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domenica 14 marzo 2010
In Puglia spuntano una decina di casi di preti pedofili.
A darne conto è la Gazzetta del Mezzogiorno che tramite un’intervista fatta da Onofrio Pagone a Mons. Cosmo Francesco Ruppi si scopre che in Puglia sono stati accertati nel corso degli anni una decina di casi. Cosa ne è stato fatto di questi colpevoli? O sono stati ridotti allo stato laicale o sono stati avviati alle case di redenzione. ecco l’intervista:
“La carne è debole, perciò avvengono questi casi di preti pedofili. Mons. Cosmo Francesco Ruppi, arcivescovo emerito della diocesi di Lecce, lo ripete senza esitazione. «Tutto questo – spiega – succede per la debolezza della carne e perché il sacerdote non è consapevole della sua responsabilità e si lascia andare ad effusioni affettuose in maniera disordinata».
Eccellenza, lei è stato vescovo in Puglia per trent’anni, ed ha anche presieduto la Conferenza episcopale pugliese: mai neanche un caso di pedofilia da noi? «Non mi sono mai occupato direttamente di pedofilia. Mi sono occupato e preoccupato di qualche prete che non si comportava molto bene e l’ho richiamato. Da noi so di pochi casi di pedofilia accertati, e parecchi casi dubbi o chiacchierati».
Pochi che vuol dire? Quanti sono? «Non più di una decina di casi su milleottocento preti in Puglia, una percentuale minima rispetto al fenomeno esistente in altre categorie diverse dai sacerdoti».
E voi vescovi cosa avete fatto, come siete intervenuti? «Siamo stati molto severi. Quei preti sono stati ridotti allo stato laicale o sono stati avviati alle case di redenzione o trasformazione, sono tre-quattro strutture che abbiamo in Italia dove vengono inseriti i sacerdoti in difficoltà: o si redimono o sono fuori dal sacerdozio. La pedofilia è incompatibile col sacerdozio».
E i preti pedofili pugliesi si sono redenti? «Non posso dire più di tanto. Ci sono stati casi di recupero, ed altri in cui il sacerdote ha chiesto la dispensa».
Insomma avete applicato la linea dura, giusto? «È la linea della Chiesa, dura ma anche paterna. Il buon padre rimprovera il proprio figlio e lo punisce, e però deve occuparsi non solo dei minori oltraggiati ma anche di colui che ha sbagliato»”.
fonte Gazzetta del Mezzogiorno
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