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lunedì 4 ottobre 2010
Cinema lgbt "Florence Queer.." Morrison, Basquiat, Depardieu... Firenze, il festival lungo 50 giorni
È il festival più lungo del mondo. Cinquanta giorni non sono uno scherzo. Ogni giorno due, tre, quattro film, dal 21 ottobre fino al 10 dicembre, e questo in uno dei più straordinari templi che mai siano stati dedicati alla settima arte, ossia il Cinema Odeon di Firenze, che non a caso fu scelto dai fratelli Taviani come set per il loro "Good Morning Babilonia.
Non solo: è un festival fatto di festival, praticamente una santa alleanza del cinema, dalla fiction al documentario etnomusicale, il tutto sotto il provvido coordinamento della Mediateca Toscana Film Commission e della Regione Toscana.
Dalla Francia all'etnomusicale. Praticamente il paradiso del cinefilo impenitente: nella città di Dante si susseguiranno il festival del cinema francese France Odeon - erede del mitico France Cinéma di Aldo Tassone, il Festival del film etnomusicale, il Festival cinema e donne, il Festival dei Popoli (che è il più antico appuntamento dedicato al cinema documentario in Europa)
Lo Schermo dell’arte film festival, il Florence Queer festival, il «River to River» dedicato al cinema indiano e il premio Nice, che promuove nel mondo il meglio della produzione italiana, avendo fatto partorire la credibilità internazionale di registi come Virzì, Martone, Archibugi, Soldini, Calopresti.
Da Depardieu a Jim Morrison. Sì, una specie di orgia di eventi: se France Odeon tra le altre cose lancia in prima nazionale titoli come "Mammuth, di Benoit Delépine e Gustave de Kervern con Gérard Depardieù (in concorso alla Berlinale) e "Illegal di Olivier Masset-Depasse, passato a Cannes, il Festival dei Popoli rilancia con l’attesissimo documentario di Tom Dicillo sui Doors e Jim Morrison, nonché con una personale del mirabolante canadese Peter Mettler.
Appassionante come sempre la proposta la festival del film etnomusicale: vedere per credere un capolavoro come "Desert Rebels di François Bergeron, sull’epopea dei ribelli tuareg del Niger che hanno lasciato il kalashnikov per imbracciare la chitarra elettrica, nonché "The Two Horses of Genghis Khan di Byambasuren Davaa, un viaggio musicale alla scoperta della Mongolia: protagonista la l’incredibile voce di Urna, la più celebre cantante del suo paese.
Lo schermo dell'arte. Citando alla rinfusa, segnaliamo l’anteprima italiana, nell’ambito dello «Schermo dell’arte», del film che Tamra Davis ha costruito intorno alla figura di Jean-Michel Basquiat, "The Radiant Child”, che la regista presenterà il 22 novembre a Firenze insieme a suo marito (nientemeno che il leader dei Beastie Boys Mike D), nonché i film dedicati al lavoro di grandi artisti come Francesca Woodman e Antony Gormley e l’anteprima di "Waste Land” di Lucy Walker, vincitore del premio del pubblico all’ultimo Sundance.
Il Queer festival Cinema, video, teatro & letteratura sono la chiave del Queer festival, che negli anni è diventato una delle più importanti rassegne LGBT italiane, mentre il River to River nel suo decimo anno di vita propone, tra le altre cose, una retrospettiva del regista indiano Satyajit Ray.
Voi forse non sapete chi sia: ebbene, è considerato uno dei più grandi cineasti di tutti i tempi, una specie di Orson Welles del Gange. Ha vuto un Leone d’Oro e un Oscar alla carriera. A Firenze potrete scoprire perché li ha meritati: avete cinquanta giorni di tempo.
fonte www.unita.it Roberto Brunelli
Labels:
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