di vista economico.
L'AVVOCATO E LE GUIDE MATRIMONIALI.
Antonio Rotelli è uno di questi consiglieri legali. Attivista omosessuale dal 1999, ha fondato con altri amici il circolo Arcigay di Ferrara ed è stato responsabile nazionale dell'ufficio legislativo di Arcigay fino al 2007.
Ma soprattutto ha lavorato anche presso uno studio legale in Spagna e in Inghilterra.
Presidente di Rete Lenford (l'associazione di avvocati per i diritti Lgbt), dal 2005 è stato contattato da almeno 200 coppie desiderose di fare il grande passo per saper cosa fare.
Rotelli ha raccolto le informazioni necessarie in tre apposite guide sui matrimoni gay in Spagna, in Olanda e in Inghilterra. E a breve usciranno anche i vademecum per New York e Oslo, dove tra l'altro è possibile sposarsi senza prendere la residenza.
DOMANDA. Rotelli, dove possono celebrare le nozze gli omosessuali?
RISPOSTA. In Europa possono farlo in Spagna, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia, Portogallo e Islanda.
D. E fuori dall'Europa?
R. In Canada, in alcuni stati degli Usa, come quello di New York e in Sudafrica.
D. Dove è più facile ed economico?
R. Ci sono Paesi dove non è obbligatorio prendere la residenza, quindi nessuna spesa a parte quelle del viaggio, questo è il caso del Canada e ora anche di Oslo e dello stato di New York negli Stati Uniti.
D. Quali le mete preferite?
R. Sinora Barcellona, Amsterdam e Londra. La maggior parte delle coppie che ho aiutato hanno preso la residenza in Spagna, molte hanno proprio fatto la scelta radicale di trasferirsi lì.
D. E chi vuole invece solo sposarsi?
R. Basta affittare la casa per dimostrare al giudice di avere un legame continuativo con il Paese ed evitare il fenomeno del turismo matrimoniale.
D. Quali sono le domande più frequenti che le fanno i futuri sposi?
R. Le coppie in genere vogliono conoscere le questioni pratiche su come regolare la questione patrimoniale, è la cosa più tecnica che conoscono meno. Tornate in Italia rimangono comunque due persone single.
D. Come coppia non hanno nessun diritto?
R. No, ma se un giorno uno dei due dovesse stare male e l'altro fosse allontanato dall'ospedale o dalla loro casa può andare da un giudice e portare il certificato di matrimonio per rivendicare un diritto, il cui riconoscimento rimane però a discrezione del giudice.
D. E su eventuali maternità o paternità?
R. In Spagna le donne possono fare ricorso alla fecondazione assistita, gli uomini invece devono andare Oltreoceano. Ma per entrambi i casi, una volta in Italia sarà riconosciuto solo il genitore biologico.
D. Quali i documenti necessari per dire sì?
R. Ogni Paese ha le sue formalità, generalmente il certificato di «stato libero» per dimostrare di non essere già sposati è richiesto da tutti. New York si accontenta per esempio della semplice dichiarazione.
D. Devono essere scritti in inglese?
R. I certificati devono essere predisposti su un modello che si chiama 'internazionale', quindi redatti in più lingue. Se sono scritti solo in italiano vengono tradotti con traduzione giurata, dipende dal Paese.
D. È facile prepararli?
R. Quello di «stato libero» in Italia è rilasciato a fini matrimoniali dopo le pubblicazioni di nozze e visto che ai gay non è permesso averlo, i Paesi stranieri consentono di presentare un'autocertificazione.
D. Dove ancora non ci si può sposare?
R. In Francia e in Germania, ma ci sono degli istituti giuridici che danno più o meno gli stessi diritti e doveri del matrimonio.
D. E in Inghilterra?
R. Il regno Unito e l’Irlanda hanno la civil partnership, che differisce dal matrimonio solo per il nome. Ma come in Spagna, Belgio e Olanda è richiesta la residenza. Chi non ce l’ha, può andare solo in Scozia.
D. Gli italiani scelgono questo tipo di legame?
R. Non tanto perché se è vero che il contenuto della civil partnership è lo stesso, un giudice italiano potrebbe rifiutarsi di trascriverla senza neanche entrare nel merito, ma solo perché non esiste un corrispondente. È un problema formale.
D. Quali sono le richieste più curiose?
R. Mi è successo più volte che per festeggiare il 25esimo anno di vita insieme molte coppie decidano di sposarsi all'estero e mi chiedano come fare.
D. Anche perché 25 anni fa non ci si poteva sposare.
R. È permesso solo da 10 anni. Il primo Paese che ha aperto il matrimonio alle coppie sessuali è stato l'Olanda nel 2001, poi il Belgio nel 2003, la Spagna 2005.
In effetti è passato poco tempo, ma è stato un decennio durante il quale nella società è cambiato il tipo di accoglienza riservato alle coppie omosessuali, oggi c'è una maggiore apertura.
fonte http://www.lettera43.it, di Antonietta Demurtas
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Lgbt: La Svezia chiede la sterilizzazione alle persone trans, per accedere all'intervento di riassegnazione del genere
Una legge del 1972 elenca tra i requisiti per accedere all'intervento di riassegnazione del genere, anche l'essersi sottoposti a sterilizzazione.
Ma il dibattito è acceso e le cose potrebbero cambiare
La legislazione svedese del 1972, in materia di cambio di sesso prevede che per essere ammessi al'intervento chirurgico per la riassegnazione del genere bisogna avere compiuto 18 anni, essere cittadini svedesi, non essere sposati ed essere sterilizzati.
La legge risale ad un'epoca in cui la Svezia costrinse alla castrazione circa 63.000 persone mentalmente disabili, epilettiche e persone con presunti problemi sociali in modo che potessero sposarsi o essere dimesse dagli istituti psichiatrici.
La Commissione nazionale per la Salute e il Welfare e il Partito Liberale chiedono che la richiesta di sterilizzazione venga eliminata, ma i cristiano-democratici, prevedibilmente, insistono per manetenerla.
La ministra democratica per l'infanzia e gli anziani Maria Larsson ha dichiarato: "Un cambiamento di sesso implica che desideri sottoporti ad un trattamento per cambiare il tuo genere e se lo fai è ragionevole che rinunci a qualche prerogativa del tuo sesso originario".
La ministra, però, è stata contraddetta dal suo stesso partito.
Olle Sandal, suo compagno di partito, ha recentemente dichiarato in un discorso: "Questa è una chirurgia imposta dallo stato che è obbligatoria in determinate circostanze, un intervento mutilante, e bisogna avere delle ragioni molto forti per costringere la gente a sottoporvisi".
Questo potrebbe significare una drastica riduzione delle categorie di persone che vengono obbligate a sottoporsi ad un intervento di sterilizzazione, incluse le persone transgender.
fonte http://www.gay.it
Lgbt: Marginalità gay-lesbo e trans, presentati i risultati
Studio sulla vita delle persone senza dimora e sex worker.
Si è svolta a Bologna presso la sede dell’Arcigay una prima conferenza di presentazione dei risultati del progetto “Approdi Negati – Interventi di riduzione dell’Alta Marginalità delle persone lesbiche, gay, bisex e transgender (LGBT).”, progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ai sensi della legge 383/2000, articolo 12 , comma 3, lettera f.
Il progetto ha coinvolto persone senza dimora, sex workers e strutture del pubblico e privato sociale di 5 città campione: Milano, Bologna, Roma, Napoli, Cosenza.
L’indagine di tipo qualitativo si è svolta prevalentemente attraverso la raccolta e analisi di interviste riguardanti le storie di vita, nel caso delle persone senza dimora e/o sex worker , o, nel caso delle strutture, le tipologie e modalità di intervento, nonché la percezione delle problematiche relative a orientamento sessuale e identità di genere.
A fronte di una opinione generale da parte degli operatori delle strutture, che individua sia nella povertà materiale, sia nella frattura delle reti relazionali e nella solitudine le cause che portano all’esclusione sociale, la ricerca ha riscontrato una prevalenza di modelli che privilegiano modalità di intervento quali: inserimento lavorativo, assistenza medica, ricerca di un’ abitazione, fornitura di pasti e posti letto ecc…
Risultano invece meno presenti modelli di intervento dedicati all’analisi e al lavoro sulle dinamiche relazionali.
Rispetto alle problematiche delle persone LGBT tutte le strutture dichiarano di non avere restrizioni nell’accogliere persone di ogni orientamento sessuale e identità di genere, pur conservando a volte specificità di target (donne con bambini, uomini soli, famiglie … ).
Sia operatori delle strutture che ospiti hanno dichiarato la presenza di episodi di omofobia all’interno dei dormitori e sulla strada. L’omofobia è stata anche individuata come uno dei fattori che, contribuendo alla disgregazione dei rapporti familiari e sociali, lascia le persone più sole nel fronteggiare fenomeni quali la perdita del lavoro, la malattia, etc etc, aumentando così il rischio di incorrere in processi di marginalizzazione.
La dimensione del sex-work è emersa sia come realtà a sé, sia come una delle possibilità di guadagno per coloro che si trovano in strada, per quanto le due dimensioni non appaiano strettamente connesse. La vita delle persone che lavorano sulla strada, pur conservando una comune componente di rischio legata ad aggressioni, MTS, e fenomeni di sfruttamento, presenta una dimensione eterogenea nelle varie città campione a seconda di variabili quali l’atteggiamento delle forze dell’ordine e ordinanze comunali che vietano la presenza di sex worker in strada.
Rebecca Zini, coordinatrice del progetto e responsabile nazionale salute di Arcigay afferma: “L’esperienza di questo progetto suggerisce la grande importanza che può avere il know-how di un’associazione come Arcigay nel contribuire alla formazione di operatori e operatrici che lavorano con realtà come quella dei senza fissa dimora o dei sex worker.
Esso inoltre ha evidenziato ancora una volta l’importanza della lotta all’omofobia all’interno di tutte le istituzioni sociali, partendo da quella familiare”
Emiliano Zaino, presidente del Cassero di Bologna, che ha ospitato la conferenza, conferma questa volontà di collaborazione: “La realtà bolognese sta già avviando un percorso di questo tipo concretizzatosi nella richiesta da parte delle associazioni lgbt di entrare a far parte delle consulte comunali sulla famiglia e sull’esclusione sociale.”
fonte http://www.parmadaily.it
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Lgbt Toscana: A Torre del Lago torna il "Mardi Gras" in programma anche un confronto con il sottosegretario Carlo Giovanardi
Dal 12 al 15 agosto sole, cultura, ospiti, eventi e divertimento
Riapre dopo un anno di sospensione, il 'Mardi gras' di Torre del Lago (Lucca), una delle manifestazioni più note in Italia per la comunità gay, lesbica, transessuale e friendly.
E per l'apertura di domani è in programma un confronto con il sottosegretario alla Famiglia Carlo Giovanardi. Il "nemico pubblico numero uno" della comunità lgbt, come si legge nella nota, sarà intervistato dal direttore news di Gay.it Daniele Nardini, in un "uno contro tutti" con un parterre di esponenti del movimento lgbt tra i quali anche Paolo Patané, presidente nazionale di Arcigay.
Tra gli altri incontri in programma, particolare attenzione a quello con don Andrea Gallo (venerdì 12 agosto) che sarà premiato come 'personaggio gay dell'anno.. La manifestazione proseguirà con corse, maratone, la 'Pride Parade' e tanti spettacoli in programma fino al 15 agosto.
EVENTI
LA CORSA DELLA BIRRA
Immagina fiumi di donne lesbiche che corrono impazzite trasportando casse delle loro adorate birre: è la corsa della birra, honey! Si possono iscrivere - gratuitamente - donne singole, coppie di lesbiche e gruppi di amiche. Partenza il 13 agosto intorno alle 22 davanti al Mamamia, arrivo e premiazione al Priscilla. Iscriviti al Mamamia: è tempo di dimostrare quanto sai essere guerriera!
MARDI GRAS PARADE
La grande novità del 2011 si chiama "Mardi Gras Parade" che si terrà il 14 agosto. Non è un gay pride, non è una carnevalata, ma una parata in pure stile americano, per dimostrare in modo giocoso ed estivo - come si addice alla località più gaya dell'estate italiana - il nostro orgoglio, la nostra voglia di farci sentire, i nostri sentimenti, la nostra vitalità. Il tema di quest'anno è: "Born this way" in omaggio a Lady Gaga.
MARATONA SUI TACCHI "SYLVIA RIVERA"
Dedicata alla transessuale italo-americana che - dice la leggenda - diede vita ai moti di Stonewall, nel lontano 28 giugno 1969 a New York, la maratona sui tacchi - alla sua quarta edizione - è un modo divertente per passare la notte di ferragosto. Possono iscriversi persone singole, ovviamente solo di sesso maschile.
D'obbligo sono i tacchi. E chi arriva primo riceve gli onori della folla, oltre che dei simpatici premi. Partenza il 15 agosto intorno alle 22 davanti al Priscilla, arrivo e premiazione allo Stupida. Per le iscrizioni rivolgersi al Priscilla.
Per informazioni:
http://www.mardigras.it/
fonte http://www.intoscana.it
martedì 9 agosto 2011
Lgbt: Transessualismo eliminato dalle malattie dell’OMS?
Nel 2012 l’OMS revisionerà i manuali delle malattie, da più parti si chiede che la cosiddetta “disforia di genere” venga declassificata.
In prima linea c’è Thomas Hammasber, commissario europeo per i diritti umani, che intende escludere il transessualismo dalle liste delle malattie dell’OMS.
Hammasber crede che sia arrivato il momento di smettere di considerare la disforia di genere come una malattia mentale.
L’Associazione transessuali dell’Andalusia (ATA) crede che sia necessario fare questo passo avanti:
"Gli Stati membri dell’Unione europea possono aderire all’iniziativa e richiedere la declassificazione del transessualismo come malattia mentale.
La Spagna ha chiesto all’OMS di eliminare il transessualismo dalle malattie psichiche già dal 2010.
fonte http://www.gayprider.com
Lgbt: Pubblicata guida delle università gay friendly del Regno Unito
L’associazione inglese lgbt Stonewall ha pubblicato la Guida universitaria 2012 per fornire agli studenti britannici informazioni precise e dettagliate sulle politiche pro lgbt che le università del Regno Unito adottano.
La prima edizione della guida è uscita l’anno scorso per informare le matricole se nel centro universitario che frequenteranno sono presenti gruppi di riferimento per le minoranze sessuali, se i docenti hanno tenuto corsi per affrontare la questione della discriminazione verso la comunità omosessuale o se sono state prese delle misure per evitare episodi di omofobia e, nel malaugurato caso che questi siano avvenuti, se e come sono stati condannati.
Chris Dye, del settore educativo di Stonewall, ha spiegato che con la guida:
"gli studenti gay, lesbiche e bisessuali potranno valutare se le università sono gayfriendly e se gli istituti di cultura siano effettivamente in grado di aiutarli nella crescita globale, sia culturale che umana.
Con le tasse universitarie sempre più care i futuri studenti vogliono essere sicuri che otterranno il massimo dai loro studi e che le università li trattino con rispetto."
A quando una guida simile anche per le università italiane?
fonte http://www.queerblog.it
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Lgbt: Paola Concia querela Avvenire
“Nessun compenso per le foto del matrimonio, è una falsità”
“Sono una parlamentare democratica, che vive in una democrazia e per questa ragione accetto con grande serenita’ le critiche che mi vengono mosse, ma quando queste sono fondate sul falso, diventano del tutto strumentali e questo non posso accettarlo”. Lo dice la deputata Pd, Anna Paola Concia.
SE SI CELEBRA UN CASO
“Non ho chiesto ne’ ricevuto alcuna forma di compenso per i diritti fotografici di Vanity Fair per il mio matrimonio e attribuirmi queste falsita’, come ha fatto esplicitamente il quotidiano ‘Avvenire’, significa diffamarmi. Per questa ragione- conclude Concia- e per tutelare la mia reputazione, ho conferito mandato all’avvocato Giulia Bongiorno di querelare Luciano Moia, l’autore dell’articolo ‘Se si celebra un caso’, pubblicato domenica 7 agosto 2011 sul quotidiano ‘Avvenire’”.
COSA HA DETTO AVVENIRE
Con il matrimonio omosessuale tra la deputata Pd Paola Concia e la compagna Ricarda Trautman, celebrato venerdì in Germania, si è messa in moto una “straordinaria macchina del consenso per trasformare un momento comunque intimo in un episodio segnato da una pesante etichettatura ideologica”. Insomma alla fine è stato “un gesto politico, una scelta strumentale per scatenare l’ennesimo, sterile, scontro”. Secondo il giornale dei vescovi italiani “non si tratta in alcun modo di mettere in dubbio la qualità dei sentimenti di Paola e Ricarda. Ma di chiedersi per quale motivo debbano farsi pretesto per il solito polverone propagandistico e il solito caso ad orologeria”.
ONTOLOGICAMENTE
“Mettendo un momento da parte le istanze del matrimonio religioso come delineato dalla Chiesa cattolica, non varrebbe almeno la pena di ricordare che, anche sul piano del diritto naturale, complementarietà e fertile progettualità sono condizioni irrinunciabili per parlare di un rapporto di amore sancito sul piano pubblico? Da qui discende la rilevanza di un matrimonio, anzi questo la costituisce. Matrimonio e unioni omosessuali – conclude l’Avvenire – appartengono a categorie ontologicamente diverse”.
LA PRIMA REAZIONE
‘Davvero mi stupisce molto.L’Avvenire che e’ un giornale serio ha la stessa posizione della Santanche’, una donna che non puo’ insegnare cio’ che e’ bene cio’ che e’ male’. Cosi’ la parlamentare del Pd Paola Concia, da Francoforte dove due giorni fa ha sposato la sua compagna Ricarda Trautmann, replica all’ANSA all’attacco del giornale della Cei che definisce questo matrimonio una provocazione. ’Nessuno si sposa per provocare. A nessuna coppia eterosessuale si sarebbe detto questo. Io e Ricarda – aggiungeva la parlamentare – siamo molto offese per questi attacchi volgari’.
fonte http://www.giornalettismo.com
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Lgbt: Portia De Rossi “E’ più difficile essere vegani che essere gay!”
Torniamo a parlare di un’attrice che a me piace davvero molto, Portia de Rossi, la bellissima star dichiaratamente omosessuale, felicemente sposata con una delle donne più famose della televisione, la conduttrice Ellen DeGeneres!
Alcuni giorni fa questa bellissima donna, recentemente paparazzata in compagnia della sua dolce metà, ha rilasciato un’intervista alla rivista VegNews, dove ha spiegato che per le persone è senza dubbio più difficile seguire una dieta vegana che convivere con la propria omosessualità!
“Senti, io credo che sia più difficile essere che essere gay“, ha dichiarato la famosissima star omosessuale durante la sua recente intervista.
“Penso che le persone abbiano maggiori difficoltà nell’accettare questo, le persone si sentono a disagio con un vegano al loro tavolo, più di quanto non lo siano con una lesbica.
È come me si suggerisse che ciò che qualcun altro sta facendo è cattivo o sbagliato, e li colpisce su un livello più personale”, racconta Portia, che lo scorso anno consigliò a tutti i vip di fare coming out per arginare l’inquietante ondata di suicidi gay di cui sono state vittime troppe persone negli USA.
Secondo Portia quindi, se mangi vegano di fronte a chi mangia bistecche, quest’ultimo si sentirà in qualche modo giudicato, o addirittura spronato a lasciar da parte la bistecca ed intraprendere l’alimentazione vegana, “mentre con l’essere gay, non credo che qualcuno possa preoccuparsi di una cosa del genere…!”.
fonte http://www.gaywave.it/
Lgbt: Don Lemon "Essere gay non significa avere amici gay”
Da qualche tempo Don Lemon, giornalista della CNN, non nasconde più la sua omosessualità.
Tra le ultime dichiarazioni , ad esempio:
Essere gay non significa necessariamente avere amici gay, ma io ne ho qualcuno.
Lemon è uscito allo scoperto lo scorso maggio e da allora ha più volte parlato della sua omosessualità.
"Mi sento più leggero e più libero. Lavoro anche meglio perché so che non ho nulla da nascondere.
E alle persone che temono il proprio orientamento sessuale ricorda:
Sappiate che non siete soli. Gridarlo al mondo intero enon è mai una cosa facile.
Poi, una volta fatto, ci si chiede perché si è aspettato così tanto."
fonte http://www.gayprider.com
lunedì 8 agosto 2011
Lgbt: Nozze di Anna Paola Concia, la lettera del padre "Ci sarà chi vi odia per scelta d'amore"
La deputata pd dopo l'attacco di Avvenire, che parla di "strumentalizzazione ideologica" delle nozze con la compagna Ricarda a Francoforte. "La mia unica replica è il messaggio che ci ha inviato mio padre Enzo, iscritto all'Azione cattolica"
"Ci sarà chi vi odia per scelta d'amore" La lettera del padre della Concia:
"Cara Ricarda ed Annapaola,
Solo voi potete sapere quanto è stato duro, difficile ed anche doloroso arrivare a questo giorno di felicità.
Purtroppo io non sarò con voi ma ci saranno fratelli e nipoti che vi faranno sentire l'affetto che meritate.
Già da domani tornerete ad affrontare l'intolleranza e in qualche caso addirittura l'odio per chi ha fatto una scelta di amore. Un amore diverso ma non per questo meno intenso e meno puro.
Ho oltre 80 anni e neanche per me è stato facile capire e d accettare fino in fondo. Ma quello che voglio dirci è né a me né ad altri che dovete rendere conto, ma solo l'una all'altra. Perché il diritto di amarvi è scritto più in cielo che in terra. "In paradiso i matrimoni non ci sono ma l'amore si".
Benvenuta tra noi Ricarda.
Per me sarai una figlia, sorella degli altri miei figli e come loro ti amerò.
Paola voglio ringraziarti per avermi donato ancora a questa mia tarda età la voglia di ribellarmi all'ingiustizia.
Auguri Papà".
fonte http://www.repubblica.it foto vanityfair.it
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Lgbt: Le nozze di Paola Concia "Orgoglioso di NON andare controcorrente" Lettera del Direttore di Vanity Fair Luca Dini
Questo lo scritto di Avvenire:
«Un gesto politico, una scelta strumentale per scatenare l’ennesimo, sterile scontro. Una scelta aderente ai peggiori modelli mediatici e commerciali che, da parte di una donna di sinistra, alternativa e controcorrente, francamente delude un po’. Ma quello che colpisce e lascia perplessi è la straordinaria macchina del consenso che si è messa in moto per trasformare un momento comunque intimo in un episodio segnato da una pesante etichettatura ideologica… Matrimonio e unioni omosessuali appartengono a categorie ontologicamente diverse. E non saranno espedienti legislativi né mode culturali a colmare questa distanza obiettiva».
Avvenire, 7 agosto 2011
Quando venerdì 5 agosto, subito dopo il matrimonio in Germania tra Paola Concia e la sua compagna Ricarda Trautmann, abbiamo deciso di anticipare immediatamente sul nostro sito la notizia e le immagini della cerimonia che la parlamentare del Pd ci aveva proposto di seguire in esclusiva, non lo abbiamo fatto per sollevare «il solito polverone propagandistico e il solito caso a orologeria» (ancora dall’editoriale di Avvenire).
Lo abbiamo fatto perché il nostro mestiere è dare notizie, possibilmente prima degli altri, e quella non era una notizia che si poteva tenere nascosta fino all’uscita del giornale in edicola.
Ci aspettavamo, certo, alcune prevedibili reazioni. Non ci ha sorpreso Giovanardi con il suo «il matrimonio è quello tra un uomo e una donna», non ci ha sorpreso la Santanché con il suo «oh, che impressione… ai figli vogliamo dare questi esempi?».
Permetteteci di non sprecare parole su questi commenti. E, per favore, non veniteci a fare l’elogio della schiettezza. Anche gli ultras quando attaccano i calciatori neri sono schietti.
Ci aspettavamo, allo stesso modo, le parole del quotidiano della Cei.
Parole che rispettiamo.
Ci permettiamo solo di osservare che non basta ribadire periodicamente una tesi («Matrimonio e unioni omosessuali appartengono a categorie ontologicamente diverse») per renderla inconfutabile. Tante categorie sono cambiate, e anche profondamente, e anche all’interno della Chiesa, figuriamoci al suo esterno.
In tanti Paesi quella distinzione ontologica è crollata, e non per questo è crollato anche il mondo, no?
Quello che disturba un po’, invece, è il dare per scontato che tutta l’operazione sia strumentale, ideologizzata, che risponda alle «mode culturali», che sia banale. Se si è messa in moto «la straordinaria macchina del consenso», non sarà forse perché il senso comune è cambiato?
E la maggior parte delle persone non vede più con alcuna ostilità la richiesta di veder riconosciuto il proprio progetto di vita come un amore che non è di serie B?
E l’omofobia purtroppo ancora diffusa (vedi il gay accoltellato dal fratello per «vergogna») viene percepita come una minaccia assai più grave della messa in discussione del matrimonio tradizionale? Se obbedire a una moda significa rendere più sopportabile la vita a tante persone, ebbene, sono orgoglioso di NON andare controcorrente.
Ci sono poi parole decisamente più spocchiose che Avvenire ha scritto:
«Le due signore hanno preteso di convolare in Germania, con gran seguito di reporter e fotografi».
Ma a quelle ha risposto direttamente la Concia :
«Nessuna mercificazione. Io e Ricarda abbiamo deciso di dare l’esclusiva a Vanity Fair gratuitamente, perché volevamo raccontare la nostra storia in modo vero e delicato, come è stato fatto.
Quindi sommessamente dico ad Avvenire: attenzione a quello che dice».
Grazie, Paola. Anche per questo.
fonte http://carodirettore.vanityfair.it
Lgbt: Un ragazzo nascosto nel corpo di una ragazza “cosa è per me Evviva la neve”
Lgbt internet. Ministro della Salute Fazio: Facebook e social network “droga” sos dipendenza web
Qualche anno fa era la televisione, oggi sono i computer e internet.
Con l’evolversi della tecnologia, si evolvono anche le possibili “fonti” di “dipendenza” da parte della popolazione italiana.
A lanciare l’allarme, in tal senso, è stato direttamente l’attuale ministro della Salute, Ferruccio Fazio.
Quest’ultimo, infatti, rispondendo a un’interrogazione parlamentare posta da un deputato, ha espresso il proprio parere per quanto concerne la “dipendenza” da internet, soprattutto nei giovani.
In particolare, il ministro si è soffermato sui possibili effetti “devastanti”, a livello psicofisico, di una “sovraesposizione” al computer (e alla rete internet).
A finire nel mirino del ministro, è stato, come detto, il web, ma in particolare il rapporto di molti cittadini con i vari social network.
L’utilizzo eccessivo di tali strumenti “virtuali”, secondo Fazio, può generare quella che comunemente viene definita con il termine “internet addiction”.
Quest’ultima, è infatti una sorta di “dipendenza”, che può sfociare in comportamenti compulsivi e altri tipi di disturbi.
E la sovraesposizione a internet, creando tale “dipendenza”, nelle conseguenze non si discosterebbe di molto dai problemi generati ad esempio dal gioco d’azzardo patologico, oppure dall’utilizzo di sostanze stupefacenti (psicoattive).
Per tali motivi, il ministro, sollecitato dall’interrogazione in questione, ha annunciato l’intenzione di mettere in atto, nel prossimo futuro, provvedimenti relativi a tale problematica: questi ultimi saranno adottati in maniera similare agli interventi che si realizzeranno per contrastare anche le altre forme di dipendenza.
fonte http://www.pianetatech.it, Scritto da Michele Pacella
Lgbt: Dopo Ikea e Eataly, pubblicità gay per un'azienda leccese
Dopo i big, una piccola realtà pugliese ha seguito l'esempio di farsi pubblicità con un'immagine gay.
"La scelta è stata fatta per il concetto di modernità che ci comunicava", dicono a Gay.it
Un'azienda artiginale di Lecce, Mariano Cucine, ha deciso di seguire l'esempio della concorrenza svedese di Ikea e di produrre una pubblicità con un'immagine gay.
Due uomini sulle spiaggia, mano nella mano, sono così i testimonial della piccola realtà pugliese. "La scelta è stata fatta per il concetto di modernità che ci comunicava", dice il titolare a Gay.it.
fonte http://www.gay.it
Lgbt: Amsterdam, l'orgoglio gay sfila tra i canali
Tanto divertimento, musica e colori alla sedicesima edizione del Gay Pride di Amsterdam che si è svolto sabato con una manifestazione sugli storici canali.
Decine di migliaia di persone hanno assistito alla sfilata dei circa 80 battelli colorati, ognuno allestito con un tema diverso. L'Olanda è stato il primo Paese al mondo ad avere legalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso.
fonte http://tv.repubblica.it
Lgbt: Tre madri latinoamericane parlano dell'omosessualità dei propri figli
Fare coming out e parlare con la famiglia del proprio orientamento sessuale è un processo difficile, sia per le nostre paure, sia per la situazione specifica di ogni singola famiglia.
A volte il coming out da momento di liberazione può trasformarsi in un momento di stress, a volte, invece, dopo un po’ di scombussolamento, tutto torna alla normalità.
Come abbiamo sottolineato altre volte, la difficoltà maggiore è che spesso i genitori non hanno molte informazioni sull’omosessualità e per loro è difficile conciliare l’idea che hanno in testa con il fatto che il proprio figlio, la propria figlia sia “un* di quell*”.
Per questo sono importanti i progetti che si rivolgono direttamente alle famiglie per aiutarle a capire e ad affrontare più serenamente possibile la situazione.
Tra i vari progetti è interessante quello di Somos Familia, organizzazione senza scopo di lucro, che intende sostenere le famiglie latine con figli lgbt.
Il progetto è stato creato da due madri desiderose di condividere le proprie esperienze con altre famiglie che attraversavano la loro stessa situazione. Intenzione del progetto è informare e aiutare altri genitori a vedere la realtà dei propri figli in maniera reale e con tutte le dovute informazioni.
Nel video che postiamo (in spagnolo e sottotitolato in inglese) tre madri latine parlano della propria esperienza in merito al coming out dei loro figli e del processo di accettazione che hanno seguito.
È un video molto interessante soprattutto perché si tratta di persone molto differenti tra di loro, ma che hanno qualcosa in comune: tutte amano i propri figli e desiderano dare loro una mano.
fonte http://www.queerblog.it
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