martedì 30 ottobre 2012

Lgbt: Rosario Crocetta, gay dichiarato, è presidente della regione Sicilia

Non era mai accaduto nella storia di questo Paese, il primo sindaco gay d’Italia, Rosario Crocetta, è ora il primo presidente gay dichiarato della regione Sicilia.

Come lui solo Nichi Vendola, “Fidanzato con la Puglia”.

Nel profondo Sud, in un’isola ad alto tasso di maschilismo, da sempre arroccata nel mito del machismo, già superbamente smascherato da autori come Vitaliano Brancati, dove il codice mafioso detta le sue regole, Crocetta arriva a varcare la soglia di palazzo dei Normanni.

Astensionismo e polemiche a non finire, sfiducia ormai totale nella politica, alleanze discutibili, ma Crocetta da Gela, città dove e nato e che ha amministrato, arriva a Palermo.
Malgrado manchi nel puzzle, una tessera importante di elettorato, un 53% che non manca di far riflettere.

Nato per caso… un errore biologico… un bambino tremendamente serio… un ragazzo per bene… come si definirà lui stesso ai microfoni di Bresciattiva.it, quel ragazzo di cultura raffinata, figlio di operai, che non ha bisogno di conseguire la laurea per imparare a parlare arabo, francese e inglese, che scrive poesie e debutta in un collana di autori scelti da un poeta omosessuale autorevole e noto come Dario Bellezza.
Un ragazzo che si dichiara omosessuale e cattolico e ogni domenica potete trovare a messa. “Nella mia vita la fede conta tantissimo”, dirà a Lorenzo Baldo di Antimafia Duemila.

La carica istituzionale, la prima da Sindaco, deve sudarsela fin da subito, durante una notte rocambolesca, quella dello spoglio dopo le votazioni, fra schede elettorali, contate e ricontate, grazie a un ricorso al TAR.

Prima di entrare in politica Rosario Crocetta ha lavorato all’Eni, il sogno di Mattei finito tra le macerie di Bascapè, e non ne fa mistero. Poi è finito dall’altra parte a lottare per l’ambiente (Gela come specchio dell’Italia, quella dei lavoratori che devono scegliere tra malattie mortali e stipendio) a cercare di aprire un canale di dialogo fra quelle raffinerie, con i compagni di lavoro, la fabbrica e l’ambiente, per salvaguardare salute e sostentamento di famiglie (di ottantamila gelesi, tremila lavorano all’Eni).

Ha raccontato a Enrico Fierro, dalle pagine de l’Unità hai tempi della sua elezione come sindaco:
La mia omosessualità è un valore per me e per la stragrande maggioranza dei cittadini di Gela, come si vede dal voto.
Quante sciocchezze da pessima commedia all’italiana si scrivono sulla Sicilia! L’ho detto, sono un uomo del dialogo.
E il paese arretra perché invece si sceglie lo scontro anche sui temi che attengono alla sfera individuale.
L’omosessualità, come l’eterosessualità, non è una scelta politica o ideologica, sono contro le biforcazioni nette.
Esiste l’orgoglio gay perché esiste l’omofobia, tra queste due posizioni io sono la sintesi.
Pasolini non ha mai sentito l’esigenza di dichiarare il suo orgoglio gay.
I miei cittadini sapevano e sanno tutto di me, delle mie scelte, e mi hanno votato. Gli anziani, le mamme.
Per strada mi chiamano Rosario, tutti tranne uno [l’ex presidente della Regione Sicilia, Salvatore Cuffaro, a cui chiese di essere chiamato Signor Sindaco, N.d.A.].


Da siciliana, da autrice, che ha seguito le vicende del Sindaco antimafia e gay, non mi resta che augurare buon lavoro al neopresidente.
La Sicilia è in momento difficile, come non accadeva da anni.
L’insediamento di Crocetta ha segnato certamente un cambio di costumi, di mentalità, profondo, per certi versi epocale, auspichiamo apporti differenze sostanziali anche nel governo regionale.
fonte http://www.queerblog.it da Daniela Gambino

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