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lunedì 18 gennaio 2010
Falla su Internet Explorer 2° parte
Cronaca
Falla su Internet Explorer, bocciato da Germania e Francia: si riapre la guerra dei browser
Dopo quello tedesco, anche il governo francese consiglia ai suoi cittadini "l'utilizzo di un browser alternativo" a Internet Explorer, "in attesa di una correzione" a una falla nel sistema di sicurezza. Secondo il Centro di esperti per la risposta e il trattamento degli attacchi informatici (Certa) di Parigi, una "vulnerabilità" nel browser prodotto da Microsoft può "permettere a una persona malintenzionata di eseguire del codice arbitrario a distanza". L'avviso, precisa il Certa, vale per le versioni 6, 7 e 8 del programma.
Doppia bocciatura - Internet Explorer, il browser per la navigazione sul Web sviluppato dal colosso informatico Microsoft, era già stato “bocciato” dal governo tedesco che ora consiglia agli utenti del Paese di servirsi di un software alternativo capace di garantire un maggior livello di sicurezza. L’avvertimento è arrivato dall'Ufficio federale tedesco per la sicurezza informatica, dopo che la società di Redmond ha ammesso che nei recenti attacchi sferrati contro Google è stata sfruttata una falla presente anche in tutte le versioni precedenti del browser.
La guerra dei browser - La casa sviluppatrice, che a seguito dell’annuncio rischia di perdere un’importante fetta di mercato, ha tentato di limitare i possibili danni promettendo di risolvere quanto prima il problema. A breve verrà rilasciato un aggiornamento ma, fino ad allora, gli utenti dovranno fare molto attenzione ai siti visitati e a quanto si decide di scaricare dalla Rete. Sfruttando la falla, infatti, un malintenzionato potrebbe prendere il controllo del computer e rubare quanto di più prezioso si conserva nel disco rigido.
Le alternative sicure già esistono e guadagnano consensi - "Microsoft - si legge sul bollettino di sicurezza conseguente la scoperta della falla - sta continuando la propria indagine sui report pubblicati in merito agli attacchi contro la nuova vulnerabilità in Internet Explorer". Nel mentre c’è chi come Graham Cluley, responsabile dell’azienda antivirus Sophos, conferma la presenza del bug nelle versioni 6, 7 e 8 del browser. Il pericolo di cadere nella trappola degli hacker, considerando anche il fatto che Internet Explorer risulta esser oggi il browser più utilizzato al mondo, risulta esser pertanto elevatissimo e per questo diversi esperti consigliano di valutare l’opportunità di servirsi di programmi di navigazione alternativi come Firefox, Opera, Chrome o Safari: tutti immuni al bug.
Un suggerimento che non convince - Diversa è per ovvi motivi il consiglio degli esperti Microsoft che invitano gli utenti alla calma e, in attesa di un update, ad impostare le opzioni di protezione del browser su livello "alto". Del resto, ha sottolineato Thomas Baumgaertner, portavoce di Microsoft in Germania, gli attacchi informatici a Google e alle altre società "sono stati condotti da persone altamente motivate ed esperte. Non erano quindi attacchi contro gli utenti in generale o contro i consumatori". Il settaggio "alto" delle restrizioni per la sicurezza di Explorer, tuttavia, renderebbe meno agevole la navigazione e impedirebbe l'accesso a molti siti comunque sicuri.
Contro il browser di Microsoft si scagliano tuttavia diversi esperti - In un articolo pubblicato su PcWorld Jason Cross suggerisce al colosso di mandare "in pensione" il suo browser: “Microsoft dovrebbe uccidere Internet Explorer” e dovrebbe farlo anche nei propri interessi, perché IE continua a perdere inesorabilmente quote di mercato (circa l’1% al mese). Secondo il giornalista il gigante dell’informatica dovrebbe smettere di aggiornare questo browser e concentrarsi sullo sviluppo di un qualcosa di nuovo, dotato di tecnologie moderne compatibili con i plugin prodotti da terzi. Firefox e Chrome, secondo Cross, non è amato dagli utenti soltanto perché veloce ma piuttosto perché espandibile nelle funzioni grazie al sistema di add-on.
Gli utenti vogliono un nuovo browser - Insomma, Microsoft dovrebbe pensare non tanto a chiudere le falle di un prodotto spesso considerato “pericoloso” ma ad investire su qualcosa di nuovo, capace di offrire agli utenti altissimi standard di sicurezza.
18 gennaio 2010
fonte: tiscali.it
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