domenica 31 ottobre 2010

Il Secolo d’Italia ricorda Massimo Consoli pioniere del movimento Lgbtq


A tre anni dalla sua morte e a pochi giorni dalla ”convention” di Futuro e Liberta’ a Perugia il ‘Secolo d’Italia’ ricorda la figura di Massimo Consoli ”intellettuale e attivista libertario” autore negli Anni ’70 della ”rivoluzione dei diritti civili”.

”Manifesti politici, documenti conservati nel piu’ grande archivio mondiale di storia del movimento per i diritti dei gay, riconosciuto e acquisito, nel 2001, dallo Stato italiano come un bene di grande prestigio.

E poi saggi, interviste rese in ogni parte del mondo, centinaia di testimonianze e di compagni di viaggio ad affiancarlo nel tentativo di segnare una strada nuova, diretta al traguardo dei diritti e delle liberta’ civili per tutti i cittadini” si legge nell’articolo firmato da Daniele Priori, vicepresidente nazionale di GayLib ed autore della rubrica ”Noi Libertari” ogni settimana sulle pagine del quotidiano vicino al presidente della Camera.

”Un’opera che non ha mai perso la sua rilevanza anche politica per cui, Consoli per primo -afferma il Secolo-, era uso metterla a disposizione di tutti.

Oggi, siamo abbastanza sicuri che l’ideale ‘arco futurista’ che va da Fini a Vendola su temi come i diritti, l’immigrazione-integrazione e l’ambiente, nato con l’obiettivo comune di abbattere gli steccati e far cadere i residui dei muri che ingabbiarono l’ultimo secolo non dispiacerebbe affatto a uno che, come Consoli, e’ stato un ”terzista” nato, se cosi’ si puo’ definire la sua spinta verso l’individuazione, anzitutto nella sua materia prediletta, i diritti civili, di un percorso che fosse autonomo rispetto alle ideologie schematizzate nell’archetipo destra-sinistra”.

”Al di la’ dello schematismo preconcetto dello scorso secolo, abbiamo detto. Non a caso Consoli e’ stato lo storico autore del libro ”Homocaust – Il nazismo e la persecuzione degli omosessuali” la cui terza e definitiva edizione e’ stata editata da Kaos.

Al tempo stesso, dopo il celebre confronto sul tema dei diritti tra Fidel Castro e Giangiacomo Feltrinelli avvenuto nel viaggio di quest’ultimo a Cuba del 1965 e rimasto per anni nel silenzio, Consoli fu il primo nel movimento gay a svelare cosa accadeva davvero nell’isola caraibica dentro i campi di lavoro dove il regime deteneva in maniera disumana quelli che secondo loro erano ”controrivoluzionari”.
fonte gaynews24

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