mercoledì 21 aprile 2010

Mostre Lgbt, A Verona «A memoria d'arte», la trans resistenza La collettiva del Circolo Pink


Dopo Torino e Roma la mostra "Generi di prima necessità" arriva a Verona
L'Esposizione e Inaugurazione si è tenuta il 17 Aprile 2010 alle ore15.30
in Piazza dei Signori

VERONA
Forse bisogna ringraziare la Provincia di Verona che, rifiutando al Circolo Pink lo spazio richiesto per l'allestimento della mostra fotografica sulla visibilità delle persone transessuali Generi di prima necessità, ha permesso la straordinaria «installazione vivente» in piazza a Verona. Trenta persone, riunite per reggere gli altrettanti coloratissimi pannelli realizzati dal circolo glbt Maurice di Torino, hanno inaugurato così la seconda edizione di A memoria d'arte, la collettiva organizzata dal Circolo Pink di cultura glbte - dove e sta per eterosessuale - per festeggiare il 65° anniversario della Liberazione dal nazifascismo. Pensata per «smontare gli stereotipi e decostruire un immaginario» - come ha sottolineato ieri in piazza il curatore Christian Ballarin - l'esposizione di fotografie a soggetto trans affiancherà, nei dieci spazi a disposizione, le opere della collettiva.

Inaugurata a Torino nel novembre scorso - con qualche problema di danneggiamento e minacce - la mostra ha fatto tappa a Roma per approdare infine nel verdissimo Nordest: «Avevamo chiesto alla Provincia di Verona - spiega Gianni Zardini, presidente del Pink - uno spazio esterno in uno dei suoi palazzi storici. La domanda, consegnata il 13 gennaio scorso, non ha mai avuto una risposta diretta. Giovedì scorso, attraverso il quotidiano locale, la Provincia ha risposto no 'per motivi logistici' e solo l'altro ieri ci hanno chiamato dagli uffici fissandoci un appuntamento con il presidente. Forse c'è qualche problema». Sicuramente c'è, dato che il presidente della Provincia, l'aennino in quota Pdl Giovanni Miozzi, è stato recentemente il bersaglio di una accesa polemica, scatenata dai catto-leghisti, per aver concesso due sale provinciali per un seminario (governativo) di formazione dal titolo Diversità come valore. Polemiche logistico-politiche a parte, quest'anno la collettiva, oltre ad avere una madrina d'eccezione, Lidia Menapace, ha visto raddoppiare il numero degli artisti.

Saranno settantasei, tra cui alcuni che parteciparono agli eventi di quegli anni - Vittore Bocchetta, scultore e pittore, umanista e critico d'arte, ex internato a Flossenbürg ed Hersbruck, i partigiani Francesco Saverio Bussola e Tonino Migaldi, purtroppo scomparsi - e, tra gli altri, ventisei allievi/e dei corsi liberi dell'Accademia d'arte «Cignaroli» di Verona. Quadri, sculture, opere grafiche e fotografiche, lavori realizzati con materiali di recupero, immagini affiancate a testi e viceversa, libri decorati, installazioni, un crogiuolo di forme espressive chiamate a declinare un unico soggetto, la vittoria dei partigiani antifascisti protagonisti della Resistenza. Nella settimana che si chiude con il 25 aprile, nei dieci spazi «liberati», tra librerie, osterie, bar e sedi di associazioni, si susseguiranno le inaugurazioni, l'ultima proprio il giorno della Liberazione durante la consueta festa dell'Istituto Storico per la Resistenza di Verona. La collettiva chiuderà l'8 maggio con il Liberation Party" presso l'ex area Enel di Basso.
fonte Il Manifesto Paola Bonatelli

Qui di seguito alcuni scatti della Manifestazione tenutasi a Verona, colti dalla fotografa
Antonella Giovampietro







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