sabato 23 gennaio 2010

"Pomeriggio 5" leghista insulta Vladimir Luxuria


Pomeriggio 5, leghista insulta Vladimir Luxuria!

Per una volta devo fare i miei complimenti a Barbara D’Urso, che in questi giorni tutti hanno preso ad attaccare con la facilità di come si spara sulla Croce Rossa: la Bislacca stavolta è riuscita a sedare una minirissa televisiva, riuscendo a far chiedere scusa a uno dei due litiganti.
I due contendenti erano Gianluca Bonanno, parlamentare leghista e Vladimir Luxuria, ex onorevole; entrambi sono assidui frequentatori del salotto pomeridiano e domenicale di Canale 5, così tanto per cambiare hanno regalato l’ennesima perla trash al programma, giusto per non fare un torto a Lorella Cuccarini che la definisce la “peggiore trasmissione di tutti i tempi”.
Oggi pomeriggio, l’argomento al centro della discussione era “L’amore non ha limite“: dal video qui sopra, vediamo che il parlamentare ci tiene a sottolineare la sua eterosessualità, visto che il contrario per un leghista potrebbe costituire motivo di offesa.

A questo punto, Luxuria comincia a interromperlo e Bonanno, stizzito, replica: “Ma ti hanno messo una presa nel sedere?”. Da lì è facile trascendere nella volgarità: la trans risponde a tono (”Nessuno mi ha mai messo nulla“), fornendo un assist alla battuta triviale del rivale (”Non si sa mai”). In studio non si capisce bene di chi prendono le difese, ma finalmente la Bislacca si decide a sedare la contesa, rimproverando il leghista, che finisce per porgere le sue scuse - non sincere - a Vladimir.
Brava Barbara, ti vogliamo così!
fonte: gaywave

"Forum" Canale 5 trans chiede affidamento


transessuale chiede l’affidamento della figlia

La puntata di “forum” andata in onda oggi su canale 5 ha trattato una curiosa vicenda che vedeva come protagonisti un transessuale (Mara) e una nonna (Gabriella), mentre si contendevano l’affidamento di Lisa, una bambina di 3 anni, rispettivamente figlia e nipote.

Il transessuale aveva infatti avuto la bambina dopo una relazione durata sette anni con Serena, la figlia di Gabriella, ormai deceduta a causa di una malattia ma che, prima di morire aveva spiegato alla madre che il transessuale, che la donna conosceva come amica della figlia, era in realtà il padre di sua nipote . Dopo un anno e mezzo dalla nascita di Lisa la coppia si era divisa perchè Luca (questo il nome da uomo di Mara) sentiva sempre piu il bisogno di seguire la sua parte femminile.
Dopo la morte della ragazza,Mara voleva quindi avere la custodia della figlia mentre la nonna non la riteneva in grado di far crescere la nipote in un ambiente tranquillo ed equilibrato affermando che lo “sdoppiamento” di personalità Luca- Mara avrebbe sicuramente recato dei danni alla nipote.
forum2La sentenza finale ha respinto le pretese della transessuale, seppur in via non definitiva, in favore della nonna perchè, come ha spiegato il giudice, Mara non avendo ancora trovato un equilibrio interiore chiaro ed univoco ( dato che alterna storie con uomini e con donne a seconda della personalità prevalente al momento) potrebbe turbare e compromettere lo sviluppo psichico ed emotivo della bambina costretta a subire le oscillazioni periodiche della sessualità del padre.

Il giudice ha anche aggiunto che Mara potrà vedere la bambina come e quando vorrà e dovrà, insieme alla nonna e se necessario ad uno psicologo, far prendere coscienza alla bambina della propria personalità. by LUCA DELLA
fonte: gaymagazine

cliccando o copaindo il link qui sotto il video di mediaset

http://www.video.mediaset.it/video/forum/cause_famiglia/151987/un-papa-trans.html

Libri presentazione “Bareed Mista3jil”



PRESENTAZIONE: Bareed Mista3jil
centrodocumentazionearcilesbicanapoli

Libreria 7 Mari e Arcilesbica Napoli Le Maree presentano :
“Bareed Mista3jil”

Un gruppo di 41 donne libanesi lesbiche, bisessuali, transgender hanno raccontato le loro storie nel libro “Bareed Mista3jil” (Mail in a Hurry), sfidando i tabù sociali e l’articolo 534 del codice penale che punisce con la prigione i “rapporti sessuali innaturali”. Prima iniziativa del genere nel mondo arabo, il libro di 223 pagine, disponibile in inglese e in arabo, è stato pubblicato da Meem, un gruppo lgbt. Le sue “lettere al mondo” sono insieme personali e politiche; toccano argomenti come la cittadinanza, la religione, l’identità di genere e l’emigrazione.
Nel febbraio scorso, si è svolta a Beirut la prima Giornata Internazionale contro l’omofobia, che ha visto una notevole partecipazione delle persone lgbt all’indomani di una ennesima aggressione ai danni di due presunti gay. Le lesbiche di Meem dicono che, sotto la continua pressione dell’omofobia, della lesbofobia e della transfobia, molti scelgono di andarsene; e che l’emigrazione è particolarmente alta nella comunità lesbica, dove le donne, specialmente quando si avvicinano alla trentina, scelgono di vivere in società più tolleranti.
La pubblicazione del libro, che ha avuto una forte diffusione nelle librerie e nell’ambito universitario, è un contributo senza precedenti al dibattito sociale sui diritti civili in Libano. Il sociologo Steven Seidman, commentandolo in qualità di esperto che ha condotto una ricerca sulle comunità lgbt di Beirut, ha detto che le donne libanesi non eterosessuali hanno poche scelte: sposarsi, lasciare il loro paese, o vivere una doppia vita: “Il matrimonio è l’evento centrale per le donne, indipendentemente dalla classe. La rispettabilità di genere è legata ad un ‘buon matrimonio’. La maggior parte delle donne che nel libro raccontano le loro storie sono molto giovani, sotto i 30. Il problema è: cosa accadrà quando superano i 30?”. Tuttavia in Libano si è sviluppata una forte comunità lesbica negli ultimi tre anni, e l’uscita di questo libro lo dimostra.
fonte: centrodocumentazionearcilesbicanapoli.wordpress.com

venerdì 22 gennaio 2010

IMMA BATTAGLIA: "FORZA VENDOLA"



IMMA BATTAGLIA: "FORZA VENDOLA"
"Il Tempo": Berlusconi non sottovaluti il «fenomeno» Vendola

Tosto Il governatore lotterà per la sua riconferma Il centrodestra ha bisogno di una strategia adeguata
Delle volte che ho incontrato Nichi Vendola l'ultima è quella che ricordo meglio, e non per ragioni di prossimità temporale. A fine novembre s'era cominciata a mobilitare la macchina del Partito democratico pugliese per stabilire chi e come avrebbe dovuto correre per la presidenza della Regione Puglia. Ero vicino Lecce, a un bel festival del libro organizzato da Biagio Marzo, già uomo forte del Psi pugliese tanti anni fa, col compito assegnato di moderare un dibattito sul berlusconismo a cui avrebbe dovuto prender parte, a fianco di Claudio Martelli e altri, proprio Vendola. La sala dei convegni era stipata all'inverosimile, un paio di migliaia di persone pigiate in una bolgia quasi da stadio, l'atmosfera era elettrizzata perché all'epoca era Michele Emiliano, il sindaco di Bari, che aveva cominciato ad affilare le armi per insidiare il primato di Nichi. L'arrivo di Vendola fu degno di quello di una rockstar, l'atmosfera frizzante ed elettrizzata, la suspence dell'attesa, i volti stupiti, i cartelloni dei sostenitori adoranti che recitavano nello stile degno di una convention all'americana che con Vendola «difendiamo la Puglia migliore».


Arrivò, Nichi, in quel lembo di Salento in cui la destra era solita apparecchiare successi facili, ed era già trionfo: gli uni gridavano salmi, gli altri applaudivano rapiti, nessuno fischiava, nessuno contestò. E indubbiamente Vendola, ch'era febbricitante, in gessato serio e modaiolo, non rinunciò ad un paio di interventi dove il ragionamento sul berlusconismo fece posto a uno più tosto sulla sacralità della vita, unico totem politico di un comunista anomalo interessato a rubare questa visione al solo monopolio cattolico. Poi Nichi partì, e davanti alla sua auto, ai lati e dietro, un silenzioso corteo, forse una processione, seguì per un tratto e poi salutò il proprio idolo, secolare e quasi santificato. Cosa voglio dire con questo? Che non è solo il centrosinistra a dover stare attento al carisma vendoliano, addirittura spacciato come la droga che incanterà troppi elettori alle primarie per poi trasformare tutto questo entusiasmo nell'anticamera della disfatta alle elezioni vere. Certo, andrà probabilmente così in Puglia, nonostante le rabbiose speranze di Massimo D'Alema: sarà Nichi Vendola, un tempo soprannominato Nikita, il volto non nuovo ma nemmeno troppo vecchio che, lui e non Francesco Boccia che contro Vendola già perse cinque anni fa, cercherà d'essere riconfermato alla presidenza della Regione Puglia. Basta aspettare pochi giorni, la sera di domenica, per avere il responso. Solo che, se fossimo lo stato maggiore del Popolo della Libertà pugliese, non dormiremmo sonni troppo tranquilli. Certo, Vendola ha perso quello smalto rivoluzionario, il tocco magico del poeta che conosceva l'esperienza del dolore, prestato alla politica per dedizione al bene comune, che stupì tutta Italia vincendo la corsa regionale in una regione conservatrice, scopertasi da un giorno all'altro la prima a issare sulla tolda di comando un omosessuale dichiarato, un amico dei drop-out, degli esclusi, un comunista caritatevole. Vendola ha perso smalto ma non ha perso fascino, nella sua retorica non cede di un millimetro, è e resta un visionario che potrebbe avere buon gioco nel sostenere che le sue grandi battaglie ideali, come quella contro la privatizzazione dell'acqua, le ha perse per resistenze altrui e non per l'intrinseca debolezza pratica del suo messaggio politico. Così, se la sanità pugliese si rivela un vespaio tangentaro, e lo stesso Vendola pare indagato per una telefonata a favore di un luminare della medicina, la figura del governatore pare galleggiare qualche metro al di sopra della melma di tanta corruzione, ferito da una cattiveria che sembra quasi sorprenderlo. Così come l'altro giorno Vendola s'è infilato il casco per entrare nel ventre incandescente dell'Ilva di Taranto, lo stabilimento accusato di inquinare a morte un'intera provincia, il Grande Nemico dove gli operai muoiono troppo spesso per far finta di nulla, con lo stesso spirito Nichi si appresta a lottare per la sua riconferma, prima e dopo domenica. Il centrodestra deve pensare a una strategia adeguata, per evitare di scottarsi come toccando un ferro incandescente, come cinque anni fa.


IMMA BATTAGLIA "FORZA VENDOLA"
"Se fossi in Puglia voterei Nichi Vendola. L'appello a sostenere il governatore uscente pugliese impegnato nelle primarie viene da Imma Battaglia, storica leader del movimento gay in Italia e da tutta la sua associazione, Dì Gay Project. Vendola - continua Imma Battaglia - è espressione di quella politica che ci piace e il suo cantiere pugliese non deve essere chiuso da chi sta in questi gironi utilizzando metodi vecchi e di apparato politico per minarlo. "Forza Vendola" è l'appello che rivolgiamo a tutta la comunità lgbt pugliese".
dichiarazione di Imma Battaglia, presidente Dì Gay Project
fonte:gaynews.it

giovedì 21 gennaio 2010

Hijras, le transessuali indiani


Hijras, le transessuali indiani
Hijras è la parola Urdu che significa ermafrodita. Loro si definiscono nè uomo nè donna e in testi piuttosto antichi vengono considerati come il risultato della parità tra le forze generatrici del padre e della madre.
Nel caleidoscopico mondo indiano ogni sfumatura viene codificata, ma non per questo meno discriminata. In testi posteriori già si sancisce che, chi nasca Hijra, non possa ereditare proprietà, non possa condurre i riti e i sacrifici propri dei figli maschi e che debba essere espulso dalla comunità castale di nascita.
Oggi, a causa della loro condizione, è inoltre precluso loro l'accesso agli studi, al lavoro, al passaporto e persino ad un conto bancario. E' invece recentissima la modifica applicata dalla Commissione elettorale indiana alle liste di iscrizione che permetterà loro di votare.
I transessuali indiani trovarono la loro collocazione sociale rispecchiando alcune divinità androgine e si distinguono dai semplici omosessuali maschi, conosciuti come Zenana, donna, o Anmarad, non uomo, che mantengono la loro identità formale maschile nella società, soprattutto da quando la legislazione coloniale britannica, in via di revisione, sancì nel 1861 la punibilità dell'omosessualità con pene severe. Gli Hijras invece abbandonano la famiglia di nascita, rinunciano alla sessualità maschile, assumono nome, abbigliamento e identità femminili.

Molto raramente, ormai, viene praticata loro una castrazione rituale e totale, che li trasformava, da maschio impotente, in una nuova e potenzialmente poderosa persona. Offrendo alla loro divinità protettrice i loro genitali, confidavano di ricevere una straordinaria virilità nelle loro prossime sette esistenze, ma non sempre questa pratica era volontaria. Sono considerati sacerdotesse della dea Bauchara Mata, qualunque fosse la loro religione di provenienza. Nel Tamil Nadu, a Koovagam, si trova il tempio principale degli Hijras. Qui annualmente si svolge una celebrazione durante la quale gli Hijras di tutto il paese si riuniscono e ritualmente rappresentano il loro matrimonio con Krishna, manifestazione del dio Vishnu. Al giorno seguente ne piangono la morte.

Come Shiva, che secondo la mitologia lanciò sulla terra il suo pene amputato estendendo così il suo potere sessuale all'universo - da cui il culto del Lingam, pene, nei templi a lui dedicati - così anche gli Hijras hanno potere di apportare fertilità agli altri con la loro benedizione. Gruppi di Hijras si presentano, cantando e ballando, alle celebrazioni che si tengono per la nascita di un figlio maschio, augurando al piccolo virilità e, di conseguenza, la capacità di continuare la sua stirpe. Ricevono in cambio doni in denaro ma, spesso, questi sono elargiti proprio perchè si decidano ad allontanarsi, poichè facilmente creano imbarazzo con le loro allusioni scandalose, i gesti osceni e gli scherzi pesanti. La stessa cosa si verifica nella casa di uno sposo che si appresta a raggiungere la sua promessa per contrarre matrimonio. Gli Hijras sono considerati ad un livello sociale inferiore anche ai comuni intoccabili; tuttavia, il timore popolare di ricevere una maledizione in ambito sessuale e procreativo permette generalmente loro di sopravvivere in pace nel contesto sociale.

La comunità degli Hijras funziona come una casta: hanno proprietà comuni, case nelle quali vivono insieme creando nuove parentele fittizie. Si suddividono in sette sottocaste nazionali derivanti da altrettanti avi simbolici, con rappresentanti nazionali e regionali ed un consiglio degli anziani. Esiste inoltre una gerarchia tra discepoli e guru ed è, come di consueto, prevista l'espulsione dalla comunità in caso di disobbedienza alle regole di casta.
La memoria dell'antico ruolo di "sacerdotesse" e prostitute sacre - o di eunuchi di corte in contesto islamico - è oggi sempre più messa in ombra rispetto alla necessità di mendicare e di prostituirsi. Soltanto nelle comunità chiuse, dove viene ricostituita la cellula familiare formata dalla guru-maestra e dalle chela-discepole, o durante la loro grande festa annuale, si possono ritrovare i riflessi di uno splendore che pare ormai definitivamente perduto. La Guru svolge oggi semplicemente funzioni di protettore, alla quale le discepole devono versare i guadagni ottenuti con la prostituzione.
Attualmente molti Hijras sono politicamente attivi riguardo all'emergenza rappresentata dal diffondersi del virus HIV e nella lotta per i diritti degli omosessuali. Nel 2000 un Hijra, Asha Devi, venne eletta sindaco di una città di media grandezza, Gorakhpur, nell' Uttar Pradesh.
Battono le mani in segno di sfida, come gesto di ostilità. Quando chiedono l’elemosina o quando sono respinte, vessate o aggredite. Le palme aperte, gli occhi sgranati e la minaccia di sollevare il Sari e mostrare i genitali. O meglio ciò che dei genitali rimane. Sono le hijras, o il ‘terzo genere’ dell’India. Non si sentono né donne né uomini e occupano un posto preciso nella società: rappresentano i tre quarti della domanda complessiva della prostituzione in India.
Il regista Thomas Wartmann è disceso negli ‘inferi’ di questa realtà, in alcuni degli slam più poveri di Bombay, per raccontare le storie di questi moderni eunichi. In particolare le storie di Asha, Rambha e Laxmi. Molto diverse fra loro, oltre il trucco pesante, il sari coloratissimo e la condivisione di una stessa vita di elemosina e prostituzione. Wartmann è interessato quasi esclusivamente alle loro storie, personali e intime.
Decide quindi di lasciare da parte e mostrare solo indirettamente il ruolo sociale delle hijras, concentrandosi sui loro sogni, desideri, modi di vita. Naturalmente questo non è facile per un occidentale. Forse non sarebbe neanche stato possibile, per lui, realizzare da solo questo film. Ha deciso allora di chiedere aiuto ad Anita Khemka, una giovane fotografa indiana, conosciuta per caso in un aeroporto, anche lei interessata a comprendere e conoscere queste persone, prima ancora che a fotografarle. Anita riesce a entrare in grande sintonia con loro. Riesce a farsi accogliere nelle loro case e nella loro intimità. Ne risulta un ritratto poetico di questa complessa realtà della società indiana. Le hijras sono prevalentemente castrate, anche se non necessariamente. Lasciano le loro famiglie e vivono in comunità organizzate intorno a una rigida gerarchia, ma in un ambiente umano di grande solidarietà reciproca. I gruppi di hijras sono formati da un guru (maestro) e da alcune chelas (discepole). Tra loro si stabiliscono dei veri e propri legami di tipo familiare, si sviluppa una comunità e una solidarietà che permette di affrontare la difficile vita in società. Difficilmente, infatti, le hijras hanno la possibilità di formare una propria famiglia o perfino di trovare un lavoro. Vivono così di elemosina e di prostituzione. Questa una delle domande a cui più sono interessati Anita e Thomas, cioè perché gli uomini, nella prostituzione, cercano più le hijras che le donne. Perché da un lato le cercano e, dall’altro, le considerano esseri spregevoli e immondi. «Quando ero piccola – ricorda Anita – mia nonna mi minacciava, se non stavo buona, di lasciarmi nelle loro mani». Sbagliava inoltre Anita a considerarlo un fenomeno a lei distante, un fenomeno da osservare da lontano. In uno dei bordelli visitati, durante le riprese, la giovane fotografa incontra suo zio, un uomo sposato, ben collocato e integrato nella società… e cliente abituale. La ragione per cui gli uomini le preferiscono è abbastanza semplice, nelle parole delle intervistate. Le donne, normalmente, non sono molto cooperative nel sesso. Non partecipano, non hanno alcuna espressione. Ecco perché il rapporto anale con una hijra è più soddisfacente. Tutto ciò è credibile, in una società dove le donne non devono certo provare piacere nel sesso. Non devono essere ‘soggetti’ del sesso, ruolo riservato solo agli uomini, che altrimenti perderebbero ‘il controllo’ della situazione. La hijra diviene allora una doppia trasgressione, più eccitante e accattivante per il cliente maschio. Un’esperienza più iorderline. Si ritiene, nella società indiana, che le hijras siano dotate di certi poteri speciali e perfino magici, che siano portatrici di buona o di cattiva sorte. Ecco perché un’altra fonte di reddito, per loro, è la partecipazione a feste religiose e a cerimonie. Quando c’è un nuovo nato nel quartiere, ad esempio, si presentano in gruppo fuori della porta per festeggiarlo e le famiglie danno loro in elemosina denaro, cibo (in genere riso e zucchero), sari nuovi. Naturalmente il dono viene negoziato e, inutile dirlo, se il neonato è maschio l’offerta è ben più consistente. Fino a oggi la loro presenza nel cinema è stata marginale. Comparivano, in alcuni film bollywoodiani, come esseri spregevoli e grotteschi, a tratti mostruosi, a rappresentare tutto il rifiuto di questa società per la devianza, a cavallo in questo caso fra natura e cultura, fra omosessualità e transessualità da un lato e scelta di vita dall’altro. Bombay, di Mani Ratman, contestatissimo per la rappresentazione dei moti del dicembre 1992-gennaio 1993 nella grande città indiana, è la prima pellicola a mostrare una hijra in una nuova luce, come una persona tenera e sensibile. Oggi la situazione comincia a cambiare. Le hijras hanno formato importanti movimenti di sensibilizzazione, ad esempio sul problema dell’Aids. Molte di loro sono entrate in politica, occupando posizioni di grande importanza, nelle amministrazioni nazionali e anche in parlamento. Ma Wartmann e Khemka hanno deciso di non approfondire questi aspetti e di restare nella piccola ma non meno ricca sfera personale delle tre hijras intervistate. Nell’ultima parte del film, allora, assistiamo al rito preparatorio per la castrazione di una nuova hijra. Bahuchara Mata, la dea a cui sono devote, veglierà a che tutto si svolga nel migliore dei modi. Le offerte votive sono deposte ai piedi della sua statua, l’incenso profuma l’aria, la lama è pronta. Non c’è da preoccuparsi di problemi igienico-sanitari nelle parole dell’‘anziana’ che effettuerà l’operazione. Non fa neanche molto male, sanguina un po’ e poi smette. Tutto va sempre per il meglio. In una sorta di trance la nuova castrata si appresta alla cerimonia. È già adulta, questo influirà sulla trasformazione del suo corpo. Se l’operazione viene effettuata precocemente, raccontano, la pelle diviene liscia, cresce il seno e i lineamenti diventano di grande bellezza. Questo è più difficile se la castrazione viene fatta in età adulta. Ma per le hijras questo sembra avere un’importanza relativa. Si apprestano a entrare in una nuova vita, dai confini ambigui e dai contorni ambivalenti, fra poteri magici ed emarginazione, fra solidarietà comunitaria e miseria individuale della prostituzione. Tra le linee dei generi l’identità diventa davvero qualcosa di fluido, sfuggente e transitorio. Le hijras sono presenti anche nella cultura islamica. Si narra ad esempio della loro presenza in tutte le corti reali dell’epoca classica. Non si dovrà confondere tuttavia, come ricordano i dizionari enciclopedici, la parola indiana con quella araba, che ha la stessa traslitterazione, la hijra o ‘egira’, il cui significato è la ‘migrazione’. Proprio questo, tuttavia, non sembra estremamente lontano da ciò che le hijras indiane vogliono vivere e intendono essere. La migrazione, per loro, è davvero una dimensione costitutiva della personalità, il fondamento stesso di una nuova identità.

fonte:http://www.jgcinema.com/single.php?sl=eunuchi-india-beetween-the-lines
http://www.guidaindia.com/index.php?option=com_content&view=article&id=865:hijras-i-travestiti-indiani&catid=47:usi&Itemid=60

mercoledì 20 gennaio 2010

Mancuso-Concia contro la Ferilli



Mancuso-Concia contro la Ferilli dopo le sue parole al ‘Chiambretti Night’.

Anna Paola Concia (Pd) e Aurelio Mancuso hanno scritto una lettera aperta a Sabrina Ferilli sui diritti delle persone omosessuali dopo l’intervento dell’attrice nella trasmissione di Chiambretti di ieri. ”Puo’ darsi che la materia sia per te ostica e la confusione che ingenera l’atteggiamento di troppi politici, ti abbia sviato, ma ti possiamo assicurare che la sinistra in questo Paese tutto fa meno che affrontare con serieta’ e rispetto una questione ritenuta di civilta’ da tutti i grandi partiti progressisti e conservatori europei. Non ti preoccupare – scrivono alla Ferilli – rispetto al fatto che la sinistra parli troppo dei gay correndo il pericolo di renderci antipatici: la sinistra (tutta) da tempo non parla delle nostre vite, delle discriminazioni che subiamo, delle violenze di cui siamo oggetto, dei diritti e dei doveri negati. Al contrario la sinistra risulta, agli occhi di tante persone gay, lesbiche e trans, afona rispetto ai loro diritti civili”. ”Non cadere anche tu – prosegue la lettera – nella superficiale vulgata che accredita un’inesistente contrapposizione tra i diritti delle famiglie tradizionali e quelli, mai riconosciuti, delle famiglie omosessuali. La pura e semplice realta’ e’ che la politica non si occupa ne’ delle prime ne’ delle seconde. Siccome crediamo che tu non abbia voluto offendere persone che vivono con fatica in uno Stato che le ritiene fantasmi sociali (sintomo ne e’ lo spaventoso silenzio sullo sciopero della fame che da ben 17 giorni una coppia gay di Savona, Francesco e Manuel, sta portando avanti proprio per segnalare che non abbiamo alcun diritto), ci mettiamo a tua disposizione perche’ riteniamo utile che personaggi cosi’ amati dal pubblico italiano, che con coraggio esprimono la loro appartenenza a una precisa area politica, possano conoscere in modo approfondito la dura e concreta realta’ in cui sono costretti a vivere milioni di italiani”.
fonte:gaynews24

Per fortuna ci sono media-seri e... media-set




Per fortuna ci sono media-seri e... media-set

C’è solo una cosa che ci dà più fastidio della cattiva informazione anche se più o meno consapevole ed è l’esser presi in giro. Riepiloghiamo brevemente gli accadimenti dandogli una scansione temporale e lasciando a voi lettori ogni considerazione e giudizio.

Nel post precedente abbiamo espresso la nostra opinione circa un servizio della trasmissione ‘Le Iene’ andato in onda mercoledì 13/01 su Italia1. Per correttezza e completezza d’informazione (e come sempre ove possibile ndr) abbiamo linkato la pagina del sito delle Iene che conteneva tutti i servizi della puntata. Questo nel primo pomeriggio.
La sera stessa abbiamo ricevuto alcune segnalazioni che il link da noi riportato non conteneva nessun filmato relativo alle persone trans, così dopo un più attento controllo abbiamo scoperto che il servizio, solo quello di cui avevamo parlato di Laura Gauthier, non era più (stranamente) visualizzabile. Per fortuna la rete è per chi la conosce è una “miniera” di informazioni così non abbiamo faticato a linkarvi il servizio seppur su un altro sito. Ad oggi se si contatta la redazione della trasmissione richiedendo informazioni in merito alla rimozione del servizio si riceve come risposta che “abbiamo dovuto toglierlo dal sito perché ci è arrivata una diffida. Ci dispiace“.

Ebbene Sigg. delle Iene dispiace a voi ma dispiace molto anche a noi quest’atteggiamento di ‘orecchio non sente, cuore non duole‘ (si, lo sappiamo che il proverbio non è così ma non vogliamo far sentire lor Signori i soli a stravolgere le cose).
Indubbiamente la rimozione del servizio è cosa buona e giusta non fosse altro per la marea di inesattezze, superficialità e disinformazione che conteneva. Non Vi nascondiamo che avremmo preferito due paroline di scuse piuttosto che la silenziosa rimozione del servizio nella speranza che valga la legge mediatica che non parlandone delle cose le stesse cadano nell’oblio. Insomma, se è vero che almeno in parte potevamo riabilitare voi e la vostra trasmissione (almeno tentarci) è altresì vero che con un simile atteggiamento diventa estremamente difficile e riteniamo anche scorretto farlo.
Questi gli accadimenti, nei prossimi giorni prenderemo delle decisioni in merito ad eventuali azioni di tutela delle persone Trans da portare avanti e vi terremo aggiornati.

A riabilitare la categoria dei media che scelgono la via dell’informazione ci ha pensato Telecapodistria e la sua redazione. Sabato infatti, insieme al dott.ssa Laura Scati ed al prof. Carlo Trombetta, siamo stati ospiti di una trasmissione magistralmente impostata e condotta da Silvia Stern. La trasmissione verteva sui vari aspetti legati al tema dell’identità di genere ed è stata la dimostrazione che esiste ancora qualche giornalista serio e qualche redazione giornalistica che si pongono come obbiettivo primario l’informare e non lo scoop.

La puntata andrà in onda questa sera alle ore 21 e come sempre invitiamo chi ne avesse la possibilità a visualizzarla su:

* digitale terrestre;
* sul satellite sulla nuova frequenza di 12.520 MHz. Gli altri parametri non cambiano: satellite: Hot Bird 13 gradi Est- Polarizzazione: verticale – Symbol rate: 27.500 Msym/s – FEC: ¾. Codice di identificazione: TV K-C
* sul web in streaming a quest’indirizzo cliccando su TeleKoperCapodistria http://tvslo.si/predvajaj/posnetek-brez-naslova/ava2.v-zivo-tv-koper-capodistria/(n.b. a chi avesse problemi di errori di visualizzazione sul browser lo invitiamo a cliccare sul pulsante ‘Nastavitve’, scegliere il programma per la visualizzazione Flash, Windows Media Player o Realplayer e successivamente il tasto ‘potrdite izbiro’, come nell’esempio che vi linkiamo qui).http://www.transgenere.it/blog/immagini/koper_streaming.jpg

Siamo sicuri che fermo restando il soggetto (il mondo Trans) la differenza di target, di qualità e di contenuti dell’informazione tra le due trasmissioni vi sarà improvvisamente ancora più chiara. Buona visione.
fonte: transgenere


http://tvslo.si/predvajaj/meridiani/ava2.57348174/

Per chi fosse interessato cliccando o copiando il link qui sopra, a questo indirizzo è possibile visionare integralmente in streaming la registrazione della trasmissione di Capodistria su citata.
Consiglio vivamente alle persone trans e non, di visionare questa trasmissione,in cui è presente anche il Professor Trombetta, uno dei più famosi chirurghi italiani che effettua da molti anni e con successo a Trieste il cambio di genere.

SANREMO Trans violentata da ex partner


SANREMO
Trans violentata da ex partner a Pompeiana: barista di 26 anni dal giudice per il processo
Pompeiana - E' ritenuto colpevole della violenza commessa, nella notte tra l'11 e il 12 luglio scorsi, ai danni di una transessuale italiana, di 24 anni (sua ex partner), il cui episodio venne denunciato da una coppia di passaggio.

Si apre giovedi' prossimo, davanti al tribunale di Sanremo, il processo a carico del barista di 26 anni, Alessio C., di Pompeiana (Imperia), arrestato il 24 luglio scorso, con l'accusa di violenza sessuale, in quanto ritenuto colpevole della violenza commessa, nella notte tra l'11 e il 12 luglio scorsi, ai danni di una transessuale italiana, di 24 anni (sua ex partner), il cui episodio era stato denunciato da una coppia di nostri connazionali che avevano segnalato una ragazza malconcia, in lacrime e in stato confusionale sulla strada.

Erano circa le 12.30, del 12 luglio – secondo la ricostruzione dei fatti - quando e' giunta la segnalazione ai carabinieri. Presto si e' scoperto che la ragazza, in realta' era un lui. Pian piano la giovane, che lavorava in alcuni night club della zona e che si autodefiniva 'una donna intrappolata nel corpo di un uomo', ha ricostruito la propria vicenda, suffragata dal referto medico del pronto soccorso. Ha detto di essere stata ripetutamente violentata e, poi, chiusa in casa con lui e di essere riuscita a scappare, il mattino successivo, saltando dall'auto in corsa per la strada di Pompeiana, senza un euro in tasca, ne' un telefono.
Al termine di una serie di indagini, si e' scoperto che la sera dell'11 luglio, la trans e l'aggressore, erano stati visti salire in auto assieme da un barista che aveva servito loro due birre. I due avrebbero dovuto incontrarsi per chiarire la situazione, ma quello che doveva essere un incontro tra ex, si e' trasformato in un incubo. La vittima dell'aggressione entra in auto e si dirige con lui a Pompeiana, convinta di andare a casa per un 'drink'. In realta', Alessio la barrica nel proprio appartamento, la spoglia e la violenta ripetutamente. Poi, chiude la porta, costringendola a rimanere con lui sino al mattino successivo, quando escono per un giro in auto e lei scappa.

di Fabrizio Tenerelli
fonte: riviera24.it

Libri "Translesbismo" di Mirella Izzo


Translesbismo: Istruzioni per l'uso - il primo libro italiano dedicato alla realtà delle transgender Lesbiche. Di Mirella Izzo

Novità per l'Italia, "Translesbismo..." è il primo libro che racconta la realtà delle transgender lesbiche e femministe. Un testo volto a far confrontare, per la prima volta, lesbiche e translesbiche. Negli ultimi anni le translesbiche sono passate dal ruolo di reiette a fonte di riflessione e ispirazione per il movimento internazionale lesbico e femminista. Tacere, di questa realtà, relegherebbe l'Italia nella provincia del mondo. Il confronto, infatti, è aperto da anni in Europa ed USA e molti testi sono stati pubblicati sul translesbismo e sull'apporto transfemminista al movimento femminista.C'è bisogno di informazione."Translesbismo" parte dai bisogni elementari. Un testo teorico ma con fini di utilità pratica per lo sviluppo della reciproca conoscenza. Perché è un fatto che trans e lesbiche entrino sempre più spesso in contatto e conoscersi meglio significa disfarsi dei pregiudizi e allargare il senso di una identità.
Altre informazioni sul libro
Mirella Izzo (Genova, 23 aprile 1959) è una attivista italiana. Nella sua vita è diventata un personaggio di riferimento per il panorama transessuale italiano, lavorando lungamente per i diritti civili e umani delle persone transessuali, anche a livello politico. E' fondatrice di Crisalide AzioneTrans ONLUS, una delle più importanti associazioni italiane su questo tema, di cui è stata presidente dal 1999 a maggio 2006. Nel febbraio 2008 ha dato vita insieme ad altre persone ad AzioneTrans e ne ha assunto la presidenza (Crisalide AzioneTrans assume un ruolo locale per la regione liguria di AzioneTrans). È lei stessa una donna transessuale e si autodefinisce pansessuale e lesbica[1]. Fra le altre attività, ha curato la rubrica "La Posta di Mirella" su Gender Channel di Gay.TV, negli anni 2006 e 2007.

Titolo Translesbismo: Istruzioni per l'uso - il primo libro italiano dedicato alla realtà delle transgender Lesbiche
Autore Mirella Izzo
Editore Lulu.com, 2009
ISBN 1409211789, 9781409211785
Lunghezza 151 pagine

fonte:http://books.google.it/books?id=R9oJ8Y1Oz2sC&dq=transgender+in+italiano&cd=1

martedì 19 gennaio 2010

Icone, Lady Gaga



Icone, Lady Gaga madrina di un galà per le nozze gay!

Per favore, rivisitiamo il concetto di icona gay una volta per tutte: essere icona gay non dovrebbe limitarsi a far parte della ristretta cerchia degli esponenti dello show business (cantanti, attori, ballerini, etc), andarsene in giro truccatissimi e farsi circondare da uno stuolo di ballerini impeccabili.
A mio parere, a fregiarsi del titolo di icona gay, dovrebbero essere tutti coloro i quali - famosi e non, vip e nip - si rendono paladini per i diritti della minoranza lgbtq: è il caso di Stefanie Germanotta, alias Lady Gaga, la nuova reginetta del Pop acclamata come nuova Madonna (la cantante!), diventata una vera testimonial nello schierarsi a favore dei diritti gay.

La popstar di origini italiane si è recata ieri presso un importante Galà a favore delle nozze gay ad Atlantic City, per la precisione il
“Hands Up for the Marriage Equality” (Mani alzate per l’uguaglianza nei matrimoni). Ecco cosa ha dichiarato la Germanotta, dopo aver animato l’importante serata:

“Mi sento onorata di essere adatta nel continuare a cercare di aumentare la conoscenza e i fondi per questa causa e per le organizzazioni coinvolte. Sono proprio loro ad essere in trincea, al lavoro, tutti i giorni, a nome di tutti noi, che tu sia etero o Lgbt. I diritti uguali e totali devono essere garantiti per ciascuno di noi”.
Davvero un bel gesto di umanità da parte della cantante del momento. E in Italia? Da noi almeno c’è la Pausini che si schiera contro l’omofobia, tutto il resto invece dorme…
fonte:gaywave

lunedì 18 gennaio 2010

Falla su Internet Explorer 2° parte



Cronaca
Falla su Internet Explorer, bocciato da Germania e Francia: si riapre la guerra dei browser
Dopo quello tedesco, anche il governo francese consiglia ai suoi cittadini "l'utilizzo di un browser alternativo" a Internet Explorer, "in attesa di una correzione" a una falla nel sistema di sicurezza. Secondo il Centro di esperti per la risposta e il trattamento degli attacchi informatici (Certa) di Parigi, una "vulnerabilità" nel browser prodotto da Microsoft può "permettere a una persona malintenzionata di eseguire del codice arbitrario a distanza". L'avviso, precisa il Certa, vale per le versioni 6, 7 e 8 del programma.
Doppia bocciatura - Internet Explorer, il browser per la navigazione sul Web sviluppato dal colosso informatico Microsoft, era già stato “bocciato” dal governo tedesco che ora consiglia agli utenti del Paese di servirsi di un software alternativo capace di garantire un maggior livello di sicurezza. L’avvertimento è arrivato dall'Ufficio federale tedesco per la sicurezza informatica, dopo che la società di Redmond ha ammesso che nei recenti attacchi sferrati contro Google è stata sfruttata una falla presente anche in tutte le versioni precedenti del browser.
La guerra dei browser - La casa sviluppatrice, che a seguito dell’annuncio rischia di perdere un’importante fetta di mercato, ha tentato di limitare i possibili danni promettendo di risolvere quanto prima il problema. A breve verrà rilasciato un aggiornamento ma, fino ad allora, gli utenti dovranno fare molto attenzione ai siti visitati e a quanto si decide di scaricare dalla Rete. Sfruttando la falla, infatti, un malintenzionato potrebbe prendere il controllo del computer e rubare quanto di più prezioso si conserva nel disco rigido.
Le alternative sicure già esistono e guadagnano consensi - "Microsoft - si legge sul bollettino di sicurezza conseguente la scoperta della falla - sta continuando la propria indagine sui report pubblicati in merito agli attacchi contro la nuova vulnerabilità in Internet Explorer". Nel mentre c’è chi come Graham Cluley, responsabile dell’azienda antivirus Sophos, conferma la presenza del bug nelle versioni 6, 7 e 8 del browser. Il pericolo di cadere nella trappola degli hacker, considerando anche il fatto che Internet Explorer risulta esser oggi il browser più utilizzato al mondo, risulta esser pertanto elevatissimo e per questo diversi esperti consigliano di valutare l’opportunità di servirsi di programmi di navigazione alternativi come Firefox, Opera, Chrome o Safari: tutti immuni al bug.
Un suggerimento che non convince - Diversa è per ovvi motivi il consiglio degli esperti Microsoft che invitano gli utenti alla calma e, in attesa di un update, ad impostare le opzioni di protezione del browser su livello "alto". Del resto, ha sottolineato Thomas Baumgaertner, portavoce di Microsoft in Germania, gli attacchi informatici a Google e alle altre società "sono stati condotti da persone altamente motivate ed esperte. Non erano quindi attacchi contro gli utenti in generale o contro i consumatori". Il settaggio "alto" delle restrizioni per la sicurezza di Explorer, tuttavia, renderebbe meno agevole la navigazione e impedirebbe l'accesso a molti siti comunque sicuri.
Contro il browser di Microsoft si scagliano tuttavia diversi esperti - In un articolo pubblicato su PcWorld Jason Cross suggerisce al colosso di mandare "in pensione" il suo browser: “Microsoft dovrebbe uccidere Internet Explorer” e dovrebbe farlo anche nei propri interessi, perché IE continua a perdere inesorabilmente quote di mercato (circa l’1% al mese). Secondo il giornalista il gigante dell’informatica dovrebbe smettere di aggiornare questo browser e concentrarsi sullo sviluppo di un qualcosa di nuovo, dotato di tecnologie moderne compatibili con i plugin prodotti da terzi. Firefox e Chrome, secondo Cross, non è amato dagli utenti soltanto perché veloce ma piuttosto perché espandibile nelle funzioni grazie al sistema di add-on.
Gli utenti vogliono un nuovo browser - Insomma, Microsoft dovrebbe pensare non tanto a chiudere le falle di un prodotto spesso considerato “pericoloso” ma ad investire su qualcosa di nuovo, capace di offrire agli utenti altissimi standard di sicurezza.
18 gennaio 2010
fonte: tiscali.it

Falla su Internet Explorer



"Lasciate Explorer, non è sicuro"
Allarme dell'Autorità tedesca
L'uso del browser più diffuso del mondo "sconsigliabile" a causa di una falla nella sicurezza. Preferibile usare browser alternativi finché il problema non sarà risoltodal corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO - Un allarme sui pericoli dell'uso di internet Explorer è stato lanciato oggi in Germania. Secondo Spiegel online, l'edizione digitale dell'autorevole settimanale di Amburgo, il Bundesamt fuer Sicherheit in der Informationstechnik, BSI, cioè l'Autorità federale per la sicurezza nella tecnologia dell'informazione, ha avvertito che l'uso del browser più diffuso nel mondo è sconsigliabile, ed è preferibile usare browser alternativi, finché il problema non verrà risolto.

C'è un punto debole in internet explorer, avverte la fonte ufficiale tedesca citata da Spiegel online. Sarebbe una 'fallà nella sua sicurezza che "permette di lanciare attacchi e installare programmi ostili in un computer che funziona con Windows, attraverso un codice manipolato di un sito. Le versioni di internet explorer esposte a rischio sono la 6, la 7 e la 8 sui sistemi Windows XP, Vista e 7.

Al momento, continua il reportage di Spiegel online sempre citando l'autorità federale per la sicurezza IT, non è disponibile un'attualizzazione del software. "L'autorità federale prevede che il punto debole, la falla di explorer verrà utilizzata a breve per attacchi su internet", e consiglia quindi l'uso al momento di altri browser. Consiglia sistemi che chiama per nome, come Firefox, Opera, Chrome o Safari. L'uso di internet explorer in modo protetto può rendere gli assalti più difficili, ma non impedirli, nota il monito ufficiale.

L'avvertimento del Bsi è posto in relazione con gli attacchi di hacker condotti negli ultimi giorni contro i sistemi informatici di alcune aziende americane. E probabilmente il pericolo è quello di attacchi mirati contro alcune imprese, non contro l'uso privato di internet explorer. Ma presto la realtà potrebbe cambiare e il pericolo riguarderebbe molti più utenti. Non è la prima volta che internet explorer è oggetto di tentativi di attacco del genere: essendo il browser più diffuso nel mondo è bersaglio privilegiato della 'cybercriminalità'. Microsoft stessa consiglia di usare explorer, almeno per il monento solo in protected mode e con i massimi livelli di sicurezza.
fonte repubblica.it

il bacio sognato...lo dedico a chi si ama...Lisa


"Un bacio vorrei avere
che s’involi lontano
con ali di airone rosa
oltre il cielo chiaro
un bacio che si posa
su labbra senza tempo
giungendo fino a te
in quel molo del cuore
dove s’infrange l’onda
di questo mare d’amore

Una mano vorrei avere
che rechi la carezza
la meraviglia perduta
al risveglio dal sogno
tepore dell’anima
e soffio di vento
che sfugge ai sensi
sensazione di me
che gonfia come vela
la gonna del desiderio.."

anonimo Manuale di Mary

eliminite la pubblicità..
guardatelo a schermo pieno..Lisa

Iniziativa Mario Mieli



Domenica 17 gennaio 2010, si svolge un appuntamento molto importante per la nostra associazione, che ogni giorno lotta per l’affermazione dei diritti delle persone omosessuali e transessuali e contro ogni forma di discriminazione. Offre servizi, sviluppa progetti, dà assistenza, organizza incontri culturali, partecipa attivamente alla vita politica cittadina.

Se tanti risultati sono stati ottenuti e se tante attività possono esistere, lo si deve anche al contributo economico di ciascuno di noi. Tesserarsi al Mario Mieli significa dare più voce ad un’associazione che quest’anno compie 27 anni.
Tesseriamoci, sosteniamoci!

Interverrà la presidente Rossana Praitano e la segreteria rimarrà aperta straordinariamente durante il pomeriggio per consentire, a chi lo vorrà, di sottoscrivere la tessera annuale di socio ordinario del Mario Mieli.

Dalle 17,00
“Dalla parte del torto” spettacolo con un’introduzione musicale, seguita dalla lettura di poesie, cui fa da commento sia un accompagnamento musicale eseguito con percussioni e strumenti etnici a fiato o a corda (di provenienza italiana ed internazionale), sia la proiezione di immagini, inerenti al tema di ciascuna poesia o semplicemente suggestive. Con Marco Cinque, Maurizio Carbone, Pino Pecorelli, Angelo Baffa.

Dove: presso la sede del Circolo Mario Mieli, in via Efeso 2/A, a pochi passi dalla fermata Metro B San Paolo Basilica.
Quando: domenica 17 gennaio, dalle ore 16,00.

Circolo di Cutura Omosessuale Mario MIELI Roma via Efeso 2/A (San Paolo)
fonte:romattiva.org

domenica 17 gennaio 2010

Transessuali: l’Italia li manda al rogo, gli Usa li nomina Consiglieri del Governo


Transessuali: l’Italia li manda al rogo, gli Usa li nomina Consiglieri del Governo

Obama nomina una Transessuale Consigliere Capo del Ministero del Commercio degli Stati Uniti, scoppia la polemica: la destra americana è scandalizzata e parla di Gomorra Obamiana Contemporaneamente, in Italia, i trans diventano un caso mediatico e vengono messi al rogo. Sia in Tv che nella realtà.
Che l’Italia stia vivendo un medioevo intellettuale e culturale è già noto a molti, ma la notizia arrivata due giorni addietro fa precipitare il Belpaese fra i più retrogradi del mondo occidentale.

Amanda Simpson ha 49 anni. Il suo lunghissimo curriculum vanta trent’anni di esperienza nel settore aerospaziale e della difesa Usa, plurime lauree in fisica, ingegneria ed economia. Il Presidente Obama l’ha nominata ad inizio 2010 Consigliere Capo del Ministero del Commercio. Fin qui nulla di “strano”. Viene riconosciuto il merito e l’eccellenza di una persona che ha studiato e lavorato duramente per tantissimi anni, e che adesso può iniziare a raccogliere i frutti dell’esperienza vissuta. La “polemica” sorge nel fatto che negli anni 90 Amanda ha cambiato sesso. Era un uomo ed è diventata donna.

Nel mondo conservatore è scoppiato il putiferio, perché infatti l’annuncio ha spaccato in due il paese. Se da una parte c'è la felicità dei progressisti, che puntano dritto alle nozze fra omosessuali, dall’altra c’è l'ira dei conservatori, scandalizzati da ciò che definiscono “La nuova Sodoma e Gomorra Obamiana”. Ma realmente qual é il problema? L’importante non è forse che il cervello funzioni bene, senza alcuna differenza di sesso? A differenza di molti che ragionano col sesso e non col cervello?
Citando lo spot italiano contro l’omofobia, “certe differenze non possono contare”. E allora perché se in paesi come la Spagna l’omosessuale ha gli stessi diritti dell’etero, nel nostro paese questi vengono derisi, picchiati, e a volte uccisi solo per le loro preferenze sessuali? Perché se in paesi come l’America i gay e i transgender vengono giudicati in base alle loro qualifiche professionali, in Italia vengono discriminati e lasciati ai margini della società?
Inutile ricordare la vicenda Marrazzo che tutti conoscono, ed è inutile ricordare la morte della trans Brenda bruciata viva nel proprio monolocale. La risposta è una sola. L’Italia è lontana anni luce dall’avere un vero governo progressista e riformatore che sappia dare al proprio paese la libertà e la cultura che certamente si merita. Le pouvoir aux italians.
Scritto da Silvio Cacciatore

fonte:http://www.jonionews.it/index.php?option=com_content&view=article&id=113:transessuali-litalia-li-manda-al-rogo-gli-usa-li-nomina-consiglieri-del-governo&catid=37:politica&Itemid=57

Come possiamo aiutare i terremotati di Haiti


Qui sotto di seguito, l'elenco completo di varie associazioni e onlus,per poter liberamente scegliere ognuno di noi, verso quali di queste abbiamo più fiducia, e donare pochi euro, a chi in questo momento ha bisogno anche di un solo nostro piccolo gesto per ricominciare a vivere... Grazie...Lisa

Sono diverse le organizzazioni che stanno raccogliendo fondi per aiutare i terremotati di Haiti. Ecco come fare a dare una mano, anche con piccole donazioni.
Agire onlus, appoggiata dal Ministero degli Esteri, dà la possibilità di donare 2 euro per ogni sms inviato al 48541 da cellulari Tim e Vodafone o tramite un telefono di rete fissa Telecom. Un modo semplice, rapido per sostenere chi, già nella povertà, ha davvero perso tutto.

La Fondazione Francesca Rava, la cui testimonal d’eccezione è da tempo Martina Colombari, coordina gli aiuti e gestisce l’unico ospedale della capitale che ha retto l’urto del terremoto. Per donare si può utilizzare il bollettino postale (c/c postale 17775230) oppure fare un bonifico bancario sul c/c IBAN IT39G0306234210000000760000 indicando come causale “terremoto Haiti” oppure usare la propria carta di credito sul sito www.nphitalia.org o telefonando allo 02.54122917.


* La Croce Rossa Italiana
o Conto Corrente Bancario: C/C BANCARIO n° 218020 presso: Banca Nazionale del Lavoro-Filiale di Roma Bissolati -Tesoreria – Via San Nicola da Tolentino 67 – Roma. Intestato a Croce Rossa Italiana Via Toscana, 12 – 00187 Roma.
o Coordinate bancarie (codice IBAN) relative sono: IT66 – C010 0503 3820 0000 0218020. Causale PRO EMERGENZA HAITI
o Conto Corrente Postale n. 300004. Intestato a: Croce Rossa Italiana, via Toscana 12 – 00187 Roma. C/C postale n° 300004. Codice IBAN: IT24 – X076 0103 2000 0000 0300 004. Causale: Causale PRO EMERGENZA HAITI
o Donazioni on line: è possibile effettuare dei versamenti online attraverso il sito web della CRI www.cri.it all’atto della scelta del progetto selezione “Pro emergenza Haiti”.
o SMS: per donare 2 euro alla Croce Rossa Italiana “Pro Emergenza Haiti” basta inviare un sms da cellulari Wind e 3 al 48540. Il numero sarà attivo fino al 27 gennaio.
* La Caritas:
o C/C POSTALE N. 347013 specificando nella causale: “Emergenza terremoto Haiti”.
o UniCredit Banca di Roma Spa, via Taranto 49, Roma – Iban: IT50 H030 0205 2060 0001 1063 119
o Intesa Sanpaolo, via Aurelia 796, Roma. Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012
o Banca Popolare Etica, via Parigi 17, Roma. Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113
o CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana tel. 06 66177001 (orario d’ufficio)
* UNICEF
o c/c postale 745.000, causale: ‘Emergenza Haiti’;
o carta di credito online su questo sito oppure chiamando il Numero Verde UNICEF 800745000;
o cc bancario Banca Popolare Etica IBAN IT51 R050 1803 2000 0000 0510 051”
o i Comitati locali dell’UNICEF presenti in tutta Italia (elenco sul sito www.unicef.it/comitati)
* Medici senza frontiere (l’appello)
o carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25
o bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000
o conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti
o on line sul sito di MSF
* Save the Children
o Save the Children ha attivato sul suo sito un’area per le donazioni online con carta di credito
* Agire
o Donazioni con carta di credito al numero verde 800.132870. Versamento sul conto corrente postale n. 85593614, intestato ad AGIRE onlus, via Nizza 154, 00198 Roma, causale Emergenza Haiti.
o Bonifico bancario sul conto BPM – IBAN IT47 U 05584 03208 000000005856. Causale: Emergenza Haiti.
o Donazioni on line dal sito internet www.agire.it
o Attivato il numero 48541 sms solidale per donare 2 euro su Tim-Telecom Italia e Vodafone oppure da rete fissa Telecom Italia. Il numero sarà attivo fino al 31 gennaio.
* UCODEP-OXFAM
o Le donazioni si possono effettuare sul sito www.ucodep.org con carta di credito, o telefonando al numero verde 800.99.13.99.
o Versamenti sul c/c postale 14301527 intestato a Ucodep, con causale Emergenza Haiti.
o Ucodep è parte della rete di Oxfam International ed è presente da 15 anni nella Repubblica Dominicana con progetti nel settore sanitario, educativo e agricolo. Il personale di Ucodep in Repubblica Dominicana è in contatto con i colleghi di Oxfam a Port au Prince. Oxfam è presente ad Haiti da 30 anni.
* ANPAS: l’associazione nazionale pubbliche assistenze ha attivato una raccolta di fondi.
o Versamenti sul conto corrente della Banca Etica, Filiale di Firenze IBAN: IT 52 X 05018 02800 000000556655, intestato Anpas per Haiti.
fonte:comefarlo.it