mercoledì 23 giugno 2010

Addio Corso Salani, attore e regista attento alla causa lgbt


È mancato a soli 48 anni il regista e attore fiorentino Corso Salani. Stava passeggiando mercoledì sera sul lungomare di Ostia con la moglie Margherita quando è stato colto da un infarto. Stava lavorando al montaggio di una docufiction sulle morti sul lavoro, realizzata con la collaborazione dell’Enel, dal titolo “I casi della vita”.
Il suo cinema rigorosamente indipendente è sempre stato caratterizzato da un forte impegno civile e sociale, spesso attento alla tematica lgbt e caratterizzato da una cifra stilistica personale, tendente a contaminare il genere narrativo con quello documentario. L’ultimo film firmato da Salani come regista, “Mirna”, risale all’anno scorso e racconta di una ragazza lesbica che abbandona Buenos Aires e il suo amore, Monica, per cercare sulle Ande un luogo dove vivere. Con lo sperimentale “Imatra – Confini d’Europa #3”, nel 2007 si era aggiudicato il premio speciale della giuria Ciné Cinémas nella sezione “Cineasti del presente” al Festival di Locarno.

Nel 2005 aveva realizzato il documentario “C’è un posto in Italia” dedicato all’avventura politica di Nichi Vendola che lo ricorda con queste parole: “Sono sconvolto per la scomparsa improvvisa del mio caro amico Corso Salani. Credo che il cinema italiano abbia perso, in una violenta manciata di secondi, lo sguardo bellissimo, attento e profondo di un grande regista di film e documentari, ma anche di un grande attore e sceneggiatore, sempre in bilico tra realtà e finzione, tra inchiesta e poesia, ma sempre con quella sua voglia di raccontare a tutti i costi la verità. Corso mi ha seguito per trentatré giorni con una piccola troupe cinematografica durante la mia prima campagna elettorale nel 2005. È stato un compagno di viaggio prezioso per me. Con la sua discrezione, la sua nobile riservatezza e il suo essere taciturno, Corso mi ha insegnato a cogliere i silenzi, ad interpretare e a indagare il non detto. Mi ha seguito con affetto e con straordinaria profondità. E di questo voglio ringraziarlo ancora, per un’ultima volta”.
La sua più celebre interpretazione risale al 1991 ed è quella del debutto come attore nel ruolo del giornalista Rocco Ferrante nel drammatico “Il muro di gomma” sul caso Ustica per la regia di Marco Risi. Il suo personaggio era ispirato a una figura realmente esistente che indagò sulla vicenda, Andrea Purgatori, cosceneggiatore della pellicola. Nel 2004 interpretò il protagonista gay di “Il vento, di sera”, esordio nel lungometraggio di Andrea Adriatico, dedicato a Marco Biagi. Corso Salani restituisce sullo schermo l’intimo strazio di Paolo, a cui viene ucciso per caso, in strada, il fidanzato Luca che si trovava sulla traiettoria di un killer intenzionato ad assassinare un celebre politico. Tre anni dopo avrebbe ricoperto un ruolo minore in un altro film a tematica omosessuale di Adriatico, “All’amore assente”.
fonte gay.it di Roberto Schinardi

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