mercoledì 27 luglio 2011

Lgbt: Concesso lo status di rifugiato in Italia a una coppia di ragazzi gay palestinesi


COMUNICATO STAMPA_Verona 26 Luglio 2011
Circolo Pink Verona - Antagonismo gay Bologna

Omar e Abdel, nomi di fantasia, se ne sono andati dai territori occupati di Palestina diversi anni fa per sfuggire alle violenze che subivano in quanto persone omosessuali.

Come molti e molte altri e altre che scappano dalla loro terra perché in guerra, O. e A. fuggivano dalla Palestina all’inizio della seconda Intifada, con cui il popolo palestinese tentava di affermare il proprio diritto alla terra contro l’occupazione militare di Israele.

E' noto che in condizioni di crisi politica e guerra sono proprio le diversità a pagare il prezzo più alto, in questo caso una coppia gay che forse non se ne sarebbe mai andata dalla propria terra.

Certo non è solo la guerra che ha costretto O. e A. a scappare ma anche le particolari condizioni che vivono le persone gay, lesbiche e trans in paesi dove i comportamenti affettivi e sessuali fra persone dello stesso sesso sono represse o punite con l’isolamento, le violenze, il carcere (e in alcuni paesi anche con la morte).

Molte persone gay, lesbiche e trans, arrivate in Italia o in altri paesi europei, chiedono asilo o protezione internazionale proprio perché non possono tornare nel loro paese di origine, dove potrebbero essere perseguitati o addirittura ammazzati, magari dai parenti.

O. e A. dunque arrivano a Verona nel 2005 provenendo dalla Germania, dove erano stati fermati nel tentativo di raggiungere un paese del Nord Europa, dato che la loro richiesta di asilo, presentata in Italia, era stata respinta. Rientrati in Italia, con l'aiuto del Circolo Pink di Verona e di Antagonismo gay Bologna, chiedono di riaprire il loro caso.

La richiesta viene accettata e, dopo parecchie udienze, il tribunale di Roma concede loro lo status di rifugiato, riconoscendo la particolarità del loro caso, di omosessuali visibili in un contesto di guerra e occupazione militare.

O. e A. potranno quindi rimanere in Italia, dove lavorano e studiano, senza la paura di espulsi o incarcerati in un CIE.
L'iter processuale è stato molto difficile, sia perché i termini per un normale ricorso erano scaduti sia perché si trattava di riconoscere lo status particolare della Palestina, terra occupata militarmente da Israele e solo limitatamente sottoposta ad un amministrazione locale autonoma.

Percorso non semplice, ma alla fine la sentenza ha riconosciuto che, date le particolari condizioni di vita in Palestina, O. e A. non potevano tornarvi e quindi dovevano rimanere in Italia. Ci sono voluti cinque lunghi anni ma O. e A. ce l'hanno fatta.

Crediamo che sia la prima volta che in Italia viene concesso lo status di rifugiato a una coppia gay palestinese e questo rende la loro vicenda particolarmente significativa anche per altri e altre migranti. Migranti che in questo momento vedono attaccato lo stesso diritto di esistere, migranti chiusi per mesi, anni nei CIE senza aver commesso alcun reato.

Il Circolo Pink e Antagonismo gay esprimono grande soddisfazione per la felice conclusione della vicenda. Resta l'amarezza per le tante persone omosessuali e transessuali perseguitate nei loro paesi.

La provenienza geografica, culturale e religiosa conta fino ad un certo punto. Anche in Italia, paese occidentale, nessuna legge tutela la vita di gay lesbiche e trans, che sempre più spesso sono sottoposte/i a violenze.

Il caso di O. e A. è stato seguito dallo studio dell'avvocato Marco Paggi di Padova e dall'avv. Antonio Maggiotto, che ringraziamo per il lavoro svolto.
fonte Circolo Pink Verona - Antagonismo gay Bologna

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