Sono giovani, sono gay e sono stati cacciati di casa dai loro genitori a causa della loro omosessualità.
Moltissimi adolescenti, almeno negli Stati Uniti, sono costretti ogni anno a sopravvivere nelle strade dopo che le loro famiglie li hanno sbattuti fuori perché sono gay.
La prossima frontiera dei diritti lgbt, secondo molti attivisti, è proprio la cura e la tutela di questa gioventù abbandonata, minacciata, messa a rischio quotidianamente nelle principali metropoli del benessere, dove spesso per sopravvivere si arriva a vendere il proprio corpo, con la possibilità di essere sottoposti a violenze e soprusi di ogni genere.
Secondo il National gay and lesbian task force, dei 600mila adolescenti senza fissa dimora negli Stati Uniti una quota fra il 20 e il 40% è composta da gay e lesbiche; ed è a loro che si rivolgono le iniziative di decine di associazioni che puntano quantomeno ad alleviare questa piaga sociale.
L’ultimo passo è stato coinvolgere la Casa Bianca: alcuni membri dell’Amministrazione Obama hanno ospitato a Detroit un convegno nazionale sul problema dell’accoglienza e i senzatetto nelle comunità lgbt in America: tra i partecipanti anche il presidente del Consiglio comunale di Detroit City Charles Pugh, che è dichiaratamente gay.
Proprio a Detroit c’è l’unica associazione non profit del Midwest che si occupa di giovani lgbt, il Ruth Ellis Center.
Senza supporto, senza aiuto, senza protezione le migliaia di giovani abbandonati dai genitori e costretti a vivere per la strada sono destinati a una vita di privazione, violenze, negazione della dignità e marginalità.
Quando invece intervengono conoscenti, amici o associazioni, la possibilità di uscire dal degrado è sempre possibile
fonte http://www.queerblog.it
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