RITRATTO D'ARTISTA è uno spazio dedicato a persone del mondo dell'Arte, dello Spettacolo e del Fashion Style.
Come i lettori ormai sapranno, in questa rubrica spesso saranno artisti con cui ho avuto il piacere di lavorare, o comunque di aver conosciuto personalmente, come nel caso dell'Artista che vi presento oggi.
Angelo Nenna Pintor (fotografato da Irene Ottanelli) nasce in Puglia da padre vetrinista e mamma modella. Ma Angelo è cresciuto a Firenze, città che i genitori scelscero proprio per le professioni che svolgevano. A lui piace dire che è cresciuto a "pane e Vogue" infatti fin da piccolo ha vissuto la moda come parte integrante della sua vita. Il padre lavorava spesso con Franco Moschino e la mamma e' stata su diverse cover nel mondo. Va da sè la scelta dell'istituto d'arte dove si è diplomato in disegno dal vero e restauro.
Ma la sua strada si delineò da subito, a lui interessava il Make Up e lo capì guardando la mamma che si faceva truccare per lavoro. Ha iniziato con diverse case cosmetiche ed ha fatto un corso a New York con Kevin Aucoin.
Da quel momento ha lavorato per Armani, YSL, Guerlain, Diego dalla Palma e non solo come truccatore itinerante ma anche come ideatore di collezioni.
Nel 2010 fonda MAKEUPFIRENZE.IT (clicca per info) e si forma anche come Hair Stylist presso i saloni di Coppola e Virgola a Milano per completare la sua attitudine a prendersi cura dell'immagine delle persone.
In foto makeup per campagna Barbara Tani - Photo Martina Giachi (clicca per ingrandire)
É uno dei pochi esperti in Italia di Analisi del Colore applicata alla consulenza d'immagine e insegna da ormai 4 anni presso le scuole Nice studio & makeupfirenze.it. Collabora inoltre con il gruppo Ferragamo come formatore gruppo vendita.
Oggi lavora con fotografi di fama mondiale e si è occupato di diverse campagne stampa per marchi importanti tra cui Adidas, Marras, Scervino e molti altri importanti brand.
Inoltre ha collaborato con diverse celebrity per show importanti come "Tutto Dante" con il premio Oscar Roberto Begnini e all'estero per show americani come "Extra Virgin" con lo chef italiano Gabriele Corcos e l'attrice di fama mondiale Debi Mazar.
Qui in foto Angelo con Debi Mazar attrice e miglior amica di Madonna, Debi ha girato film con Martin Scorsese, Woody Allen e Spike Lee.
Angelo ha lavorato per 4 anni con Debi Mazar in "Extra Virgin" uno show di cucina famosissimo in America su Coooking Channel.
Debi Mazar adesso è impegnata in una serie televisiva americana che si intitola Younger, con il produttore di Sex and the City.
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IN ESCLUSIVA PER IL NOSTRO BLOG
Lisa Del Greco ha intervistato Angelo Nenna Pintor
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Buongiorno Angelo, quando è iniziata la sua passione per il trucco?
Buongiorno Lisa e grazie per questo spazio che mi dedicha. Ci sono due elementi collegati alla mia passione per questa attività: la mia mamma che si truccava davanti allo specchio prima di uscire, ed anche i miei ricordi all’Istituto D’Arte quando truccavo le mie amiche di classe con le matite acquerellabili. Non ci crederà ma mi venivano benissimo.
Per lei qual è il vero obbiettivo di un Make Up artist?
Oggi un bravo makeup artist deve capire chi ha di fronte e donarle attraverso il trucco più sicurezza e benessere. Non c’entra niente il trucco correttivo o il trucco da sera. Bisogna personalizzare molto la seduta di makeup alle esigenze e al volto della singola persona ma non solo, anche alla personalità.
Quali sono le differenze tra trucco teatrale, cinematografico e fotografico?
Per me le differenze tra i tipi di trucco oggi si sono rarefatte specie con l’avvento dei selfie e dei social network, ma in linea di massima la differenza sta nel prodotto e nella copertura della base.
Il trucco teatrale e cinematografico sono anche utili a creare un personaggio. Mentre quello fotografico segue piu’ che altro le mode.
A sinistra Drusilla Foer fotografata da Mustafa Sabbagh - Makeup Angelo Nenna Pintor (clicca per ingrandire)
Che tipo di feeling, si crea tra lei e le donne che trucca?
Grazie per questa domanda, perché spesso le persone che si sottopongono ad una seduta di trucco credono di non dover far nulla e stare li, magari a parlare al telefono o a pensare ad altro, invece non è assolutamente così. L’energia che si forma tra truccatore e truccato è essenziale. Non si può pensare di ricevere uno splendido makeup se non si è concentrati entrambi al risultato finale. Mentre spesso, le modelle guardano il telefono o addirittura qualche cliente vorrebbe fumare, ma questo lo vieto categoricamente.
Ci racconta una sua giornata tipo?
Io mi sveglio presto di solito faccio un po’ di ginnastica mangio sano evito carne e formaggi, poi in base alla giornata, mi reco sul set che può essere o fotografico di moda o di un video spot tv, lavoro tante ore e torno a casa per dormire. Quando sono libero invece mi dedico allo shopping in profumeria per scoprire nuovi prodotti da usare nel lavoro.
La sua personale definizione di Makeup?
Il makeup per me è un mezzo per sentirsi piu’ sicuri di se. Qualcosa che poi si traduce in sicurezza e quindi in fascino erotico anche.
Ci puo' svelare un segreto di bellezza?
Ormai tutti parlano di segreti di bellezza. Ultimamente ho incontrato per lavoro Carol Alt che mi ha detto che si mantiene cosi(bella da togliere il fiato) grazie a una dieta vegana crudista. La bellezza vera viene da dentro. Dagli elementi nutritivi che immettiamo nel nostro corpo a quanto pare questo è il vero nuovo segreto.
In foto Makeup per SuperDuper - Photo Lapo Quagli (clicca per ingrandire)
Come si descriverebbe?
Oggi l’evoluzione di me stesso mi porta ad essere una persona sintonizzata sulla felicità. Per me è importante capire che le nostre emozioni si traducono in vibrazioni verso il prossimo e io cerco di mantenere la mia frequenza sempre sull’amore verso il prossimo e sulla gratitudine che è fondamentale.
Ha lavorato con donne importanti, qual è la sua idea di bellezza e quali sono per lei gli strumenti per raggiungerla?
Questa domanda si lega a quella prima, la mia idea di bellezza è piu’ legata al fascino della sicurezza in se stessi che ai canoni ufficiali di bellezza. Trovo più bella una veccia foto di Virna Lisi che le ragazze di victoria secrets tutte insieme comprese di Ali e lustrini. La bellezza si raggiunge amandosi e nutrendosi di conseguenza in modo adeguato.
In foto Angelo con Carol Alt ad un evento per la rivista Glamour. (clicca per ingrandire)
C’è un makeup artist che ammira particolarmente?
Il mito assoluto per me e’ Kevin Aucoin che ho avuto la fortuna di conoscere a New York negli anni 90 un genio assoluto del face contouring ha lavorato con tutte le star internazionali e ha pubblicato dei libri fotografici bellissimi, come "The art of makeup".
L’esperienza più bella?
Ce ne sono tante di esperienze belle, quando a 20 anni ho lavorato a Miss Italia,giovane e pieno di speranze entravo per la prima volta in uno studio televisivo.
Anche lavorare a Tutto Dante con Roberto Benigni per 3 anni consecutivi e’ stata un esperienza magica. In foto un momento di "Tutto Dante".
Truccare, secondo lei, è più arte o più tecnica?
Secondo me è piu’ arte nel senso che ho conosciuto truccatori che realizzavano un trucco su un set con 3 prodotti e questo la considero arte non c’erto tecnica come si puo’ comunemente pensare.
In foto Angelo su un set fotografico(clicca per ingrandire)
Immagino che anche il suo sia un ambiente competitivo
Il mio ambiente è competitivo come tutti gli ambienti di lavoro legati alla moda. Ma si trovano anche degli amici/colleghi magnifici con cui collaboro spesso. Il segreto mi ripeto e come ci si pone alla fine verso gli altri.
Che rapporto si instaura tra truccatore e cliente?
La cosa fondamentale è che ci sia fiducia. Poi io ho lavorato con personaggi famosi e non, e sicuramente toccare la faccia di qualcuno implica confidenza che si crea velocemente di solito come una magia.
In foto Makeup per la campagna ADIDAS con protagonista il calciatore Cuadrado (clicca per ingrandire)
Qual é stata la soddisfazione più grande che ha avuto sul lavoro?
Non l’ho ancora avuta, o meglio ne ho avute tante ma io sono sempre alla ricerca di un miglioramento e sono fiducioso verso il futuro quindi vorrei ancora fare molto in questo lavoro. Una soddisfazione grande per me oggi è poter insegnare.
Oltre al suo impegno di make-up artist, lavora anche come formatore. Organizza sia corsi che workshop: ci racconti di cosa si tratta
Infatti organizzo con la mia collega Giulia Cresci dei corsi professionali di trucco. Sono corsi brevi di 16/30 ore e sono adattissimi per chi vuole cominciare ad avvicinarsi a questo mondo. Toccano gli argomenti chiave per poter poi inziare a fare un po’ di esperienza sul campo. C’e’ poi il “self makeup” che invece dura solo due ore ed è indicato per chi vuole imparare a valorizzarsi truccandosi da solo. Si sviluppa attraverso la tecnica del mezzo volto truccato: su una metà ci lavoro io, sull'altra la persona stessa. In questo modo si imparano davvero tantissimi espedienti per valorizzarsi al meglio.
In foto Angelo durante una lezione - Photo Irene Ottanelli (clicca per ingrandire)
Il prodotto o i prodotti "Must Have" che ogni donna dovrebbe avere sempre nel suo beauty?
Per me un illuminante e il mascara sono indispensabili ma anche il rossetto rosso e un ombretto color tortora non possono mai mancare nel beauty di una donna.
Make up per una campagna pubblicitaria - Photo Jessy Contorno
Puo' anticiparci quali saranno i trend del Make Up per il 2017?
Le tendenze per il nuovo anno sono una pelle effetto luminoso senza troppo conturing anche Kim Kardashian ha detto di aver finito con quest’ultimo. Per gli ombretti tornano i metallici nelle tonalita “carta da zucchero” e “rosa pesca” nelle tonalità bon ton. Per la bocca invece finisce un po’ l’era dell’opaco fatta eccezione per i rossetti scuri.
Mi ha raccontato che è iniziato un crowdfunding per autofinanziare l'uscita del libro "Soul Make Up- il trucco è piacersi" scritto a quattro mani con Ester Santacroce, anche lei makeup artist. Come é nata questa idea?
Come vede si trovano tante persone anche positive nel mio ambiente, proprio come l’incontro con la mia collega Ester Santacroce, insieme abbiamo aperto una campagna di crowdfunding per stampare un manuale di auto-aiuto dedicato alla bellezza appunto, ci sembrava una cosa moderna che potesse interessare tutti e i risultati per ora ci sono. Diverse testate importanti si sono occupate del nostro nuovo progetto tra cui Glamour e La Nazione.
In questo libro, non solo consigli di bellezza e make up personalizzato, ma anche indicazioni su alimentazione e tutto ciò che attraverso il cibo può favorire il mantenimento della bellezza di pelle, capelli, unghie dalla testa ai piedi quindi! Ci sono capitoli dedicati a valorizzare, grazie alle forme giuste e ai colori dell'abbigliamento, la vostra immagine anche tramite un grafico speciale creato appositamente per i fruitori del libro.
Per chi fosse interessato e’ molto facile con un contributo minimo di 5 euro si acquista il manoscritto versione EBOOK mentre con 10 euro in carta stampata. E poi ci sono anche opzioni piu’ generose che offorno in cambio oltre che il libro stampato, anche una consulenza d’immagine fatta da me e Ester. Le do anche un anticipazione ci sarà una prefazione di Drusilla Foer in persona.
Per ricevere il manuale sui segreti del trucco perfetto clicca qui-> https://www.eppela.com/it/projects/10339-soul-make-up-il-trucco-e-piacersi
Angelo che sogni ha nel cassetto?
Mi piacerebbe molto avere piu’ tempo per poter prendermi cura degli animali. Io ho due gatti che adoro ma vorrei anche un cane, un cavallo, magari un giorno anche una mucca e tanto spazio dove tenerli.
Quali sono i suoi progetti futuri?
I miei progetti sono legati sempre al mio mondo e a migliorare sempre il mio modo di aiutare le persone attraverso il trucco e la consulenza d’immagine per farle sentire piu’ pronte a questo mondo che sta diventando sempre piu’ difficile. Vorrei poter aprire un Accademia un giorno, uno spazio dedicato alla bellezza interiore ed esteriore. Che sono legate fra loro in maniera inscindibile. Non dimenticatelo mai.
Grazie Angelo, di sicuro io ed il blog seguiremo i suoi prossimi progetti.
ANGELO NENNA PINTOR - PER INFO E CONTATTI: www.makeupfirenze.it
Fonte: Intervista di Lisa del Greco per http://lisadelgreco.blogspot.com/ © Riproduzione riservata
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venerdì 16 dicembre 2016
giovedì 17 novembre 2016
Lgbt: Rubens e il Barocco in mostra a Milano fino al 26 febbraio 2017
Arriva una nuova mostra da vedere a Milano. Protagonista Rubens e i suoi legami con il Barocco. All’artista Milano aveva già reso omaggio l’anno scorso durante le festività natalizie, quando la tradizionale apertura di Palazzo Marino ad ospitare un’opera d’arte era stata dedicata all’Adorazione dei pastori del pittore fiammingo. Ora torna nell’autunno milanese con Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco, in mostra fino al 26 febbraio 2017 nei saloni nobili di Palazzo Reale.
Rubens, nato a Siegen nel 1577 e morto ad Anversa nel 1640), soggiornò a lungo in Italia, dal 1600 al 1608, a Genova, Mantova, Venezia, Roma, e il nostro Paese influì non poco sulla sua arte. L’Italia è fondamentale per Rubens, così come Rubens per l’Italia: a lui si devono i primi segnali della nascita del Barocco. E questo è il filo conduttore della mostra: evidenziare i rapporti del pittore con l’arte antica e la scultura classica e la sua attenzione verso i grandi maestri del Rinascimento come Tintoretto e Correggio. Ma importante è anche la sua influenza su artisti di generazioni più giovani, come Pietro da Cortona, Bernini, Lanfranco, fino a Luca Giordano.
In mostra dunque troveremo dipinti di Rubens, sculture antiche, opere di alcuni grandi protagonisti del Cinquecento e di artisti barocchi: sono oltre 70 le opere, di cui 40 del pittore fiammingo, in arrivo da collezioni internazionali come quelle del Museo Nazionale del Prado, dell’Hermitage di San Pietroburgo, della Gemäldegalerie di Berlino e del Principe del Liechtenstein, e a prestiti di numerose collezioni italiane, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, i Musei Capitolini, la Galleria Borghese, la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina di Firenze, il Museo di Palazzo Ducale di Mantova, la Galleria di Palazzo Spinola di Genova, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Per i visitatori è inclusa un’audioguida alla mostra nel biglietto di ingresso (intero 12 euro) e ci sarà a disposizione anche un biglietto open 14 euro), che permette di visitarla in libertà senza date e fasce orarie prefissate. Biglietti ridotti a 6, 8 e 10 euro.
Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco
Palazzo Reale - dal 26 ottobre 2016 – al 26 febbraio 2017
Fonte: Mariangela Traficante https://www.milanoweekend.it/2016/10/28/mostra-rubens-milano/79891
Rubens, nato a Siegen nel 1577 e morto ad Anversa nel 1640), soggiornò a lungo in Italia, dal 1600 al 1608, a Genova, Mantova, Venezia, Roma, e il nostro Paese influì non poco sulla sua arte. L’Italia è fondamentale per Rubens, così come Rubens per l’Italia: a lui si devono i primi segnali della nascita del Barocco. E questo è il filo conduttore della mostra: evidenziare i rapporti del pittore con l’arte antica e la scultura classica e la sua attenzione verso i grandi maestri del Rinascimento come Tintoretto e Correggio. Ma importante è anche la sua influenza su artisti di generazioni più giovani, come Pietro da Cortona, Bernini, Lanfranco, fino a Luca Giordano.
In mostra dunque troveremo dipinti di Rubens, sculture antiche, opere di alcuni grandi protagonisti del Cinquecento e di artisti barocchi: sono oltre 70 le opere, di cui 40 del pittore fiammingo, in arrivo da collezioni internazionali come quelle del Museo Nazionale del Prado, dell’Hermitage di San Pietroburgo, della Gemäldegalerie di Berlino e del Principe del Liechtenstein, e a prestiti di numerose collezioni italiane, tra cui la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma, i Musei Capitolini, la Galleria Borghese, la Galleria degli Uffizi e la Galleria Palatina di Firenze, il Museo di Palazzo Ducale di Mantova, la Galleria di Palazzo Spinola di Genova, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Per i visitatori è inclusa un’audioguida alla mostra nel biglietto di ingresso (intero 12 euro) e ci sarà a disposizione anche un biglietto open 14 euro), che permette di visitarla in libertà senza date e fasce orarie prefissate. Biglietti ridotti a 6, 8 e 10 euro.
Pietro Paolo Rubens e la nascita del Barocco
Palazzo Reale - dal 26 ottobre 2016 – al 26 febbraio 2017
Fonte: Mariangela Traficante https://www.milanoweekend.it/2016/10/28/mostra-rubens-milano/79891
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Lgbt: TDoR, in piazza per ricordare le vittime della transfobia
Dal 1999 il 20 novembre si celebra la Giornata della memoria transgender. Quest’anno sono state ben 295 le uccisioni di persone transessuali e gender-diverse. Riflessioni di Porpora Marcasciano, ex presidente del Mit, sul significato d’una manifestazione a carattere internazionale
Dal 1999 il 20 novembre di ogni anno si svolge in tutto il mondo il TDoR (Transgender day of remembrance). Una cerimonia, questa, per ricordare le persone transessuali e transgender uccise dall’odio e dalla violenza transfobica. «Quest’anno – così il sito del Tgeu (Transgender Europe) – s’è raggiunto un totale di 295 casi riportati di persone transessuali e gender-diverse, uccise tra il 1° ottobre 2015 e il 3o settembre 2016. A esserne interessati 33 Paesi. In Europa la maggior parte degli omicidi, di cui si ha conoscenza, s’è avuta in Italia e in Turchia: cinque casi per ciascun Paese».
Sono molte, troppe per restare in silenzi. Abbastanza, per non denunciare l’indifferenza di un’opinione pubblica oramai assuefatta all’orrore e che da esso sembra trarre ragione di vita. Cosa può contare la vita di una persona transessuale quando una guerra o una strage terroristica mietono molte più vittime?
È la retorica di una società chiusa e perversa, che giustifica la violenza assolvendo i carnefici. Una retorica, che ricerca nelle vittime la causa del loro rischio. Una retorica basata sull’idea che esse, in quanto persone perverse, se la sono andata a cercare. O molto più semplicemente, trattandosi di persone contro natura, la violenza nei loro confronti è fondamentalmente giustificata. Ogni potere ha la sua retorica che ripropone senso e significato propri. La nostra, strimpellando quotidiani proclami contro, tutte le forme di diversità – di genere, di sesso, di religione, di razza –, perpetua e alimenta la violenza. Una violenza, che poi diventa sistematica.
La nostra società, in quanto definibile come patriarcale e veteronormativa, non prevede un sesso e un genere diversi dal suo modello. Ed è questa, a nostro avviso, la causa prima dell’eccidio che si perpetua ogni anno, ogni giorno. Inutile andare a ricercare le cause nella mente malata di un singolo criminale quando esse sono insite in un modello culturale che le fomenta: il pregiudizio, riferendosi alla scala dei valori condivisi da un sistema, traggono la loro linfa vitale nella chiusura della società vigente. Perciò riteniamo giusto denunciare come le cause di questa strage siano politiche. I sermoni, i proclami e le scomuniche dagli alti pulpiti, reali e mediatici, sono la condanne a morte di centinaia di persone trans non conformi.
Accendiamo tante candele per illuminare il buio del pregiudizio, per illuminare un percorso di crescita ed emancipazione che renderà ll mondo più umano e bello di quello attuale. Le accenderemo in tante città d’Italia e del mondo.
Marceremo insieme a Torino, sabato 19 novembre, perché in quella città vogliamo concentrare la nostra voglia di libertà. Non giriamo la testa dall’altra parte. Ci riguarda tutti.
Articolo di Porpora Marcasciano, presidente del Mit
fonte: http://prideonline.it/2016/11/13/tdor-piazza-ricordare-le-vittime-della-transfobia/
Dal 1999 il 20 novembre di ogni anno si svolge in tutto il mondo il TDoR (Transgender day of remembrance). Una cerimonia, questa, per ricordare le persone transessuali e transgender uccise dall’odio e dalla violenza transfobica. «Quest’anno – così il sito del Tgeu (Transgender Europe) – s’è raggiunto un totale di 295 casi riportati di persone transessuali e gender-diverse, uccise tra il 1° ottobre 2015 e il 3o settembre 2016. A esserne interessati 33 Paesi. In Europa la maggior parte degli omicidi, di cui si ha conoscenza, s’è avuta in Italia e in Turchia: cinque casi per ciascun Paese».
Sono molte, troppe per restare in silenzi. Abbastanza, per non denunciare l’indifferenza di un’opinione pubblica oramai assuefatta all’orrore e che da esso sembra trarre ragione di vita. Cosa può contare la vita di una persona transessuale quando una guerra o una strage terroristica mietono molte più vittime?
È la retorica di una società chiusa e perversa, che giustifica la violenza assolvendo i carnefici. Una retorica, che ricerca nelle vittime la causa del loro rischio. Una retorica basata sull’idea che esse, in quanto persone perverse, se la sono andata a cercare. O molto più semplicemente, trattandosi di persone contro natura, la violenza nei loro confronti è fondamentalmente giustificata. Ogni potere ha la sua retorica che ripropone senso e significato propri. La nostra, strimpellando quotidiani proclami contro, tutte le forme di diversità – di genere, di sesso, di religione, di razza –, perpetua e alimenta la violenza. Una violenza, che poi diventa sistematica.
La nostra società, in quanto definibile come patriarcale e veteronormativa, non prevede un sesso e un genere diversi dal suo modello. Ed è questa, a nostro avviso, la causa prima dell’eccidio che si perpetua ogni anno, ogni giorno. Inutile andare a ricercare le cause nella mente malata di un singolo criminale quando esse sono insite in un modello culturale che le fomenta: il pregiudizio, riferendosi alla scala dei valori condivisi da un sistema, traggono la loro linfa vitale nella chiusura della società vigente. Perciò riteniamo giusto denunciare come le cause di questa strage siano politiche. I sermoni, i proclami e le scomuniche dagli alti pulpiti, reali e mediatici, sono la condanne a morte di centinaia di persone trans non conformi.
Accendiamo tante candele per illuminare il buio del pregiudizio, per illuminare un percorso di crescita ed emancipazione che renderà ll mondo più umano e bello di quello attuale. Le accenderemo in tante città d’Italia e del mondo.
Marceremo insieme a Torino, sabato 19 novembre, perché in quella città vogliamo concentrare la nostra voglia di libertà. Non giriamo la testa dall’altra parte. Ci riguarda tutti.
Articolo di Porpora Marcasciano, presidente del Mit
fonte: http://prideonline.it/2016/11/13/tdor-piazza-ricordare-le-vittime-della-transfobia/
giovedì 3 novembre 2016
Lgbt: La 14° edizione del Florence Queer Festival dal 10 al 15 novembre a La Compagnia a Firenze
La cultura queer protagonista a novembre la 14° edizione dal 10 al 15 novembre a La Compagnia a Firenze.
Queer culture e cinema a tematica LGBTIQ: dal 10 al 15 novembre, nell'ambito della 50 giorni di cinema 2016 torna l'appuntamento con il Florence Queer Festival, diretto da Bruno Casini e Roberta Vannucci. Oltre trenta titoli in programma che indagano sul tema dell'uguaglianza e dignità delle persone LGBT, oltre ai premi per il miglior film e il miglior documentario ed il concorso Videoqueer, con una selezione di corti da tutto il mondo.
Tra gli ospiti la regista Nadia Pizzuti che presenta Lina Mangiacapre. Artista del femminismo, un omaggio a Lina Mangiacapre, artista eclettica e provocatoria, fondatrice dello storico gruppo delle Nemesiache e protagonista del movimento femminista negli anni Settanta.
In anteprima europea Daddy, una commedia diretta e interpretata da Gerard Mc Collouch (conosciuto per BearCity) che ha come protagonista un affascinante giornalista televisivo che riscopre l'importanza dell'amicizia e della famiglia dopo il fallimento della sua love story con uno stagista. Garten der Sterne, anteprima europea, in un piccolo cimitero berlinese, famoso soprattutto per tombe dei Fratelli Grimm, riposano anche altre “stelle”, infatti qui sono sepolti anche i bambini che nascono morti e molte figure della scena gay culturale berlinese, vittime dell' AIDS dagli anni 80 ad oggi, tra cui travestiti che hanno avuto un grosso ruolo nel movimento politico gay tedesco.
In cartellone sono in programma film e documentari in anteprima nazionale tra cui MAJOR! di Annalise Ophelian sulla vita di Major Griffin-Gracy, una ex carcerata di colore transgender e attivista che da oltre quarant'anni si batte per i diritti delle donne trans.
Tra le anteprime ricordiamo A cuore nudo un documentario-intervista ad Ivan Cattaneo per la regia di Tiziano A. Sossi. Realizzata al Cimitero Monumentale di Milano, molti i personaggi citati: da Patty Pravo a Rita Pavone, da Yoko Ono a Franco Battiato e poi Mario Mieli, Giuni Russo ed il Parco Lambro. Sarà presente Ivan Cattaneo.
Sarà tutta una depravazione - Hommage à Dominot a cura di Daniel Kuhn e Enrico Salvatori racconta la vita di Antonio Iacono, meglio conosciuto come Dominot, attraverso materiali video, foto di scena, manifesti e testimonianze inedite. Nato a Tunisi da genitori napoletani nel 1930, étoile a Parigi, scelto da Fellini per l'ultima scena de "La dolce vita", ha attraversato palcoscenici e aperto un celebre locale, “Baronato quattro bellezze”, fino a essere musa per Abel Ferrara.
In Bruising for besos una carismatica donna di origine messicana seduce una affascinante portoricana alle prese con un passato tumultuoso e in Barash l’incontro con una nuova compagna di classe di cui si innamora follemente, porterà una giovane ragazza a far vedere la sua vita e i rapporti con la famiglia da un’ottica completamente diversa. Theo et Ugo-Dans le meme bateau è una storia forte, crudele e romantica che affronta il problema Aids.
E poi Varichina una produzione italiana che racconta la storia di Lorenzo De Santis, il primo gay barese a urlare pubblicamente la sua diversità, a cavallo tra gli anni '70 e i '90 per la regia di Antonio Palumbo e Mariangela Barbanente. Inoltre l’anteprima italiana di Sex and Silver gay, documentario sulla “gaia vecchiaia” di un gruppo di uomini maturi in un albergo dove si incrociano sesso e racconti di vita.
Evento importante è la proiezione mattutina (sabato 12 Novembre ore 11.00) con il film Né Giulietta, Né Romeo per la regia di Veronica Pivetti, presente in sala. Per questa proiezione l’ingresso è libero.
Chiusura con l’anteprima europea di Hunky Dory, una commedia drammatica glam rock su una drag queen che si esibisce nei club di Los Angeles che impara a creare un legame con il figlio undicenne (il nostro omaggio a David Bowie). E poi Where are you going, Habibi? una storia di amore forte, erotica e coinvolgente tra un naziskin ed un ragazzo turco.
Come da tradizione non mancheranno eventi collaterali legati alla letteratura, all'arte e al teatro con un’anteprima d’eccezione allo Spazio Alfieri (mercoledì 9 novembre) Queerlesque con importanti performer della scena europea per un favoloso e suggestivo spettacolo queer che sovverte i confini convenzionali di genere e sessualità del burlesque.
La performance Canzonaria di Chiara Guarducci (giovedì 24 novembre a Ireos), un discorso sragionato sull’amore, il monologo di una donna, di una controfigura di sé, che provoca, s’interroga e canta.
Nel foyer de La Compagnia sarà allestita la mostra Queer Tour Gallery, immagini a cura di Sandra Nastri mentre presso Ireos sarà allestita, dal 5 novembre al 20 novembre, la mostra Queer Clubbing - Un secolo di immagini notturne Lgbtiq attraverso la collezione di Luca Locati Lucani, un percorso di cartoline, flyers, pubblicazioni, manifesti e volantini dagli anni venti agli anni novanta.
Il Florence Queer Festival è organizzato dall’associazione Ireos - Centro Servizi Autogestiti per la Comunità Queer di Firenze, in collaborazione con Arcilesbica Firenze e Music Pool, con il contributo della Regione Toscana.
Per tutte le INFO: Ireos: 055 216907 - MusicPool: 055 240397
MAGGIORI INFO A: www.florencequeerfestival.it - www.facebook.com/FQF.Firenze - info@florencequeerfestival.it
Fonte: Ufficio Stampa Florence Queer Festival
Queer culture e cinema a tematica LGBTIQ: dal 10 al 15 novembre, nell'ambito della 50 giorni di cinema 2016 torna l'appuntamento con il Florence Queer Festival, diretto da Bruno Casini e Roberta Vannucci. Oltre trenta titoli in programma che indagano sul tema dell'uguaglianza e dignità delle persone LGBT, oltre ai premi per il miglior film e il miglior documentario ed il concorso Videoqueer, con una selezione di corti da tutto il mondo.
Tra gli ospiti la regista Nadia Pizzuti che presenta Lina Mangiacapre. Artista del femminismo, un omaggio a Lina Mangiacapre, artista eclettica e provocatoria, fondatrice dello storico gruppo delle Nemesiache e protagonista del movimento femminista negli anni Settanta.
In anteprima europea Daddy, una commedia diretta e interpretata da Gerard Mc Collouch (conosciuto per BearCity) che ha come protagonista un affascinante giornalista televisivo che riscopre l'importanza dell'amicizia e della famiglia dopo il fallimento della sua love story con uno stagista. Garten der Sterne, anteprima europea, in un piccolo cimitero berlinese, famoso soprattutto per tombe dei Fratelli Grimm, riposano anche altre “stelle”, infatti qui sono sepolti anche i bambini che nascono morti e molte figure della scena gay culturale berlinese, vittime dell' AIDS dagli anni 80 ad oggi, tra cui travestiti che hanno avuto un grosso ruolo nel movimento politico gay tedesco.
In cartellone sono in programma film e documentari in anteprima nazionale tra cui MAJOR! di Annalise Ophelian sulla vita di Major Griffin-Gracy, una ex carcerata di colore transgender e attivista che da oltre quarant'anni si batte per i diritti delle donne trans.
Tra le anteprime ricordiamo A cuore nudo un documentario-intervista ad Ivan Cattaneo per la regia di Tiziano A. Sossi. Realizzata al Cimitero Monumentale di Milano, molti i personaggi citati: da Patty Pravo a Rita Pavone, da Yoko Ono a Franco Battiato e poi Mario Mieli, Giuni Russo ed il Parco Lambro. Sarà presente Ivan Cattaneo.
Sarà tutta una depravazione - Hommage à Dominot a cura di Daniel Kuhn e Enrico Salvatori racconta la vita di Antonio Iacono, meglio conosciuto come Dominot, attraverso materiali video, foto di scena, manifesti e testimonianze inedite. Nato a Tunisi da genitori napoletani nel 1930, étoile a Parigi, scelto da Fellini per l'ultima scena de "La dolce vita", ha attraversato palcoscenici e aperto un celebre locale, “Baronato quattro bellezze”, fino a essere musa per Abel Ferrara.
In Bruising for besos una carismatica donna di origine messicana seduce una affascinante portoricana alle prese con un passato tumultuoso e in Barash l’incontro con una nuova compagna di classe di cui si innamora follemente, porterà una giovane ragazza a far vedere la sua vita e i rapporti con la famiglia da un’ottica completamente diversa. Theo et Ugo-Dans le meme bateau è una storia forte, crudele e romantica che affronta il problema Aids.
E poi Varichina una produzione italiana che racconta la storia di Lorenzo De Santis, il primo gay barese a urlare pubblicamente la sua diversità, a cavallo tra gli anni '70 e i '90 per la regia di Antonio Palumbo e Mariangela Barbanente. Inoltre l’anteprima italiana di Sex and Silver gay, documentario sulla “gaia vecchiaia” di un gruppo di uomini maturi in un albergo dove si incrociano sesso e racconti di vita.
Evento importante è la proiezione mattutina (sabato 12 Novembre ore 11.00) con il film Né Giulietta, Né Romeo per la regia di Veronica Pivetti, presente in sala. Per questa proiezione l’ingresso è libero.
Chiusura con l’anteprima europea di Hunky Dory, una commedia drammatica glam rock su una drag queen che si esibisce nei club di Los Angeles che impara a creare un legame con il figlio undicenne (il nostro omaggio a David Bowie). E poi Where are you going, Habibi? una storia di amore forte, erotica e coinvolgente tra un naziskin ed un ragazzo turco.
Come da tradizione non mancheranno eventi collaterali legati alla letteratura, all'arte e al teatro con un’anteprima d’eccezione allo Spazio Alfieri (mercoledì 9 novembre) Queerlesque con importanti performer della scena europea per un favoloso e suggestivo spettacolo queer che sovverte i confini convenzionali di genere e sessualità del burlesque.
La performance Canzonaria di Chiara Guarducci (giovedì 24 novembre a Ireos), un discorso sragionato sull’amore, il monologo di una donna, di una controfigura di sé, che provoca, s’interroga e canta.
Nel foyer de La Compagnia sarà allestita la mostra Queer Tour Gallery, immagini a cura di Sandra Nastri mentre presso Ireos sarà allestita, dal 5 novembre al 20 novembre, la mostra Queer Clubbing - Un secolo di immagini notturne Lgbtiq attraverso la collezione di Luca Locati Lucani, un percorso di cartoline, flyers, pubblicazioni, manifesti e volantini dagli anni venti agli anni novanta.
Il Florence Queer Festival è organizzato dall’associazione Ireos - Centro Servizi Autogestiti per la Comunità Queer di Firenze, in collaborazione con Arcilesbica Firenze e Music Pool, con il contributo della Regione Toscana.
Per tutte le INFO: Ireos: 055 216907 - MusicPool: 055 240397
MAGGIORI INFO A: www.florencequeerfestival.it - www.facebook.com/FQF.Firenze - info@florencequeerfestival.it
Fonte: Ufficio Stampa Florence Queer Festival
martedì 25 ottobre 2016
Lgbt: Le nuove date per l'arrivo in Italia di "FUERZA BRUTA" a Milano dal 27 dicembre all'8 gennaio
Dall'Argentina l'esperienza teatrale dinamica e totalizzante con 5 milioni di estimatori nel mondo dal 27 dicembre 2016 all'8 gennaio 2017 A Milano, Teatro Linear Ciak
Era atteso in settembre, ma è stato necessario riprogrammarlo. Ora finalmente Fuerza Bruta arriva in Italia e va in scena a Milano per la prima volta e in esclusiva al Teatro Linear Ciak dal 27 dicembre 2016 all'8 gennaio 2017 con 20 show.
Un grande successo in tutto il mondo con oltre 5 milioni di spettatori in 11 anni di attività, Fuerza Bruta è una strabiliante produzione teatrale argentina, ideata nel 2002 e messa in scena per la prima volta nel 2005 a Buenos Aires dal genio creativo di origini argentine Diqui James. Lo "spettacolo esperienziale" a base di teatro acrobatico, musica dal vivo ed effetti scenici e di luci eccezionali
Con 54 città visitate in 29 Paesi, poco meno di 6000 repliche all'attivo e oltre 2 milioni e mezzo di biglietti venduti, lo show dell'omonima compagnia teatrale Fuerza Bruta è composto da attori, ballerini e acrobati che portano in scena uno straordinario e coinvolgente esempio di teatro contemporaneo. Divenuto dapprima un vero fenomeno in Argentina, Londra e New York dal 2005 (lo spettacolo nasce dalle stesse menti creative di De La Guarda, compagnia teatrale cult sudamericana, già in Italia con "Villa Villa" qualche anno fa), esploso a livello mondiale dal 2010, con show in festival da milioni di spettatori come al Carnevale di Rio, al Lollapalooza, allo Sziget Festival e in spazi teatrali residenti come a New York e Buenos Aires, Fuerza Bruta viaggia nel mondo e sperimenta l'intreccio di tanti linguaggi artistici diversi.
L’assenza di un palcoscenico convenzionale, o meglio, l'utilizzo della superficie tridimensionale come un enorme spazio scenico avvolgente, le numerose installazioni, luci e cambi di scene repentini sono solo alcune delle caratteristiche di un’esperienza dinamica e sensoriale a 360 gradi in cui, per 70 minuti circa, il pubblico è parte integrante di una performance che intreccia e fonde circo, teatro, danza, canto, visual art e musica che, eccezionalmente per la notte di Capodanno, prolungherà lo show con un dj-set all'interno della venue.
Fuerza Bruta, prodotto in Italia da SMSE (San Marco Sports Events) con Radio Deejay come mediapartner ufficiale, è uno spettacolo unico nel suo genere, nel quale il pubblico, in piedi, è completamente coinvolto in un vero e proprio show dei sensi. Si consigliano abbigliamento e scarpe comodi.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito ufficiale FUERZA BRUTA
fonte: Ufficio stampa Elena Pantera pantarei 3.0
Era atteso in settembre, ma è stato necessario riprogrammarlo. Ora finalmente Fuerza Bruta arriva in Italia e va in scena a Milano per la prima volta e in esclusiva al Teatro Linear Ciak dal 27 dicembre 2016 all'8 gennaio 2017 con 20 show.
Un grande successo in tutto il mondo con oltre 5 milioni di spettatori in 11 anni di attività, Fuerza Bruta è una strabiliante produzione teatrale argentina, ideata nel 2002 e messa in scena per la prima volta nel 2005 a Buenos Aires dal genio creativo di origini argentine Diqui James. Lo "spettacolo esperienziale" a base di teatro acrobatico, musica dal vivo ed effetti scenici e di luci eccezionali
Con 54 città visitate in 29 Paesi, poco meno di 6000 repliche all'attivo e oltre 2 milioni e mezzo di biglietti venduti, lo show dell'omonima compagnia teatrale Fuerza Bruta è composto da attori, ballerini e acrobati che portano in scena uno straordinario e coinvolgente esempio di teatro contemporaneo. Divenuto dapprima un vero fenomeno in Argentina, Londra e New York dal 2005 (lo spettacolo nasce dalle stesse menti creative di De La Guarda, compagnia teatrale cult sudamericana, già in Italia con "Villa Villa" qualche anno fa), esploso a livello mondiale dal 2010, con show in festival da milioni di spettatori come al Carnevale di Rio, al Lollapalooza, allo Sziget Festival e in spazi teatrali residenti come a New York e Buenos Aires, Fuerza Bruta viaggia nel mondo e sperimenta l'intreccio di tanti linguaggi artistici diversi.
L’assenza di un palcoscenico convenzionale, o meglio, l'utilizzo della superficie tridimensionale come un enorme spazio scenico avvolgente, le numerose installazioni, luci e cambi di scene repentini sono solo alcune delle caratteristiche di un’esperienza dinamica e sensoriale a 360 gradi in cui, per 70 minuti circa, il pubblico è parte integrante di una performance che intreccia e fonde circo, teatro, danza, canto, visual art e musica che, eccezionalmente per la notte di Capodanno, prolungherà lo show con un dj-set all'interno della venue.
Fuerza Bruta, prodotto in Italia da SMSE (San Marco Sports Events) con Radio Deejay come mediapartner ufficiale, è uno spettacolo unico nel suo genere, nel quale il pubblico, in piedi, è completamente coinvolto in un vero e proprio show dei sensi. Si consigliano abbigliamento e scarpe comodi.
Per ulteriori informazioni, visitare il sito ufficiale FUERZA BRUTA
fonte: Ufficio stampa Elena Pantera pantarei 3.0
Lgbt: Fabrice Calmels, fra danza e moda. La stella del Joffrey Ballet firma con IMG Models
Con un corpo che si estende per più di un metro e 90, Fabrice Calmels è (proprio secondo il Guinness World Record) il ballerino più alto del mondo. Nato e cresciuto in Francia, dove ha studiato alla Paris Opera School fino ai 17 anni, oggi Fabrice è soprattutto la stella del Joffrey Ballet di Chicago. Fuori dal palcoscenico scrive una rubrica di danza per il Chicago Tribune, si dedica alla fotografia ed è spesso in giuria nel programma americano So You Think You Can Dance. Di recente, ha deciso di iniziare anche la carriera da modello firmando un contratto con la prestigiosa IMG Models.
Noi abbiamo voluto conoscerlo un po’ meglio.
Come nasce quest’avventura nel mondo della moda?
Per anni e anni mi sono sentito dire che avrei dovuto fare il modello. Devo ringraziare mia madre e mio padre per l’aspetto, mio padre è francese (e alto) mentre mia madre è dei Caraibi Orientali (Guadeloupe). Ma in ogni caso, da che posso ricordare, il balletto è sempre stata la mia priorità; poi con il progredire della carriera mi sono ritrovato sempre più spesso davanti all’obiettivo. Come ballerini professionisti veniamo spesso fotografati per pubblicità o per le review di particolari performance e in più, come artista, la produzione di video e immagini mi ha sempre affascinato. Fino a ora si è sempre trattato di progetti personali circoscritti ai miei canali social ma, proprio attraverso di essi, e ovviamente grazie al lavoro per il Joffrey, sono stato contattato per lavorare come modello da Samsung e Versace (lo ricorderete nella campagna con Karlie Kloss, ndr.), ma ora che ho firmato con IMG credo sia arrivato il momento di concentrarmi seriamente sulla questa carriera e vedere dove riesco ad arrivare.
Raccontaci un po’ del tuo stile personale..
Penso che la cosa più importante da sapere su di me è che credo fermamente che duro lavoro, determinazione e perseveranza siano le chiavi del successo. È un mantra che ripeto sempre a me stesso e che spero di trasmettere anche alle generazioni più giovani. Sebbene questo mi faccia sembrare molto serio, devo ammettere che amo i cartoni animati e l’animazione in generale, sopratutto quella giapponese. Passando la maggior parte del tempo a teatro, non è difficile trovarmi in t-shirt, jeans e un bel paio di sneakers. Certo, se ho la possibilità di uscire la sera mi piace vestirmi alla moda. Niente mi soddisfa quanto indossare un bel completo sartoriale.
Progetti per il futuro?
Lavoro sempre a diversi progetti contemporaneamente. Mentre continuo a esibirmi per il Joffrey Ballet, sono curioso di vedere i frutti di questa fusione fra la mia esperienza nella danza e la nuova carriera da modello. Mi interessa anche la recitazione. Ho passato tutta la vita su un palco quindi fare l’attore sembrerebbe quasi uno step naturale. Allo stesso tempo, resta molto importante la crescita della mia arte. Al momento faccio parte del Board of Directors per la Dizzy Feet Foundation, la cui missione è quella di implementare e migliorare l’accesso allo studio della danza negli Stati Uniti. Proprio per questa fondazione sto lavorando a una serie di spettacoli ed eventi dedicati alla danza.
Credits Photo from site of Fabrice Calmels
http://www.fabricecalmels.com/it/
Articolo by Francesca Ferrante
fonte: http://www.vogue.it/l-uomo-vogue/news/2016/10/19/fabrice-calmels-fra-danza-moda/
Noi abbiamo voluto conoscerlo un po’ meglio.
Come nasce quest’avventura nel mondo della moda?
Per anni e anni mi sono sentito dire che avrei dovuto fare il modello. Devo ringraziare mia madre e mio padre per l’aspetto, mio padre è francese (e alto) mentre mia madre è dei Caraibi Orientali (Guadeloupe). Ma in ogni caso, da che posso ricordare, il balletto è sempre stata la mia priorità; poi con il progredire della carriera mi sono ritrovato sempre più spesso davanti all’obiettivo. Come ballerini professionisti veniamo spesso fotografati per pubblicità o per le review di particolari performance e in più, come artista, la produzione di video e immagini mi ha sempre affascinato. Fino a ora si è sempre trattato di progetti personali circoscritti ai miei canali social ma, proprio attraverso di essi, e ovviamente grazie al lavoro per il Joffrey, sono stato contattato per lavorare come modello da Samsung e Versace (lo ricorderete nella campagna con Karlie Kloss, ndr.), ma ora che ho firmato con IMG credo sia arrivato il momento di concentrarmi seriamente sulla questa carriera e vedere dove riesco ad arrivare.
Raccontaci un po’ del tuo stile personale..
Penso che la cosa più importante da sapere su di me è che credo fermamente che duro lavoro, determinazione e perseveranza siano le chiavi del successo. È un mantra che ripeto sempre a me stesso e che spero di trasmettere anche alle generazioni più giovani. Sebbene questo mi faccia sembrare molto serio, devo ammettere che amo i cartoni animati e l’animazione in generale, sopratutto quella giapponese. Passando la maggior parte del tempo a teatro, non è difficile trovarmi in t-shirt, jeans e un bel paio di sneakers. Certo, se ho la possibilità di uscire la sera mi piace vestirmi alla moda. Niente mi soddisfa quanto indossare un bel completo sartoriale.
Progetti per il futuro?
Lavoro sempre a diversi progetti contemporaneamente. Mentre continuo a esibirmi per il Joffrey Ballet, sono curioso di vedere i frutti di questa fusione fra la mia esperienza nella danza e la nuova carriera da modello. Mi interessa anche la recitazione. Ho passato tutta la vita su un palco quindi fare l’attore sembrerebbe quasi uno step naturale. Allo stesso tempo, resta molto importante la crescita della mia arte. Al momento faccio parte del Board of Directors per la Dizzy Feet Foundation, la cui missione è quella di implementare e migliorare l’accesso allo studio della danza negli Stati Uniti. Proprio per questa fondazione sto lavorando a una serie di spettacoli ed eventi dedicati alla danza.
Credits Photo from site of Fabrice Calmels
http://www.fabricecalmels.com/it/
Articolo by Francesca Ferrante
fonte: http://www.vogue.it/l-uomo-vogue/news/2016/10/19/fabrice-calmels-fra-danza-moda/
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lunedì 3 ottobre 2016
Lgbt: Fotografia "LA VITA IN UN CLICK" Toccare il cuore con le immagini. Con Manuel Scrima
Manuel Scrima (in foto) guida i partecipanti a prendere consapevolezza di forme e contenuti al fine di rintracciare linee di significato articolabili nel linguaggio fotografico, parlando al fotografo esperto come anche al novizio della macchina fotografica.
La sua esperienza, unita alla sua abilità di ascoltare e riconoscere gli istanti di vita lo mettono in grado di proporre uno dei più interessanti percorsi didattici per accostarsi, approfondire e perfezionare lo sguardo sul mondo delle immagini.
Il laboratorio parte dall’osservazione di oggetti e momenti di vita.
Esploreremo ciò che abbiamo davanti agli occhi per potersi fermare quel tanto che basta per accogliere una suggestione e una storia.
Biografia
Manuel Scrima è un fotografo italo-belga che lavora tra Milano, Shanghai, New York e l'Africa sub sahariana. Nel suo lavoro sono sempre riconoscibili ispirazioni classiche e neoclassiche, parte della sua educazione visiva, che spesso ama rapportare a culture distanti ed esotiche.
A Milano è fotografo di moda e pubblicità: Yamamay, Carlo Pignatelli, Romeo Gigli, Silvian Heach, Lancetti, Angelo Cruciani, IKEA . Fra le sue copertine quelle di Adon Magazine New York. Le sue foto di reportage in Africa sono commissionate da organizzazioni internazionali come l'UNESCO, Medici Senza Frontiere, Un-Habitat e UNEP. Nel campo della comunicazione sociale ha seguito un progetto fotografico e video in Niger per L'IOM delle Nazioni Unite, sulle campagne di sensibilizzazione dei migranti.
Le sue mostre sono ospitate in gallerie e musei di tutto il mondo (Francia, Inghilterra, Irlanda, Finlandia, Italia, Kenya, USA).
INFO E ISCRIZIONI:
IIBLI - Istituto Italiano di Biodinamica Logosofica Integrata
Via Clementino Vannetti, 21 Roma - tel. 3473741377
mail: segreteria@iibli.org
sito web: www.iibli.org
PROGRAMMA: ROMA
Sabato 15 ottobre ore 10.00-14.00 - Immaginologia contemporanea
Sabato 12 novembre ore 14.30-18:30 - Portrait: l’arte di catturare lo sguardo
Sabato 10 dicembre ore 14.30-18:30 - I fondamentali della tecnica fotografica
Sabato 14 gennaio ore 14.30-18:30 - Laboratorio creativo di espressione fotografica
PROGRAMMA:MILANO
Sabato 5 e domenica 6 novembre - (corso full immersion)
fonte: http://www.iibli.org/
La sua esperienza, unita alla sua abilità di ascoltare e riconoscere gli istanti di vita lo mettono in grado di proporre uno dei più interessanti percorsi didattici per accostarsi, approfondire e perfezionare lo sguardo sul mondo delle immagini.
Il laboratorio parte dall’osservazione di oggetti e momenti di vita.
Esploreremo ciò che abbiamo davanti agli occhi per potersi fermare quel tanto che basta per accogliere una suggestione e una storia.
Biografia
Manuel Scrima è un fotografo italo-belga che lavora tra Milano, Shanghai, New York e l'Africa sub sahariana. Nel suo lavoro sono sempre riconoscibili ispirazioni classiche e neoclassiche, parte della sua educazione visiva, che spesso ama rapportare a culture distanti ed esotiche.
A Milano è fotografo di moda e pubblicità: Yamamay, Carlo Pignatelli, Romeo Gigli, Silvian Heach, Lancetti, Angelo Cruciani, IKEA . Fra le sue copertine quelle di Adon Magazine New York. Le sue foto di reportage in Africa sono commissionate da organizzazioni internazionali come l'UNESCO, Medici Senza Frontiere, Un-Habitat e UNEP. Nel campo della comunicazione sociale ha seguito un progetto fotografico e video in Niger per L'IOM delle Nazioni Unite, sulle campagne di sensibilizzazione dei migranti.
Le sue mostre sono ospitate in gallerie e musei di tutto il mondo (Francia, Inghilterra, Irlanda, Finlandia, Italia, Kenya, USA).
INFO E ISCRIZIONI:
IIBLI - Istituto Italiano di Biodinamica Logosofica Integrata
Via Clementino Vannetti, 21 Roma - tel. 3473741377
mail: segreteria@iibli.org
sito web: www.iibli.org
PROGRAMMA: ROMA
Sabato 15 ottobre ore 10.00-14.00 - Immaginologia contemporanea
Sabato 12 novembre ore 14.30-18:30 - Portrait: l’arte di catturare lo sguardo
Sabato 10 dicembre ore 14.30-18:30 - I fondamentali della tecnica fotografica
Sabato 14 gennaio ore 14.30-18:30 - Laboratorio creativo di espressione fotografica
PROGRAMMA:MILANO
Sabato 5 e domenica 6 novembre - (corso full immersion)
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venerdì 30 settembre 2016
Lgbt: "Sognando Pechino" di Marco Cubeddu, partecipante alla quinta edizione dell'adventure game
Questo pezzo è uscito su La lettura del Corriere della sera, che ringraziamo.
Articolo di Marco Cubeddu(in foto)
“Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo fai e quando lo ricordi”.
Questa frase – di volta in volta attribuita a Sognatriceinviaggio77 o a MarcoPolo68 sui siti di miriadi agenzie di viaggio – benché suggestiva, sdolcinata e corriva si presta perfettamente a descrivere la triplice natura di Pechino Express.
Ho avuto la fortuna di prendere parte alla quinta edizione di questo adventure game e, parafrasando l’anonimo aforisma, penso che questo viaggio attraverso le “civiltà perdute” di Colombia, Guatemala e Messico, con le sue tre vite, finirà col cambiare per sempre la mia.
Quando lo sogni (prima di sognarlo)
A dire il vero, il folle carrozzone sudamericano di Pechino Express per me è cominciato tre anni fa, in India.
Siamo a fine 2013, e un settimanale di moda mi manda a seguire il lancio dell’ultima fragranza di Bulgari. Come a un editore sia venuto in mente di mandare proprio me a un evento del genere è una storia nella storia legata al possesso di diversi calendari Pirelli, che prima o poi racconterò.
Fatto sta che, nell’unico pomeriggio libero da eventi mondani affollati di lanciatrici di petali di rosa ed elefanti misteriosamente addestrati a barrire all’unisono, mi ritrovo nella crepuscolare Pink City di Jaipur: unico estraneo di un gruppo di rodate giornaliste dei più importanti periodici di moda del mondo. Che, contrariamente a quanto temessi, invece di sbranarmi, mi adottano. Sistemandomi il papillon dello smoking alle feste, suggerendomi le domande da fare al mastro profumiere (“Sbaglio o è proprio un bouquet di osmanto quello che sento, magari con un afrore di albicocca e cuoio?”) o, come quel pomeriggio, riempiendomi di raccomandazioni materne: “Non toccare le scimmie. Non toccare le mucche. Non toccare i venditori di bidi…”
Alla fine, affamato e bastian contrario, approfittando di un momento di distrazione delle mie mamme adottive, mi lascio sedurre da un venditore ambulante di polpette di montone che frigge le sue leccornie su una lamiera arrugginita modellata a padella.
Scacciando il sospetto che l’olio in cui immerge le polpette estratte da un sacchetto di plastica possa essere quello dei motori dell’officina accanto, mando giù quella rovente poltiglia mugolando di piacere, conquistandomi il commento di Susanna, inviata di Vogue, un po’ disgustata, un po’ ammirata: “Saresti perfetto per Pechino Express!”
In quel momento non so ancora di cosa si tratti, ma l’idea mi si conficca nel cervello: è la prima volta che qualcuno dice che sono perfetto per qualcosa...
CONTINUA A LEGGERE IL RACCONTO DI MARCO CLICCANDO QUI
fonte: http://www.minimaetmoralia.it/wp/sognando-pechino/
Articolo di Marco Cubeddu(in foto)
“Ogni viaggio lo vivi tre volte: quando lo sogni, quando lo fai e quando lo ricordi”.
Questa frase – di volta in volta attribuita a Sognatriceinviaggio77 o a MarcoPolo68 sui siti di miriadi agenzie di viaggio – benché suggestiva, sdolcinata e corriva si presta perfettamente a descrivere la triplice natura di Pechino Express.
Ho avuto la fortuna di prendere parte alla quinta edizione di questo adventure game e, parafrasando l’anonimo aforisma, penso che questo viaggio attraverso le “civiltà perdute” di Colombia, Guatemala e Messico, con le sue tre vite, finirà col cambiare per sempre la mia.
Quando lo sogni (prima di sognarlo)
A dire il vero, il folle carrozzone sudamericano di Pechino Express per me è cominciato tre anni fa, in India.
Siamo a fine 2013, e un settimanale di moda mi manda a seguire il lancio dell’ultima fragranza di Bulgari. Come a un editore sia venuto in mente di mandare proprio me a un evento del genere è una storia nella storia legata al possesso di diversi calendari Pirelli, che prima o poi racconterò.
Fatto sta che, nell’unico pomeriggio libero da eventi mondani affollati di lanciatrici di petali di rosa ed elefanti misteriosamente addestrati a barrire all’unisono, mi ritrovo nella crepuscolare Pink City di Jaipur: unico estraneo di un gruppo di rodate giornaliste dei più importanti periodici di moda del mondo. Che, contrariamente a quanto temessi, invece di sbranarmi, mi adottano. Sistemandomi il papillon dello smoking alle feste, suggerendomi le domande da fare al mastro profumiere (“Sbaglio o è proprio un bouquet di osmanto quello che sento, magari con un afrore di albicocca e cuoio?”) o, come quel pomeriggio, riempiendomi di raccomandazioni materne: “Non toccare le scimmie. Non toccare le mucche. Non toccare i venditori di bidi…”
Alla fine, affamato e bastian contrario, approfittando di un momento di distrazione delle mie mamme adottive, mi lascio sedurre da un venditore ambulante di polpette di montone che frigge le sue leccornie su una lamiera arrugginita modellata a padella.
Scacciando il sospetto che l’olio in cui immerge le polpette estratte da un sacchetto di plastica possa essere quello dei motori dell’officina accanto, mando giù quella rovente poltiglia mugolando di piacere, conquistandomi il commento di Susanna, inviata di Vogue, un po’ disgustata, un po’ ammirata: “Saresti perfetto per Pechino Express!”
In quel momento non so ancora di cosa si tratti, ma l’idea mi si conficca nel cervello: è la prima volta che qualcuno dice che sono perfetto per qualcosa...
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giovedì 29 settembre 2016
Lgbt: Il regista Peter Greenaway con il film "Nightwatching" sarà presente al Cinema Odeon a Firenze il 5 novembre
Sabato 5 Novembre ore 21, il grande regista inglese PETER GREENAWAY sarà all'Odeon per incontrare il pubblico, per una grande serata in occasione dell'uscita in sala e in home video del suo film NIGHTWATCHING. L'appuntamento è in collaborazione con CG Entertainment e Lo Scrittoio
Arte, complotti e cospirazioni. Il Capolavoro che svelò al mondo la verità. Un dramma ironico in costume sul pittore Rembrandt e La Ronda di notte (The Night Watch), il suo più celebre dipinto, che gli procurò fama e rovina al tempo stesso. 1642: il celebre pittore olandese Rembrandt (Martin Freeman) accetta, a seguito delle insistenze della moglie Saskia, di ritrarre la Milizia civica di Amsterdam in un quadro, che sarà conosciuto ai posteri come "La ronda di notte". Mentre sta dipingendo, però, il pittore intuisce che gli uomini della Milizia stanno complottando qualcosa…
"Ci sono quattro concetti che ruotano intorno a Rembrandt che sono stati per me sorgente per realizzare Nightwatching: denaro, sesso, cospirazione e pittura. La prima domanda è sociale, la seconda voyeuristica, la terza intellettuale e la quarta filosofica e, sebbene il pubblico generale potrebbe non vederla come tale, l’ultima domanda è la più importate. Come è stato possibile che un pittore così straordinariamente ricco e rispettato per metà della sua vita, abbia potuto morire nell’indigenza? Che cosa fa in realtà la pittura? Potremmo porci la stessa domanda per quanto riguarda il cinema. Che cosa fa in realtà il cinema?". Peter Greenaway
PAGINA FB PER INFO Cinema Odeon Firenze
Biglietto unico: 10 euro
fonte: https://m.facebook.com/CinemaOdeonFirenze/?ref=bookmarks
Arte, complotti e cospirazioni. Il Capolavoro che svelò al mondo la verità. Un dramma ironico in costume sul pittore Rembrandt e La Ronda di notte (The Night Watch), il suo più celebre dipinto, che gli procurò fama e rovina al tempo stesso. 1642: il celebre pittore olandese Rembrandt (Martin Freeman) accetta, a seguito delle insistenze della moglie Saskia, di ritrarre la Milizia civica di Amsterdam in un quadro, che sarà conosciuto ai posteri come "La ronda di notte". Mentre sta dipingendo, però, il pittore intuisce che gli uomini della Milizia stanno complottando qualcosa…
"Ci sono quattro concetti che ruotano intorno a Rembrandt che sono stati per me sorgente per realizzare Nightwatching: denaro, sesso, cospirazione e pittura. La prima domanda è sociale, la seconda voyeuristica, la terza intellettuale e la quarta filosofica e, sebbene il pubblico generale potrebbe non vederla come tale, l’ultima domanda è la più importate. Come è stato possibile che un pittore così straordinariamente ricco e rispettato per metà della sua vita, abbia potuto morire nell’indigenza? Che cosa fa in realtà la pittura? Potremmo porci la stessa domanda per quanto riguarda il cinema. Che cosa fa in realtà il cinema?". Peter Greenaway
PAGINA FB PER INFO Cinema Odeon Firenze
Biglietto unico: 10 euro
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martedì 27 settembre 2016
Lgbt: La prima modella trans sulla cover di Harper’s Bazaar
Dall’esilio al ritorno trionfale. Storia di Tracey Africa Norman, la prima modella transgender sulla cover di Harper’s Bazaar
La notizia è una. Anzi due. La prima è che Harper’s Bazaar ha ospitato, per la prima volta, una modella trans sulla sua copertina. La modella è Tracey Africa Norman e sarà una delle nove modelle protagoniste (tra cui anche un’altra modella transgender: Geena Rocero) di un progetto condotto da Christopher Sollinger che troverà la sua luce proprio sulla copertina dell’edizione indiana del magazine.
La seconda notizia è che questa cover è stata attesa per quasi 30 anni. Non stiamo parlando dell’attesa del magazine, quanto di quella di Tracey che, dopo aver iniziato la sua carriera nel mondo del fashion negli anni ’80, ne è uscita bruscamente con un’interruzione che lei riconduce proprio al suo coming out avvenuto durante uno shooting fotografico.
Ed è proprio la sua storia, quella di un rise and fall rapidissimo di una delle prime modelle trans della storia (scoperta da Irving Penn sulle pagine di Vogue Italia) è stata raccolta dal magazine The Cut che ha convinto Sollinger a chiamarla all’interno del suo progetto. Tracey, che comparirà sulla cover di Harper’s Bazaar India, è solo l’ultima delle transfaboulous della storia della moda. Nella nostra gallery abbiamo elencato alcune tra quelle che stanno giocando il ruolo di game-changer nel mondo del fashion globale.
fonte: www.vogue.it
La notizia è una. Anzi due. La prima è che Harper’s Bazaar ha ospitato, per la prima volta, una modella trans sulla sua copertina. La modella è Tracey Africa Norman e sarà una delle nove modelle protagoniste (tra cui anche un’altra modella transgender: Geena Rocero) di un progetto condotto da Christopher Sollinger che troverà la sua luce proprio sulla copertina dell’edizione indiana del magazine.
La seconda notizia è che questa cover è stata attesa per quasi 30 anni. Non stiamo parlando dell’attesa del magazine, quanto di quella di Tracey che, dopo aver iniziato la sua carriera nel mondo del fashion negli anni ’80, ne è uscita bruscamente con un’interruzione che lei riconduce proprio al suo coming out avvenuto durante uno shooting fotografico.
Ed è proprio la sua storia, quella di un rise and fall rapidissimo di una delle prime modelle trans della storia (scoperta da Irving Penn sulle pagine di Vogue Italia) è stata raccolta dal magazine The Cut che ha convinto Sollinger a chiamarla all’interno del suo progetto. Tracey, che comparirà sulla cover di Harper’s Bazaar India, è solo l’ultima delle transfaboulous della storia della moda. Nella nostra gallery abbiamo elencato alcune tra quelle che stanno giocando il ruolo di game-changer nel mondo del fashion globale.
fonte: www.vogue.it
Lgbt: Parte il nuovo servizio di "Consulenza endocrinologica" offerto dallo Sportello Trans di Ala Milano Onlus
Lo Sportello Trans di Ala Milano Onlus, fin dalla sua fondazione nel 2009, ha offerto un servizio rivolto alle persone transessuali e transgender di accoglienza, ascolto, orientamento, accompagnamento, ma anche tutela, supporto e difesa.
Lo Sportello Trans, sempre in evoluzione e al passo con le difficoltà che ancora oggi le persone transessuali e transgender si trovano ad affrontare, inaugura un nuovo servizio: la “consulenza endocrinologica” per monitorare la terapia ormonale e raggiungere un buon equilibrio psicofisico.
Le consulenze si svolgeranno presso la sede di ALA Milano Onlus in via Pietro Boifava 60/A (zona piazza Abbiategrasso, raggiungibile con MM Verde capolinea Abbiategrasso, Tram 3 e 15) e saranno erogate a persone transessuali e transgender italiane e straniere in possesso di documenti regolari.
Per informazioni e appuntamenti scrivere a:
info@sportellotransalamilano.it
oppure telefonare da lunedì a venerdì dalle ore 9:30 alle ore 19:00
al numero 3777079633.
fonte: http://www.sportellotransalamilano.it/
Lo Sportello Trans, sempre in evoluzione e al passo con le difficoltà che ancora oggi le persone transessuali e transgender si trovano ad affrontare, inaugura un nuovo servizio: la “consulenza endocrinologica” per monitorare la terapia ormonale e raggiungere un buon equilibrio psicofisico.
Le consulenze si svolgeranno presso la sede di ALA Milano Onlus in via Pietro Boifava 60/A (zona piazza Abbiategrasso, raggiungibile con MM Verde capolinea Abbiategrasso, Tram 3 e 15) e saranno erogate a persone transessuali e transgender italiane e straniere in possesso di documenti regolari.
Per informazioni e appuntamenti scrivere a:
info@sportellotransalamilano.it
oppure telefonare da lunedì a venerdì dalle ore 9:30 alle ore 19:00
al numero 3777079633.
fonte: http://www.sportellotransalamilano.it/
mercoledì 21 settembre 2016
Lgbt fashion: Istituto Marangoni apre a Firenze. Il 28 settembre, la nuovissima sede della celebre scuola aprirà le porte in via de' Tornabuoni
Poche scuole possono contare, come Istituto Marangoni, su una storia lunga 80 anni e una tensione verso il futuro altrettanto radicata. Mancano pochi giorni al nuovo passo che il prestigioso polo accademico internazionale specializzato nella moda, nel design e nell’arte sta per compiere: tra pochi giorni il network di scuole internazionali si arricchirà di una nuova sede a Firenze. Il legame tra Istituto Marangoni e il capoluogo toscano che verrà celebrato con la nuova sede della scuola corona una reciproca vocazione all’eccellenza e alla bellezza.
La sede fiorentina, diretta da Fabio Siddu, sarà pronta ad accogliere gli studenti da tutto il mondo nella storica Via de’ Tornabuoni al numero 17, a due passi da Piazza S. Trinità e dai musei Gucci e Ferragamo. L’arte e la moda saranno i due temi fondamentali su cui si concentrerà l’offerta formativa della nuova scuola, che garantirà offerte didattiche altamente diversificate con programmi preparatori, triennali, annuali, master e corsi brevi. La Direzione Didattica sarà affidata a Filippo Piccardi, precedentemente coordinatore dei corsi di Istituto Marangoni London • The School of Fashion & Design. Ambassador d’eccezione, la stella dell’Art-Design contemporaneo Simon Ma, che sarà attivamente coinvolto nel dipartimento accademico per la definizione dei programmi d’arte e per le lectures durante i corsi annuali.
Accanto agli insegnamenti tradizionali, The School of Fashion & Art promuoverà anche nuove proposte focalizzate sulle eccellenze del territorio (la sartorialità del menswear, l’artigianalità nella realizzazione di accessori e pelletteria) e itinerari didattici nell’ambito dell’arte, del management dell’arte e della multimedia art.
Come accade già per gli altri studenti delle sedi internazionali della scuola – Milano, Parigi, Londra, Shanghai, Shenzhen – anche agli studenti di Firenze verrà data l’esclusiva opportunità di beneficiare del programma di Interschool Project, ovvero progetti di mobilità internazionale che consentono agli studenti di seguire dei corsi presso più sedi di Istituto Marangoni nel mondo, vivendo cosi le peculiarità che contraddistinguono ogni scuola.
fonte: by Elisa Pervinca Bellini per http://www.vogue.it/
La sede fiorentina, diretta da Fabio Siddu, sarà pronta ad accogliere gli studenti da tutto il mondo nella storica Via de’ Tornabuoni al numero 17, a due passi da Piazza S. Trinità e dai musei Gucci e Ferragamo. L’arte e la moda saranno i due temi fondamentali su cui si concentrerà l’offerta formativa della nuova scuola, che garantirà offerte didattiche altamente diversificate con programmi preparatori, triennali, annuali, master e corsi brevi. La Direzione Didattica sarà affidata a Filippo Piccardi, precedentemente coordinatore dei corsi di Istituto Marangoni London • The School of Fashion & Design. Ambassador d’eccezione, la stella dell’Art-Design contemporaneo Simon Ma, che sarà attivamente coinvolto nel dipartimento accademico per la definizione dei programmi d’arte e per le lectures durante i corsi annuali.
Accanto agli insegnamenti tradizionali, The School of Fashion & Art promuoverà anche nuove proposte focalizzate sulle eccellenze del territorio (la sartorialità del menswear, l’artigianalità nella realizzazione di accessori e pelletteria) e itinerari didattici nell’ambito dell’arte, del management dell’arte e della multimedia art.
Come accade già per gli altri studenti delle sedi internazionali della scuola – Milano, Parigi, Londra, Shanghai, Shenzhen – anche agli studenti di Firenze verrà data l’esclusiva opportunità di beneficiare del programma di Interschool Project, ovvero progetti di mobilità internazionale che consentono agli studenti di seguire dei corsi presso più sedi di Istituto Marangoni nel mondo, vivendo cosi le peculiarità che contraddistinguono ogni scuola.
fonte: by Elisa Pervinca Bellini per http://www.vogue.it/
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Lgbt Trento: Giurisprudenza, il 4 ottobre un corso su orientamento sessuale e identità di genere tenuto dal prof. Alexander Schuster
Unico in Italia sarà tenuto dal prof. Schuster: "Tema di assoluta attualità"
TRENTO. Sarà l'unico in Italia e prenderà il via il prossimo 4 ottobre il corso universitario presso la Facoltà di giurisprudenza riguardante gli “Aspetti giuridici dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere”.
Il corso, le cui iscrizioni chiuderanno a fine mese, è arrivato alla terza edizione riscuotendo negli anni passati un forte interesse fra gli studenti. Avrà la durata di venti ore e assumerà la forma del laboratorio applicativo. Docente sarà il dott. Alexander Schuster, noto anche per l’attività svolta nel libero foro proprio in questi ambiti.
“E' un'occasione importante – ha spiegato Schuster - data agli studenti per toccare con mano un tema di assoluta attualità. Oltre a questo, l'idea del laboratorio applicativo è quella di capire come la tutela dei diritti fondamentali, per il giurista, non possa essere a settori ma debba necessariamente muovere da una visione integrata”.
Un corso, quindi, che tratterà materie che non si trovano in un manuale: “Offriremo l'opportunità di capire dal vivo – afferma Schuster – come si debbano risolvere questioni giuridiche mettendo in pratica quella che si chiama tutela multilivello, cioè intersecando settori disciplinari che spesso vengono vissuti come compartimenti stagni”. Un approccio raro nel panorama universitario italiano.
“Gli ordinamenti di giurisprudenza non sono molto ricettivi rispetto l'attualità – ha affermato il docente – e per molto tempo sono stati ingessati in corsi e materie tradizionali. Oggi c'è più spazio e un po' alla volta si intravvede un cambiamento della proposta didattica”.
Il laboratorio applicativo avrà l'obiettivo di stimolare la riflessione e la metodologia giuridica dello studente in relazione ad un ambito di evidente interesse quale è quello dell'orientamento sessuale, dell'identità di genere e dell'intersessualità. “Rispetto all'ultima edizione, nel 2014, è cambiato molto. Praticamente devo riscrivere tutte le lezioni, ma ben venga quando il cambiamento è in positivo!” aggiunge Schuster. Il docente sottolinea anche un aspetto che per lui è assai importante: “Come negli anni scorsi, sono benvenuti tutti gli studenti, qualsiasi sia la loro posizione diciamo ideologica. Si deve imparare a ragionare in maniera tecnica e questo vuol dire che argomenti come “natura” ed “eguaglianza” vanno declinati in concreto. Voci plurali sono essenziali per apprendere e coltivare questa capacità”.
Gli ambiti di studio spazieranno dal diritto internazionale (CEDU, Nazioni unite) a quello UE, da quello comparato a quello propriamente italiano, coinvolgendo la materia costituzionale, quella privatistica e laburistica in particolare. Particolare attenzione sarà data al contenzioso dei diritti fondamentali, alla dimensione unionale della tutela delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali) e ai profili attinenti all'identità di genere e all'intersessualità nella dimensione biogiuridica.
Il corso verrà portato avanti offrendo allo studente lo studio su fonti prevalentemente giurisprudenziali in lingua italiana e in lingua straniera. Si prenderà dimestichezza con banche dati e con la letteratura giuridica nazionale e straniera. Un’occasione unica per ragionare di prima mano con chi non ha solo studiato, ma contribuito a creare una tutela italiana e internazionale per le persone Lgbti.
fonte: Di Giuseppe Fin per http://www.ildolomiti.it
TRENTO. Sarà l'unico in Italia e prenderà il via il prossimo 4 ottobre il corso universitario presso la Facoltà di giurisprudenza riguardante gli “Aspetti giuridici dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere”.
Il corso, le cui iscrizioni chiuderanno a fine mese, è arrivato alla terza edizione riscuotendo negli anni passati un forte interesse fra gli studenti. Avrà la durata di venti ore e assumerà la forma del laboratorio applicativo. Docente sarà il dott. Alexander Schuster, noto anche per l’attività svolta nel libero foro proprio in questi ambiti.
“E' un'occasione importante – ha spiegato Schuster - data agli studenti per toccare con mano un tema di assoluta attualità. Oltre a questo, l'idea del laboratorio applicativo è quella di capire come la tutela dei diritti fondamentali, per il giurista, non possa essere a settori ma debba necessariamente muovere da una visione integrata”.
Un corso, quindi, che tratterà materie che non si trovano in un manuale: “Offriremo l'opportunità di capire dal vivo – afferma Schuster – come si debbano risolvere questioni giuridiche mettendo in pratica quella che si chiama tutela multilivello, cioè intersecando settori disciplinari che spesso vengono vissuti come compartimenti stagni”. Un approccio raro nel panorama universitario italiano.
“Gli ordinamenti di giurisprudenza non sono molto ricettivi rispetto l'attualità – ha affermato il docente – e per molto tempo sono stati ingessati in corsi e materie tradizionali. Oggi c'è più spazio e un po' alla volta si intravvede un cambiamento della proposta didattica”.
Il laboratorio applicativo avrà l'obiettivo di stimolare la riflessione e la metodologia giuridica dello studente in relazione ad un ambito di evidente interesse quale è quello dell'orientamento sessuale, dell'identità di genere e dell'intersessualità. “Rispetto all'ultima edizione, nel 2014, è cambiato molto. Praticamente devo riscrivere tutte le lezioni, ma ben venga quando il cambiamento è in positivo!” aggiunge Schuster. Il docente sottolinea anche un aspetto che per lui è assai importante: “Come negli anni scorsi, sono benvenuti tutti gli studenti, qualsiasi sia la loro posizione diciamo ideologica. Si deve imparare a ragionare in maniera tecnica e questo vuol dire che argomenti come “natura” ed “eguaglianza” vanno declinati in concreto. Voci plurali sono essenziali per apprendere e coltivare questa capacità”.
Gli ambiti di studio spazieranno dal diritto internazionale (CEDU, Nazioni unite) a quello UE, da quello comparato a quello propriamente italiano, coinvolgendo la materia costituzionale, quella privatistica e laburistica in particolare. Particolare attenzione sarà data al contenzioso dei diritti fondamentali, alla dimensione unionale della tutela delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuali) e ai profili attinenti all'identità di genere e all'intersessualità nella dimensione biogiuridica.
Il corso verrà portato avanti offrendo allo studente lo studio su fonti prevalentemente giurisprudenziali in lingua italiana e in lingua straniera. Si prenderà dimestichezza con banche dati e con la letteratura giuridica nazionale e straniera. Un’occasione unica per ragionare di prima mano con chi non ha solo studiato, ma contribuito a creare una tutela italiana e internazionale per le persone Lgbti.
fonte: Di Giuseppe Fin per http://www.ildolomiti.it
Lgbt: Jeffrey Tambor dedica l’Emmy alle persone transgender
Premiato per il secondo anno consecutivo, l'attore di "Transparent" ha voluto rivolgersi a Hollywood perché vengano date più possibilità agli attori queer e trans.
Jeffrey Tambor, l’attore della serie tv Transparent, ha voluto dedicare il discorso di premiazione agli Emmy Awards alla comunità LGBT.
Al suo secondo trionfo consecutivo agli Emmy grazie alla sua interpretazione di Maura Pfefferman (Moira nella versione originale), una transgender alle prese con il difficile passaggio d’identità dalla sua vita precedente – il professore universitario e padre di famiglia Mort Pfefferman – al momento della premiazione, l’attore ha voluto appellarsi alle alte sfere di Hollywood, chiedendo che agli artisti transgender vengano concesse più chance per dimostrare il loro talento sul grande schermo: «Ve lo dirò senza giri di parole: a voi produttori e proprietari di network là fuori, date ai talenti transgender una possibilità, dategli audizioni, fategli raccontare la loro storia». «Sarei felice di essere l’ultimo uomo cisgender a recitare la parte di una donna transgender», ha continuato Tambor.
Alla serata era presente anche la star di Orange Is The New Black Laverne Cox, la prima attrice dichiaratamente transgender a ricevere una nomination agli Emmy nel 2014: «Date agli attori trans delle occasioni di dar prova del loro talento – ha voluto commentare Cox – non sarei qui questa sera se non mi fosse stata data una possibilità».
Curioso, inoltre, che due fra gli attori insigniti dell’Emmy in questa edizione recitino nei panni di figure femminili: oltre a Tambor, infatti, è stato premiato Louie Anderson, cui è andato il riconoscimento come miglior attore coprotagonista per l’interpretazione di Christine Baskets nella serie comedy Baskets.
Premiata anche la creatrice di Transgender Jill Soloway, che durante il discorso di ringraziamento ha sottolineato l’importanza che anche alle storie di personaggi ai margini della società debba esser concessa l’opportunità di essere portate sullo schermo.
«Quando al centro della trama viene messa una persona di colore, una persona queer o transgender, si contribuisce a cambiare il mondo – ha detto Soloway – ho sempre voluto far parte di un movimento in difesa dei diritti civili e questa serie Tv mi ha permesso di realizzare il sogno di rendere eroi le persone queer e trans. Ringrazio la comunità transgender per essere ciò che sono, bisogna fermare la violenza e i pregiudizi che queste persone subiscono ogni giorno!».
CLICCANDO QUI POTRAI VEDERE IL VIDEO DELLA PREMIAZIONE
fonte: http://www.rollingstone.it/cultura/ Fonte foto: Facebook
Jeffrey Tambor, l’attore della serie tv Transparent, ha voluto dedicare il discorso di premiazione agli Emmy Awards alla comunità LGBT.
Al suo secondo trionfo consecutivo agli Emmy grazie alla sua interpretazione di Maura Pfefferman (Moira nella versione originale), una transgender alle prese con il difficile passaggio d’identità dalla sua vita precedente – il professore universitario e padre di famiglia Mort Pfefferman – al momento della premiazione, l’attore ha voluto appellarsi alle alte sfere di Hollywood, chiedendo che agli artisti transgender vengano concesse più chance per dimostrare il loro talento sul grande schermo: «Ve lo dirò senza giri di parole: a voi produttori e proprietari di network là fuori, date ai talenti transgender una possibilità, dategli audizioni, fategli raccontare la loro storia». «Sarei felice di essere l’ultimo uomo cisgender a recitare la parte di una donna transgender», ha continuato Tambor.
Alla serata era presente anche la star di Orange Is The New Black Laverne Cox, la prima attrice dichiaratamente transgender a ricevere una nomination agli Emmy nel 2014: «Date agli attori trans delle occasioni di dar prova del loro talento – ha voluto commentare Cox – non sarei qui questa sera se non mi fosse stata data una possibilità».
Curioso, inoltre, che due fra gli attori insigniti dell’Emmy in questa edizione recitino nei panni di figure femminili: oltre a Tambor, infatti, è stato premiato Louie Anderson, cui è andato il riconoscimento come miglior attore coprotagonista per l’interpretazione di Christine Baskets nella serie comedy Baskets.
Premiata anche la creatrice di Transgender Jill Soloway, che durante il discorso di ringraziamento ha sottolineato l’importanza che anche alle storie di personaggi ai margini della società debba esser concessa l’opportunità di essere portate sullo schermo.
«Quando al centro della trama viene messa una persona di colore, una persona queer o transgender, si contribuisce a cambiare il mondo – ha detto Soloway – ho sempre voluto far parte di un movimento in difesa dei diritti civili e questa serie Tv mi ha permesso di realizzare il sogno di rendere eroi le persone queer e trans. Ringrazio la comunità transgender per essere ciò che sono, bisogna fermare la violenza e i pregiudizi che queste persone subiscono ogni giorno!».
CLICCANDO QUI POTRAI VEDERE IL VIDEO DELLA PREMIAZIONE
fonte: http://www.rollingstone.it/cultura/ Fonte foto: Facebook
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mercoledì 14 settembre 2016
Lgbt: A Venezia la mostra CULTURE CHANEL "La donna che legge" dal 17 settembre all’8 gennaio 2017
Dal 17 settembre 2016 all’8 gennaio 2017, Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia, ospiterà la mostra CULTURE CHANEL, La donna che legge. Settimo episodio di un progetto espositivo che vuole evocare l’universo creativo di Gabrielle Chanel, nell’ottica inedita del suo rapporto con il libro e la lettura.
Il pubblico avrà, per la prima volta, accesso alla biblioteca della stilista. La mostra gioca su analogie e corrispondenze visive che mettono in luce, in una prospettiva contemporanea, le relazioni di Chanel con l'arte della scrittura.
Fin dall'esordio avvenuto nel 2007, il progetto CULTURE CHANEL si definisce “una collezione di mostre”: ogni singolo evento fa parte di un progetto unico ideato ed elaborato dal direttore artistico Jean-Louis Froment.
Il percorso non poteva che approdare a Venezia, fra i principali luoghi d’ ispirazione della fashion designer, dopo aver toccato Mosca, Shanghai, Pechino, Canton, Parigi e Seul. Mediante la scelta di un tema, di volta in volta diverso, il progetto affronta la storia singolare di Gabrielle Chanel e della maison omonima. Un itinerario che attraversa il XX secolo e continua, ancor oggi, a scrivere capitoli di stile nel “volume” della contemporaneità, traendo gran parte della sua forza dal radicamento nella cultura del proprio tempo.
In scena, in Laguna, una poetica che trova echi nell'estetica e in una peculiare visione dell'atto della creazione. Dediche, archivi, fotografie, quadri, disegni si mescolano con realizzazioni di moda che svelano, proprio come in un racconto stampato, il vocabolario estetico di Mademoiselle, il suo gusto per il classicismo e il barocco, l’amore per la Russia e per gli ori di Venezia. Dai classici greci ai poeti moderni, la fornitissima biblioteca di Chanel svela opere che ne hanno segnato la vita e modellato la personalità di quella che fu, non solo un'icona di stile, fondatrice di un impero di moda, ma anche un'accanita lettrice. Il risultato è una riscrittura visuale espressa attraverso il linguaggio della moda. Determinanti i rapporti che Mademoiselle ha coltivato, per tutta la vita, con alcuni tra i più grandi artisti della sua epoca. Amicizie, conversazioni, scambi hanno nutrito le sue riflessioni quindi le sue creazioni. Un vocabolario formale che ha forgiato lo stile CHANEL, un'identità singolare sviluppata e costantemente arricchita a partire dai suoi principi costitutivi.
Oggetti d’arte provenienti dall'appartamento parigino saranno esposti per la prima volta insieme a gioielli e a profumi, per un totale di circa 350 pezzi che vanno considerati come tessere di un puzzle che ricostruisce il ritratto intimo di una donna, e creativa, che ha saputo fare della propria vita un racconto seducente e accattivante, abbellito da tratti leggendari.
Nell'appartamento al 31 di rue Cambon, di fronte agli scaffali di libri si trovano le iscrizioni dei pannelli di lacca di Coromandel, presenza rassicurante degli scritti che l'hanno sempre accompagnata, rivelando ciò che può significare la costruzione di un progetto di vita e di un'opera imprenditoriale.
Dalla solitudine degli anni trascorsi nell’orfanotrofio di Aubazine, fino alla fine dei suoi giorni, alcuni libri e i loro autori hanno guidato il percorso di vita e professionale della stilista, nutrendo il suo immaginario e istruendola su come imporre la propria visione nel tempo, e non solo nel suo tempo.
Questo dialogo attraverso le epoche, che va dall’antichità fino ad autori più contemporanei, è costellato di riferimenti agli scritti di Omero, Platone, Virgilio, Sofocle, Lucrezio, Dante, Montaigne, Cervantes, Madame de Sévigné, Stéphane Mallarmé, ed entra in relazione con gli scrittori e poeti che la stessa Chanel ha frequentato e apprezzato, come Pierre Reverdy, Max Jacob o Jean Cocteau.
Fonte: scritto da Maura Babusci per http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli
Il pubblico avrà, per la prima volta, accesso alla biblioteca della stilista. La mostra gioca su analogie e corrispondenze visive che mettono in luce, in una prospettiva contemporanea, le relazioni di Chanel con l'arte della scrittura.
Fin dall'esordio avvenuto nel 2007, il progetto CULTURE CHANEL si definisce “una collezione di mostre”: ogni singolo evento fa parte di un progetto unico ideato ed elaborato dal direttore artistico Jean-Louis Froment.
Il percorso non poteva che approdare a Venezia, fra i principali luoghi d’ ispirazione della fashion designer, dopo aver toccato Mosca, Shanghai, Pechino, Canton, Parigi e Seul. Mediante la scelta di un tema, di volta in volta diverso, il progetto affronta la storia singolare di Gabrielle Chanel e della maison omonima. Un itinerario che attraversa il XX secolo e continua, ancor oggi, a scrivere capitoli di stile nel “volume” della contemporaneità, traendo gran parte della sua forza dal radicamento nella cultura del proprio tempo.
In scena, in Laguna, una poetica che trova echi nell'estetica e in una peculiare visione dell'atto della creazione. Dediche, archivi, fotografie, quadri, disegni si mescolano con realizzazioni di moda che svelano, proprio come in un racconto stampato, il vocabolario estetico di Mademoiselle, il suo gusto per il classicismo e il barocco, l’amore per la Russia e per gli ori di Venezia. Dai classici greci ai poeti moderni, la fornitissima biblioteca di Chanel svela opere che ne hanno segnato la vita e modellato la personalità di quella che fu, non solo un'icona di stile, fondatrice di un impero di moda, ma anche un'accanita lettrice. Il risultato è una riscrittura visuale espressa attraverso il linguaggio della moda. Determinanti i rapporti che Mademoiselle ha coltivato, per tutta la vita, con alcuni tra i più grandi artisti della sua epoca. Amicizie, conversazioni, scambi hanno nutrito le sue riflessioni quindi le sue creazioni. Un vocabolario formale che ha forgiato lo stile CHANEL, un'identità singolare sviluppata e costantemente arricchita a partire dai suoi principi costitutivi.
Oggetti d’arte provenienti dall'appartamento parigino saranno esposti per la prima volta insieme a gioielli e a profumi, per un totale di circa 350 pezzi che vanno considerati come tessere di un puzzle che ricostruisce il ritratto intimo di una donna, e creativa, che ha saputo fare della propria vita un racconto seducente e accattivante, abbellito da tratti leggendari.
Nell'appartamento al 31 di rue Cambon, di fronte agli scaffali di libri si trovano le iscrizioni dei pannelli di lacca di Coromandel, presenza rassicurante degli scritti che l'hanno sempre accompagnata, rivelando ciò che può significare la costruzione di un progetto di vita e di un'opera imprenditoriale.
Dalla solitudine degli anni trascorsi nell’orfanotrofio di Aubazine, fino alla fine dei suoi giorni, alcuni libri e i loro autori hanno guidato il percorso di vita e professionale della stilista, nutrendo il suo immaginario e istruendola su come imporre la propria visione nel tempo, e non solo nel suo tempo.
Questo dialogo attraverso le epoche, che va dall’antichità fino ad autori più contemporanei, è costellato di riferimenti agli scritti di Omero, Platone, Virgilio, Sofocle, Lucrezio, Dante, Montaigne, Cervantes, Madame de Sévigné, Stéphane Mallarmé, ed entra in relazione con gli scrittori e poeti che la stessa Chanel ha frequentato e apprezzato, come Pierre Reverdy, Max Jacob o Jean Cocteau.
Fonte: scritto da Maura Babusci per http://www.affaritaliani.it/culturaspettacoli
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martedì 12 luglio 2016
Lgbt: A Roma la presentazione del libro "Alejandro González Iñárritu - Metafisica e metacinema" di Fabio Morici. Ex Dogana martedì 19 luglio
"Alejandro González Iñárritu - Metafisica e metacinema", di Fabio Morici
Prefazione: Silvia Scola
Intervengono insieme a Fabio Morici: MICHELA ANDREOZZI (attrice e regista);
SILVIA LEONZI e GIOVANNO CIOFALO, docenti del Dipartimento Coris, Sapienza; direttori della collana Ciak si scrive di Sovera Edizioni.
Alejandro González Iñárritu si è imposto all'attenzione mondiale fin dal suo esordio: Amores perros, la sua opera prima, riceve subito la nomination agli Oscar come Miglior Film Straniero. Poi 21 grammi, Babel, Biutiful, Birdman, Revenant: i suoi film hanno sempre ottenuto candidature e premi a livello internazionale. Il suo è un cinema intenso fatto di personaggi tormentati, storie difficili narrate in modo complesso.
Racconta la solitudine, il dolore, il decadimento interiore, la violenza, la vendetta, il senso di colpa, l’espiazione, la redenzione. Iñárritu ci mostra come gli individui si comportano quando sono spinti al limite, come affrontano la paura, la tragedia, la morte. Un'indagine profonda dell'essere umano, un viaggio ai confini dell’esistenza.
Proprio questa indagine è l'oggetto di studio del libro che, a sua volta, è un viaggio nei film del regista. Come si legge nella premessa del libro stesso: “Lo sguardo sui film andrà molto al di là dei film stessi. Lo scopo di questo libro non è studiare le opere da un punto di vista tecnico (non parlerò di luci, ottiche, dolly...), né sviscerare la struttura narrativa in senso stretto (non nominerò i tre atti, i turning point, l’arco di trasformazione...). Partirò dai film per spingermi il più lontano possibile, seguendo le connotazioni, le suggestioni, le riflessioni, gli echi, le risonanze e i riverberi che i film hanno evocato in me. Un viaggio ai confini del senso, tra letteratura, poesia, matematica, fisica, filosofia, metafisica. Perché i film di Iñárritu contengono tutte queste cose.”
Fabio Morici è un attore e autore attivo in diversi settori: cinema, tv, teatro, radio, web. Tra le sue pubblicazioni, il saggio La Sitcom (Gremese, 2010), il romanzo Appena il tempo di andar via (Albatros, 2013), il testo teatrale Nato in una notte di tempesta (Eranuova, 2014). www.fabiomorici.it
INFO: Ex Dogana - Via dello Scalo San Lorenzo, 10, Roma
Un evento organizzato da Altroquando con Giufà Libreria Caffe' al Summer Kino
fonte: evento Altroquando
Prefazione: Silvia Scola
Intervengono insieme a Fabio Morici: MICHELA ANDREOZZI (attrice e regista);
SILVIA LEONZI e GIOVANNO CIOFALO, docenti del Dipartimento Coris, Sapienza; direttori della collana Ciak si scrive di Sovera Edizioni.
Alejandro González Iñárritu si è imposto all'attenzione mondiale fin dal suo esordio: Amores perros, la sua opera prima, riceve subito la nomination agli Oscar come Miglior Film Straniero. Poi 21 grammi, Babel, Biutiful, Birdman, Revenant: i suoi film hanno sempre ottenuto candidature e premi a livello internazionale. Il suo è un cinema intenso fatto di personaggi tormentati, storie difficili narrate in modo complesso.
Racconta la solitudine, il dolore, il decadimento interiore, la violenza, la vendetta, il senso di colpa, l’espiazione, la redenzione. Iñárritu ci mostra come gli individui si comportano quando sono spinti al limite, come affrontano la paura, la tragedia, la morte. Un'indagine profonda dell'essere umano, un viaggio ai confini dell’esistenza.
Proprio questa indagine è l'oggetto di studio del libro che, a sua volta, è un viaggio nei film del regista. Come si legge nella premessa del libro stesso: “Lo sguardo sui film andrà molto al di là dei film stessi. Lo scopo di questo libro non è studiare le opere da un punto di vista tecnico (non parlerò di luci, ottiche, dolly...), né sviscerare la struttura narrativa in senso stretto (non nominerò i tre atti, i turning point, l’arco di trasformazione...). Partirò dai film per spingermi il più lontano possibile, seguendo le connotazioni, le suggestioni, le riflessioni, gli echi, le risonanze e i riverberi che i film hanno evocato in me. Un viaggio ai confini del senso, tra letteratura, poesia, matematica, fisica, filosofia, metafisica. Perché i film di Iñárritu contengono tutte queste cose.”
Fabio Morici è un attore e autore attivo in diversi settori: cinema, tv, teatro, radio, web. Tra le sue pubblicazioni, il saggio La Sitcom (Gremese, 2010), il romanzo Appena il tempo di andar via (Albatros, 2013), il testo teatrale Nato in una notte di tempesta (Eranuova, 2014). www.fabiomorici.it
INFO: Ex Dogana - Via dello Scalo San Lorenzo, 10, Roma
Un evento organizzato da Altroquando con Giufà Libreria Caffe' al Summer Kino
fonte: evento Altroquando
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lunedì 11 luglio 2016
Lgbt:Firenze. Il sindaco Nardella consegna Le Chiavi della Città all'artista Bob Wilson
In foto: La consegna a Palazzo Strozzi da parte del sindaco Nardella
Il sindaco Dario Nardella ha consegnato le Chiavi della Città al grande artista contemporaneo Bob Wilson, in riconoscimento delle sue straordinarie ricerche in campo artistico come regista, coreografo, attore, video artista, light artist e in particolare per il suo fondamentale ruolo nella storia del teatro contemporaneo.
La cerimonia si è svolta presso la Sala Ferri di Palazzo Strozzi. Successivamente Bob Wilson ha tenuto una conferenza insieme al direttore della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino e all’artista Isaac Julian. Modera Kasia Redzisz, senior curator della Tate di Liverpool.
“Sono davvero onorato e felice di consegnare le Chiavi della Città di Firenze al maestro Bob Wilson – ha affermato il sindaco Nardella -, figura davvero unica e trasversale nelle arti contemporanee. Il nostro è un riconoscimento che conferma e prosegue il virtuoso rapporto di scambio tra la produzione artistica contemporanea e la profonde radici della nostra città”.
“Sono davvero lieto che la città di Firenze riconosca questa prestigiosa onorificenza a Bob Wilson – ha dichiarato Galansino -, un artista eclettico, la cui opera dalla fine degli anni’60 è stata una guida per il teatro moderno e contemporaneo. Wilson è in grado di accostare mondi diversi e di spaziare dalle arti visive a quelle performative con un’altissima intensità estetica e una grande potenza emotiva”.
fonte: http://www.darionardella.it/le-chiavi-della-citta-bob-wilson/
Il sindaco Dario Nardella ha consegnato le Chiavi della Città al grande artista contemporaneo Bob Wilson, in riconoscimento delle sue straordinarie ricerche in campo artistico come regista, coreografo, attore, video artista, light artist e in particolare per il suo fondamentale ruolo nella storia del teatro contemporaneo.
La cerimonia si è svolta presso la Sala Ferri di Palazzo Strozzi. Successivamente Bob Wilson ha tenuto una conferenza insieme al direttore della Fondazione Palazzo Strozzi Arturo Galansino e all’artista Isaac Julian. Modera Kasia Redzisz, senior curator della Tate di Liverpool.
“Sono davvero onorato e felice di consegnare le Chiavi della Città di Firenze al maestro Bob Wilson – ha affermato il sindaco Nardella -, figura davvero unica e trasversale nelle arti contemporanee. Il nostro è un riconoscimento che conferma e prosegue il virtuoso rapporto di scambio tra la produzione artistica contemporanea e la profonde radici della nostra città”.
“Sono davvero lieto che la città di Firenze riconosca questa prestigiosa onorificenza a Bob Wilson – ha dichiarato Galansino -, un artista eclettico, la cui opera dalla fine degli anni’60 è stata una guida per il teatro moderno e contemporaneo. Wilson è in grado di accostare mondi diversi e di spaziare dalle arti visive a quelle performative con un’altissima intensità estetica e una grande potenza emotiva”.
fonte: http://www.darionardella.it/le-chiavi-della-citta-bob-wilson/
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Lgbt: A Napoli “Gender roles, gender cages and surroundings” di Paolo Valerio. Al Castel dell’Ovo il 12 Luglio alle ore 17:30,
Il giorno 12 Luglio alle ore 17.30, presso il Castel dell’Ovo di Napoli, Salone delle Carceri, avrà luogo il vernissage della mostra personale di Paolo Valerio “Gender roles, gender cages and surroundings” a cura di Raffaele Loffredo, autore anche del testo critico che l’accompagna.
La mostra prevederà diverse installazioni e sculture dell’artista e - in occasione dell’inaugurazione - una live performance, le opere saranno visitabili fino al 10 Agosto 2016.
La creatività, rappresenta per Valerio, un processo che implica passaggi, salti, in cui collegandosi al mondo infantile del gioco, coglie l'esteticità dell'oggetto. Risulta evidente l'attrazione per le qualità e capacità intrinseche della materia di stampo poverista, ma le sue corde, cime, oggetti di scarto, plastiche vengono assemblate in gabbie di reti cilindriche. Le sue reti sono sinapsi, intese non a livello biologico (come connessioni tra neuroni), bensì come blocchi, difese, aree dell'inconscio, le vulnerabilità dell'io rispetto ai contesti.
Lo scenario è la zona flegrea di Lucrino (Pozzuoli) dove si reca nel fine settimana da alcuni anni per osservare gli oggetti che la natura marittima gli offre – su spiagge, anfratti, scogliere – e successivamente sceglierli, dargli dignità attraverso le sue composizioni dopo che il mare, tramite la sua azione corrosiva, ha già creato e modellato autonomamente le sue forme riappropriandosi del materiale; salsedine, conchiglie, alghe che plasmano le forme, sono elementi ricorrenti di sculture che prendono forma nell'atto fisico della produzione, una pratica quindi che si consolida come condizione necessaria del suo essere.
Paolo Valerio come in un ready-made 2.0 recupera, decontestualizza, le sue reti però sottendono un corto circuito visivo e rappresentano gabbie di genere: il gender, l'intersessualità sono tra i temi principali della sua ricerca universitaria da diversi anni (è Professore ordinario di Psicologia clinica alla Facoltà di Medicina di Napoli); sono prigioni dalle quali, secondo l'artista, dovremmo liberarci, specchio di una cultura profondamente binaria.
Differenza e non diversità, come risorsa da valorizzare, l'arte di Paolo Valerio rappresenta un pretesto per riflessioni su suoi vissuti eterogenei, momenti della vita, come se avesse un filtro naturale che non gli consente di vedere il brutto della monnezza, trova la sua soggettività nell'opera esattamente come in una poesia dove concepisce ogni fune, ogni oggetto come una lettera.
“La mia attività – afferma l'artista – mi permette di contattare pensieri impensabili dedicando tempo a me stesso ed al gioco, una parte di me bambino, un atto puerile che lascia una traccia e mi induce a pensare e non soltanto fare (non il fare per non pensare)”.
Valerio dunque si mette in contatto con i suoi blocchi, le sue aree di “interior junk”, non da buttare ma anche da amare in quanto facenti parte di lui; il contenitore è la sua casa ma l'opera proviene dalla natura, sovente infatti va alla ricerca di luoghi in solitudine per assemblare, sciogliere i nodi per poi riassemblarli, tagliare quelli troppo insolubili che spesso come nella vita è meglio interrompere, con la costante consapevolezza che il modo in cui un soggetto esprime l'amore non è mai il modo in cui l'altro desidera essere amato. Contaminazione tra arte e psichiatria, la stridenza tra arte e lavoro scientifico, la volontà di rimettersi in gioco con un vocabolario plastico differente, sono tra le caratteristiche dell'artista. “Gender cages”, “Dark side of the mind”, “About Tarantina” sono tra i titoli delle sue installazioni che gli consentono di toccare temi a lui cari come l'omofobia, i femminielli (tema di un suo recente volume dal titolo Genere:femminielli ); o anche la poetica del sentirsi mai abbastanza nel ciclo “Never Enought”, l'utilizzo dell'accezione Wildiana del verde come colore della diversità in “Green butterfly”.
La mostra è realizzata dalla Fondazione Genere Identità Cultura in collaborazione con la Fondazione Arti Napoli.
Il vernissage sarà arricchito dai prodotti vinicoli della SL Group di Luigi Sarracino e dallo street food di Italiam, start up dedicata ai prodotti tipici della tradizione napoletana.
Orari mostra:
Dal lunedi al venerdi dalle ore 9:00 alle ore 19:00 - ultimo accesso ore 18:45
Domenica dalle ore 9:00 alle ore 14:00 - ultimo accesso ore 13:15. Ingresso gratuito.
fonte: evento fb
La mostra prevederà diverse installazioni e sculture dell’artista e - in occasione dell’inaugurazione - una live performance, le opere saranno visitabili fino al 10 Agosto 2016.
La creatività, rappresenta per Valerio, un processo che implica passaggi, salti, in cui collegandosi al mondo infantile del gioco, coglie l'esteticità dell'oggetto. Risulta evidente l'attrazione per le qualità e capacità intrinseche della materia di stampo poverista, ma le sue corde, cime, oggetti di scarto, plastiche vengono assemblate in gabbie di reti cilindriche. Le sue reti sono sinapsi, intese non a livello biologico (come connessioni tra neuroni), bensì come blocchi, difese, aree dell'inconscio, le vulnerabilità dell'io rispetto ai contesti.
Lo scenario è la zona flegrea di Lucrino (Pozzuoli) dove si reca nel fine settimana da alcuni anni per osservare gli oggetti che la natura marittima gli offre – su spiagge, anfratti, scogliere – e successivamente sceglierli, dargli dignità attraverso le sue composizioni dopo che il mare, tramite la sua azione corrosiva, ha già creato e modellato autonomamente le sue forme riappropriandosi del materiale; salsedine, conchiglie, alghe che plasmano le forme, sono elementi ricorrenti di sculture che prendono forma nell'atto fisico della produzione, una pratica quindi che si consolida come condizione necessaria del suo essere.
Paolo Valerio come in un ready-made 2.0 recupera, decontestualizza, le sue reti però sottendono un corto circuito visivo e rappresentano gabbie di genere: il gender, l'intersessualità sono tra i temi principali della sua ricerca universitaria da diversi anni (è Professore ordinario di Psicologia clinica alla Facoltà di Medicina di Napoli); sono prigioni dalle quali, secondo l'artista, dovremmo liberarci, specchio di una cultura profondamente binaria.
Differenza e non diversità, come risorsa da valorizzare, l'arte di Paolo Valerio rappresenta un pretesto per riflessioni su suoi vissuti eterogenei, momenti della vita, come se avesse un filtro naturale che non gli consente di vedere il brutto della monnezza, trova la sua soggettività nell'opera esattamente come in una poesia dove concepisce ogni fune, ogni oggetto come una lettera.
“La mia attività – afferma l'artista – mi permette di contattare pensieri impensabili dedicando tempo a me stesso ed al gioco, una parte di me bambino, un atto puerile che lascia una traccia e mi induce a pensare e non soltanto fare (non il fare per non pensare)”.
Valerio dunque si mette in contatto con i suoi blocchi, le sue aree di “interior junk”, non da buttare ma anche da amare in quanto facenti parte di lui; il contenitore è la sua casa ma l'opera proviene dalla natura, sovente infatti va alla ricerca di luoghi in solitudine per assemblare, sciogliere i nodi per poi riassemblarli, tagliare quelli troppo insolubili che spesso come nella vita è meglio interrompere, con la costante consapevolezza che il modo in cui un soggetto esprime l'amore non è mai il modo in cui l'altro desidera essere amato. Contaminazione tra arte e psichiatria, la stridenza tra arte e lavoro scientifico, la volontà di rimettersi in gioco con un vocabolario plastico differente, sono tra le caratteristiche dell'artista. “Gender cages”, “Dark side of the mind”, “About Tarantina” sono tra i titoli delle sue installazioni che gli consentono di toccare temi a lui cari come l'omofobia, i femminielli (tema di un suo recente volume dal titolo Genere:femminielli ); o anche la poetica del sentirsi mai abbastanza nel ciclo “Never Enought”, l'utilizzo dell'accezione Wildiana del verde come colore della diversità in “Green butterfly”.
La mostra è realizzata dalla Fondazione Genere Identità Cultura in collaborazione con la Fondazione Arti Napoli.
Il vernissage sarà arricchito dai prodotti vinicoli della SL Group di Luigi Sarracino e dallo street food di Italiam, start up dedicata ai prodotti tipici della tradizione napoletana.
Orari mostra:
Dal lunedi al venerdi dalle ore 9:00 alle ore 19:00 - ultimo accesso ore 18:45
Domenica dalle ore 9:00 alle ore 14:00 - ultimo accesso ore 13:15. Ingresso gratuito.
fonte: evento fb
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Lgbt: A Roma il 21 luglio la proiezione di “BREAKFAST ON PLUTO” di Neil Jordan
Libellula, La Città dell’Utopia e Beyond Differences Onlus sono lieti di invitarvi il giorno 21 luglio 2016 alle ore 19.00 presso la Città dell’Utopia in via Valeriano 3/F (zona metro San Paolo) a Roma per la proiezione del film “BREAKFAST ON PLUTO”
Ambientato nell’Irlanda degli anni ’70 e tratto dall'omonimo romanzo di Patrick Mccabe, Breakfast on Pluto racconta la storia di Patrick "Kitten" Braden.
Patrick cresce con uno spasmodico desiderio di diventare donna e di incontrare prima o poi la sua vera madre, di cui sa solo che è fuggita a Londra per cercare fortuna. Mentre l'IRA miete vittime in Irlanda e lo spettro del terrorismo si fa via via sempre più incombente, Patrick, divenuto Kitten, si trasferisce nella Swinging London alla ricerca della madre e di un posto in cui le sue stravaganze vengano finalmente accettate e comprese.
Alla fine del film ci sarà spazio per approfondimenti e un confronto tra tutti i partecipanti.
Parteciperanno all’evento gli operatori dello Sportello di Ascolto di LIBELLULA, gli operatori del SAIFIP (Servizio per l’Adeguamento dell’Identità Fisica e dell’Identità Psichica) e i responsabili di LILI-linea trans del cco Mario Mieli. fonte: evento fb
Ambientato nell’Irlanda degli anni ’70 e tratto dall'omonimo romanzo di Patrick Mccabe, Breakfast on Pluto racconta la storia di Patrick "Kitten" Braden.
Patrick cresce con uno spasmodico desiderio di diventare donna e di incontrare prima o poi la sua vera madre, di cui sa solo che è fuggita a Londra per cercare fortuna. Mentre l'IRA miete vittime in Irlanda e lo spettro del terrorismo si fa via via sempre più incombente, Patrick, divenuto Kitten, si trasferisce nella Swinging London alla ricerca della madre e di un posto in cui le sue stravaganze vengano finalmente accettate e comprese.
Alla fine del film ci sarà spazio per approfondimenti e un confronto tra tutti i partecipanti.
Parteciperanno all’evento gli operatori dello Sportello di Ascolto di LIBELLULA, gli operatori del SAIFIP (Servizio per l’Adeguamento dell’Identità Fisica e dell’Identità Psichica) e i responsabili di LILI-linea trans del cco Mario Mieli. fonte: evento fb
lunedì 27 giugno 2016
Lgbt: Veronica Pivetti ed il suo film "Né Giulietta, Né Romeo" il 3 luglio ad Aradeo (Lecce) al Teatro Comunale "D. Modugno"
Giovanni Minerba: "Per Domenica 3 Luglio ho voluto VERONICA PIVETTI ad Aradeo (Lecce) per presentare il suo film "Né Giulietta, Né Romeo", alle 20.30 al Teatro Comunale "D. Modugno".
"Tra le commedie italiane che in questi ultimi anni hanno scoperto il mondo LGBT, e non sono state poche, questa è sicuramente una delle più riuscite, delle più fresche ed originali, capace di parlare ad un vasto pubblico, riuscendo a divertire mentre fa chiarezza su tanti aspetti e contraddizioni della nostra società.
Come spiega l’autrice Pivetti: “Può una famiglia evoluta, progressista, alternativa al punto giusto, saltare per aria di fronte alla scoperta di un figlio omosessuale? Purtroppo sì, anche se siamo nel 2015" (cit.Cinemagay.it).
Amici Salentini vi aspetto!!!
fonte: evento fb
"Tra le commedie italiane che in questi ultimi anni hanno scoperto il mondo LGBT, e non sono state poche, questa è sicuramente una delle più riuscite, delle più fresche ed originali, capace di parlare ad un vasto pubblico, riuscendo a divertire mentre fa chiarezza su tanti aspetti e contraddizioni della nostra società.
Come spiega l’autrice Pivetti: “Può una famiglia evoluta, progressista, alternativa al punto giusto, saltare per aria di fronte alla scoperta di un figlio omosessuale? Purtroppo sì, anche se siamo nel 2015" (cit.Cinemagay.it).
Amici Salentini vi aspetto!!!
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Lgbt: "Due mari di diritti", tutto pronto per il Puglia Pride a Taranto per il prossimo 2 luglio
Una sfilata per far uscire da tutti gli isolamenti. E’ l’obiettivo degli organizzatori della manifestazione “Puglia Pride” che si terrà a Taranto il prossimo 2 luglio.
"Rivendichiamo diritti per tutti — spiega Luigi Pignatelli, di Arcigay Taranto — questo sarà un everybody pride, l’orgoglio di tutte le diversità". L’intenzione è chiara, anche se magari disorientante per chi vede il Pride come l’occasione di una comunità per ritrovarsi e di tutti gli altri per riflettere sui diritti ancora da conquistare. Tuttavia il risultato potrebbe essere una partecipazione ancora più massiccia rispetto alle ultime sfilate regionali: nel 2014 sono stati circa tremila a sfilare tra i perplessi leccesi; nel 2015 "Fuggi a Foggia" ha richiamato diecimila manifestanti e ha visto una città apertamente contagiata dalla festa.
Quella programmata nel capoluogo ionico, infatti, sarà una manifestazione trasversale, che rappresenta tutte le diversità. Quelle di orientamento sessuale — all’omosessualità sono affiancate nella rivendicazione bisessualità, transessualità, intersessualità — ma anche quelle sociali, dei tarantini che si sentono emarginati, stretti come sono tra il bisogno di lavoro e il diritto alla salute. "Ambiente, lavoro, salute sono i tre punti focali", rivela Miki Formisano, portavoce del Puglia pride.
Inoltre gli organizzatori puntano i riflettori sul “caso Taranto”.
La voglia di far uscire Taranto dal suo drammatico isolamento, già testimoniata dalle folle che partecipano al concerto del primo maggio "alternativo" al tradizionale appuntamento di piazza San Giovanni a Roma, organizzato dai sindacati, potrebbe portare per strada nel nome di "Due mari di diritti", slogan di quest’anno, un numero ancora maggiore di manifestanti.
Sebbene, fin qui, la risposta soprattutto degli artisti sia stata tiepida, lamenta Rosa Perrucci, una degli organizzatori. Così tiepida che a far da padrino all’evento pugliese è stato chiamato il senatore del Pd Sergio Lo Giudice, secondo firmatario della legge sulle unioni civili e esponente delle famiglie Arcobaleno. E tuttavia, proprio per la sua collocazione politica, considerato divisivo da una comunità piuttosto allergica alle bandiere di partito.
Proprio nelle ultime ore è iniziato il cammino della legge regionale contro l’omofobia, sostenuto dal presidente della Regione Michele Emiliano. La sua consigliera politica Titti De Simone, infatti, ha avviato la fase di consultazione proprio con le associazioni promotrici del Pride.
Fonte:TarantoSette via http://leccesette.it/
"Rivendichiamo diritti per tutti — spiega Luigi Pignatelli, di Arcigay Taranto — questo sarà un everybody pride, l’orgoglio di tutte le diversità". L’intenzione è chiara, anche se magari disorientante per chi vede il Pride come l’occasione di una comunità per ritrovarsi e di tutti gli altri per riflettere sui diritti ancora da conquistare. Tuttavia il risultato potrebbe essere una partecipazione ancora più massiccia rispetto alle ultime sfilate regionali: nel 2014 sono stati circa tremila a sfilare tra i perplessi leccesi; nel 2015 "Fuggi a Foggia" ha richiamato diecimila manifestanti e ha visto una città apertamente contagiata dalla festa.
Quella programmata nel capoluogo ionico, infatti, sarà una manifestazione trasversale, che rappresenta tutte le diversità. Quelle di orientamento sessuale — all’omosessualità sono affiancate nella rivendicazione bisessualità, transessualità, intersessualità — ma anche quelle sociali, dei tarantini che si sentono emarginati, stretti come sono tra il bisogno di lavoro e il diritto alla salute. "Ambiente, lavoro, salute sono i tre punti focali", rivela Miki Formisano, portavoce del Puglia pride.
Inoltre gli organizzatori puntano i riflettori sul “caso Taranto”.
La voglia di far uscire Taranto dal suo drammatico isolamento, già testimoniata dalle folle che partecipano al concerto del primo maggio "alternativo" al tradizionale appuntamento di piazza San Giovanni a Roma, organizzato dai sindacati, potrebbe portare per strada nel nome di "Due mari di diritti", slogan di quest’anno, un numero ancora maggiore di manifestanti.
Sebbene, fin qui, la risposta soprattutto degli artisti sia stata tiepida, lamenta Rosa Perrucci, una degli organizzatori. Così tiepida che a far da padrino all’evento pugliese è stato chiamato il senatore del Pd Sergio Lo Giudice, secondo firmatario della legge sulle unioni civili e esponente delle famiglie Arcobaleno. E tuttavia, proprio per la sua collocazione politica, considerato divisivo da una comunità piuttosto allergica alle bandiere di partito.
Proprio nelle ultime ore è iniziato il cammino della legge regionale contro l’omofobia, sostenuto dal presidente della Regione Michele Emiliano. La sua consigliera politica Titti De Simone, infatti, ha avviato la fase di consultazione proprio con le associazioni promotrici del Pride.
Fonte:TarantoSette via http://leccesette.it/
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domenica 26 giugno 2016
Lgbt: Questionario "RILEVAMENTO DATI STUDIO/LAVORO PER PERSONE TRANS E GENDER VARIANT"
MOTIVAZIONI
Le persone trans/transgender sono spesso bersaglio di discriminazioni sociali che limitano e talora impediscono l’accesso al mercato del lavoro e la fruibilità di percorsi scolastici e accademici. Può accadere che queste persone sia in ambito scolastico/universitario che lavorativo non rivelino la propria condizione per timore delle ripercussioni sul loro inserimento e sulla convivenza con le altre persone.
Anche per questa ragione i dati relativi alle persone T*/GV non sono individuati e sono di solito contemplati nelle statistiche complessive della popolazione lgbt (come ad esempio le indagini Istat) senza entrare nel merito della loro specificità.
Si evidenzia in tal senso la mancanza di dati certi sulle attività svolte dalle persone T*/GV per ciò che concerne i percorsi di studio, i titoli acquisiti, l’accesso e l’inserimento lavorativo.
Per poter cominciare a mappare la realtà quotidiana della comunità trans/transgender come SAT PINK proponiamo un questionario che consenta di raccogliere i dati relativi proprio a ciò che la persona T* / GV svolge in ambito extrafamiliare.
Questo consentirà sia di verificare la distribuzione nei vari ambienti sociali, sia di indicare la propria visibilità o invisibilità in questi settori, oltre che contribuire a conoscere la effettività della condizione T* / GV in termini di inclusione o esclusione discriminatoria.
Abbiamo pensato a due questionari uno rivolto alla nostra utenza di servizio SAT PINK di Verona e Padova e uno generale rivolto a tutte le persone T*/ GV che lo vorranno compilare e rispedire a noi.
I dati verranno poi elaborati, resi pubblici e usati per futuri progetti rivolti alle persone T* / GV e alla loro condizione STUDIO/LAVORO.
CLICCA QUESTO LINK TROVERAI TUTTE LE INFO E IL QUESTIONARIO
fonte: www.satpink.it
Le persone trans/transgender sono spesso bersaglio di discriminazioni sociali che limitano e talora impediscono l’accesso al mercato del lavoro e la fruibilità di percorsi scolastici e accademici. Può accadere che queste persone sia in ambito scolastico/universitario che lavorativo non rivelino la propria condizione per timore delle ripercussioni sul loro inserimento e sulla convivenza con le altre persone.
Anche per questa ragione i dati relativi alle persone T*/GV non sono individuati e sono di solito contemplati nelle statistiche complessive della popolazione lgbt (come ad esempio le indagini Istat) senza entrare nel merito della loro specificità.
Si evidenzia in tal senso la mancanza di dati certi sulle attività svolte dalle persone T*/GV per ciò che concerne i percorsi di studio, i titoli acquisiti, l’accesso e l’inserimento lavorativo.
Per poter cominciare a mappare la realtà quotidiana della comunità trans/transgender come SAT PINK proponiamo un questionario che consenta di raccogliere i dati relativi proprio a ciò che la persona T* / GV svolge in ambito extrafamiliare.
Questo consentirà sia di verificare la distribuzione nei vari ambienti sociali, sia di indicare la propria visibilità o invisibilità in questi settori, oltre che contribuire a conoscere la effettività della condizione T* / GV in termini di inclusione o esclusione discriminatoria.
Abbiamo pensato a due questionari uno rivolto alla nostra utenza di servizio SAT PINK di Verona e Padova e uno generale rivolto a tutte le persone T*/ GV che lo vorranno compilare e rispedire a noi.
I dati verranno poi elaborati, resi pubblici e usati per futuri progetti rivolti alle persone T* / GV e alla loro condizione STUDIO/LAVORO.
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fonte: www.satpink.it
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Lgbt: Il convegno "Differenza di Genere e Identità Sessuale" si terrà a Napoli il 28 giugno
Si terrà il prossimo 28 giugno, presso la sede di via Giulio Cesare Cortese 29 dell'Università Federico II di Napoli, il convegno dal titolo "Differenza di genere e identità sessuale", promosso dal Lions Club "Napoli 1799" e dal Sinapsi, Centro di Servizi per l'inclusione dell'Ateneo federiciano. Martedì dalle ore 16.30.
Al centro del dibattito, temi divenuti, purtroppo, di grande attualità dopo i tragici fatti di cronaca di Orlando: dalle pluralità identitarie, alle questioni di genere, dagli orientamenti sessuali, all'omofobia e al "pericolo" gender.
Durante l'iniziativa, che vedrà la partecipazione di esperti e rappresentanti delle istituzioni, sarà presentata la guida "Il genere una guida orientativa", realizzata da Federico Ferrari, Enrico Maria Ragaglia e Paolo Rigliano, in collaborazione con SIPSIS, Società Italiana di Psicoterapia per lo Studio delle Identità Sessuali e sponsorizzata dalla Fondazione Genere Identità Cultura, dall'Osservatorio sull'Identità di genere e dal Centro Sinapsi.
fonte: https://m.facebook.com/bullismoomofobico.it/
Al centro del dibattito, temi divenuti, purtroppo, di grande attualità dopo i tragici fatti di cronaca di Orlando: dalle pluralità identitarie, alle questioni di genere, dagli orientamenti sessuali, all'omofobia e al "pericolo" gender.
Durante l'iniziativa, che vedrà la partecipazione di esperti e rappresentanti delle istituzioni, sarà presentata la guida "Il genere una guida orientativa", realizzata da Federico Ferrari, Enrico Maria Ragaglia e Paolo Rigliano, in collaborazione con SIPSIS, Società Italiana di Psicoterapia per lo Studio delle Identità Sessuali e sponsorizzata dalla Fondazione Genere Identità Cultura, dall'Osservatorio sull'Identità di genere e dal Centro Sinapsi.
fonte: https://m.facebook.com/bullismoomofobico.it/
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venerdì 24 giugno 2016
Lgbt: A Taranto la proiezione del Docufilm "Metamorfosi" venerdì 1 luglio presso Salone della Provincia
La proiezine si terrà Venerdì 1 luglio ore 17.45 presso il Salone della Provincia - Taranto
Durante l'atmosfera intima di una cena in salotto, due persone racconteranno la loro storia: dall'infanzia al presente ripercorreranno le vicende che hanno scandito il loro percorso di crescita, di dolore e fatica, di lucida consapevolezza e di TRANSIZIONE, fino alla decisione coraggiosa, sofferta e liberatoria insieme di cambiamento di sesso.
Partendo da questa ineludibile verità e dalla loro esperienza di autodeterminazione sui propri corpi e sulla propria vita, ci avvarremo di esperti sulla questione dell'identità di genere, psicoterapeuti, antropologi e filosofi che contribuiranno con il loro punto di vista a far luce sull'antico mistero che da sempre avvolge l'esistenza dell'uomo ed il suo desiderio di cambiamento, di METAMORFOSI.
Alla fine della proiezione del docufilm Metamorfosi ci sarà un interessante dibattito con il regista Paolo Lipartiti, la Dott.ssa Antonella Palmitesta Presidente associazione N.U.D.I nessuno uguale diversi insieme, Miki Formisano presidente associazione TGenus per il benessere e la tutela delle persone Transgender. Saranno presenti alcuni protagonisti del docufilm.
L'evento è organizzato dall'associazione N.U.D.I e TGenus in occasione dell'onda Pride, per il #pugliapride
L'ingresso è libero,vi aspettiamo numerosi.
INFO: Salone della Provincia - Via Anfiteatro 4, 74123 Taranto
fonte: facebook.com/events/
Durante l'atmosfera intima di una cena in salotto, due persone racconteranno la loro storia: dall'infanzia al presente ripercorreranno le vicende che hanno scandito il loro percorso di crescita, di dolore e fatica, di lucida consapevolezza e di TRANSIZIONE, fino alla decisione coraggiosa, sofferta e liberatoria insieme di cambiamento di sesso.
Partendo da questa ineludibile verità e dalla loro esperienza di autodeterminazione sui propri corpi e sulla propria vita, ci avvarremo di esperti sulla questione dell'identità di genere, psicoterapeuti, antropologi e filosofi che contribuiranno con il loro punto di vista a far luce sull'antico mistero che da sempre avvolge l'esistenza dell'uomo ed il suo desiderio di cambiamento, di METAMORFOSI.
Alla fine della proiezione del docufilm Metamorfosi ci sarà un interessante dibattito con il regista Paolo Lipartiti, la Dott.ssa Antonella Palmitesta Presidente associazione N.U.D.I nessuno uguale diversi insieme, Miki Formisano presidente associazione TGenus per il benessere e la tutela delle persone Transgender. Saranno presenti alcuni protagonisti del docufilm.
L'evento è organizzato dall'associazione N.U.D.I e TGenus in occasione dell'onda Pride, per il #pugliapride
L'ingresso è libero,vi aspettiamo numerosi.
INFO: Salone della Provincia - Via Anfiteatro 4, 74123 Taranto
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giovedì 23 giugno 2016
Lgbt: Sabato 25 Giugno a Milano "Everybodypride" il flash mob ideato da Angelo Cruciani
"EverybodyPride"
Angelo Cruciani ha ideato un grande FlashMob con cui chiuderà il Milano Pride 2016.
Il Grande Ritratto della Famiglia Umana in Scena a Milano per ridipingere un quadro sociale delle identità sentimentali.
Anche per questa edizione del Milano Pride l'organizzazione chiama Angelo Cruciani (in foto) a mettere in scena un Flashmob dal forte significato sociale. Il cui tema centrale è la relazione e il concetto di famiglia.
"La diversità ci rende uguali" un concetto semplice e matematico. Lo slogan scelto per dichiarare gli intenti di questa nuova opera mediatica: è tempo che tutti accettino le diversità altrui.
"EverybodyPride" parte dal concetto della campagna immagine che ha raggruppato tutti i Pride Italiani: il ritratto di una numerosa famiglia dove ognuno può essere madre padre e figlio dell'altro: un nuovo concetto sentimentale che evolve le restrizioni statiche delle comune convinzioni, sposandosi all'anticonfoirmismo di Gesù che vedeva un mondo fatto tutto di fratelli.
Sull'onda di questa ispirazione Angelo ha creato un flashmob che descrive la grande famiglia umana: una gelateria per tutti i gusti della nostra specie.
Coppie eterosessuali, bisex ed omosessuali, single, trans e quanto di meglio le fantasie umane o divine possano aver creato.
Everybodypride sarà il ritratto di una nuova era dove tutti sono fieri di essere se stessi.
Orgogliosi nella varietà delle identità e dei sentimenti.
Figure stilizzate e colori decisi per ripartire dall'essenza delle condizioni, per dare al mondo un messaggio onnicomprensibile.
"La semplicità del simbolo dà la possibilità di comunicare senza interpreti a tutti gli esseri umani indipendentemente da provenienza, etnia, estrapolazione sociale e condizione, un quadro che fosse talmente elementare da poter raccontare la storia in questo preciso momento storico" afferma il creativo che ha già più volte trasformato il Pride di Milano in un “installazione umana”.
Nel 2014 aveva trasformato Corso Buenos Aires in un Fiume D'amore, nel 2015 invece con un grande matrimonio collettivo aveva portato un mare di "SI" rivolti verso il cielo.
Nel Gennaio 2016 la campagna da lui creata “SVEGLIATITALIA” ha coinvolto circa un Milione di persone sparse tra le 97 Piazze italiane e le 10 capitali straniere (da Boston a Berlino, da Londra a Vienna): sveglie che hanno suonato all'unisono per richiedere un cambiamento epocale sulle leggi inerenti le Unioni Civili.
Per questa edizione del Pride Milano 2016 invece scenderanno in campo gli umani, un riassunto simbolico di miliardi di sfaccettature: siamo tutti diversi per questo siamo uguali e dobbiamo proteggerci se vogliamo recuperare un umanità con più rispetto degli individui.
fonte: Roberta Di Corrado-PR & Press Office Manager Angelo Cruciani
Angelo Cruciani ha ideato un grande FlashMob con cui chiuderà il Milano Pride 2016.
Il Grande Ritratto della Famiglia Umana in Scena a Milano per ridipingere un quadro sociale delle identità sentimentali.
Anche per questa edizione del Milano Pride l'organizzazione chiama Angelo Cruciani (in foto) a mettere in scena un Flashmob dal forte significato sociale. Il cui tema centrale è la relazione e il concetto di famiglia.
"La diversità ci rende uguali" un concetto semplice e matematico. Lo slogan scelto per dichiarare gli intenti di questa nuova opera mediatica: è tempo che tutti accettino le diversità altrui.
"EverybodyPride" parte dal concetto della campagna immagine che ha raggruppato tutti i Pride Italiani: il ritratto di una numerosa famiglia dove ognuno può essere madre padre e figlio dell'altro: un nuovo concetto sentimentale che evolve le restrizioni statiche delle comune convinzioni, sposandosi all'anticonfoirmismo di Gesù che vedeva un mondo fatto tutto di fratelli.
Sull'onda di questa ispirazione Angelo ha creato un flashmob che descrive la grande famiglia umana: una gelateria per tutti i gusti della nostra specie.
Coppie eterosessuali, bisex ed omosessuali, single, trans e quanto di meglio le fantasie umane o divine possano aver creato.
Everybodypride sarà il ritratto di una nuova era dove tutti sono fieri di essere se stessi.
Orgogliosi nella varietà delle identità e dei sentimenti.
Figure stilizzate e colori decisi per ripartire dall'essenza delle condizioni, per dare al mondo un messaggio onnicomprensibile.
"La semplicità del simbolo dà la possibilità di comunicare senza interpreti a tutti gli esseri umani indipendentemente da provenienza, etnia, estrapolazione sociale e condizione, un quadro che fosse talmente elementare da poter raccontare la storia in questo preciso momento storico" afferma il creativo che ha già più volte trasformato il Pride di Milano in un “installazione umana”.
Nel 2014 aveva trasformato Corso Buenos Aires in un Fiume D'amore, nel 2015 invece con un grande matrimonio collettivo aveva portato un mare di "SI" rivolti verso il cielo.
Nel Gennaio 2016 la campagna da lui creata “SVEGLIATITALIA” ha coinvolto circa un Milione di persone sparse tra le 97 Piazze italiane e le 10 capitali straniere (da Boston a Berlino, da Londra a Vienna): sveglie che hanno suonato all'unisono per richiedere un cambiamento epocale sulle leggi inerenti le Unioni Civili.
Per questa edizione del Pride Milano 2016 invece scenderanno in campo gli umani, un riassunto simbolico di miliardi di sfaccettature: siamo tutti diversi per questo siamo uguali e dobbiamo proteggerci se vogliamo recuperare un umanità con più rispetto degli individui.
fonte: Roberta Di Corrado-PR & Press Office Manager Angelo Cruciani
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