sabato 20 marzo 2010

Verona, da stasera "Romèo et Juliette" Opera Lirica di Charles Gounod


Teatro Filarmonico di Verona,da stasera alle ore 20,30 e fino al 30 Marzo, la prima dell’opera, Roméo et Juliette di Charles Gounod , sesto titolo nel cartellone della Stagione Lirica e di Balletto 2009/2010 della Fondazione Arena di Verona. Si tratta dell’ultimo titolo operistico, prima del balletto Il Corsaro, che a maggio chiuderà la stagione.

Direttore Carlo Montanaro
Regista Damiano Michieletto
Regia ripresa da Roberto Maria Pizzuto
Scenografo Paolo Fantin
Costumista Carla Teti
Maestro del coro Giovanni Andreoli
Direttore corpo di ballo Maria Grazia Garofoli
Lighting designer Paolo Mazzon
Direttore allestimenti scenici Giuseppe De Filippi Venezia
Coreografia di Roberto Maria Pizzuto

Note di regia di Damiano Michieletto
“Romeo e Giulietta” è una storia che non ha bisogno di presentazioni: ha bisogno di interpretazioni, perché è un classico. Bisogna dunque riuscire a far emergere da questa storia, ancora un volta, tutta la sua tragica bellezza. Il quesito del regista, che si pone di fronte ad una vicenda così nota, è come emozionare il pubblico, senza cadere negli stereotipi, nella retorica; questo dilemma mi ha suggerito l’idea di una lettura pienamente moderna, in grado di rendere veri e credibili i personaggi, nel rispetto della narrazione musicale di Gounod. Romeo e Giulietta non sono dei bravi ragazzi, tutt’altro; sono giovani, che vivono passioni irrazionali con l’entusiasmo, l’energia, la follia, la pulsione sregolata degli adolescenti, così i due giovani amanti vengono travolti dagli avvenimenti e dall’impossibilità di un passaggio all’età adulta, alla maturazione. Vivono solo la primavera della loro vita. Printemps (primavera) è una parola che Giulietta ripete più volte, e che ho scelto come emblematica conclusione dell’opera, quasi un epitaffio sulla loro tomba: printemps è l’ultima parola che il pubblico leggerà, come a dire: tutto quello che è accaduto qui non è stato altro se non la primavera di questi due ragazzi, e il loro desiderio di un amore unico e immenso, che finisce troppo presto. L’obiettivo non è quello di creare una ‘modernizzazione’ di Romeo e Giulietta per raccontare questa storia in modo realistico. Ho voluto mantenere un tono epico e, per farlo, ho scelto un simbolo, il giradischi. Questo è il senso del giradischi che occupa gran parte del palcoscenico: un emblema dell’umanità giovanile, che cerca il volume, il chiasso, il frastuono... in una parola: il divertimento, e oltre a tutto questo anche il gusto della provocazione, dell’esagerazione, anche volgare. Agli occhi dei vecchi, i giovani sono sempre un po’ volgari... Il pubblico non troverà il balcone, la cella di frate Lorenzo, la strada, la tomba... eppure in realtà questi luoghi ci sono tutti, e la comprensione della vicenda è molto semplice. Il giradischi all’inizio è la discoteca dove si festeggia il compleanno di Giulietta; è una festa vivace, i costumi della festa hanno un tono psichedelico, con colori accesi e acidi. L’incontro tra Romeo e Giulietta si isola in questo chiasso: in mezzo alla frenesia della discoteca, il loro incontro è un madrigal fatto di stupore e dolcezza, che termina con il loro primo bacio... In seguito il giradischi diventa il luogo che evoca le altre scene: la scena del balcone è creata sulla puntina sollevata in alto; il matrimonio clandestino celebrato da un frate Lorenzo a contatto con i disagiati, i poveri di strada in mezzo alla spazzatura; i duelli e gli omicidi sul disco, che viene sporcato e spaccato, imbrattato da graffiti di strada; il letto e poi la tomba sono le cuffie; il matrimonio con Paride celebrato in pompa magna, con il coro degli invitati tutti uguali, portati in scena dal disco come tanti sposini su una torta nuziale... Tutto, del resto, è già indicato nel prologo iniziale dove le parole del coro che presenta la vicenda vengono proiettate sul disco (che porta l’etichetta di “Romeo e Giulietta”) in una spirale, come fossero incise, come a dire: il disco sarà il testimone di tutta questa storia. Il mio lavoro assieme ai miei collaboratori, lo scenografo Paolo Fantin, la costumista Carla Teti, il coreografo Roberto Pizzuto (che a Verona riprende l’allestimento), ha l’obiettivo di emozionare il pubblico, raccontargli una storia in modo semplice e diretto, invitarlo a mettere in discussione le proprie aspettative e conquistarlo con dei personaggi credibili, che recitano-cantando. Questo è il nostro modo di vedere l’opera oggi.
fonte arena.it
date 20,23,25,30 Marzo

Qui sotto il video di alcuni momenti dell'Opera "Romèo et Juliette", tratto dalla trasmissione Loggione,con la ripresa della stessa messa in scena fatta alla Fenice di Venezia.
IN BOCCA AL LUPO! Lisa

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