sabato 4 settembre 2010

Mondo Trans e Diritti Lgbt, Gabriele Belli "Addio alle nozze per un certificato di troppo"


Avrebbe dovuto sposarsi a luglio, Gabriele Belli. Ma l'ennesimo intoppo nella legge per il cambio di sesso glielo ha impedito. E adesso annuncia battaglia, in nome di tutti quelli che non hanno voce.
Lo abbiamo conosciuto come uno dei concorrenti dell'ultimo Grande Fratello con il carattere più deciso. Sicuro di sé, l'obiettivo bene chiaro in mente: completare la transizione, sposare la sua ragazza e "usare" il Gf per parlare di diritti e di uguaglianza.

Finito il reality, Gabriele Belli ha continuato il suo percorso, a volte è stato ospite dei salotti di Barbara D'Urso, sempre per parlare di transizione e condizione delle persone lgbt, ma soprattutto si è sottoposto ad un importantissimo intervento, quello che, chirurgicamente riassegna il genere.



Per chi da donna diventa uomo, si tratta di una isterectomia, ovvero dell'asportazione dell'utero e, nel suo caso, anche delle ovaie e delle tube: in sostanza tutto l'apparato genitale femminile. Il passo successivo avrebbe dovuto essere la riassegnazione anagrafica, il cambio ufficiale di nome insomma, e poi il fatidico "sì" con Gabriella, la sua ragazza.
Qualcosa, però è andato storto e non nell'intervento. Ecco cosa ci ha raccontato al telefono.

Gabriele, cos'è successo dopo l'intervento? Innanzitutto, è andato bene?
L'operazione è andata bene, non c'è stato alcun problema. L'intoppo è stato dopo. Quando mi sono presentato dal giudice con le mie 130 pagine di cartella clinica, che dimostrano dettagliatamente che ho fatto la transizione, chiedendo la riassegnazione anagrafica, ma mi sono sentito dire che, per la legge, il giudice deve avere un certificato del medico che ha eseguito l'intervento in cui ci sia scritto che si tratta di un'operazione irreversibile. Chiunque con un minimo di conoscenze sa che un'isterectomia non è reversibile, che una volta tolto l'utero non si può tornare indietro.

Cos'hai pensato quando ti hanno detto che serviva un altro certificato?
Sono andato su tutte le furie e non perchè avrei avuto difficoltà ad avere il documento, figuriamoci, il chirurgo del Niguarda che mi ha operato me l'ha rilasciato senza alcun problema. E, in fondo, neanche perché questo mi ha costretto a rimandare il matrimonio con Gabriella che è, come dire, rassegnata alla lotta da quando ha scelto di stare con me. E' perché è stato l'ennesimo contrattempo, un'ulteriore difficoltà di una legge che fa acqua da tutte le parti. E ho pensato a tutte le persone che affrontano lo stesso calvario senza le possibilità che ho avuto io, senza la mia visibilità e gli strumenti che ho potuto darmi per affrontare tutto questo. Fa rabbia.

Cos'è che non funziona nella legge, la 164 del 1982? Il nostro è un pubblico abbastanza selezionato, ma questa è una materia poco nota.
In sostanza funziona così. Una volta che l'individuo ha deciso di voler cambiare sesso, si rivolge ad un tribunale presentando un'istanza. Il giudice chiede che si sottoponga ad una serie di sedute con specialisti che determinino se la persona è davvero affetta da disforia di genere, ovvero se sia un transessuale. Passa, più o meno un anno. Con la perizia dei medici, bisogna tornare dal giudice che, a quel punto, emette la sentenza.

Ma non subito: può passare un altro anno. Con la sentenza in mano si può cominciare l'iter medico: terapie, ormoni e interventi fino a quello definitivo che nel mio caso è stato l'isterectomia. Nel frattempo devi fare appello a tutta la tua forza interiore per superare tutte le difficoltà e soprattutto scordarti il concetto di privacy, perché nei documenti continuerà a risultare il nome originario.

Pensate che significa ogni volta che si prende un aereo, che si va in banca, che ti ferma la polizia o i carabinieri: tutto il mondo sa che sei trans e sei costretto a spiegare a tutti perché sul documento c'è scritto un nome da donna ma tu hai un aspetto da uomo, che non sei uno scherzo della natura.

Un vero e proprio calvario.
Assolutamente. E io posso permettermi, grazie al fatto di avere partecipato al Grande Fratello, di denunciare pubblicamente questo e forse il fatto di essere stato in Tv mi ha anche aiutato nel percorso dopo la fine del reality. Ho avuto la possibilità di incontrare molte persone, compresa l'onorevole Paola Concia con la quale a settembre presenteremo un'interpellanza parlamentare su questa legge assurda. Nel frattempo, ovviamente, il certificato di irreversibilità dell'intervento, l'ho consegnato al giudice, ma a questo punto non mi fermo. Quello che è inaccettabile è che non ci si rende conto che per tutta la durata di questo iter incredibile, ci sono esseri umani privati del proprio diritto al lavoro, alla privacy, ad una vita normale.

Il mio migliore amico, trans anche lui, è disperato, non ce la fa più ed è disposto ad andare per strada pur di trovare un modo per campare. In fondo, sono contento che sia successo questo intoppo proprio a me, perché ho la visibilità che serve per far sì che di questa cosa si parli. Ma non è giusto che per ottenere quello che ti spetta devi avere una marcia in più. Ed è per tutti quelli che non sono mai stati in tv, che non parteciperanno mai al Gf e che magari non vogliono neanche farlo, che mi scrivono depresse e sfiduciate, che io devo intestarmi questa battaglia e portarla fino in fondo. Anche per questo ho deciso di aderire all'Associazione Trans Genere. Mi fido di quelle persone.

Ti hanno accusato di avere esposto troppo il tuo corpo, di essere stato un po' troppo esibizionista.Io ho quarant'anni è ho fatto moltissimo per arrivare a questo punto. Ma ci sono tanti ragazzi che mi scrivono che hanno ancora vent'anni e sono impauriti e confusi, non sanno che strada prendere, cosa li aspetta. Magari, vedendo me acquistano coraggio e capiscono che possono diventare come vogliono, come hanno sempre desiderato.

E che a prescindere dal fatto di avere o no un pene e di averlo funzionante, uomini (come anche donne) lo si è prima di tutto nella testa e nel cuore. Cos'hai in mezzo alle gambe è un di più. Questo l'ho imparato io su me stesso e l'ha imparato anche la mia ragazza con la quale ho una vita sessuale completa e soddisfacente.

Quindi un futuro di impegno e battaglie civili in vista. E sul piano personale?
Il matrimonio, prima o poi. E poi mi piacerebbe avere un figlio, avrei già voluto averne uno. Ma lo avrò, magari adottandolo o ricorrendo all'inseminazione artificiale all'estero, chissà, ci sono tanti modi.
fonte www.gay.it di Caterina Coppola

Tecnolgia, La Costituzione italiana arriva su iPhone, iPod Touch ed iPad


Certamente questa app è dedicata a tutti i politici italiani, o alla gran parte di essi: qualche tempo fa, avrete sicuramente visto le immagini delle Iene che intervistano i politici fuori dai grandi palazzi della politica italiana, chiedendo loro qualche legge italiana che facesse parte della Costituzione.

Veramente in pochi hanno saputo rispondere. Adesso per chi vorrà avere a portata di mano tutta la Costituzione Italiana, basterà scaricare l’applicazione “Costituzione Italiana” di Dimitri Giani. E’ una applicazione gratuita, ecco la descrizione su App Store: “La Costituzione Italiana è la base di ogni cittadino Italiano.

Ogni cittadino dovrebbe conoscere alla perfezione la Costituzione per poter vivere in modo migliore e conoscere il nostro passato e le nostre fondamenta. Con quest’applicazione si può consultare tutta la Costituzione ed averla sempre a portata di mano. Adesso è possibile cercare una frase o una parola all’interno de La Costituzione”.

Come funziona? Basterà avviare l’applicazione Costituzione Italiana,
per poter scegliere di leggere:
- Tutta la Costituzione
- Tutti gli articoli
- Principi Fondamentali,
- Diritti e doveri dei cittadini italiani,
- Ordinamento della Repubblica,
- Disposizioni transitorie e finali.
Adesso è stata implementata la funzione di ricerca, dunque basterà inserire nell’apposito campo un termine e verranno cercati gli articoli che conterranno quel termine.
L’applicazione Costituzione Italiana è compatibile con iPhone, iPod touch e iPad ed è gratuita.
fonte www.apple-blog.info Pietro Gugliotta

Politica e Diritti Lgbt, Gay e testamento biologico: PdL, UdC e finiani continuano a scannarsi


Della Vedova lancia proposte laiche per le unioni omosessuali e il fine vita. Il Popolo delle Libertà risponde subito picche. E anche l’UdC si innervosisce molto.

Le prove tecniche di Grande Centro rischiano di arenarsi di fronte all’eterogeneità dei nuovi presunti alleati. Benedetto Della Vedova, leader dei Riformatori Liberali e vicecapogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, lancia a titolo personale l’idea di una legge civile sulle coppie di fatto anche gay e poi la proposta ‘condivisa da Gianfranco Fini di ‘un disarmo bilaterale’ sul biotestamento sul quale ‘il Pdl ha prodotto solo proposte confessionali’. Ma le risposte negative non arrivano solo dal Popolo delle Libertà, ma anche dall’UdC.

DELLA VEDOVA DIXIT – “E’ assolutamente grottesco che l’ Italia resti l’ultimo paese d’Europa che non ha una legge civile sulle coppie di fatto anche gay”, dice Della Vedova nel corso dell’intervista rilasciata a KlausCondicio su You Tube. “A mio avviso la proposta sui Didore era troppo timida soprattutto se rapportata a quanto accade nel Centro destra europeo.

Nessun Governo di Centro destra in Europa ha mai cancellato leggi che ha trovato sulle unioni omosessuali. Per questo su questo fronte annuncio una iniziativa a carattere parlamentare cercando di coinvolgere in essa anche il mio nuovo gruppo, che riprenda in mano il tema senza confinarlo nella maggioranza ma allargandolo a tutte le forze parlamentari perche’ sarei felice perche’ questa legislatura possa dare vita a una legge civile sulle coppie di fatto anche gay”.

Della Vedova tocca a tutto campo i temi eticamente sensibili e dunque anche quello del biotestamento: “La nostra proposta condivisa con Fini su questo tema e’ di disarmo bilaterale: non siamo in grado di fare una legge che abbia un consenso ampio visto che il PDL ha prodotto solo proposte confessionali su questo tema, suggeriamo un passo indietro: diciamo no all’eutanasia attiva, no all’accanimento terapeutico in mezzo uno spazio in cui decidano i medici secondo un codice deontologico”. E anche la legge 40 sulla procreazione assistita che “e’ una legge assurda che ha rivelato tutti i suoi limiti anche sul fronte del diritto.

Credo che sia giunto il momento di fare saltare paraocchi ideologici che hanno costretto migliaia di famiglia ad andare all’estero e spendere soldi. Non si puo’ pensare che una legge dello Stato che vale per tutti si traduca in imperativo morale che vale solo per qualcuno. Da una parte si puo’ contare sulla via giudiziaria che ha in parte cancellati alcuni dei divieti posti dalla legge. Sul piano politico sarebbe importante riprendere in mano il testo di legge e correggerlo recependo le indicazioni della Corte Costituzionale. Penso che non succedera’ nei prossimi mesi, ma va fatto”.

IL PDL: NO PASARAN – La risposta del PdL è un fuoco di fila. ”Quando siamo stati eletti abbiamo preso degli impegni precisi nei confronti degli elettori e fino alla fine della legislatura dovremo impegnarci a rispettarli fino in fondo, come fossero una Bibbia. Per questo contrasteremo con forza ogni iniziativa di impronta laicista che vada a colpire la famiglia naturale o la vita che va difesa strenuamente dal concepimento fino alla morte naturale”, afferma Antonio Mazzocchi, presidente dei Cristiano Riformisti e deputato del Pdl.

“Dopo la presa di posizione sulla legge 40 e sulle coppie gay da parte di Benedetto Della Vedova, noi Cristiano Riformisti -aggiunge- siamo ancora piu’ convinti di aver fatto la scelta giusta nello schierarci dalla parte di Silvio Berlusconi a difesa dei valori della tradizione italiana”. “Non ci interessera’ se le proposte verranno da destra o da sinistra, semplicemente non abbiamo intenzione di legiferare in maniera opposta alla volonta’ degli elettori. Non ci interessera’ se questo vorra’ dire creare uno strappo con i nostri alleati, ma ci sono valori da difendere che valgono molto di piu’ di qualsiasi governo”.

Anche Francesco Giro non le manda a dire: “All’amico e collega Della Vedova rispondiamo subito con un doppio no alla riforma della legge 40 e al riconoscimento delle coppie gay. E’ un doppio no che lo stesso Della Vedova si attendeva nel momento in cui avanzava la sua provocatoria proposta”, dice il sottosegretario ai beni e alle attivita’ culturali. “Liberissimo di cercare i voti a sinistra ma non puo’ chiedere i nostri su due punti che non appartengono al patto elettorale del Pdl con gli elettori. Se questo -continua Giro- e’ l’ennesimo pretesto per spaccare la maggioranza uscita dalle urne nel 2008 allora avremo un altro buon motivo per chiedere agli elettori un altro voto in autunno”.

E PURE LA BINETTI PARLA – E, a sorpresa, risuscita anche Paola Binetti: ”Se Fli rilancia nuove norme sulle coppie gay, sul biotestamento e sulla legge 40 rende piu’ difficile l’alleanza parlamentare con l’Udc”, spiega all’Agi deputata dell’Udc. “La mia posizione e’ molto chiara ed e’ chiarissima anche quella dell’Udc, sia sulle coppie gay che sul biotestamento che sulla legge 40″. Per la Binetti, uscita dal Pd propio in disaccordo con le posizioni laiciste del partito, “mettendo al centro questi temi Della Vedova decreta le condizioni di fragilita’ di un’alleanza. Lui ha tutto il diritto di portare avanti queste battaglie, ma noi abbiamo i nostri diritti e questa volta la mia posizione rispecchia pressoche’ l’unanimita’ del gruppo Udc.

Della Vedova si assume la responsanilita’ di rendere piu’ difficile un’intesa”. Paola Binetti fa notare che comunque la posizione del vicecapogruppo non e’ quella di tutto il gruppo Fli: “so che molti condividono le nostre posizioni”. Ma sottolinea che “se Della Vedova intende portare tutto il gruppo sulla sua linea si assume una grande responsabilita’.

Al centro di questa alleanza, quest’area di responsabilita’ che si sta formando, ci sono obiettivi molto importanti, dalla legalita’ al federalismo equo e solidale. Valori importanti su cui ci puo’ essere una convergenza importante e che hanno contraddistinto i finiani negli ultimi mesi rispetto al resto del Pdl. Ma se si assumono come centrali questi temi eticamente sensibili come indicati da Della Vedova, non c’e’ possibilita’ di incontro”.
fonte giornalettismo.com di Alessandro D'Amato (gregor)

Lgbt, Sudan: 19 uomini condannati alla fustigazione perché si vestivano da donna


Un giudice sudanese ha condannato 19 uomini alla pena della fustigazione perché giudicati colpevoli di indossare abiti femminili e di aver usato del trucco, condotte che contraddicono i codici morali vigenti nel paese a maggioranza islamica.

Il giudice ha evidenziato che la polizia avesse fatto irruzione in una festa organizzata dai 19 incriminati trovandoli che ballavano in “maniera femminile”. Nessun avvocato ha accettato di difendere i ragazzi. Alla fustigazione hanno presenziato circa duecento persone.

La stampa di Khartoum, la capitale del Sudan, ha ipotizzato che nel corso della festa si stesse celebrando un matrimonio omosessuale, anche se il fatto non può essere confermato. Tempo fa, come ricordano su PinkBlog, delle donne vennero frustate per aver indossato abiti maschili.

In Sudan gli omosessuali sono condannati alla prigione e anche alla pena capitale. E, come abbiamo riportato, il nascente Sudan del Sud non pare essere da meno.
fonte queerblog Foto FrickWiki

venerdì 3 settembre 2010

Lgbt, Comportamenti : L'era transgender


"Per millenni la regola è stata: maschi e femmine sono diversi e si devono distinguere. Ma nel secolo scorso quel confine si è assottigliato. Grazie anche ai divi del rock.
(Marta Erba, da Focus Storia 46, agosto 2010)

Bernadette Bassenger, Mitzi Del Bra, e Felicia: i tre protagonisti, due drag queen e un transessuale, del film australiano "Priscilla la regina del deserto" (Stephan Elliott, 1994). Il film vinse l'oscar nel 1995 per i migliori costumi. "La donna non si metterà un indumento da uomo né l'uomo indosserà una veste da donna; perché chiunque fa tali cose è in abominio al Signore tuo Dio".

Per secoli questa ingiunzione del Deuteronomio è stata la citazione preferita dei puritani che infierivano contro ogni forma di travestitismo, dagli spettacoli rinascimentali inglesi a quelli delle drag queen contemporanee. Prima ancora che determinare la classe sociale di appartenenza, infatti, l'abbigliamento ha sempre fornito un'informazione fondamentale: questa persona è un maschio oppure una femmina.

Agli inizi del Novecento, però, l'imperativo biblico cominciò lentamente a perdere di senso. Per le strade giravano le prime donne in pantaloni né disdegnavano di comparire in pubblico vestite da uomo alcune vip, come la diva del cinema Greta Garbo, la pittrice Frida Kahlo o la cantante Josephine Baker. Nel film Marocco (1930) l'attrice tedesca Marlene Dietrich, indossando un frac nero e un cappello a cilindro, si chinava a baciare una donna: era il primo bacio omosessuale della storia del cinema e la scena, pur facendo scandalo, piacque moltissimo a gran parte degli spettatori.

1930. Marlene Dietrich nel film Marocco vestita da uomo bacia sulla bocca una donna. Per la prima volta si vede sugli schermi un bacio tra donne. Tabù
Ma se, nel caso delle donne, l'adottare abiti maschili si confondeva con la battaglia politica per l'emancipazione, molto meno comprensibile - e socialmente accettabile - sembrava il fenomeno contrario.
A coniare il termine "travestito" per definire l'uomo che ama assumere sembianze femminili con l'aiuto di vestiti e trucco fu per primo il medico tedesco (e omosessuale) Magnus Hirschfeld, a suo tempo definito "Einstein del sesso" per i suoi studi approfonditi nel campo.

Hirschfeld aveva osservato che il fenomeno del travestitismo non aveva molto a che fare con l'omosessualità. Anzi: a suo dire era più frequente tra gli eterosessuali. Né era chiaro il significato di quel fenomeno. Nella maggior parte dei casi, infatti, gli uomini che vestivano in abiti femminili (come le drag queen dell'epoca) esasperavano abiti e trucco: più che assomigliare a una donna, ne erano una parodia.
Effetti comici erano cercati anche dai primi travestiti cinematografici. Nella commedia di Billy Wilder A qualcuno piace caldo (1959), i due protagonisti si travestono da donne per entrare a far parte di un'orchestra femminile e sfuggire così a una gang malavitosa.

Tra le tante gag la più memorabile restò per tutti la scena finale, quando il miliardario Osgood, innamorato di "Dafne" (in realtà Jerry, l'attore Jack Lemmon), commenta la scoperta della sua virilità affermando candidamente che "Nessuno è perfetto". Come dire: il fatto che sei uomo un po' mi dispiace, ma in fondo è un dettaglio. La trovata era umoristica, ma era anche il segno di un cambiamento culturale in atto.

Divini rocker

1973. David Bowie canta nei panni di Ziggy Stardust, personaggio inventato dall'artista ed emblema della rockstar. Ad accorgersi che il travestimento e l'ambiguità sessuale colpivano l'immaginario collettivo fu soprattutto la scena pop-rock degli anni Settanta, anni in cui l'immagine dell'artista diventò importante quasi quanto la sua musica. Si truccava e si pittava le unghie, tra gli altri, Lou Reed, che nell'album Transformer (1972) e in particolare nella canzone Walk on the wild side (scritta sotto l'influenza dell'artista pop Andy Warhol) toccò il tema tabù della transessualità (la canzone venne infatti censurata in alcuni Paesi).

Negli stessi anni il cantante David Bowie apparve sulla copertina dell'album The man who sold the world (1970) vestito da donna e giocò ancora di più con il suo naturale aspetto andrògino in seguito, vestendo i panni dell'alieno Ziggy Stardust. Erano i primi esempi del cosiddetto "glam-rock", quando gli artisti si divertivano a indossare abiti vistosi, lustrini e paillettes: lo fecero, tra gli altri, Freddie Mercury, Boy George e il nostro Renato Zero. Successone
A sdoganare definitivamente il travestitismo fu però un musical del 1973, diretto da Richard O'Brien e portato sul grande schermo nel 1975, dove divenne presto film di culto

Anni 70. In Italia è il cantante Renato Zero a sdoganare il travestitismo da star. titolo: The Rocky Horror Picture Show. La storia era quella di una coppietta tradizionale, Brad e Janet, che finiva in un castello popolato da strani individui capitanati da uno scienziato travestito. Il personaggio chiave era proprio lui, Frank-N-Furter, un Tim Curry in bustino di pizzo, giarrettiere, trucco vistoso e tacchi a spillo. Frank-N-Furter affascinava perché appariva superiore a ogni stereotipo di genere, ma non perché fosse privo di sesso come gli angeli: al contrario era donna e uomo all'ennesima potenza, contemporaneamente macho e civettuolo, aggressivo e ammiccante, erotomane e sentimentale.

Il messaggio del musical è reso esplicito in una delle canzoni: "Don't dream it, be it" ("Non sognatelo, siatelo"). Perché limitarsi a desiderare quando si può essere ciò che si vuole, in barba ai codici imposti dal genere di appartenenza? Lo stesso concetto è stato ripreso una ventina d'anni dopo dal regista Pedro Almodóvar per bocca di uno dei suoi personaggi più bizzarri, la transessuale Agrado del film Tutto su mia madre: "Una persona è più autentica quanto più assomiglia all'idea che ha di se stessa".

Sesso e potere

Anni 80. "Fatti più in là" cantano Le sorelle bandiera, trio comico de L'Altra domenica, trasmissione di Renzo Arbore. I tre uomini travestiti giocano sul tema dell'ambiguità. Nel frattempo anche tra i filosofi si era fatta strada l'idea che le regole imposte sulla sessualità fossero limitanti.

Il francese Michel Foucault, nella sua Storia della sessualità (1976), sosteneva che la "scienza sessuale" è un dispositivo del potere per controllare gli individui. Come? Attraverso il linguaggio, costruendo stereotipi di genere, definendo ciò che è normale e ciò che è patologico o perverso.

Nel 1990 Judith Butler, filosofa dell'Università di Berkeley (Usa), si spinse oltre: il sesso è un prodotto culturale e linguistico, è la società a determinare quali possibilità di genere sono coerenti e naturali. Erano i primi passi della "teoria queer" (in inglese, "insolito") e del movimento transgender, «parola in cui il prefisso "trans" non indica tanto il passaggio da un genere all'altro, quanto il superamento del dualismo uomo-donna» sottolinea Flavia Monceri, docente di Filosofia politica all'Università del Molise.

Per la teoria queer, le categorie dell'orientamento sessuale (eterosessuale o omosessuale), di sesso (maschio o femmina) e di genere (uomo o donna) sono forzature, perché ogni individuo fa storia a sé. «Lo dimostrerebbero anche i casi di intersessualità in cui si imbattono i medici, quelli cioè in cui assegnare al nuovo nato un fiocco rosa o azzurro non è così semplice» osserva la Monceri. «Tant'è che poi la decisione - necessaria per registrare il nuovo nato - è spesso opinabile o anche condizionata dai desideri dei genitori».

Insomma, tra i due sessi non sempre c'è una separazione netta. Ma il cambiamento prospettato dal movimento queer ha davanti a sé molti ostacoli. Uno su tutti: negli uffici anagrafe (e non solo) le voci "maschio" e "femmina" sono obbligatorie da sempre.

Nel frattempo, i primi a essere stati influenzati da queste visioni futuribili sono stati proprio i transessuali. «In Italia vige ancora la legge 164 del 1982, secondo cui per cambiare sesso sulla carta d'identità è necessario operarsi» dice Roberto Vitelli, psichiatra all'Università di Napoli.

«Ma benché gli studi dimostrino che, con la chirurgia, i casi di suicidio diminuiscono, oggi alcuni transessuali si dichiarano pentiti di aver optato per una scelta così radicale». Perché, si chiedono, affrontare un iter chirurgico lungo, doloroso e non esente da rischi se un giorno si potrà fare a meno dell'etichetta "maschio" o "femmina"?
fonte www.luigiboschi.it

Fashion Style e Icone lgbt, Dolce & Gabbana and Madonna present MDG Sunglasses Collection


Dolce & Gabbana and Madonna present MDG: the first sunglass collection personally designed by Madonna in collaboration with Domenico Dolce and Stefano Gabbana.
The collection bears the MDG logo and marks Madonna's first foray into the world of eyewear.
fonte dolcegabbanachannel, http://www.dolcegabbana.com/boutique/

Narrativa e Poesia, Concorso letterario Wordout, nell’ambito delle iniziative di Bookout-Fiera del libro LGBT


Il Concorso letterario Wordout è bandito nell’ambito delle iniziative di Bookout-Fiera del libro LGBT. Per partecipare al concorso bisogna inviare le proprie opere alla segreteria del premio entro il 30 settembre 2010. La partecipazione è gratuita. In palio premi in denaro.
Regolamento
Art 1.E. indetto il Concorso letterario “WORDOUT” (nel seguito: “Concorso”) a tema lesbico, gay, bisessuale o transgender (LGBT) nell’ambito delle iniziative di Bookout – Fiera del libro LGBT che si svolge a Pisa dal 12 al 14 novembre 2010.

Il presente regolamento definisce le modalità di svolgimento e di partecipazione al Concorso stesso.

Art 2.Il Concorso offre alle/ai giovani l’occasione di riflettere ed esprimersi su argomenti ampiamente presenti nel dibattito pubblico, come l’orientamento sessuale e l’identità di genere, lìinclusione (integrazione) o l’esclusione sociale (emarginazione, violenza…) delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender, le relazioni interpersonali, la ricerca della propria identità e la scoperta delle proprie emozioni. Le opere presentate in concorso dovranno avere comunque attinenza con i temi riguardanti l’orientamento sessuale o l’identità di genere.

Art 3.Il Concorso è rivolto a tutte le studentesse e a tutti gli studenti iscritte/i, al momento dell’emissione del bando, ad un scuola superiore di II grado, senza distinzione di razza, genere, orientamento sessuale, identità di genere, religione, nazionalità, età, disabilità o altra caratteristica personale.

Art 4.Il Concorso è suddiviso in due sezioni: Narrativa e Poesia.

La sezione Narrativa comprende opere inedite di lunghezza massima non superiore a 3 cartelle dattiloscritte (3 pagine di 30 righe da 60 caratteri ciascuna).

La sezione Poesia comprende opere inedite di lunghezza massima non superiore a 30 versi.

E. possibile partecipare a entrambe le sezioni con una sola opera per sezione.

Art 5.La documentazione necessaria per partecipare al Concorso è composta dalla scheda di partecipazione (scaricabile all’indirizzo internet http://bookout.it/concorso) e dall’opera inedita stampata in 6 copie.

La scheda di partecipazione, compilata in ogni sua parte, e le 6 copie dell’opera dovranno essere inviate in busta chiusa come indicato all’art. 6.

Art 6.La documentazione prevista all.Art.5 deve essere fatte pervenire a mezzo posta raccomandata, entro e non oltre il 30/09/2010 (non fa fede la data del timbro postale), alla sede organizzativa del Concorso presso: Comitato Arcigay di Grosseto .Leonardo da Vinci.

rif.: Bookout – Concorso “WORDOUT” via Ravel 15/17 58100 Grosseto (GR)

Il candidato è direttamente responsabile dell’arrivo o meno della documentazione nel luogo ed entro le date indicate dal presente articolo, Bookout non assume responsabilità per eventuali ritardi o disguidi del servizio postale.

Inoltre, è necessario spedire il file contenente l’opera, in formato elettronico PDF, all’indirizzo email: concorso@bookout.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Art 7.La Direzione del Concorso è curata da Bookout che intratterrà tutti i rapporti con gli autori.

Art 8.La giuria sarà composta da 5 esperti individuati dalla Direzione di Bookout.

Art 9.La giuria individuerà i/le vincitori/trici scegliendo, fra le opere pervenute per ciascuna sezione, le 3 che a suo insindacabile giudizio riterrà più valide in assoluto.

Le decisioni della giuria saranno comunicate ai/lle vincitori/trici, telefonicamente o via email, entro il 30/10/2010. Le decisioni della giuria sono inappellabili.

Art 10.Per ciascuna delle due sezioni NARRATIVA e POESIA, saranno selezionati 3 vincitori/trici, a cui verranno assegnati i seguenti premi:

Primo classificato: buono per acquisto di libri di € 150,00;

Secondo classificato: buono per acquisto di libri di € 100,00;

Terzo classificato: buono per acquisto di libri di € 50,00.

Ad insindacabile giudizio della Direzione di Bookout, per motivi organizzativi i premi sopra indicati potrebbero essere convertiti in premi in libri con un valore equivalente (in tal caso, Bookout ne darà tempestiva comunicazione attraverso il proprio sito, comunque non oltre il termine fissato per la presentazione delle opere in concorso).

Art 11.La proclamazione dei vincitori e la consegna dei premi avrà luogo in una data compresa tra il 12 e il 14 novembre 2010, nell’ambito di Bookout – Fiera del Libro LGBT presso la Stazione Leopolda a Pisa.

Art 12.Partecipando al Concorso, l’autore/trice autorizza Bookout a utilizzare le opere inviate, per fini collegati allo svolgimento della Fiera (ad esempio, promozione attraverso il sito). Le opere non saranno restituite.

Art 13.La partecipazione al Concorso è gratuita.

Art 14.La partecipazione al Concorso implica l’automatica accettazione del presente Regolamento. La mancanza di una delle condizioni che regolano la validità dell’iscrizione, determina l’esclusione dalla partecipazione al Concorso letterario.

Art 15.Nel caso in cui ragioni di carattere tecnico-organizzativo impediscano che, in tutto o in parte lo svolgimento del Concorso abbia luogo con le modalità e i termini previsti dal presente regolamento, la Direzione si riserva di prendere gli opportuni provvedimenti, dandone comunicazione ai partecipanti.

Art 16.Ai sensi del D.P.R. 430 del 26 ottobre 2001, art. 6, il presente Concorso non è soggetto ad autorizzazione ministeriale.

Art 17.I dati personali trasmessi saranno utilizzati esclusivamente per le finalità connesse al Concorso.

Art 18.I partecipanti si assumono la piena responsabilità della veridicità delle informazioni fornite con la scheda di partecipazione e delle eventuali conseguenze che dovessero derivare da dichiarazioni non veritiere. La presenza di dichiarazioni non veritiere nella scheda di partecipazione comporta l'automatica esclusione dal Concorso.

Per ulteriori informazioni, è possibile scrivere all’indirizzo email

concorso@bookout.it Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. oppure contattare Giada Caporali dello staff di Arcigay
Grosseto al numero 320 8504409.
fonte www.tifeoweb.it

Diritti Lgbt, Matrimoni tra gay: in 10 Paesi sono permessi, in 17 ci sono uguali diritti. L’Italia? Un’eccezione in Europa


L’Italia è l’unico paese, tra quelli “avanzati”, insieme alla Grecia a non riconoscere e tutelare le unioni tra i gay. Questa la denuncia dell’Arcigay che con il presidente, Paolo Patanè afferma: “La discriminazione che impedisce alle coppie omosessuali di accedere all’istituto del matrimonio è tanto inaccettabile quanto assurda per uno stato di diritto che ha tra i suoi valori fondati l’uguaglianza e la libertà dei suoi cittadini. La Corte Costituzionale italiana ha recentemente affermato lo stesso concetto, impegnando il parlamento ad affrontare e risolvere le discriminazioni che affliggono le omosessuali”.

E in effetti, andando a vedere la mappa dei Paesi che nel mondo (e quindi non solo in Occidente) consentono i matrimoni gay, l’Italia rappresenta un’eccezione quantomeno strana. Sono 10 i Paesi che con una legge hanno permesso matrimoni tra omosessuali e sono 17, invece, quelli in cui si sono eguagliati i diritti di tutte le coppie, anche dello stesso sesso.

Ad aver permesso le unioni gay per primi sono stati i Paesi Bassi nel 2001 e il Belgio nel 2003. All’epoca era una novità bollata in varie occasioni come fin troppo liberale. Poi con gli anni moltissimi Paesi hanno seguito l’esempio, varando leggi che permettono le unioni gay. Paesi come Spagna (in cui è anche permesso alle coppie omosessuali di adottare bambini), Canada, Svezia, Norvegia, Portogallo, Islanda, cinque Stati degli Usa.

Ma non solo Paesi cosiddetti “avanzati” o comunque occidentali, hanno varato queste leggi. Nel 2006, ad esempio, il Sudafrica si è dotato di una legislazione che non solo permette alle coppie dello stesso sesso di sposarsi, ma ammette anche l’adozione da parte di coppie gay. Lo stesso vale per il Brasile, l’Argentina e il Messico.

Poi ci sono i Paesi che ancora non permettono unioni omosessuali nè civili nè religiose ma che riconoscono pari (o alcuni) diritti alle coppie, indipendentemente dal loro sesso. Si tratta di Austria, Francia, Danimarca, Regno Unito, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Slovenia, Ungheria, Repubblica Ceca, Finlandia, Andorra, Croazia, Irlanda, Colombia, Nuova Zelanda, Uruguay.

E l’Italia? Fanalino di coda in Europa e non solo, come sottolinea l’Arcigay siamo l’unico Paese insieme alla Grecia che ancora non ha varato nessuna legge al riguardo, lasciando di fatto una vacanza legislativa. Su questo argomento, si potrebbe dire, l’Italia è molto più vicina ai Paesi del Sud America o dell’Africa, dove leggi a riguardo non ce ne sono o dove (è il caso di 38 stati africani su 53) l’omosessualità è punita con il carcere.
fonte blitzquotidiano.it

giovedì 2 settembre 2010

LIBRI LGBT "LUNA" IO L'AMAVO, LEI E' MIO FRATELLO..di JULIE ANN PETERS


Questo romanzo intitolato "Luna" è nato dalla penna della scrittrice per adolescenti Julie Ann Peters. Finalist for the 2004 National Book Award for Young People's Literature. Pubblicato da ALESSANDRA

«Se Liam avesse potuto esprimere un solo desiderio, la cosa che avrebbe voluto di più al mondo, avrebbe chiesto di rinascere. Questa volta nel corpo giusto, in quello di una femmina.»

Trama:
Liam ha sedici anni. È alto, bello, muscoloso
e corteggiatissimo, ma la verità è che si sente una ragazza intrappolata dentro un corpo da ragazzo. Sua sorella, Regan, è l’unica a condividere questo segreto con Liam – o Luna, come preferisce farsi chiamare – che ogni notte clandestinamente si trasforma con trucchi e vestiti nel suo alter ego femminile.
Il padre, stereotipo dell’uomo medio e professionalmente frustrato, insiste affinché il figlio giochi a baseball ed esca con le ragazze, la madre troppo occupata nella sua professione di wedding planner non si accorge di quello che succede in casa.

Quando Liam per il nono compleanno chiede in regalo una Barbie e un reggiseno il padre perde la testa, mentre la mamma lo considera un capriccio da bambini. Regan si trova quindi da sola a dover aiutare e sostenere il fratello nell’accidentato e stravagante percorso verso la trasformazione. Ma anche per lei è il momento del cambiamento e quando, durante una lezione di chimica, un compagno di scuola comincia a corteggiarla, insieme ai primi batticuori arrivano anche gli imprevisti che l’avere un fratello trans comporta…

La mia opinione:
Ero molto curiosa riguardo questo romanzo... insomma volevo vedere come la scrittrice avrebbe trattato l'argomento senza cadere nel banale e nello scontato e devo dire che Julie Ann Peters se l'è cavata egregiamente!! Una storia che scorre come l'acqua e che mi sono gustata fino all'ultima pagina senza accorgermi del tempo che passava! Insomma mi sono divorata questo libro senza nemmeno accorgermene!!
Un romanzo molto leggero, malinconico che affronta il tema della transessualità con molta franchezza e sincerità. E' scritto per un pubblico giovane ma credetemi quando vi dico che anche gli adulti non rimarranno delusi da questo romanzo che nonostante il tema che affronta è davvero una lettura piacevole e che fa riflettere.

La voce narrante dell'intero romanzo è Regan una giovane ragazza adolescente timida e introversa che nonostante la popolarità del fratello non ha mai saputo integrarsi nella sua scuola e che ha avuto poche amiche con cui confidarsi. La sua vita però è diversa da ogni altra ragazza. Suo fratello Liam infatti è speciale. Fuori è un bellissimo ragazzo 17 enne che affascina moltissime ragazze e che oltre alla bellezza ha anche un'animo sensibile e un'intelligenza spiccata.

Nonostante ciò Liam non può sopportare il suo corpo da ragazzo perchè dentro di sè lui si sente una ragazza a tutti gli effetti solo che il suo aspetto esteriore non rispecchia la sua interiorità. Lui vorrebbe essere una ragazza. Vive un'esistenza difficile perchè vive la sua vita come una menzogna. Ogni giorno deve fingersi un ragazzo perchè troppo spaventato dalle persone che lo circondano. la sua paura è di non essere accettato dai suoi compagni, dai suoi amici e anche dalla sua stessa famiglia. L'unica persona con cui può confidarsi è solamente la sorella Regan che è il suo punto fisso e il suo appiglio anche nei momenti più difficili e neri.

"La sto soffocando. Non è lei la parte di me che voglio eliminare. Tutto questo affanno per sopprimerla, tenerla nascosta, imprigionata. Tutto questo mentire, fingere. Non importa quanto io speri o preghi lei sarà sempre con me. lei è me. Io sono lei. Io voglio essere lei. Io voglio essere Luna"

Liam ha scelto il nome Luna come nome da ragazza perchè rispecchia il fatto che la ragazza che è il lui si rivela soltanto durante la notte quando nessuno lo può vedere. Nel segreto della sua camera da letto Liam si trasforma nella bella ragazza che aspira ad essere, con l'aiuto dei vestiti e del trucco.

"Ogni giorno è sempre la stessa storia. Devo nasconderla, seppellirla, trattenerla dentro di me. E' davvero troppo. Non ce la faccio."

Regan fornisce al fratello il suo supporto e la sua comprensione, spesso sacrificando i propri bisogni. Liam, d'altra parte, si ritira in se stesso molto spesso e trova la sua unica vera felicità solo trasformandosi in Luna. Regan però è come se fosse risucchiata dal fratello.

Non può vivere la sua vita perchè deve sempre stare vicino al fratello e questo sta diventando troppo anche per lei. A scuola conosce un ragazzo che la apprezza per quello che è. Per la prima volta lei sente di provare qualcosa di diverso che dalla semplice amicizia e regan è decisa ha non farselo sfuggire. Per lei è troppo importante.

"Sparisci dalla mia vita!" gli ordinai cercando di sgusciare via, furiosa. "Sparisci dalla mia vita. Ti odio! Odio ciò che sei. Vorrei che non fossi mai nato."

Anche Regan alla fine perde fiducia nel fratello che è troppo egoista e così concentrato su se stesso da non rendersi conto che sta facendo soffrire la sorella con i propri problemi, con le proprie paure, i propri bisogni...

"Doveva essere una sensazione orribile, essere costretto a vivere nel corpo sbagliato, avere questa specie di doppia identità. Sapeva quanto ne soffrisse. Desideravo solo che non se la rifacesse con me. Non era colpa mia se io avevo il corpo che avrebbe voluto lui."

Ora però tutto sta per cambiare! Dopo una vita passata a fingere Luna si sta preparando a uscire dal suo bozzolo. Ma la famiglia e gli amici di Liam saranno pronti ad accogliere Luna nella loro vita?

"Se io riuscivo a vedere la ragazza che Liam aveva dentro, perchè mamma e papà non ci riuscivano? Perchè nessun altro ci riusciva?"
fonte greenyellowale.blogspot.com
"LUNA" di Julie Ann Peters ed Giunti Y

BOOKTRAILER:

Reality MTV "I Want a Famous Face" rincorrere il successo delle star a colpi di bisturi, una concorrente trans vuole i lineamenti di Pamela Anderson


In "I want a famous face" i pazienti si sottopongono di proposito ad interventi di chirurgia plastica per assomigliare alla loro star preferita. E così due ragazzi come Mike e Matt (nella foto) decidono di voler diventare degli attori con le sembianze di Brad Pitt, un transgender di 26 anni vuole a tutti i costi i lineamenti di Pamela Anderson per avere successo nella sua attività di regista di film per adulti e Audrey, un’aspirante modella di 22 anni che vuole aumentare la taglia del seno contro il parere della madre.

Purtroppo non tutti gli interventi si concludono nel migliore dei modi, soprattutto quando si tratta di richieste quasi impossibili da soddisfare. Ma il canale Mtv vuole offrire (dato che che i pazienti non sborsano nemmeno un dollaro per sottoporsi a questi interventi chirurgici) a questi ragazzi un sogno, una nuovo futuro e se possibile un lavoro nel mondo dello spettacolo, proprio come i loro beniamini.

In un’intervista post-operatoria i due fratelli Mike e Matt si sono stupiti di come questo cambiamento abbia cambiato la loro vita quotidiana: “alcune persone che prima non ci consideravano nemmeno ora continuano a fissarci incuriositi e stentano a riconoscerci, è buffo quali cose possano accadere con la faccia di un attore famoso!” Nel loro caso rifarebbero ogni singola operazione per ottenere il risultato che adesso li ha resi popolari non solo tra i loro coetanei.

Per altri concorrenti il risveglio alla realtà non è stato così piacevole: è il caso di Jessica, una ragazza di Chicago che voleva a tutti i costi diventare una top model ed assomigliare a Jennifer Lopez. Il risultato è sosprendente considerando i lineamenti di partenza, ma la sorpresa più grande è stato il dolore fisico durante il decorso post operatorio come lei stessa ha ammesso in una dichiarazione.
fonte mondoreality.com Di Melania Biolchi

Cinema, dal film “Eat, pray, love” un nuovo modo di viaggiare, Vacanze e mete di lusso



“Eat, Pray, Love” è il titolo dell’ultimo film che vede protagonista Julia Roberts e che arriverà nelle sale ad ottobre. Liz (la protagonista), vive ha New York, è un scrittrice reduce da un fresco divorzio. Insoddisfatta della propria vita, decide di partire; prima visital’ Italia, dove scoprirà l’arte del piacere, tra buon cibo e nuove amicizie. Poi l’India, per imparare la meditazione, infine l’Indonesia, in cui cercherà di superare la tristezza e la solitudine. Quello che è raccontato nel film, tratto dal libro di Elisabeth Gilbert, si trasforma in realtà nel mondo dell’hotellerie, diventandone di fatto l’ ultima frontiera, almeno quando si tratta di pacchetti vacanze.

La nota catena Four Seasons ha bruciato tutti sui nastri di partenza, lasciando indietro i concorrenti che ancora non offrono questo tipo di servizio.

Disponibile da ora fino a dicembre 2011 il pacchetto “Pray, Love, Bali” fornisce ai clienti la possibilità di vivere a contatto con il medico balinese che ha ispirato il libro, Ketut Liyer. Lui, proprio lui, l’ originale.

Gli ospiti potranno trascorrere alcuni giorni a Bali presso le strutture del gruppo Four Seasons Resort . Il pacchetto per due comprende: due notti a contatto con l’oceano al Four Seasons Resort di Jimbaran Bay; due notti nella verde vallata del Four Seasons Resort di Sayan; un colloquio personale con Ketut Liyer e una visita a casa sua, oltre alla possibilità di gustare piatti tipici della cucina balinese; per chiudere in bellezza con un massaggio, per la coppia, di 90 minuti per rilassarsi e ringiovanire il corpo.

Le tariffe partono da 3.000 dollari per il pacchetto che prevede la sistemazione nella villa con vista sull’oceano in camera doppia. Il
pacchetto è disponibile fino al 20 dicembre 2011 in base alla disponibilità. Per prenotare o avere info potete accedere al sito fourseasons.com
fonte myluxury.it

Spot Lgbt federazione Argentina, per l'approvazione delle unioni civili


fonte www.lgbt.org.ar

mercoledì 1 settembre 2010

Personaggi Politici Lgbt, Vladimir Luxuria: intervista in esclusiva per Pour Femme,della sua storia e delle difficoltà di essere transgender


Oggi vi vogliamo proporre un’intervista esclusiva realizzata da Pour Femme a Vladimir Luxuria, che parla a cuore aperto della sua storia e delle difficoltà di essere un transgender in una società che ancora fatica ad accettare l’individualità di ogni persona.

Luxuria si è sempre contraddistinta per la sua serietà e per l’impegno profuso nella politica come nelle sue battaglie per la lotta alle discriminazioni. “Io sono colei che mi si crede”. Ecco la frase tratta dall’opera “Così è (se vi pare)” di Pirandello che campeggia nella prima pagina del suo sito internet: un omaggio al grande autore ma anche una riflessione sul tema dell’identità di ogni persona.

Come racconta nell’intervista, Luxuria è una persona che da sempre lotta per equilibrare i suoi contrasti e non solo di genere sessuale.

Racconta della sua infanzia a Foggia, una città che di certo non aveva una mentalità aperta: un difficile percorso per lei che si sentiva donna in un corpo da uomo e che doveva lottare, oltre che contro i pregiudizi, anche con il senso di inadeguatezza. Rivendica insomma la libertà di essere come si vuole, non solo sua, ma di tutte le persone del mondo.

La strada scelta da Vladimir è stata la politica in prima battuta: un impegno vissuto con passione e sacrificio e una lotta continua contro i pregiudizi. Ma anche la grande soddisfazioni di sentire l’attenzione dei colleghi in Parlamento quando prendeva la parola.

Grande attenzione anche al tema della violenza contro le donne e le discriminazioni: il nostro paese potrebbe decisamente fare di più soprattutto dal punto di vista del lavoro e della maternità. La donna incinta è vissuta come un peso dalla società che dovrebbe invece considerarla una risorsa.

E Vladimir ci regala anche un’anticipazione: l’uscita del suo libro edito dalla Bompiani sul tema della maternità: la maternità negata ma anche il rapporto speciale tra madre e figli.
fonte Francesca Bottini per pourfemme.it

Social Network, In arrivo Diaspora l'anti-Facebook, ideato da 4 studenti Usa, Lancio il 15 Settembre


Social network sì, ma con più privacy
MILANO – La Diaspora finalmente si consumerà, a partire dal prossimo 15 settembre. Lo annunciano i quattro ragazzi (Ilya, Raphael, Maxwell e Daniel) della New York University che quasi per gioco hanno lanciato l’idea e avviato il progetto pochi mesi fa, in piena tempesta anti-Facebook, ai tempi in cui Zuckerberg, il patron del social network, faceva il bello e il cattivo tempo cambiando ogni giorno idea sulle regole per la privacy dei suoi utenti. Tra le molte lamentele, accanto a ribellioni come quella del «Quit Facebook Day» che proponeva una fuga di massa per fine maggio, erano nate anche proposte più collaborative. Tra cui Diaspora : un social network «controllato personalmente, in cui si può far di tutto, distribuito open source».

L'IDEA – Diaspora era nata per gioco, come progetto estivo di 4 studenti universitari. Ma come è accaduto in altri casi famosi di start-up internet nate dal nulla (tra le molte Google, ma anche la stessa Facebook) il progetto sta prendendo una piega diversa dal divertimento estivo di un gruppo di ragazzi: i 4 si erano proposti di portare avanti la loro Diaspora se avessero raccolto almeno 10mila dollari di finanziamenti, budget-base per poter sviluppare il codice iniziale del social network e poi darlo in mano a tutti gli utenti in modalità open source. A sorpresa, e con lo stupore dei fondatori stessi, a fine agosto Diaspora ha raccolto già 100mila dollari e tra i suoi benefattori compare anche lo stesso Mark Zuckerberg di Facebook.

15 SETTEMBRE – Ora il codice-base è affinato, l’interfaccia utente dato in mano a un’esperta del settore, gli strumenti provati privatamente dai 4 universitari e dalla loro comunità di amici. Tutto pronto dunque per il primo rilascio, previsto per il prossimo 15 settembre, quando il codice verrà reso pubblico e ci si potrà iscrivere alla rete sociale e gestire, come promettono i fondatori, a proprio piacimento amicizie, contenuti, link, materiali caricati.

Differenziando (questo è uno dei cavalli di battaglia di Diaspora) caso per caso i destinatari degli oggetti che si vogliono comunicare e soprattutto senza dare i propri dati in pasto a società di marketing e inserzionisti pubblicitari. Diaspora resterà sempre nella modalità «lavori in corso»: i programmatori potranno contribuire a disegnarne versioni sempre migliori, e gli stessi fondatori si ripromettono di non abbandonare il campo dopo la prima uscita. Anche perché due di loro, Ilya e Raphael, hanno ultimato i loro studi e Diaspora, almeno sulla carta, sembra un promettente posto di lavoro.
fonte www.corriere.it Eva Perasso

Cinema Lgbt, Harry Potter gay in un film con Ryan Kwanten


Harry Potter è pronto a una nuova avventura, questa volta non da maghetto. Daniel Radcliffe, infatti, potrebbe essere il prossimo protagonista di un nuovo film a sfondo omosessuale, My Fair Lidy. Rooti Sims e Ken Eulo, rispettivamente sceneggiatore e regista, stanno corteggiando il maschietto tanto sensibile alla causa gay, affinché decida di entrare a far parte del cast.

Lo stesso vale per un altro simpatico personaggio, molto apprezzato dal pubblico gay e non solo: il biondino innocente di True Blood, Ryan Kwanten. Qualora non lo conosciate, non esitate nel fare una buona ricerca con Google: il ragazzo, come potete ben vedere in foto, merita parecchio!

Sul film non sappiamo molto, se non che tratterà del “sogno americano”. Non tutti i protagonisti, ovviamente, saranno omosessuali; non abbiamo neanche la certezza che Daniel e Ryan interpreteranno un personaggio dal diverso orientamento sessuale.

Sta di fatto che i casting sono iniziati e dubitiamo che i responsabili si lascino sfuggire l’occasione di portare sul set un Radcliffe gaio; stesso discorso vale per Kwanten.
fonte gaywave

martedì 31 agosto 2010

Lgbt storie di vita trans, Infermiera Ligure svela ecco perchè ho cambiato sesso, Gabriele ora è maschio. Festa per la nuova carta d’identità


La Spezia: Fino a cinque anni fa si chiamava Barbara, faceva l’ausiliaria all’ospedale del Felettino. Ieri è andato a ritirare la carta d’identità in Comune e di nome fa Gabriele.

Adesso non ha più alcun tratto femminile che lo caratterizzava durante la gioventù: una terapia ormonale gli ha fatto crescere un pizzetto modello D’Artagnan e soprattutto un paio di dolorosissimi interventi chirurgici gli hanno cancellato per sempre seni, ovaie e utero e ricostruito un pene.

«E non è finita qua - aggiunge Gabriele, 37enne, assistito dall’avvocato Paolo Cargioli che ha seguito l’iter giudiziario per il cambiamento di sesso -. E’ stata un’odissea sia burocratica, ma soprattutto un vero e proprio calvario fisico. Nel primo intervento, nel giugno dell’anno scorso mi hanno asportato l’apparato riproduttivo e i seni: ho impiegato quattro mesi prima di potermi infilare la maglia perché nella zona del petto provavo dolori lancinanti.

Nel secondo, a dicembre, mi hanno ricostruito l’organo genitale maschile, prelevando pelle da una gamba. E anche in questo caso ho potuto camminare solo dopo cinque mesi.Purtroppo non è finita qua perché per rendere tutto funzionale dovrò sottopormi ad altre quattro operazioni. E ci sono alte possibilità che non riescano».

Gabriele, quando ha deciso di cambiare sesso? «La prima volta lo confessai alla mia insegnante di scuola. Ero in prima media. Lei si informò attraverso un medico che sconsigliò caldamente l’intervento». Così ha atteso fino all’età di 30 anni. «Ho vissuto molto male fino ad allora.

Fin da bambino giocavo con mio fratello e con le amichette facevo sempre la parte del maschietto. Non mi guardavo allo specchio perché detestavo il mio corpo e quando andavo al mare per la vergogna di indossare il due pezzi mi rifugiavo in spiagge isolate. Ma non ho mai frequentato locali per omosessuali, né partecipato a Gay Pride, li trovo desolanti. Il problema era solo mio».

Fino a quando? «Fino a quando, nel 2005, conobbi una donna che era diventata uomo e mi sono deciso».
fonte ilsecoloxix.it

Personaggi Lgbt friendly, Nuoto Alessandro Terrin non è gay. E anche se lo pensano di lui, la cosa non lo disturba perché...


Alessandro Terrin (quando vedo queste foto mi chiedo perché non inizio a seguire di più il nuoto…) è stato intervistato da Vanity Fair prima della sua partenza per Budapest, insieme alla sua collega Federica Pellegrini.


Alessandro ha 25 anni, è nato vicino a Venezia ma poi si è trasferito a Roma. Girano alcune voci sulla sua vita privata che sostengono che anche lui, in verità, sia gay.

“No, mi piacciono le donne. Ho fatto una campagna per Dolce e Gabbana, e va bene. Poi sono andate in rete delle foto in cui io e i miei compagni di squadra facciamo gli scemi alle Seychelles.(foto sotto)

Comunque, com’è come non è, sono diventato un’icona gay, c’è scritto anche sul mio profilo di Wikipedia. Non mi disturba, dicono che dove ci sono i gay ci sono sempre anche le belle ragazze. E io adesso sono single…”

Non so voi ma “quanto amo” questo luogo comune sui “Gay+belle ragazze”…
fonte Vanity Fair, via queerblog

Carriera Nuoto di Alessandro Terrin
fonte wikipedia.org

Specializzato nella rana veloce (50m), ha ottenuto la medaglia d'oro ai Campionati europei di Budapest 2006 a pari merito con l'ucraino Oleg Lisogor, con il nuovo primato italiano di 27"48.
Ha anche conquistato un argento ai mondiali di corta di Shangai 2006, sempre nei 50m rana e sempre dietro a Oleg Lisogor.

Meno fortunato ai Campionati del mondo di Melbourne 2007, dove giunge solamente quarto in finale, nuotando al di sotto delle aspettative visti i buoni tempi nuotati nelle fasi precedenti.
Agli europei del 2009 a Istanbul ha stabilito (in semifinale) il primato europeo in 26"14 ; purtroppo però non si è ripetuto in finale, dove ha ottenuto "solo" la medaglia d'argento, nuotando peggio che in semifinale (con il suo 26"14 avrebbe vinto).

Attualmente detiene i seguenti record italiani:
Vasca lunga:
* 50m rana: 27"20 (28 luglio, Mondiali di Roma 2009)
* 4x100m mista: 3'34"32
Vasca corta
* 50m rana: 26"14 (primato europeo)
* 4x50m mista: 1'32"91

Viaggi e Ristoranti di lusso, a New York carta dei vini sull’iPad


Carta dei vini sull’iPad? Anche il lusso si evolve al passo della tecnologia. Ogni anno, le principali aziende che si occupa di hi tech di alta qualita’ ci propongono i loro nuovi progetti, come la Apple, che da tempo ci ha abituati ai suoi gioiellini tecnologici, innovativi, perche’ nessuno ha mai osato tanto.

Steve Jobs con il suo gruppo ci ha proposto prima l’iPod, un lettore musicale che ha rivoluzionato il nostro modo di vivere, e poi l’iPhone, un nuovo smartphone, che ha cambiato la telefonia mobile per sempre. Ora e’ venuto il momento dell’iPad, che a quanto pare a New York e’ molto utilizzato… anche come non ce lo saremmo mai aspettati!

Ci sono alcuni ristoranti di lusso della Grande Mela che deliziano i loro clienti con un servizio assolutamente unico ed innovativo: la carta dei vini, infatti, non viene proposta nella classica versione cartacea, ma in versione digitale, direttamente sullo schermo del vostro iPad nuovo di zecca…

La moda della carta dei menu’ direttamente sull’iPad sta dilagando in moltissimi ristoranti esclusivi che possiamo frequentare a New York: sono molti i nomi illustri che hanno proposto questo servizio decisamente innovativo. Un servizio che fara’ gola a chi non riesce a rinunciare alla tecnologia nemmeno quando e’ a tavola.

A portata di dito, sullo schermo del nuovo gioiello della Apple, tutti i vini proposti dal ristorante, con aggiornamenti automatici ogni volta che qualcosa cambia rispetto all’elenco originario: un servizio trendy, moderno, che piace davvero molto. Chissa’ se approdera’ anche nel nostro paese!
fonte myluxury.it

lunedì 30 agosto 2010

Associazioni Lgbt, Milk a settembre apre le porte a Verona


Arcigay “Pianeta Urano” Verona Arcilesbica “Juliette e Juliette” Verona
sono felici di invitarti all’inaugurazione del nuovo

“MILK - Verona LGBT Community Center”
l’11 settembre 2010 in Via Nichesola 9 a Verona
(quartiere San Michele Extra, vicino a Piazza del Popolo).

Il centro nasce dalla volontà delle due associazioni inizialmente promotrici di andare oltre il concetto di “sede dell’associazione” per creare un luogo aperto dove diversi gruppi e associazioni della comunità LGBT veronese potessero ritrovarsi in autonomia e a pari titolo e dignità, scambiandosi e condividendo risorse, idee e spazi.

Il progetto di un centro LGBT veronese è quindi aperto a chiunque, singolo o associato, volesse unirsi e condividerlo.

L’inaugurazione inizierà alle 17.00 con visita, buffet
Alle ore 18.30 taglio del nastro
Alle 21,00 piccolo spettacolo di Drag Queen con Señorita e le ragazze di Clerikoshow!

Saranno presenti il Presidente Nazionale di Arcigay, Paolo Patané, e la Presidente Nazionale di Arcilesbica, Francesca Polo. fonte www.arcigay.it

Per Informazioni:
Tel. 346.9790553 - 349.3134852
info@arcigayverona.org - verona@arcilesbica.it
www.arcigayverona.org - http://arcilesbicaverona.blogspot.com

domenica 29 agosto 2010

Lgbt Omofobia, Coppia gay aggredita in auto a Padova, la denuncia su Facebook


Aggrediti da tre uomini mentre erano appartati in auto, dietro l’inceneritore di Padova: è il racconto dell’aggressione subita, assieme ad un amico, da un barista padovano che ha denunciato il fatto sulle pagine Facebook dell’assessore padovano all’ambiente Alessandro Zan, segretario regionale Arcigay.

Secondo il racconto riportato in rete, gli aggressori erano tre individui con accento napoletano, che, urlando insulti omofobi, avrebbero infierito con calci e pugni sui due gay, che sono riusciti a fuggire, causando loro ferite guaribili in dieci e in tre giorni.

I carabinieri di Padova, che stanno indagando sull’aggressione, stanno valutando tra l’altro l’ipotesi che si sia trattato di un tentativo di rapina in una zona particolarmente degradata della città. All’attenzione degli investigatori, spiega il Gazzettino di Padova, anche le immagini registrate da una telecamera di sorveglianza presente nella zona.
fonte blitzquotidiano.it

INIZIATIVE LGBT, L'IMPORTANZA DI UNA AGENZIA DI INCONTRI PER PERSONE DELLO STESSO SESSO


Il giornale on-line del Master in Giornalismo di Torino ha pubblicato una doppia intervista, a noi dell'agenzia Il Delfino e al coordinatore del Torino Pride, nell'ambito di una loro inchiesta che parla dell'Amore, del sesso, del matrimonio, della convivenza.

Dedicando anche un bell'articolo sull'importanza delle agenzie matrimoniali.
E dando anche la giusta attenzione nei riguardi dell'amore nel panorama omosessuale.

La testata ci ha dato l'opportunità di dare voce ad una realtà, come quella dell'agenzia il Delfino, nuova sul panorama nazionale ma in costante e continua crescita: i risultati, avvalorati dalle continue richieste di
aiuto, pervenuteci da tutta Italia, sono, per noi, motivo di grande orgoglio. Oltre al nostro punto di vista è presente anche quello del coordinatore del Torino Pride, un intervento senz'altro interessante da cui prendere spunto per formulare una nostra osservazione.

Riteniamo che le sue parole rispecchino in parte una grande realtà, quella delle chat line, molto in auge nella nostra società ultra-veloce e tecnologica.
La grande “scatola virtuale” accoglie, ogni giorno, migliaia di utenti, spinti da motivazioni diverse: curiosità, solitudine, sesso e molto altro.
Riteniamo tuttavia che, in una società davvero libera, possano e debbano coesistere realtà diverse ed opposte.
Via libera dunque a locali d'incontro, saune, chat line ed agenzie per la ricerca e selezione partner come il Delfino.
Un'unica nota... chissà perché i nostri iscritti, al loro arrivo, esprimono, prima di ogni altra questione, il desiderio di voler “costruire”in maniera seria una relazione amorosa, definendosi stanchi della superficialità imperante, dei rapporti “mordi e fuggi”...ed anche delle chat.

In merito invece all'opinione del coordinatore del Torino Pride, il quale sostiene che secondo lui l'esistenza di un'agenzia di incontri rivolta esclusivamente ad un pubblico omosessuale potrà avere ragione di esistere solo quando gay e lesbiche potranno sposarsi, noi siamo invece convinte che l'esistenza, oggi che questo diritto è loro negato, di questo tipo di servizio e la conseguente possibilità che viene data al nostro pubblico, faccia parte di tutte quelle azioni mirate a salvaguardare la dignità di una persona, che al pari di un'altra, di orientamento sessuale etero, ha gli stessi diritti, anche il diritto di sperare in un domani più felice e sereno accanto ad un partner.

E riteniamo soprattutto che per essere felici e per avere opportunità, nella vita, se queste non ci vengono concesse di diritto, vale la pena pretenderle comunque, e lottare per esse.
Proprio come abbiamo fatto noi, dell'agenzia il Delfino, quando ci siamo viste negata la possibilità di operare come agenzia matrimoniale.
E non ci siamo arrese.

Arrendersi avrebbe significato accettare e interiorizzare il significato omofobo di quel “no”.
E aspettare che lo Stato decidesse se e quando permettere alla comunità GLBT un servizio serio e mirato alla loro soddisfazione affettiva.
Avrebbe significato precludere un sogno, il nostro e quello di migliaia di persone italiane, che è quello di agire coscientemente senza farsi intimidire da ostacoli.
Anche perché, se ad oggi non è ancora dato modo al mondo omosessuale di sposarsi, sicuramente non può essere negata loro la possibilità di creare dei legami affettivi stabili e di progettare un percorso di vita in due.

Ecco perché chi si rivolge a noi lo fa pur sapendo e riconoscendo che possono esistere anche altre valide alternative all'agenzia il Delfino.
Ma riconoscendo altresì che alla fine chi popola le varie chat o i forum sono sempre le stesse persone, tante per bene e serie (moltissimi nostri iscritti infatti arrivano da lì) ma tanti motivati solo dal desiderio di cercare sesso e trasgressione.
Ma sempre loro sono.

E alla fine diventa un grande paese in cui tutti si conoscono e intrattenere nuove relazioni diventa un'impresa di difficile realizzazione. fonte gayinlove.it

"Il Delfino" il primo network italiano di agenzie di incontri per persone dello stesso sesso al momento aperte a Torino, Milano, Roma e Cagliari.
http://www.agenziaildelfino.com/

Lgbt, Film Diversità e Solidarietà “Il volo” di Wim Wenders, l’accoglienza è un seme fecondo


Wim Wenders “Il volo”, girato in Calabria tra Scilla, Badolato e Riace tra settembre e dicembre del 2009.

Il mediometraggio di 32’ prodotto dalla Technos, Regione Calabria e dalla Fondazione Calabria Film Commision con il patrocinio dell’UNHCR è un’opera poetica sull’accoglienza da parte di alcuni paesi della Locride, come Riace e Caulonia, per il loro ripopolamento, verso rifugiati provenienti da diverse parti del mondo dal 1997 e ancora oggi in corso, il primo caso di resettlement sperimentato in Italia: i rifugiati lasciano i campi profughi per essere ospitati in paesi dove si stabiliranno “per sempre”, in applicazione dell’art.10 della cost. introdotto nel ’47, mai applicato veramente in precedenza.

La trama iniziale: Un bambino e il suo sindaco, in un paese della costa calabrese ormai spopolato, per via dell’emigrazione, dove è difficile anche organizzare una partita di pallone perché non ci sono altri bambini. L’arrivo di un gruppo d’immigrati, a bordo di un barcone, crea scompiglio nella piccola amministrazione locale e apre ovvie discussioni sull’accoglienza tra le autorità locali, Luca Zingaretti interpreta il prefetto, e l’amministrazione locale con Ben Gazzara nel ruolo del sindaco, doppiato da Giancarlo Giannini. Il bambino Peppino, interpretato da Salvatore Fiore, e il sindaco darà una svolta decisiva e positiva alla vicenda.

Nata da un soggetto di Eugenio Melloni che Wenders trasforma durante le riprese da un film di fiction della durata iniziale di 7’ in meta-cinema in cui si mette in gioco in prima persona come “attore” di se stesso, prende una svolta decisiva dalle parole che il giovane Ramadullah , un piccolo rifugiato afgano,che faceva la comparsa nel film e ogni giorno per arrivare sul set faceva tre ore di pullman,

dice a Wim: “ è molto bello quello che stai facendo qui, ma noi siamo venuti fin qui solo per te, adesso sei tu che devi venire da noi a Riace se no non sei una persona seria”. A quel punto Wenders decide di cambiare la sceneggiatura: “Era necessario insomma che la fiction indietreggiasse per far posto alla realtà”, da comparsa Ramadullah si trasforma in anima wendersiana come altri tre ragazzini rom per raccontare la sua storia.

Nella conferenza stampa che ha seguito la proiezione Wenders commenta: “ Per la prima volta nella mia vita ho fatto un film che si abbandona, si lascia trascinare dalla realtà, ed è stato proprio grazie a questi ragazzini, in particolare al piccolo Ramadullah, che ho fatto quello che veramente volevo fare, entrare sul serio in questa terza dimensione. Il 3D è fantastico per farti vedere l’invisibile, per portarti in pianeti lontani, per immergerti dentro una fantasia, però non siamo ancora abituati all’idea che il 3D, questa tecnica reale, è una straordinaria, un incredibile porta che ti fa vedere la realtà così com’è quella del nostro pianeta..

Esiste in cinematografia oramai una nuova professione che è quella dello stereografo, se si dice veramente così, ci sono due persone che hanno reso possibile veramente questo progetto Giampiero Piazza e Francesca Tornimbeni (direttori della stereografia). Dopo qualche giorno di riprese su questo film ho cominciato a credere di aver capito cosa significa 3D veramente, 3 Difficile”;.

“Il volo” è qualcosa di completamente diverso dalle opere che usano il 3D come effetto spettacolare, in questo lavoro troviamo una ricerca sul colore e sull’immagine che cercano di arricchire il linguaggio con nuovi elementi e non di sorprendere il pubblico per sparire nel silenzio, un’inquadratura dall’alto sui tetti affacciati sul mare è una tela, è pittura, le goccioline di pioggia non cadono su di noi ma in una terza dimensione interna al profilmico.

La fotografia realizzata da Romano Albani è differente da quella usata dal maestro tedesco in molte delle sue fotografie e opere cinematografiche a colori come in “The Million Dollar Hotel” (2000) “La terra dell’abbondanza” (2004) o “Non bussare alla mia porta” (2005), le dominanti al “neon-americano” ciano e verde/verde prato spariscono.

Nel suo intervento prosegue: “ Tutti siamo abituati al fatto che buona parte della realtà che abbiamo di fronte agli occhi è francamente piuttosto brutta, che induce al pessimismo, specie se guardiamo molto la televisione e invece a me è piaciuta l’idea di montare su questo schermo qualche cosa che è bello e che è quasi utopico ma calato in un paesaggio che ultimamente (come vogliamo dire) non gode molto buona stampa, non godono di buona stampa gli immigrati, non godono di buona stampa i poveri.

Il problema della povertà, della miseria, non gode di grande popolarità sul pianeta, quindi alle volte occorre soltanto un semino di utopia per vedere le cose con occhio diverso (continua citando l’esempio del prof. Muhammad Yunus sul microcredito, premio nobel per la pace, argomento trattato da Wenders nel suo corto in “8”,2008). Spero davvero moltissimo che quel granello di utopia che abbiamo visto tutti quanti lì a Riace possa crescere, diventare una cosa più grande, qualche cosa che ci indica il cammino che ci porterà a vedere gli immigrati non più un problema ma come una soluzione.”.

“Il volo” è sicuramente un progetto che ha trovato d’accordo tutti quelli che ne hanno voluta la realizzazione nel di –mostrare al mondo intero grazie al tocco di un regista di fame internazionale come Wim Wenders, che la Calabria non è soltanto ‘Ndrangheta, che è ovviamente presente (anche nel film) e va combattuta, ma che ci sono luoghi in cui avviene qualcosa di straordinariamente diverso.
fonte www.dazebao.org di Danilo Tomeo

Libri Lgbt, Oltre l'identità sessuale. Teorie queer e corpi transgender


Lo scopo del libro è fare chiarezza sulle definizioni ed 'etichette' attualmente disponibili per identificare le differenze di sesso, genere e sessualità, ricorrendo alla più recente letteratura internazionale sul tema.

Ma, più in generale, il suo intento è quello di decostruire le pretese di validitè delle dicotomie di sesso (maschio-femmina), genere (uomo-donna) e sessualità (eterosessualità-omosessualità) sulle quali ancora continua a fondarsi il 'discorso' sull'identità sessuale, tanto in ambito accademico quanto nell'opinione pubblica. Oltre agli aspetti teorici, vengono affrontati anche alcuni casi concreti, in particolare il rapporto fra 'disabilità' e sessualità e il sadomasochismo.

Flavia Monceri è professore associato di Filosofia politica all'Universitè del Molise, dove insegna anche Filosofia delle scienze sociali e della comunicazione e Culture e istituzioni dell'Estremo Oriente. Si occupa, tra l’altro, di teorie queer e transgender, di comunicazione interculturale, di filosofia del film e delle arti e di teorie della complessità e dei sistemi.

Fra le sue monografie più recenti: Pensiero e presente. Sei concetti della filosofia, Edizioni ETS, Pisa 2007; Ordini costruiti. Multiculturalismo, complessità, istituzioni, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008.fonte www.edizioniets.com

"Oltre l'identità sessuale. Teorie queer e corpi transgender"
Collana: Difforme (2)
Pagine: 136
Prezzo: € 13,00
Anno: 2010
Autore: Flavia Monceri