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martedì 6 settembre 2011
Lgbt Thailandia: Congedato perché trans ma non più "pazzo"
Dal prossimo anno l'esercito thailandese potrebbe abbandonare l'etichetta di "problemi mentali" per i ladyboy respinti alla visita di leva.
Una parziale vittoria per i tanti "katoey" nel Paese
Per decine di migliaia di giovani transessuali thailandesi, l’obbligatoria visita di leva a 21 anni rappresenta uno spauracchio.
Se il potenziale soldato è un ladyboy - di sesso maschile ma con anima e portamento da donna - in pratica quasi mai finisce nel sorteggio che deciderà se gli toccherà o meno la naja. Ma il problema è il metodo usato per esonerare i katoey dall’incombenza: l'esercito di solito li bolla con la formula di “problemi mentali”.
Il che non è solo un’umiliazione, ma un’etichetta che resta sul curriculum, ostacolando molti nella ricerca di un lavoro o in qualsiasi pratica burocratica.
Tale pratica potrebbe cambiare dal prossimo anno, grazie alla causa che un transessuale “permanentemente pazzo” ha intentato contro l’esercito, dopo essere stato respinto con tale definizione cinque anni fa.
Una prima vittoria giudiziaria è stata ottenuta questa settimana, con il parere positivo di un giudice affiliato alla Corte amministrativa, che ha esortato le autorità di Bangkok ad abbandonare la prassi usata finora.
L’iter non sarà completato prima del prossimo anno, e c’è il rischio che il tutto si impantani nel caso di un parere contrario da organi superiori.
Ma se non ci saranno intoppi, forse già dalla leva dell’aprile 2012 l’esercito respingerà i katoey con un’etichetta meno discriminatoria: “disturbo dell’identità di genere”.
Per chi è già passato sotto i ferri per il cambio di sesso definitivo, tuttavia, rimarrà la definizione di “pazzo”.
Non suonerà come una vittoria a tutto campo, ma è un progresso che rappresenta un minimo di sollievo per i tanti transessuali in Thailandia: stime ufficiose calcolano il loro numero in 200 mila, un’altra ricerca ha indicato che un uomo su 165 nel Paese è transessuale.
La tolleranza è più alta che in Italia, ma i katoey rimangono oggetto di scherno a partire dalla visita di leva, tra i lazzi delle altre potenziali reclute e dei dottori. Dal prossimo anno, almeno sulla carta, forse la discriminazione sarà meno pesante.
fonte http://www.lastampa.it
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