sabato 24 agosto 2019

Lgbt. Il “biglietto sospeso” in teatro: a Torino la cultura è per tutti

Lo Stabile e Torino Spettacoli regalano oltre mille abbonamenti ai cittadini meno abbienti. 

Aumentano anche le agevolazioni ai più giovani, gli ingressi gratuiti e i biglietti scontati


La filantropia bussa alle porte dei teatri, sale sul palco, entra nelle sale d’arte. 


Va in circolo, insomma. Il contagio è silenzioso, ma costante: sempre più istituzioni culturali torinesi scelgono di aiutare a godere della grande bellezza anche chi fatica economicamente.
 
Così quest’anno Piero Nuti, attore e regista della direzione artistica di Torino Spettacoli, ha pensato a un regalo per il pubblico torinese con basso reddito. Quelli con fascia Isee inferiore a 11.528,41 euro annui per nucleo familiare saranno “Ospiti di Adriana”: 100 abbonamenti a 2 titoli a scelta del festival di Cultura Classica e 30 pacchetti “Piccolo Principe in famiglia” verranno, cioè, donati ai primi 130 che ne faranno richiesta tra il 2 e il 30 settembre. Un’iniziativa che incarna lo spirito della grande Adriana Innocenti, tra i fondatori del festival, l’attrice che - diceva Giovanni Testori - sapeva «essere tanto più umile quanto più grande si faceva sulla scena» e che con dignità ricordava le «mille fatiche affrontate, da giovane, per potermi pagare un abbonamento teatrale». 

Stessa fascia di reddito per accedere al progetto “Un posto per tutti” dello Stabile, in partnership con Fondazione Crt che ha deciso di destinare una parte del contributo annuo di 50 mila euro all’acquisto di biglietti per chi non potrebbe permettersi la spesa: «È il terzo anno: siamo partiti con 650 abbonamenti, poi sono diventati 800 e per la prossima stagione puntiamo a mille» dice Filippo Fonsatti, direttore del Teatro Stabile. È il principio partenopeo del “caffè sospeso” ma applicato alla cultura. Chi può paga anche per chi non può. Non un espresso, in questo caso, ma un biglietto. Altruismo, non carità. Con la speranza che il gesto inneschi un meccanismo virtuoso. 

Allo Stabile monitorano i flussi di pubblico, anche di chi in poltrona si siede grazie a “Un posto per tutti”: «Ci siamo accorti che ne usufruiscono molti giovani, poi le famiglie, e tanti stranieri: nordafricani, mediorientali, cinesi e sudamericani». Il feedback descrive una platea eterogenea: «È davvero una chiave d’accesso - continua Fonsatti - alcuni di questi spettatori, quando e se la loro situazione economica migliora, tornano». Il meccanismo piace anche fuori Torino: «Ci hanno contatto dalla Svezia recentemente per informarsi: è un modello di integrazione concreta». Con questo sistema - ma attraverso il crowdfunding - 500 bambini in difficoltà hanno potuto visitare, quest’anno, il museo “A come Ambiente”. 
 
Anche il Regio sarebbe interessato a una formula simile a quella dello Stabile, ma intanto dall’anno scorso ha incrementato le agevolazioni, puntando sui giovani. Per la stagione al via il 3 ottobre gli under 16 possono assistere a 6 opere gratis accompagnati da un adulto che avrà lo sconto del 10%. Lirica low cost poi per gli under 30 e gli over 65, per i disabili e i docenti. E saldi del 15% pure al Teatro Colosseo, fino ai 24 anni. 
 
In questo caso alla solidarietà si unisce la lungimiranza. Scommettere sui ragazzi vuol dire ipotecare il domani. Le tre Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, ad esempio, sono gratuite a tutti fino a 18 anni, come i laboratori didattici. «E i numeri sono in crescita - dice Michele Coppola, direttore esecutivo Arte, Cultura e Beni Storici -: nei primi sei mesi di quest’anno quasi 45 mila studenti hanno visitato le collezioni: l’idea che questi luoghi permettano ai ragazzi e ai meno fortunati di trovare sollievo tramite la cultura, è la più alta forma di condivisione per la nostra arte». Scommette sullo stesso target, quello dei più piccoli, anche Fondazione Crt: il suo progetto “TAO, tutti all’opera!” - trasmissione in 10 puntate per farli familiarizzare con l’opera, ambientata alle Ogr - quest’anno ha vinto il primo premio dell’Osservatorio Media del Moige. Ulteriore conferma che la Torino solidale funziona. 
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