Serena c’è, ma non esiste. Da 7 mesi.
Da quando è diventata donna, grazie a un’operazione.
Non ha i nuovi documenti, la nuova identità.
Il tribunale non ha ancora inviato al Comune versiliese dove Serena risiede la sentenza che autorizza il cambio di dati anagrafici.
La cancellazione del suo passato da maschio.
La burocrazia le sta scippando un pezzo di vita. Da mesi Serena (il nome è di fantasia) esce poco di casa. Teme che se venisse fermata anche solo per un controllo non saprebbe spiegare perché una ragazza di 27 anni gira con la carta di identità di un uomo. Per lo stesso motivo, non esce a cercare lavoro.
Ha un diploma come parrucchiera, ma non ha il coraggio, non ancora perlomeno, di avvicinarsi a un negozio a chiedere di essere assunta: ha paura del momento nel quale le potrebbero chiedere i documenti per metterla in regola.
La mamma la osserva ogni giorno, seduta al computer, in attesa che la sua vita cambi.
E vorrebbe che cambiasse in fretta, visto che la figlia ha ingaggiato un’altra corsa contro il tempo, dura quanto quella per cambiare sesso: è la corsa contro la sclerosi multipla.
Un anno fa, quando si è potuta operare, Serena ha scoperto anche di essere malata. Per questo, la mamma vorrebbe che avesse subito i documenti: vuole che la figlia sia felice il prima possibile. Ritiene che la vita glielo debba. E a questo punto anche il tribunale.
La vicenda di Serena parte ufficialmente 7-8 anni fa.
Quando Serena, che ancora era un ragazzo, inizia le cure e il percorso per il cambio di sesso.
E’ un percorso assistito, portato avanti con l’assistenza dei medici e degli psichiatri dell’ospedale Careggi. Con la relazione dell’ospedale fiorentino, la famiglia si rivolge al tribunale di Lucca. Presenta - secondo quanto prevede la legge - la domanda per ottenere l’autorizzazione all’operazione che avrebbe cambiato la vita a Serena.
La richiesta viene formalizzata nel 2009. Dopo varie udienze e la nomina anche di un consulente da parte del tribunale, la sentenza viene emessa il 4 giugno 2011. Questa sentenza sembra sbloccare la situazione.
Il 27 giugno entra in ospedale a Pietra Ligure: si opera e diventa donna.
Ma il calvario non è ancora finito.
Dopo l’intervento, la cartella clinica viene inviata di nuovo al tribunale a Lucca, alla volontaria giurisdizione per ottenere la sentenza che ordina al Comune di residenza di cambiare i dati anagrafici della persona sottoposta a intervento di cambio del sesso. La sentenza viene pronunciata a ottobre 2011.
Ma ancora non è stata inviata al Comune di residenza. Così non possono essere cambiati i dati anagrafici e Serena resta senza documenti. Di fatto, senza identità.
Per questo Regina Satariano, responsabile del consultorio transgenere di Torre del Lago, chiede un incontro al presidente del tribunale un incontro. Vuole sollecitare un confronto sulla burocrazia che incide sulle vite di molte persone.
Sempre di più, perché sempre di più sono i casi di ragazzi e ragazze che si presentano al consultorio per essere assistiti nel percorso di cambio del sesso e di identità.
fonte http://iltirreno.gelocal.it di Ilaria Bonuccelli
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
sabato 19 maggio 2012
Lgbt: Inghilterra, miglior posto in Europa dove essere gay
L’ILGA (International Lesbian Gay Association) ha condotto una ricerca tra i paesi europei che si occupano di campagne per parità dei diritti lgbt: l’Inghilterra è stata scelta come il miglior posto in Europa per le persone gay, bisessuali, transgender e intersessuali in termini di diritti legali.
A pochi giorni dal 17 maggio, Giornata Internazionale contro l’Omofobia e Transfobia (IDAHO), il primo studio nel suo genere ha decretato che la Gran Bretagna sia in cima alla lista stilata per cercare di capire quali siano i migliori paesi dove una persona lgbt possa vivere: grazie al riconoscimento delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso e le leggi contro la discriminazione, il successo britannico è risultato non paragonabile a nessun altro luogo d’Europa.
Nel frattempo, la Russia e la Moldavia sono infondo alla classifica, insieme all’Ucraina, Armenia, Turchia, Azerbaijan, Bielorussia, Macedonia, Monaco, e sorprendentemente per alcuni, Lichtenstein.
fonte http://www.gayprider.com Di Felice Catozzi Photo Credits Getty Images
A pochi giorni dal 17 maggio, Giornata Internazionale contro l’Omofobia e Transfobia (IDAHO), il primo studio nel suo genere ha decretato che la Gran Bretagna sia in cima alla lista stilata per cercare di capire quali siano i migliori paesi dove una persona lgbt possa vivere: grazie al riconoscimento delle unioni civili per le coppie dello stesso sesso e le leggi contro la discriminazione, il successo britannico è risultato non paragonabile a nessun altro luogo d’Europa.
Nel frattempo, la Russia e la Moldavia sono infondo alla classifica, insieme all’Ucraina, Armenia, Turchia, Azerbaijan, Bielorussia, Macedonia, Monaco, e sorprendentemente per alcuni, Lichtenstein.
fonte http://www.gayprider.com Di Felice Catozzi Photo Credits Getty Images
Lgbt: La Toscana tira le somme "Contro l'omofobia molto da fare"
In una conferenza stampa, l'assessore Allocca e Rete Lenford hannno presentato dei dati sulla situazione delle amministrazioni toscane: "Buone notizie, ma molto da fare. Impegnati in prima linea".
La regione Toscana si prepara a festeggiare in grande stile la Giornata Internazionale contro l'Omofobia, partendo dal primato di essere avere approvato per prima in Italia una legge contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.
Era il 2004, cinque anni prima che, la stessa Regione, in collaborazione con l'Avvocatura per i diritti lgbt - Rete Lenford istituisse l'Osservatorio permanente per la lotta contro le discriminazioni i cui dati sono stati diffusi oggi un una conferenza stampa.
Diciotto sono i comuni toscani che hanno approvato un registro per le unioni civili, mentre tre comuni su quattro hanno un assessorato o consigliere con delega alle pari opportunità, una commissione comunale o una commissione di comprensorio, anche se solo la metà ha un organismo specificatamente dedicato alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale.
Un dato abbastanza negativo riguarda il fatto che in 203 dei Comuni interpellati non sono mai state organizzate iniziative in materia di tutela di diritti lgbti.
In quanto alla conoscenza di casi di discriminazione avvenuti nel proprio territorio è risultato molto basso il numero di Comuni (l'11 per cento) che hanno risposto affermativamente.
Il dato positivo è che il 90 per cento dei comuni intervistati ha manifestato la volontà di organizzare corsi di formazione anti-discriminazione rivolti a operatori socio-sanitari, di associazioni locali e ad agenti di polizia municipale, mentre 3 comuni su 4 sono disponibili ad organizzare iniziative sui diritti delle persone lgbti.
“La Toscana – ha detto l’assessore al welfare e alle pari opportunità Salvatore Allocca – sta facendo molto su questo versante ma in molte circostanze si nota ancora una certa ritrosia ad affrontare con maggior decisione la tutela dei diritti lgbti. L’attività dell’Osservatorio per la Regione è molto importante in questo senso.
Purtroppo su questo tema – ha aggiunto Allocca – l’Italia sconta un preoccupante vuoto normativo ed un altrettanto preoccupante ritardo culturale. In Toscana abbiamo deciso di costituire una rete che punta a coinvolgere prima di tutto le amministrazioni locali in tutti i settori, affinchè la paura del diverso, base di tanti fatti di discriminazione, possa essere sconfitta dalla cultura del diverso”.
“L’indagine che abbiamo fatto ha evidenziato una regione molto sensibile al tema – ha spiegato l’avvocatessa Saveria Ricci dell'Avvocatura per i diritti lgbt - Rete Lenford.
In alcuni casi abbiamo sperimentato una chiusura iniziale, seguita però da aperture interessanti. C’è ancora tanto da fare, ma grazie ai risultati ottenuti, sono ottimista”.
Domani grazie alla Rete Lenford, l’auditorium di Sant’Apollonia ospiterà, dalle ore 15, "Omosessuali alla sbarra", tavola rotonda in forma di processo simulato in cui, davanti alla giuria sfilano testi di accusa e testi a difesa di due ragazzi omossessuali: psicologi, preti, madri e altre figure tratte dell’esperienza dell’Avvocatura LGBT.
Lara Burberi, presidente del Consiglio comunale di Calenzano, intervenuta in rappresentanza di Anci Toscana, ha lanciato una proposta. “La prossima Festa della Toscana dedichiamola a questa battaglia - ha dichiarato Burberi riferendosi al dato sui comuni che non hanno mai organizzato iniziative a favore dei diritti lgbti - cerchiamo il più possibile di coinvolgere soprattutto i ragazzi affinchè possano sentirsi liberi, fin dall’adolescenza, di fare le proprie scelte senza che per questo debbano essere derisi o, peggio, aggrediti.
In Italia ritengo siano fondamentali due cose: l’introduzione nel nostro ordinamento del reato basato sulle discriminazioni per l’orientamento sessuale ed il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali”.
Secondo Matteo Dottorini, referente dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali per la Regione, “la Toscana su questo versante parte da una posizione di vantaggio rispetto a molte altre regioni.
Però va anche detto che un tema così importante non riesce ancora a ricevere la giusta attenzione. Ultimamente abbiamo siglato vari accordi di collaborazione con associazioni ed enti locali.
Il vento sta cambiando e c’è una volontà sempre più forte di affrontare e sconfiggere spiacevoli stereotipi".
fonte http://www.gay.it/
La regione Toscana si prepara a festeggiare in grande stile la Giornata Internazionale contro l'Omofobia, partendo dal primato di essere avere approvato per prima in Italia una legge contro le discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.
Era il 2004, cinque anni prima che, la stessa Regione, in collaborazione con l'Avvocatura per i diritti lgbt - Rete Lenford istituisse l'Osservatorio permanente per la lotta contro le discriminazioni i cui dati sono stati diffusi oggi un una conferenza stampa.
Diciotto sono i comuni toscani che hanno approvato un registro per le unioni civili, mentre tre comuni su quattro hanno un assessorato o consigliere con delega alle pari opportunità, una commissione comunale o una commissione di comprensorio, anche se solo la metà ha un organismo specificatamente dedicato alle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale.
Un dato abbastanza negativo riguarda il fatto che in 203 dei Comuni interpellati non sono mai state organizzate iniziative in materia di tutela di diritti lgbti.
In quanto alla conoscenza di casi di discriminazione avvenuti nel proprio territorio è risultato molto basso il numero di Comuni (l'11 per cento) che hanno risposto affermativamente.
Il dato positivo è che il 90 per cento dei comuni intervistati ha manifestato la volontà di organizzare corsi di formazione anti-discriminazione rivolti a operatori socio-sanitari, di associazioni locali e ad agenti di polizia municipale, mentre 3 comuni su 4 sono disponibili ad organizzare iniziative sui diritti delle persone lgbti.
“La Toscana – ha detto l’assessore al welfare e alle pari opportunità Salvatore Allocca – sta facendo molto su questo versante ma in molte circostanze si nota ancora una certa ritrosia ad affrontare con maggior decisione la tutela dei diritti lgbti. L’attività dell’Osservatorio per la Regione è molto importante in questo senso.
Purtroppo su questo tema – ha aggiunto Allocca – l’Italia sconta un preoccupante vuoto normativo ed un altrettanto preoccupante ritardo culturale. In Toscana abbiamo deciso di costituire una rete che punta a coinvolgere prima di tutto le amministrazioni locali in tutti i settori, affinchè la paura del diverso, base di tanti fatti di discriminazione, possa essere sconfitta dalla cultura del diverso”.
“L’indagine che abbiamo fatto ha evidenziato una regione molto sensibile al tema – ha spiegato l’avvocatessa Saveria Ricci dell'Avvocatura per i diritti lgbt - Rete Lenford.
In alcuni casi abbiamo sperimentato una chiusura iniziale, seguita però da aperture interessanti. C’è ancora tanto da fare, ma grazie ai risultati ottenuti, sono ottimista”.
Domani grazie alla Rete Lenford, l’auditorium di Sant’Apollonia ospiterà, dalle ore 15, "Omosessuali alla sbarra", tavola rotonda in forma di processo simulato in cui, davanti alla giuria sfilano testi di accusa e testi a difesa di due ragazzi omossessuali: psicologi, preti, madri e altre figure tratte dell’esperienza dell’Avvocatura LGBT.
Lara Burberi, presidente del Consiglio comunale di Calenzano, intervenuta in rappresentanza di Anci Toscana, ha lanciato una proposta. “La prossima Festa della Toscana dedichiamola a questa battaglia - ha dichiarato Burberi riferendosi al dato sui comuni che non hanno mai organizzato iniziative a favore dei diritti lgbti - cerchiamo il più possibile di coinvolgere soprattutto i ragazzi affinchè possano sentirsi liberi, fin dall’adolescenza, di fare le proprie scelte senza che per questo debbano essere derisi o, peggio, aggrediti.
In Italia ritengo siano fondamentali due cose: l’introduzione nel nostro ordinamento del reato basato sulle discriminazioni per l’orientamento sessuale ed il riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali”.
Secondo Matteo Dottorini, referente dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali per la Regione, “la Toscana su questo versante parte da una posizione di vantaggio rispetto a molte altre regioni.
Però va anche detto che un tema così importante non riesce ancora a ricevere la giusta attenzione. Ultimamente abbiamo siglato vari accordi di collaborazione con associazioni ed enti locali.
Il vento sta cambiando e c’è una volontà sempre più forte di affrontare e sconfiggere spiacevoli stereotipi".
fonte http://www.gay.it/
Lgbt: Arcigay Milano “Di corsa Contro Omofobia” oggi 19 maggio dalle 10.30 con il patrocino dell’Unar
“Di corsa Contro Omofobia” oggi 19 maggio con il patrocino dell’Unar, del Comune di Cinisello Balsamo, di Milano e del Parco Nord, dove si concluderà la manifestazione.
“La giunta di Milano dimostra il proprio impegno nel mantenere le promesse fatte alla città e alla comunità lgbt”, queste le parole di Marco Mori, presidente di Arcigay Milano CIG, nell’apprendere della decisione della Giunta di aderire alla rete antidiscriminazioni Ready, alla quale si sono associate già 24 tra Amministrazioni comunali e provinciali, che ha l’obiettivo di condividere esperienze per combattere l’omofobia e promuovere esperienze di inclusione sociale.
“Le dichiarazioni rilasciate da Majorino – prosegue Mori – ci dicono che in questo Paese si può trovare un politico eterosessuale progressista estraneo a quella paura omofobica e al timore elettorale e clericale di dichiarare quello che pensa, senza che i laici siano costretti a guardare gelosi agli Hollande e agli Obama.”
Arcigay Milano, dopo il grande successo della critical mass di ieri sera, invita tutti alla partenza della staffetta “Di corsa Contro L’omofobia” organizzata per domani sabato 19 a partire dalle 10.30 presso il Planetario (giardini Indro Montanelli) per percorrere i primi 200 metri insieme.
Questa manifestazione ha ricevuto il patrocinio di UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), del Comune di Milano, del Comune di Cinisello Balsamo e del Parco Nord, oltre all’adesione di diversi consiglieri comunali.
Mori conclude: “Invitiamo tutti, a partecipare alla partenza ma anche alla conclusione della manifestazione al Parco Nord, presso il teatrino, dove verrà consegnata ai referenti del Parco la bandiera a sei colori della comunità lgbt.
La bandiera a sei colori ha un significato che si sposa perfettamente con il ruolo e la funzione sociale di quel parco, che si spera tra qualche settimana non venga contaminato da parole d’odio.”
Si ricorda infine che oggi sabato, in Via Dante 15, dalle ore 15.00 le coppie di persone dello stesso sesso si scambieranno una promessa d’amore nell’ambito delle iniziative organizzate sempre per la giornata del 17 maggio contro l’omofobia da Lush e Frame.
Parteciperà all’iniziativa Paolo Patanè, Presidente nazionale di Arcigay
fonte http://www.arcigay.it/
“La giunta di Milano dimostra il proprio impegno nel mantenere le promesse fatte alla città e alla comunità lgbt”, queste le parole di Marco Mori, presidente di Arcigay Milano CIG, nell’apprendere della decisione della Giunta di aderire alla rete antidiscriminazioni Ready, alla quale si sono associate già 24 tra Amministrazioni comunali e provinciali, che ha l’obiettivo di condividere esperienze per combattere l’omofobia e promuovere esperienze di inclusione sociale.
“Le dichiarazioni rilasciate da Majorino – prosegue Mori – ci dicono che in questo Paese si può trovare un politico eterosessuale progressista estraneo a quella paura omofobica e al timore elettorale e clericale di dichiarare quello che pensa, senza che i laici siano costretti a guardare gelosi agli Hollande e agli Obama.”
Arcigay Milano, dopo il grande successo della critical mass di ieri sera, invita tutti alla partenza della staffetta “Di corsa Contro L’omofobia” organizzata per domani sabato 19 a partire dalle 10.30 presso il Planetario (giardini Indro Montanelli) per percorrere i primi 200 metri insieme.
Questa manifestazione ha ricevuto il patrocinio di UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), del Comune di Milano, del Comune di Cinisello Balsamo e del Parco Nord, oltre all’adesione di diversi consiglieri comunali.
Mori conclude: “Invitiamo tutti, a partecipare alla partenza ma anche alla conclusione della manifestazione al Parco Nord, presso il teatrino, dove verrà consegnata ai referenti del Parco la bandiera a sei colori della comunità lgbt.
La bandiera a sei colori ha un significato che si sposa perfettamente con il ruolo e la funzione sociale di quel parco, che si spera tra qualche settimana non venga contaminato da parole d’odio.”
Si ricorda infine che oggi sabato, in Via Dante 15, dalle ore 15.00 le coppie di persone dello stesso sesso si scambieranno una promessa d’amore nell’ambito delle iniziative organizzate sempre per la giornata del 17 maggio contro l’omofobia da Lush e Frame.
Parteciperà all’iniziativa Paolo Patanè, Presidente nazionale di Arcigay
fonte http://www.arcigay.it/
Labels:
associazioni lgbt,
iniziative lgbt
Lgbt: Anche Arcigay con Lush e Frame con la campagna “Dimmi di sì” oggi 19 maggio alle 15 presso le botteghe LUSH in 7 città italiane scopri quali
Il 19 maggio coppie gay, lesbiche e transgender si scambieranno una promessa d’amore pubblica per manifestare il proprio diritto al matrimonio nelle botteghe Lush di Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Novara e Monza
Anche ARCIGAY collabora con la campagna “Dimmi di sì” a favore del diritto al matrimonio per tutte le coppie lanciata in Italia da LUSH, le botteghe dei cosmetici freschi e fatti a mano, e FRAME, associazione per la promozione e la tutela dei diritti dei minori e delle famiglie e la lotta ad ogni forma di discriminazione, in occasione della Giornata Internazionale Contro l’Omofobia, che vedrà in una promessa d’amore pubblica e collettiva fra coppie gay, lesbiche e transgender il momento più importante, previsto per sabato 19 maggio alle ore 15.00 nelle botteghe Lush di Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Novara e Monza.
Il Presidente di ARCIGAY Paolo Patanè sarà presente alla cerimonia pubblica di Milano, che si terrà presso la Bottega Lush in Via Dante 15 il 19 maggio.
“In un Paese che soffre la lentezza della politica nell’adeguamento alla crescita – dichiara il Presidente di Arcigay Paolo Patanè – ancora un volta dal mondo delle imprese, come da tanti altri soggetti differenti, arriva il segnale positivo di una sensibilità che fotografa in modo semplice, ma reale, gli affetti e i progetti di tutte quelle coppie dello stesso sesso che sono visibili per tutti tranne che per le nostre istituzioni. Proprio per questo abbiamo deciso di collaborare e partecipare alle iniziative organizzate per la campagna “Dimmi di sì”. Il mio è un invito a tutte le coppie a partecipare all’iniziativa e a scambiarsi, il 19 maggio, una promessa pubblica d’amore”.
“Siamo molto felici del sostegno di ARCIGAY, che per noi significa un riconoscimento importante alla nostra iniziativa di sensibilizzazione – dichiarano gli organizzatori della campagna “Dimmi di sì”, che in questi giorni sta riscuotendo sempre più consensi, tanto che la promessa d’amore pubblica, inizialmente prevista per le sole botteghe Lush di Milano, Roma e Firenze, è stata estesa anche ad altre quattro città: Bologna, Torino, Novara e Monza – Attendiamo tutt* gli amici e le amiche dell’associazione ARCIGAY alla nostra promessa d’amore il 19 maggio alle ore 15.00 nelle botteghe in cui si terrà l’evento!”.
LA PROMESSA D’AMORE PUBBLICA
La campagna “Dimmi di sì” manifesterà il diritto all’unione di tutte le coppie con una cerimonia d’amore collettiva a cui parteciperanno coppie gay, lesbische e transgender.
L’evento avrà luogo sabato 19 maggio 2012 alle ore 15.00 presso le botteghe LUSH di:
BOLOGNA Via M. D’Azeglio 4F
FIRENZE Via Del Corso 23/r
MILANO Via Dante 15
MONZA Via Vittorio Emanuele II 7
NOVARA Via Ugo Porzio Giovanola 7
ROMA Via Del Corso 41
TORINO Via Garibaldi 51/E
In ogni città un simbolico “officiante”, rappresentato/a da un esponente di associazioni, movimenti e/o realtà impegnate nella lotta alla discriminazione sessuale, celebrerà l’evento.
Tutte le coppie riceveranno un regalo di nozze fatto di cosmetici freschi e un “attestato d’amore” con il quale si impegneranno a sposarsi non appena le leggi in Italia lo consentiranno e tutti i soggetti coinvolti nella campagna a far sì che questa possibilità diventi reale.
Sulla pagina della campagna www.lush.it/dimmidisi in questi giorni le coppie potranno scaricare l’invito alla propria promessa d’amore da inviare ad amici e parenti e la lista nozze da consegnare alla bottega LUSH più vicina per consigliare amici e parenti sugli omaggi che desiderano ricevere.
Per partecipare è sufficiente inviare una mail a dimmidisi@lush.it.
LA PETIZIONE
Durante la settimana del 17 maggio 2012, in una qualunque delle botteghe LUSH sarà inoltre possibile firmare una petizione realizzata da FRAME a favore del’estensione del diritto di matrimonio per tutte le coppie. La petizione è già sottoscrivibile on line sul sito dell’Associazione FRAME all’indirizzo: http://www.associazioneframe.it/firma-la-petizione.html.
IL PROGETTO “BYE BYE BULLI”
A partire dal 17 maggio tutto il ricavato dalla vendita della crema corpo LUSH “Sua Bontà” andrà a sostegno di un progetto educativo contro il bullismo omofobico realizzato dall’Associazione FRAME nelle scuole secondarie di sei città italiane (Milano, Bologna, Firenze o Pisa, Roma, Salerno e Caltanissetta). Il programma si chiama BYE BYE BULLI ed è dedicato ai ragazzi dai 13 ai 19 anni e ai loro insegnanti.
A proposito di Lush
Nata nel 1995 in Inghilterra, LUSH (850 negozi monomarca nel mondo, di cui 32 in Italia) produce e commercializza cosmetici freschi e fatti a mano a base di ingredienti di prima qualità come frutta e verdura fresche, spesso biologiche o provenienti dal commercio equo e solidale, sintetici sicuri, oli essenziali purissimi e cioccolato.
Tutti i prodotti sono realizzati nel rispetto dell’ambiente (sono spesso solidi e privi di confezione o dotati di un imballaggio riciclato al 100%), hanno una data di produzione e una di scadenza e sono 100% animal free. Inoltre, in ottica di un’economia che rispetti e valorizzi le persone, tutti riportano nell’etichetta il nome del mastro impastatore che li ha realizzati artigianalmente.
Lush organizza e promuove costantemente iniziative e campagne sociali.
www.lush.it/dimmidisi
A proposito di FRAME
FRAME (acronimo di Famiglie Ricerca Antidiscriminazione Minori ed Educazione) è un’associazione di promozione sociale che ha come obiettivo la promozione e la tutela dei diritti dei minori e delle famiglie, nonché la lotta ad ogni forma di discriminazione.
FRAME nasce a Bologna alla fine di giugno del 2010, dalla volontà di un gruppo di giovani professionisti che operano prevalentemente nel campo dell’educazione, della psicologia, del diritto, della comunicazione e della ricerca. Nel giro di pochi mesi l’associazione ha attivato numerosi servizi ed attività realizzando nel territorio nazionale numerose iniziative.
FRAME opera in alcuni dei più importanti contesti della Società Civile: quello dei Diritti Umani e quello Educativo e di tutela dei Minori e delle Famiglie, rivolgendosi in particolare a Insegnanti e Genitori, nonché agli stessi Minori.
A proposito di ARCIGAY
Arcigay è la principale organizzazione nazionale italiana per la difesa e la promozione dei diritti di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali.
L’associazione è impegnata nella realizzazione della totale parità tra individui a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
Arcigay, ispirata dalla speranza di un mondo migliore, lavora quotidianamente per migliorare la condizione di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali italiani.
fonte http://www.arcigay.it
Anche ARCIGAY collabora con la campagna “Dimmi di sì” a favore del diritto al matrimonio per tutte le coppie lanciata in Italia da LUSH, le botteghe dei cosmetici freschi e fatti a mano, e FRAME, associazione per la promozione e la tutela dei diritti dei minori e delle famiglie e la lotta ad ogni forma di discriminazione, in occasione della Giornata Internazionale Contro l’Omofobia, che vedrà in una promessa d’amore pubblica e collettiva fra coppie gay, lesbiche e transgender il momento più importante, previsto per sabato 19 maggio alle ore 15.00 nelle botteghe Lush di Milano, Roma, Torino, Firenze, Bologna, Novara e Monza.
Il Presidente di ARCIGAY Paolo Patanè sarà presente alla cerimonia pubblica di Milano, che si terrà presso la Bottega Lush in Via Dante 15 il 19 maggio.
“In un Paese che soffre la lentezza della politica nell’adeguamento alla crescita – dichiara il Presidente di Arcigay Paolo Patanè – ancora un volta dal mondo delle imprese, come da tanti altri soggetti differenti, arriva il segnale positivo di una sensibilità che fotografa in modo semplice, ma reale, gli affetti e i progetti di tutte quelle coppie dello stesso sesso che sono visibili per tutti tranne che per le nostre istituzioni. Proprio per questo abbiamo deciso di collaborare e partecipare alle iniziative organizzate per la campagna “Dimmi di sì”. Il mio è un invito a tutte le coppie a partecipare all’iniziativa e a scambiarsi, il 19 maggio, una promessa pubblica d’amore”.
“Siamo molto felici del sostegno di ARCIGAY, che per noi significa un riconoscimento importante alla nostra iniziativa di sensibilizzazione – dichiarano gli organizzatori della campagna “Dimmi di sì”, che in questi giorni sta riscuotendo sempre più consensi, tanto che la promessa d’amore pubblica, inizialmente prevista per le sole botteghe Lush di Milano, Roma e Firenze, è stata estesa anche ad altre quattro città: Bologna, Torino, Novara e Monza – Attendiamo tutt* gli amici e le amiche dell’associazione ARCIGAY alla nostra promessa d’amore il 19 maggio alle ore 15.00 nelle botteghe in cui si terrà l’evento!”.
LA PROMESSA D’AMORE PUBBLICA
La campagna “Dimmi di sì” manifesterà il diritto all’unione di tutte le coppie con una cerimonia d’amore collettiva a cui parteciperanno coppie gay, lesbische e transgender.
L’evento avrà luogo sabato 19 maggio 2012 alle ore 15.00 presso le botteghe LUSH di:
BOLOGNA Via M. D’Azeglio 4F
FIRENZE Via Del Corso 23/r
MILANO Via Dante 15
MONZA Via Vittorio Emanuele II 7
NOVARA Via Ugo Porzio Giovanola 7
ROMA Via Del Corso 41
TORINO Via Garibaldi 51/E
In ogni città un simbolico “officiante”, rappresentato/a da un esponente di associazioni, movimenti e/o realtà impegnate nella lotta alla discriminazione sessuale, celebrerà l’evento.
Tutte le coppie riceveranno un regalo di nozze fatto di cosmetici freschi e un “attestato d’amore” con il quale si impegneranno a sposarsi non appena le leggi in Italia lo consentiranno e tutti i soggetti coinvolti nella campagna a far sì che questa possibilità diventi reale.
Sulla pagina della campagna www.lush.it/dimmidisi in questi giorni le coppie potranno scaricare l’invito alla propria promessa d’amore da inviare ad amici e parenti e la lista nozze da consegnare alla bottega LUSH più vicina per consigliare amici e parenti sugli omaggi che desiderano ricevere.
Per partecipare è sufficiente inviare una mail a dimmidisi@lush.it.
LA PETIZIONE
Durante la settimana del 17 maggio 2012, in una qualunque delle botteghe LUSH sarà inoltre possibile firmare una petizione realizzata da FRAME a favore del’estensione del diritto di matrimonio per tutte le coppie. La petizione è già sottoscrivibile on line sul sito dell’Associazione FRAME all’indirizzo: http://www.associazioneframe.it/firma-la-petizione.html.
IL PROGETTO “BYE BYE BULLI”
A partire dal 17 maggio tutto il ricavato dalla vendita della crema corpo LUSH “Sua Bontà” andrà a sostegno di un progetto educativo contro il bullismo omofobico realizzato dall’Associazione FRAME nelle scuole secondarie di sei città italiane (Milano, Bologna, Firenze o Pisa, Roma, Salerno e Caltanissetta). Il programma si chiama BYE BYE BULLI ed è dedicato ai ragazzi dai 13 ai 19 anni e ai loro insegnanti.
A proposito di Lush
Nata nel 1995 in Inghilterra, LUSH (850 negozi monomarca nel mondo, di cui 32 in Italia) produce e commercializza cosmetici freschi e fatti a mano a base di ingredienti di prima qualità come frutta e verdura fresche, spesso biologiche o provenienti dal commercio equo e solidale, sintetici sicuri, oli essenziali purissimi e cioccolato.
Tutti i prodotti sono realizzati nel rispetto dell’ambiente (sono spesso solidi e privi di confezione o dotati di un imballaggio riciclato al 100%), hanno una data di produzione e una di scadenza e sono 100% animal free. Inoltre, in ottica di un’economia che rispetti e valorizzi le persone, tutti riportano nell’etichetta il nome del mastro impastatore che li ha realizzati artigianalmente.
Lush organizza e promuove costantemente iniziative e campagne sociali.
www.lush.it/dimmidisi
A proposito di FRAME
FRAME (acronimo di Famiglie Ricerca Antidiscriminazione Minori ed Educazione) è un’associazione di promozione sociale che ha come obiettivo la promozione e la tutela dei diritti dei minori e delle famiglie, nonché la lotta ad ogni forma di discriminazione.
FRAME nasce a Bologna alla fine di giugno del 2010, dalla volontà di un gruppo di giovani professionisti che operano prevalentemente nel campo dell’educazione, della psicologia, del diritto, della comunicazione e della ricerca. Nel giro di pochi mesi l’associazione ha attivato numerosi servizi ed attività realizzando nel territorio nazionale numerose iniziative.
FRAME opera in alcuni dei più importanti contesti della Società Civile: quello dei Diritti Umani e quello Educativo e di tutela dei Minori e delle Famiglie, rivolgendosi in particolare a Insegnanti e Genitori, nonché agli stessi Minori.
A proposito di ARCIGAY
Arcigay è la principale organizzazione nazionale italiana per la difesa e la promozione dei diritti di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali.
L’associazione è impegnata nella realizzazione della totale parità tra individui a prescindere dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
Arcigay, ispirata dalla speranza di un mondo migliore, lavora quotidianamente per migliorare la condizione di omosessuali, lesbiche, bisessuali e transessuali italiani.
fonte http://www.arcigay.it
venerdì 18 maggio 2012
Lgbt: “Le lesbiche non esistono” un documentario dal basso: intervista alle autrici Laura Landi e Giovanna Selis
Con questo post ritorno a parlare di un documentario,
Le lesbiche non esistono una produzione dal basso costruita giorno dopo giorno grazie al contributo della rete e curata da due giovani filmmaker toscane, Laura Landi e Giovanna Selis,
alle quali ho chiesto di spiegarci un po’ meglio di cosa si tratta e il loro punto di vista sulla realtà italiana.
Tanti miei amici etero, appena sentono la parola lesbica, pensano a due donne con tette giganti che si slinguazzano su un sofà. E anche in certe commedie italiane siete spesso raccontate attraverso i cliché. Aiutatemi a distruggere la fantasia dei miei amici e dei registi italiani: chi sono davvero le lesbiche? Che tipo di persone avete incontrato durante questa prima fase di riprese?
Sono Francesca, Agnese, Chiara, Giulia, Laura, Cristina, Elena, Carolina… potremmo continuare a elencare tutte le donne che vi hanno preso parte, ma non verrà mai fuori – per fortuna – il “prototipo lesbico”.
E questo semplicemente perché non esiste, così come non esiste un unico modo di essere donna. Con molto rammarico per le fantasie dei tuoi amici etero e dei registi di alcune commedie italiane annuncio che tutti i sofà presenti nel nostro documentario non hanno ospitato tettuti slinguazzamenti ma donne vere che studiano, lavorano, convivono, s’incazzano, si amano e che con coraggio e naturalezza hanno deciso di raccontarsi. Ora sta al pubblico decidere di venirle a conoscere.
Un pubblico che in parte è già protagonista, dato che il vostro è un documentario finanziato dalla rete, attraverso una sottoscrizione popolare (ancora aperta). Come mai questa scelta e perché non appoggiarsi, invece, ad un’associazione Lgbt?
Attenendosi alle regole dell’industria, un documentario dovrebbe essere venduto prima ancora dell’inizio della sua realizzazione, altrimenti non se ne fa niente. Questo comporta la necessità di un compratore che creda nel progetto dall’inizio e abbia voglia di rischiare… va da sé che a queste condizioni molti progetti – come il nostro – che non rientrano nelle strette logiche di mercato difficilmente vedrebbero la luce.
Abbiamo deciso, quindi, di cercare finanziamenti in maniera alternativa ai soliti sistemi tramite la produzione dal basso, anche perché riteniamo che questo progetto abbia le caratteristiche giuste per un’operazione del genere.
In questo modo possiamo avere un’idea della potenziale attenzione al nostro documentario e allo stesso tempo riuscire a coprire (speriamo) i costi della post-produzione.
Rendere produttori quelli che saranno i nostri spettatori finali significa dare un ruolo attivo e consapevole al pubblico. Questo non vuol dire non coinvolgere le associazioni Lgbt – anzi alcune sono state tra i nostri primi sostenitori – ma piuttosto tenersi aperti a più canali e anche “fotografare” un’Italia inedita: molti dei nostri finanziatori – con cui cerchiamo di rimanere connesse il più possibile – non sono omosessuali. Un dato interessante, no?
E immagino sia anche questa la vostra scommessa: ma se il tema delle lesbiche in Italia e della loro invisibilità può e deve coinvolgere positivamente tutti, anche gli etero, a chi addebitare invece la responsabilità di questo enorme silenzio?
Questa è una delle domande che ci hanno spinto a girare il documentario e che con questo cerchiamo di indagare. Quello che emerge, chiaramente, è che non esiste un unico responsabile, ma piuttosto la convergenza di vari fattori. Come la mancanza di una classe politica pronta a rischiare, il fatto che troppo spesso ci dimentichiamo che l’Italia è un paese laico… ma non solo. Il silenzio, il non chiamare le cose con il proprio nome sono rintracciabili su più fronti.
Anche all’interno della comunità Lgbt.
In Italia manca un’educazione alle parole, al dialogo, in molti contesti… mi viene in mente la vicenda di “Piccolo Uovo” edito da Lo Stampatello, un libro che ha suscitato tante assurde polemiche con gruppi di estrema destra che proponevano addirittura di bruciarlo.
Io questo prezioso libro l’ho consigliato ad una amica maestra che lo ha portato a scuola e letto ai suoi bambini insegnando loro non certo l’omosessualità (che cosa significa insegnare l’omosessualità???), bensì la pari dignità e il rispetto di tutte le famiglie e soprattutto di tutti i bambini.
Di quelli che arrivano da una famiglia con due mamme o due papà, di quelli che hanno solo la mamma o solo il papà e di quelli che hanno una mamma e un papà di un colore diverso.
E ai bambini poco è importato se i due genitori pinguini sono maschi con tanto di cilindro perché i loro piccoli sono amati e felici e per un bambino l’amore e la felicità sono parametri di giudizio fondamentali.
I pregiudizi non appartengono a loro ma ai grandi. Menomale che la mia amica li ha “addestrati” bene al fatto che pure gli adulti dicono stronzate, compresa la maestra di tanto in tanto, come dice lei! ;)
Tante donne e tanti uomini non riescono ancora a raccontarsi apertamente come lesbiche o come gay. Perché, secondo voi, c’è ancora così tanta resistenza nell’affrontare un coming out?
Immagino che sia sostanzialmente per paura. Con questo non voglio dire che tutti siano tenuti a fare coming out. Ma penso che finché non vivremo in un paese in cui l’orientamento sessuale non avrà più nessuna rilevanza negativa sia importante farlo. Per le donne poi c’è un dato in più, l’essere state per certi versi più “accettate” o semplicemente meno prese in considerazione ha portato alla convinzione che il silenzio protegga.
Quando invece nega, rende invisibili, cancella. Per noi l’omofobia inizia anche così.
E non è una questione di insulti – molti non capiscono lo spunto volutamente provocatorio del nostro documentario – ma di fatto questa mancanza linguistica (molte varianti dispregiative per insultare i gay e poche o nessuna sulle lesbiche, ndr) segnala una mancanza ben più grave, su cui riflettere.
Da quando è online il trailer del nostro documentario spesso ci chiedono se davvero nel 2012 sia così importante dichiarare la propria identità sessuale e se questa non sia in realtà un’etichetta inutile… per rispondere abbiamo scelto le parole di un nostro carissimo amico: “Le etichette sono parole per esprimere chi si è… e quando non ce ne sono nel linguaggio si possono raccontare“. Ecco, a noi piace raccontare.
E allora… raccontiamolo il vostro primo coming out e perché è (stato) così importante.
Sarebbe divertente chiederlo a Giovanna… che è etero! :)
In attesa del primo coming out etero della storia posso raccontare di come a sedici anni ho cercato di spiegare ad un’amica di quella “persona” speciale che avevo incontrato e di come la mia amica, estenuata dai miei continui giri di parole, abbia alla fine esclamato: “Insomma ma che male c’è se stai con LEI!“. Ecco era semplice.
Da allora le parole ce le ho sempre messe io, magari non è sempre stato facile e divertente come quella volta, magari c’è voluto più tempo, ma ne è sempre valsa la pena. Perché nel momento in cui io faccio coming out ti racconto chi sono, ti do accesso ad una parte importante di me. E soprattutto non fingo di essere qualcosa di altro che non mi appartiene.
Per contribuire alla realizzazione del documentario, potete andare in questa pagina del sito:
http://www.produzionidalbasso.com/pdb_825.html
Produzioni dal basso, cliccare Sostieni (sulla sinistra) e seguire così la procedura.
Potete entrare in contatto con le autrici del documentario attraverso
Le lesbiche non esistono - Doc, Facebook, Twitter, YouTube, Vimeo
e email: satoshidoc@gmail.com
Per saperne di più vi consiglio anche la lettura di quest’articolo del Corriere Fiorentino:
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/spettacoli/2012/28-marzo-2012/documentario-finanziato-rete-2003861015652.shtml
dell’intervista rilasciata al sito Tolleranza Lgbt e del post di CortometraggiBlog.
Collabora al progetto anche l’illustratrice Francesca Bolis, che curerà insieme alle autrici l’animazione iniziale del documentario.
fonte http://darlingmichele.wordpress.com di Michele Darling
Le lesbiche non esistono una produzione dal basso costruita giorno dopo giorno grazie al contributo della rete e curata da due giovani filmmaker toscane, Laura Landi e Giovanna Selis,
alle quali ho chiesto di spiegarci un po’ meglio di cosa si tratta e il loro punto di vista sulla realtà italiana.
Tanti miei amici etero, appena sentono la parola lesbica, pensano a due donne con tette giganti che si slinguazzano su un sofà. E anche in certe commedie italiane siete spesso raccontate attraverso i cliché. Aiutatemi a distruggere la fantasia dei miei amici e dei registi italiani: chi sono davvero le lesbiche? Che tipo di persone avete incontrato durante questa prima fase di riprese?
Sono Francesca, Agnese, Chiara, Giulia, Laura, Cristina, Elena, Carolina… potremmo continuare a elencare tutte le donne che vi hanno preso parte, ma non verrà mai fuori – per fortuna – il “prototipo lesbico”.
E questo semplicemente perché non esiste, così come non esiste un unico modo di essere donna. Con molto rammarico per le fantasie dei tuoi amici etero e dei registi di alcune commedie italiane annuncio che tutti i sofà presenti nel nostro documentario non hanno ospitato tettuti slinguazzamenti ma donne vere che studiano, lavorano, convivono, s’incazzano, si amano e che con coraggio e naturalezza hanno deciso di raccontarsi. Ora sta al pubblico decidere di venirle a conoscere.
Un pubblico che in parte è già protagonista, dato che il vostro è un documentario finanziato dalla rete, attraverso una sottoscrizione popolare (ancora aperta). Come mai questa scelta e perché non appoggiarsi, invece, ad un’associazione Lgbt?
Attenendosi alle regole dell’industria, un documentario dovrebbe essere venduto prima ancora dell’inizio della sua realizzazione, altrimenti non se ne fa niente. Questo comporta la necessità di un compratore che creda nel progetto dall’inizio e abbia voglia di rischiare… va da sé che a queste condizioni molti progetti – come il nostro – che non rientrano nelle strette logiche di mercato difficilmente vedrebbero la luce.
Abbiamo deciso, quindi, di cercare finanziamenti in maniera alternativa ai soliti sistemi tramite la produzione dal basso, anche perché riteniamo che questo progetto abbia le caratteristiche giuste per un’operazione del genere.
In questo modo possiamo avere un’idea della potenziale attenzione al nostro documentario e allo stesso tempo riuscire a coprire (speriamo) i costi della post-produzione.
Rendere produttori quelli che saranno i nostri spettatori finali significa dare un ruolo attivo e consapevole al pubblico. Questo non vuol dire non coinvolgere le associazioni Lgbt – anzi alcune sono state tra i nostri primi sostenitori – ma piuttosto tenersi aperti a più canali e anche “fotografare” un’Italia inedita: molti dei nostri finanziatori – con cui cerchiamo di rimanere connesse il più possibile – non sono omosessuali. Un dato interessante, no?
E immagino sia anche questa la vostra scommessa: ma se il tema delle lesbiche in Italia e della loro invisibilità può e deve coinvolgere positivamente tutti, anche gli etero, a chi addebitare invece la responsabilità di questo enorme silenzio?
Questa è una delle domande che ci hanno spinto a girare il documentario e che con questo cerchiamo di indagare. Quello che emerge, chiaramente, è che non esiste un unico responsabile, ma piuttosto la convergenza di vari fattori. Come la mancanza di una classe politica pronta a rischiare, il fatto che troppo spesso ci dimentichiamo che l’Italia è un paese laico… ma non solo. Il silenzio, il non chiamare le cose con il proprio nome sono rintracciabili su più fronti.
Anche all’interno della comunità Lgbt.
In Italia manca un’educazione alle parole, al dialogo, in molti contesti… mi viene in mente la vicenda di “Piccolo Uovo” edito da Lo Stampatello, un libro che ha suscitato tante assurde polemiche con gruppi di estrema destra che proponevano addirittura di bruciarlo.
Io questo prezioso libro l’ho consigliato ad una amica maestra che lo ha portato a scuola e letto ai suoi bambini insegnando loro non certo l’omosessualità (che cosa significa insegnare l’omosessualità???), bensì la pari dignità e il rispetto di tutte le famiglie e soprattutto di tutti i bambini.
Di quelli che arrivano da una famiglia con due mamme o due papà, di quelli che hanno solo la mamma o solo il papà e di quelli che hanno una mamma e un papà di un colore diverso.
E ai bambini poco è importato se i due genitori pinguini sono maschi con tanto di cilindro perché i loro piccoli sono amati e felici e per un bambino l’amore e la felicità sono parametri di giudizio fondamentali.
I pregiudizi non appartengono a loro ma ai grandi. Menomale che la mia amica li ha “addestrati” bene al fatto che pure gli adulti dicono stronzate, compresa la maestra di tanto in tanto, come dice lei! ;)
Tante donne e tanti uomini non riescono ancora a raccontarsi apertamente come lesbiche o come gay. Perché, secondo voi, c’è ancora così tanta resistenza nell’affrontare un coming out?
Immagino che sia sostanzialmente per paura. Con questo non voglio dire che tutti siano tenuti a fare coming out. Ma penso che finché non vivremo in un paese in cui l’orientamento sessuale non avrà più nessuna rilevanza negativa sia importante farlo. Per le donne poi c’è un dato in più, l’essere state per certi versi più “accettate” o semplicemente meno prese in considerazione ha portato alla convinzione che il silenzio protegga.
Quando invece nega, rende invisibili, cancella. Per noi l’omofobia inizia anche così.
E non è una questione di insulti – molti non capiscono lo spunto volutamente provocatorio del nostro documentario – ma di fatto questa mancanza linguistica (molte varianti dispregiative per insultare i gay e poche o nessuna sulle lesbiche, ndr) segnala una mancanza ben più grave, su cui riflettere.
Da quando è online il trailer del nostro documentario spesso ci chiedono se davvero nel 2012 sia così importante dichiarare la propria identità sessuale e se questa non sia in realtà un’etichetta inutile… per rispondere abbiamo scelto le parole di un nostro carissimo amico: “Le etichette sono parole per esprimere chi si è… e quando non ce ne sono nel linguaggio si possono raccontare“. Ecco, a noi piace raccontare.
E allora… raccontiamolo il vostro primo coming out e perché è (stato) così importante.
Sarebbe divertente chiederlo a Giovanna… che è etero! :)
In attesa del primo coming out etero della storia posso raccontare di come a sedici anni ho cercato di spiegare ad un’amica di quella “persona” speciale che avevo incontrato e di come la mia amica, estenuata dai miei continui giri di parole, abbia alla fine esclamato: “Insomma ma che male c’è se stai con LEI!“. Ecco era semplice.
Da allora le parole ce le ho sempre messe io, magari non è sempre stato facile e divertente come quella volta, magari c’è voluto più tempo, ma ne è sempre valsa la pena. Perché nel momento in cui io faccio coming out ti racconto chi sono, ti do accesso ad una parte importante di me. E soprattutto non fingo di essere qualcosa di altro che non mi appartiene.
Per contribuire alla realizzazione del documentario, potete andare in questa pagina del sito:
http://www.produzionidalbasso.com/pdb_825.html
Produzioni dal basso, cliccare Sostieni (sulla sinistra) e seguire così la procedura.
Potete entrare in contatto con le autrici del documentario attraverso
Le lesbiche non esistono - Doc, Facebook, Twitter, YouTube, Vimeo
e email: satoshidoc@gmail.com
Per saperne di più vi consiglio anche la lettura di quest’articolo del Corriere Fiorentino:
http://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/spettacoli/2012/28-marzo-2012/documentario-finanziato-rete-2003861015652.shtml
dell’intervista rilasciata al sito Tolleranza Lgbt e del post di CortometraggiBlog.
Collabora al progetto anche l’illustratrice Francesca Bolis, che curerà insieme alle autrici l’animazione iniziale del documentario.
fonte http://darlingmichele.wordpress.com di Michele Darling
Labels:
documentari lgbt,
mondo lesbico
Lgbt: San Francisco Transgender Film Festival
Lo scopo di questo particolare festival cinematografico è quello di rendere visibili, attraverso la settima arte, le vite delle persone transgender e gender variant ovvero le donne e gli uomini che hanno affrontato la transizione di genere da maschio a femmina (male to female) o da femmina a maschio (female to male); solo in questo modo sarà possibile combattere e contribuire a sgretolare i tanti stereotipi che i media mainstream americani continuano a divulgare, danneggiando non poco la numerosa comunità trans statunitense. Il tutto per dar vita ad una cross-community – come è possibile leggere sul sito ufficiale del festival della West Coast – che instauri un dialogo costante con il resto del mondo.
L’SFTFF nacque come evento biennale nel lontano 1997, con il nome di Tranny Fest, sempre con un fine preciso: fare uscire allo scoperto le vicende personali e le storie di tante persone che vivevano nella più totale emarginazione a causa del loro status di individui non realizzati a causa del sesso di nascita non coincidente con quello sentito e voluto; ciò si rese necessario proprio perché, stereotipi a parte, nessuno aveva fino ad allora dato voce a quelle donne e a quegli uomini. Mancavano infatti le rappresentazioni autentiche delle loro vite.
Il successo ottenuto dalla rassegna di San Francisco fu tale da indurre il comitato organizzatore a dotarsi di uno statuto, a modificare il nome del festival, a farne un concorso internazionale e a cominciare a divulgarlo in tutto il mondo, insieme alla cultura transgender nordamericana.
Dal 2003 l’SFTFF può contare sulla direzione artistica di una donna formidabile, Shawna Virago che, negli Stati Uniti, è una notissima artista teatrale, musicista ed attivista dei diritti civili per le persone transgender; è grazie a lei se la raccolta fondi annuale, la ricerca degli sponsor, l’Advertising ed il reperimento delle persone volontarie vanno ogni volta a buon fine, il che le ha permesso di creare una sorta di rete di festival cinematografici a tema che ha coinvolto Frameline di San Francisco, OutFest di Los Angeles, New Fest di New York, London Film Festival, MIX Fest di New York, Toronto Transgender Film Festival e Netherlands Film Festival.
Shawna Virago vanta un’attivismo civile anti-violenza di oltre quindici anni ed è stata la prima donna transessuale ad entrare nel consiglio d’amministrazione del San Francisco Women Against Rape, inoltre ha contribuito a fondare TransAction, un gruppo poliziesco di prevenzione e tutela nei confronti dei soggetti transgender fatti oggetto di violenza transfobica.
Il San Francisco Transgender Film Festival è un evento attesissimo ogni anno e non solo dal popolo trans statunitense, essendo ormai divenuto un evento internazionale, il che sta permettendo al suo comitato organizzatore di divulgare sempre più la complessa e variegata cultura delle persone transgender e transessuali, le cui storie meritano di essere conosciute presso il più vasto pubblico mondiale, travalicando così gli angusti confini del Nord America. Un doveroso plauso a Shawna ed al suo gruppo di lavoro.Lidia Borghi
fonte http://www.cortometraggiblog.it
Lgbt: Ikea estende ai partner gay i benefici delle coppie sposate
Nella Giornata Internazionale contro l'Omofobia, l'azienda svedese dà l'ennesima prova di apertura verso le diversità estendendo anche alle coppie gay i benefit previsti per i dipendenti sposati.
I partner gay dei dipendenti Ikea, da oggi, avranno gli stessi benefit previsti per i partner di coppie eterosessuai e per le coppie sposate. La novità nella politica aziendale, che conta un 14 per cento di dipendenti lgbt dichiarati, arriva non a caso il 17 maggio, nele bel mezzo delle iniziative della Giornata Internazionale contro l'Omofobia e la Transfobia.
A renderlo noto è il sito Corriere.it che specifica anche di quali benefit si parla. Nel dettaglio anche i partner gay potranno usufruire dei permessi per emergenze familiari o lutti, potranno godere dell'esetensione della copertura sanitaria del dipendente, dello sconto previsto per chi lavora da Ikea e dell'uso dell'auto aziendale, mentre il dipendente Ikea con un partner gay potrà, come chi ha un partner etero, chiedere congedo matrimoniale, il permesso per la nascita di un figlio del partner e godere del buono di 120 euro riservato a chi si sposa o inizia una convivenza.
Naturalmente, è ben lontano dall'essere una coincidenza la scelta del giorno in cui rendere ufficiale la nuova policy e non mancherà di suscitare reazioni anche se forse minori di quanto non successe in occasione della famosa campagna dello scorso anno in cui due uomini che si tenevano per mano ripresi di spalle pubblicizzavano la carta Ikea Family.
L'azienda svedese non è nuova, quindi, a manifestare la sua vicinanza al mondo lgbt espressa anche tramite l'adezione a Parks - Liberi e Uguali, l'associazione presieduta da Ivan Scalfarotto di cui fanno parte anche altre imprese che si dichiarano aperte alle diversità.
E come fa notare il giornalista del Corriere Dario di Vico, la scelta di Ikea, come quella di molte altre aziende occidentali, risopnde ad una strategia precisa. Secondo l'agenzia McKinsey, infatti, gli atteggiamenti discriminatori delle aziende le penalizzano nella ricerca di talenti, cosa determinante per garantirsi un futuro.
E dè sempre McKinsey a rivelare che i consigli d'amministrazione aperti alle divrsità ottengono risultati economici migliori degli altri
fonte http://www.gay.it
I partner gay dei dipendenti Ikea, da oggi, avranno gli stessi benefit previsti per i partner di coppie eterosessuai e per le coppie sposate. La novità nella politica aziendale, che conta un 14 per cento di dipendenti lgbt dichiarati, arriva non a caso il 17 maggio, nele bel mezzo delle iniziative della Giornata Internazionale contro l'Omofobia e la Transfobia.
A renderlo noto è il sito Corriere.it che specifica anche di quali benefit si parla. Nel dettaglio anche i partner gay potranno usufruire dei permessi per emergenze familiari o lutti, potranno godere dell'esetensione della copertura sanitaria del dipendente, dello sconto previsto per chi lavora da Ikea e dell'uso dell'auto aziendale, mentre il dipendente Ikea con un partner gay potrà, come chi ha un partner etero, chiedere congedo matrimoniale, il permesso per la nascita di un figlio del partner e godere del buono di 120 euro riservato a chi si sposa o inizia una convivenza.
Naturalmente, è ben lontano dall'essere una coincidenza la scelta del giorno in cui rendere ufficiale la nuova policy e non mancherà di suscitare reazioni anche se forse minori di quanto non successe in occasione della famosa campagna dello scorso anno in cui due uomini che si tenevano per mano ripresi di spalle pubblicizzavano la carta Ikea Family.
L'azienda svedese non è nuova, quindi, a manifestare la sua vicinanza al mondo lgbt espressa anche tramite l'adezione a Parks - Liberi e Uguali, l'associazione presieduta da Ivan Scalfarotto di cui fanno parte anche altre imprese che si dichiarano aperte alle diversità.
E come fa notare il giornalista del Corriere Dario di Vico, la scelta di Ikea, come quella di molte altre aziende occidentali, risopnde ad una strategia precisa. Secondo l'agenzia McKinsey, infatti, gli atteggiamenti discriminatori delle aziende le penalizzano nella ricerca di talenti, cosa determinante per garantirsi un futuro.
E dè sempre McKinsey a rivelare che i consigli d'amministrazione aperti alle divrsità ottengono risultati economici migliori degli altri
fonte http://www.gay.it
Lgbt: "Gay invalidi? Dateci la pensione"
Un gruppo di giovani attivisti della comunità lgbt si sono recati presso una sede del Inps di Torino, per depositare la richiesta di una pensione d’invalidità.
Infatti nei prontuari medici attualmente in uso da Inps e Inail l’omosessualità e considerata causa d’invalidità civile.
La richiesta, chiaramente ironica, è stata fermata dalla polizia e dal direttore dell’istituto.
Uno degli attivisti ha spiegato: “Finché questo prontuario non sarà cambiato chiediamo una pensione d’invalidità civile di 800 euro”
fonte http://tv.ilfattoquotidiano.it di Cosimo Caridi
Infatti nei prontuari medici attualmente in uso da Inps e Inail l’omosessualità e considerata causa d’invalidità civile.
La richiesta, chiaramente ironica, è stata fermata dalla polizia e dal direttore dell’istituto.
Uno degli attivisti ha spiegato: “Finché questo prontuario non sarà cambiato chiediamo una pensione d’invalidità civile di 800 euro”
fonte http://tv.ilfattoquotidiano.it di Cosimo Caridi
Labels:
iniziative lgbt,
iniziative salute
Lgbt: Comitato Bologna Pride, dati Istat testimoniano discriminazione
"I numeri che la prima indagine Istat sulla popolazione lgbt (lesbiche, gay, bisex e transessuali) fanno emergere sono innanzitutto il ritratto di un Paese in cui la discriminazione di gay lesbiche e trans e' un fatto lampante".
E' il commento di Emiliano Zaino del Comitato Bologna Pride 2012, che riunisce le associazioni Lgbt impegnate ad organizzare la manifestazione nazionale del prossimo 9 giugno nel capoluogo emiliano.
"Un'ampia maggioranza degli italiani, piu' del 60%, dice l'Istat - prosegue Zaino - riconosce lo svantaggio a cui la nostra societa' condanna gli omosessuali, condizione che diventa ancor piu' grave se si restringe lo sguardo alla comunita' transessuale, la cui discriminazione e' evidente per oltre l'80 % degli italiani".
"C'e' bisogno di leggi in questo Paese - sottolinea Zaino - non solo di parole: la condizione di fragilita' a cui sono costretti gay lesbiche e trans in Italia e' palese e si riflette perfino nel numero di omosessuali che si dichiarano tali (un milione soltanto, molto al di sotto di qualsiasi statistica europea).
Queste cifre, nel complesso - conclude Zaino - descrivono una nazione piu' matura rispetto alla propria classe politica, e inviano proprio alla politica, da sempre latitante su questi temi, l'ennesimo richiamo".
fonte (Adnkronos) via http://www.liberoquotidiano.it
E' il commento di Emiliano Zaino del Comitato Bologna Pride 2012, che riunisce le associazioni Lgbt impegnate ad organizzare la manifestazione nazionale del prossimo 9 giugno nel capoluogo emiliano.
"Un'ampia maggioranza degli italiani, piu' del 60%, dice l'Istat - prosegue Zaino - riconosce lo svantaggio a cui la nostra societa' condanna gli omosessuali, condizione che diventa ancor piu' grave se si restringe lo sguardo alla comunita' transessuale, la cui discriminazione e' evidente per oltre l'80 % degli italiani".
"C'e' bisogno di leggi in questo Paese - sottolinea Zaino - non solo di parole: la condizione di fragilita' a cui sono costretti gay lesbiche e trans in Italia e' palese e si riflette perfino nel numero di omosessuali che si dichiarano tali (un milione soltanto, molto al di sotto di qualsiasi statistica europea).
Queste cifre, nel complesso - conclude Zaino - descrivono una nazione piu' matura rispetto alla propria classe politica, e inviano proprio alla politica, da sempre latitante su questi temi, l'ennesimo richiamo".
fonte (Adnkronos) via http://www.liberoquotidiano.it
Lgbt: Apre il Festival del cinema di Cannes terza edizione per la Queer Palm
Sbarco in massa degli Usa sulla Croisette con cinque titoli in concorso.
Terza edizione per la Queer Palm: in corsa Xavier Dolan col gender "Laurence Anyways" e il doc "Les invisibles" di Lifshitz.
Quest'anno il Festival di Cannes si potrebbe ribattezzare "Americannes". Sarà infatti il cinema U.S.A. in gran rispolvero il vero protagonista del concorso sulla Croisette - ben 5 produzioni - per la 65esima edizione che si inaugura stasera con la commedia vintage "Moonrise Kingdom" che si preannuncia bislacca e stralunata come tutti i film del regista Wes Anderson (fuga nei boschi di due innamorati dodicenni su un’isola a largo del New England nel 1965).
Si preannuncia un red carpet deluxe con Bruce Willis, Frances McDormand, Tilda Swinton, Edward Norton, Bill Murray e Harvey Keitel.
Ma i titoli statunitensi ‘forti’ arriveranno nei prossimi giorni, in particolare "The Paperboy" di Lee Daniels ("Precious") con una rediviva Nicole Kidman in versione pupattola sexy e "Lawless" di John Hillcoat con Tom Hardy, Gary Oldman e Guy Pearce. Il drappello dei grandi autori è quanto mai corposo, e si aspettano faville dal nuovo Cronenberg "Cosmopolis" con Robert Pattinson, tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo (c’è anche il figlio Brandon che esordisce in "Un certain regard" con "Antiviral"), "Amour" di Haneke su una coppia di ottuagenari sconvolti dalla malattia di lei, Kiarostami col giapponese "Like someone in love", l’ex dogmatico Vinterberg e il suo "Jagten" ossia "La caccia" su una presunta molestia ai danni di una minorenne.
Di italiano, oltre alla presidenza di giuria nelle salde mani di Nanni Moretti, solo tre film: il nuovo Garrone "Reality" sul mondo trash che ruota intorno al Grande Fratello, "Io e te" di Bertolucci tratto da Ammaniti e la proiezione di mezzanotte del "Dario Argento Dracula" in 3D girato nel biellese.
Torna la Queer Palm, giunta alla terza edizione, organizzata come di consueto da Franck-Finance Madureira e presieduta dall’attrice Julie Gayet ("La confusion des genres") che affiancherà Sam Ashby, Jim Dobson, Frédéric Niolle, Sarah Neal e Moira Sullivan nella scelta del miglior titolo glbt presentato trasversalmente nelle varie sezioni del festival.
Come purtroppo avviene da qualche anno, la produzione glbt non abbonda (non c’è nulla nel concorso ufficiale tranne forse le multidentità del protagonista di "Holy Motors" di Léos Carax in cui recita anche l’iconissima Kylie Minogue): trepidante attesa per la terza prova in "Un certain regard" del precoce regista canadese Xavier Dolan, il gender e fluviale "Laurence Anyways" - ben 2 ore e 39 minuti, il più lungo della selezione ufficiale - in cui Melvil Poupaud ("Il tempo che resta") interpreta un insegnante che decide di cambiare sesso sconvolgendo l’innamoratissima compagna, ostinata ad accompagnarlo nel nuovo tragitto identitario.
Interpreta la madre del protagonista la grande Nathalie Baye.
Torna al genere documentario il valente Sébastien Lifshitz ("Wild Side") con "Les invisibles", presentato tra le proiezioni speciali, su quattro anziani omosessuali nati fra le due Grandi Guerre, ripresi nel ripercorrere le loro vite tra pionierismo glbt e condanne a una vita in ombra.
Un amore giovanile è invece il fulcro del franco/belga/canadese "Hors les murs", sentimentale con tocco giallo diretto da David Lambert e selezionato alla Settimana della Critica: un giovane pianista, Paulo, conosce un bassista di origine libanese, Ilir. È colpo di fulmine: Paulo lascia la sua fidanzata e va a vivere da Ilir che però scompare misteriosamente.
Il francese "Noor" di Çagla Zencirci e Guillaume Giovanetti, all’interno del programma dell’Acid, l’associazione del cinema indipendente, racconta la storia di Noor, un transgender appartenente alla comunità pakistana dei Khursas, desideroso di trovare una donna che accetti la sua identità sessuale.
La guida della Queer Palm segnala anche altri film di possibile interesse queer tra cui Ai To Makoto, Augustine, Mystery e Peddlers, ma sulla carta la tematica glbt non è confermata.
Chi ha la possibilità di essere a Cannes, non si perda il nuovo "Queer Palm Bar" tutti i giorni dalle 18 sulla terrazza del G-Club, altrettanto nuova disco (non grande ma stilosa: poco più di un mese fa vi si è esibito l’apprezzato dj Pagano) al 15 della movimentata Rue des Frères Pradignac, diventata il cuore di una sorta di piccolo Marais cannense dopo la chiusura dello storico Zanzibar.
fonte http://www.gay.it di Roberto Schinardi
Terza edizione per la Queer Palm: in corsa Xavier Dolan col gender "Laurence Anyways" e il doc "Les invisibles" di Lifshitz.
Quest'anno il Festival di Cannes si potrebbe ribattezzare "Americannes". Sarà infatti il cinema U.S.A. in gran rispolvero il vero protagonista del concorso sulla Croisette - ben 5 produzioni - per la 65esima edizione che si inaugura stasera con la commedia vintage "Moonrise Kingdom" che si preannuncia bislacca e stralunata come tutti i film del regista Wes Anderson (fuga nei boschi di due innamorati dodicenni su un’isola a largo del New England nel 1965).
Si preannuncia un red carpet deluxe con Bruce Willis, Frances McDormand, Tilda Swinton, Edward Norton, Bill Murray e Harvey Keitel.
Ma i titoli statunitensi ‘forti’ arriveranno nei prossimi giorni, in particolare "The Paperboy" di Lee Daniels ("Precious") con una rediviva Nicole Kidman in versione pupattola sexy e "Lawless" di John Hillcoat con Tom Hardy, Gary Oldman e Guy Pearce. Il drappello dei grandi autori è quanto mai corposo, e si aspettano faville dal nuovo Cronenberg "Cosmopolis" con Robert Pattinson, tratto dall’omonimo romanzo di Don DeLillo (c’è anche il figlio Brandon che esordisce in "Un certain regard" con "Antiviral"), "Amour" di Haneke su una coppia di ottuagenari sconvolti dalla malattia di lei, Kiarostami col giapponese "Like someone in love", l’ex dogmatico Vinterberg e il suo "Jagten" ossia "La caccia" su una presunta molestia ai danni di una minorenne.
Di italiano, oltre alla presidenza di giuria nelle salde mani di Nanni Moretti, solo tre film: il nuovo Garrone "Reality" sul mondo trash che ruota intorno al Grande Fratello, "Io e te" di Bertolucci tratto da Ammaniti e la proiezione di mezzanotte del "Dario Argento Dracula" in 3D girato nel biellese.
Torna la Queer Palm, giunta alla terza edizione, organizzata come di consueto da Franck-Finance Madureira e presieduta dall’attrice Julie Gayet ("La confusion des genres") che affiancherà Sam Ashby, Jim Dobson, Frédéric Niolle, Sarah Neal e Moira Sullivan nella scelta del miglior titolo glbt presentato trasversalmente nelle varie sezioni del festival.
Come purtroppo avviene da qualche anno, la produzione glbt non abbonda (non c’è nulla nel concorso ufficiale tranne forse le multidentità del protagonista di "Holy Motors" di Léos Carax in cui recita anche l’iconissima Kylie Minogue): trepidante attesa per la terza prova in "Un certain regard" del precoce regista canadese Xavier Dolan, il gender e fluviale "Laurence Anyways" - ben 2 ore e 39 minuti, il più lungo della selezione ufficiale - in cui Melvil Poupaud ("Il tempo che resta") interpreta un insegnante che decide di cambiare sesso sconvolgendo l’innamoratissima compagna, ostinata ad accompagnarlo nel nuovo tragitto identitario.
Interpreta la madre del protagonista la grande Nathalie Baye.
Torna al genere documentario il valente Sébastien Lifshitz ("Wild Side") con "Les invisibles", presentato tra le proiezioni speciali, su quattro anziani omosessuali nati fra le due Grandi Guerre, ripresi nel ripercorrere le loro vite tra pionierismo glbt e condanne a una vita in ombra.
Un amore giovanile è invece il fulcro del franco/belga/canadese "Hors les murs", sentimentale con tocco giallo diretto da David Lambert e selezionato alla Settimana della Critica: un giovane pianista, Paulo, conosce un bassista di origine libanese, Ilir. È colpo di fulmine: Paulo lascia la sua fidanzata e va a vivere da Ilir che però scompare misteriosamente.
Il francese "Noor" di Çagla Zencirci e Guillaume Giovanetti, all’interno del programma dell’Acid, l’associazione del cinema indipendente, racconta la storia di Noor, un transgender appartenente alla comunità pakistana dei Khursas, desideroso di trovare una donna che accetti la sua identità sessuale.
La guida della Queer Palm segnala anche altri film di possibile interesse queer tra cui Ai To Makoto, Augustine, Mystery e Peddlers, ma sulla carta la tematica glbt non è confermata.
Chi ha la possibilità di essere a Cannes, non si perda il nuovo "Queer Palm Bar" tutti i giorni dalle 18 sulla terrazza del G-Club, altrettanto nuova disco (non grande ma stilosa: poco più di un mese fa vi si è esibito l’apprezzato dj Pagano) al 15 della movimentata Rue des Frères Pradignac, diventata il cuore di una sorta di piccolo Marais cannense dopo la chiusura dello storico Zanzibar.
fonte http://www.gay.it di Roberto Schinardi
Lgbt: A "Un giorno da pecora di Radiodue" Cecchi Paone: Pd omofobo, nel Pdl un ex ministro gay
Era rivolta al ministro la frase "Meglio corteggiare le belle ragazze..." di Berlusconi. Cecchi lo dice a Un giorno da pecora. D'Alema omofobo e Bersani "ha paura della sua ombra"
Alessandro Cecchi Paone è l'unico ex candidato di Forza Italia ad avere fatto coming out. Ospite a Un giorno da pecora di Radiodue, non si è fatto pregare e ha buttato sul tavolo a mo' di boutade, ma nemmeno troppo, due affermazioni a proposito di omosessualità e politica. Una sul Pdl e una sul Pd.
Cecchi Paone dice che nel centrodestra molti politici sono gay, tra i quali "uno che di recente è 'cascato' politicamente proprio per questa ragione. Uno importantissimo e potentissimo”. Insomma, un ex ministro. "E che ministro! La mia ipotesi e che sia caduto non per motivi politici e giudiziari ma perché nel centrodestra si vergognano, si nascondono, ricattati”.
Cecchi Paone non ha fatto il nome, ma ha dato molti indizi, terminando con "diciamo che è un fatto orografico". Inoltre, la frase di Berlusconi "meglio corteggiare le belle ragazze che esere gay" per Cecchi Paone era rivolta a questo ex ministro: "Io posso dire che Berlusconi disse quella frase a proposito di quella persona, che gli voleva fare le scarpe, non a proposito dei gay.
Lui è circondato dai gay, non esistono reti così gay friendly come le sue".
Che questo giustifichi una non omofobia di Berlusconi, nonché la frase detta pubblicamente, pare poco, ma il conduttore ne è convinto, come è convinto che il Pd sia un partito omofobo: "Ci sono gli omofobi e i gay friendly, ma il Pd, tranne il povero Ignazio Marino, non si capisce che posizione abbia".
Chi è omofobo nel Pd per Cecchi Paone? Anna Serafini, moglie di Piero Fassino, e Baffino D'Alema. Non Veltroni, né Bersani perché "ha paura della sua ombra".
E in effetti, tralasciando il contesto da battuta di Un giorno da pecora, salta all'occhio, dopo le parole anti omofobia di Obama e di Hollande, la quasi totale assenza di presa di posizione da parte del Pd.
Per Cecchi Paone "il problema dell'Italia, da sempre, è stato non avere un partito socialista, laburista, che sui diritti civili non fa quello che mena il torrone".
Una bella critica, da centro destra, su temi come i diritti civili che non dovrebbero avere colore.
Ma forse il Bersani - Crozza commenterebbe: "Oh ragazzi, siam pazzi?".
fonte http://elezioni.myblog.it/archive/2012/05/16/cecchi-paone-pd-omofobo-nel-pdl-un-ex-ministro-gay.html
(fonte: redazione Un giorno da pecora)
Alessandro Cecchi Paone è l'unico ex candidato di Forza Italia ad avere fatto coming out. Ospite a Un giorno da pecora di Radiodue, non si è fatto pregare e ha buttato sul tavolo a mo' di boutade, ma nemmeno troppo, due affermazioni a proposito di omosessualità e politica. Una sul Pdl e una sul Pd.
Cecchi Paone dice che nel centrodestra molti politici sono gay, tra i quali "uno che di recente è 'cascato' politicamente proprio per questa ragione. Uno importantissimo e potentissimo”. Insomma, un ex ministro. "E che ministro! La mia ipotesi e che sia caduto non per motivi politici e giudiziari ma perché nel centrodestra si vergognano, si nascondono, ricattati”.
Cecchi Paone non ha fatto il nome, ma ha dato molti indizi, terminando con "diciamo che è un fatto orografico". Inoltre, la frase di Berlusconi "meglio corteggiare le belle ragazze che esere gay" per Cecchi Paone era rivolta a questo ex ministro: "Io posso dire che Berlusconi disse quella frase a proposito di quella persona, che gli voleva fare le scarpe, non a proposito dei gay.
Lui è circondato dai gay, non esistono reti così gay friendly come le sue".
Che questo giustifichi una non omofobia di Berlusconi, nonché la frase detta pubblicamente, pare poco, ma il conduttore ne è convinto, come è convinto che il Pd sia un partito omofobo: "Ci sono gli omofobi e i gay friendly, ma il Pd, tranne il povero Ignazio Marino, non si capisce che posizione abbia".
Chi è omofobo nel Pd per Cecchi Paone? Anna Serafini, moglie di Piero Fassino, e Baffino D'Alema. Non Veltroni, né Bersani perché "ha paura della sua ombra".
E in effetti, tralasciando il contesto da battuta di Un giorno da pecora, salta all'occhio, dopo le parole anti omofobia di Obama e di Hollande, la quasi totale assenza di presa di posizione da parte del Pd.
Per Cecchi Paone "il problema dell'Italia, da sempre, è stato non avere un partito socialista, laburista, che sui diritti civili non fa quello che mena il torrone".
Una bella critica, da centro destra, su temi come i diritti civili che non dovrebbero avere colore.
Ma forse il Bersani - Crozza commenterebbe: "Oh ragazzi, siam pazzi?".
fonte http://elezioni.myblog.it/archive/2012/05/16/cecchi-paone-pd-omofobo-nel-pdl-un-ex-ministro-gay.html
(fonte: redazione Un giorno da pecora)
Lgbt: Nozze gay, il Pd non ce la fa. Di Pietro favorevole ai matrimoni omosex
Obama si è schierato e Hollande pure. Da noi invece i vertici del Pd continuano con i distinguo. Ormai superati non solo da Vendola e dai Radicali, ma anche da Di Pietro
Obama si è schierato e Hollande pure. Da noi invece i vertici del maggiore partito progressista continuano con le prudenze e i distinguo. Ormai superati non solo da Vendola e dai Radicali, ma anche da Di Pietro, che si dice apertamente favorevole al matrimonio omosessuale. Ignota invece la posizione in merito del Movimento 5 Stelle
Barack Obama compie un atto storico dichiarando che «è importante affermare che le coppie omosessuali debbano potersi anche sposare»; in Francia François Hollande apre ai matrimoni gay in campagna elettorale. E il Commissario europeo agli affari interni, Cecilia Malmstrom - esponente del Partito Popolare Liberale svedese, si complimenta sostenendo che la tendenza prevalente in Europa è quella dell'estensione del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali.
E in Italia?
Le forze politiche - dopo Dico, Pacs e altri improbabili acronimi - sembrano spaesate e incapaci di dare concreti segni di apertura a una questione che riguarda da vicino milioni di persone e di coppie. ll Partito democratico che dichiara di avere «un'ampia convergenza di vedute con le forze progressiste europee e di essere impegnato ad elaborare una piattaforma programmatica comune», non sembra avere sui diritti civili la stessa comunanza di programmi e prospettive.
Pierluigi Bersani, sostiene di ispirarsi ai due presidenti, ma preferisce «regolare con forme non sovrapponibili a quella del matrimonio». Secondo Bersani, bisogna «tenere fuori dal dibattito la parola matrimonio, che da noi comporta una discussione di natura costituzionale, al contrario di altri paesi. Tuttavia dobbiamo dare dignità e presidio giuridico alle convivenze stabili tra omosessuali perché il tema non può essere lasciato al far west».
Sulla stessa linea anche Dario Franceschini capogruppo alla Camera che si appella alla Costituzione per dire no al matrimonio gay: «La Costituzione parla di uomo e donna. Penso che in Italia sarebbe una conquista giusta il riconoscimento delle unioni civili e ho già proposto di inserire presto in calendario la proposta di legge. Sull'argomento ci sono tante chiacchiere e invece dobbiamo uscire dagli schemi ideologici e regolamentare un fenomeno sociale ormai molto diffuso». Anche tra persone dello stesso sesso? «Nel momento in cui si riconoscono dei diritti alle persone che scelgono di convivere non c'è questo confine, possono essere anche due fratelli».
«Contrarre un vincolo che determini gli stessi effetti del matrimonio»: è questa la strada da seguire secondo il sindaco di Bari Michele Emiliano che condivide «la posizione espressa dal presidente Obama che rende effettiva l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. E' la stessa Costituzione italiana che obbliga a prendere questa direzione, perché l'articolo 3 prevede che la Repubblica debba rimuovere ogni ostacolo che non consente l'effettiva parità di doveri e diritti fra tutti i cittadini. Pensioni di reversibilità, il diritto al mantenimento del compagno o della compagna più debole, i diritti ereditari, gli obblighi di assistenza familiare, non possono avere regimi diversi se l'amore che tiene insieme le persone ha la medesima sostanza e cioè prendersi cura l'uno dell'altro per tutta la vita».
«La vera democrazia passa attraverso i diritti delle persone e Barack Obama e François Hollande lo hanno sottolineato», dice il senatore Ignazio Marino: «Un Paese moderno non può permettersi di arretrare giustificando la discriminazione delle coppie omosessuali. Un partito come il Pd, che si candida alla guida del Paese, deve occuparsi di questo problema: l'Italia non si è ancora dotata di una legge che equipari i diritti e i doveri di tutte le coppie, a prescindere dall'orientamento sessuale.
Ed è sorprendente che una regola di base della democrazia, come l'uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini, sia ignorata e venga piuttosto trattata come un tema di dibattito e di contrasto politico. Bisogna invece elaborare una proposta di legge seria, in linea con le legislazioni degli altri Paesi: ciò che conta veramente è che i diritti di tutte le coppie legate da un rapporto affettivo e d'amore siano gli stessi, a prescindere dal genere di chi ne fa parte.
Qualsiasi altra visione è datata. Ben diverso è quanto accade nel resto d'Europa, dove ben 20 paesi, dal Portogallo, alla Finlandia, dalla Francia alla Germania, alla cattolicissima Irlanda e alla Slovenia, hanno adottato normative che garantiscono e tutelano i diritti di tutte le coppie, comprese quelle omosessuali».
Lo stesso Marino ha poi rincarato la dose in diretta radiofonica alla trasmissione 'Un giorno da pecora' con un vero e proprio appello allo stesso Bersani: "Pierluigi dillo. Io sono sicuro che sei favorevole all'unione di coppie omosessuali che abbiano gli stessi diritti delle coppie sposate, e che possono crescere dei bambini. Pierluigi, sei d'accordo o no? Rispondi".
Invoca il coraggio di Obama Anna Paola Concia che per sposare la compagna Ricarda è dovuta volare a Francoforte. «Le ricerche rivelano che i bambini, figli di coppie gay, crescono in maniera assolutamente serena e normale e invece in Commissione giustizia ci si confronta ancora con imbarazzo».
Dello stesso parere Ivan Scalfarotto, vicepresidente del partito. Secondo lui «per sedere al tavolo dei grandi dobbiamo convergere non solo sul piano delle proposte economiche, ma anche sulla visione di tutela e promozione delle differenze e sul riconoscimento dei diritti civili per le persone omosessuali».
Rimarca la distanza dall'Europa anche Deborah Serracchiani che vorrebbe «iniziare ad aprire un confronto, a dare delle risposte. Serve fare un salto culturale. Siamo tra i pochi Paesi a non avere una regolamentazione chiara per le unioni di fatto, indipendentemente dal sesso». Ma sulle adozioni per le coppie omosessuali l'eurodeputata «si sta ancora interrogando».
Non si interroga invece più Flavia Perina di Futuro e Libertà. «Sulle adozioni ho cambiato idea, fino a poco tempo fa la pensavo diversamente, ma oggi credo sia giusto consentire le adozioni anche alle coppie omosessuali. Sicuramente i ragazzi possono vivere meglio con una coppia che dà affetto e solidità economica, piuttosto che in orfanotrofio».
Per la deputata di Fli «Obama ha fatto una scelta coraggiosa. In Italia siamo talmente indietro che credo sarà premiato chi sarà capace di aprire questa partita dei diritti in modo concreto. A parole, ad esempio, c'è una grandissima intesa sul tema delle unioni civili, però nessuno ha il coraggio di trasformare questi progetti in qualcosa di concreto. Tutto ciò che riguarda la sfera dei diritti delle persone, da noi, non arriva mai ad una conclusione pratica.
Per questo dovremmo prendere esempio da Obama. In un momento in cui puoi garantire poco alle persone sui temi sociali, del welfare e dell'assistenza, perché c'è la crisi, ci sono dei diritti immateriali che garantiscono alle persone più felicità, che non costano niente, ma che cambiano la vita delle persone».
Unioni civili, ma non matrimoni per la Perina perché «chi fa politica ha il dovere di essere realista. In Italia parlare di matrimonio tra omosessuali è improponibile». Quella delle unioni di fatto regolamentate «è una delle battaglie di Futuro e Libertà, fin dall'inizio», sottolinea Fabio Granata per il quale però «l'unica perplessità è sulle adozioni». L'IdV invece «si schiera ufficialmente con Obama sul sì all'estensione del matrimonio civile anche alle persone omosessuali, perché occorre costruire una società inclusiva che cancelli qualsiasi discriminazione, a partire della vita di coppia e dalla vita familiare che è il perno di ogni società e della sua coesione».
Per il leader Antonio di Pietro «è giunto il tempo di seguire un principio di uguaglianza più concreto e sostanziale, senza ipocrisie. Per questa ragione già da tempo l'IdV ha nei suoi punti programmatici la libertà di autodeterminazione di scelta dei singoli di poter amare senza distinzioni, come dice la Costituzione.
Un modello riformista e moderno, che abbia a cuore l'uguaglianza dei cittadini, non può prescindere dai diritti fondamentali, come quello dell'autodeterminazione e mi auguro che gli elettori diano un'indicazione precisa, scegliendo le forze politiche che su un tema così importante non si nascondono dietro all'ipocrisia».
E Franco Grillini, responsabile diritti civili e associazionismo del partito, chiede « se gli altri partiti siano disponibili a costruire un fronte ampio sul tema dei diritti civili, vera questione che divide destra e sinistra, liberali e conservatori, modernisti da medioevalisti». Un sì senza mezzi termini perché «è un passaggio di civiltà indispensabile» rimarca il capogruppo alla Camera Massimo Donadi. «Chiamiamoli matrimoni, unioni, non ne sto a fare una questione di nomi, ma di sostanza.
Dal mio punto di vista una coppia omosessuale deve poter avere tutti i diritti civili, compresa la successione ereditaria, gli alimenti, che derivano da un'unione stabile».
Ma sull'adozione Donadi manifesta il suo dissenso: «Sono contrario perché si ribalta il piano degli interessi.
L'interesse prevalente non è più quello dei coniugi, ma quello dei minori e io credo che l'interesse dei minori sia quello di avere una famiglia eterosessuale».
continua a leggere l'articolo a questo link:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nozze-gay-il-pd-non-ce-la-fa/2180744//2(di Silvia Cerami)
fonte http://espresso.repubblica.it via http://www.gaynews.it
Obama si è schierato e Hollande pure. Da noi invece i vertici del maggiore partito progressista continuano con le prudenze e i distinguo. Ormai superati non solo da Vendola e dai Radicali, ma anche da Di Pietro, che si dice apertamente favorevole al matrimonio omosessuale. Ignota invece la posizione in merito del Movimento 5 Stelle
Barack Obama compie un atto storico dichiarando che «è importante affermare che le coppie omosessuali debbano potersi anche sposare»; in Francia François Hollande apre ai matrimoni gay in campagna elettorale. E il Commissario europeo agli affari interni, Cecilia Malmstrom - esponente del Partito Popolare Liberale svedese, si complimenta sostenendo che la tendenza prevalente in Europa è quella dell'estensione del matrimonio civile anche alle coppie omosessuali.
E in Italia?
Le forze politiche - dopo Dico, Pacs e altri improbabili acronimi - sembrano spaesate e incapaci di dare concreti segni di apertura a una questione che riguarda da vicino milioni di persone e di coppie. ll Partito democratico che dichiara di avere «un'ampia convergenza di vedute con le forze progressiste europee e di essere impegnato ad elaborare una piattaforma programmatica comune», non sembra avere sui diritti civili la stessa comunanza di programmi e prospettive.
Pierluigi Bersani, sostiene di ispirarsi ai due presidenti, ma preferisce «regolare con forme non sovrapponibili a quella del matrimonio». Secondo Bersani, bisogna «tenere fuori dal dibattito la parola matrimonio, che da noi comporta una discussione di natura costituzionale, al contrario di altri paesi. Tuttavia dobbiamo dare dignità e presidio giuridico alle convivenze stabili tra omosessuali perché il tema non può essere lasciato al far west».
Sulla stessa linea anche Dario Franceschini capogruppo alla Camera che si appella alla Costituzione per dire no al matrimonio gay: «La Costituzione parla di uomo e donna. Penso che in Italia sarebbe una conquista giusta il riconoscimento delle unioni civili e ho già proposto di inserire presto in calendario la proposta di legge. Sull'argomento ci sono tante chiacchiere e invece dobbiamo uscire dagli schemi ideologici e regolamentare un fenomeno sociale ormai molto diffuso». Anche tra persone dello stesso sesso? «Nel momento in cui si riconoscono dei diritti alle persone che scelgono di convivere non c'è questo confine, possono essere anche due fratelli».
«Contrarre un vincolo che determini gli stessi effetti del matrimonio»: è questa la strada da seguire secondo il sindaco di Bari Michele Emiliano che condivide «la posizione espressa dal presidente Obama che rende effettiva l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge. E' la stessa Costituzione italiana che obbliga a prendere questa direzione, perché l'articolo 3 prevede che la Repubblica debba rimuovere ogni ostacolo che non consente l'effettiva parità di doveri e diritti fra tutti i cittadini. Pensioni di reversibilità, il diritto al mantenimento del compagno o della compagna più debole, i diritti ereditari, gli obblighi di assistenza familiare, non possono avere regimi diversi se l'amore che tiene insieme le persone ha la medesima sostanza e cioè prendersi cura l'uno dell'altro per tutta la vita».
«La vera democrazia passa attraverso i diritti delle persone e Barack Obama e François Hollande lo hanno sottolineato», dice il senatore Ignazio Marino: «Un Paese moderno non può permettersi di arretrare giustificando la discriminazione delle coppie omosessuali. Un partito come il Pd, che si candida alla guida del Paese, deve occuparsi di questo problema: l'Italia non si è ancora dotata di una legge che equipari i diritti e i doveri di tutte le coppie, a prescindere dall'orientamento sessuale.
Ed è sorprendente che una regola di base della democrazia, come l'uguaglianza dei diritti per tutti i cittadini, sia ignorata e venga piuttosto trattata come un tema di dibattito e di contrasto politico. Bisogna invece elaborare una proposta di legge seria, in linea con le legislazioni degli altri Paesi: ciò che conta veramente è che i diritti di tutte le coppie legate da un rapporto affettivo e d'amore siano gli stessi, a prescindere dal genere di chi ne fa parte.
Qualsiasi altra visione è datata. Ben diverso è quanto accade nel resto d'Europa, dove ben 20 paesi, dal Portogallo, alla Finlandia, dalla Francia alla Germania, alla cattolicissima Irlanda e alla Slovenia, hanno adottato normative che garantiscono e tutelano i diritti di tutte le coppie, comprese quelle omosessuali».
Lo stesso Marino ha poi rincarato la dose in diretta radiofonica alla trasmissione 'Un giorno da pecora' con un vero e proprio appello allo stesso Bersani: "Pierluigi dillo. Io sono sicuro che sei favorevole all'unione di coppie omosessuali che abbiano gli stessi diritti delle coppie sposate, e che possono crescere dei bambini. Pierluigi, sei d'accordo o no? Rispondi".
Invoca il coraggio di Obama Anna Paola Concia che per sposare la compagna Ricarda è dovuta volare a Francoforte. «Le ricerche rivelano che i bambini, figli di coppie gay, crescono in maniera assolutamente serena e normale e invece in Commissione giustizia ci si confronta ancora con imbarazzo».
Dello stesso parere Ivan Scalfarotto, vicepresidente del partito. Secondo lui «per sedere al tavolo dei grandi dobbiamo convergere non solo sul piano delle proposte economiche, ma anche sulla visione di tutela e promozione delle differenze e sul riconoscimento dei diritti civili per le persone omosessuali».
Rimarca la distanza dall'Europa anche Deborah Serracchiani che vorrebbe «iniziare ad aprire un confronto, a dare delle risposte. Serve fare un salto culturale. Siamo tra i pochi Paesi a non avere una regolamentazione chiara per le unioni di fatto, indipendentemente dal sesso». Ma sulle adozioni per le coppie omosessuali l'eurodeputata «si sta ancora interrogando».
Non si interroga invece più Flavia Perina di Futuro e Libertà. «Sulle adozioni ho cambiato idea, fino a poco tempo fa la pensavo diversamente, ma oggi credo sia giusto consentire le adozioni anche alle coppie omosessuali. Sicuramente i ragazzi possono vivere meglio con una coppia che dà affetto e solidità economica, piuttosto che in orfanotrofio».
Per la deputata di Fli «Obama ha fatto una scelta coraggiosa. In Italia siamo talmente indietro che credo sarà premiato chi sarà capace di aprire questa partita dei diritti in modo concreto. A parole, ad esempio, c'è una grandissima intesa sul tema delle unioni civili, però nessuno ha il coraggio di trasformare questi progetti in qualcosa di concreto. Tutto ciò che riguarda la sfera dei diritti delle persone, da noi, non arriva mai ad una conclusione pratica.
Per questo dovremmo prendere esempio da Obama. In un momento in cui puoi garantire poco alle persone sui temi sociali, del welfare e dell'assistenza, perché c'è la crisi, ci sono dei diritti immateriali che garantiscono alle persone più felicità, che non costano niente, ma che cambiano la vita delle persone».
Unioni civili, ma non matrimoni per la Perina perché «chi fa politica ha il dovere di essere realista. In Italia parlare di matrimonio tra omosessuali è improponibile». Quella delle unioni di fatto regolamentate «è una delle battaglie di Futuro e Libertà, fin dall'inizio», sottolinea Fabio Granata per il quale però «l'unica perplessità è sulle adozioni». L'IdV invece «si schiera ufficialmente con Obama sul sì all'estensione del matrimonio civile anche alle persone omosessuali, perché occorre costruire una società inclusiva che cancelli qualsiasi discriminazione, a partire della vita di coppia e dalla vita familiare che è il perno di ogni società e della sua coesione».
Per il leader Antonio di Pietro «è giunto il tempo di seguire un principio di uguaglianza più concreto e sostanziale, senza ipocrisie. Per questa ragione già da tempo l'IdV ha nei suoi punti programmatici la libertà di autodeterminazione di scelta dei singoli di poter amare senza distinzioni, come dice la Costituzione.
Un modello riformista e moderno, che abbia a cuore l'uguaglianza dei cittadini, non può prescindere dai diritti fondamentali, come quello dell'autodeterminazione e mi auguro che gli elettori diano un'indicazione precisa, scegliendo le forze politiche che su un tema così importante non si nascondono dietro all'ipocrisia».
E Franco Grillini, responsabile diritti civili e associazionismo del partito, chiede « se gli altri partiti siano disponibili a costruire un fronte ampio sul tema dei diritti civili, vera questione che divide destra e sinistra, liberali e conservatori, modernisti da medioevalisti». Un sì senza mezzi termini perché «è un passaggio di civiltà indispensabile» rimarca il capogruppo alla Camera Massimo Donadi. «Chiamiamoli matrimoni, unioni, non ne sto a fare una questione di nomi, ma di sostanza.
Dal mio punto di vista una coppia omosessuale deve poter avere tutti i diritti civili, compresa la successione ereditaria, gli alimenti, che derivano da un'unione stabile».
Ma sull'adozione Donadi manifesta il suo dissenso: «Sono contrario perché si ribalta il piano degli interessi.
L'interesse prevalente non è più quello dei coniugi, ma quello dei minori e io credo che l'interesse dei minori sia quello di avere una famiglia eterosessuale».
continua a leggere l'articolo a questo link:
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/nozze-gay-il-pd-non-ce-la-fa/2180744//2(di Silvia Cerami)
fonte http://espresso.repubblica.it via http://www.gaynews.it
giovedì 17 maggio 2012
Lgbt: L'on. Anna Paola Concia torna ai microfoni di “Oltre le Differenze” Venerdì 18 maggio alle 21 su Antenna Radio Esse si parla di riconoscimento delle unioni gay
Impegno politico e vita privata nella lunga intervista sul libro-biografia dell’unica parlamentare dichiaratamente lesbica in Italia
Dopo le aperture di Barack Obama e Francois Hollande che dicono sì ai matrimoni gay e la clamorosa retromarcia del premier britannico David Cameron che invece stralcia dal Discorso della Regina l’impegno per il matrimoni tra persone dello stesso sesso, in Italia si torna a parlare di unioni civili.
Proprio in occasione del 17 maggio, la Giornata mondiale contro l’omofobia, le dichiarazioni dei ministri Fornero, Profumo e Clini fanno sperare che il tema del riconoscimento delle unioni civili – omosessuali ed eterosessuali - possa tornare nell’agenda politica del Paese.
Ma la domanda che non ha ancora trovato risposta è: quale delle tante proposta di legge depositate in Parlamento, troverà il sostegno dei partiti?
Di questo, e non solo, si parlerà ad “Oltre le Differenze” - il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e transessuale condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini - nella puntata che andrà in onda venerdì 18 maggio alle 21 e in replica sabato 19 alle 15 sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 99.10) o in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it.
Protagonista l’on Anna Paola Concia, che proprio su questo tema di fronte al no categorico della Bindi e all’iniziale reticenza di Bersani, è tornata ad accendere il dibattito all’interno al PD.
Nella lunga intervista, ampio spazio sarà dedicato anche al libro-biografia della Concia, “La vera ragione dei miei capelli bianchi”, edito da Mondadori: una fotografia pubblica e privata dell’unica parlamentare dichiaratamente lesbica del nostro Paese, che ha accettato di raccontarsi senza ipocrisia e senza riserve alla giornalista del Corriere della Sera Maria Teresa Meli.
Nella seconda parte della puntata, intervista all’autrice del film – documentario “L’altra altra metà del cielo... continua”, Laura Annibali, che racconterà l’incontro con le tante donne protagoniste del film e di alcune delle testimonianze più toccanti. Immancabile il consueto scaffale, con i consigli su letture, film e appuntamenti a tema.
Per chi ascolta “Oltre le differenze” c'è la possibilità di interagire con la redazione chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com.
E’ possibile inoltre visitare la pagina fan su facebook e il blog: http://oltreledifferenze.wordpress.com in cui trovate i video di tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione.oltreledifferenze
Dopo le aperture di Barack Obama e Francois Hollande che dicono sì ai matrimoni gay e la clamorosa retromarcia del premier britannico David Cameron che invece stralcia dal Discorso della Regina l’impegno per il matrimoni tra persone dello stesso sesso, in Italia si torna a parlare di unioni civili.
Proprio in occasione del 17 maggio, la Giornata mondiale contro l’omofobia, le dichiarazioni dei ministri Fornero, Profumo e Clini fanno sperare che il tema del riconoscimento delle unioni civili – omosessuali ed eterosessuali - possa tornare nell’agenda politica del Paese.
Ma la domanda che non ha ancora trovato risposta è: quale delle tante proposta di legge depositate in Parlamento, troverà il sostegno dei partiti?
Di questo, e non solo, si parlerà ad “Oltre le Differenze” - il format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e transessuale condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini - nella puntata che andrà in onda venerdì 18 maggio alle 21 e in replica sabato 19 alle 15 sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 99.10) o in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it.
Protagonista l’on Anna Paola Concia, che proprio su questo tema di fronte al no categorico della Bindi e all’iniziale reticenza di Bersani, è tornata ad accendere il dibattito all’interno al PD.
Nella lunga intervista, ampio spazio sarà dedicato anche al libro-biografia della Concia, “La vera ragione dei miei capelli bianchi”, edito da Mondadori: una fotografia pubblica e privata dell’unica parlamentare dichiaratamente lesbica del nostro Paese, che ha accettato di raccontarsi senza ipocrisia e senza riserve alla giornalista del Corriere della Sera Maria Teresa Meli.
Nella seconda parte della puntata, intervista all’autrice del film – documentario “L’altra altra metà del cielo... continua”, Laura Annibali, che racconterà l’incontro con le tante donne protagoniste del film e di alcune delle testimonianze più toccanti. Immancabile il consueto scaffale, con i consigli su letture, film e appuntamenti a tema.
Per chi ascolta “Oltre le differenze” c'è la possibilità di interagire con la redazione chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com.
E’ possibile inoltre visitare la pagina fan su facebook e il blog: http://oltreledifferenze.wordpress.com in cui trovate i video di tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione.oltreledifferenze
Lgbt: 17 maggio Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia
Il 17 maggio ricorre la Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia (o IDAHO, acronimo di International Day Against Homophobia and Transphobia) che si celebra in tutto il mondo per affermare attraverso azioni pubbliche l’impegno di tutte e tutti contro ogni forma di violenza nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender.
Ideata dallo scrittore Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie, la prima Giornata Internazionale contro l'omofobia e la transfobia ha avuto luogo il 17 maggio 2005, a 15 anni esatti dalla storica data del 17 maggio 1990 in cui l'omosessualità venne rimossa dalla lista delle malattie mentali da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questa data è stata riconosciuta e fatta propria dall’Unione Europea con la Risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007, che ha indetto il 17 maggio di ogni anno, nel territorio di tutti gli stati membri dell’Unione Europea, la Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia.
fonte idhao
Ideata dallo scrittore Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie, la prima Giornata Internazionale contro l'omofobia e la transfobia ha avuto luogo il 17 maggio 2005, a 15 anni esatti dalla storica data del 17 maggio 1990 in cui l'omosessualità venne rimossa dalla lista delle malattie mentali da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Questa data è stata riconosciuta e fatta propria dall’Unione Europea con la Risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007, che ha indetto il 17 maggio di ogni anno, nel territorio di tutti gli stati membri dell’Unione Europea, la Giornata Internazionale contro l’omofobia e la transfobia.
fonte idhao
Lgbt: Arcigay e Gay Street "Giornata contro omofobia e transfobia" A Roma notte di pensieri e musica con la partecipazione di Antonella Elia
A conclusione delle celebrazioni per la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia del 17 maggio si terrà a Roma una serata dal titolo “Pensieri e Musica contro l’omofobia” organizzata dal Comitato gay Street Roma e Arcigay.
L’evento, realizzato da Diego Longobardi, vedrà intervenire, il 17 maggio dalle ore 21 e 30 in Via Di San Giovanni in Laterano angolo via Labicana, Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay, Massimiliano Monnanni, di Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Vanni Piccolo, leader del movimento lgbt, Ivan Scalfarotto di Parks, insieme a rappresentanti di OSCAD e rappresentanti dell’ambasciata americana.
A seguire l’esibizione, a titolo gratuito degli artisti Tia Architto,Karma B, Alba e il corpo di ballo di Muccassassina, Silvana della Magliana e Mario Gloss e con la partecipazione dell’attrice Vittoria Schisano e di Antonella Elia. Seguirà la musica con un Dj set di Enrico Meloni e Nico.
Presenta la serata Emanuela Orlando.
fonte http://www.arcigay.it/
L’evento, realizzato da Diego Longobardi, vedrà intervenire, il 17 maggio dalle ore 21 e 30 in Via Di San Giovanni in Laterano angolo via Labicana, Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay, Massimiliano Monnanni, di Unar, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, Vanni Piccolo, leader del movimento lgbt, Ivan Scalfarotto di Parks, insieme a rappresentanti di OSCAD e rappresentanti dell’ambasciata americana.
A seguire l’esibizione, a titolo gratuito degli artisti Tia Architto,Karma B, Alba e il corpo di ballo di Muccassassina, Silvana della Magliana e Mario Gloss e con la partecipazione dell’attrice Vittoria Schisano e di Antonella Elia. Seguirà la musica con un Dj set di Enrico Meloni e Nico.
Presenta la serata Emanuela Orlando.
fonte http://www.arcigay.it/
Lgbt: Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia 2012: leader europei sostengono che il futuro sarà migliore
In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia 2012, più di cinquanta eurodeputati e leader dell’Unione Europea hanno unito le loro forze per dire ai giovani lgbt che stanno lavorando per un futuro migliore.
It gets better.
Nel video diversi esponenti del Parlamento Europeo si sono rivolti ai giovani in diciasette lingue, dall’italiano al bulgaro, dallo svedese al polacco.
L’unione fa la forza. Non è un luogo comune, ma una realtà.
In tutta Italia sono previste diverse iniziative per l’International Day Against Homophobia and Transphobia (IDAHO). Partecipate a quella che più vicina a voi e poi, se volete, raccontateci le vostre esperienze.
fonte http://www.queerblog.it
It gets better.
Nel video diversi esponenti del Parlamento Europeo si sono rivolti ai giovani in diciasette lingue, dall’italiano al bulgaro, dallo svedese al polacco.
L’unione fa la forza. Non è un luogo comune, ma una realtà.
In tutta Italia sono previste diverse iniziative per l’International Day Against Homophobia and Transphobia (IDAHO). Partecipate a quella che più vicina a voi e poi, se volete, raccontateci le vostre esperienze.
fonte http://www.queerblog.it
Napoli: L’Ass. alle Pari opportunità Giuseppina Tommasielli incontra le associazioni LBGT in occasione della Giornata di memoria e lotta all’omoTransfobia del 17 Maggio
Si è svolta ieri nella Sala Giunta del Palazzo San Giacomo una conferenza stampa indetta in occasione della Giornata Internazionale di memoria e lotta contro l’omofobia del 17 Maggio.
L’Assessore alle Pari opportunità Giuseppina Tommasielli ha accolto le associazioni gay, lesbiche e transessuali che operano in città e ha annunciato l’inizio della campagna di informazione sul registro delle Unioni Civili e nuove iniziative per la tutela dei diritti delle comunità LGBT.
Alla presenza del Presidente di i Ken Carlo Cremona, di Giordana Curati, Presidente di Arcilesbica nazionale e di Laura Matrone, vicepresidente dell’ Associazione Transessuali di Napoli, sono state presentate le iniziative promosse dal Comune: dal pomeriggio del 17 maggio, in piazza San Domenico Maggiore verrà allestito un stand per informare i cittadini sulle modalità per accedere al registro delle Unioni Civili, attraverso la distribuzione di brochure esplicative.
Tra i progetti a lungo termine del Comune sul tema, inoltre, l’adozione di una deliberazione di costituzione di parte civile nei processi a sfondo omofobico; iniziative contro il bullismo omofobico da svolgersi nelle scuole medie inferiori e superiori cittadine, che coinvolga associazioni, sindacati, università, prevedendo un protocollo d’intesa con le forze dell’ordine; l’adesione alla rete nazionale per la depenalizzazione del reato di omosessualità nel mondo.
L’ Assessore Tommasielli ha poi espresso l’ intenzione di impegnarsi anche a nome del Comune di Napoli per far arrivare all’ambasciata iraniana una richiesta di cessazione delle violenze sui cittadini omosessuali.
fonte http://www.i-ken.org di Antonella Ciliberti
L’Assessore alle Pari opportunità Giuseppina Tommasielli ha accolto le associazioni gay, lesbiche e transessuali che operano in città e ha annunciato l’inizio della campagna di informazione sul registro delle Unioni Civili e nuove iniziative per la tutela dei diritti delle comunità LGBT.
Alla presenza del Presidente di i Ken Carlo Cremona, di Giordana Curati, Presidente di Arcilesbica nazionale e di Laura Matrone, vicepresidente dell’ Associazione Transessuali di Napoli, sono state presentate le iniziative promosse dal Comune: dal pomeriggio del 17 maggio, in piazza San Domenico Maggiore verrà allestito un stand per informare i cittadini sulle modalità per accedere al registro delle Unioni Civili, attraverso la distribuzione di brochure esplicative.
Tra i progetti a lungo termine del Comune sul tema, inoltre, l’adozione di una deliberazione di costituzione di parte civile nei processi a sfondo omofobico; iniziative contro il bullismo omofobico da svolgersi nelle scuole medie inferiori e superiori cittadine, che coinvolga associazioni, sindacati, università, prevedendo un protocollo d’intesa con le forze dell’ordine; l’adesione alla rete nazionale per la depenalizzazione del reato di omosessualità nel mondo.
L’ Assessore Tommasielli ha poi espresso l’ intenzione di impegnarsi anche a nome del Comune di Napoli per far arrivare all’ambasciata iraniana una richiesta di cessazione delle violenze sui cittadini omosessuali.
fonte http://www.i-ken.org di Antonella Ciliberti
Lgbt: Certi Diritti per Giornata Internazionale contro omofobia: incontro GISHR, presentazione rapporto Istat con Presidente della Camera e consegna 7mila firme al comune di Roma
17 maggio, giornata internazionale contro l’omofobia, alle ore 10, l’Associazione Radicale Certi Diritti incontrerà alla Camera dei deputati la Global Initiative for Sexuality and Human Rights (Gishr) dell'Organizzazione Internazionale Heartland Alliance for Human Needs & Human Rights, che opera in diversi Paesi per la promozione e la difesa dei diritti umani.
L’incontro vedra' la partecipazione di alcuni parlamentari ed esponenti del Partito Radicale Nonviolento, del Segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, Yuri Guaiana, della responsabile Cgil Nuovi Diritti, Maria Gigliola Toniollo, insieme al coordinatore di Gishr, Stefano Fabeni e rappresentanti di Associazioni Lgbt di diversi Paesi tra cui Nigeria, Burundi, Kenia, Libano, Malesia, Argentina, Trinidad & Tobago, Stati Uniti.
Alle ore 12 presso la Sala del Mappamondo della Camera dei deputati si terrà la presentazione del Rapporto Istat su: ‘La popolazione omosessuale nella società italiana” con la presenza di molte Associazioni ed esponenti Lgbt e il Presidente della Camera Gianfranco Fini.
Alla stessa ora al Comune di Roma, Radicali Roma e Certi Diritti, insieme a decine di associazioni romane che si battono per la difesa e la promozione dei diritti civili, consegneranno agli uffici del Campidoglio oltre 7.000 firme per una proposta di Delibera di Iniziativa Popolare, raccolte negli ultimi tre mesi, che ha l’obiettivo di riconoscere le Unioni Civili anche nella Capitale.
fonte http://www.certidiritti.it
L’incontro vedra' la partecipazione di alcuni parlamentari ed esponenti del Partito Radicale Nonviolento, del Segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, Yuri Guaiana, della responsabile Cgil Nuovi Diritti, Maria Gigliola Toniollo, insieme al coordinatore di Gishr, Stefano Fabeni e rappresentanti di Associazioni Lgbt di diversi Paesi tra cui Nigeria, Burundi, Kenia, Libano, Malesia, Argentina, Trinidad & Tobago, Stati Uniti.
Alle ore 12 presso la Sala del Mappamondo della Camera dei deputati si terrà la presentazione del Rapporto Istat su: ‘La popolazione omosessuale nella società italiana” con la presenza di molte Associazioni ed esponenti Lgbt e il Presidente della Camera Gianfranco Fini.
Alla stessa ora al Comune di Roma, Radicali Roma e Certi Diritti, insieme a decine di associazioni romane che si battono per la difesa e la promozione dei diritti civili, consegneranno agli uffici del Campidoglio oltre 7.000 firme per una proposta di Delibera di Iniziativa Popolare, raccolte negli ultimi tre mesi, che ha l’obiettivo di riconoscere le Unioni Civili anche nella Capitale.
fonte http://www.certidiritti.it
Lgbt: Oggi 17 maggio Giornata contro Omofobia e Transfobia Arcigay "Denunciate" tutti gli eventi di oggi
Iniziativa in tutta Italia per dire no al'omofobia. Arcigay lancia la campagna "Io Denuncio".
Domani alla Camera presentazione rapporto Istat alla presenza di Fini.
Ecco tutti gli appuntamenti:
Dal 2005 il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia, istituita dall'Unione Europea a quindici anni esatti dalla rimozione dell'omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall'OMS.
E' un'occasione che tutta la comunità lgbt coglie per richiamare l'attenzione su un fenomeno che sembra ben lontano dallo scemare e sulla mancanza in molti paesi, tra cui l'Italia, di una tutela legale per le vittime e le potenziali vittime della violenza omofoba.
Molte le iniziative organizzate in tutta Italia, dai dibattiti ai presidi passando per le presentazioni di libri e le proiezioni.
Si intitola "Io denuncio", la campagna lanciata per l'occasione da Arcigay e che si rivolge direttamente alla comunità lgbt con 10 mila manifesti e oltre 80 mila flyer distribuiti dai comitati locali dell’associazione su tutto il territorio.
“Io denuncio - spiega Maura Chiulli, responsabile nazionale cultura dell’associazione - vuole promuovere il ricorso alla denuncia quale strumento di contrasto all'omofobia.
Denunciare è non essere né complici né vittime.
Denunciare è un grande atto di responsabilità, sia che si subisca una violenza per il proprio orientamento sessuale, sia che si sia spettatori di un abuso”.
La campagna, realizzata da Noemi Valeri, per la parte grafica, e con il contributo della fotografa Elisabetta Chinarelli, rappresenta i volti di donne e uomini, madri, padri, nonne, figli, fratelli, eterosessuali e omosessuali, che con un gesto di verità, a viso scoperto, chiedono di non aver paura di denunciare la violenza subita.
Sono i ritratti, ottenuti grazie all’impegno del comitato di Arcigay Rimini che ha ideato la campagna, dei cittadini e delle cittadine della città che hanno scelto con entusiasmo di partecipare alla realizzazione di questo progetto nazionale.
Oltre alla campagna di sensibilizzazione Arcigay sarà impegnata in decine di iniziative (conferenze, flash mob, sit in, volantinaggi, banchetti informativi…), che coinvolgeranno ben oltre 40 città (qui l'elenco completo delle iniziative dei comitati Arcigay).
Tra gli innumerevoli eventi, ad esempio, a Milano, è organizzata una staffetta di 65 chilometri che toccherà 10 comuni dell’hinterland quale “simbolo della velocità con cui il Parlamento dovrebbe intervenire per recuperare il ritardo sui temi di eguaglianza, rispetto e parità”. A Bologna un autobus colorato e targato Pride porterà la visibilità lgbt in provincia con momenti di sensibilizzazione contro l’omofobia per invitare tutti al Bologna Pride 2012 del 9 giugno prossimo.
A Foggia, che ha visto nascere Arcigay solo nel marzo 2012, il comune e la provincia esporranno per tutta la settimana la bandiera di Arcigay. A Catania si terrà una performance di “artisti di strada contro l’omofobia”, a Cuneo il programma degli eventi copre un intero mese e così via.
“E’ il no corale del Paese all’omofobia e alla transfobia, vere e proprie piaghe sociali che necessitano l’attivazione immediata di questo Parlamento e un impegno concreto di tutti nel contrastarle - spiega Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay.
Solo nel 2011 abbiamo registrato in Italia, nel nostro report che diffondiamo ogni anno, più di 50 di casi di omofobia. Il dato sottostima il fenomeno: omosessuali, lesbiche e trans non denunciano per paura.
Alle ore 10 di domani mattina, l’Associazione Radicale Certi Diritti incontrerà alla Camera dei deputati la Global Initiative for Sexuality and Human Rights (Gishr) dell'Organizzazione Internazionale Heartland Alliance for Human Needs & Human Rights, che opera in diversi Paesi per la promozione e la difesa dei diritti umani, mentre è prevista per le 11.30 la presentazione del Rapporto Istat su: "La popolazione omosessuale nella società italiana" con la presenza di molte associazioni ed esponenti Lgbt e il Presidente della Camera Gianfranco Fini.
In contemporanea, i Radicali Roma, insieme a decine di associazioni romane che si battono per i diritti civili, consegneranno agli uffici del Campidoglio oltre 7.000 firme per una proposta di Delibera di Iniziativa Popolare, raccolte negli ultimi tre mesi, che ha l’obiettivo di riconoscere le Unioni Civili anche nella Capitale.
Contrariamente a quanto accaduto lo scorso anno, a Palermo si terrà la veglia di preghiera inmemoria delle vittime dell'omofobia voluta dall'associazione di gay cattolici Ali d'aquila con il via libera e la partecipazione attiva della Curia.
La veglia si terrà a partire dalle 21 presso la chiesa di San Gabriele Arcangelo. Ad organizzarla, oltre al gruppo Ali d'Aquila, anche Comunità di San Francesco Saverio, Parrocchia di San Gabriele Arcangelo, Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Laici Comboniani, Chiesa Luterana di Palermo, Chiesa Valdese di via Spezio di Palermo, Chiesa Valdese di Trapani e Marsala.
fonte http://www.gay.it
Domani alla Camera presentazione rapporto Istat alla presenza di Fini.
Ecco tutti gli appuntamenti:
Dal 2005 il 17 maggio ricorre la Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia, istituita dall'Unione Europea a quindici anni esatti dalla rimozione dell'omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall'OMS.
E' un'occasione che tutta la comunità lgbt coglie per richiamare l'attenzione su un fenomeno che sembra ben lontano dallo scemare e sulla mancanza in molti paesi, tra cui l'Italia, di una tutela legale per le vittime e le potenziali vittime della violenza omofoba.
Molte le iniziative organizzate in tutta Italia, dai dibattiti ai presidi passando per le presentazioni di libri e le proiezioni.
Si intitola "Io denuncio", la campagna lanciata per l'occasione da Arcigay e che si rivolge direttamente alla comunità lgbt con 10 mila manifesti e oltre 80 mila flyer distribuiti dai comitati locali dell’associazione su tutto il territorio.
“Io denuncio - spiega Maura Chiulli, responsabile nazionale cultura dell’associazione - vuole promuovere il ricorso alla denuncia quale strumento di contrasto all'omofobia.
Denunciare è non essere né complici né vittime.
Denunciare è un grande atto di responsabilità, sia che si subisca una violenza per il proprio orientamento sessuale, sia che si sia spettatori di un abuso”.
La campagna, realizzata da Noemi Valeri, per la parte grafica, e con il contributo della fotografa Elisabetta Chinarelli, rappresenta i volti di donne e uomini, madri, padri, nonne, figli, fratelli, eterosessuali e omosessuali, che con un gesto di verità, a viso scoperto, chiedono di non aver paura di denunciare la violenza subita.
Sono i ritratti, ottenuti grazie all’impegno del comitato di Arcigay Rimini che ha ideato la campagna, dei cittadini e delle cittadine della città che hanno scelto con entusiasmo di partecipare alla realizzazione di questo progetto nazionale.
Oltre alla campagna di sensibilizzazione Arcigay sarà impegnata in decine di iniziative (conferenze, flash mob, sit in, volantinaggi, banchetti informativi…), che coinvolgeranno ben oltre 40 città (qui l'elenco completo delle iniziative dei comitati Arcigay).
Tra gli innumerevoli eventi, ad esempio, a Milano, è organizzata una staffetta di 65 chilometri che toccherà 10 comuni dell’hinterland quale “simbolo della velocità con cui il Parlamento dovrebbe intervenire per recuperare il ritardo sui temi di eguaglianza, rispetto e parità”. A Bologna un autobus colorato e targato Pride porterà la visibilità lgbt in provincia con momenti di sensibilizzazione contro l’omofobia per invitare tutti al Bologna Pride 2012 del 9 giugno prossimo.
A Foggia, che ha visto nascere Arcigay solo nel marzo 2012, il comune e la provincia esporranno per tutta la settimana la bandiera di Arcigay. A Catania si terrà una performance di “artisti di strada contro l’omofobia”, a Cuneo il programma degli eventi copre un intero mese e così via.
“E’ il no corale del Paese all’omofobia e alla transfobia, vere e proprie piaghe sociali che necessitano l’attivazione immediata di questo Parlamento e un impegno concreto di tutti nel contrastarle - spiega Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay.
Solo nel 2011 abbiamo registrato in Italia, nel nostro report che diffondiamo ogni anno, più di 50 di casi di omofobia. Il dato sottostima il fenomeno: omosessuali, lesbiche e trans non denunciano per paura.
Alle ore 10 di domani mattina, l’Associazione Radicale Certi Diritti incontrerà alla Camera dei deputati la Global Initiative for Sexuality and Human Rights (Gishr) dell'Organizzazione Internazionale Heartland Alliance for Human Needs & Human Rights, che opera in diversi Paesi per la promozione e la difesa dei diritti umani, mentre è prevista per le 11.30 la presentazione del Rapporto Istat su: "La popolazione omosessuale nella società italiana" con la presenza di molte associazioni ed esponenti Lgbt e il Presidente della Camera Gianfranco Fini.
In contemporanea, i Radicali Roma, insieme a decine di associazioni romane che si battono per i diritti civili, consegneranno agli uffici del Campidoglio oltre 7.000 firme per una proposta di Delibera di Iniziativa Popolare, raccolte negli ultimi tre mesi, che ha l’obiettivo di riconoscere le Unioni Civili anche nella Capitale.
Contrariamente a quanto accaduto lo scorso anno, a Palermo si terrà la veglia di preghiera inmemoria delle vittime dell'omofobia voluta dall'associazione di gay cattolici Ali d'aquila con il via libera e la partecipazione attiva della Curia.
La veglia si terrà a partire dalle 21 presso la chiesa di San Gabriele Arcangelo. Ad organizzarla, oltre al gruppo Ali d'Aquila, anche Comunità di San Francesco Saverio, Parrocchia di San Gabriele Arcangelo, Parrocchia di San Giuseppe Artigiano, Laici Comboniani, Chiesa Luterana di Palermo, Chiesa Valdese di via Spezio di Palermo, Chiesa Valdese di Trapani e Marsala.
fonte http://www.gay.it
Lgbt: Il ministro Fornero: "Non possiamo ignorare le coppie e le famiglie gay"
A giorni dalla Giornata contro l'Omofobia, il ministro Fornero apre alle coppie gay e alle unioni di fatto.
E i ministri Clini e Profumo appoggiano la campagna di Famiglie Arcobaleno e Legambiente
"Oggi le famiglie si fanno e si disfano e le famiglie tradizionali neppure si formano.
Le coppie di fatto chiedono di essere considerate famiglie".
A dichiararlo è il ministro Elsa Fornero, a due giorni dalla Giornata Internazionale contro l'Omofobia e a pochi giorni dall'apertura di Obama alle nozze gay.
Il ministro al Welfare, intervenendo alla Camera a un convegno sulla famiglia, ha aggiunto che "ci sono coabitazioni di persone dello stesso sesso che chiedono di essere riconosciute come famiglie. Lo so e non lo posso dimenticare: io sono ministro anche delle Pari opportunità".
"Brava Fornero. Certo, non si può non rilevare che in Italia si deve applaudire anche chi si limita a dire cose che, per chi vive la propria vita nel paese e non dentro a un palazzo, sono mere constatazioni - ha commentato il Vicepresidente Pd Ivan Scalfarotto.
Il fatto è che le parole che la politica dice su questi temi sono in genere parole completamente staccate dalla realtà ha detto ancora Scalfarotto - frutto o di una prospettiva marziana o di una forma di ubriachezza politica.
Così, abituati di solito al teatrino degli Alemanno che marciano 'per la vita' insieme con Forza Nuova e dei Fioroni che si mettono alla destra di Romney: altro che Obama!". In ogni caso, ha concluso, "fa piacere constatare che al Governo qualcuno vive in questo secolo, su questo pianeta e dice su questo tema parole di assoluta normalità".
"Accogliamo con soddisfazione le parole del ministro Fornero" è il commento dell'associazione Radicale Certi Diritti che ricorda di avere "elaborato una proposta di riforma, depositata alla Camera nel luglio 2010, che riguarda matrimonio tra persone dello stesso sesso, unioni civili, divorzio breve, scioglimento del legame tra separazione e divorzio, mediazione familiare, riconoscimento del diritto di adozione per persone single e istituzione della figura del genitore elettivo".
Per la deputata del Pd Anna Paola Concia, si tratta di "un’analisi onesta della realtà italiana, dei mutamenti che sono in atto nella società e nei modelli familiari". "Voglio dunque prendere le parole del Ministro delle Pari Opportunità come un impegno importante alla vigilia della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, continua l'onorevole, ricordando a tutti che in Commissione Giustizia abbiamo già iniziato la discussione sulle proposte di legge in tema di unioni fra persone dello stesso sesso: sarebbe un bel regalo al paese riuscire ad approvare una proposta condivisa prima della fine della legislatura".
Parla di aperture "aperture francamente inattese dal Governo in carica da pochi mesi" il presidente nazionale di Arcigay Paolo Patané. "Dal Governo tecnico, che dovrebbe assumere un volto umano anche sulle questioni relative al diritto al lavoro - ricorda Patané -, arriva un segnale di discontinuità rispetto al passato e i partiti devono provare ad uscire dalle secche. Ci piacerebbe che il 17 maggio si levasse. contro l’omofobia e per la depenalizzazione dell’omosessualità nel Mondo, anche la voce di Mario Monti".
E il riferimento di Patané ai segnali che arrivano dal governo non è solo alle parole del ministro Fornero, ma anche alle iniziative dei ministeri dell'Ambiente e dell'Istruzione che hanno scelto di sostenere la campagna di Legambiente e di Famiglie Arcobaleno in favore delle famiglie omogenitoriali.
I due dicasteri guidati da Corrado Clini e Francesco Profumo hanno infatti "collaborato" alla realizzazione dell'opuscolo "Tutti uguali, tutti diversi", anticipato oggi da Legambiente e che sarà distribuito domenica prossima nei parchi di nove città durante la giornata di "incontro e dialogo" organizzata da Legambiente e Associazione "Famiglie Arcobaleno" per "festeggiare la festa di tutte le famiglie: omosessuali e eterosessuali, monoparentali, sposate e conviventi, in nome dei valori della conoscenza, pluralità, rispetto e responsabilità".
"Ho imparato che un ippocampo maschio porta in grembo i propri piccoli. Ho imparato che fra gli esseri umani ci sono anche bambini con due papà e due mamme, si legge tra l'altro nell'opuscolo, ho imparato che ci sono ragazzi e ragazzi che si amano, ragazze e ragazze che si amano e ragazzi e ragazze che si amano e che tutti sono felici.
Ho imparato che il mondo è bello perchè ci sono tanti modi di essere vita.
E va bene così".
"Ci auguriamo, dicono Legambiente e Associazione Famiglie Arcobaleno - che tutti capiscano e sentano intimamente come l'essere tutti diversi non possa mai giustificare la negazione dell'altro, della qualità di ciò che costruisce, del valore che porta a tutto il resto della comunità, sia essa un sistema naturale, sia essa un sistema sociale.
Tutti diversi, sì, ma anche tutti uguali".
Il progetto, spiega il depliant, è stato realizzato nell`ambito del programma di educazione ambientale Asse III punto 6 di cui al protocollo di intesa tra Ministero dell`Ambiente, del Territorio e della Tutela del Mare, Segretariato Generale e Ministero dell`Istruzione, Ricerca e Università, Direzione Generale per lo studente, la partecipazione e la comunicazione del 1 ottobre 2010.
fonte http://www.gay.it
E i ministri Clini e Profumo appoggiano la campagna di Famiglie Arcobaleno e Legambiente
"Oggi le famiglie si fanno e si disfano e le famiglie tradizionali neppure si formano.
Le coppie di fatto chiedono di essere considerate famiglie".
A dichiararlo è il ministro Elsa Fornero, a due giorni dalla Giornata Internazionale contro l'Omofobia e a pochi giorni dall'apertura di Obama alle nozze gay.
Il ministro al Welfare, intervenendo alla Camera a un convegno sulla famiglia, ha aggiunto che "ci sono coabitazioni di persone dello stesso sesso che chiedono di essere riconosciute come famiglie. Lo so e non lo posso dimenticare: io sono ministro anche delle Pari opportunità".
"Brava Fornero. Certo, non si può non rilevare che in Italia si deve applaudire anche chi si limita a dire cose che, per chi vive la propria vita nel paese e non dentro a un palazzo, sono mere constatazioni - ha commentato il Vicepresidente Pd Ivan Scalfarotto.
Il fatto è che le parole che la politica dice su questi temi sono in genere parole completamente staccate dalla realtà ha detto ancora Scalfarotto - frutto o di una prospettiva marziana o di una forma di ubriachezza politica.
Così, abituati di solito al teatrino degli Alemanno che marciano 'per la vita' insieme con Forza Nuova e dei Fioroni che si mettono alla destra di Romney: altro che Obama!". In ogni caso, ha concluso, "fa piacere constatare che al Governo qualcuno vive in questo secolo, su questo pianeta e dice su questo tema parole di assoluta normalità".
"Accogliamo con soddisfazione le parole del ministro Fornero" è il commento dell'associazione Radicale Certi Diritti che ricorda di avere "elaborato una proposta di riforma, depositata alla Camera nel luglio 2010, che riguarda matrimonio tra persone dello stesso sesso, unioni civili, divorzio breve, scioglimento del legame tra separazione e divorzio, mediazione familiare, riconoscimento del diritto di adozione per persone single e istituzione della figura del genitore elettivo".
Per la deputata del Pd Anna Paola Concia, si tratta di "un’analisi onesta della realtà italiana, dei mutamenti che sono in atto nella società e nei modelli familiari". "Voglio dunque prendere le parole del Ministro delle Pari Opportunità come un impegno importante alla vigilia della Giornata Internazionale contro l’Omofobia, continua l'onorevole, ricordando a tutti che in Commissione Giustizia abbiamo già iniziato la discussione sulle proposte di legge in tema di unioni fra persone dello stesso sesso: sarebbe un bel regalo al paese riuscire ad approvare una proposta condivisa prima della fine della legislatura".
Parla di aperture "aperture francamente inattese dal Governo in carica da pochi mesi" il presidente nazionale di Arcigay Paolo Patané. "Dal Governo tecnico, che dovrebbe assumere un volto umano anche sulle questioni relative al diritto al lavoro - ricorda Patané -, arriva un segnale di discontinuità rispetto al passato e i partiti devono provare ad uscire dalle secche. Ci piacerebbe che il 17 maggio si levasse. contro l’omofobia e per la depenalizzazione dell’omosessualità nel Mondo, anche la voce di Mario Monti".
E il riferimento di Patané ai segnali che arrivano dal governo non è solo alle parole del ministro Fornero, ma anche alle iniziative dei ministeri dell'Ambiente e dell'Istruzione che hanno scelto di sostenere la campagna di Legambiente e di Famiglie Arcobaleno in favore delle famiglie omogenitoriali.
I due dicasteri guidati da Corrado Clini e Francesco Profumo hanno infatti "collaborato" alla realizzazione dell'opuscolo "Tutti uguali, tutti diversi", anticipato oggi da Legambiente e che sarà distribuito domenica prossima nei parchi di nove città durante la giornata di "incontro e dialogo" organizzata da Legambiente e Associazione "Famiglie Arcobaleno" per "festeggiare la festa di tutte le famiglie: omosessuali e eterosessuali, monoparentali, sposate e conviventi, in nome dei valori della conoscenza, pluralità, rispetto e responsabilità".
"Ho imparato che un ippocampo maschio porta in grembo i propri piccoli. Ho imparato che fra gli esseri umani ci sono anche bambini con due papà e due mamme, si legge tra l'altro nell'opuscolo, ho imparato che ci sono ragazzi e ragazzi che si amano, ragazze e ragazze che si amano e ragazzi e ragazze che si amano e che tutti sono felici.
Ho imparato che il mondo è bello perchè ci sono tanti modi di essere vita.
E va bene così".
"Ci auguriamo, dicono Legambiente e Associazione Famiglie Arcobaleno - che tutti capiscano e sentano intimamente come l'essere tutti diversi non possa mai giustificare la negazione dell'altro, della qualità di ciò che costruisce, del valore che porta a tutto il resto della comunità, sia essa un sistema naturale, sia essa un sistema sociale.
Tutti diversi, sì, ma anche tutti uguali".
Il progetto, spiega il depliant, è stato realizzato nell`ambito del programma di educazione ambientale Asse III punto 6 di cui al protocollo di intesa tra Ministero dell`Ambiente, del Territorio e della Tutela del Mare, Segretariato Generale e Ministero dell`Istruzione, Ricerca e Università, Direzione Generale per lo studente, la partecipazione e la comunicazione del 1 ottobre 2010.
fonte http://www.gay.it
Labels:
politica e diritti lgbt,
unioni civili
mercoledì 16 maggio 2012
Lgbt Università Milano: Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia 2012 il video creato dagli studenti di Luiss Arcobaleno
Varie sono le iniziative che si stanno preparando in tutta Italia in occasione della prossima Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia che, come ben sapete, si tiene il 17 maggio.
La data vuole ricordare il 17 maggio 1990 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità tolse l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.
Luiss Arcobaleno, associazione studentesca dell’università Luiss Guido Carli che ha come scopo la lotta alle discriminazioni e la promozione di una cultura delle differenze, ha realizzato per l’occasione un video sul tema:
Non importa lo stile che indossi. L’amore non ha etichette.
Il video, oltre a lanciare il messaggio che l’amore non ha etichette, promuove una serie di iniziative in più giorni che l’associazione ha organizzato a Roma. Un modo interessante e concreto di combattere l’omofobia e la transfobia anche nei luoghi della cultura.
fonte http://www.queerblog.it
La data vuole ricordare il 17 maggio 1990 quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità tolse l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali.
Luiss Arcobaleno, associazione studentesca dell’università Luiss Guido Carli che ha come scopo la lotta alle discriminazioni e la promozione di una cultura delle differenze, ha realizzato per l’occasione un video sul tema:
Non importa lo stile che indossi. L’amore non ha etichette.
Il video, oltre a lanciare il messaggio che l’amore non ha etichette, promuove una serie di iniziative in più giorni che l’associazione ha organizzato a Roma. Un modo interessante e concreto di combattere l’omofobia e la transfobia anche nei luoghi della cultura.
fonte http://www.queerblog.it
Lgbt: 17 maggio "Celebrate la giornata contro l'omofobia" L'invito del ministro dell'Istruzione Francesco Profumo ai presidi italiani
Il 17 maggio cade la ricorrenza istituita dal Parlamento europeo nel 2007 e per la prima volta il governo promuove l'iniziativa negli istituti.
La Concia: "Quando era ministro la Gelmini non volle mai incontrarmi"
Un invito alle scuole a celebrare la giornata internazionale contro l'omofobia, in programma per il prossimo 17 maggio.
È il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, attraverso una circolare, a rivolgere un appello agli istituti italiani affinché partecipino attivamente alla giornata istituita nel 2007 dal Parlamento europeo.
"E' la prima volta che avviene qualcosa del genere", commenta Paola Concia, deputata del Pd.
"Siamo di fronte ad un atto fondamentale e rilevantissimo", dice soddisfatto Paolo Patané, presidente nazionale Arcigay. "Quando la Gelmini era ministro, cercai di parlarle del problema dell'omofobia a scuola, ma non accettò mai di incontrarmi", rivela oggi la Concia.
Un'iniziativa, questa del ministero, che rappresenta dunque una novità assoluta e si inserisce nell'ambito della campagna "Smonta il bullo". Lanciata nel 2007 per contrastare il fenomeno del bullismo tra i banchi scolastici (dall'allora ministro Giuseppe Fioroni), non aveva però una sezione specifica per l'omofobia, che è stata aggiunta nei mesi passati, su impulso di Profumo e del sottosegretario Marco Rossi Doria.
Tra i primi atti del ministero, subito dopo l'insediamento di Mario Monti, c'è stata l'istituzione di un gruppo di lavoro sulle Pari Opportunità, che ha messo all'ordine del giorno il tema dell'omofobia.
A ispirare il lavoro di questo team, le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in occasione della giornata contro l'omofobia del 2011, si disse preoccupato "per il persistere di discriminazioni e comportamenti ostili nei confronti di persone con orientamenti sessuali diversi.
Si tratta di atteggiamenti che contrastano con i dettami della nostra Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali della Ue".
La circolare del direttore generale, Marcello Limina, datata 10 maggio, è indirizzata ai Dirigenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
"L'Unione Europea ha indetto per il 17 maggio di ogni anno - sottolinea il funzionario del ministero - la Giornata internazionale contro l'omofobia (risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile del 2007) ossia contro ogni forma di atteggiamenti pregiudiziali basati sull'orientamento sessuale. La giornata rispecchia i principi costitutivi sia dell'Unione Europea sia della Costituzione italiana: il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l'uguaglianza fra tutti i cittadini e la non discriminazione. Sono le condizioni che consentono alla società di promuovere l'inclusione di tutti e di ciascuno e di battersi contro ogni offesa alle persone".
Si evidenzia, a tale proposito, il ruolo fondamentale svolto dagli istituti scolastici: "La scuola si cimenta ogni giorno con la costruzione di una comunità inclusiva che riconosce le diversità di ciascuno. E', infatti, ad un tempo, la prima comunità formativa dei futuri cittadini e un luogo importantissimo per la crescita e la costruzione dell'identità di ciascuna persona.
Così, le scuole favoriscono la costruzione dell'identità sociale e personale da parte dei bambini e dei ragazzi, il che comporta anche la scoperta del proprio orientamento sessuale. Il loro ruolo nell'accompagnare e sostenere queste fasi non sempre facili della crescita risulta decisivo, anche grazie alla capacità di interagire positivamente con le famiglie".
L'impegno contro gli atti omofobi deve essere una priorità per i docenti: "Le scuole, nello svolgere tale prezioso lavoro educativo ogni giorno, contrastano ogni forma di discriminazione, compresa l'omofobia".
Per questo "il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca intende supportare il lavoro dei docenti impegnati quotidianamente nella formazione dei propri alunni sulle problematiche relative a tutte le tipologie di discriminazione, in particolare, attraverso strumenti informativi presenti sul sito www.smontailbullo.it e assicurando un primo supporto a tutti i ragazzi, i docenti e le famiglie attraverso il numero verde 800.669.696".
L'invito ai docenti e dirigenti scolastici che abbiano già realizzato progetti o iniziative sul tema delle discriminazioni omofobiche, anche in collaborazione con Associazioni ed Enti del territorio, è quello di darne comunicazione al sito "Smonta il Bullo". "Iniziative e progetti segnalati dalle scuole saranno successivamente pubblicati in un apposito spazio del sito dedicato alle 'buone pratiche' che servirà a una riflessione corale delle scuole, anche nella prospettiva del confronto europeo su questi temi", fanno sapere dal ministero.
Un plauso all'iniziativa arriva dall'Arcigay: "La circolare - dice il presidente, Paolo Patané - rappresenta un atto fondamentale che ha in se stesso l'evidenza del suo grande spessore, laddove richiama la nostra Costituzione e la Carta dei diritti dell'Unione europea.
Mi sembra che sia rilevantissimo per tre ragioni: perché per la prima volta fa della giornata mondiale contro l'omofobia un tema che doverosamente deve vivere nelle scuole un teatro essenziale; perché dimostra che stare in Europa non può voler dire solo occuparsi di pareggio di bilancio; e perché offre alle scuole un riferimento preciso all'interno del Ministero nel contrasto al bullismo.
C'è poi il dato politico: un governo definito 'tecnico' ha avuto il coraggio di salire di livello e di ricollocare un tema di giustizia come quello del contrasto all'omofobia e del diritto alla realizzazione della propria personalità in un contesto chiave come quello scolastico, sottraendolo ai beceri conflitti ideologici e riconoscendogli finalmente dignità oggettiva.
Questo è l'orizzonte a cui guardiamo e su cui pretendiamo che i partiti che presto si confronteranno per il governo del Paese, dimostrino altrettanto spessore culturale e politico".
Soddisfatta Paola Concia, che ricorda di aver presentato una proposta di legge per l'istituzione di un osservatorio contro le discriminazioni e il bullismo presso il Miur (sottoscritto da circa cinquanta parlamentari bipartisan): "Sono felicissima e ringrazio sia il ministro che il sottosegretario Marco Rossi Doria, entrambi molti sensibili a questi temi. E' una svolta, dopo gli anni della Gelmini. L'omofobia si combatte con le leggi ma anche con l'educazione, tra i banchi di scuola".
Per Giacomo Guccinelli, responsabile Rete Giovani Arcigay, quello del ministero è "un utile investimento sulle generazioni future" perché contribuisce "alla diffusione e alla valorizzazione di una cultura del rispetto, dell'inclusione e della valorizzazione di ogni tipo di differenza in ambito scolastico".
fonte http://www.repubblica.it articolo di MARCO PASQUA
La Concia: "Quando era ministro la Gelmini non volle mai incontrarmi"
Un invito alle scuole a celebrare la giornata internazionale contro l'omofobia, in programma per il prossimo 17 maggio.
È il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, attraverso una circolare, a rivolgere un appello agli istituti italiani affinché partecipino attivamente alla giornata istituita nel 2007 dal Parlamento europeo.
"E' la prima volta che avviene qualcosa del genere", commenta Paola Concia, deputata del Pd.
"Siamo di fronte ad un atto fondamentale e rilevantissimo", dice soddisfatto Paolo Patané, presidente nazionale Arcigay. "Quando la Gelmini era ministro, cercai di parlarle del problema dell'omofobia a scuola, ma non accettò mai di incontrarmi", rivela oggi la Concia.
Un'iniziativa, questa del ministero, che rappresenta dunque una novità assoluta e si inserisce nell'ambito della campagna "Smonta il bullo". Lanciata nel 2007 per contrastare il fenomeno del bullismo tra i banchi scolastici (dall'allora ministro Giuseppe Fioroni), non aveva però una sezione specifica per l'omofobia, che è stata aggiunta nei mesi passati, su impulso di Profumo e del sottosegretario Marco Rossi Doria.
Tra i primi atti del ministero, subito dopo l'insediamento di Mario Monti, c'è stata l'istituzione di un gruppo di lavoro sulle Pari Opportunità, che ha messo all'ordine del giorno il tema dell'omofobia.
A ispirare il lavoro di questo team, le parole del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in occasione della giornata contro l'omofobia del 2011, si disse preoccupato "per il persistere di discriminazioni e comportamenti ostili nei confronti di persone con orientamenti sessuali diversi.
Si tratta di atteggiamenti che contrastano con i dettami della nostra Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali della Ue".
La circolare del direttore generale, Marcello Limina, datata 10 maggio, è indirizzata ai Dirigenti delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado.
"L'Unione Europea ha indetto per il 17 maggio di ogni anno - sottolinea il funzionario del ministero - la Giornata internazionale contro l'omofobia (risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile del 2007) ossia contro ogni forma di atteggiamenti pregiudiziali basati sull'orientamento sessuale. La giornata rispecchia i principi costitutivi sia dell'Unione Europea sia della Costituzione italiana: il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l'uguaglianza fra tutti i cittadini e la non discriminazione. Sono le condizioni che consentono alla società di promuovere l'inclusione di tutti e di ciascuno e di battersi contro ogni offesa alle persone".
Si evidenzia, a tale proposito, il ruolo fondamentale svolto dagli istituti scolastici: "La scuola si cimenta ogni giorno con la costruzione di una comunità inclusiva che riconosce le diversità di ciascuno. E', infatti, ad un tempo, la prima comunità formativa dei futuri cittadini e un luogo importantissimo per la crescita e la costruzione dell'identità di ciascuna persona.
Così, le scuole favoriscono la costruzione dell'identità sociale e personale da parte dei bambini e dei ragazzi, il che comporta anche la scoperta del proprio orientamento sessuale. Il loro ruolo nell'accompagnare e sostenere queste fasi non sempre facili della crescita risulta decisivo, anche grazie alla capacità di interagire positivamente con le famiglie".
L'impegno contro gli atti omofobi deve essere una priorità per i docenti: "Le scuole, nello svolgere tale prezioso lavoro educativo ogni giorno, contrastano ogni forma di discriminazione, compresa l'omofobia".
Per questo "il ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca intende supportare il lavoro dei docenti impegnati quotidianamente nella formazione dei propri alunni sulle problematiche relative a tutte le tipologie di discriminazione, in particolare, attraverso strumenti informativi presenti sul sito www.smontailbullo.it e assicurando un primo supporto a tutti i ragazzi, i docenti e le famiglie attraverso il numero verde 800.669.696".
L'invito ai docenti e dirigenti scolastici che abbiano già realizzato progetti o iniziative sul tema delle discriminazioni omofobiche, anche in collaborazione con Associazioni ed Enti del territorio, è quello di darne comunicazione al sito "Smonta il Bullo". "Iniziative e progetti segnalati dalle scuole saranno successivamente pubblicati in un apposito spazio del sito dedicato alle 'buone pratiche' che servirà a una riflessione corale delle scuole, anche nella prospettiva del confronto europeo su questi temi", fanno sapere dal ministero.
Un plauso all'iniziativa arriva dall'Arcigay: "La circolare - dice il presidente, Paolo Patané - rappresenta un atto fondamentale che ha in se stesso l'evidenza del suo grande spessore, laddove richiama la nostra Costituzione e la Carta dei diritti dell'Unione europea.
Mi sembra che sia rilevantissimo per tre ragioni: perché per la prima volta fa della giornata mondiale contro l'omofobia un tema che doverosamente deve vivere nelle scuole un teatro essenziale; perché dimostra che stare in Europa non può voler dire solo occuparsi di pareggio di bilancio; e perché offre alle scuole un riferimento preciso all'interno del Ministero nel contrasto al bullismo.
C'è poi il dato politico: un governo definito 'tecnico' ha avuto il coraggio di salire di livello e di ricollocare un tema di giustizia come quello del contrasto all'omofobia e del diritto alla realizzazione della propria personalità in un contesto chiave come quello scolastico, sottraendolo ai beceri conflitti ideologici e riconoscendogli finalmente dignità oggettiva.
Questo è l'orizzonte a cui guardiamo e su cui pretendiamo che i partiti che presto si confronteranno per il governo del Paese, dimostrino altrettanto spessore culturale e politico".
Soddisfatta Paola Concia, che ricorda di aver presentato una proposta di legge per l'istituzione di un osservatorio contro le discriminazioni e il bullismo presso il Miur (sottoscritto da circa cinquanta parlamentari bipartisan): "Sono felicissima e ringrazio sia il ministro che il sottosegretario Marco Rossi Doria, entrambi molti sensibili a questi temi. E' una svolta, dopo gli anni della Gelmini. L'omofobia si combatte con le leggi ma anche con l'educazione, tra i banchi di scuola".
Per Giacomo Guccinelli, responsabile Rete Giovani Arcigay, quello del ministero è "un utile investimento sulle generazioni future" perché contribuisce "alla diffusione e alla valorizzazione di una cultura del rispetto, dell'inclusione e della valorizzazione di ogni tipo di differenza in ambito scolastico".
fonte http://www.repubblica.it articolo di MARCO PASQUA
Lgbt Genova: Omofobia, Un corto di denuncia per la giornata internazionale del 17 maggio
La settimana che va dal 14 al 20 maggio 2012 è dedicata al ricordo delle vittime dell’omo/transfobia; ogni anno, infatti, durante la giornata del 17 maggio e per sette interi giorni, la comunità LGBT di tutto il mondo si impegna a mantenere vivo il ricordo delle persone morte a causa della follia di coloro che vedono nelle lesbiche, nei gay e negli individui transessuali o transgender un nemico da eliminare, perché non degno di stare su questa terra.
Ecco perché ho dedicato questo mio post ad un evento genovese – con annesso documentario breve – che il 18 maggio 2012 alle ore 17:45 (presso la sala del Munizioniere) la Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura:
http://www.palazzoducale.genova.it/
ha organizzato al fine di discutere con la cittadinanza attiva del capoluogo ligure di violenza verbale e fisica, discriminazione, diritti negati ed emarginazione sociale delle cittadine e dei cittadini gay, lesbiche e trans.
L’incontro si avvale della presenza di tre persone fra le più preparate, nel panorama culturale e civile italiano, in merito alle questioni relative al reato di omo/transfobia, ancora non riconosciuto nel nostro Paese ovvero il legale della Rete Lenford Francesco Bilotta, lo psichiatra Vittorio Lingiardi e la filosofa Nicla Vassallo.
Il video è un corto di poco più di otto minuti intitolato Disgusto o umanità? Contro l’omofobia in cui alcune ed alcuni esponenti della cultura italiana ed internazionale si interrogano sul perché le violenze di stampo omo/transfobico siano collegate in modo assai stretto al concetto di disgusto.
E così la filosofa Martha C. Nussabaum, autrice del libro Disgusto e umanità.
L’orientamento sessuale di fronte alla legge – edito da Il Saggiatore – nell’introdurre le e gli ospiti del video, spiega che da troppo tempo ormai in tutto il mondo i vari governi nazionali hanno basato le loro azioni civili e sociali sulla cosiddetta politica del disgusto, che induce le persone a riversare sul modo LGBT in genere “il disagio che prova per il proprio corpo e la propria sessualità”; con il passare del tempo ciò ha comportato un lento ma inesorabile annientamento della nostra umanità nel senso più profondo del termine ovvero quell’insieme di sentimenti positivi che ci pongono nella condizione di comprendere chi è altra o altro da noi e di accoglierne le rispettive identità.
Ciò può avvenire solo se l’eguaglianza – prima di tutto di fronte alla legge – il rispetto e l’immedesimazione vengono messi al primo posto, al fine di abbandonare in modo progressivo quel disgusto programmatico che ha trasformato le nazioni cosiddette civili in tanti ricettacoli di paura, d’odio e di violenza.
Su questi ed altri temi scottanti per l’umana società odierna – come i diritti civili negati alle persone LGBT – hanno detto le loro anche Lella Costa, Ascanio Celestini, Stefano Rodotà, Vittorio Lingiardi e Nicla Vassallo, le cui parole di speranza per l’immediato futuro hanno abbracciato ogni campo d’azione in cui la cittadinanza di tutte le parti del mondo può cominciare ad operare in prima persona affinché quell’insieme di soprusi, verbali e fisici, abbia a terminare proprio a partire da una sorta di rieducazione omosentimentale che non veda più discriminati i soggetti LGBT sui luoghi di lavoro, in famiglia e nell’ambito delle comunità umane in cui vivono e amano.
Guai a coloro che pretendono di indirizzare le preferenze sessuali di chicchessia in nome di quel disgusto o di qualunque altro principio assolutistico che vada contro l’autodeterminazione delle donne e degli uomini; nessuna legge dovrebbe opporsi alla libera circolazione delle idee e degli individui, anche di coloro che non abbracciano l’orientamento sessuale che la società ha voluto normare e, anzi, una nazione che voglia dirsi davvero civile dovrebbe intervenire con un corpus di leggi che protegga chi non rientra in quella fallace norma precostituita.
Occorre abbandonare per strada la volontà di fare paura alle minoranze di ogni tipo, di usare loro violenza e di emarginarne il diritto ad amare. Lo impone quella civiltà che, di volta in volta, uomini e donne di qualsiasi latitudine sciorinano in lungo e in largo, salvo poi operare dei discrimini a seconda del gruppo di persone che hanno in odio.
“Combatti lo stress da minoranza! – afferma il professor Lingiardi nel corto – perché non c’è bisogno di essere una camera per essere infestati dai fantasmi”; pertanto, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, che si celebra ogni anno in tutto il mondo, propongo a tutte le persone che sono dominate dai propri spiriti mentali di guardare più volte il corto ideato dalla Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura come farebbero con una qualsiasi terapia medica per curare un certo disturbo.
Perché l’omofobia è una malattia sociale assai pericolosa e coloro che ne sono affetti possono nuocere anche a te.
Chi è omofobo distrugge anche te. Digli di smettere. Lidia Borghi
fonte http://www.cortometraggiblog.it
Ecco perché ho dedicato questo mio post ad un evento genovese – con annesso documentario breve – che il 18 maggio 2012 alle ore 17:45 (presso la sala del Munizioniere) la Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura:
http://www.palazzoducale.genova.it/
ha organizzato al fine di discutere con la cittadinanza attiva del capoluogo ligure di violenza verbale e fisica, discriminazione, diritti negati ed emarginazione sociale delle cittadine e dei cittadini gay, lesbiche e trans.
L’incontro si avvale della presenza di tre persone fra le più preparate, nel panorama culturale e civile italiano, in merito alle questioni relative al reato di omo/transfobia, ancora non riconosciuto nel nostro Paese ovvero il legale della Rete Lenford Francesco Bilotta, lo psichiatra Vittorio Lingiardi e la filosofa Nicla Vassallo.
Il video è un corto di poco più di otto minuti intitolato Disgusto o umanità? Contro l’omofobia in cui alcune ed alcuni esponenti della cultura italiana ed internazionale si interrogano sul perché le violenze di stampo omo/transfobico siano collegate in modo assai stretto al concetto di disgusto.
E così la filosofa Martha C. Nussabaum, autrice del libro Disgusto e umanità.
L’orientamento sessuale di fronte alla legge – edito da Il Saggiatore – nell’introdurre le e gli ospiti del video, spiega che da troppo tempo ormai in tutto il mondo i vari governi nazionali hanno basato le loro azioni civili e sociali sulla cosiddetta politica del disgusto, che induce le persone a riversare sul modo LGBT in genere “il disagio che prova per il proprio corpo e la propria sessualità”; con il passare del tempo ciò ha comportato un lento ma inesorabile annientamento della nostra umanità nel senso più profondo del termine ovvero quell’insieme di sentimenti positivi che ci pongono nella condizione di comprendere chi è altra o altro da noi e di accoglierne le rispettive identità.
Ciò può avvenire solo se l’eguaglianza – prima di tutto di fronte alla legge – il rispetto e l’immedesimazione vengono messi al primo posto, al fine di abbandonare in modo progressivo quel disgusto programmatico che ha trasformato le nazioni cosiddette civili in tanti ricettacoli di paura, d’odio e di violenza.
Su questi ed altri temi scottanti per l’umana società odierna – come i diritti civili negati alle persone LGBT – hanno detto le loro anche Lella Costa, Ascanio Celestini, Stefano Rodotà, Vittorio Lingiardi e Nicla Vassallo, le cui parole di speranza per l’immediato futuro hanno abbracciato ogni campo d’azione in cui la cittadinanza di tutte le parti del mondo può cominciare ad operare in prima persona affinché quell’insieme di soprusi, verbali e fisici, abbia a terminare proprio a partire da una sorta di rieducazione omosentimentale che non veda più discriminati i soggetti LGBT sui luoghi di lavoro, in famiglia e nell’ambito delle comunità umane in cui vivono e amano.
Guai a coloro che pretendono di indirizzare le preferenze sessuali di chicchessia in nome di quel disgusto o di qualunque altro principio assolutistico che vada contro l’autodeterminazione delle donne e degli uomini; nessuna legge dovrebbe opporsi alla libera circolazione delle idee e degli individui, anche di coloro che non abbracciano l’orientamento sessuale che la società ha voluto normare e, anzi, una nazione che voglia dirsi davvero civile dovrebbe intervenire con un corpus di leggi che protegga chi non rientra in quella fallace norma precostituita.
Occorre abbandonare per strada la volontà di fare paura alle minoranze di ogni tipo, di usare loro violenza e di emarginarne il diritto ad amare. Lo impone quella civiltà che, di volta in volta, uomini e donne di qualsiasi latitudine sciorinano in lungo e in largo, salvo poi operare dei discrimini a seconda del gruppo di persone che hanno in odio.
“Combatti lo stress da minoranza! – afferma il professor Lingiardi nel corto – perché non c’è bisogno di essere una camera per essere infestati dai fantasmi”; pertanto, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia, che si celebra ogni anno in tutto il mondo, propongo a tutte le persone che sono dominate dai propri spiriti mentali di guardare più volte il corto ideato dalla Fondazione Palazzo Ducale per la Cultura come farebbero con una qualsiasi terapia medica per curare un certo disturbo.
Perché l’omofobia è una malattia sociale assai pericolosa e coloro che ne sono affetti possono nuocere anche a te.
Chi è omofobo distrugge anche te. Digli di smettere. Lidia Borghi
fonte http://www.cortometraggiblog.it
Iscriviti a:
Post (Atom)