Da più di un quarto di secolo Giovanni Minerba è l’anima del festival di cinema LGBT di Torino.
Quest’anno, dal 19 al 25 aprile nell’arco di una settimana la città ha ospitato rassegne, omaggi, incontri e concorsi. Film, corti, documentari da Sodoma ad Hollywood che, come tiene a precisare Giovanni, “cambiano la vita”.
Lo abbiamo intervistato e ci siamo fatti raccontare un po’ di tutto.
Come vede il futuro del festival, quali tra i 700 lavori arrivati gli sono piaciuti di più, il focus sullo sport e il nuovo premio Open Eyes rivolto ai giovani.
Però la prima domanda è stata diretta: il vostro Festival è visto ancora come un tabù?
Il direttore risponde: “Il nostro Festival è un po’ scomodo, un po’ difficile da accettare per un certo tipo di politica, purtroppo ancora oggi.
Quando la classe politica dirigente di questa città si pone la domanda chi buttare giù dalla torre tra i festival la risposta è scontata, il nostro. Ma questo non ci spaventa, abbiamo delle fantastiche ali che ci hanno permesso non solo di non cadere a terra, ma di volare sempre più in alto. Le nostre ali sono la passione e l’amore che abbiamo verso il cinema e verso le tematiche che trattiamo.
Il pubblico e buona parte della critica ci segue e ci premia per il buon cinema che portiamo nelle sale, questa è la nostra forza. La sola tematica omosessuale non ci avrebbe portarti sin qui, è la qualità dei film che proponiamo la vera trazione del festival”.
fonte http://www.quotidianopiemontese.it di Stefano Rogliatti
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giovedì 26 aprile 2012
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