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giovedì 7 luglio 2011
Diritti LGBT: la top 5 dei Paesi Europei
Che siano gay, lesbiche, transessuali, bisessuali o semplicemente gay-friendly, marciano per rivendicare il rispetto dei loro diritti e il loro diritto a questo rispetto.
Da maggio ad agosto i Gay Pride mobilizzano a suon di musica e di colori centinaia di migliaia di cittadini.
E’ tempo anche per cafebabel.com di fare il punto sui diritti delle minoranze sessuali in Europa. Dopo il flop 5 ecco il top 5 dei paesi europei!
1) Il Regno Unito: God Save the Queer!
Il Pese di sua maestà è al primo posto della classifica; questo fatto potrebbe sorprendere molti, visto che qui è permessa solo l’unione civile fra coppie omosessuali, e non non il matrimonio, grazie ad una legge che risale al 2005 e della quale il cantante Elton John fu uno dei primissimi beneficiari. Ad una coppia gay non è neppure permesso di allevare dei figli. Ma il Regno Unito si distingue dagli altri Paesi per una migliore protezione dei transgender contro le discriminazioni. I transessuali non sono infatti obbligati ad affrontare un percorso di “riassegnazione sessuale” al fine di essere riconosciuti. Unico inconveniente: devono, in cambio, divorziare dal loro coniuge.
2) La Svezia : uniti al cospetto del Signore.
La Svezia, oltre ad autorizzare sia il matrimonio che l’omogenitorialità , è uno dei rari paesi dove le discriminazioni contro gli omosessuali sono proibite dalla Costituzione (come anche in Portogallo e in Kosovo). Tra l’altro, la legge proibisce anche di rifiutare il matrimonio religioso agli omosessuali; in altre parole le coppie omosessuali sono autorizzate a sposarsi in chiesa, una possibilità ben accolta dalla chiesa luterana svedese. Se solo si considerassero maggiormente i diritti dei transgender, la Svezia potrebbe essere considerata, ancora di più, come il paese modello.
3) La Spagna sorpassa il conservatorismo religioso
Le cose si sono mosse grazie ai governi regionali in questo Paese federale dove il cattolicesimo resta un’importante forza politica e sociale. Il governo socialista di José Luis Zapatero autorizzò il matrimonio e l’adozione per le coppie omosessuali nel 2005, e questo avvenne malgrado le manifestazioni di protesta da parte del Forum spagnolo della Famiglia, appoggiato dai vescovi e da altre lobby cattoliche e conservatrici. Sono stati celebrati 1.5000 matrimoni in soli tre anni. Anche le inseminazioni artificiali sono possibili, ma solamente in cliniche private. Come nel caso della Svezia, sono ancora attesi dei cambiamenti sul fronte dei transessuali.
4 e 5) Belgio e Paesi Bassi: dalla legge alla vita reale
Nel 2001 i Paesi Bassi furono il primo paese europeo ad autorizzare il matrimonio di coppie omosessuali e a garantirne tutti i diritti derivanti. In Belgio tutto ciò si realizzò in due tappe: dapprima, nel 2003, fu autorizzato il matrimonio, poi, tre anni più tardi, fu la volta dell’adozione da parte di coppie omoparentali.
Tuttavia, nella vita di tutti i giorni, la situazione è lontana dall’essere perfetta.
Se alcune lesbiche europee, in particolare francesi, approfittano di questo status giuridico per poter accedere all’inseminazione artificiale, le statistiche mostrano che le adozioni da parte di queste coppie in Belgio si contano sulle dita di una mano. Le donne non sono le sole a desiderare un figlio.
La storia di Samuel ha commosso l’opinione pubblica belga e la comunità omosessuale di tutto il mondo: figlio di padre belga, concepito grazie alla surrogazione di maternità (“utero in affitto”), ma nato in Ucraina, è stato messo in orfanotrofio (e c’è da pensare se questo sia veramente da considerarsi nell’interesse del bambino?!) mentre il padre e il suo compagno sono stati costretti a combattere una battaglia legale per ottenerne la custodia.
Nei Paesi Bassi, dopo 10 anni di esistenza, i matrimoni omosessuali finiscono in divorzio statisticamente 3 volte meno frequentemente che quelli eterosessuali. Si contano, tuttavia, due matrimoni per ogni unione civile fra coppie dello stesso sesso, in quanto questa formula è più semplice e grantisce gli stessi diritti alla coppia.
Ai fini pratici, ricordiamo che la situazione legale non è il solo indicatore di come l’omossessualità sia accettata in un paese. Infatti, per esempio, seppur le unioni civili siano autorizzate in Ungheria sin dal 2009, e le discriminazioni contro gli LGBT siano punite in Croazia, gli ultimi Gay Pride in questi Paesi sono stati turbati da militanti di estrema destra e la comunità gay preferisce spesso restare nascosta.
Questa top 5 è stata realizzata a partire dalla classifica svolta dall’Organizzazione Non Governativa ILGA-Europe (International Lesbian and Gay Association) in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia.
fonte www.cafebabel.it(IDAHO), di Thibaut Temmerman @ Traduzione: Valentina Gosetti @
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