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lunedì 28 aprile 2025

Libri: "Didattica della danza classico-accademica. Linee metodologiche e testo programmatico per il I, II e III Corso" di Lia Calizza e Gerardo Porcelluzzi


Lia Calizza e Gerardo Porcelluzzi, due figure di riferimento nell'insegnamento coreutico, offrono un contributo fondamentale per la formazione dei giovani danzatori nei primi tre anni di studio. 

Con un metodo didattico basato su rigore scientifico, gradualità e funzionalità, guidano insegnanti e allievi nella costruzione di un percorso efficace per lo sviluppo tecnico ed espressivo. 

Il manuale analizza ogni movimento e passo nei minimi dettagli, favorendo un apprendimento solido e consapevole. 

Risultato di oltre otto anni di lavoro, Didattica della danza classico-accademica è destinato a diventare un riferimento imprescindibile per chi aspira a una carriera professionale, per chi coltiva la danza con passione e per chi desidera perfezionarsi.

fonte: www.lafeltrinelli.it

lunedì 7 aprile 2025

Danza > La Scala: Frédéric Olivieri è il nuovo Direttore del Corpo di Ballo

Teatro alla Scala
“La scelta di Olivieri, attuale direttore del corpo di ballo dell’Accademia, non rappresenta una decisione temporanea, ma un’aspirazione per il futuro”, ha annunciato il sovrintendente Fortunato Ortombina

Frédéric Olivieri è il nuovo direttore del corpo di ballo della Scala. A dare l’annuncio, in occasione della riunione d’insediamento del nuovo consiglio d’amministrazione del Teatro, è stato Fortunato Ortombina, appena entrato in carica come sovrintendente, che ha spiegato che la decisione è stata presa dopo che, il mese scorso, il direttore uscente, Manuel Legris, ha deciso di lasciare alla fine del mandato di sovrintendente di Dominique Meyer

La nomina di Olivieri, attuale direttore del corpo di ballo dell'Accademia (incarico che manterrà), come direttore del corpo di ballo della Scala non è un ripiego, "non è come quando Moratti chiamava Suarez prima dell'arrivo di un nuovo allenatore", è stato spiegato ironicamente, ma "un’aspirazione per il futuro”.

Frédéric Olivieri che ha già diretto il Balletto Scaligero dal 2002 al 2007 e dal 2016 al 2020 e dirige la Scuola di Ballo dell’Accademia dal 2006, assumerà la Direzione del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala per due stagioni a partire dal 1° marzo 2025. 

fonte: www.rainews.it

mercoledì 5 febbraio 2025

Danza, a Firenze nuova edizione 'La democrazia del corpo' Prima parte della rassegna al via l'8 febbraio

Saranno il premio Ubu come miglior performer under 35 Sara Sguotti e la scrittrice e performer Ariann Ulian con 'Crepa' a inaugurare sabato 8 febbraio la prima parte dell'edizione 2025 della rassegna 'La democrazia del corpo', il progetto di Virgilio Sieni a cura del Centro nazionale di produzione della danza.

Appuntamento dall'8 febbraio al 17 maggio con i lavori e le ricerche performative di artisti nazionali e internazionali tra i più interessanti della scena contemporanea.

13 gli spettacoli in cartellone più uno workshop.     

Sul palco, tra gli altri, 'La peau de l'espace' della svizzera Yasmine Hugonnet, il progetto della coreografa Luca Cenere insieme al compositore e sassofonista Antonio Raia e, ancora, Raffaella Giordano che reinterpreta dopo 20 anni, 'Tu non mi perderai mai', ispirato dal testo ebraico del 'Cantico dei Cantici', affidandosi alla coreografa e autrice Stefania Tansini. In cartellone, poi, 'Oltreconfine' di Compagnia Xe-Julie Ann Anzillotti con cui prosegue il progetto 'Personae' dedicato a giovani e adulti diversamente abili e il nuovo spettacolo del Centro nazionale di produzione della danza Virgilio Sieni e Compagnia Opus Ballet, su coreografie di Jari Boldrini e Maurizio Giunti. La seconda parte dell'edizione 2025 andrà in scena in autunno. 

"Sosteniamo dal 2005 l'attività di Virgilio Sieni - afferma la vicepresidente della Fondazione Cr Firenze Maria Oliva Scaramuzzi -. Apprezziamo in particolare l'attenzione verso il variegato mondo della fragilità che anche la nostra Fondazione segue con costanza e grande impegno, e la scelta di inserire il corpo nell'ambiente urbano che assume così una diversa connotazione". Una rassegna, aggiunge l'assessore alla cultura Giovanni Bettarini, "che accompagna la nostra città in un percorso di riscoperta tramite il gesto e la parola dei princìpi del vivere civile in un momento di conflitto. Sosteniamo questo percorso e siamo accanto a Virgilio Sieni per questo importante cammino, che è il cammino di tutta la città".  

fonte: Redazione ANSA  www.ansa.it  RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati   

lunedì 2 dicembre 2024

Teatro dell’Opera di Roma > Corso triennale di formazione per Insegnanti di danza classico-accademica. Aperte le iscrizioni alla selezione

Il Teatro dell’Opera di Roma attraverso l’attività di alta formazione della Scuola di Danza, intende divulgare l’arte coreutica investendo risorse non solo sulla preparazione di giovani che intendono avviarsi alla professione di danzatore ma anche sulla formazione di insegnanti di danza classico-accademica che intendono accrescere e approfondire le loro competenze.

La Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, tra le più antiche e prestigiose realtà nel settore della danza, è stata istituita nel 1928 ed è attualmente diretta dalla étoile Eleonora Abbagnato. L’obiettivo finale della Scuola è la divulgazione dell’arte coreutica, investendo non solo sulla preparazione di giovani ballerini, ma anche sulla formazione di futuri insegnanti di danza classico–accademica.

Nel tempo l’attività didattica della Scuola si è evoluta grazie a una sempre maggiore apertura alla modernizzazione, senza tuttavia mai dimenticare le tradizioni. Il metodo ad oggi consolidato nella Scuola rappresenta una eccellenza riconosciuta a livello nazionale. L’alto livello del corpo docente garantisce un’adeguata preparazione, grazie anche alla presenza dei professionisti del Teatro dell’Opera e degli esperti del settore.

Noti e prestigiosi sono i nomi che compongono il corpo docente: tra questi sicuramente Anna Maria Prina, docente di Tecnica accademica, metodologia didattica e passi scenici. Insegnante di danza classica e coreografa da oltre quarant’anni, diplomata alla Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano e perfezionata al Teatro Bolshoi di Mosca e al Marinskij di San Pietroburgo. 

La sua carriera pluridecennale la vede impegnata non solo come ballerina, ma anche come divulgatrice. Nota la sua attività come Direttrice della Scuola di Ballo dell’Accademia alla Scala di Milano e la creazione per la prima volta in Italia di un corso di perfezionamento per insegnanti fondato su disciplina, tecnica e arte.

Con l’istituzione del Triennio di formazione per insegnanti, la Scuola di Danza del Teatro dell’Opera sotto la direzione di Eleonora Abbagnato, si propone di trasferire ai partecipanti il proprio metodo didattico per l’insegnamento ai corsi inferiori della danza classica.

Il Corso, della durata di tre anni, prevede oltre all’insegnamento sia di materie teoriche sia di materie pratiche, impartite da un corpo docente di professionisti, anche il coinvolgimento degli allievi in alcune esperienze didattico-teatrali che saranno modulate nei tre anni di frequenza per un totale di 3600 ore di formazione complessive.

IL CORSO

REGOLAMENTO

ISCRIVITI 

fonte: www.operaroma.it

domenica 2 giugno 2024

Moda > Lo stilista Capucci e 'Le Creature di Prometeo', un film alla Camera dei Deputati. Anteprima il 6 giugno, il 13 andrà in onda su Rai 5

Il maestro Roberto Capucci al lavoro nel suo atelier - (foto Massimo Danza)
Anteprima il 6 giugno, il 13 andrà in onda su Rai 5, l'opera è realizzata con il contributo del Mic, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, 

Roberto Capucci e la danza, sintesi perfetta tra passione, armonia, bellezza. Nasce dall'incontro tra il grande stilista, che Christian Dior definì 'Il miglior creatore italiano', e Daniele Cipriani il film 'Le Creature di Prometeo/ Le Creature di Capucci' che sarà presentato in anteprima alla Camera dei Deputati il 6 giugno (ore 17) alla presenza dello stesso Capucci, di Federico Mollicone, presidente della Commissione Cultura alla Camera, del sovrintendente del Carlo Felice di Genova Claudio Orazi, del giovane regista di origine russa regista Maxim Derevianko. L'incontro sarà coordinato da Gian Luca Bauzano, autore del libro "Roberto Capucci, Lo scultore della seta". Il film, realizzato con il contributo del Mic, Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, sarà trasmesso il 13 giugno (ore 22.05) su Rai 5. 

"Il film nasce in piena pandemia nel 2020 per il 63esimo Festival di Spoleto - racconta Daniele Cipriani, 'autore' del progetto - Un'idea non priva di 'grandeur', scegliere una serie di bozzetti nati dalla fantasia di Roberto Capucci, 'immagini di follia', come li definisce lo stesso stilista, e trasformarli in sculture viventi grazie anche alla maestria di una storica sartoria romana e commissionando la coreografia dello spettacolo, pensato sulle 'Creature di Prometeo', l'unico balletto 'composto' da Beethoven, a Simona Bucci che ha trasformato quei preziosi disegni, tra plissé, sbuffi, girandole, nastri, piume, maschere e carapaci, in un turbinio di creature danzanti" 

"Il film è anche un'esplorazione dell'amore - aggiunge Cipriani - Quella fonte da cui sgorga l'arte in tutte le sue declinazioni, quella forza inesauribile che permette il superamento degli ostacoli per poter vedere poi realizzati quelli che sembravano solo sogni o impossibili aspirazioni".  

fonte: Redazione Adnkronos   www.adnkronos.com

venerdì 31 maggio 2024

Audition pour le recrutement de danseuses et danseurs pour le Corps de Ballet et le Junior Ballet de l'Opéra national de Paris.

© Charles-Henry Bédué / OnP Ballet

 L'Opera di Parigi annuncia la creazione del Junior Ballet composto da 18 ballerini dai 17 ai 23 anni a partire da settembre 2024 #JUNIORBALLET

 L’Opéra national de Paris annonce la création d’un Junior Ballet composé de 18 danseuses et danseurs âgés de 17 à 23 ans dès septembre 2024.

 Il Junior Ballet è aperto ai giovani ballerini di ogni estrazione sociale e agli studenti della Scuola di danza dell'Opera di Parigi che desiderano completare la loro formazione iniziale.

 Al termine della gara esterna del Balletto il 2 e 3 luglio 2024 saranno reclutati 9 giovani ballerini e 9 giovani ballerini.

 

Le iscrizioni per il concorso esterno di Balletto sono aperte fino al 9 giugno. Trovate tutte le modalità sul nostro sito: https://bit.ly/3V6jxR1

Junior Ballet riceve un eccellente sostegno da CHANEL e una generosa competizione da Fondation BNP Paribas Kinoshita Group, fondazioni private e grandi donatori.
https://www.operadeparis.fr/artistes/concours-et-auditions/ballet?utm_source=reseaux-sociaux&utm_medium=facebook&utm_campaign=ballet2425&fbclid=IwZXh0bgNhZW0CMTEAAR1W-werGRl9F5adTSn0SdgEtGQu6g9QNlcl9K_FP4_DeN-h_3sHwgtf5SE_aem_ZmFrZWR1bW15MTZieXRlcw

Ballet et Junior Ballet

Audition pour le recrutement de danseuses et danseurs pour le Corps de Ballet et le Junior Ballet de l'Opéra national de Paris. Postes de permanents et de temporaires.

Les inscriptions sont ouvertes jusqu'au dimanche 9 juin 2024.

Le Ballet de l’Opéra de Paris n’organise jamais d’auditions privées, ni ne recrute sur vidéos. Le recrutement se fait uniquement par le biais de notre concours annuel aux dates indiquées.

Auditions pour le Ballet et le Junior Ballet

La date limite d'inscription est repoussée au dimanche 9 juin 2024, à 23h59

Déroulement du concours

L'audition des candidats ayant été présélectionnés sur dossier se tiendra le mardi 2 juillet 2024 pour les postes hommes et le mercredi 3 juillet 2024 pour les postes femmes, au Palais Garnier.

L’audition est ouverte aux candidates et aux candidats âgés de plus de 16 ans à la date du concours. 

Les variations imposées pour les postes femmes et les postes hommes sont désormais en ligne ci-dessous.

Pour toute question, merci de contacter la Direction de la Danse au +33 (0)1 40 01 24 91 ou d’écrire à ckahane@operadeparis.fr

Junior Ballet

Suite au lancement du Junior Ballet, 18 contrats de professionnalisation d’une durée de 24 mois seront proposés par l’Opéra national de Paris pour des danseurs âgés de 17 ans (au 1er janvier 2024) à 23 ans (au 1er septembre 2024). 

Toutes les personnes inscrites au concours externe du Ballet et respectant ces critères de sélection pourront se voir proposer l’un de ces contrats à la suite des journées d’audition des 2 et 3 juillet 2024.

Toutes les candidatures déjà reçues pour le concours externe du Ballet sont susceptibles d’être retenues pour le Junior Ballet, il n’est donc pas nécessaire de réitérer une candidature déjà envoyée.

 >> S'INSCRIRE 

  >> EN SAVOIR PLUS 

source: www.operadeparis.fr

martedì 2 aprile 2024

Teatro: Caracalla Festival 2024, celebra Puccini. Il cartellone estivo dell’Opera di Roma, dal 3 giugno al 10 agosto

©Bozzetto Massimiliano Fuksas

Il debutto all’opera dell’archistar Massimiliano Fuksas con Tosca e Turandot. L’eleganza di Dior nelle notti della danza con Eleonora Abbagnato. Il ritorno di Roberto Bolle. Il grande cinema di Walt Disney con le musiche eseguite dal vivo. Un omaggio ai cent’anni della Rhapsody in Blue di Gershwin con Wayne Marshall. Ma anche circo contemporaneo, teatro e una rassegna di film che celebrano Puccini nel centenario dalla sua morte. Grandi voci della lirica come Sonya Yoncheva, Vittorio Grigolo, Angela Meade e Brian Jadge. E poi star del pop come Ornella Vanoni, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, John Legend, Antonello Venditti e molti altri. 

È il Caracalla Festival 2024, il cartellone estivo dell’Opera di Roma che, dal 3 giugno al 10 agosto, torna a far vivere gli storici spazi delle terme romane: l’arena con 4.500 posti e il Teatro del Portico, nell’area del cosiddetto tempio di Giove, che torna ad accogliere nuove e differenti esperienze artistiche.

Caracalla Festival 2024 e tutte le attività della Fondazione sono rese possibili grazie alla collaborazione con i Soci Privati della Fondazione Opera di Roma come Camera di Commercio di Roma e ACEA. Così come è fondamentale l’apporto di aziende che da anni – o anche più di recente – hanno scelto di sostenere le nostre attività in qualità di Mecenati e Sponsor: Banca del Fucino, Terna, BMW Roma e Aeroporti di Roma.

«Anche quest’anno opere e artisti prestigiosi torneranno ad arricchire il già ampio cartellone estivo dell’Estate Romana, continuando nella valorizzazione di un luogo magnifico e unico come le Terme di Caracalla – dice il Sindaco Roberto GualtieriÈ un lavoro prezioso quello portato avanti dall’Opera di Roma anche attraverso un appuntamento che è ormai un punto di riferimento, seguito ogni anno da oltre 100mila persone. Grazie davvero alla Fondazione e a questa bella collaborazione tra pubblico e privato, tutti uniti dall’obiettivo di promuovere iniziative culturali di qualità e la fruibilità di un altro spazio storico tra i tanti che stanno tornando protagonisti della vita cittadina, spesso dopo un grande lavoro di recupero».

«Per il secondo anno consecutivo, il Teatro dell’Opera di Roma torna a Caracalla con un vero e proprio Festival – dice il Sovrintendente Francesco GiambroneSi rafforza così l’idea di un progetto multidisciplinare che troverà pieno compimento nel 2025, anno del Giubileo, quando la programmazione sarà realizzata dal regista Damiano Michieletto, a cui abbiamo dato carta bianca. Per celebrare il centenario della morte di Puccini, abbiamo affidato all’architetto Massimiliano Fuksas il progetto creativo di entrambe le opere in cartellone, Tosca e Turandot; Fuksas ha realizzato per noi un’installazione specifica appositamente pensata per lo spazio del Teatro Grande di Caracalla, con Francesco Micheli che ne cura regia. Il successo di presenze ottenuto lo scorso anno, con 115.980 biglietti venduti, ci ha spinto ad aumentare da 50 a 60 il numero complessivo delle serate – in particolare crescono quelle d’opera, che passano da 10 a 16 – e a rinnovare l’ampia proposta che comprenda reading teatrali, cinema e quest’anno anche circo contemporaneo. Tutto nel segno di Puccini».

«Da 87 anni la musica, l’opera, il balletto popolano in estate le Terme di Caracalla – spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – portando una ventata di spettacolo all’interno di uno dei siti archeologici più amati della Capitale. La collaborazione con l’Opera di Roma è dunque un momento rilevante delle attività di valorizzazione della Soprintendenza Speciale di Roma nell’impianto termale, che ha visto la presenza di importanti mostre, eventi culturali e un ampliamento degli spazi di visita, che si svilupperà ulteriormente nel prossimo futuro. Quest’anno la Soprintendenza e il Teatro dell’Opera offrono delle visite guidate speciali che precedono lo spettacolo e, inoltre, la sezione Caracalla Off si tiene nel nuovo spazio inaugurato l’anno scorso davanti al cosiddetto tempio di Giove, normalmente fuori dal circuito di visita. Il Festival Caracalla, grazie alla sua programmazione che vede coprotagoniste le Terme con la loro scenografia, è dunque uno stimolo alla crescita culturale della città sia per i romani sia per quanti sono in visita nella Capitale».

DANZA
La proposta coreutica si inaugura il 9 luglio – con replica il 10 – con Le notti romane di Dior, una serata che unisce moda, musica e danza. Protagonista Eleonora Abbagnato che, insieme alle étoile, ai primi ballerini, ai solisti e al Corpo di Ballo dell’Opera di Roma, indossa le creazioni di Maria Grazia Chiuri della Maison Dior realizzate per due diversi balletti: Nuit Romaine di Angelin Preljocaj – con musiche su base registrata che vanno da Vivaldi ai Daft Punk – nato nel 2020 come progetto filmico ambientato nel cuore di Palazzo Farnese e poi messo in scena al Costanzi nel 2022; e Nuit Dansée di Giorgio Mancini, coreografia sui tre movimenti del Tirol Concert for piano and orchestra di Philip Glass, eseguito dal vivo. Quest’ultima è un nuova creazione. Lo spettacolo viene presentato per la prima volta in Italia a Caracalla dopo la tournée con il Corpo di Ballo dell’Opera di Roma a Parigi e Dubai. Tra i principali interpreti l’étoile Rebecca Bianchi e il primo ballerino Michele Satriano. Sul podio dell’Orchestra della Fondazione sale Alvise Casellati.

Anche quest’anno la proposta coreutica si completa con la tradizionale serata di Roberto Bolle and Friends, che torna a Caracalla per due appuntamenti il 19 e il 20 luglio.

Continua a leggere il Programma Completo >> QUI

Credito: Progetto creativo e scene di Tosca e Turandot di Massimiliano e Doriana Fuksas

fonte: www.operaroma.it

lunedì 5 febbraio 2024

Teatro > Scala: trittico contemporaneo per il balletto

Coreografie di Simone Valastro, Garrett Smith, León e Lightfoot 

Trittico di lavori contemporanei per il secondo appuntamento della nuova Stagione del Balletto del teatro alla Scala, che dal 7 al 18 febbraio presenta le opere di coreografi scelti dal direttore del Ballo Manuel Legris, che hanno già lavorato con compagnie e teatri prestigiosi, ma mai al Piermarini, eccezione fatta per Simone Valastro, che proprio al Piermarini è cresciuto e si è diplomato prima di volare all'Opera di Parigi.

Valastro presenterà in prima assoluta 'Memento', opera frutto di un anno di lavoro, creata appositamente per i ballerini della Scala, mentre il coreografo americano Garrett Smith porterà in prima europea Reveal, creato per Houston Ballet nel 2015, mai presentato fuori dagli Stati Uniti.

Il famoso duo artistico Sol León e Paul Lightfoot debutterà invece a 'Milano con 'Skew-Whiff (fuori equilibrio), una speciale combinazione fra coreografia contemporanea e musica classica, creata per il Nederlands Dans Theater nel 1996.

fonte: Redazione ANSA  www.ansa.it  RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati

lunedì 8 gennaio 2024

Dpcm: lavoratori spettacolo in piazza, vogliamo un reddito

Presidio lavoratori dello spettacolo piazza scala - RIPRODUZIONE RISERVATA
In piazza a Milano concerto muto per crisi spettacolo 

Lavoratori dello spettacolo in piazza da Nord a Sud in Italia contro il Dpcm.

Un concerto muto in piazza Scala a Milano per testimoniare la crisi in cui versa il mondo dello spettacolo dopo le chiusure decise dal governo per contenere i contagi da Coronavirus.

A dirigerlo, nell'ambito della manifestazione di protesta promossa dai lavoratori del mondo dello spettacolo e dai sindacati confederali, è stato il pianista e direttore d'orchestra Enrico Intra. 

I musicisti hanno solo fatto il gesto di suonare i loro strumenti, i cantanti hanno aperto la bocca per essere afoni in questa occasione e così il silenzio ha accompagnato l'esibizione che è stata spezzata sul finale solo dal ritmare degli applausi dei manifestanti. 

"Noi siamo produttori di suoni, immagini e rappresentazioni ma oggi simuleremo il silenzio che è parte integrante della musica, un momento di attesa dove il pubblico pensa 'adesso cosa succederà'? - ha premesso Intra prima di dirigere il concerto muto -. Dirigere il silenzio oggi è importante non solo per la musica ,ma anche per i rapporti con le persone e per questa piazza che protesta in modo civile e viva la musica". Alla protesta in piazza hanno partecipato anche i cantanti de La bohème che sarebbe dovuta andare in scena alla Scala dal 4 novembre ma che è stata sospesa a causa dell'epidemia. "Noi siamo per non chiudere il teatro che è un luogo sicuro - ha detto Simone Piazzola, baritono - chi si è ammalato lo ha fatto fuori dal teatro. Dovevamo fare la Boheme ma è saltata, un lavoro da otto mesi è saltato. Vogliamo poter lavorare e, se la situazione non lo permette, come artisti chiediamo di essere tutelati in modo consono, non come stanno facendo ora. Tutti devono avere un sostegno economico e il governo da quando c'è il virus con noi è stato presente zero".

"Se chiudi teatri, cinema, circhi, ci dovete pagare. Serve un reddito garantito per i lavorati dello spettacolo che non lavorano più per via della pandemia e dei Docm". È il grido di dolore che arriva da piazza Castello, a Torino, dove un migliaio di persone si sono ritrovate per la manifestazione regionale unitaria sindacale Cgil-Cisl-Uil Spettacolo. "Abbiamo diritto al rispetto dei nostri contratti - dicono - una definizione degli orari di lavoro e il rispetto delle norme di sicurezza". Molti i lavoratori dei Luna Park e dei circhi. "Il Luna Park è un'impresa, pretendiamo un aiuto", sostengono i rappresentanti dell'Associazione Nazionale Esercenti Spettacoli Viaggianti. "Il Luna Park non deve morire, siamo fermi senza aiuto". "Vorremmo tornare a fare il nostro lavoro - sostiene Caterina Pignasco, rappresentante dei lavorati del Teatro Regio - non chiediamo nulla di più. Rispettiamo tutte le regole eppure veniamo nuovamente fermati".

C'è chi ha portato in piazza il tutù, chi le scarpette da danza. Flash mob in piazza De Ferrari a Genova dove i lavoratori dello spettacolo, circa un centinaio, aderenti al coordinamento "Emergenza Spettacolo Liguria", assieme ai rappresentanti di Assodanza Italia, hanno dato vita a una "passeggiata" attorno alla fontana per denunciare la situazione difficile che stanno vivendo dopo l'ultimo Dpcm che chiude i teatri. Tutto il mondo dello spettacolo, dagli attori ai musicisti, dagli insegnanti ai tecnici, si è praticamente paralizzato. "Noi anche in tempi normali siamo abbandonati - spiega Massimo Olcese, che era in tournée quando è scattato il blocco agli spettacoli - ma adesso la situazione è più complessa perché non abbiamo nessun aiuto economico. Servono soldi per aiutare persone che non lavorano anche perché le poche riserve che avevamo erano già finite con la prima chiusura". Un disagio fortissimo per i teatri. "Noi siamo aziende e se chiudiamo per il bene comune - spiega il direttore di Teatri Possibili, Sergio Maifredi - allora servono indennizzi proporzionati al fatturato delle nostre aziende".

Spettacolo davanti alla Prefettura di Cagliari. Perché la piazza e le manifestazioni sono l'unico palco possibile in tempi di emergenza Covid. Anche la Sardegna ha aderito ad "Assenza spettacolare", l'iniziativa nazionale promossa da Cgil, Cisl e Uil per accendere i riflettori sul mondo degli artisti bloccati a casa dall'ultimo Dpcm del Governo. Circa cinquecento persone si sono presentate all'appuntamento in rappresentanza di teatri, cinema, scuole di danza, circhi, animatori è tanto altro. "Siamo necessari, non siamo un peso", hanno urlato al microfono. Poi via alla performance con tamburi, trampolieri e passi di danza, tutti con una tuta bianca. Un pensiero anche a a Genova, unica città delle dieci coinvolte che non è riuscita a scendere in piazza a causa di una ordinanza. Parafrasando Paolo Conte molti hanno mostrato un cartello con la scritta "Genova con noi". In Sardegna il popolo dello spettacolo supera le cinquemila unità. "Siamo stanchi di elemosina - questa la denuncia - di lavorare gratis, stanchi di essere l'anello più debole. Chiediamo risorse certe".

Anche a Bari i lavoratori del mondo della cultura e dello spettacolo scendono in piazza per manifestare contro la crisi del settore messo ulteriormente in ginocchio dagli ultimi provvedimenti anti-Covid del Governo. Un sit-in pacifico in piazza della Libertà davanti al palazzo della Prefettura di Bari, al quale hanno aderito alcune centinaia di manifestanti, attori, ballerini, musicisti, lavoratori del settore dello spettacolo viaggiante e dei luna park, è stato organizzato da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom.

"Emergenza senza fine": è lo striscione che apre il corteo "funebre" dei lavoratori dello spettacolo che oggi in piazza a Napoli protestano chiedendo supporto per il settore. In piazza del Gesù, centro storico della città, i lavoratori dello spettacolo di sono dati appuntamento per celebrare "la morte del nostro lavoro": sono attori di cinema e teatro, gli artisti del circo, costumisti. Un uomo con il megafono passa tra i manifestanti invitando a mantenere le distanze per evitare assembramenti. "Prima delle rose vogliamo il pane", recita un altro striscione portato in piazza. Sui volti, molti hanno dipinto la lacrima di Pierrot, un gruppo di attrici è travestito da vedova "di un mondo che è morto". Il "corteo funebre", con la banda che suona una marcia triste, fa il girotondo intorno all'obelisco della piazza.

fonte: Redazione ANSA  www.ansa.it  RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA - Tutti i diritti riservati

giovedì 3 agosto 2023

Biennale Danza 2023: Simone Forti, Leone d’Oro alla carriera

La Biennale di Venezia
ha attribuito il Leone d’Oro alla carriera a Simone Forti.

Scrive Wayne McGregor nella motivazione del riconoscimento: “Simone Forti ha dato vita a un corpus di opere – performance, disegni, film, video, fotografia, installazioni e scritti – sorprendente per varietà e unico per capacità visionaria. Innovatrice su vasta scala e specialista dell’improvvisazione nella danza, l’arte di Simone Forti ha spesso unito elementi quali il movimento, il suono e gli oggetti in nuove e sorprendenti articolazioni ibride - lavoro che è stato tanto fondamentale nello sviluppo della postmodern dance quanto illuminante per il minimalismo.

Autodefinitasi artista o movement artist, così da non costringersi nelle convenzioni e ortodossie dell’essere una ‘coreografa’, Simone Forti si è sempre mossa liberamente e senza confini tra mondi creativi, intrecciando diverse discipline e – facendo questo – ha sostenuto la superiorità del corpo, o piuttosto ‘il pensare con il corpo’ come forza di sperimentazione, azione e (re)invenzione.

Le opere di Simone Forti sono esposte nei più importanti musei e collezioni del mondo; le sue tecniche di improvvisazione della danza, ispirate al mondo naturale e a lei trasmesse inizialmente da Anna Halprin, vengono insegnate a studenti desiderosi di connettersi con il loro potenziale essenziale di danzatori, un potere che indubbiamente è il fulcro della danza coraggiosa della Forti; e la forza concettuale della sua traiettoria – lunga 60 anni – il rigore del suo pensiero e la semplicità di esecuzione, il suo spirito impertinente, la curiosità infinita – tutto contribuisce a consolidare l’eredità di Simone Forti quale vero genio artistico, che sorprende l’immaginazione e motiva noi, il pubblico, a guardare al passato (della Forti) per andare oltre, verso il futuro (della Forti). Un’eredità impareggiabile di cui essere grati”.

Simone Forti (Firenze, 1935) vive e lavora a Los Angeles, dove è emigrata nel 1938 a causa delle leggi razziali dell’Italia fascista. La sua formazione coreutica comincia nella seconda metà degli anni Cinquanta quando frequenta i “Dancers' Workshop” di Anna Halprin a San Francisco sperimentando un metodo di lavoro incentrato sull’improvvisazione e libero dai codici della modern dance

Nel 1959 si trasferisce a New York con l’allora marito Robert Morris e studia con Robert Dunn, che la introduce al lavoro di John Cage nello studio di Merce Cunningham. A New York debutta come coreografa nel 1960 con due danze in forma di happening - See-SawRollers - e organizza nel 1961 nel loft di Yoko Ono la serata Five Dance Constructions and Some Other Things, performance che uniscono per la prima volta movimento e oggetti, usando azioni quotidiane come correre, arrampicarsi, stare in piedi aggrappati alle corde. 

Le Dance Consructions rivoluzionano il concetto di danza e movimento ed esercitano una forte influenza sui fondatori del Judson Dance Theater, tra cui Trisha Brown, Yvonne Rainer, Steve Paxton e Robert Morris. Collabora anche con l’artista Robert Whitman, esibendosi negli happening Flower (1960), American Moon (1960) e Prune Flat (1965). Nel 1968 presenta i suoi lavori minimalisti e multimediali Face Tunes, Cloths, Songs, Bottom, Book e Fallers. Dal 1968 al 1970 è a Roma, invitata a presentare le sue Dance Constructions nella Galleria L’Attico di Fabio Sargentini, che la invita a partecipare anche al Festival Danza, Volo Musica e Dinamite insieme ai colleghi americani Trisha Brown, Deborah Hay, Yvonne Rainer, La Monte Young, Marian Zazeela, Terry Riley e David Bradshaw, per molti di loro prima apparizione in Europa. Sempre per la galleria di Sargentini realizza Sleepwalkers, nato dallo studio dei movimenti degli animali osservati allo zoo di Roma.

Di nuovo in America, è tra gli anni Ottanta e Novanta che Forti sviluppa una pratica d’improvvisazione basata sulla relazione tra parole e movimento (ora conosciuta come Logomotion) e crea le sue News Animations, parlando e muovendosi su temi politici. Negli stessi anni fonda il gruppo Simone Forti and Troupe e collabora con l’artista Nam June Paik. Artista totale, Simone Forti si è dedicata nel corso della sua carriera anche al disegno, alla produzione di film e video, alla fotografia e alla realizzazione d’installazioni, nonchè alla pratica della scrittura.

I suoi lavori e le sue performance sono stati presentati nei maggiori musei del mondo: MoMA, Gugghenheim, Whitney Museum, P.S.1 (New York), Hammer Museum, Getty Museum, Museum of Contemporary Art/MOCA (Los Angeles), San Francisco Museum of Art, Centre Pompidou, Musée du Louvre, Fondation Cartier pour l’art contemporaine (Parigi), Carré d’art (Nîmes);  Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia (Madrid), Kunsthaus (Zurigo), MAMCO (Ginevra), Kunsthalle (Basilea),  Hayward Gallery (Londra), Castello di Rivoli (Torino), Centro Pecci (Prato), Fondazione ICA (Milano), Galleria L’Attico (Roma), Stedelijk (Amsterdam) e molti altri.

Fino al 2 aprile al Museum of Contemporary Art di Los Angeles è in corso la retrospettiva completa dell’artista italo-americana.

fonte: www.labiennale.org

Ecco la stagione 2023-2024 del Teatro Verdi di Firenze, fra musical, commedie e danza

Il musical Cats
FIRENZE – È stata presentata la Stagione 2023-2024 del Teatro Verdi di Firenze, quella gestita dalla Società Antico Teatro Pagliano: da giovedì 26 ottobre, musical, commedie brillanti, danza, qualche “one man show” con interpreti di grido; un cartellone che vuole eminentemente divertire, ma anche fornire qualche spunto di riflessione, com’è proprio dell’intrattenimento di qualità. Questi gli spettacoli in abbonamento:

Da giovedì 26 a domenica 29 ottobre MAX GIUSTI in IL MARCHESE DEL GRILLO regia Massimo Romeo Piparo Tratto dal film di Monicelli del 1981 con Alberto Sordi, lo spettacolo è un omaggio a Roma e alla romanità, nonché alla tradizione gloriosa della commedia all’italiana. Con le coreografie e le ricche scenografie e con un grande cast di oltre 30 artisti, riporta sulla scena e all’affetto del pubblico uno dei personaggi più amati e radicati nella storia della Città Eterna: il Marchese Onofrio del Grillo, nobile carismatico, farà sorridere e riflettere con la sua maschera dolce amara.

martedì 7 e mercoledì 8 novembre al TUSCANY HALL GIGI PROIETTI GLOBE THEATRE presenta ROMEO E GIULIETTA di William Shakespeare, regia Gigi Proietti Gigi Proietti presentava la sua ultima versione del suo Romeo e Giulietta con queste parole: “ Ho sempre pensato che la festa a casa Capuleti fosse una specie di sliding doors, che attraversata o evitata conduce a storie diverse. Se Romeo decidesse di non andare alla festa? E se tutta la storia fosse solo il sogno di una giovane mente eccitata dall’amore? Ho amato molto la prima versione di Romeo e Giulietta, e amo molto questo nuovo allestimento, simile ma diverso.”

Da mercoledì 22 a domenica 26 novembre EVENTO SPECIALE: BACK TO MOMIX direzione artistica Moses Pendleton BACK TO MOMIX è uno spettacolo nato dal desiderio di tornare a calcare le scene dopo anni difficili che hanno allontanato la compagnia dal suo pubblico, con il peculiare desiderio di leggerezza e spensieratezza e uno sguardo sempre teso al futuro. Da qui il gioco di parole del titolo che richiama un classico della cinematografia anni ’80. Moses Pendleton, carismatico direttore artistico e creatore di innumerevoli spettacoli di successo.

sabato 2 e domenica 3 dicembre BARBARA D’URSO in TAXI A DUE PIAZZE, regia Chiara Noschese. Un evergreen che non smetterà mai di divertire in una nuova versione con un cast di tutto rispetto guidato da Barbara d’Urso. La pièce di Ray Cooney è un grande classico della commedia leggera – ricordiamo la storica edizione della ditta Dorelli Quattrini Brochard e Panelli – e sotto l’esperta mano di Chiara Noschese ha una veste completamente rinnovata dal suo autore originale, nei dialoghi e nei contenuti ben restituiti dall’adattamento italiano di Gianluca Ramazzotti.

Da venerdì 8 a domenica 10 dicembre PIPPI CALZELUNGHE il musical di Astrid Lindgren da un’idea di Gigi Proietti regia e coreografia Fabrizio Angelini. Un musical che nasce da un’idea di Gigi Proietti; più che un’idea, un’intuizione, quella di regalare al pubblico un’edizione dal vivo di una delle eroine più amate di tutti i tempi. Nata dalla penna di Astrid Lindgren, la celebre favola si trasforma in uno spettacolo dai tratti unici, grazie alla versione italiana di Sagitta Alter e Carlotta Proietti. Un cast di tredici attori, ballerini, acrobati e cantanti interpreta i personaggi dello spettacolo diretto da Fabrizio Angelini.

Da venerdì 29 dicembre a mercoledì 3 gennaio ARTURO BRACHETTI e DIANA DEL BUFALO in CABARET, regia Arturo Brachetti & Luciano Cannito; uno dei titoli più famosi della storia del musical; tratto dal romanzo di Christopher Isherwood ambientato nella Berlino degli anni ‘30. Il musical ha ricevuto numerosissimi premi, cosi come l’omonimo film diretto da Bob Foss, ed è considerato un classico del teatro musicale che esplora temi di politica, amore e libertà personale in un’epoca di grande incertezza. L’iconica colonna sonora include brani come “Willkommen” e “Cabaret”

Da venerdì 5 a domenica 7 gennaio MASSIMO LOPEZ e TULLIO SOLENGHI in DOVE ERAVAMO RIMASTI. Spettacolo di arti varie scritto da Massimo Lopez e Tullio Solenghi con la collaborazione di Giorgio Cappozzo.. La sensazione più esaltante del loro ultimo spettacolo, “Massimo Lopez e Tullio Solenghi Show” è stata quella di avere di fronte a loro ogni sera non soltanto un pubblico empatico e festoso, ma una sorta di famiglia allargata, dei veri e propri parenti che hanno condiviso alcuni momenti di un’avventura scenica con frammenti della loro vita. E non a caso l’esilarante duo riparte da qui per stupire ed emozionare ancora una volta.

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fonte: di Redazione  www.firenzepost.it

giovedì 29 giugno 2023

Danza: La Cenerentola di Rudolf Nureyev a Caracalla Festival 2023

Una ragazza maltrattata e in fuga da un padre alcolizzato; la scoperta da parte di un grande produttore cinematografico capace di trasformare una zucca in una fiammante Rolls-Royce; il debutto sul grande schermo e la conquista del cuore dell’attore principale. È ambientata nell’universo hollywoodiano degli anni Trenta la versione del balletto Cenerentola firmata dal grande Rudolf Nureyev, che il Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, diretto da Eleonora Abbagnato, propone nell’ambito del Caracalla Festival 2023 dal 1° al 4 luglio nel Teatro Grande delle antiche terme romane. 

Gli anni Trenta voluti da Nureyev si accostano così idealmente agli anni Cinquanta della Dolce vita della regia della Traviata di Lorenzo Mariani, anch’essa nel cartellone del Caracalla Festival di quest’anno.

Creata nel 1986 per l’Opéra di Parigi, questa rilettura in chiave moderna di una delle fiabe più popolari, su musiche di Sergej Prokof’ev, è proposta per la prima volta dal Corpo di Ballo del Teatro capitolino.

Nel corso della sua storia, Cenerentola ha subìto vari adattamenti e Nureyev si è divertito a trasportare la trama nell’universo hollywoodiano degli anni 30: scoperta da un produttore cinematografico, una fanciulla maltrattata, in fuga da un padre alcolizzato e da una matrigna odiosa, debutta sul grande schermo conquistando il cuore dell’attore principale.

«All’inizio temevo che la fiaba di Perrault sarebbe stata modificata abusivamente – aveva dichiarato Nureyev – ma i meccanismi della storia non sono cambiati. Tutto il dramma di Cenerentola nasce dalla paura di veder crollare il suo sogno, che qui è diventato un sogno cinematografico. Un sogno di un abito bianco, leggermente sfumato di rosa per rendere omaggio all’innocenza, e un tocco di glitter perché Cenerentola è un personaggio del mondo di oggi, sogna sola una cosa: diventare una star».

La musica di Sergej Prokof’ev è affidata alla bacchetta del giovane direttore Alessandro Cadario, al suo debutto con l’orchestra del Lirico capitolino.

Spetterà a Rebecca Bianchi far rivivere in scena le emozioni e i sogni di CenerentolaMichele Satriano sarà il suo principe, mentre Alessio Rezza il produttore cinematografico. Le due sorellastre Alessandra Amato e Susanna Salvi prenderanno lezioni di danza dal maestro Claudio Cocino. L’allestimento dell’Opéra National di Parigi è firmato da Petrika Ionesco per le scene e Hanae Mori per i costumi. Le luci sono curate da Jean-Michel Désiré, i video da Igor Renzetti e Lorenzo Bruno. Nella versione in tre atti di Nureyev, ripresa da Aleth FrancillonGillian Whittingham e Benjamin Pech con la supervisione di Eleonora Abbagnato, la partitura di Prokof’ev è mantenuta nella sua interezza. «La musica – aveva affermato il musicista – introduce il personaggio di Cenerentola mediante tre temi: il primo dei quali raffigura Cenerentola umiliata, il secondo Cenerentola sognatrice, il terzo, un tema largo, Cenerentola innamorata e felice». Composto faticosamente tra il 1940 e il 1944, il balletto andò in scena al Teatro Bol’šoj di Mosca il 21 novembre 1945 con la coreografia di Rostislav Zakharov e il libretto di Nikolaj Volkov.

Dopo la prima di sabato 1° luglio, lo spettacolo sarà replicato domenica 2 e martedì 4. Tutti gli spettacoli inizieranno alle ore 21.

Lo spettacolo sostituisce il previsto Strictly Gershwin, che non può andare in scena a causa di problemi di salute del coreografo Derek Deane. I biglietti precedentemente acquistati per Strictly Gershwin potranno essere commutati in biglietti per Cenerentola, mantenendo il posto scelto e contattando la biglietteria per la sostituzione. Le eventuali richieste di rimborso saranno possibili fino alla data della rappresentazione, consegnando i biglietti presso la Biglietteria del Teatro dell’Opera dal lunedì al sabato dalle 10 alle 18, domenica dalle 9 alle 13.30.

fonte: di Sara Zuccari https://icasidelladanza.tgcom24.it/

venerdì 14 aprile 2023

Danza: Addio a Pierre Lacotte, archeologo del balletto. Aiutò Nureyev a fuggire dalla Russia

Si è spento a 91 anni il grande coreografo che ha ricostruito i balletti del XIX secolo. Nel 1961 il suo intervento fu determinante nella defezione di Rudolf Nureyev, come aveva raccontato lo scorso dicembre a Sky Tg24 in quella che oggi resta la sua ultima intervista

Guardava il mare, nel silenzio della baia che aveva scelto per trascorrere gli ultimi anni della sua vita. Seduto, con lo sguardo rivolto alla grande vetrata, circondato da arazzi e statue antiche, ci aveva accolto facendosi trovare pronto per quella che probabilmente è stata la sua ultima intervista. Aveva pensato a tutto. 

A scegliere l’angolo migliore del suo salottino, a stampare le foto con il suo amico Rudy, a preparare persino una chiavetta con gli estratti migliori del suo Marco Spada al Teatro dell’Opera di Roma. Perché, come mi aveva ripetuto più volte, aveva “promesso a Rudolf di far vedere sempre il meglio di lui”. Avvolto nella sua sciarpa bianca, con un vestito scuro, era lì, ad aspettarci, con tutta l’eleganza del danseur noble. Un danseur noble che ha scritto la storia della danza per aver ricostruito i grandi balletti del XIX secolo. Per questo veniva chiamato “l’archeologo del balletto”.

CHI ERA PIERRE LACOTTE

Pierre Lacotte si è spento oggi, a 91 anni. Lo ha annunciato sua moglie Ghislaine Thesmar, prima ballerina e splendida danzatrice, compagna di una vita. Danzatore, maestro, coreografo, direttore artistico, Lacotte è stato anche colui che aiutò Rudolf Nureyev a fuggire dalla Russia e a chiedere asilo politico alla Francia nel 1961. Lo avevamo incontrato lo scorso dicembre nella sua casa vicino a Tolone proprio in occasione dello speciale di Sky Tg24 dedicato ai 30 anni dalla scomparsa di Rudolf Nureyev  

Video dello lo Speciale >> QUI

Aiutò nureyev nella defezione

Accesa la lucina rossa della telecamera, il Maestro Lacotte aveva iniziato subito ad andare indietro nel tempo e nei ricordi. E a restituirci una testimonianza storica e unica di quei momenti di grande tensione vissuti all’aeroporto di Le Bourget a Parigi. Un racconto commovente, dettagliato e carico di emozioni diverse. Paura, terrore, incredulità, nervosismo. Una testimonianza straordinaria che resterà nel tempo, come i grandi balletti a cui lui ha ridato vita, come Le Silfidi o La figlia del Faraone. O quelli che ha creato ex novo come Le Roige et Le Noir, ispirato al celebre romanzo di Stendhal nel 2021, suo ultimo lavoro.

fonte: di Chiara Ribichini https://tg24.sky.it

lunedì 27 marzo 2023

27 marzo Giornata Mondiale del Teatro 2023. Il messaggio di Samiha Ayoub

In occasione della giornata mondiale del Teatro 2023, AGIS si unisce al messaggio della celebre attrice egiziana Samiha Ayoub nel quale ricorda i valori fondativi del teatro e il suo importante ruolo nella comunità. L’Associazione Generale Italiana dello Spettacolo si riconosce nella riflessione di Samiha Ayoub e per queste ragioni ne diffonde il messaggio fatto proprio anche dal Centro Italiano dell’International Theatre Institute-UNESCO.

Samiha Ayoub è un’attrice egiziana, nata nel quartiere Shubra del Cairo. Si è diplomata all’Istituto superiore di arti drammatiche nel 1953, dove ha seguito l’insegnamento del drammaturgo Zaki Tulaimat. Nel corso della sua carriera artistica ha recitato in circa 170 opere teatrali, tra cui Raba’a Al-Adawiya, Sekkat Al-Salamah, Blood on the Curtains of the Kaaba, Agha Memnon, Il Cerchio di Gesso del Caucaso. Sebbene abbia lavorato soprattutto nel mondo del teatro, ha interpretato molti ruoli anche nel cinema e in televisione. Nel cinema si è distinta per diversi film, tra cui The Land of Hypocrisy, The Dawn of Islam, With Happiness, Among the Ruins. E in televisione ha presentato molte opere importanti, tra cui Stray Light, Time for Rose, Amira ad Abdeen, Al-Masrawiya. Ha ricevuto molte onorificenze da diversi presidenti, tra cui Gamal Abdel Nasser e Anwar Sadat.

«A tutti i miei amici artisti di teatro di tutto il mondo,
Vi scrivo questo messaggio in occasione della Giornata Mondiale del Teatro, e per quanto mi senta estremamente felice di rivolgermi a voi, ogni fibra del mio essere trema sotto il peso di ciò che tutti noi stiamo soffrendo – artisti di teatro e non- a causa delle pressioni schiaccianti e dei sentimenti contrastanti che suscita la condizione attuale del mondo. L’instabilità è il risultato diretto di ciò che il nostro mondo sta attraversando oggi in termini di conflitti, guerre e disastri naturali che hanno avuto effetti devastanti non solo sul nostro mondo materiale, ma anche sul nostro mondo spirituale e sulla nostra pace psicologica. Vi parlo oggi mentre ho la sensazione che tutto il mondo sia diventato come isole disperse, o come navi che fuggono in un orizzonte denso di nebbia, ciascuna spiegando le vele e navigando senza guida, senza riuscire a vedere nulla dell’orizzonte che dovrebbe guidarle e, nonostante ciò, continuando a navigare, sperando di raggiungere un porto sicuro che la accolga dopo le lunghe peregrinazioni in mezzo a un mare furioso.

Il nostro mondo non è mai stato così strettamente connesso come lo è oggi, ma allo stesso tempo non è mai stato più dissonante e non siamo mai stati così lontani gli uni dagli altri come lo siamo oggi. Qui sta il paradosso drammatico che ci impone la nostra contemporaneità. Nonostante ciò a cui assistiamo rispetto alla convergenza nella circolazione delle notizie e delle comunicazioni che ha portato ad infrangere tutte le barriere dei confini geografici, i conflitti e le tensioni a cui il mondo sta assistendo hanno superato i limiti della percezione logica, creando, in mezzo a questa apparente convergenza, una divergenza fondamentale che ci allontana dalla vera essenza dell’umanità nella sua forma più semplice.

Il teatro nella sua essenza originaria, è un atto puramente umano basato sulla vera essenza dell’umanità, che è la vita. Come diceva il grande pioniere Konstantin Stanislavskij: “Non entrate mai a teatro con il fango ai piedi. Lasciate la polvere e lo sporco fuori. Lasciate le vostre piccole preoccupazioni, i litigi, le piccole difficoltà alla porta assieme ai vostri indumenti esterni- tutte quelle cose che vi rovinano la vita e distolgono la vostra attenzione dalla vostra arte.” Quando saliamo sul palco, saliamo con la sola vita di un essere umano in noi, ma questa vita ha una grande capacità di scindersi e di riprodursi per trasformarsi in tante vite che diffondiamo in questo mondo affinché esso prenda vita, fiorisca e diffonda i suoi profumi.

Quello che facciamo nel mondo del teatro, come drammaturghi, registi, attori, scenografi, poeti, musicisti, coreografi e tecnici -tutti noi nessuno escluso- è un atto di creazione della vita che non esisteva prima di salire sul palcoscenico. Questa vita merita una mano premurosa che la tenga, un petto amorevole che la accolga, un cuore gentile che provi empatia per essa ed una mente sobria che le fornisca ragioni per continuare e sopravvivere.

Non esagero quando dico che quello che facciamo sul palco è l’atto stesso della vita, generata dal nulla, come una brace ardente che brilla nell’oscurità, illuminando le tenebre della notte e riscaldando la sua freddezza. Siamo noi che diamo alla vita il suo splendore. Siamo noi che la incarniamo. Siamo noi che la rendiamo vibrante e significativa. E siamo noi a fornire le ragioni per capirla. Siamo noi che usiamo la luce dell’arte per affrontare l’oscurità dell’ignoranza e dell’estremismo. Siamo noi che abbracciamo la dottrina della vita, affinché la vita si possa diffondere in questo mondo. Per questo mettiamo tutto il nostro impegno, tempo, sudore, lacrime, sangue e nervi, per raggiungere questo alto messaggio, per difendere i valori della verità, della bontà e della bellezza, nel convincimento che la vita meriti veramente di essere vissuta.

Vi parlo oggi, non così per parlare, e nemmeno per celebrare il padre di tutte le arti, il “teatro”, nella sua giornata mondiale. Vi invito piuttosto a stare insieme, tutti noi, mano nella mano, spalla a spalla, per gridare a squarciagola, come siamo abituati a fare sui palcoscenici dei nostri teatri, per far uscire le nostre parole, per risvegliare la coscienza del mondo, per cercare dentro di noi l’essenza perduta dell’umanità. L’essere umano libero, tollerante, amorevole, comprensivo, gentile ed accogliente, che rigetta questa vile immagine di brutalità, razzismo, di conflitti sanguinosi, di un pensiero unilaterale ed estremista. Gli esseri umani hanno
camminato su questa terra e sotto questo cielo per migliaia di anni e continueranno a camminare. Pertanto togliete i piedi dal fango delle guerre e dei conflitti sanguinosi e lasciate questi ultimi all’entrata del palcoscenico.

Forse allora la nostra umanità, che si è offuscata nel dubbio, diventerà di nuovo una certezza che ci renderà tutti orgogliosi di essere umani e di essere fratelli e sorelle nell’umanità.
È la nostra missione, di noi drammaturghi, portatori della fiaccola della luce, sin dalla prima apparizione del primo attore sul primo palcoscenico, di essere in prima linea nell’affrontare tutto ciò che è brutto, sanguinario e disumano, mettendolo a confronto con tutto ciò che è bello, puro e umano. Noi, e nessun altro, abbiamo la capacità di diffondere la vita. Diffondiamola insieme per il bene di un unico mondo e di un’unica umanità». 

fonte: www.teatrostabiletorino.it

martedì 13 dicembre 2022

Danza > Van Cleef & Arpels e la danza: un passo a due

Coniugando la ricerca dell’eccellenza con il gusto per la bellezza e l’armonia, Van Cleef & Arpels trae inesauribile ispirazione dal mondo della danza. L’arte del balletto conferisce un fascino raffinato e un’incantevole aura di poesia ai gioielli e alle delicate figure femminili della Maison.

Il sodalizio tra Van Cleef & Arpels e la danza risale agli anni Venti. All’epoca, Louis Arpels, fervente appassionato di danza, portava spesso suo nipote Claude all’Opera di Parigi. 

Sotto la loro guida, all’inizio degli anni Quaranta la Maison crea a New York le sue prime ballerine, destinate a diventare ben presto un simbolo di Van Cleef & Arpels. Caratterizzate da un volto di diamante taglio a rosa, corredato da un prezioso copricapo, queste figure presentano scarpe a punta e un tutù di diamanti o pietre di colore, la cui fluidità evoca i movimenti delle ballerine. La leggiadria e la bellezza del loro abbigliamento incantano l’osservatore e, in particolare, il collezionista.

>> In foto: Georges Balanchine e Pierre Arpels con Suzanne Farrell in occasione della presentazione del balletto Jewels al Théâtre des Champs-Elysées, 1976. Archivi Van Cleef & Arpels

Il legame che unisce Van Cleef & Arpels e il mondo della danza si rafforza ulteriormente nel 1961, quando Claude Arpels conosce il famoso coreografo George Balanchine, co-fondatore del New York City Ballet. Dalla comune passione per le pietre preziose nasce Jewels, un balletto creato da Balanchine nel 1967.

In questo trittico non narrativo ispirato a smeraldi, rubini e diamanti, ogni gemma è al centro della scena per un atto. A ciascuna sezione corrisponde la musica di un compositore in particolare: Gabriel Fauré per “Smeraldi”, Igor Stravinsky per “Rubini” e Pyotr Ilyich Tchaikovsky per “Diamanti”.

Oggi la Maison mantiene il suo legame con il mondo della danza attraverso numerose collaborazioni e iniziative di sponsorizzazione. Dal 2012, sostiene il corpo di ballo del L.A. Dance Project, fondato dal ballerino e coreografo francese Benjamin Millepied. Van Cleef & Arpels incoraggia anche l’innovazione e i talenti emergenti nel campo della creazione coreografica attraverso la partnership con la comunità filantropica Fedora. Dal 2015, il “FEDORA – VAN CLEEF & ARPELS Prize for Ballet” premia ogni anno l’eccellenza nelle nuove produzioni di danza classica. Dal 1906 la Maison ha sede al numero 22 di Place Vendôme, a Parigi.

>>  Clicca Qui per vedere la collezione Van Cleef & Arpels di gioielli dedicata alla Danza


Nel 2020, Van Cleef & Arpels inizia un nuovo capitolo che avvicina ancora di più la Maison alla danza, con il lancio di Dance Reflections by Van Cleef & Arpels. 

Attraverso questa iniziativa, la Maison sostiene artisti e istituzioni per diffondere repertori coreografici e promuovere nuove creazioni. Per arricchire queste collaborazioni artistiche, verrà organizzato un grande evento annuale che interesserà diverse località internazionali.

“La danza è da lungo tempo un tema centrale per la Maison, per questo motivo ci impegniamo a sostenerne il repertorio coreografico".
Nicolas Bos — Presidente di Van Cleef & Arpels
www.dancereflections-vancleefarpels.com

 
fonte: www.vancleefarpels.com

venerdì 9 dicembre 2022

Danza, alla Scala Tissi protagonista di Schiaccianoci di Nureyev

la star internazionale Jacopo Tissi
Nel trentennale della scomparsa del grande danzatore russo l'omaggio del Piermarini con uno dei capolavori della letteratura coreografica del '900

Nel nome di Nureyev, di cui nel 2023 ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa, si apre la nuova stagione di balletto, con il grande ritorno, dopo sedici anni, del suo Schiaccianoci, dal 15 dicembre all'11 gennaio, di nuovo sul palcoscenico della Scala dove fu presentato la prima volta nel 1969 (non molto lontano dal debutto a Stoccolma nel 1967 e al Covent Garden l’anno successivo con il Royal Ballet) e l’ultima volta nel 2006. 

Lo schiaccianoci risplenderà ancora nell’allestimento di Nicholas Georgiadis, rinnovato nel décor e nei costumi proprio dalla Scala nel 1987, e affascinerà anche i più piccoli, nella magica atmosfera natalizia, ideale cornice per ripresentare questo capolavoro di maestria. Accanto alle étoile, i primi ballerini, il corpo di ballo scaligero e l'Orchestra della Scala diretta da Valery Ovsyanikov, il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala l'artista ospite Jacopo Tissi 

In scena a rivivere il capolavoro cajkovskiano, dalle danze dei bambini delle casalinghe celebrazioni del Natale, la musica e la coreografia convogliano verso i celebri valzer e verso gli straordinari passi a due ricchi di prodezze tecniche, di rigore, linee ed equilibri. 

Accademismo ma anche verve, tecnica ma anche espressività teatrale che ben si addicono allo stile del Balletto scaligero, con il quale Nureyev aveva un legame speciale, tanto da destinare alla Scala la maggior parte delle riletture dei classici ed essere lui stesso tante volte in scena al Piermarini a interpretare Drosselmeyer, che si trasforma in uno splendente Principe.Per l'appuntamenmto con Prima delle prime – Balletto il 15 dicembre in cartellone 'Un sogno color della notte' condotto dal critico e giornalista Elisa Guzzo Vaccarino.

fonte: Riproduzione riservata © Copyright Adnkronos  www.adnkronos.com

mercoledì 2 novembre 2022

Danza: World Ballet Day 2022, un libro sui grandi interpreti del balletto maschile

Nella foto Christian Fagetti @Raul Iacometti
In occasione della Giornata Internazionale del Balletto pubblichiamo un estratto della prefazione di #MaleDancer, un libro di Deborah D’Orta (Buckfast Edizioni) che raccoglie le testimonianze di alcuni danzatori. Come Mick Zeni, Marco Agostino, Christian Fagetti, Alessandro Riga, Alessio Rezza e il duo Sasha Riva e Simone Repele

(…) Non sappiamo se la danza sia stata una delle prime arti usate dall’uomo per esprimersi, ma di sicuro non ne ha potuto mai fare a meno per organizzare i propri movimenti. Eppure, questa normalità ad un certo punto ha smesso di interessare il genere maschile. Nell’immaginario comune, la danza è diventata qualcosa da attribuire preferibilmente all’educazione delle bambine. Come se eleganza, bellezza, rigore o il regalare emozioni potessero appartenere ad una sola categoria di persone. (…)

Emerge però l’importanza di seguire le proprie attitudini e soprattutto di inseguire i propri sogni. Ecco perché ho sentito l’esigenza – dopo il successo di #Dancer, il mio primo libro intervista dedicato alla danza femminile – di dare voce anche al mondo maschile, per troppo tempo adombrato da quello femminile e dalle sue rappresentanti. (…) Un ballerino è un ballerino, punto. Non importa che sia maschio o femmina, alto o basso, biondo o bruno, è un essere danzante, una persona che impara il rispetto, la disciplina e l’auto-disciplina. Esattamente come le ragazze, quindi, anche i ragazzi traggono enormi vantaggi dalle lezioni di danza: sfogano l’energia repressa, la rabbia e imparano a gestire le oscillazioni emotive legate alla crescita. Possono scovare svariate soluzioni ai problemi che incontreranno nel corso della loro vita. Possono imparare a superare i fallimenti e le battute d’arresto con grinta, fortificandosi emotivamente e sviluppando la capacità di gestire serenamente le possibili delusioni future.

Tutti i video sulla danza > approfondimento

Il ballerino inoltre modella il suo corpo per danzare, rendendolo più forte e sano. Riconosce, esterna e vive le proprie emozioni e sviluppa una maggiore intelligenza emotiva, grazie allo stimolo creativo insito nella danza. Danzare mette di fronte ai propri difetti e limiti unicamente con il fine di superarli, rende consapevoli di ciò che possiamo fare per noi stessi e soprattutto per gli altri, e aiuta a capire quanto sia importante essere e non apparire, contribuendo così al miglioramento della società di cui tutti facciamo parte.

In questo volume ho quindi raccolto le testimonianze di danzatori maschi, dai più maturi artisticamente, con un’importante carriera alle spalle, fino alle nuove leve, giovani uomini che si stanno affermando sempre più nel panorama della danza italiana ed europea.

La scelta è stata quasi naturale: sulla scia di #Dancer, con cui ho intrapreso questo appassionante viaggio nel mondo della danza, ho voluto travalicare stereotipi di genere mostrando che questa disciplina, al pari di altre attività fisiche ed artistiche, è un’attività per tutti, evidenziandone i lati costruttivi per la crescita fisica ed emotiva, l’educazione, le relazioni sociali. È stato come proseguire un dialogo rimasto aperto e inconcluso con il primo volume. Con questo, il cerchio si chiude.

@ Buckfast Edizioni Deborah D'Orta, #MaleDancer

fonte:  https://tg24.sky.it/spettacolo

giovedì 14 luglio 2022

Danza: Jacopo Tissi inizia la sua nuova avventura al Teatro alla Scala con Giselle. Video

Pochi mesi fa, subito dopo l’inizio della guerra in Ucraina, aveva lasciato il Bolshoi di Mosca di cui era diventato, primo italiano nella storia, principal dancer. 

Ora per il giovane danzatore comincia un nuovo capitolo come primo ballerino ospite della Scala. Lo abbiamo incontrato a poche ore dal suo debutto. L’INTERVISTA

>> VIDEO 

“I balletti raccolgono sempre qualcosa di te. Per fare uscire fuori determinate emozioni ci scaviamo sempre dentro… probabilmente dopo questo periodo c’è qualcosa di più, per me”. Era stato appena nominato principal dancer del Bolshoi. Prima di lui, nessun italiano era mai riuscito neanche a entrare in quella che è considerata tra le più prestigiose e ambite compagnie al mondo. Poi l’inizio della guerra in Ucraina e la scelta, difficile e sofferta, di lasciare Mosca e il suo teatro.
Ora, per Jacopo Tissi, comincia una nuova avventura come primo ballerino ospite del Teatro alla Scala. Lo abbiamo incontrato a poche ore dal debutto in Giselle, grande classico del repertorio in scena fino al 16 luglio. Un ritorno a casa per il giovane danzatore, 27 anni, nato a Landriano, un paesino in provincia di Pavia, che dopo essersi diplomato con lode alla Scuola di Ballo dell’Accademia della Scala ha danzato nel corpo di ballo scaligero agli inizi della sua carriera, dopo una breve parentesi a Vienna, per poi volare a Mosca.

Jacopo, la tua carriera riparte dal Teatro dove un po’ tutto è iniziato con un titolo simbolo del romanticismo. È un ruolo che senti vicino a te?

È un balletto che mi è sempre piaciuto molto sia guardare che interpretare. La parte di Albrecht è molto complessa e la vera difficoltà consiste nel trasmettere l’evoluzione psicologica del personaggio. Ogni gesto deve riuscire a esprimere il lato interiore. Sono contento di averlo affrontato un po’ più avanti nella mia carriera, è uno di quei ruoli che cresce con te, e sono felice che sia questo il primo passo di questo mio nuovo capitolo qui al Teatro alla Scala di Milano. 

Avevi già danzato Albrecht?
Sì, ho debuttato nella versione di Alexei Ratmansky a Mosca.

Avrai accanto la prima ballerina della Scala Nicoletta Manni che, l’ultima volta che ha danzato Giselle su questo palco, aveva avuto l’opportunità unica di preparare questo ruolo con Carla Fracci…

Con Nicoletta ci siamo ritrovati. Abbiamo ballato insieme nel mio primo anno di compagnia quando ero qui alla Scala. Più volte Nicoletta ha menzionato ciò che voleva Carla, io le ho parlato di quello che mi avevano trasmesso al Bolshoi e dell’idea dell’interpretazione che avevo pensato. C’è stato un bello scambio tra noi e ora aspettiamo lo spettacolo per incontrarci in scena.

Carla Fracci è stata la più grande Giselle di tutti i tempi. Cosa aveva di straordinario?

Il suo approccio spontaneo ma anche molto forte. Questa incredibile sincerità in ogni suo gesto, una grande profondità per cui qualunque sfumatura diventava un modo per dire qualcosa. Per i danzatori della Scala studiare in sala con lei è stata un’esperienza unica.

È la prima volta che affronti questa versione di Giselle firmata da Yvette Chauviré che negli anni è diventata un po’ un cavallo di battaglia del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala. Cosa ti piace?

Tante cose. Prima di tutto la scenografia e i costumi, c’è una bella coordinazione di colori. E poi il fatto che la linea interpretativa sia molto chiara sempre, nel primo e nel secondo atto.

Sei stato il primo italiano nella storia ad essere nominato principal dancer del Bolshoi e anche l’unico che è riuscito ad entrare nella prestigiosa compagnia. Cosa ti manca dei cinque anni trascorsi a Mosca?

Mi manca la mia vita che è stata un po’ stravolta all’improvviso. Uno strappo che non potevo aspettarmi. Tuttavia non mi lascio abbattere da quello che sto cercando di guardare come qualcosa che appartiene al passato, anche se mi ha segnato. Ora mi sto concentrando al massimo e sto dando tutto me stesso per quello che verrà.

L’ultima volta che hai danzato qui alla Scala è stato pochi mesi fa. Eri stato invitato a fine gennaio a danzare la Bayadére nella versione di Rudolf Nureyev. Avevi accanto Svetlana Zakharova, tua collega a Mosca e tua grande amica. Sei ancora in contatto con lei e con i tuoi maestri del Bolshoi?

Sì ci sentiamo, sono persone a cui io tengo molto così come loro tengono a me. Sono contenti dei miei spettacoli e delle mie nuove possibilità.

Come primo ballerino ospite del Teatro alla Scala, nella prossima stagione danzerai diversi titoli, tra cui anche Schiaccianoci. Tra l’altro proprio al termine di una recita di Schiaccianoci avevi ricevuto la nomina lo scorso anno…

Già, proprio il 31 dicembre… e combinazione sarà il primo balletto della prossima stagione. Sarà per me una nuova sfida perché conosco meno il repertorio di Rudolf Nureyev ed è anche un grande onore poterlo danzare visto che ricorrono i 30 anni dalla scomparsa di Rudy.

Ormai da alcuni mesi, da quando hai lasciato Mosca a inizio marzo, stai studiando con la compagnia della Scala. Cosa ti colpisce?

Tante persone le conosco, alcuni sono stati miei colleghi ma ci sono anche tanti ragazzi nuovi. Tante personalità diverse. è un nuovo gruppo che ha tanta voglia di spingere e di fare. Stanno sperimentando anche diverse cose nuove. Vedo che c’è un bell’affiatamento anche con il direttore Manuel Legris. Sono sicuramente su una buona onda.

 Durante la masterclass di Giselle, Carla Fracci ha detto alla prima ballerina Martina Arduino: “Libera quello che senti, in scena ogni giorno si crea”. Per te cosa accade sul palco e cosa cambia rispetto al lavoro in sala?
In sala è un lavoro lungo, di ricerca dei movimenti, dei passi. Della ricerca dei perché, del perché oggi ho deciso di guardare prima da questa parte o di fare una pausa più lunga. Poi, quando arrivi in scena, è un po’ come se fosse la prima e l’ultima volta. Non esiste uno spettacolo che assomigli a un altro. Ogni volta che scendi dal palco sei sempre un po’ un’altra persona. Io, quando inizia uno spettacolo, ho sempre la sensazione che sia un momento di calamità naturale. Come se stesse arrivando un uragano, qualcosa capace di sconvolgere tutto. Poi, quando finisce, ti rendi conto che tutto è rimasto al proprio posto. Eppure questa cosa è avvenuta… dentro di te.

fonte:  Chiara Ribichini https://tg24.sky.it/

mercoledì 22 giugno 2022

Danza: Flow, il primo libro di Marco Auggiero

«…limpido condividi la parte più intima di te e ti accorgi di lasciare un segno indelebile nelle anime che ti hanno seguito in questo cammino, interpreti e spettatori ognuno liberamente nel proprio percorso emotivo». Ecco alcune parole di “Flow”, primo libro di Marco Auggiero, coreografo e direttore artistico della Mart Dance Company

Un libro che era già stato pensato per molto tempo insieme al suo amico scrittore Arturo Capasso, poi scomparso prematuramente. Presentato al Teatro Augusteo di Napoli, “Flow” ha da subito avuto il bagno di folla del pubblico che ha gremito ogni posto per conoscere in anteprima il libro di Marco Auggiero, accompagnato sul palco del Francesco Milana, già primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, e del giornalista Christian Montagna. «E’ bellissimo poter tornare sul palco ogni volta di più – ammette l’autore – e poter parlare del mio primo libro mi inorgoglisce particolarmente. Per questo però devo ringraziare la professionalità di Vittorio del Re e Francesco Mele e della DWS Model che, con la distribuzione di Amazon, provvederà a far circolare il mio lavoro». Un libro che potrà avere una platea di lettori molto eterogenea, non pretende prerequisiti tecnici perché ha un ampio ventaglio di sfaccettature molto godibili per chi ama la danza ma anche per chi ne è semplicemente incuriosito.

È senz’altro una biografia arricchita di foto, proprio come in un album dei ricordi. Eh sì, perché “Flow” è un work in progress che, molto probabilmente, dovrà e potrà arricchirsi man mano delle esperienze e dei successi del futuro. «Io e mio marito Matt abbiamo conosciuto Marco più di venti anni fa. È stato durante un laboratorio di danza in Francia, successivamente siamo stati da lui per insegnare la Tecnica Mattox». La stima profonda di Martine Mattox è l’adrenalinica prefazione che ha donato a Marco Auggiero, letta anche sul palcoscenico del Teatro Augusteo per dare la giusta eco alle amicizie più intime dell’autore, al di là dei risultati conseguiti negli anni. 

Ma è sfogliando il libro che impariamo a conoscere le esperienze, i ricordi, gli sforzi ed i successi dell’autore, coreografo, ballerino, uomo e direttore artistico. Un personaggio multitasking che ha girato Stati Uniti ed Europa per farsi le ossa e creare il suo modello, la sua tecnica, il suo stile. Ormai Marco Auggiero è riconosciuto ovunque per la credibilità del suo lavoro in sala e sul palco e questo, molto probabilmente, è il successo più importante e difficile da conseguire.

E “Flow” lo testimonia passo dopo passo, attraverso otto agili capitoli per un totale di centotrentasei pagine, comprese quelle dei ringraziamenti sentiti, su tutti all’amico scomparso Arturo Capasso ed alla moglie Giordana che lo ha supportato anche nella stesura di quest’opera. Nel primo capitolo si narra la storia vissuta in primissima persona proprio da New York fino al ritorno in Europa. Il secondo è invece una carrellata di esperienze e sperimentazioni coreografiche che si legano indissolubilmente al terzo capitolo dedicato a “Flow”, ovvero metodo, tecnica e linguaggio. 

Il quarto capitolo è centrato sui titoli “Nemesis”, “Human Waren”. “Arranca”, “Ovo” ed “Ecos”. Il quinto capitolo è una serie di considerazioni sulla danza in Italia, soprattutto su “quanta strada c’è ancora da fare” a parere di Marco Auggiero. Il sesto capitolo è invece un vademecum sui vantaggi della danza e su come scegliere l’accademia di danza ideale con alcuni suggerimenti. Il settimo e l’ottavo capitolo sono dedicati infine alle ultimissime creature di Marco Auggiero: il Mart Professional Program e l’Arenile Dance Festival. Che approfittiamo per lanciare poiché lo start up è davvero vicino. Marco Auggiero sarà infatti ancora una volta il direttore artistico dell’Arenile Dance Festival dal 4 all’8 luglio 2022 con ventuno artisti ai piedi della collina di Posillipo.

fonte: di Massimiliano Craus https://paroledidanza.wordpress.com