venerdì 19 marzo 2010

Povera Norrie, l'Australia gli toglie lo "stato neutro" un sesso che non esiste al mondo


Ha chiesto e preteso le scuse ufficiali del governo australiano e un cospicuo risarcimento. Per Norrie May-Welby, dopo la decisione del governo di Camberra di accogliere l’istanza del tribunale di riconoscerlo come persona di sesso neutro, è arrivata la delusione più cocente e con essa la rabbia. Finito/a sui mass media di mezzo mondo proprio a causa di quella decisione tribunalizia, Norrie sembrava risorta a nuova vita, era una persona soddisfatta dopo anni di dilemmi su come e cosa dovesse essere per i suoi simili.Ovvio che qualcosa non andava; che, probabilmente, Norrie avrebbe avuto qualche problema non certo nella sua seconda patria, ma fuori dai confini australiani. La quarantottenne di origini britanniche dichiara che questa nuova decisione l’ha ucciso/a; un colpo ferale che ha spezzato il trionfo di una battaglia lunga e difficile che sembrava aver raggiunto il traguardo con una vittoria storica e unica nel suo genere.

A fiaccare le soddisfazioni di Norrie l’ufficio per lo stato civile del Nuovo Galles del Sud dove l’essere di stato neutro si era recato/a per il suo nuovo certificato di attestazione. Lo stesso ufficio, dopo aver chiesto un parere legale ha negato e annullato il certificato di nascita di Norrie: non si poteva inserire un sesso che non esiste tra gli umani e quindi niente documento. Immaginate l’espressione del protagonista di questa storia quando, dopo un calvario tra avvocati, sentenze, consulenze mediche e psichiatriche, si è vista/o catapultata/o al punto di partenza. Che succederà ora? Probabilmente sarà lo stesso ufficio a impugnare la sentenza dei giudici e anche il governo si è detto disponibile, non potendo sconfessare un’altra istituzione. Norrie, da parte sua ha già presentato ricorso alla Commissione diritti umani.
“Quando ho ricevuto la telefonata - racconta una affranta Norrie - mi sono sentito come se mi avessero ucciso. La mia identità è stata divulgata in tutto il mondo, e ora il governo si riprende quello che mi aveva riconosciuto. Non poteva procurarsi prima la consulenza legale?”
Con lei, c’è da scommetterci aveva suonato le fanfare della vittoria, anche il movimento lgbt di Sidney che si chiedeva la necessità di estendere l’acronimo usato nel mondo per indicare i generi diversi dall’eterosessualità, ma di più sentiva quel riconoscimento come una nuova strada da percorrere per altri eventuali Norrie. Del resto, lei, anche dopo l’operazione che da uomo l’ha trasformata in donna, senza l’ausilio di ormoni, e con una vagina, a 28 anni, non aveva mai lesinato il suo appoggio alla comunità lgbt, partecipando ai Gay Pride, ora vestita da suora, ora nel ruolo che le calzava meglio: una cantante a metà strada tra Patti Smith e Lou Reed, con una esile figura che ricorda i magnifici anni del Bowie-Ziggy Stardust.

Nei giorni scorsi, subito dopo la decisione di “accontentare” Norrie, dalla sua terra di nascita, si era fatto sentire il Gender Trust che per bocca di un suo portavoce, aveva fatto capire che di Norrie ne esistono anche il Gran Bretagna e che poteva aprirsi un contenzioso anche lì:
“A molte persone - ha detto- piace l’idea di non avere un’identità sessuale”

Cambia il mondo; cambiano le idee e cambiano i vocabolari di vita. Se una volta si lottava per affermare con orgoglio la propria e altrui diversità; oggi sono in parecchi a voler entrare in una “normalità” non solo in termini di diritti. E in questa “normalità”, il passo successivo era quello di Norrie: una nuova declamazione dell’essere, come un poema senza generi. Possibile? Bisognerebbe interrogare linguisti come Tullio De Mauro per poter capire e inventare attribuzioni soddisfacenti a persone che non si sentono appartenere a nessuno dei generi finora frequentati. Norrie, da quanto sappiamo, parla al maschile con organi sessuali femminili, ma basta questo a sedare i nostri e altrui animi?

Di certo, per Norrie, almeno da parte nostra, la comprensione è tanta, leggendo la sua vita mutilata da tante sofferenze, persino da uno stupro dopo il cambiamento di sesso.

“Anni dopo l’operazione - scrive sul suo blog - è sorto il problema dei documenti: dichiarare di essere uomo era in contraddizione con il fatto di essere castrato e con le mie movenze femminili. Dire di essere donna rischiava di farmi arrestare per falso da solerti funzionari. La soluzione più semplice era, ed è, quella di non avere alcuna identificazione sessuale sui documenti. Così ho chiesto all’ufficio del registro del Nuovo Galles del sud - Stato australiano del sudest - di darmi un certificato senza sesso. Presi un acido ad una festa di eterosessuali. Da quel momento ho capito che non aveva senso chiedermi se ero donna o uomo. Sono un essere umano, voglio essere sia uomo che donna”
Dopo aver ottenuto quello per cui aveva lottato, Norrie, soddisfatto/a aveva fatto cambiare il suo stato in banca, alla motorizzazione e alla sicurezza sociale. E ora, gli dicono che è tutto da rifare, che non sarà e non potrà essere il primo essere umano di sesso neutro. Povero/a Norrie, forse non le resta che viversi la vita così come è. E al meglio!
fonte queerblog

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