mercoledì 10 agosto 2011

Lgbt: Matrimoni gay, come sposarsi all'estero, ecco dove convolare a nozze

Antonio Rotelli, presidente di Rete Lenford.

Dopo l'ennesima bocciatura alla Camera della legge contro l'omofobia, per incostituzionalità, la comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisex e transessuali) non ha dubbi: piuttosto che approvare una legge che permetta il matrimonio tra omosessuali il parlamento sarebbe disposto ad approvarne una perfino sul conflitto di interessi.

Visto che il tabù pare insormontabile, da anni le coppie gay hanno deciso di aggirarlo organizzando delle vere e proprie fughe d'amore.

Ma per riuscirci più che a un wedding planner in molti si rivolgono a un avvocato, per capire che tipo di ostacoli burocratici occorra superare, come organizzarsi e scegliere la meta ideale anche dal punto di vista economico.

L'AVVOCATO E LE GUIDE MATRIMONIALI.
Antonio Rotelli è uno di questi consiglieri legali. Attivista omosessuale dal 1999, ha fondato con altri amici il circolo Arcigay di Ferrara ed è stato responsabile nazionale dell'ufficio legislativo di Arcigay fino al 2007.

Ma soprattutto ha lavorato anche presso uno studio legale in Spagna e in Inghilterra.
Presidente di Rete Lenford (l'associazione di avvocati per i diritti Lgbt), dal 2005 è stato contattato da almeno 200 coppie desiderose di fare il grande passo per saper cosa fare.

Rotelli ha raccolto le informazioni necessarie in tre apposite guide sui matrimoni gay in Spagna, in Olanda e in Inghilterra. E a breve usciranno anche i vademecum per New York e Oslo, dove tra l'altro è possibile sposarsi senza prendere la residenza.

DOMANDA. Rotelli, dove possono celebrare le nozze gli omosessuali?
RISPOSTA. In Europa possono farlo in Spagna, Belgio, Olanda, Svezia, Norvegia, Portogallo e Islanda.
D. E fuori dall'Europa?
R. In Canada, in alcuni stati degli Usa, come quello di New York e in Sudafrica.
D. Dove è più facile ed economico?
R. Ci sono Paesi dove non è obbligatorio prendere la residenza, quindi nessuna spesa a parte quelle del viaggio, questo è il caso del Canada e ora anche di Oslo e dello stato di New York negli Stati Uniti.
D. Quali le mete preferite?
R. Sinora Barcellona, Amsterdam e Londra. La maggior parte delle coppie che ho aiutato hanno preso la residenza in Spagna, molte hanno proprio fatto la scelta radicale di trasferirsi lì.
D. E chi vuole invece solo sposarsi?
R. Basta affittare la casa per dimostrare al giudice di avere un legame continuativo con il Paese ed evitare il fenomeno del turismo matrimoniale.
D. Quali sono le domande più frequenti che le fanno i futuri sposi?
R. Le coppie in genere vogliono conoscere le questioni pratiche su come regolare la questione patrimoniale, è la cosa più tecnica che conoscono meno. Tornate in Italia rimangono comunque due persone single.
D. Come coppia non hanno nessun diritto?
R. No, ma se un giorno uno dei due dovesse stare male e l'altro fosse allontanato dall'ospedale o dalla loro casa può andare da un giudice e portare il certificato di matrimonio per rivendicare un diritto, il cui riconoscimento rimane però a discrezione del giudice.
D. E su eventuali maternità o paternità?
R. In Spagna le donne possono fare ricorso alla fecondazione assistita, gli uomini invece devono andare Oltreoceano. Ma per entrambi i casi, una volta in Italia sarà riconosciuto solo il genitore biologico.
D. Quali i documenti necessari per dire sì?
R. Ogni Paese ha le sue formalità, generalmente il certificato di «stato libero» per dimostrare di non essere già sposati è richiesto da tutti. New York si accontenta per esempio della semplice dichiarazione.
D. Devono essere scritti in inglese?
R. I certificati devono essere predisposti su un modello che si chiama 'internazionale', quindi redatti in più lingue. Se sono scritti solo in italiano vengono tradotti con traduzione giurata, dipende dal Paese.
D. È facile prepararli?
R. Quello di «stato libero» in Italia è rilasciato a fini matrimoniali dopo le pubblicazioni di nozze e visto che ai gay non è permesso averlo, i Paesi stranieri consentono di presentare un'autocertificazione.
D. Dove ancora non ci si può sposare?
R. In Francia e in Germania, ma ci sono degli istituti giuridici che danno più o meno gli stessi diritti e doveri del matrimonio.
D. E in Inghilterra?
R. Il regno Unito e l’Irlanda hanno la civil partnership, che differisce dal matrimonio solo per il nome. Ma come in Spagna, Belgio e Olanda è richiesta la residenza. Chi non ce l’ha, può andare solo in Scozia.
D. Gli italiani scelgono questo tipo di legame?
R. Non tanto perché se è vero che il contenuto della civil partnership è lo stesso, un giudice italiano potrebbe rifiutarsi di trascriverla senza neanche entrare nel merito, ma solo perché non esiste un corrispondente. È un problema formale.
D. Quali sono le richieste più curiose?
R. Mi è successo più volte che per festeggiare il 25esimo anno di vita insieme molte coppie decidano di sposarsi all'estero e mi chiedano come fare.
D. Anche perché 25 anni fa non ci si poteva sposare.
R. È permesso solo da 10 anni. Il primo Paese che ha aperto il matrimonio alle coppie sessuali è stato l'Olanda nel 2001, poi il Belgio nel 2003, la Spagna 2005.
In effetti è passato poco tempo, ma è stato un decennio durante il quale nella società è cambiato il tipo di accoglienza riservato alle coppie omosessuali, oggi c'è una maggiore apertura.
fonte http://www.lettera43.it, di Antonietta Demurtas

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