giovedì 4 novembre 2010

Lgbt Festival del Cinema di Roma: Julianne Moore superstar: anche se gay, viva la famiglia


Elegantissima, bella e con una forte personalità, Julianne Moore trasmette allegria allo stato puro. L’attrice americana è al Festival del Film di Roma per presentare "I ragazzi stanno bene" di Lisa Cholodenko (fuori concorso), ma anche per ricevere il Marco Aurelio alla carriera (dopo Sean Connery, Sophia Loren, Al Pacino e Meryl Streep)
direttamente dalle mani di Paolo Sorrentino, tornato dall’America dopo aver terminato le riprese del nuovo film con Sean Penn, This Must Be the Place.

«Vi ringrazio, è un onore ricevere questo premio. Lavorare con Sorrentino? Accetto l’invito»: sono la prime frasi pronunciata da Julianne Moore, appena ricevuto l’Acting Award.

«Dedico questo riconoscimento a tutti gli attori con cui ho lavorato, prima di tutto al cast di questo film: soprattutto ad Annette Bening».

"I ragazzi stanno bene"
che sarà nei cinema in febbraio con Lucky Red, affronta il tema delle famiglie gay, attraverso la storia di Nic e Jules (Annette Bening e Julianne Moore), due donne che vivono tutti i problemi tipici delle coppie sposate da tempo, con due figli avuti grazie a un donatore di seme: una ragazza di 18 anni e un maschio di 15.

La vicenda, in parte, ripercorre la storia della regista, sposata con un’altra donna e madre. Ma solo in parte, perché nel film invece la routine della vita di Nic e Jules viene mandata in corto circuito dall’arrivo di Paul, il padre biologico dei due figli della coppia: una scossa di da cui o ci si riprende e si cambia vita o si soccombe.

Paul (Mark Ruffalo) gradualmente si inserirà nelle loro vite, provocando un imprevisto effetto a catena su tutti i componenti. A cominciare dall’inattesa attrazione fra Paul il “buzzurro” e Jules, insoddisfatta per aver lasciato il lavoro in favore della famiglia, mentre Nic faceva carriera.

«Il mio obiettivo, afferma Julianne Moore, è sempre dare verità ai personaggi, ma in questo caso non ho dovuto affaticarmi troppo, ho già molta esperienza nel rapporto di coppia e anche come genitore.

Il bello di questo film è che racconta la storia di una famiglia, mostrando quanto poco conti se i genitori siano un uomo e una donna, due donne o due uomini: ciò che è veramente importante per i ragazzi è avere due genitori che li amino e li seguano quando devono camminare da soli.

Negli Usa ci sono sempre più coppie gay: a New York, dove i miei figli vanno a scuola, le famiglie con due mamme o con due papà sono quasi la metà di una classe. Il New York Times ha pubblicato una ricerca in cui si legge che i ragazzi educati in questo tipo di famiglie sono ben inseriti socialmente e sereni».

Il film negli Stati Uniti ha avuto grande successo. «Forse - spiega Julianne Moore - perché è trasversale: se da una parte c’è il tema gay, dall’altra il film contiene anche una specie di elogio del matrimonio.

In questo senso è anche controcorrente. In più, affronta il tema del tradimento, che tocca proprio tutti. Il mio personaggio, per esempio, che da 18 anni fa solo la mamma, ora che sua figlia va al college si sente vuota: non più riconosciuta socialmente, quindi entra in crisi.

E, se il tradimento entra in scena è perché lei non riesce a esprimere bene quello che prova, proprio come succede nella vita. Tenta qualche lavoro, ma con poco senso e poca convinzione, litiga con la sua donna... poi incontra Paul, che le dà importanza: da lì nasce la sua storia con lui.

Infatti si pente subito, ama la sua famiglia ed è lì che vuole stare. Non c’è giudizio: a tutti noi capita di non avere le idee chiare, per fortuna se da una parte in amore c’è sempre spazio per l’ambiguità, dall’altra ce n’è anche per il perdono».

A chi le domanda se ha letto la dichiarazione di Silvio Berlusconi, che afferma «è meglio guardare le donne che essere gay», l’attrice replica senza scomporsi: «È una frase arcaica. L’orientamento sessuale dipende dalla biologia, ormai lo sappiamo tutti».

Un premio alla carriera spingerebbe chiunque a fare una specie di bilancio: «Che devo dire? Ho 49 anni e la fortuna di avere lavoro e amore, due cose che non do mai per scontate».
fonte www.ilmessaggero.it/

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