lunedì 15 marzo 2010

Elezioni regionali. In Lombardia Penati non vuole la drag queen


E’ bastato che un candidato alle elezioni regionali lombarde, in corsa con Sinistra Ecologia e Libertà, si presentasse anche col suo nome da artista drag queen, per fare scoppiare la polemica. Prima il candidato presidente uscente Roberto Formigoni, e fin qui nulla da eccepire: si sa che certe cose non stanno nelle corde; poi gli si è accodato il presidente candidato del Pd, Filippo Luigi Penati. Una polemica tutta elettorale, dove il centrodestra ci si è fiondato a man bassa dopo un articolo su quel candidato apparso sul Corriere della Sera, tanto da far scendere in campo il capogruppo di Sel, Mario Agostinelli:
“In queste ore il centro destra sta dando prova del più severo ‘bigottismo’- dice Agostinelli - per nascondere le indecenze di casa propria. Formigoni fa come dice il vecchio detto della polvere e del tappeto: pulisce dove passa il prete. Coprono i loro errori alimentando un clima torbido intorno alle elezioni. Sono orgoglioso di rappresentare la lista di Sinistra ecologia e libertà in cui c’è una candidatura come Rovyna in una Regione in cui vengono discriminati gay e lesbiche anche nella pubblica amministrazione, in cui vengono scoperti laboratori in cui viene praticato l’aborto clandestino, in cui ad essere discriminate sono le donne che affrontano il dramma dell’interruzione di gravidanza nelle strutture sanitarie lombarde. Dove sta la solidarietà e il rispetto dell’essere umano in questa Lombardia?”.
Il candidato finito sulle forche caudine è Stefano Villani, detto Rovyna, di professione drag queen. Come sanno tantissimi di noi, le drag queen sono persone di spettacolo mica di strada; si esibiscono per lo più nelle discoteche dove fanno animazione o spettacoli. La maggior parte di loro è gay e da qui, probabilmente, l’alzata di scudi del responsabile del Sel. Che uno di questi artisti scenda in campo in politica, mettendoci il suo nome d’artista, non dovrebbe creare alcuno scandalo, la cosa che dovrebbe importare è quel che promette e farà se eletto. E invece a dar di contro ci è finito anche il candidato presidente Penati che lo ha tra i suoi sostenitori.
“Lui, lei o loro sono un numero di spettacolo. - dichiara il candidato del Pd in una trasmissione radiofonica - Io ne sapevo nulla. Quelli se ne approfittano per farsi un po’ di pubblicità. Io quel Villani non lo avrei candidato. Se non fossi candidato voterei Pezzotta”.
Pezzotta? Pezzotta chi? L’ex sindacalista fautore con altri del Family Day? Sì, proprio lui visto che non ci sono altre omonimie: Penati, Pd, voterebbe proprio Pezzotta, tanto da far dire a Franco Grillini, candidato Idv nella stessa regione:
“In democrazia evidentemente ognuno è libero di votare chi vuole, ma mi pare quantomeno bizzarro che un candidato presidente in piena corsa elettorale dichiari di voler votare per un altro candidato, sia pure ipoteticamente. Personalmente vorrei dire a Penati che io non voterei Pezzotta in nessun caso perché non mi rappresenta e perché in materia di diritti civili sostiene proposte e idee di un clericalismo del tutto anacronistico. Naturalmente ognuno ha il diritto di pensarla come vuole. Personalmente resto convinto che la Lombardia sia già una dittatura clericale formigonian-ciellina, e quindi non c’è alcun bisogno di passare da una dittatura clericale ad un’altra”.

Strana voglia quella lombarda di non volersi affrancare da una certa politica che da sempre è assente verso le persone lgbt. Milano ha la più vasta comunità omosessuale; la sua ricchezza è su molti settori quella creata da omosessuali, eppure è tra le regioni più silenti e menefreghiste in termini di diritti omosessuali. Da destra prima e ora, a quanto pare, anche a Penati certe omosessualità non piacciono tanto da scomodare uno “scomodo come Pezzotta. Ma per l’amor del cielo!
Intanto, in questi giorni, si fa un gran parlare di preservativi nelle scuole. I candidati omosessuali in Lombardia, Gabriele Strazio e Franco Grillini hanno chiesto l’abrogazione della circolare contro l’informazione sessuale e preservativi in scuole e università. Una circolare dell’Asl Milano, datata 18 giugno 2009, che ha letteralmente proibito ai propri operatori di fare informazione sessuale rivolta ai giovani in età adolescenziale nelle scuole e nei consultori della Regione ove: «non dovranno essere posti in essere momenti educativi diretti da parte degli operatori Asl».
Molti i collettivi studenteschi, anche omosessuali, che stanno appoggiando l’iniziativa, distribuendo preservativi gratuitamente negli atenei. L’iniziativa partita al al liceo Keplero sta ottenendo buoni risultati altrove. La prevenzione deve valere per tutti, non è e non può essere una questione di schieramento politico.
fonte queerblog Foto wikipedia

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