venerdì 9 settembre 2011

Intervista: Fenomeno Drusilla Aristocratica, di sinistra e piace tanto ai gay

Firenze. Dicono che dietro quel sorriso di ghiaccio rubato all'icona di stile Diana Vreeland, dietro la fierezza svagata molto Elsa Martinelli, ci sia un artista fiorentino en travestì. 

Che, così, stigmatizzai tic dell'aristocrazia cittadina. In effetti, mai si era sentito parlare di Drusilla Foer prima del corto Venti minuti di lei che, su YouTube, è diventato un caso. In un abito bianco e nero disegnato dalla fida sarta Tetta, sorseggiando cognac servito dalla domestica Ornella nella villa di Settignano in compagnia del cane Silvio (la Foer si dichiara antiberlusconiana), Drusilla si racconta alla giornalista tivù Carlotta Romualdi. Dalle gite in moto con Tina Turner all'amicizia con Karl Lagerfeld, mentre scorrono le foto dell'incontro con Gandhi, le copertine di Life e Vogue. 

Una bibbia di perfidie che piacerebbe a Paolo Poli, e che è diventata un culto. 

Abbiamo intervistato la Foer. O chi per lei: Signora Foer, dove si era nascosta fino ad oggi? «Ormai oggi nessuno si nasconde, a parte Gheddafi e Mina. E' incredibile: se una signora di una certa età non ha piacere ad andare ai vernissage, o è morta o si cela». 

Su Facebook le ragazze la contattano per consigli. «Raramente per il bon ton. Nel caso suggerisco un paio di librini ridicoli quanto le regole che impongono: chi cerca regole si merita di averle. Io non ne ho se non essere in linea coni miei valori. I giovanissimi mi interpellano per problemi di relazione amorosa o interpersonale. Una ragazza insicura oggi mi ha chiesto come si fa ad avere la risposta pronta. Le ho detto che non è necessaria. Anzi, è importante esprimere un pensiero dopo essersi preso tutto il tempo necessario. Soprattutto in giovane età. Le risposte veloci e taglienti sono privilegio di noi vecchie. Ci è perdonato essere franche e aggressive». 

Il suo adorato nipote Giacomo, tatuatore punk, le ha regalato nessun disegno in qualche angolo nascosto? «Ma caro, crede di potermi fare questa domanda? In ogni caso se fossi finita in galera sono certa che ne avrei a decine». Firenze. La cultura è rimasta al Rinascimento. «Ho un'amica che ha vissuto con sua madre tutta la vita: "Il polpettone di mamma è il più buono". Si è sempre rifiutata di mangiare il mio che, onestamente, è strepitoso. Fino a che è morta anche lei, oltre la madre. In questa città sono morte madre, figlia e polpettone. Bisogna rischiaree Firenze è troppo sazia del Rinascimento. Troppo devota a quel polpettone». 

Gli extracomunitari che vendono falsi? «Bravi, fanno benissimo. Un borsa di marca ha costi irrisori rispetto a quanto viene venduta. E poi lo sa che dormono anche in dieci in una camera?». Già. Ma è vero che molti ricchi fiorentini griffe farlocche? «I ricchi fiorentini sono tirchi. Il dramma è che ci sono mogli di operai che rinunciano a un viaggio per un paio di tacco 15 che indosseranno solo l'8 marzo». Le boutique low cost, Zara, H&M? «Io di Zara conosco solo la canina della tenuta del Borro». 

Tutti quei souvenir, tipo i boxer con il membro del David? «Li adoro. Lei no?». Va alle prime del Maggio Musicale? «Mai. Non vorrei trovarmi seduta dietro la Loren. Non vedrei niente». Perchéi nostri privati non finanziano la cultura? « Per volgarità». 

Frequenta salotti? «Certo. Quando vado da amici è più frequente che ci sediamo in salotto piuttosto che nel ripostiglio». Le piace il sindaco Renzi? «Moderatamente. E' simpatico, ma questa è una qualità che fa comodo a un comico. E' molto visibile, e questo è necessario a una popstar. E' giovane, e questo piace a molte mie coetanee». 

Balla e si esibisce in discoteche gay. «Sono l'unico posto dove non mi cedono la poltrona perché anziana». Mai baciata una donna? «Lo avrei fatto con Charlotte Rampling, negli anni Settanta. Glielo chiesi, ma non volle». Ha incontrato Gandhi. «Parlammo di musica. E poi, sa, raccontava barzellette meravigliose. Un uomo capace di una lievità sublime». C'è chi dice che Drusilla Foer è una bufala mediatica. «Sarebbe geniale. E io non lo sono». fonte www.repubblica.it di FULVIO PALOSCIA

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