Tutti conosciamo Bon Jovi per la sua musica ma pochi sanno che il cantante è anche un attivista e promotore di un progetto sociale molto interessante noto come Soul Kitchen.
Di cosa si tratta?
Di ristoranti aperti a tutti dove chi ha bisogno può mangiare senza pagare in cambio di un piccolo aiuto.
Del progetto Soul Kitchen che porta la firma di Jon Bon Jovi vi avevamo parlato già nel 2011 quando il cantante aprì il primo ristorante.
Adesso i locali sono diventati 2 (entrambi nel New Jersey, il secondo
si trova vicino al fiume Toms, un’area colpita dall’uragano Sandy nel
2012) e sono molto frequentati e apprezzati tanto da aver già servito oltre 100mila pasti (attualmente sono 105,893 per la precisione!).
Ma cosa hanno di speciale questi ristoranti? Si caratterizzano per essere dei community restaurant che offrono menù con piatti senza prezzo.
L’idea è quella che le persone che hanno risorse paghino mentre chi non
ha soldi può mangiare ciò che vuole in cambio di un piccolo contribuito
o, se non si può permettere nulla, di un aiuto in cucina o negli orti e
dove si coltivano la maggior parte degli ingredienti.
Secondo il sito web di Soul Kitchen, il 54% dei pasti serviti è stato finanziato da donazioni, mentre il resto attraverso attività di volontariato.
Anche i camerieri e lo staff dei ristoranti non sono professionisti ma
volontari o, appunto, persone che non hanno grandi disponibilità
economiche e che si sono messe a disposizione del locale in cambio dei
pasti. Il motto dei ristoranti non a caso è, oltre a Hope Is Delicious, “Tutti sono i benvenuti alla nostra tavola” scritto anche sui grembiuli e le magliette che indossa lo staff.
È vero che si tratta di un progetto di solidarietà, ma ciò non
significa che il ristorante non offra prodotti di qualità. Al contrario,
il menu è composto da antipasto, piatto principale e dessert in cui vengono utilizzati ingredienti biologici. Ed esiste anche una versione vegetariana o vegana.
Tra l’altro può capitare di assaggiare piatti cucinati dallo stesso Jon spesso presente nei ristoranti.
Oltre a servire cibo, però, i due locali offrono anche altri servizi come una scuola di cucina, doposcuola per i bambini
che ne hanno bisogno e un centro di consulenza e formazione
professionale per tutte le persone che hanno problemi burocratici, di
gestione della propria salute o altro.
fonte: Francesca Biagioli per www.greenme.it/
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