L’intero settore della danza in Italia è
stato in questi anni dimenticato, condannato a morte da dismissioni,
privatizzazioni, licenziamenti, precarizzazione e una catena vergognosa
di appalti e subappalti seguita alle chiusure dei principali corpi di
ballo.
In tutta Italia ne sono rimasti solo 4 stabili, mentre in
Germania sono 50 e in Francia 95.
Come se la danza non esistesse, in un
paese che ha fatto la storia del balletto nel mondo e in cui 1milione
400mila ragazzi e ragazze frequentano scuole di danza (più che le scuole
di calcio!!).
La conseguenza della chiusura dei corpi di ballo stabili ha condannato i
ballerini condannati a eterna precarietà, mortificandone la
professionalità. Se questo accade ai ballerini ‘sul palco’, è facile
immaginare, a cascata, cosa avvenga a tutte le maestranze che stanno
dietro la realizzazione degli spettacoli.
In discussione, peraltro, non sono
soltanto i sacrosanti diritti dei ballerini e dei lavoratori dei teatri,
ma la qualità stessa della produzione di arte e lo svilimento di quello
che dovrebbe essere il suo ruolo sociale e istituzionale.
Dietro le
privatizzazioni e la precarizzazione, così come nella scelta di
trasformare in Fondazioni i teatri lirici, si nasconde, infatti, una
scelta di mercato, tesa a rendere l’arte un prodotto come un altro, dato
in pasto agli interessi del mercato dello spettacolo e del
divertimento.
Così può accadere che a Verona, dove il
corpo di ballo stabile ha chiuso e i ballerini sono stati licenziati tre
anni fa, lo storico teatro dell’Arena ospiti oggi un Romeo e Giulietta
interpretato dal ballerino Sergej Polunin, indiscutibilmente bravo e
famoso quanto sfacciatamente omofobo e sessista, già sospeso dall’Opera
di Parigi, per esternazioni come ‘Le donne stanno prendendo il vostro
ruolo (dei maschi) perché non le scopate’ (basti considerare che Polunin
ha il volto di Putin tatuato sul petto…).
Non è un caso che tutto ciò accada nella
Verona del World Family Congress, con il beneplacito di quella
amministrazione comunale. Con un governo in carica, d’altra parte,
apertamente omofobo e sessista, che, salvo crisi istituzionali, nelle
prossime settimane si prepara a approvare il decreto Pillon.
Allora, il ballerino ucraino è solo la
punta di un iceberg, ma davvero non abbiamo bisogno anche di un Romeo
omofobo! Per questo saremo a Verona il 26 agosto in piazza Bra alle 18
al presidio di protesta organizzato dai movimenti il giorno della prima
di Romeo e Giulietta. Saremo lì contro ogni sessismo e omofobia, ma
anche per la difesa della danza in Italia e per i diritti di tutti e
tutte coloro che lavorano per la sua realizzazione.
Si riaprano i corpi di ballo italiani, si
investa sui ballerini e sulle ballerine, sulla danza e sulle scuole,
piuttosto che sugli spettacoli/evento o sulle star internazionali. E, vi prego, almeno risparmiate a Giulietta e a noi un Romeo omofobo e sessista!
RiconquistiamoTutto, l’opposizione in Cgil
fonte: da sindacatounaltracosa.org/
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