giovedì 2 agosto 2012

Lgbt: Ornella Muti “Mia figlia Naike bisessuale? L’hanno massacrata”

L’attrice italiana Ornella Muti ha rilasciato un’intervista al settimanale A parlando della sua vita privata e della sua carriera. L’attrice si è soffermata anche su sua figlia Naike Rivelli che recentemente ha ammesso la propria bisessualità.

Queste sono le dichiarazioni della Muti che difende sua figlia:
L’hanno massacrata la mia Naike, perché deve importare con chi vado a letto? In Italia tutto diventa gossip e c’è una arretratezza culturale.

Riguardo la sua storia d’amore con il compagno Fabrice Kerhervè, molto più giovane di lei, Ornella Muti afferma:
Non mi piace il termine toyboy, ma è vero che ho amato e amo uomini più giovani di me, cerco una complicità, non solo sessuale. Sto con un compagno che amo moltissimo, ci vediamo poco, mi piace lasciargli spazio, non mi ha mai divertito portare i pantaloni. Il matrimonio, la fiaba, è il sogno che noi donne accarezziamo per tutta la vita.
fonte http://www.gayprider.com Photo Credits | Getty Images

Lgbt: Cassazione "No all'outing, tranne se "di pubblico interesse"

Rivelare l'orientamento sessuale di una persona a mezzo stampa senza il suo consenso, ne viola la privacy, tranne nei casi in cui la notizia non sia di pubblico interesse.

Rivelare l'orientamento sessuale di un privato cittadino sui mezzi di informazione senza ils uo consenso è vietato, a meno che non si tratti di casi di "pubblico interesse" .


Lo ha stabilito la Corte di Cassazione esprimendosi sul caso di un articolo apparso su un quotidiano di Ancona che rivelava l'orientamento omosessuale di un uomo, pur mantenendo l'anonimato.

La condanna, quindi, non riguarda l'outing di per sé, ma solo quando colpisce privati cittadini e la cosa non riveste carattere di "pubblico interesse".

La Corte, infatti, giudica l'omosessualità come "una situazione di fatto riconducibile alle scelte di vita privata" di una persona e, quindi, "non ha alcun rilievo sociale", per cui non vale invocare il diritto di cronaca.

Così gli ermellini hanno annullato con rinvio una sentenza con cui il gup di Ancona aveva prosciolto "perché il fatto non sussiste" il direttore di un periodico locale dall'accusa di omesso controllo di a un articolo in cui si raccontava di un uomo che si era visto addebitare la separazione perché aveva una relazione gay.

La Suprema Corte (per la precisione la quinta sezione penale, con sentenza n.30369) ha accolto il ricorso della parte civile, secondo la quale la reputazione dell'uomo era stata lesa dall'articolo in questione.

Seppure in nessun passaggio dello scritto, infatti, veniva rivelato il nome dell'interessato, l'uomo risultaca comunque identificabile.

"Ai fini dell'individuabilità dell'offeso - si legge nella sentenza depositata oggi - non occorre che l'offensore ne indichi espressamente il nome, ma è sufficiente che l'offeso possa venire individuato per esclusione in via deduttiva, tra una categoria di persone, a nulla rilevando che in concreto l'offeso venga individuato da un ristretto numero di persone".

L'articolo, osservano i giudici, "potrebbe aver violato, ad un tempo, la privacy della persona offesa e, attraverso tale violazione, la reputazione della stessa". Adesso il caso torna al giudice del tribunale di Ancona che dovrà riesaminare il caso.
fonte http://www.gay.it/

Libri lgbt: "Olimpiadi. L'imposizione di un sesso" di Elisa Virgili

Le Olimpiadi sono un trionfo dello sport e, per usare le parole di de Coubertin, un incontro con la storia.

Sono anche un trionfo della fisicità e di muscoli guizzanti: oltre che di prodezze atletiche in questi giorni godremo di visioni di bellezze femminili e maschili che, chissà, faranno volare le fantasie.

Maschile e femminile, dicevamo: nei Giochi Olimpici, ma in tutte le discipline sportive, si tratta di una divisione ben netta. Su questa divisione si muove il bel saggio di Elisa Virgili dal titolo Olimpiadi. L’imposizione di un sesso, pubblicato dalla casa editrice Mimesis nella collana LGBT. Studi sull’identità di genere e l’orientamento sessuale diretta da Francesco Bilotta.

Virgili parte da un caso ben noto: la vicenda di Caster Semenya che, con un tempo incredibile, vinse l’oro ai Campionato Mondiali di Berlino del 2009. Ma l’interesse di tutti era sapere se Caster fosse maschio o femmina.

Il saggio di Elisa Virgili, studiosa di Gender Studies e Filosofia Politica, si articola in due sezioni, interessanti e allusive fin dal titolo: Vuoi vedere cosa c’è sotto? e Cosa c’è dietro.

Nella prima parte si analizza a fondo il caso di Caster Semenya. Il titolo è mutuato da una risposta della stessa atleta:
“Vuoi vedere cosa c’è qui sotto?” è la risposta di Caster Semenya al benzinaio di Città del Capo che vedendola entrare nel bagno delle donne aveva avuto qualcosa da ridire. Sembra una frase qualsiasi, una frase fatta. Ma proprio in quanto tale porta con sé una quantità di significati sottesi, rivelando un immaginario di riferimento per nulla neutro.

Dopo aver affrontato da più punti di vista la vicenda di Semenya, Elisa Virgili affronta quello che c’è a monte (o dietro, per riprendere il titolo della sezione): dalla nascita dei Gender Studies, alla Queer Theory; analizza la questione sex/gender per poi parlare di quello che c’è tra i due sessi o al di là di essi.

Come si può costruire un maschio, costruire una femmina? È un dato naturale che ci siano i maschi e ci siano le femmine, così dio li creò e così è per natura. Ma ci sono dei corpi, e non sono nemmeno così pochi, che evidentemente sfuggono al dettame divino e a quello naturale, sono i corpi intersessuati, corpi che hanno caratteristiche di entrambi i sessi. Queste persone però, invece di essere valorizzate nella loro particolarità, come nella mitologia che per prima le ha descritte, vengono ora costrette a essere femmine o maschi.

Oltre a Semenya, in Olimpiadi. L’imposizione di un sesso sono presenti altri esempi, come Herculin Barbin (1838-1868)
vittima di questo dispositivo biopolitico che impone di assumere uno dei due sessi. La chiesa, le medicina, la famiglia, il collegio, le hanno chiesto di scegliere di essere maschio o femmina, una scelta a cui lei non si è opposta, ma che l’ha portata al suicidio.

E conclude Virgili:
Si comincia a capire in modo più chiaro come anche il sesso possa essere costruito. Questo accade anche per chi ha un corpo da maschio o da femmina ma non si sente adatto al corpo in cui è nato e decide allora di ricostruirlo, come nel caso dei transessuali.

Un saggio veramente illuminante e ben condotto che vale la pena di leggere durante queste Olimpiadi.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo

Lgbt: Addio Gore Vidal, scrittore gay che sdoganò l'omosessualità

Fu il primo ad usare la parola "gay" in un libro e con il suo "La statua di sale", che parlava di omosessualità, scandalizzò gli Usa.
Visse 30 anni in Italia con il suo compagno.

Gore Vidal, l'enfant terrible della cultura americana, il grande scrittore che a 22 anni scandalizzò gli Stati Uniti con il suo romanzo dichiaratamente omosessuale, che diventò un bestseller, "La statua di sale", è morto ieri a 86 anni nella sua casa di Hollywood Hills, a Los Angeles, per le complicazioni di una polmonite.

Drammaturgo, sceneggiatore di film di successo come "Improvvisamente l'estate scorsa" di Joseph L. Mankiewicz e "Ben-Hur" di William Wyler, lo scrittore aveva tentato più volte, ma con scarso successo, anche di candidarsi in politica.

Nato il 3 ottobre del 1925 a West Point, Gore Vidal, pseudonimo di Eugene Luther Gore Vidal, non appena inizia la sua carriera letteraria, sceglie come nome il cognome del nonno materno Thomas P. Gore, senatore democratico dello stato dell'Oklahoma.

Nel 1943 si arruola come riservista nell'esercito degli Stati Uniti. Per circa trent'anni vive in Italia, prima a Roma e poi nella sua villa La Rondinaia a Ravello, in costiera amalfitana, venduta alla morte, nel 2005, del compagno di una vita, Howard Austen. Apprezzato più come saggista che come narratore, fra i suoi libri più noti, molti pubblicati in Italia da Fazi editore, L'età dell'oro, Palinsesto, Burr, Navigando a vista, Una nave che affonda. Federico Fellini lo chiamò per interpretare se stesso in "Roma".

Gore Vidal è stato il primo ad usare la parola 'gay' in un suo romanzo, 'Gym'. Era la prima volta che si usava un nome non offensivo per descrivere gli omosessuali e l'omosessualità - ricorda Franco Grillini -. Come nel suo capolavoro, "La statua di sale", dove si parla dell'omosessualità come normalità''.

Gore Vidal, da sempre progressista e impegnato in politica con i democratici (era parente diretto di Al Gore) e feroce critico di Bush e del bushismo - ricorda ancora Grillini - ha contribuito in modo determinante in letteratura e nella vita a sconfiggere stereotipi e pregiudizi sull'omosessualità''.

''Le minoranze infatti hanno sempre avuto enormi difficoltà a raccontarsi, a trasformare la loro vita in una narrazione che poteva essere condivisa anche da tutti. Gore Vidal - conclude Grillini - ci ha regalato opere straordinarie che escono dallo stereotipo di un vetusto eterosessismo per mostrarci altri mondi, che poi sono gli stessi mondi che frequentiamo tutti ogni giorno''.
fonte http://www.gay.it/

Lgbt Sardegna: «Troppi gay in hotel: voto 2,5», polemica per un post su booking.com l'assessore al turismo Luigi Crisponi diffida sito

Una coppia milanese non ha gradito la presenza di gay nel 4 stelle sardo dove trascorreva le vacanze e lo ha bocciato con un pessimo voto su booking.com, il sito di prenotazione degli alberghi on line.

L’assessore Crisponi diffida sito: il giudizio scorretto, in Sardegna tutti i turisti sono benvenuti

La Sardegna? Una regione “gay friendly”, o meglio “tourist friendly”.
Che non accetta sulla sua terra nessun tipo di discriminazione.

Parole dell'assessore regionale del Turismo Luigi Crisponi, che ha inviato ieri una lettera di diffida al colosso delle prenotazioni on-line booking.com, sul quale è comparso un commento decisamente poco politically correct su un hotel a quattro stelle del nord est della Sardegna.

Parole postate lo scorso 10 luglio da una coppia milanese, corredate con un bel 2,5 di voto che abbassa notevolmente la seguitissima media del sito, che influenza (e non poco) le prenotazioni.

Ma a far imbufalire Crisponi non è tanto il votaccio («Ci sta _ spiega _ se riguarda i servizi offerti, anche se molte volte leggiamo motivazioni veramente surreali») ma ciò che ha causato il «disgusto» dei due turisti: «Il personale di servizio estremamente scortese sin dall'inizio mi ha subito fatto intuire lo spirito dell'hotel _ scrive la giovane coppia. Preferenza per coppie gay che spopolavano nella hall dell'albergo come rondini a primavera. La Sardegna offre molto meglio».

«Ci ha stupito e indignato leggere queste parole – spiega l’assessore Crisponi –. Stupito perché noi monitoriamo quotidianamente i principali portali turistici. E conosciamo booking.com come sito serissimo e normalmente molto attento.

Ci sembra incredibile dunque che, ferma restando la libertà decisionale del portale nel pubblicare le recensioni, anche negative, degli utenti, abbiamo integralmente ospitato un commento offensivo ed eticamente scorretto. Come lo è qualunque commento discriminatorio nei confronti di qualsiasi genere di utente».


«Ci hanno indignato poi le parole dei due turisti, oltretutto una giovane coppia che si presume dovrebbe essere più aperta culturalmente. Parole che macchiano il profondo senso di ospitalità dell'isola.

Che accoglie tutti come graditi ospiti, quali che siano i loro orientamenti sessuali, che certo non ci riguardano. E men che mai ci scandalizzano».

Da qui l'invito dell'assessore che ha chiesto al sito turistico di «rimuovere informazioni discriminatorie verso la dignità degli individui e la loro libertà di orientamento sessuale, nonché lesive nei confronti delle strutture ricettive che li accolgono».

«Posso dire senza tema di essere smentito che siamo una regione gay friendly, o meglio una regione tourist friendly.

E che chiunque viene da noi verrà trattato con rispetto e senza discriminazione alcuna.
E non permetteremo a nessuno di dare un’immagine diversa della nostra isola».

fonte http://lanuovasardegna.gelocal.it/ di Giovanni Bua

mercoledì 1 agosto 2012

Lgbt: A Verona non sei sola/o, il SAT come accoglienza dei transessuali/transgender del Veneto

Da una città notoriamente conservatrice e chiusa come Verona, dove gli episodi di violenza ai danni delle minoranze si fanno spesso sentire, non c’era da aspettarselo.

Eppure dal 4 Novembre è attivo lo sportello Servizio Accoglienza Trans presso il Circolo GLBTQE (gay-lesbico-bisessuale-trans-queer-etero) Pink, in via Scrimiari 7.

Un esempio unico di apertura verso una realtà per molti sconosciuta e discriminata. Abbiamo rivolto qualche domanda a Laurella Arietti e Laura Sebastio, sportelliste e consulenti.

Il SAT è il primo sportello di accoglienza trans del Veneto, come nasce? Di chi è stata l’idea? Da quale esigenza?


Il Servizio Accoglienza Trans del Circolo Pink di Verona è il primo servizio nel suo genere non solo nel Veneto ma su tutto il territorio nazionale.

In Italia, sono oramai alcuni i servizi di consultorio per la transizione, che dispongono di équipe di psicologi ed endocrinologi e si avvalgono di protocolli d’intesa con ospedali per eventuali operazioni di riattribuzione chirurgica sessuale (ad esempio, il MIT Bologna e SPOT Circolo Maurice Torino).

La caratteristica del SAT Pink è quello di accogliere la persona, che alle volte può essere un* trans o, come nella maggioranza delle situazioni, una persona che cerca di capirsi e inizia una ricerca con il supporto delle/gli sportelliste/i del servizio. A volte, si tratta invece di familiari o amici di persone trans che cercano supporto per capirle/aiutarle.

Questo servizio nasce nel 2005, quando al Circolo Pink iniziarono ad arrivare persone transessuali che poterono trovare uno spazio nella città di Verona che fosse aperto a tutti, soprattutto a chi presentava delle problematiche legate all’identità di genere.

Si iniziò con Transgender-Pink, attività di accoglienza che si teneva tutti i venerdì dalle 18.30 alle 20.30, che si tramutò ben presto in un gruppo di mutuo aiuto, coordinato prevalentemente da una donna trans (Laurella Arietti, responsabile del Transgender Pink del Circolo Pink), coadiuvata a turno da altre trans.
Contemporaneamente, il Transgender Pink ha organizzato alcuni appuntamenti culturali per la divulgazione della tematica transessuale.

Sono stati organizzati anche convegni sull’inserimento lavorativo per le persone trans, con la partecipazione di sindacati come CGIL, FIOM CGIL.
La sede del Pink ha ospitato mensilmente degli eventi aperti alla cittadinanza sulle tematiche trans.

Negli anni è cresciuta l’esigenza che la problematica trans fosse patrimonio di tutta l’organizzazione del Circolo Pink. Di conseguenza è nata anche la necessità di offrire servizi qualificati, non più gestiti da una singola persona, ma da un gruppo che avesse seguito degli adeguati corsi di formazione, col coinvolgimento anche di psicologhe/i, educatrici/ori, studenti, lavoratori/e, persone transessuali attiviste e chiunque esprimesse il desiderio di avvicinarsi a questa tematica: questa è stata la base dell’attuale Servizio Accoglienza Trans.

Per quanto il Transgender Pink cercasse di rispondere alle richieste e ai bisogni delle persone trans, si è ritenuto opportuno ad un certo punto pensare ad uno servizio maggiormente strutturato, che potesse avvalersi della presenza di un maggior numero di persone con diverse competenze e professionalità. Il Circolo Pink ha dunque deciso di organizzare un articolato percorso formativo, con il sostegno e la partecipazione di professionisti/e e attivisti/e del MIT di Bologna e del Circolo Maurice di Torino. Il corso ha visto la partecipazione di circa venti persone delle quali alcune (una decina) hanno deciso di impegnarsi nell’attivazione del servizio. L’esigenza dalla quale nasce il servizio è la stessa esigenza del Transgender Pink, cioè la creazione di un punto di riferimento per persone trans che vogliano informazioni, sostegno, ascolto, occasioni di socialità. Inoltre, il servizio si propone di promuovere cultura e informazione sulla tematica trans sul territorio.

Il servizio è l’unico riferimento del genere in tutto il Triveneto che, nonostante la vigente legislazione in materia che permette la riattribuzione chirurgica del sesso, non ha creato nel tempo nessun servizio o sportello dedicato alla delicata condizione esistenziale delle persone trans.

Ci sono stati ostacoli particolari per la realizzazione di questa iniziativa in una città come Verona? Quale è stata la reazione dei cittadini, ostilità o curiosità ed apertura?

Per ora non abbiamo ricevuto nessuna manifestazione di ostilità. Dopotutto la nostra attività non è particolarmente visibile poiché per il momento è costituita essenzialmente di colloqui individuali. Durante l’inaugurazione, che ha avuto come madrina Vladimir Luxuria, il Pink era strapieno di gente, il clima era gioioso e la presenza di giornaliste sensibili ha prodotto dei buoni articoli sulla stampa locale.

Quali sono i servizi offerti dallo sportello SAT e verso chi sono rivolti? C’è un orario prestabilito a cui rivolgersi o bisogna fissare un appuntamento? Chi si occupa di dare assistenza e accoglienza? Quante persone? Tutte transessuali? È offerto anche un supporto psicologico?

Offriamo innanzitutto ascolto: sembra scontato ma per alcune persone trans è una delle poche occasioni, se non l’unica, in cui possono parlare di ciò che sentono senza timore di essere giudicate. Ci sono inoltre alcune psicologhe di riferimento con le quali abbiamo stipulato una convenzione (che comprende due incontri gratuiti e, in seguito, una tariffa calmierata) che vengono contattate in caso ci sia una richiesta esplicita di sostegno psicologico da parte della persona che viene al servizio. Diamo informazioni sull’iter di transizione, sui servizi disponibili e, in caso ci sia una richiesta in tal senso, inviamo la persona al MIT di Bologna per cominciare la transizione. Organizziamo anche occasioni di socialità, intrattenimento e festa presso la nostra sede. Lo sportello è aperto dalle 19 alle 21 tutti i mercoledì (siamo chiusi in Agosto). Non è necessario telefonare prima se si viene in orario di apertura, è necessario contattarci prima via mail o telefono se si vuole fissare un incontro al di fuori di tale orario. Chi viene allo sportello trova due persone del SAT pronte all’ascolto. A partire da questo primo colloquio e accoglienza, se il caso lo permette diamo risposte e/o inviamo la persona ai nostri contatti (MIT, psicologhe ad esempio), nel caso di richieste più complesse o che richiedono tempi lunghi, condividiamo col gruppo e valutiamo di volta in volta come gestire le richieste.

Il servizio però si pone anche come propulsore di attività culturali, formative e informative sulla questione del transessualismo. Tra le iniziative più interessanti c’è da segnalare un convegno che stiamo organizzando per il 18 ottobre con l’Università degli studi di Verona-Facoltà di medicina dal titolo ‘Dalla scoperta di sé alla transizione, il percorso medico/psicologico per le persone transessuali e trasgender.

Rispetto alla composizione del gruppo, il nostro servizio ha una particolarità rispetto ad altri servizi del genere: su 13 persone attive solo tre sono trans. Ciascuno di noi ha motivazioni personali e/o politiche per appartenere a questo gruppo. Ovviamente partiamo tutti da una visione fluida della sessualità e dell’appartenenza di genere e ci definiamo in ricerca. Azzardo che forse è un segno dei tempi: siamo tutti sulla trentina eccetto tre persone e forse solo qualche anno fa si riteneva che la questione dell’appartenenza di genere interessasse solo le persone transessuali e transgender. Certamente loro vivono in prima persona in coerenza con se stessi/se stesse la propria identità di genere in un contesto sociale che tende ancora ad escluderle, ma in fondo crediamo che la questione dell’appartenenza di genere, al di là del binarismo genderista e eterosessista, riguardi tutti.

Chi si rivolge a voi? Quali sono le maggiori difficoltà che una persona transgender/transessuale deve affrontare? consigliereste ad un giovane con problematiche legate all’identità di genere di rivolgersi al SAT? Perché? L’anonimato e la riservatezza sono garantiti?


Si rivolgono a noi persone di tutte le età e con richieste diverse. La richiesta più frequente è la richiesta di ascolto e/o di sostegno psicologico. Le maggiori difficoltà sono legate alla scoperta di sé e del benessere individuale. Già nel Trasgender Pink, Laurella Arietti puntava ad aiutare le persone che a lei si rivolgevano a stare bene con se stesse, al di là della riattribuzione chirurgica o dell’assunzione di ormoni, ad esempio. Scoprirsi e scoprire cosa ci fa stare bene può avvenire attraverso un dialogo con altre persone pronte e preparate ad ascoltare e attraverso la conoscenza di altre persone in transito. Alcune persone richiedono un sostegno psicologico per questo.

Abbiamo già un paio di utenti molto giovani che stanno con molta determinazione cercando di capire chi sono e cosa vogliono. In un caso, l’utente ha coinvolto nei colloqui con noi anche la madre e le cose stanno andando verso l’accettazione di un percorso di transizione che sembra inevitabile. Tutto ciò è più facile per un genitore se vede che ci sono persone trans che, dopo aver fatto il loro percorso, vivono bene e persone non trans che comprendono un desiderio tanto divergente, lo accolgono e gli danno tutto il rispetto e la legittimazione di cui c’è bisogno.

Consigliamo certamente ad una persona giovane con problematiche legate all’identità di genere di rivolgersi al SAT perché ha così modo di trovarsi in un ambiente accogliente e rispettoso, qualunque sia la sua scelta. In una società che nega troppo spesso l’esperienza trans, è molto importante potersi trovare in uno spazio che riconosce la propria dimensione e si può anche venire in contatto con altre persone che condividono un percorso simile. L’anonimato e la riservatezza sono garantiti al 100%.
fonte http://giornaleilreferendum.com di Ilaria Stradoni

Lgbt: Belgrado, la città nell’est Europa della chirurgia transgender a basso costo

Il 23 gennaio 2012 il Parlamento approva la legge che consente a chiunque di ridefinire la propria identità sessuale a spese del servizio sanitario pubblico.


In Serbia un intervento costa fino a cinque volte meno che negli Stati Uniti.

"Chi vuole cambiare sesso sceglie noi perché è considerato un appestato negli altri Paesi dell'ex area comunista"

“Benvenuti nel Centro di chirurgia ricostruttiva genitale di Belgrado – si legge sul sito – La nostra principale attività è la chirurgia genitale maschile e femminile che include il trattamento di varie anomalie congenite, ma anche il cambio di sesso…”. Con tre ammiccanti puntini di sospensione a chiudere il periodo. Sotto, il prof. Miroslav Djordjevic ti guarda con l’aria di sufficienza e il sorrisetto soddisfatto di chi incassa decine di milioni l’anno.

Lo fa grazie ai movimenti migratori di un turismo clinico che ha fatto della capitale serba la terra promessa per chiunque voglia cambiare sesso.

Quella stessa Belgrado che il 10 ottobre 2010 vide piovere sul corteo del gay pride molotov e bombe carta che lasciarono a terra 140 feriti. Ma dove passare dal pene alla vagina, o viceversa, costa fino a cinque volte meno che negli Stati Uniti.

Lo switch del Paese ex comunista in tema di diritti civili scatta sei mesi fa. E’ lunedì 23 gennaio 2012 quando il Parlamento approva la legge che consente a chiunque di ridefinire la propria identità sessuale a spese del servizio sanitario pubblico. Martedì 24, nella capitale, il primo paziente uomo si risveglia donna sotto i ferri dei chirurghi dell’ospedale Front Narodni.

Per i transgender del pianeta si dischiude un nuovo universo, ma le cliniche private lavorano a pieno regime da lustri. Nei 20 anni precedenti, erano state effettuate in tutto 150 operazioni: soltanto da gennaio sono state 100 le persone che hanno scelto Belgrado per compiere la metamorfosi, con 200 candidati in lista d’attesa solo al Front Narodni già ai primi di febbraio.

La chiave del successo è racchiusa in due fattori: il prezzo e l’unicità dell’offerta nell’area dell’est Europa. Se in Gran Bretagna, dove l’operazione è coperta dal National Health Service, l’operazione costa 10mila sterline (12mila euro) e negli Stati Uniti per diventare uomo si spende fino a 50mila dollari (41.500 euro), in Serbia bastano 8.200 euro.

Ma soprattutto “chi vuole cambiare sesso sceglie noi perché è considerato un appestato negli altri Paesi dell’area, come la Bulgaria, l’Ungheria, la Romania, la Turchia e la Grecia”, ha spiegato Miroslav Djordjevic al New York Times.

Ad indicare la via fu Sava Perovic. Urologo, nel 1989 cominciò ad operare dopo le preghiere di un paziente affetto da gender identity disorder, nell’ex Jugoslavia figlia della Chiesa ortodossa, Paese dal dna comunista in cui l’omosessualità fu legalizzata solo dopo il crollo del regime e dove la transessualità non veniva nemmeno menzionata nei testi di medicina.

Perovic, che è morto nel 2010, praticava, si legge sul suo sito, “l’arte della chirurgia urogenitale”, con quell’aura mistica che avvolge i santoni pranoterapeuti di sovietica memoria. Venti anni dopo il mondo è diverso.

Una volta c’era Casablanca, oggi a Belgrado un intervento di sei ore ed è tutto finito. Niente operazioni multiple, si soffre una volta sola. Ma i rigetti post-operatori e le disfunzioni, quelli non te li toglie nessuno.

Daniel, 25 anni, avvocato, sapeva “dall’età di 10 anni di essere un maschio intrappolato nel corpo di una donna”.
Sulle rive del Danubio ci è venuto da San Pietroburgo: “La Russia è omofobica, qui ho ricominciato a respirare”. In tasca le lettere di due psichiatri che attestano il suo gender identity disorder, e i certificati che provano che è stato in terapia e fa la cura degli ormoni da almeno un anno.

E’ la prassi. Nemmeno gli Usa possono competere. Marci Bowers è un’icona in materia: è stata ospite del Tyra Banks Show, special guest in un episodio di Csi e la Bbc le ha dedicato un documentario in sei puntate. Nata ‘Mark’ a Seattle, ora ginecologa a Trinidad, Colorado, ha operato più di 1.100 persone in 10 anni e fa notare che “in tutti gli Stati Uniti d’America soltanto cinque chirurghi praticano regolarmente il cambio di sesso”.

Il problema, dice, è “il conservatorismo sociale combinato con le scarse conoscenze in materia”. L’ex comunista Serbia batte il presunto Paese delle libertà due a zero.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it di Marco Quarantelli

Slovacchia: La comunità omosessuale e LGBT avrà rappresentanza nel Consiglio del Governo

La comunità LGBT (Lesbiche, Gay, Bi-sessuali e Transgender) della Slovacchia potrà avere una sua rappresentanza nel Consiglio di Governo per i Diritti umani, le minoranze, e l’uguaglianza di genere.

I membri del consiglio, presieduto dal Ministro degli Esteri Miroslav Lajcak, hanno deliberato di istituire un comitato per la comunità LGBT nel loro primo incontro.

Nessuno dei membri dell’organismo di consulenti del Primo Ministro ha votato contro la proposta o si è astenuto.

Dopo la sua nomina a capo del consiglio il 20 giugno, Lajcak aveva detto di considerare una buona idea la proposta delle ONG sull’istituzione di tale commissione all’interno del consiglio, che è stata apertamente sostenuta da quattro membri del consiglio nella seduta di ieri, lunedì 30 luglio, per supplire di fatto alla mancanza in Slovacchia di leggi a protezione della comunità LGBT o di organismi consultivi sulle loro problematiche.
Fonte Sita via http://www.buongiornoslovacchia.sk

Lgbt: Matrimonio gay a Palermo, Luigi Carollo: "Accettarli è solo un problema politico"

Dopo Trapani, anche a Palermo questa mattina si sono celebrate le prime nozze gay.
Un impiegato e un professionista di religione cattolica hanno scelto di consacrare la loro unione in una chiesa vera, quella valdese di via dello Spezio.

Si sono giurati amore eterno alla presenza del celebrante, il presbitero Maria Vittoria Longhitano della parrocchia Gesù di Nazareth di Milano, la prima donna sacerdote d’Italia.
Poi i festeggiamenti all’Harira Bistrot di vicolo Gesù e Maria al Palazzo Reale, nel centro storico.

In Sicilia le unioni gay non sono una novità. Nell’estate del 2010 a Trapani, per la prima volta in Italia, due donne tedesche si sono unite in matrimonio, anche in questo caso in una chiesa valdese.

“E’ una novità a Palermo – dice Luigi Carollo, portavoce del movimento lgbt di Palermo – ma non è una novita per la Sicilia, di consacrare un matrimonio gay in una chiesa valdese. La chiesa valdese con le sue aperture per le forme differenti di famiglia e amore, è un chiaro esempio che il matrimonio gay non ha a che vedere con la religione ma è solo un fatto politico”.

Carollo, presidente dell’associazione articolo 3, manda anche un chiaro messaggio al nuovo sindaco Orlando e a tutta la giunta: “La nuova amministrazione ha preso degli impegni concreti con il movimento lgbt. Noi ci aspettiamo al più presto di intraprendere assieme alla politica della città un percorso virtuso a beneficio dell’amore libero”.
fonte http://palermo.blogsicilia.it

Lgbt: Gay: carta d'intenti del Pd, riconoscimento giuridico alle coppie

Roma - Bersani: "Daremo sostanza normativa al principio riconosciuto dalla Corte costituzionale, per il quale una coppia omosessuale ha diritto a vivere la propria unione ottenendone il riconoscimento giuridico".

E' il punto 9, quello dedicato ai Diritti, della Carta d'Intenti Pd presentata oggi da Pier Luigi Bersani. Per i Democratici e i Progressisti, si legge nel documento, "la dignita' della persona umana e il rispetto dei diritti individuali sono la bussola del mondo nuovo e la cornice generale entro cui trovano posto tutte le nostre scelte di programma".

"La storia per altro insegna, e questa crisi lo conferma, che non esiste una gerarchia dei diritti e che l'azione per il loro riconoscimento e la loro affermazione vive di una tensione continua sul piano politico e sociale. In particolare, noi guardiamo oggi nel mondo alla lotta di popoli interi per la difesa dei diritti umani, a iniziare da quelli delle donne. E crediamo sia compito della politica, dei Parlamenti e dei governi affermare l'indivisibilita' dei diritti: politici, civili e sociali. Anche su questo terreno l'Europa e' per la politica dei singoli Stati un riferimento essenziale".

"A partire dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea proclamata per la prima volta a Nizza nel 2000 e dal Piano europeo di contrasto alle discriminazioni: di genere, orientamento sessuale, etnia, religione, eta', portatori di differenti abilita'. Nel nostro caso - si legge ancora - questo significa l'impegno a perseguire il contrasto verso ogni violenza contro le donne e a una legge urgente contro l'omofobia. Sul piano dei diritti di cittadinanza l'Italia attende da troppo tempo una legge semplice ma irrinunciabile: un bambino, figlio d'immigrati, nato e cresciuto in Italia, e' un cittadino italiano. L'approvazione di questa norma sara' simbolicamente il primo atto che ci proponiamo di compiere nella prossima legislatura".

"Su temi che riguardano la vita e morte delle persone - conclude il documento - la politica deve coltivare il senso del proprio limite e il legislatore deve intervenire sempre sulla base di un principio di cautela e di laicita' del diritto. Per evitare i guasti di un pericoloso 'bipolarismo etico' che la destra ha perseguito in questi anni, e' necessario assumere come riferimento i principi scolpiti nella prima parte della nostra Costituzione e, a partire da quelli, procedere alla ricerca di punti di equilibrio condivisi, fatte salve la liberta' di coscienza e l'inviolabilita' della persona nella sua dignita'".
Fonte: Agi via http://www.gaynews.it

Lgbt Roma: Al Gay Village Urbano Barberini in scena con lo spettacolo "Sulle spine" Venerdì 3 agosto

L'attore romano sarà al Gay Village il 3 agosto con la pièce teatrale di Daniele Falleri

Venerdì 3 agosto Urbano Barberini è sul palco del Gay Village con il lavoro teatrale del regista Daniele Falleri divenuto ormai un cult: “Sulle spine”.

Noir psicologico a tinte comiche è la definizione che meglio descrive il genere di questa pièce teatrale.
Si parte da spunti di realtà oggettivamente drammatici raccontati attraverso il filtro di un’ironia schietta e travolgente.

La trama si dipana attraverso situazioni probabili ma imprevedibili, tanto da spiazzare continuamente lo spettatore con una serie di colpi di scena che fanno assumere alla storia una parvenza di thriller.

Silio, aspirante attore sessualmente incerto, dopo aver trascorso l’intera vita alla ricerca continua di un affetto negato decide di prendere in pugno la situazione e di forzare gli eventi a suo favore.
Guidato da una lucida follia modifica i destini della propria famiglia passando indenne attraverso situazioni ai limiti dell’attacco cardiaco.

Sulle Spine – Umberto Barberini
Gay Village Parco del Ninfeo
Via delle Tre Fontane Ore 21,30 Biglietti: 15 euro Info: 340 7538396
fonte http://www.gaiaxroma.it

Lgbt: Il Documentario 'Le lesbiche non esistono'? Ce l'hanno quasi fatta

Torno su un argomento che vi avevo segnalato qualche tempo fa: il documentario “Le lesbiche non esistono” che due giovani video maker toscane stanno finendo di girare e che hanno deciso di finanziare attraverso il web.

Traguardo (quasi) raggiunto.


Spiego meglio. Il progetto cresce grazie alla rete e ai piccoli contributi degli utenti.

Dieci euro a testa per vedere poi sullo schermo (nei festival lgbt, ma non solo) il lavoro dedicato alla omosessualità femminile, sempre più “invisibile” nel nostro paese, tema trattato con interviste e racconti di vita reale.

Sono contento che la raccolta fondi sia arrivata quasi a conclusione. L'obiettivo è raggiungere 4mila euro da usare per la promozione e per gli ultimi ritocchi del documentario.
Per qualche dettaglio in più qui trovate l’intervista che ho fatto ad aprile:
http://florenzina.blogspot.it/2012/04/le-lesbiche-non-esistono-un-doc.html

Mancano poche quote. Se qualcuno è interessato a partecipare, può andare sulla pagina dedicata del sito http://www.produzionidalbasso.com/pdb_825.html

Tutti quelli che finanzieranno il progetto vedranno il loro nome nei titoli di coda, mentre chi “acquisterà” due quote avrà anche il dvd.

Di recente le due registe hanno pubblicato in rete l’animazione curata da Francesca Bolis che aprirà il documentario e che riassume un po’ la filosofia di quest’opera. La trovate qui sotto.
fonte http://florenzina.blogspot.it

Le lesbiche non esistono - animazione from Satoshidoc on Vimeo.


lunedì 30 luglio 2012

Un questionario per capire la condizione Lgbt in Italia

In foto Vladimir Luxuria al circolo Arcigay Cassero di Bologna per "Esserelgbtinitalia"

La ricerca è condotta dal Bologna Pride 2012 e vede l'importante contributo dell'Università e dell'Istituto Cattaneo.
Fra le domande: "Siete soliti baciarvi in pubblico?"

Un questionario per capire la condizione Lgbt in Italia
"Essere Lgbt in Italia". Si chiama così il questionario nazionale che il comitato Bologna Pride 2012, l'Università di Bologna e l'Istituto Carlo Cattaneo hanno lanciato in rete per capire come vivono nel nostro Paese gay, lesbiche, bisex e trans (lgbt, appunto).

Persone che spesso finiscono sui giornali per fatti di cronaca, dai pestaggi alle violenze, tanto che da tempo è chiesta a gran voce da più parti una legge specifica contro l'omofobia. Ma anche persone che sono al centro di un infiammato dibattito politico e sociale, a partire dalle diverse posizioni sulle unioni civili e sui matrimoni fra persone dello stesso sesso.

Un questionario anonimo, 50 domande, che mira a raccontare uno spaccato di vita dell'intervistato, da quando ha capito di essere omosessuale alla prima persona cui l'ha confidato, dalle prime esperienze sessuali all'eventuale desiderio di diventare madre o padre. O ancora, ecco una domanda che, purtroppo, bisogna ancora porre: " Ti capita quando sei in compagnia del tuo/della tua partner in un luogo pubblico, di fare una di queste cose: tenervi per mano; abbracciarvi; scambiarvi delle carezze; baciarvi".

La ricerca, che vede l'importante collaborazione dell'Alma Mater (Dipartimento di Scienze dell'Educazione "G. Maria Bertin") e del Cattaneo, oltre al Comitato Bologna Pride (che ha organizzato la parata nazionale dell'orgoglio nazionale a giugno sotto le Due torri), "serve a rappresentare la situazione italiana delle persone LGBT e a mostrare l'evoluzione (se c'è stata) negli ultimi 20 anni".

E ancora, scrivono gli organizzatori, "il questionario si rivolge a gay, lesbiche, bisex, come a tutti coloro che hanno o hanno avuto o desiderano avere relazioni con persone del proprio sesso, indipendentemente dal fatto che abbiano, o abbiano avuto, anche rapporti eterosessuali. I risultati della ricerca verranno successivamente pubblicati e diffusi in modo da essere sottoposti alla valutazione di tutti gli interessati".

Per firmare, infatti, basta connettersi su www.esserelgbtinitalia.it
, mentre da pochi giorni è disponibile on line un'apposita pagina Facebook.

Sono disponibili anche moduli cartacei, nei diversi circoli Lgbt delle città italiane.
fonte http://bologna.repubblica.it di Rosario di Raimondo

Lgbt: Jeff Bezos, fondatore di Amazon, e sua moglie donano 2,5 milioni di dollari pro nozze gay

Jeff Bezos, fondatore di Amazon.com, e sua moglie MacKenzie hanno donato due milioni e mezzo di dollari (circa due milioni di euro) al Washington United for Marriage per sostenere la lotta a favore dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.

La storia della donazione ha un che di fiabesco: una ex dipendente di Amazon ha scritto una email a Jeff informandolo della situazione sui matrimoni gay, parlandogli della sua compagna e dei suoi figli.

Due giorno dopo, Jeff Bezos le ha risposto affermando che la lotta per il matrimonio gay è giusta per mille ragioni. Così lui e sua moglie hanno fatto una donazione importante pro matrimoni gay, affermando con i fatti che Amazon è una compagnia a che ci tiene ai diritti delle persone.
E c’è ancora chi parla male dell’e-commerce!
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo Foto | © TM News

Lgbt Inghilterra: Novità ad Oxford: Sì alla gonna per le trans

Oxford ascolta le richieste dei trans - Il classico dress code della Oxford University, la più antica università del mondo anglosassone, si apre alla modernità e alle esigenze dei propri iscritti.

Non più l'eccessiva rigidità dei vestiti e dei ruoli: abito scuro, camicia e cravattino bianco, calzini e scarpe nere sotto la toga per gli uomini e gonna o i pantaloni scuri, camicia bianca, calze nere e un nastrino nero legato attorno al collo per le donne.

E' la risposta ad una mozione della Lesbian, Gay, Bisexual, Trans and Queer Society approvata dal sindacato studentesco: Luce verde alla gonna e collant anche per i trans durante gli esami e nelle occasioni formali, e allo stesso modo le donne potranno indossare l'abito maschile e il cravattino.

Cambia il dress code e niente più pene severe per gli studenti - Il prestigioso college inglese, su decisione del consiglio accademico guidato dal vice cancelliere Andrew Hamilton, toglie dalla descrizione del dress code qualunque distinzione tra uomo e donna e si fa in questo senso portavoce di un cambiamento da parte delle istituzioni scolastiche che viene accolto con estremo piacere dal mondo gay.

Il dress code per Oxford era un ero è proprio dovere, per gli studenti beccati con abiti non indicati sotto la toga erano previste penalità severe che vanno dalla 'rustication', sospensione per un certo periodo di tempo, all'espulsione.
fonte http://www.newnotizie.it di Irene Fini

Lgbt: Olimpiadi Londra olandesi a Russel: “Noi coppia lesbo ma discriminate”

Dal villaggio olimpico giunge una risposta all’olimpionico australiano Russell Mark, fuoriclasse del tiro a volo, che aveva detto di sentirsi discriminato per non poter dormire insieme alla moglie Lauryn, anche lei tiratrice.

“Non ci fanno dormire insieme anche se siamo una coppia sposata – aveva detto Mark – mentre invece le coppie gay possono farlo. Siamo discriminati perchè eterosessuali, e non mi sembra giusto”.

Dalla palazzina dell’Olanda arriva invece la notizia che la cosa riguarda, almeno per gli atleti della rappresentativa arancione, anche le coppie gay e lesbo, quindi dello stesso sesso.

Infatti nella nazionale di hockey prato donne, che a Londra cerca il bis dell’oro di Pechino 2008, giocano Maartje Paumen e Carlien Dirkse Van Den Heuvel che non sono solo compagne di squadra ma anche una coppia che sta insieme da tre anni.

Per evitare problemi, il comitato olimpico ha deciso che non possano dormire insieme, e stare quindi in camere diverse, regola che in questi Giochi “vale non solo per loro ma anche in generale”.
fonte http://www.calciosport24.it

Lgbt Cinema: "Outing – fidanzati per sbaglio" la polemica continua

La polemica scatenata da una foto postata su Twitter dal protagonista Nicolas Vaporidis sembra essere senza fine.

L'accusa è quella di ridicolizzare l'immagine del mondo gay, dandone un'impressione totalmente stereotipata e sbagliata.

Le riprese non sono ancora finite ma già da qualche tempo imperversa una dura polemica contro la commedia “Outing – fidanzati per sbaglio”. La pellicola, opera seconda di Matteo Vicino, è stata accusata di essere un concentrato di stereotipi negativi riguardanti il mondo gay e le coppie di fatto, a cominciare dal titolo e dal plot inconsistenti e “offensivi”.

A completare il tutto, ci si è messo anche il protagonista maschile, Nicolas Vaporidis, che qualche giorno fa ha postato su Twitter una sua foto in cui indossava un outfit esagerato e quasi comico, tendente a “ridicolizzare” gli omosessuali in generale, dandone un’impressione limitata e sbagliata.

Vaporidis ha tenuto a precisare che le accuse mosse contro di lui e la produzione non trovano alcun fondamento. E’ vero che l’intenzione del regista è quella di non essere “politically correct”, ma Vicino non vuole ridicolizzare o essere frainteso in alcun modo. La pellicola parla di diversità ma il tono della narrazione è assolutamente comico, anche se non superficiale.

SI trattano temi importanti, come le difficoltà dei giovani per inserirsi nel mondo del lavoro, le raccomandazioni, i pregiudizi, senza mai offendere nessuno. Al centro del film ci sono due amici trentenni, Federico e Riccardo (Nicolas Vaporidis e Andrea Bosca) che, come molti giovani di oggi, fanno mille lavori per sopperire alle spese quotidiane.

Il loro sogno è quello di aprire un atelier di moda e la svolta sembra arrivare quando la Regione Puglia istituisce un bando per finanziare un’attività imprenditoriale proprio nel campo della moda. C’è però un ostacolo: il finanziamento è riservato alle coppie di fatto. I due amici dovranno quindi fingersi omosessuali per ottenerlo.

Il resto del cast è composto da: Claudia Potenza (Lucia, fidanzata di Riccardo), Giulia Michelini (Carlotta, giornalista ribelle), Camilla Ferranti (Maria Luisa, caporedattrice raccomandata) e Massimo Ghini (Roberto Mancini, direttore di un quotidiano, omosessuale non dichiarato).

Il budget per realizzare la pellicola è stato di circa due milioni di euro, senza sovvenzioni pubbliche e l’uscita è prevista per il prossimo inverno o l’inizio del 2013 a cura della Ai Entertainment.

Non vogliamo ancora esprimerci sulle intenzioni positive o negative del messaggio contenuto nel film, ma sappiamo sicuramente che tutta questa polemica finirà solo per portare moltissime persone al cinema, e tra marketing e moralismo, vincerà il primo.
fonte http://cinema.fanpage.it/

Lgbt: Olimpiadi 2012, denuncia degli attivisti: “Lesbiche e gay invisibili a Londra”

Il Locog, il comitato promotore della manifestazione, aveva annunciato le prossime Olimpiadi come “le più attente alla diversità della storia”.


Il risultato? Solo una guida per turisti gay e qualche migliaio di spillette con la bandiera arcobaleno

Gli atleti gay, lesbiche, bisessuali e transessuali saranno “invisibili” ai giochi di Londra. Questo temono le associazioni britanniche per la tutela dei diritti degli omosessuali, gli attivisti e il mondo della pink press, la stampa specializzata in tematiche Glbt.

Tutto questo nonostante recenti stime abbiano rivelato come quei contribuenti del Regno Unito di diverso orientamento sessuale abbiano partecipato con le loro tasse alla preparazione delle Olimpiadi con oltre 500 milioni di sterline, circa 635 milioni di euro.

Il Locog, il comitato promotore e organizzatore dei giochi di Londra, aveva preannunciato le prossime Olimpiadi come “le più attente alla diversità della storia”. Ma chi ogni giorno lavora per la promozione dei diritti non ci sta. E di tutta questa “attenzione” rimangono poche cose: una guida per turisti gay – pubblicata, fra l’altro, con soldi delle associazioni – e qualche migliaio di spillette con la bandiera arcobaleno.

Anche la Pride House, la “casa dell’orgoglio”, sarà operativa per pochi giorni ed è stata messa in piedi dalla buona volontà – e dal denaro – di alcuni privati cittadini. Peter Tatchell è un noto attivista gay che dagli anni Settanta combatte contro la discriminazione, l’Aids e le leggi omofobiche di molti paesi.

“Londra ha vinto la corsa alle Olimpiadi soprattutto perché si promosse come una città multiculturale e promise di offrire delle Olimpiadi attente alla diversità”, spiega Tatchell al Fattoquotidiano.it. “Ho avuto diversi incontri con il Locog per capire in che modo avrebbero rispettato il loro impegno, non solo sul fronte dei gay ma anche su quello delle donne e degli atleti e turisti di diversa etnia.

Tuttavia, nonostante abbia lavorato su questo versante per più di due anni, l’unico risultato che ho visto è stato il progetto delle spille. Non sono a conoscenza di altre iniziative, il potenziale era enorme ma nessun impegno è stato rispettato. Direi che la cosa è molto deludente”.

Queste saranno le Olimpiadi della prima partecipazione di donne dell’Arabia Saudita, fa notare Tatchell. “Ma non credo – spiega – che le donne arabe partecipino grazie al Locog. I paesi ‘incriminati’ rischiavano la squalificazione. E per questo hanno deciso di portare qualche donna, che è e rimarrà soltanto un simbolo”.

Gli attivisti britannici ricordano come, allo stato attuale, circa 150 paesi del mondo presentino leggi discriminatorie. In 80 nazioni l’omosessualità è ufficialmente un reato, punito con il carcere o addirittura la pena di morte. Molti di questi paesi parteciperanno, chiaramente, alle Olimpiadi. Così, il risultato, è che “delle migliaia di atleti che prenderanno parte alle Olimpiadi, solo poche decine sono apertamente gay, lesbiche, bisessuali e transessuali”, aggiunge.

E quasi tutti provengono da paesi come Stati Uniti d’America, Nuova Zelanda, Australia e Canada. “Delle Olimpiadi più gay friendly avrebbero aiutato anche gli atleti italiani, che magari continuano a vivere nell’ombra”, spiega al Fattoquotidiano.it Tris Reid-Smith, direttore responsabile di Gay Star News, una rivista a tematica Glbt.

“Anche gli atleti italiani che non hanno fatto coming out, e pensiamo siano molti, si sarebbero sentiti più rispettati e tutelati. Certo, uscire allo scoperto non è un obbligo, però almeno si sarebbero sentiti più inclusi, facendo del loro meglio per se stessi e per il progresso dello sport italiano”.

Ma quali potevano essere le soluzioni? “Tante – aggiunge Reid-Smith – da una guida per atleti omosessuali all’obbligo di firmare un documento contro razzismo, omofobia e discriminazioni di ogni sorta. Ancora, potevano essere utili delle campagne virali su TouTube o degli eventi in piazza. Eppure, abbiamo visto soltanto le spille”.


Il Locog, interpellato dal Fattoquotidiano.it, ha risposto con un generico “a Londra rispetteremo tutte le diversità”. Un peccato anche per il Regno Unito, fa notare Andy Wasley, uno dei leader di Stonewall, la principale associazione GLBT britannica. “Il team del Regno Unito – spiega – ha solo due atleti apertamente gay. Ed è veramente poco, per una squadra di 550 sportivi.

Più gay, lesbiche, bisessuali e transessuali vediamo sul podio, nella corsia di una piscina o in un campo da gioco, più chi ha un diverso orientamento sessuale si sentirà rispettato e, perché no, desideroso di praticare uno sport e di competere al meglio nella vita di ogni giorno. Spero di vedere molti più atleti gay a Rio 2016. Ma, se succederà, non sarà di certo merito di Londra 2012”.
fonte http://www.ilfattoquotidiano.it di Daniele Guido Gessa