lunedì 8 novembre 2010

Lgbt Appello per la vita di Mahtab, transgender perseguitata in Iran, e di suo marito Saleh


Il Gruppo EveryOne raccoglie l’appello internazionale lanciato dall’organizzazione Iranian Railroad for Queer Refugees riguardo a due casi umanitari gravi e urgenti.

Si tratta dei rifugiati Mahtab, una donna transgender, e di suo marito Saleh. Mahtab e Saleh sono iraniani e hanno vissuto nella discriminazione e nell’umiliazione.

Nonostante formalmente la legge iraniana non condanni le persone transessuali, esse sono perseguitate dalle autorità e dalla stessa società islamica, come dimostrano le persone transessuali assassinate dalle loro stesse famiglie e le continue minacce di morte ricevute dalla stessa Mahtab.

Purtroppo la tolleranza apparente a volte trae in inganno il mondo democratico e l’Alto Commissario per i Rifugiati non ha accolto, fino a oggi, il disperato appello di Mahtab e Saleh, che chiedono protezione umanitaria per evitare una vita caratterizzata da esclusione sociale, terrore e violenza.

Le organizzazioni che si occupano dei diritti delle persone Lgbt e delle donne in Iran, come IRQR o EveryOne, conoscono bene questa drammatica realtà e come le donne transgender e i loro compagni siano a tutti gli effetti dei perseguitati.

Attualmente la coppia si trova in Turchia, Paese che non riconosce il diritto di asilo agli iraniani perseguitati.

Anche in Turchia, purtroppo, a causa della forte presenza degli integralisti islamici, i due corrono gravi pericoli. La sola speranza di salvezza che hanno è quella di trasferirsi urgentemente in Canada, dove saranno seguiti dai legali di IRQR per ottenere accoglienza.

Il Gruppo EveryOne appoggia la campagna promossa da IRQR: una raccolta fondi che consenta ai due di sopravvivere in Canada fino a quando non saranno completate le procedure di accoglienza ma contemporaneamente chiede all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati di riconsiderare la propria decisione e riconoscere a Mahtab e Saleh i diritti che derivano dalla loro condizione di perseguitati e dai rischi di trattamenti inumani e degradanti nonché di morte che correrebbero se rimpatriati nella Repubblica Islamica.

Il Gruppo EveryOne chiede inoltre al Parlamento europeo, alla Commissione europea e al Consiglio d’Europa di adoperarsi con ogni strumento diplomatico e di accoglienza affinché una nuova tragedia sia evitata a due esseri umani che non hanno colpe, se non quella di appartenere a una categoria socialmente perseguitata
fonte www.womenews.net, di EveryOnegroup

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