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domenica 4 settembre 2011
Lgbt: Per lo Stato gli artisti come: "danzatori, attori, musicisti, cantanti, coreografi, etc" non sono lavoratori, petizione online
L’Inps cancella il sussidio di disoccupazione agli artisti dello spettacolo.
No di Federdanza Agis
Se vuoi firma la petizione usando questo link:
http://www.petizionionline.it/petizione/per-lo-stato-gli-artisti-non-sono-lavoratori-ripristiniamo-lindennita-di-disoccupazione/4937
Dopo un anno di risposte diverse, la direzione centrale dell’istituto di previdenza, con circolare 105 del 5/08/2011, chiarisce la situazione: vengono così escluse dal diritto all’indennità di disoccupazione tutte le figure artistiche come registi, scenografi, coreografi, lighting designer, attori, musicisti, cantanti, danzatori, ecc (in allegato alla circolare sul sito enpals c’è una lista completa delle categorie escluse, con relativi codici Enpals).
In pratica, il sussidio viene riconosciuto alle sole categorie tecniche ed amministrative.
Ciò a seguito della confusione generata da una sentenza della Corte di Cassazione, la n.12355 del 20 maggio 2010, che fa riferimento al Regio Decreto n.1827 del 1935 il quale recita: “Non sono soggetti all’assicurazione obbligatoria per la disoccupazione involontaria: (…) il personale artistico, teatrale e cinematografico”.
La definizione di personale artistico è quella tratta da un Regolamento datato 1924 secondo cui
“Non sono considerati appartenenti al personale artistico, così teatrale come cinematografico, agli effetti tutti coloro che al teatro o al cinematografo prestano opera la quale non richieda una preparazione tecnica, culturale o artistica”.
Questa sentenza ha anche stabilito il principio in base al quale il versamento del contributo contro la disoccupazione non è da ritenersi di per sé presupposto costitutivo del diritto alla disoccupazione da parte del lavoratore.
La sentenza quindi esclude dall’indennità di disoccupazione tutti quei lavoratori che pur essendo assunti come dipendenti da una ditta che versava la dovuta quota contro la disoccupazione (quota DS), risultano comunque essere lavoratori “autonomi” in quanto in possesso di preparazione tecnica, culturale o artistica. La stessa sentenza non chiarisce però quali siano in pratica questi lavoratori.
A questo punto l’INPS, con la circolare 105, sulla base di regolamenti e leggi datate 1924 e 1935, precisa: sono “lavoratori autonomi” tutti gli artisti anche se assunti con contratti da dipendenti.
Tale circolare inoltre afferma che il testo è scaturito da “ulteriori approfondimenti nonché dal confronto con l’ENPALS e con le parti sociali interessate”.
Se la situazione è ora drammaticamente chiara – commenta Federdanza Agis – rimangono però alcune domande senza risposta:
1. Perché dei lavoratori dipendenti vengono esclusi dall’indennità di disoccupazioni a cui tutti i dipendenti dovrebbero aver diritto?
Non possiamo credere che la motivazione sia realmente quella che recita il Regio Decreto del 1935, ovvero che si è esclusi perché si possiede una preparazione tecnica, artistica o culturale (e chi non la possiede?)
I tecnici non avranno anche loro una preparazione tecnica e gli amministratori saranno tutti analfabeti?.
Non è possibile credere oggi che gli artisti “dipendenti” sono da considerarsi autonomi in quanto capaci di gestire autonomamente il proprio lavoro.
Forse questo avveniva nel 1924 o nel 1935 ma è certo che oggi se un danzatore o un attore vengono convocati ad un orario dalla propria compagnia devono presentarsi. Come tutti i lavoratori dipendenti.
2. Perché viene richiesto alle ditte che assumono i lavoratori artistici dello spettacolo il versamento della quota Inail che spetta ai lavoratori dipendenti se poi questi ultimi non vengono considerati tali?
E perché le quote DS versate dalle ditte non vengono restituite se non danno diritto all’indennità di disoccupazione?
3. Perché la circolare non chiarisce quali sono gli “ulteriori approfondimenti” in base ai quali si è giunti a queste conclusioni? Perché l’Enpals che si dovrebbe occupare delle pensioni dei lavoratori dello spettacolo dà parere positivo?
Ed infine chi sono queste parti sociali interessate a cui si è chiesto parere?
Sicuramente non è stata interpellata Federdanza Agis che sicuramente è la più ampia associazione di categoria del mondo della danza e, una federazione che rappresenta danzatori, coreografi, compagnie, rassegne festival e scuole di danza.
Ci sembra paradossale che vengano escluse dal diritto alla disoccupazione proprio quelle categorie che hanno l’intermittenza lavorativa come parte integrante del proprio essere.
Per un danzatore, un coreografo, un attore o un musicista avere dei periodi disoccupazione durante l’anno è cosa normale.
Le tournée, anche quelle delle compagnie che lavorano di più, hanno comunque dei lunghi periodi di pausa.
Siamo rimasti uno degli ultimi paesi europei a non riconoscere i lavoratori dello spettacolo come dipendenti intermittenti e a non riconoscere loro il diritto alla disoccupazione. E’ una vergogna!
Da anni chiediamo una regolamentazione per la categoria, che avrebbe dovuto essere contenuta in una più generale legge sul welfare.
Ma la legge sul welfare non è mai andata in discussione alle Camere e i lavoratori dello spettacolo sono rimasti in questa terra di mezzo, con una legge risalente al 1935.
Ora la circolare 105 dell’Inps ci toglie da questa situazione di incertezza e assesta l’ennesimo colpo ad una categoria sempre meno tutelata e considerata.
Ma noi vogliamo ribadire per l’ennesima volta che quello dello spettacolo è un lavoro e che i lavoratori dello spettacolo sono lavoratori.
A tutti gli effetti. Vogliamo, per l’ennesima volta ricordare che il nostro non è un hobby per ricchi, ma un lavoro che ci porta via tempo, fatica, energie.
Che richiede impegno e passione.
Come tutti i lavori.
Pertanto chiediamo:
L’abrogazione in tempi brevissimi del Regio Decreto Legge 4 ottobre 1935 n. 1827 (convertito, con modificazioni,nella legge 6 aprile 1936, n. 1155)
nonché l’abrogazione del Regolamento di cui al R.D. 7 dicembre 1924 n. 2270
fonte http://www.federdanza-agis.org
Se vuoi firma la petizione usando questo link:
http://www.petizionionline.it/petizione/per-lo-stato-gli-artisti-non-sono-lavoratori-ripristiniamo-lindennita-di-disoccupazione/4937
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