sabato 5 ottobre 2019

Lgbt: ANTICIPAZIONI Florence Queer Festival "Chronicles in Color"

Dal 15 ottobre al 15 novembre lo spazio espositivo IED Firenze ospita "Chronicles in Color", la prima mostra personale dell'illustratore scozzese Allan Deas, con una selezione delle sue opere che coprono gli ultimi 12 anni della sua carriera.

Martedì 15 Ottobre 2019
IED Firenze via Bufalini, 6 Firenze
lun-giov 9 /21.30
ven 9 /18.30
I lavori scelti rappresentano un mix delle illustrazioni realizzate da Allan Deas su commissione per la pubblicità e l'editoria e di alcuni progetti personali. Tutto il lavoro di Alan si caratterizza per l'audacia stilistica che attinge ai ricordi della sua infanzia negli anni 'i '70 e '80 e che si esprime con uno stile retro con influenze contemporanee. Il risultato è la creazione di un parco giochi di colori, personaggi e humor eccentrico.
 La mostra è realizzata in collaborazione con Florence Queer Festival (di cui Allan ha disegnato il manifesto dell'edizione di quest'anno) e lo IED Firenze

In conjunction with Florence Queer Festival ( which he designed this year’s posters ) and the IED, European Institute of Design Florence, Allan Deas showcases a selection of his work spanning the last 12 years of his career in illustration. In his first solo show, ‘Chronicles in Colour’,  the Scottish born illustrator brings his colourful work to the IED exhibition space from 15th October - 15th November.

Having worked across many areas of design from editorial to advertising the exhibition is a mixture of his personal and commercial illustration work. With a bold style reflecting memories of his childhood in the 70s & 80s Allan’s work has a slightly retro feel twisted with contemporary influence that bring it to life in a playground of colour, character and quirky humour.

Lgbt: Underwear brand Marco Marco features all trans models at New York Fashion Week

The groundbreaking runway show featured some of our favourite transgender stars.
Underwear brand Marco Marco pushed the fashion envelope in more ways than one during it's New York Fashion Week showcase with an all transgender line-up of models.
The groundbreaking runway show saw established transgender models including Gigi Gorgeous, Carmen Carrera, Aydian Dowling and former Attitude cover star Laith Ashley sport the brand's latest designs, as well as others including Transparent actress Trace Lysett and Pose stars Dominique Jackson and Angelica Ross.

Designer Marco Morante told Mic: "I wanted to create a space to celebrate trans bodies. This was an opportunity for their presence to be undeniable and reinforce that trans is beautiful."
Morante's LA-based brand has long catered to the LGBT community, but the all transgender show marks an important landmark for an industry in which many brands only pay lip service to diversity.

 28-year-old Laith Ashley, who shot to prominence as the face of a national campaign for Barney's in 2014, said it was an "honour to appear" in the landmark runway.
What an honor to walk for @marcomarco_la with all my brothers and sisters," he wrote as he shared a series of backstage images from the show. "I love you all so much."

Fellow model Aydian Dowling also shared a picture of himself the morning after the night before writing: "Last night was HISTORY making and I am so so happy and proud be a part of it." He added: "Still trying to get this eye liner off!"

Among the attendees at the Marco Marco New York Fashion Week show was Orange Is the New Black star founder of the #TransIsBeautiful campaign Laverne Cox, who heaped love on the inclusive showcase.
"When I started #TransIsBeautiful 3 years ago I wanted it to be a way for trans folks to celebrate what makes us uniquely and beautifully trans" Cox wrote on Instagram alongside a video of the show.
"It wasn't about how cis we can look but rather about celebrating those things about us that are uniquely and beautifully trans.

"The #marcomarcoshow last night which featured a cast or all trans models feels like yet another fulfillment of the empowerment of trans beauty this hashtag is meant to celebrate and engender.
"Congratulations to everyone in the historic Marco Marco Show last night."
Watch the Marco Marco show in full below:  CLICK HERE 
fonte:  www.attitude.co.uk/

Libri: «Il pompiere è un eroe operaio», parola (scritta) di Marco Cubeddu

La presentazione dell'ultimo libro dello scrittore genovese, intitolato "Un uomo in fiamme"

Genova - Marco Cubeddu è abituato a stupire. Fin dai tempi della scuola dove sorprese di certo anche i professori trascorrendo il suo tempo tra sei istituti superiori diversi, con quell'atteggiamento fra il polemico e il dannato che lo ha contraddistinto specie nei suoi primi anni di carriera da scrittore. Un lavoro che alterna a quello di pompiere ("precario", come sottolinea nella biografia) e anche ora è guardiafuochi alla Fincantieri. Poi si debbono citare almeno la scuola Holden, e il bilico tra reality letterari e partecipazioni a quelli televisivi (“L’ultimo anno della mia giovinezza”, per quanto riguarda il libro, e “Pechino Express”, per la tv). Ha scritto come giornalista diversi articoli per testate italiane come “Il Corriere della Sera”, “Il Secolo XIX”, “Panorama” e il “Giornale”, fra le altre.

Nella serata del 4 ottobre presso la Feltrinelli di Via Ceccardi è tornato a raccontare una storia, intitolata "Un uomo in fiamme" (Giunti), dove il protagonista fa il suo mestiere, il pompiere appunto. In realtà è principalmente un uomo, Roberto Franzini, giunto alla fine della “Sua giovinezza”. Di fatto si ritrovano tanti fantasmi da scacciare, borderline tra autoironia e autocommiserazione nell'umido cuore del Triangolo industriale di Busalla. Contorto, intransigente e ribelle, è a suo modo amato: nel piccolo distaccamento genovese dove lavora tutti, comunque, si prendono cura di lui, in quel turno C che è una vera e propria famiglia, perché nel pericolo si è tutti uniti.

E quando il pericolo si presenta davvero con la P maiuscola, Franzini dovrà fare i conti con il suo passato, metterlo a posto, e capire che tra il vivere e il sopravvivere la scelta si può fare solo dopo essersi spogliato di tutte le maschere indossate per troppo tempo. «La tragedia umana esce nel libro, si annusa, si percepisce - ha spiegato Cubeddu - mi interessava far capire lo spirito del soccorso, che tocca anche momenti divertenti, di rasserenamento. Ecco perché nei tanti giochi di caserma, nel senso del percorso di Roberto Franzini, il protagonista scopre la differenza tra il vivere e il sopravvivere liberandosi di maschere e paure per affrontare con coraggio le grandi tragedie che la vita ci impone».

Il pompiere è, in definitiva, un ragazzo che si interfaccia con i propri fallimenti e i successi in un terremoto gigantesco e si ritrova a essere, allo stesso tempo, eroe e antieroe, come tutti, perché come si legge nel libro "al di là del bene e del male davanti al pericolo siamo quello che siamo". Di più: «Il pompiere è un eroe operaio -ha detto Cubeddu- infatti invece che portare una divisa veste una tuta da lavoro». Il tutto condito una buona dose di ribellione e con «Genova, Busalla, la realtà operaia che ha uno spirito diverso dalle altre località: innamorarsi qui ha un sapore diverso rispetto a ogni altro posto».
fonte: 

Firenze, Ponte Vecchio si "tinge" di rosa contro il tumore


Da Ponte Vecchio alla fontana del Nettuno:ottobre si tinge di rosa e Firenze si schiera con Lilt e Airc nella lotta conto il tumore al seno, che colpisce una donna su otto nell'arco della vita.



 Solo in Italia ricevono una diagnosi di tumore della mammella oltre 52.000 donne all'anno, il che equivale a circa 140 diagnosi al giorno. Ricevere una diagnosi fa però sempre meno paura, perché la sopravvivenza dopo cinque anni è aumentata fino all'87% e la mortalità diminuisce costantemente: -0,8% ogni anno.

"Anche quest'anno aderiamo con molto piacere alle campagna dell'Airc e della Lilt - ha detto l'assessora a Welfare e Sanità Andrea Vannucci - e anche nella nostra città sono previste già da stasera importanti e belle iniziative. Firenze è schierata in prima fila nella lotta contro i tumori e sono tante e importanti le attività svolte nei settori della prevenzione, della diagnosi precoce, dell'assistenza, della riabilitazione, dell'educazione sanitaria e della ricerca".

"La prevenzione è fondamentale e non va sottovalutata - ha proseguito Vannucci - perché dalla terribile e aggressiva malattia che è il cancro ci si può difendere solo con una costante prevenzione".
fonte: firenze.repubblica.it Foto Enrico Ramerini/Cge

A Firenze: "MARY SAID WHAT SHE SAID" con Isabelle Huppert, al Teatro della Pergola dall'11 al 13 Ott 2019

IN ESCLUSIVA PER L’ITALIA
Un nuovo importante incontro tra Robert Wilson e Isabelle Huppert.
Sempre innovativo, in Mary Said What She Said Wilson offre alla grande Huppert, accompagnata dalle musiche originali di Ludovico Einaudi, il trono della Regina di Scozia e Francia Maria Stuarda, che perse la corona a causa delle sue passioni.

Vita e tormenti, tra gloria, prigione e omicidi, di una donna che ha combattuto le forze della storia per controllare il suo destino.
Spettacolo in francese con sovratitoli in italiano

"MARY SAID WHAT SHE SAID"
Teatro della Pergola 11 Ott 2019 - 13 Ott 2019 testo di Darryl Pinckney regia, scene e luci Robert Wilson, con Isabelle Huppert, musica Ludovico Einaudi, produzione del Théâtre de la Ville - Parigi



Presentazione 11 OTTOBRE 2019 | ORE 15.30 SALA D’ARME – PALAZZO VECCHIO, FIRENZE
Non è soltanto un grande spettacolo internazionale, con una protagonista e un regista d’eccezione, coprodotto dal Teatro della Pergola.

Mary Said What She Said, un’esclusiva italiana voluta e costruita dalla Pergola, rappresenta il “varo” di un progetto unico in Europa: due prestigiose e storiche istituzioni teatrali, come il Théâtre de la Ville di Parigi e il Teatro della Pergola di Firenze, insieme a tante altre confluite intorno a questo asse Italia/Francia, si impegnano fianco a fianco nella progettazione di opportunità rivolte ai giovani, secondo gli intenti espressi dalla Carta 18-XXI, manifesto di principi che mettono al centro quanti hanno compiuto 18 anni nel 2018. Una Carta che esprime la visione di un futuro sociale e culturale realmente europeo, un’occasione per rendere disponibili, per quei giovani, contatti e momenti di confronto ‘non convenzionali’ con maestri e professionisti del mondo dell’arte, della scienza, dell’ambiente.

Sulla base di tali principi, in ambito teatrale si delinea un percorso progettuale e produttivo (vero rischio culturale da parte delle Istituzioni coinvolte) mirato alla preparazione di un attore contemporaneo, sociale, consapevole, europeo. Un percorso che, attraverso scambi e incontri che avranno il loro fulcro negli Chantiers d’Europe parigini (rassegna di teatro volta a stigmatizzare dogmi e frontiere e creare un legame solidale tra generazioni) e vedrà il suo momento più alto nella nascita della Compagnia dei Giovani del Teatro della Pergola, che si misurerà sui palcoscenici italiani e internazionali.

A partire da Mary Said What She Said si avviano inoltre ulteriori percorsi all’interno di una serie di workshop, momenti d’incontro e riflessione tra i giovani artisti e alcuni esponenti di livello internazionale del Watermill Center di New York, fondato dallo stesso Wilson. Questo itinerario ha portato il Teatro della Pergola a intessere relazioni anche con altri compagni di percorso, uniti adesso in una stretta condivisione di intenti: il Teatre Lliure di Barcellona, la Norwegian Theatre Academy, l’ArtEZ University of the Arts di Amsterdam, con i quali si è avviato, sempre per i giovani, uno scambio di esperienze e progetti.

Nel 2020, sempre al Teatro della Pergola, verrà poi allestito Jungle Book diretto da Robert Wilson, in partnership con il Théâtre de la Ville, e vedranno la luce altre produzioni tra le quali i nuovi spettacoli di Dimitris Papaioannou, Euripides Laskaridis e Juan Carlos Martel.
Tutti eventi pensati e progettati secondo i descritti comuni intenti delle istituzioni teatrali europee coinvolte, che saranno presentati nel dettaglio con un incontro pubblico l’11 ottobre alle ore 15.30 in Palazzo Vecchio a Firenze.
TUTTE LE INFO  QUI
fonte:  www.teatrodellapergola.com

giovedì 3 ottobre 2019

Lgbt: "Nati 2 Volte" da giovedì 28 novembre al cinema

Le difficoltà inerenti alla scelta, all'appartenenza e al cambio di genere.
La storia di Maurizio, transgender che dopo venticinque anni di autoimposto esilio a Milano è costretto a tornare al paese natale per l'improvvisa morte della madre. Questo viaggio diventa l'occasione per sciogliere i nodi legati alla sua fuga da adolescente - quando tutti a Foligno lo conoscevano come Teresa - e in particolare il legame ambiguo e mai risolto con Giorgio, il fidanzatino di un tempo a cui Maurizio inizialmente non ha il coraggio di rivelarsi, mettendo così in moto una girandola di equivoci e di situazioni tragicomiche. Sarà fondamentale l'incontro con Paula, una focosa paladina dei diritti civili. Riuscirà Maurizio a rinascere per la seconda volta?

Il film Nati 2 Volte, diretto da Pierluigi Di Lallo, è distribuito da Zenit Distribution. Uscita prevista giovedì 28 novembre.
Il film, tratto da una storia vera, è prodotto da Gianluca Pirazzoli.

Tra i protagonisti Fabio Troiano, Eridice Axen, Marco Palvetti Rosalinda Celentano, Daniela Giordano, Vittoria Schisano, Riccardo Graziosi, Gabriele Cirilli, Umberto Smaila, Morena gentile, Tiziana Di Tonno, Laura D’Annibale, Eleonora Pieroni, Matteo Bompani, Diletta Leazza, Luigi Imola e con Nini Salerno e la partecipazione straordinaria di Francesco Pannofino.
fonte: www.mymovies.it

Lgbt: "Quelli che lei chiama "merde" sono i nostri figli gay": lettera di una mamma al consigliere Cannata

Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta al dottor Cannata da Lorenzina Opezzo

"Egregio dottor Cannata,
premetto che non sono alla ricerca di visibilità né penso di candidarmi in futuro. Ciò per sgombrare il campo da eventuali illazioni o pensieri molesti o che potrebbero diventare tali.

Ho ascoltato il Suo intervento in Consiglio Comunale con un misto di incredulità, imbarazzo per Lei e, se mi permette, di tenerezza per il tentativo messo in atto di argomentare fatti tanto distanti tra loro da non permettere collegamenti se non artificiosi. Su Bibbiano e dintorni sono piene le pagine di giornali e non intendo soffermarmi; penso invece alla Sua dichiarazione sul fatto che si batterà a favore della famiglia “tradizionale” che mette bene in evidenza la Sua considerazione verso un grande numero di cittadini che non sono eterosessuali, se ci fosse bisogno di ulteriori esplicitazioni aggiuntive ai suoi chiarissimi post. Non uno, più di uno, con scritte vergognose. 

Lei è naturalmente libero di fare del Suo tempo ciò che vuole, esprimendo il Suo disprezzo pubblicamente ma non può pensare che, proprio per essere pubblico, non raccolga dissenso e disprezzo a sua volta, quella che Lei ha definito gogna mediatica. E’ anche libero di battersi per chi vuole ma non è libero di insultare. “Merde, feccia” si può scrivere sul proprio diario personale  o dire tra quattro amici al bar; non in un luogo pubblico in cui vivono gay e lesbiche ed i loro genitori.

Questi ultimi, madri e padri di coloro che Lei definisce merde, tra l’altro, appartengono perlopiù a famiglie tradizionali, per usare il termine che Lei predilige. Ecco, noi genitori di queste “merde” abbiamo vite normali con i nostri ragazzi. Alti e bassi, feste di famiglia, problemi, insomma tutto ciò che appartiene a tutti. Con la differenza che i nostri ragazzi (e di riflesso anche noi) hanno spesso avuto esperienze difficili, a volte dolorose, a volte molto dolorose. A sentirsi definire "merde" a molti, dopo aver sopportato sguardi ammiccanti, parole pesanti, essere stati tollerati, non interessa un bel nulla; ad altri, invece, aumenta le difficoltà che spesso hanno e preferiscono tacere, nascondersi.

Alcuni, non così di rado, nel sentirsi messi alla gogna (anche loro!) e considerati fallati da gente come Lei, non hanno strumenti e capacità per reagire e spesso scelgono un’altra soluzione. Le lascio immaginare quale. Forse nella sua carriera di medico non ha mai dovuto constatare la morte di chi ha preferito togliersi la vita piuttosto che dare un dispiacere a qualcuno. Le parole non sono mai leggere neanche quando si è tra amici, sono gravissime se pronunciate da chi ricopre cariche pubbliche o aspira a ricoprirle. Stupisce che Lei non capisca.

Egregio dottore, ha fatto male a non dimettersi. Legalmente può fare ciò che vuole, ne ha diritto, ma non avere la consapevolezza che non si è graditi neppure, a quanto pare, all’interno della propria maggioranza e, soprattutto, che certe affermazioni in un ruolo pubblico sono gravissime, è davvero singolare.

Per quanto riguarda me/noi la vita non subirà scossoni per ciò che Lei scrive e, soprattutto, mi è difficile considerarLa un nemico. Sarebbe  eccessivo; la vita è molte volte complicata per mille motivi tanto che tengo a salvaguardare quel che resta del giorno e, soprattutto, non mi appartengono odio e rancore ma sono pronta però a battermi anch’io per ciò in cui credo. Vuol dire che La penserò come un signore che, con l’età che ha (non si offenda, siamo vicini anagraficamente), ha ancora voglia di dividere il mondo in buoni e cattivi in base al sesso ed alla provenienza (mi pare che abbia anche detto che ci difenderà dalle invasioni) senza conoscere le persone.

A me, docente in pensione, continuano ad interessare l’umanità e l’animo umano e sono fondamentalmente intransigente. La mia intransigenza deriva però dalla capacità di ascoltare  e dialogare, capendo le ragioni degli altri perché l’esperienza umana è varia e complessa e la nostra cultura, la nostra arte, scienza servono ad accrescere le vite degli uomini, ad alimentarne l’animo. Non varrebbero nulla se non riuscissimo a far con esse del bene agli altri uomini. Sventolare il Vangelo non ci rende migliori. Don Gallo diceva che da secoli un’idea di natura uguale per tutti, immutabile nel tempo e nello spazio, non si trova più se non nei testi ufficiali cattolici. Ed aggiungeva che “la nostra libertà non si aggiunge semplicemente a quella altrui ma ne è parte integrante e costitutiva, poiché la libertà procede sempre da chi ne è stato storicamente escluso”.

Ciò per dire che la penserei così anche se non fossi coinvolta personalmente. Certi principi sono irrinunciabili perché, se nella nostra famiglia non ci siamo mai sentiti cittadini di serie b, essi valgono per tutti, anche per coloro che non hanno la forza per farsi sentire.
Con questi pensieri Le auguro di vivere più serenamente la Sua età e di confrontarsi spesso con gli altri perché l’umanità di persone diverse da Lei non potrà che arricchirLa. E’ ancora in tempo."
Lorenzina Opezzo

Lgbt: "Storia di Marcella che fu Marcello": il racconto di Marcella Di Folco affidato a Bianca Berlinguer

Pubblicato in settembre dalla casa editrice milanese La nave di Teseo e disponibile da oggi nelle librerie, Storia di Marcella che fu Marcello è la “confessione” che l’artista e attivista transgender Marcella Di Folco, scomparsa 67enne a Bentivoglio (Bo) il 7 settembre 2010, ha affidato alla giornalista Bianca Berlinguer.

L’attuale conduttrice di Cartabianca su Rai3 l’ha riportata fedelmente attraverso il racconto in prima persona di una vita appassionata e difficile quale fu quella di Marcella, all’anagrafe Marcello, iniziata il 7 marzo 1943 in un quartiere romano e poi proseguita attraverso una costante e tormentata ricerca di sé, conclusasi, nell’agosto 1980, con l’intervento di riassegnazione chirurgica di sesso a Casablanca.

Marcella Di Folco, come spiega Bianca Berlinguer, attraversa la storia d’Italia nelle sue contraddizioni: dall’infanzia complicata all’esplosione del ’68 visto attraverso la “rivoluzione giovanile” del Piper, dagli anni della dolce vita a Cinecittà con i grandi registi Fellini, Rossellini, Zeffirelli, Petri, che la vollero nei loro film.

Poi le notti romane fino all’accennata scelta dell’intervento, l’arrivo a Bologna nel 1986, la prostituzione, la militanza politica e le battaglie civili alla guida del Mit, all’epoca Movimento Italiano Transessuali.

Una pubblicazione che è stata salutata con gioia dalla stessa storica associazione, da lei presieduta fino alla morte, e da Porpora Marcasciano, sua successora immediata, che ha scritto: «Finalmente in libreria il libro di Bianca Berlinguer che restituirà un pezzo importante di storia, quella di Marcella»
fonte:  www.gaynews.it

Lgbt: Le fils trans' de la chanteuse Sade remercie sa mère dans un message émouvant

Izaak Theo, 23 ans, vient de terminer sa transition et remercie sa mère, la légendaire chanteuse de jazz, Sade, d’avoir été à ses côtés tout le long du processus.

« You think I’d leave your side baby / You know me better than that » (« Tu penses que je te quitterais bébé ? / Tu me connais mieux que ça ») chantait Sade dans « By Your Side« , un titre qui vient peut-être de prendre tout son sens. Son fils, Izaak Theo, vient de terminer sa transition après avoir passé plus de six mois à récupérer de sa chirurgie de réattribution sexuelle. Et Sade est restée à ses côtés tout au long du chemin de la transition. Dans un post sur Instagram, le jeune homme de 23 ans remercie donc la « reine des reines » sous une photo les montrant s’enlaçant dans un restaurant.

« Le chemin a été long et difficile mais on a réussi !! On rentre à la maison !!!!« , a t-il écrit dans la légende. « Merci d’être restée à mes côtés ces 6 derniers mois Maman. Merci de t’être battue avec moi pour compléter l’homme que je suis. Merci pour tes encouragements quand c’était difficile, pour l’amour que tu m’as donné. Le coeur le plus pur. Je t’aime tellement. Reine des reines« , a  alors continué Theo. Ce dernier avait fait son coming-out trans’ en 2016 lors du National Coming out Day (Jour National du Coming-out). Les internautes l’avaient ensuite accompagné dans son parcours de transition qu’il partageait avec ses 35 000 abonnés, révélant un « processus difficile, fatiguant, douloureux et émotionnellement épuisant« .

« Garde tes yeux vers l’horizon »
Son père, le producteur Bob Morgan était également aux côtés de son fils l’encourageant à se concentrer sur l’objectif. « Mon père dit toujours « garde tes yeux vers l’horizon » et c’est ce que je fais car au travers de toute la douleur, il y a le confort de se dire que ce n’est pas pour toujours et j’ai toute la vie devant moi, du coup JE SUIS TELLEMENT EXCITÉ, je dois juste me rappeler d’être patient quelque fois comme, j’en suis sûr, nous le faisons tous », peut-on d’ailleurs lire sur ce post datant de juillet dernier.
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fonte:  https://tetu.com/

Firenze: "Downton Abbey" al Cinema Odeon - Dress Code anni '20 e premi in palio!

Giovedì 31 Ottobre (ore 21) per la prima di DOWTON ABBEY, Cinema Odeon Firenze e The British Institute of Florence, in collaborazione con The Florentine, invitano il pubblico ad indossare, per la proiezione-evento, un DRESS CODE ANNI '20 per partecipare all’estrazione dei ricchi premi messi in palio!

 
Downton Abbey, film diretto da Michael Engler, è basato sulla popolarissima serie TV britannica, ambientata all’inizio del XX Secolo nello Yorkshire. Protagonista è ancora una volta la famiglia Crawley e la servitù che lavora per essa presso la splendida tenuta Downton Abbey nella campagna inglese. Un evento sconvolge la quiete del gruppo aristocratico: re Giorgio V e la sua famiglia reale faranno visita alla dimora. Questo vuol dire che i veri reali soggiorneranno da loro, che hanno sempre vissuto da reali. 
La notizia getta li nella confusione più totale e in breve tempo la tenuta viene popolata dal maggiordomo e da altri dipendenti del re, che si prodigano per far sì che tutto sia pronto per il suo arrivo. I Crawley si ritrovano impossibilitati ad agire, mentre Downton Abbey sembra aver subito una colonizzazione esterna. Ma i padroni di casa non resteranno a guardare e decideranno di “contrattaccare” per riprendere quello che un tempo era loro e difendere l’onore della dimora.

DOWNTON ABBEY (GB, 122′) – Un film di Michael Engler, con Maggie Smith, Hugh Bonneville, Tuppence Middleton, Matthew Goode
Versione originale con sottotitoli in italiano | Original version with Italian subtitles
Cinema Odeon Firenze

ELENCO PREMI MESSI IN PALIO:
Da The British Institute of Florence: 1 corso di lingua (o di italiano o di inglese) a scelta tra: per inglese corsi tematici o corsi intensivi di giugno o luglio; per italiano corso di due settimane.

Da The Florentine: i libri Jane Fortune, Invisible Women. Forgotten Artists in Florence; Jane Fortune, Linda Falcone, When The World Answer. Florence, Women Artists and the 1966 Flood; Deirdre Pirro, Famous Expats in Italy e Deirdre Pirro, Italian Sketches. The Faces of Modern Italy.
fonte:  Cinema Odeon Firenze evento fb

martedì 1 ottobre 2019

La Spezia: Grandi nomi e belle storie, riparte la stagione del Teatro ragazzi al Civico

    Il presidente della commissione tecnico scientifica Matteo Taranto: "Ai più giovani dobbiamo dare teatro di qualità e questa stagione non ha nulla da invidiare a quella di prosa".  

 "Se le scuole dovessero avere difficoltà a partecipare alla stagione del Teatro ragazzi il Comune farà la sua parte. Gli istituti si rivolgano al mio ufficio di gabinetto e faremo il possibile per coinvolgerli". Con queste parole il sindaco della Spezia Pier Luigi Peracchini ha lanciato un appello a tutti gli istituti scolastici per coinvolgerli nella nuova stagione del Civico dedicata ai più giovani che aprirà martedì 20 novembre con lo spettacolo "Il piccolo clown" portato in scena dalla Compagnia dei somari e Aria teatro. La presentazione si è tenuta questa mattina sul palco del teatro della città con il sindaco, il presidente della commissione scientifica Matteo Taranto e il commissario Alessandro Maggi.




“Altro appuntamento irrinunciabile per il Teatro Civico è il cartellone pensato dalla commissione artistica per i più piccoli, per promuovere fin dall’infanzia la cultura, la passione e il fascino del teatro – ha aggiunto il sindaco Pierluigi Peracchini – il cartellone proposto non ha nulla da invidiare a quello della stagione già presentata perché si tratta di produzioni di altissimo profilo artistico e intellettuale. Sono tante le linee di riflessione negli spettacoli: la relazione padre figlio, la differente percezione del tempo nei bambini e negli adulti, le reinterpretazioni delle favole più famose, uno spettacolo su Leonardo di cui quest’anno ricorrono i 500 anni dalla morte, la disabilità, la povertà e la storia antica. Il cartellone vanta anche due preziose produzioni spezzine , il Coro Kids Fabrizio De André di Gloria Clemente e il centro di danza di Loredana Rovagna, in collaborazione con l’Istituto Don Lorenzo Milani a cui è affidata la chiusura della stagione ragazzi con uno spettacolo vincitore del bando SIAE. Vorrei in ultimo rivolgere un sentito ringraziamento alla commissione del Teatro Civico, coordinata da Matteo Taranto di cui fanno parte Alessandro Maggi e Roberto Di Maio, per il grande lavoro e la sensibilità che hanno riservato nel costruire anche quest’anno un grande cartellone per promuovere la cultura del teatro nelle nuove generazioni della nostra Città.”

La stagione del Teatro ragazzi sarà composta da nove spettacoli della durata media di 50 minuti con autentiche primizie e, per la prima volta alla Spezia, il musical "A Chistmas Carol" con Roberto Ciufoli si annuncia partecipatissima.

"Questa stagione teatrale - ha spiegato il presidente Matteo Taranto - è frutto di una stagione importante e che garantisse il grande lavoro svolto l'anno scorso: che si sposa con il massimo della qualità e della proposta. Noi pensiamo che i bambini siano gli adulti di domani, sembra una frase fatta, retorica ma è la realtà. Noi dobbiamo garantire ai bambini un teatro fruibile e intelligente. I temi variano tantissimo e sono molti: si va dal rapporto padre e figlio, povertà, scuola. Sono argomenti che verranno portati in scena da grandi compagnie internazionali e pluripremiate. Voglio citare "A Christmas Carol" perché è il grande musical che torna sul palco del Civico. E' uno spettacolo per tutti, Dickens parla di essenza. Torna Emma Dante, è staordinaria e si cimenta con spettacoli forti e interessanti. Avremo anche spettacoli di grande impatto visivo e scenico. Un esempio è "Becco di rame" con il Teatro nero: attori con le tute nere animeranno delle marionette raffiguranti animali portando in scena un tema delicato come la disabilità. L'anno scorso non ho perso nemmeno uno spettacolo e quest'anno cercherò di fare lo stesso".

La particolarità di questa stagione del Teatro ragazzi è anche il fortissimo legame con il territorio. Il produttore di "A Christmas Carol" è spezzino e tra le punte di diamante della stagione ci sarà anche il coro Fabrizio De Andrè di Gloria Clemente e uno spettacolo della coreogografa e insegnante spezzina di fama internazionale Loredana Rovagna che chiuderà la stagione del teatro ragazzi.
"Il legame con la città è forte - ha dichiarato Alessandro Maggi della commissione tecnico scientifica del Civico - ed è voluto. Il nostro intento combinare le eccellenze della città con delle presenze da fuori che rappresentino una qualità estrema. Secondo noi può fare traino e da stimolo. Crea scambio, collaborazioni, fa cresere la città, l'interesse anche la curiosità delle compagnie che vengono. E' una cosa assolutamente voluta".
fonte:  www.cittadellaspezia.com

Lgbt: CIAO, DELIA. UN RITRATTO MOLTO PERSONALE DELLA GIORNALISTA APPENA SCOMPARSA

Quando muore una persona che ha lasciato un’impronta forte sul mondo, chi resta tende a voler condividere la sua personale esperienza con questa, come a sottolineare – a meno che non si tratti di un mero gesto narcisistico nel volersi accostare a qualcuno di famoso – quante vite abbia toccato chi ci ha lasciate, e come le abbia influenzate.


Delia Vaccarello, giornalista, scrittrice, docente, attivista, palermitana nata nel 1960 e morta la notte scorsa di un cancro che nonostante la lunga lotta alla fine non le ha lasciato tregua, fu un’eroina della mia tarda adolescenza. Io, lesbica di provincia purtroppo ancora in the closet col grosso del mio mondo sociale, vedevo la mia identità sancita grazie al lavoro prezioso di questa donna. Vaccarello, infatti, curò per anni la rubrica Un, due, tre, liberi tutti, che usciva di lunedì, ogni 15 giorni, sulle pagine dell’Unità. Era una convalida che arrivava, oltretutto, dal quotidiano del partito, che mio padre considerava sacro, quindi a maggior ragione significativa. 
La rubrica iniziò nella seconda metà degli anni ’90 come spazio in cui parlare genericamente di diritti civili. Erano altri tempi, lei stessa, allora, non era dichiarata esplicitamente, ma il linguaggio che usava era preciso e innovativo. Quel foglio col tempo divenne più esplicitamente dedicato al mondo LGBT+, che allora non avremmo nemmeno chiamato così, probabilmente adottando un molto meno inclusivo «gay e lesbico». 
 
Nel 2003, mentre accompagnavo un’amica nella sua città natale dopo un suo lutto, scoprii in stazione la raccolta Principesse azzurre, fresca di stampa, che mi distrasse durante quel lungo viaggio. Ne curò, negli anni a venire, diversi volumi. Oggi quelle storie ci farebbero sorridere, per lo più, ma con internet ancora molto lento e Netflix ancora da venire, erano la prima pubblicazione per lesbiche di una casa editrice mainstream, la Mondadori, e costituirono un momento importante: tutte li leggevano, non solo le appassionate di letteratura, agognando a veder rappresentati positivamente i proprio amori, cosa nel 2003 ancora molto rara.

Nel 2010 pubblicò, sempre per Mondadori, Evviva la neve, il racconto di alcune transizioni di genere, occupandosi anche in quel caso in modo pionieristico di questo tema nell’editoria di massa.
La ritrovai docente alla mia Scuola di giornalismo nel 2013, finalmente incontrandola di persona, e presentandomi con: «Ciao, sono Elisa, la lesbica della classe». Preparatissima, all’inizio del suo seminario sciorinò le sue pubblicazioni, gli editori, i premi giornalistici vinti. Io capivo che non lo faceva per vantarsene, ma per farsi rispettare da quel manipolo di ragazzi per lo più talentuosi ma anche eterosessisti e molto arroganti, convinti di sapere già tutto del mondo. 

Un ultimo incontro avvenne a fine 2014, quando entrambe vestimmo i panni della formatrice a un corso di aggiornamento per giornalisti sui temi LGBT+, per me era la prima volta, per lei la milionesima. Anche in quell’occasione portò con sé Lacan, cagnolino adottato che le era inseparabile.
Delia Vaccarello è morta, il mondo LGBT+ è più povero.
Grazie di tutto, Delia.
fonte:  di Elisa Manici http://lafalla.cassero.it/

Grazie a Dio: il film di François Ozon al cinema dal 17 ottobre 2019

François Ozon torna alla regia di Grazie a Dio, Gran Premio della Giuria al Festival di Berlino: il film esce in Italia il 17 ottobre distribuito da Academy Two

Dopo Frantz e Doppio Amore il regista francese François Ozon porta sul grande schermo Grazie a Dio, presentato nella scorsa edizione del Festival di Berlino, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria. In Italia la pellicola sarà distribuita nelle sale cinematografiche da Academy Two e la data di uscita ufficiale è il 17 ottobre 2019.

Grazie a Dio è una grande storia di coraggio, tratta da fatti realmente accaduti: protagonista Alexandre Guérin, interpretato da Melvil Poupaud, che vive a Lione con la moglie e i figli. Un giorno, per puro caso, scopre che il prete che lo aveva molestato da piccolo lavora ancora con i bambini e decide di fare qualcosa. Supportato da altre due vittime del parroco, François (Denis Ménochet) e Emmanuel (Swann Arlaud), cercherà di abbattere il muro del silenzio che circonda il dramma che loro stessi hanno vissuto. Non mancheranno, però, le conseguenze, che non lasceranno indenne nessuno dei tre.

Nel cast del film troviamo anche Éric Caravaca, Bernard Verley, François Marthouret e Josiane Balasko.