L’Istituto Nazionale per la Ricerca Spaziale (INPE) ha comunicato che dall’inizio dell’anno ad oggi nella Foresta Amazzonica sono stati registrati circa 73mila incendi, l’83 percento in più rispetto allo stesso periodo del 2018.
Il dato diramato dall’ente brasiliano sottolinea il dramma in atto nel “polmone verde” del pianeta, sottoposto a un processo di disboscamento senza precedenti.
La foresta pluviale dell'Amazzonia è in fiamme, avvolta da un numero di roghi senza precedenti. Dall'inizio dell'anno ad agosto, infatti, i rilievi satellitari effettuati dall'INPE (Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais, Istituto nazionale per la ricerca spaziale) hanno conteggiato circa 73mila incendi, l'83 percento in più rispetto ai 39.759 rilevati dall'ente nello stesso periodo del 2018.
Solo negli ultimi giorni sono stati più di 6.000. Si tratta del numero di roghi più alto da quando nel 2013 è stato avviato il monitoraggio. Le colonne di fumo sollevate dalla vegetazione in fiamme sono così intense che hanno letteralmente oscurato alcune città e provocato black-out a notevole distanza; quello verificatosi lunedì a San Paolo, tuttavia, secondo alcuni meteorologi sarebbe principalmente legato ad alcuni roghi sviluppatisi nel vicino Paraguay (la Foresta Amazzonica dista 2.700 chilometri dalla grande metropoli brasiliana).
Sotto scacco. A rendere ancor più drammatica la situazione in Amazzonia, il disboscamento senza precedenti rilevato dallo stesso ente alcuni giorni addietro; nel mese di luglio sono infatti andati distrutti oltre 2.250 chilometri quadrati di foresta, un'area estesa quanto il Lussemburgo. La deforestazione calcolata dall'Inpe è risultata essere del 278 percento superiore rispetto a quella rilevata nello stesso mese dello scorso anno. Si tratta di dati particolarmente odiosi, tenendo presente che a scatenare la distruzione è l'azione diretta dell'uomo, legalizzata o meno. Per quanto concerne gli incendi, che si concentrano naturalmente nella stagione secca, moltissimi sono innescati da agricoltori e allevatori per ampliare i terreni a propria disposizione. “La stagione secca crea le condizioni favorevoli per l'uso e la diffusione del fuoco, ma accendere un fuoco è opera dell'uomo, deliberatamente o casualmente”, ha dichiarato alla BBC Ricardo Mello, a capo del Programma Amazzonia del World Wide Fund for Nature (WWF). “Gli incendi sono una conseguenza dell'aumento della deforestazione osservato nei dati recenti”, ha aggiunto il dirigente dell'organizzazione ambientalista.
Bolsonaro nel mirino. Da quando si è insediato il nuovo governo del presidente Jair Bolsonaro, all'inizio dell'anno, i dati parlano chiaramente di un aumento considerevole del disboscamento e degli incendi nella Foresta Amazzonica, considerata il “polmone verde” del pianeta. Molti ambientalisti e studiosi puntano il dito proprio contro le politiche di Bolsonaro, che hanno favorito le attività industriali e agroalimentari allentando la morsa delle sanzioni per i reati ambientali. Il nuovo presidente ha bollato i dati dell'Inpe come “fake news” e recentemente ha fatto licenziare lo stimato scienziato a capo dell'ente, il dottor Ricardo Magnus Osório Galvão, sostituendolo con un militare.
fonte: di Andrea Centini per https://scienze.fanpage.it foto: Credit: Skeeze
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giovedì 22 agosto 2019
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