venerdì 30 settembre 2016

Lgbt: "Sognando Pechino" di Marco Cubeddu, partecipante alla quinta edizione dell'adventure game

Questo pezzo è uscito su La lettura del Corriere della sera, che ringraziamo.
Articolo di Marco Cubeddu(in foto)

“Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo fai e quando lo ricordi”.
Questa frase – di volta in volta attribuita a Sognatriceinviaggio77 o a MarcoPolo68 sui siti di miriadi agenzie di viaggio – benché suggestiva, sdolcinata e corriva si presta perfettamente a descrivere la triplice natura di Pechino Express.

Ho avuto la fortuna di prendere parte alla quinta edizione di questo adventure game e, parafrasando l’anonimo aforisma, penso che questo viaggio attraverso le “civiltà perdute” di Colombia, Guatemala e Messico, con le sue tre vite, finirà col cambiare per sempre la mia.

Quando lo sogni (prima di sognarlo)

A dire il vero, il folle carrozzone sudamericano di Pechino Express per me è cominciato tre anni fa, in India.

Siamo a fine 2013, e un settimanale di moda mi manda a seguire il lancio dell’ultima fragranza di Bulgari. Come a un editore sia venuto in mente di mandare proprio me a un evento del genere è una storia nella storia legata al possesso di diversi calendari Pirelli, che prima o poi racconterò.

Fatto sta che, nell’unico pomeriggio libero da eventi mondani affollati di lanciatrici di petali di rosa ed elefanti misteriosamente addestrati a barrire all’unisono, mi ritrovo nella crepuscolare Pink City di Jaipur: unico estraneo di un gruppo di rodate giornaliste dei più importanti periodici di moda del mondo. Che, contrariamente a quanto temessi, invece di sbranarmi, mi adottano. Sistemandomi il papillon dello smoking alle feste, suggerendomi le domande da fare al mastro profumiere (“Sbaglio o è proprio un bouquet di osmanto quello che sento, magari con un afrore di albicocca e cuoio?”) o, come quel pomeriggio, riempiendomi di raccomandazioni materne: “Non toccare le scimmie. Non toccare le mucche. Non toccare i venditori di bidi…”

Alla fine, affamato e bastian contrario, approfittando di un momento di distrazione delle mie mamme adottive, mi lascio sedurre da un venditore ambulante di polpette di montone che frigge le sue leccornie su una lamiera arrugginita modellata a padella.

Scacciando il sospetto che l’olio in cui immerge le polpette estratte da un sacchetto di plastica possa essere quello dei motori dell’officina accanto, mando giù quella rovente poltiglia mugolando di piacere, conquistandomi il commento di Susanna, inviata di Vogue, un po’ disgustata, un po’ ammirata: “Saresti perfetto per Pechino Express!”
In quel momento non so ancora di cosa si tratti, ma l’idea mi si conficca nel cervello: è la prima volta che qualcuno dice che sono perfetto per qualcosa...

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fonte: http://www.minimaetmoralia.it/wp/sognando-pechino/

giovedì 29 settembre 2016

Lgbt: Il regista Peter Greenaway con il film "Nightwatching" sarà presente al Cinema Odeon a Firenze il 5 novembre

Sabato 5 Novembre ore 21, il grande regista inglese PETER GREENAWAY sarà all'Odeon per incontrare il pubblico, per una grande serata in occasione dell'uscita in sala e in home video del suo film NIGHTWATCHING. L'appuntamento è in collaborazione con CG Entertainment e Lo Scrittoio

Arte, complotti e cospirazioni. Il Capolavoro che svelò al mondo la verità. Un dramma ironico in costume sul pittore Rembrandt e La Ronda di notte (The Night Watch), il suo più celebre dipinto, che gli procurò fama e rovina al tempo stesso. 1642: il celebre pittore olandese Rembrandt (Martin Freeman) accetta, a seguito delle insistenze della moglie Saskia, di ritrarre la Milizia civica di Amsterdam in un quadro, che sarà conosciuto ai posteri come "La ronda di notte". Mentre sta dipingendo, però, il pittore intuisce che gli uomini della Milizia stanno complottando qualcosa…

"Ci sono quattro concetti che ruotano intorno a Rembrandt che sono stati per me sorgente per realizzare Nightwatching: denaro, sesso, cospirazione e pittura. La prima domanda è sociale, la seconda voyeuristica, la terza intellettuale e la quarta filosofica e, sebbene il pubblico generale potrebbe non vederla come tale, l’ultima domanda è la più importate. Come è stato possibile che un pittore così straordinariamente ricco e rispettato per metà della sua vita, abbia potuto morire nell’indigenza? Che cosa fa in realtà la pittura? Potremmo porci la stessa domanda per quanto riguarda il cinema. Che cosa fa in realtà il cinema?". Peter Greenaway

PAGINA FB PER INFO Cinema Odeon Firenze
Biglietto unico: 10 euro
fonte: https://m.facebook.com/CinemaOdeonFirenze/?ref=bookmarks

martedì 27 settembre 2016

Lgbt: La prima modella trans sulla cover di Harper’s Bazaar

Dall’esilio al ritorno trionfale. Storia di Tracey Africa Norman, la prima modella transgender sulla cover di Harper’s Bazaar

La notizia è una. Anzi due. La prima è che Harper’s Bazaar ha ospitato, per la prima volta, una modella trans sulla sua copertina. La modella è Tracey Africa Norman e sarà una delle nove modelle protagoniste (tra cui anche un’altra modella transgender: Geena Rocero) di un progetto condotto da Christopher Sollinger che troverà la sua luce proprio sulla copertina dell’edizione indiana del magazine.

La seconda notizia è che questa cover è stata attesa per quasi 30 anni. Non stiamo parlando dell’attesa del magazine, quanto di quella di Tracey che, dopo aver iniziato la sua carriera nel mondo del fashion negli anni ’80, ne è uscita bruscamente con un’interruzione che lei riconduce proprio al suo coming out avvenuto durante uno shooting fotografico.

Ed è proprio la sua storia, quella di un rise and fall rapidissimo di una delle prime modelle trans della storia (scoperta da Irving Penn sulle pagine di Vogue Italia) è stata raccolta dal magazine The Cut che ha convinto Sollinger a chiamarla all’interno del suo progetto. Tracey, che comparirà sulla cover di Harper’s Bazaar India, è solo l’ultima delle transfaboulous della storia della moda. Nella nostra gallery abbiamo elencato alcune tra quelle che stanno giocando il ruolo di game-changer nel mondo del fashion globale.
fonte: www.vogue.it

Lgbt: Parte il nuovo servizio di "Consulenza endocrinologica" offerto dallo Sportello Trans di Ala Milano Onlus

Lo Sportello Trans di Ala Milano Onlus, fin dalla sua fondazione nel 2009, ha offerto un servizio rivolto alle persone transessuali e transgender di accoglienza, ascolto, orientamento, accompagnamento, ma anche tutela, supporto e difesa.

Lo Sportello Trans, sempre in evoluzione e al passo con le difficoltà che ancora oggi le persone transessuali e transgender si trovano ad affrontare, inaugura un nuovo servizio: la “consulenza endocrinologica” per monitorare la terapia ormonale e raggiungere un buon equilibrio psicofisico.

Le consulenze si svolgeranno presso la sede di ALA Milano Onlus in via Pietro Boifava 60/A (zona piazza Abbiategrasso, raggiungibile con MM Verde capolinea Abbiategrasso, Tram 3 e 15) e saranno erogate a persone transessuali e transgender italiane e straniere in possesso di documenti regolari.

Per informazioni e appuntamenti scrivere a:
info@sportellotransalamilano.it
oppure telefonare da lunedì a venerdì dalle ore 9:30 alle ore 19:00
al numero 3777079633.
fonte: http://www.sportellotransalamilano.it/