IL CASO. Il presidente di circoscrizione della Lista Tosi su Facebook plaude a una legge russa contro l'omosessualità.
Repliche sul network: «Triste vietare libertà insopprimibili».
Censura anche da Pd e Pdl
Può bastare una parola scritta su uno dei social network più popolari, Facebook, per scatenare un'ondata di polemiche.
Soprattutto se l'argomento (l'omosessualità) è delicato e se la parola compare sul profilo (pubblico, ovvero accessibile a tutti gli iscritti al «Faccialibro» più famoso del mondo) di un trentottenne che riveste una carica pubblica.
Parliamo di Filippo Grigolini (in foto), presidente della seconda circoscrizione, che giovedì pubblica su Facebook un articolo tratto da Frontierenews.it.
«Russia, l'omofobia è legge: vietata la propaganda gay», recita il titolo del pezzo. «Baluardi», commenta l'esponente della Lista Tosi a proposito della svolta conservatrice della Russia di Putin, dove, con l'entrata in vigore di questa legge in nove regioni, sarà proibito parlare dei temi legati all'omosessualità in pubblico.
E le repliche al post non si fanno attendere. «Baluardi di che?», scrive Matteo Mischi, ex consigliere del Pd in prima circoscrizione.
«Vietare a una persona la libertà di essere gay è molto triste.
Le libertà di parola, di voto politico, di orientamento sessuale e di fede religiosa sono insopprimibili». «Nessuno vieta a nessuno di essere gay», controbatte Grigolini.
«Mi spiego meglio: la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Naturalmente parlo con una visione cristiana della società, conscio di essere ormai minoritario».
Una presa di posizione decisa, che non è piaciuta a molti colleghi del parlamentino di Borgo Trento. «Se si è trattato di una battuta è sicuramente mal riuscita», sbotta Diego Zardini, consigliere del Pd.
«Sappiamo che Grigolini è cattolico credente e praticante, ma è ugualmente inaccettabile che il presidente di un'istituzione, che potrebbe essere preso a modello, si permetta delle uscite del genere su temi così importanti.
Del resto è evidente che nel centrodestra non comprendono l'importanza di avere una legge che condanni l'omofobia», aggiunge Zardini, ricordando quella proposta un anno fa in Consiglio provinciale proprio dal Pd, che non aveva trovato piena condivisione tra la maggioranza.
Critico anche Alberto Bozza, predecessore pidiellino di Grigolini e attuale consigliere:
«Il presidente è libero di dire e fare ciò che vuole.
Certo, se un amministratore si schiera, poi dovrà risponderne.
In ogni caso», dice riferendosi al commento del collega, favorevole alla decisione presa della Russia, «credo che, in un Paese con una democrazia compiuta come la nostra, il diritto di professare le proprie idee e tendenze religiose, culturali e sociali debba essere garantito.
Chi amministra non dovrebbe avere preclusioni di questo tipo. Grigolini dice di essere portatore di valori cristiani? Trovo che non permettere un dibattito e un confronto tra chi la pensa diversamente sia davvero primitivo».E.PAS.
fonte: http://www.larena.it/stories/Cronaca/441097_commento_sui_gay_bufera_su_grigolini/?refresh_ce
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