Fino al 3 febbraio 2013 è possibile visitare un'approfondita mostra su Kandinsky nella città della Torre Pendente.
Dopo le retrospettive su Chagall, Mirò e Picasso, la prolifica attività del Palazzo Blu di Pisa si è concentrata su uno dei mostri sacri dell'arte astratta, Vasily Kandinsky, al quale si devono importanti riflessioni sulla simbologia di forme e colori e sul legame tra produzione artistica e interiorità.
L'astrattismo, come le altre avanguardie, deve la sua esistenza all'incedere della modernità.
Nuovi mezzi come la fotografia e il cinema, già alla fine dell'800, si rivelano più adatti a riprodurre il mondo reale.
Inoltre, il clima di fervore culturale di inizio '900 e la successiva incertezza politica che trascina l'Europa nelle due guerre mondiali, contribuiscono a sperimentare, in pittura, nuove forme d'espressione che si allontanano sempre più dalla “ricerca del vero”.
La figura umana e gli oggetti quotidiani vengono progressivamente sfaccettati e geometrizzati, resi irriconoscibili, fino a sparire del tutto per essere soppiantati da un'arte che non può più essere definita “figurativa”.
L'arte astratta, infatti, lasciando parlare l'Io interiore tramite forme e colori, non raffigura più qualcosa di nitidamente riconoscibile e lascia spesso all'interpretazione del singolo e della sua sensibilità quanto rappresentato.
La sua nascita ufficiale risale al 1912 con la costituzione del gruppo Blaue Reiter, a Monaco, di cui Kandinsky è co-fondatore. Considerando che l'artista nasce a Mosca nel 1866, è chiaro che teorizza l'astrattismo da uomo già maturo e consapevole, una volta conclusa la sua formazione.
La mostra di Palazzo Blu a lui dedicata si articola in tre sezioni in costante dialogo tra loro, contraddistinte dai colori bianco, blu e rosso, utilizzati come sfondo alle opere e agli oggetti esposti.
La sezione bianca analizza il passaggio di Kandinsky dall'arte figurativa all'arte astratta.
Sono quindi esposte alcune opere dell'artista (xilografie, “bagatelle” su vetro e dipinti ad olio) ancora legate alla rappresentazione della figura umana e del paesaggio.
A queste seguono diverse sue opere astratte, “sinfonie di colore” dove, a tratti, fanno capolino alcuni elementi ricorrenti e in parte riconoscibili come cavalli, montagne irte e vele. Conclude il tutto una piccola parte dedicata alla sua esperienza di insegnante presso il Bauhaus, tra 1922 e 1933.
Nella sezione blu sono esposte le opere di alcuni artisti legati a Kandinsky, alle sue esperienze in ambito tedesco e al suo background russo.
Compaiono quadri di artisti come Jawlensky, Roerich, Larionov, Muller e Goncharova e, per quanto riguarda gli artisti russi, particolare attenzione è data agli illustratori di fiabe di fine '800, come Bilibin e Burliuk, fondamentali nel donare un volto alla cultura popolare del tempo.
Strettamente collegata alla cultura popolare russa e agli interessi etnografici di Kandinsky è la sezione rossa, la quale funge, in realtà, da introduzione.
Vi sono infatti esposti una serie di oggetti (filatoi, scatole dipinte, giocattoli di legno e asciugamani ricamati) provenienti dalla raccolta etnografica del Museo Statale Russo di S.Pietroburgo, esempi tangibili dell'arredamento delle izbe contadine.
Questa retrospettiva su Kandinsky si presenta dunque come una panoramica a 360° sull'artista. Al momento è a metà della sua permanenza a Palazzo Blu ed è possibile visitarla fino al 3 febbraio 2013.
fonte http://news.supermoney.eu Chiara Zucchellini
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venerdì 14 dicembre 2012
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