sabato 4 settembre 2010

Mondo Trans e Diritti Lgbt, Gabriele Belli "Addio alle nozze per un certificato di troppo"


Avrebbe dovuto sposarsi a luglio, Gabriele Belli. Ma l'ennesimo intoppo nella legge per il cambio di sesso glielo ha impedito. E adesso annuncia battaglia, in nome di tutti quelli che non hanno voce.
Lo abbiamo conosciuto come uno dei concorrenti dell'ultimo Grande Fratello con il carattere più deciso. Sicuro di sé, l'obiettivo bene chiaro in mente: completare la transizione, sposare la sua ragazza e "usare" il Gf per parlare di diritti e di uguaglianza.

Finito il reality, Gabriele Belli ha continuato il suo percorso, a volte è stato ospite dei salotti di Barbara D'Urso, sempre per parlare di transizione e condizione delle persone lgbt, ma soprattutto si è sottoposto ad un importantissimo intervento, quello che, chirurgicamente riassegna il genere.



Per chi da donna diventa uomo, si tratta di una isterectomia, ovvero dell'asportazione dell'utero e, nel suo caso, anche delle ovaie e delle tube: in sostanza tutto l'apparato genitale femminile. Il passo successivo avrebbe dovuto essere la riassegnazione anagrafica, il cambio ufficiale di nome insomma, e poi il fatidico "sì" con Gabriella, la sua ragazza.
Qualcosa, però è andato storto e non nell'intervento. Ecco cosa ci ha raccontato al telefono.

Gabriele, cos'è successo dopo l'intervento? Innanzitutto, è andato bene?
L'operazione è andata bene, non c'è stato alcun problema. L'intoppo è stato dopo. Quando mi sono presentato dal giudice con le mie 130 pagine di cartella clinica, che dimostrano dettagliatamente che ho fatto la transizione, chiedendo la riassegnazione anagrafica, ma mi sono sentito dire che, per la legge, il giudice deve avere un certificato del medico che ha eseguito l'intervento in cui ci sia scritto che si tratta di un'operazione irreversibile. Chiunque con un minimo di conoscenze sa che un'isterectomia non è reversibile, che una volta tolto l'utero non si può tornare indietro.

Cos'hai pensato quando ti hanno detto che serviva un altro certificato?
Sono andato su tutte le furie e non perchè avrei avuto difficoltà ad avere il documento, figuriamoci, il chirurgo del Niguarda che mi ha operato me l'ha rilasciato senza alcun problema. E, in fondo, neanche perché questo mi ha costretto a rimandare il matrimonio con Gabriella che è, come dire, rassegnata alla lotta da quando ha scelto di stare con me. E' perché è stato l'ennesimo contrattempo, un'ulteriore difficoltà di una legge che fa acqua da tutte le parti. E ho pensato a tutte le persone che affrontano lo stesso calvario senza le possibilità che ho avuto io, senza la mia visibilità e gli strumenti che ho potuto darmi per affrontare tutto questo. Fa rabbia.

Cos'è che non funziona nella legge, la 164 del 1982? Il nostro è un pubblico abbastanza selezionato, ma questa è una materia poco nota.
In sostanza funziona così. Una volta che l'individuo ha deciso di voler cambiare sesso, si rivolge ad un tribunale presentando un'istanza. Il giudice chiede che si sottoponga ad una serie di sedute con specialisti che determinino se la persona è davvero affetta da disforia di genere, ovvero se sia un transessuale. Passa, più o meno un anno. Con la perizia dei medici, bisogna tornare dal giudice che, a quel punto, emette la sentenza.

Ma non subito: può passare un altro anno. Con la sentenza in mano si può cominciare l'iter medico: terapie, ormoni e interventi fino a quello definitivo che nel mio caso è stato l'isterectomia. Nel frattempo devi fare appello a tutta la tua forza interiore per superare tutte le difficoltà e soprattutto scordarti il concetto di privacy, perché nei documenti continuerà a risultare il nome originario.

Pensate che significa ogni volta che si prende un aereo, che si va in banca, che ti ferma la polizia o i carabinieri: tutto il mondo sa che sei trans e sei costretto a spiegare a tutti perché sul documento c'è scritto un nome da donna ma tu hai un aspetto da uomo, che non sei uno scherzo della natura.

Un vero e proprio calvario.
Assolutamente. E io posso permettermi, grazie al fatto di avere partecipato al Grande Fratello, di denunciare pubblicamente questo e forse il fatto di essere stato in Tv mi ha anche aiutato nel percorso dopo la fine del reality. Ho avuto la possibilità di incontrare molte persone, compresa l'onorevole Paola Concia con la quale a settembre presenteremo un'interpellanza parlamentare su questa legge assurda. Nel frattempo, ovviamente, il certificato di irreversibilità dell'intervento, l'ho consegnato al giudice, ma a questo punto non mi fermo. Quello che è inaccettabile è che non ci si rende conto che per tutta la durata di questo iter incredibile, ci sono esseri umani privati del proprio diritto al lavoro, alla privacy, ad una vita normale.

Il mio migliore amico, trans anche lui, è disperato, non ce la fa più ed è disposto ad andare per strada pur di trovare un modo per campare. In fondo, sono contento che sia successo questo intoppo proprio a me, perché ho la visibilità che serve per far sì che di questa cosa si parli. Ma non è giusto che per ottenere quello che ti spetta devi avere una marcia in più. Ed è per tutti quelli che non sono mai stati in tv, che non parteciperanno mai al Gf e che magari non vogliono neanche farlo, che mi scrivono depresse e sfiduciate, che io devo intestarmi questa battaglia e portarla fino in fondo. Anche per questo ho deciso di aderire all'Associazione Trans Genere. Mi fido di quelle persone.

Ti hanno accusato di avere esposto troppo il tuo corpo, di essere stato un po' troppo esibizionista.Io ho quarant'anni è ho fatto moltissimo per arrivare a questo punto. Ma ci sono tanti ragazzi che mi scrivono che hanno ancora vent'anni e sono impauriti e confusi, non sanno che strada prendere, cosa li aspetta. Magari, vedendo me acquistano coraggio e capiscono che possono diventare come vogliono, come hanno sempre desiderato.

E che a prescindere dal fatto di avere o no un pene e di averlo funzionante, uomini (come anche donne) lo si è prima di tutto nella testa e nel cuore. Cos'hai in mezzo alle gambe è un di più. Questo l'ho imparato io su me stesso e l'ha imparato anche la mia ragazza con la quale ho una vita sessuale completa e soddisfacente.

Quindi un futuro di impegno e battaglie civili in vista. E sul piano personale?
Il matrimonio, prima o poi. E poi mi piacerebbe avere un figlio, avrei già voluto averne uno. Ma lo avrò, magari adottandolo o ricorrendo all'inseminazione artificiale all'estero, chissà, ci sono tanti modi.
fonte www.gay.it di Caterina Coppola

1 commento:

  1. Sulle ali della vita corrono e scorrono i sentimenti più strani, dai più scuri ai più trasparenti del proprio amore se non del proprio cuore, un sentimento particolare si chiude nelle vie velate dal tempo, vigile sui nostri passi che ci portano da un luogo all’altro luogo, da uno spazio ad un altro spazio, dentro ai quali l’evoluzione si districa con tutte le sue sfumature più strane, quel sentimento che maggiore è quanto maggiore è nel suo buio, è la paura, la paura del diverso di qualcosa che fra quello spazio e quel tempo si possa insidiare qualcosa di non conosciuto e strano alla propria conoscenza, che fino a quel momento non era turbata da luoghi dagli spazi diversi, come diverso, per quella paura, è quella strana cosa che nella sua esteriorità ci confonde.
    L’equilibrio si trova nel proprio cuore dove tutto appare nell’adesso, in quell’attimo in cui l’infinito è nel suo UNO in quella dimensione dove le paure sono l’illusione di quello spazio e di quel tempo che non esistono.
    Togli la paura e tutto ti appare in equilibrio.

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