Identità e bisogni dei volontari. 21 gennaio – 17 marzo 2012
- Palazzo Vecchio
- IREOS
- Centro di formazione Il Fuligno
- Assessorato Educazione Comune di Firenze
- Cinema Odeon
- EX Fila
- Quartiere 4 Comune di Firenze
Descrizione del corso
Il titolo del corso è ripreso da una vecchia canzone di Ivan Graziani del 1973 (“non esiste più, non ritrovo più la città che io vorrei”).
IREOS negli anni ha provato a costruire a Firenze un tessuto comunitario per la popolazione LGBTIQ (lesbica, gay, bisex, trans, intersex, queer), diventando un punto di riferimento su ambiti diversi (culturale, sociale, ricreativo, politico).
Da ciò la scelta di un percorso di formazione per volontari con esperienze e storie diverse che, partendo dalla peculiarità di IREOS e delle reti nelle quali è inserita, elabori una proposta (sociale?, organizzativa? politica?) per l’intera città di Firenze.
Il corso si articola in 5 moduli tematici con laboratorio, 3 momenti aperti di confronto fra i volontari e la città ed una valutazione finale condivisa. 7 luoghi diversi, ciascuno con un richiamo simbolico rispetto alle attività di IREOS: ci sono i luoghi della politica, della salute, dell’educazione, della cultura del divertimento.
Scarica a questo link il programma in versione PDF:
http://www.ireos.org/wp-content/uploads/programma_lacittachevorrei.pdf
Scarica a questo link la scheda di iscrizione:
http://www.ireos.org/wp-content/uploads/schedaiscrizione.pdf
PROGRAMMA COMPLETO
Palazzo Vecchio, piazza Signoria - Sala delle Miniature
Sabato 21 gennaio ore 10-13
Presentazione del corso
L’ASSOCIAZIONISMO LGBTIQ
Inquadramento storico
Roberta Vannucci, Responsabile Centro Doc IREOS
ed Arcilesbica Firenze
La Teoria Queer
Samuele Grassi, ricercatore
Storia ed identità di IREOS
Riccardo Pieralli, consigliere IREOS
IREOS, via de’ Serragli 3
Sabato 21 gennaio ore 15-18
LE MOTIVAZIONI DI VOLONTARIE
E VOLONTARI
Laboratorio condotto da Jiska Ristori, psicologa IREOS
Centro di Formazione ASL 10 IL FULIGNO Via Faenza 48
Sabato 28 gennaio ore 10-13
S COME SASSARI, T COME TORINO,
I COME IMOLA
La costruzione degli Stereotipi
Maria Agnese Maio, operatrice Progetto Alice – Bologna
Transgenderismo
Barbara Santoni, psicologa IREOS
Intersessualità
Michela Balocchi, sociologa
Sabato 28 gennaio ore 14-17
Lavoro in piccoli gruppi con testimonianze
a cura di Associazione Transgenere, M.I.T.
(Movimento Identità Trans) Toscana ed IREOS
condotto da Barbara Santoni, psicologa IREOS
Assessorato Educazione Comune di Firenze, via Nicolodi 2
Sabato 4 febbraio ore 10 – 13
L DI LIVORNO, G DI GENOVA, B DI BOLOGNA
Orientamento e comportamento sessuale
Lesbica, gay o bisex?
Annamaria Imbarrato, psicologa Arcilesbica Firenze
Paolo Antonelli, psicologo, Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Firenze
Sabato 4 febbraio ore 14 – 17
MINORITY STRESS
Omo/transfobia sociale ed interiorizzata
Laboratorio condotto da Barbara Santoni, psicologa IREOS
APERITIVI TEMATICI PRESSO IREOS (aperti alla città)
Mercoledì 8 febbraio ore 19 – 23
APERITIVO POSITIVO
La comunità queer, l’HIV e le Malattie a Trasmissione Sessuale
Introduce e coordina:
Samuele Grassi, ricercatore
Interventi ed esperienze
di LILA, ANLAIDS e IREOS
Mercoledì 15 febbraio ore 19 – 23
APERITIVO IN FAMIGLIA (con avvocata)
Le famiglie di LGBTIQ e le famiglie LGBTIQ
Interventi ed esperienze di AGEDO Toscana (Associazione Genitori ed Amici di Omosessuali), Famiglie Arcobaleno e Rete Genitori Rainbow
I diritti: legislazione e tutele
Vera Ricci, avvocata Rete Lenford Avvocatura LGBT
Cinema Odeon, piazza Strozzi
Sabato 25 febbraio ore 10 – 13
N COME NAPOLI, I COME IVREA, D COME DOMODOSSOLA
Narrazioni e Immaginario di gay, lesbiche, trans…nel Cinema
Fabrizio Ungaro, presidente IREOS
Silvia Minelli, direttrice FLORENCE QUEER FESTIVAL
IREOS, via de’ Serragli 3
Sabato 25 febbraio ore 17 – 20
Narrazioni e Immaginario di gay, lesbiche, trans… nella Letteratura
Francesco Gnerre, sociologo e saggista
APERITIVO IMMAGINARIO PRESSO IREOS (aperto alla città)
Sabato 25 febbraio dalle 20.30 in poi
APERITIVO IMMAGINARIO
Musica e parole intorno all’immaginario LGBTIQ
EX FILA, via Mons. Leto Casini 11
Sabato 10 marzo ore 10-13
AAA GLI STRUMENTI
L’ascolto. L’accoglienza. L’autoaiuto
Romina Raspini, psicologa Coordinamento Regionale Gruppi di Autoaiuto della Toscana
Sabato 10 marzo ore 14 – 17
LA GESTIONE DEI CONFLITTI E LA COMUNICAZIONE ECOLOGICA
Laboratorio condotto da Paolo Ragusa, formatore
Centro Psico-pedagogico per la pace e la gestione dei conflitti
Quartiere 4 del Comune di Firenze, via delle Torri 23 Sala del Consiglio
Sabato 17 marzo ore 10-13
Q DI QUADRO
Digestione, restituzione, rielaborazione e costruzione
Insieme (partecipanti e relatori) per una valutazione condivisa.
Andrea Volterrani, sociologo Università Tor Vergata di Roma
fonte http://www.ireos.org
Questo blog è un aggregatore di notizie, nasce per info e news dall'Italia e dal mondo, per la Danza, Teatro, Cinema, Fashion, Tecnologia, Musica, Fotografia, Libri, Eventi d'Arte, Sport, Diritti civili e molto altro. Ogni articolo riporterà SEMPRE la fonte delle news nel rispetto degli autori e del copyright. Le rubriche "Ritratto d'artista" e "Recensioni" sono scritte e curate da ©Lisa Del Greco Sorrentino, autrice di questo blog
martedì 27 dicembre 2011
giovedì 22 dicembre 2011
Lgbt: Film da rivedere "L’Amore non va In Vacanza"
Tradite dai loro uomini e sfortunate in amore, due donne che non si conoscono e che vivono in continenti diversi, una è americana e l'altra è inglese,
s'incontrano su internet e decidono di scambiarsi la casa per le vacanze di Natale.
Chissà che un po' d'aria nuova e il trovarsi in un paese diverso non le aiuti a fare nuove conoscenze e magari trovare quella fortuna in amore che sino a quel momento ad entrambe ha voltato le spalle...
Monologo da L'amore non va in vacanza:
"Ho scoperto che quasi tutto cio
che è stato scritto sull'amore è vero...
Shakespeare ha detto il viaggio termina
quando gli innamorati s'incontrano...
Che pensiero straordinario io non ho mai sperimentato nulla
di neanche vagamente simile a questo ma sono più che disposta a credere che a Shakespeare sia accaduto.
Credo di pensare all'amore più di quanto in realtà si dovrebbe
resto sempre sbalordita dal potere assoluto che ha di alterare e definire la nosra vita....
E' stato sempre Shakespeare a dire:
L'amore è cieco ecco questo so che è vero!
Per alcuni del tutto inesplicabilmente l'amore svanisce....
Per altri semplicemente l'amore è perduto....
Comunque l'amore può anche essere trovato
magari solo per una notte.
E poi c'è un altro tipo d'amore il più crudele
quello che quasi uccide le sue vittime
si chiama amore non corrisposto.
La maggior parte delle storie d'amore è
tra persone che si innamorano l'un dell'altra
ma il resto di noi quali sono le nostre storie?
Quelli di noi che ci innamoriamo da soli
no siamo le vittime dell'amore unilaterale.."
Regia Nancy Meyers
Sceneggiatura Nancy Meyers
Kate Winslet Cameron Diaz
Jude Law Jack Black
Eli Wallach Edward Burns
fonte http://www.auditoriumcasatenovo.com
Lgbt Bologna: Cambi di sesso, al Sant'Orsola venti all'anno
Ogni anno circa 250 persone chiedono aiuto all’Ausl di Bologna perché si sentono ‘imprigionate’ in un corpo dal sesso ‘sbagliato’.
E di queste, circa una ventina si rivolgono al Policlinico S.Orsola per farsi operare.
Il quadro è disegnato dall’assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, che ha risposto in forma scritta a un’interrogazione del consigliere regionale del Pdl, Andrea Pollastri, in merito all’assistenza socio-sanitaria per i transessuali.
“Annualmente- rende noto Lusenti- accedono al servizio circa 250 utenti”. Si tratta di un’attività (finanziata dalla Regione) di supporto psicologico e medico, a carattere regionale e nazionale, che l’Ausl di Bologna svolge da anni per le “persone che manifestano disturbi legati all’identità di genere”, spiega Lusenti.
Nel 2010, delle persone che si sono rivolte al servizio, “il 20% erano assistiti dell’Ausl di Bologna, il 25% provenienti da altre aziende sanitarie della regione e i rimanenti in arrivo da altre regioni italiane”. si questi, precisano da viale Aldo Moro, “meno di una ventina di rivolge al S.Orsola per farsi operare”.
Infatti, sottolinea Lusenti, “l’attività di prevenzione, consulenza e assistenza psico-socio-sanitaria ai cittadini transessuali e alle loro famiglie presenta aspetti fortemente specialistici ed è collegata al trattamento medico-chirurgico di adeguamento del sesso, effettuato presso il Policlinico S.Orsola di Bologna”.
Il servizio di supporto dell’Ausl per chi soffre di disturbi legati all’identità di genere ha un “particolare riguardo per gli adolescenti e gli adulti- spiega ancora l’assessore- si tratta di soggetti che sentono incongruenza tra il sesso anatomico, avvertito come disturbante ed errato, e l’identità di genere, cioe’ il sesso al quale il soggetto sente psichicamente di appartenere”.
In quest’ambito, continua Lusenti, “vengono affrontati sia gli aspetti psico-relazionali sia quelli neurobiologici” di cui soffrono le persone transessuali. “Considerando inoltre la particolare potenzialità a contrarre malattie a trasmissione sessuale- precisa ancora l’assessore- vengono effettuati incontri per favorire e prevenire i rischi connessi alla sessualità”, soprattutto la trasmissione di malattie infettive (Aids prima di tutto).
L’attività dell’Ausl di Bologna e’ svolta con la collaborazione di consultori familiari, unità operative di Ginecologia e ostetricia, medici di famiglia, servizi sociali e coinvolge diversi servizi specialistici del S.Orsola.
Si va dalla presa in carico del soggetto a interventi di educazione alla salute, dalla diagnostica precoce delle malattie sessualmente trasmesse fino alla prevenzione e contenimento di episodi di depressione, alcoolismo e tossicodipendenze.
Collegati invece agli interventi di “riattribuzione chirurgica di sesso- fa sapere ancora l’assessore- vengono fatti colloqui psicologici per la valutazione del percorso psicologico seguito e della corretta motivazione, visite endocrinologiche, chirurgiche e psicologiche, terapia ormonale, colloqui psicologici e controlli sanitari di follow-up, supporto alla famiglia”.
I costi sostenuti per il servizio dall’Ausl di Bologna per il 2010 “sono pari a 95.000 euro- conclude Lusenti- e si riferiscono principalmente al personale che eroga le prestazioni specialistiche e gli interventi preventivi, circa 87.000 euro”, mentre per le spese generali di funzionamento degli ambulatori e di diffusione degli strumenti di prevenzione la spesa e’ intorno agli 8.000 euro all’anno.
fonte http://it.notizie.yahoo.com Quotidiano.net – ven 16 dic 2011
E di queste, circa una ventina si rivolgono al Policlinico S.Orsola per farsi operare.
Il quadro è disegnato dall’assessore regionale alla Sanità, Carlo Lusenti, che ha risposto in forma scritta a un’interrogazione del consigliere regionale del Pdl, Andrea Pollastri, in merito all’assistenza socio-sanitaria per i transessuali.
“Annualmente- rende noto Lusenti- accedono al servizio circa 250 utenti”. Si tratta di un’attività (finanziata dalla Regione) di supporto psicologico e medico, a carattere regionale e nazionale, che l’Ausl di Bologna svolge da anni per le “persone che manifestano disturbi legati all’identità di genere”, spiega Lusenti.
Nel 2010, delle persone che si sono rivolte al servizio, “il 20% erano assistiti dell’Ausl di Bologna, il 25% provenienti da altre aziende sanitarie della regione e i rimanenti in arrivo da altre regioni italiane”. si questi, precisano da viale Aldo Moro, “meno di una ventina di rivolge al S.Orsola per farsi operare”.
Infatti, sottolinea Lusenti, “l’attività di prevenzione, consulenza e assistenza psico-socio-sanitaria ai cittadini transessuali e alle loro famiglie presenta aspetti fortemente specialistici ed è collegata al trattamento medico-chirurgico di adeguamento del sesso, effettuato presso il Policlinico S.Orsola di Bologna”.
Il servizio di supporto dell’Ausl per chi soffre di disturbi legati all’identità di genere ha un “particolare riguardo per gli adolescenti e gli adulti- spiega ancora l’assessore- si tratta di soggetti che sentono incongruenza tra il sesso anatomico, avvertito come disturbante ed errato, e l’identità di genere, cioe’ il sesso al quale il soggetto sente psichicamente di appartenere”.
In quest’ambito, continua Lusenti, “vengono affrontati sia gli aspetti psico-relazionali sia quelli neurobiologici” di cui soffrono le persone transessuali. “Considerando inoltre la particolare potenzialità a contrarre malattie a trasmissione sessuale- precisa ancora l’assessore- vengono effettuati incontri per favorire e prevenire i rischi connessi alla sessualità”, soprattutto la trasmissione di malattie infettive (Aids prima di tutto).
L’attività dell’Ausl di Bologna e’ svolta con la collaborazione di consultori familiari, unità operative di Ginecologia e ostetricia, medici di famiglia, servizi sociali e coinvolge diversi servizi specialistici del S.Orsola.
Si va dalla presa in carico del soggetto a interventi di educazione alla salute, dalla diagnostica precoce delle malattie sessualmente trasmesse fino alla prevenzione e contenimento di episodi di depressione, alcoolismo e tossicodipendenze.
Collegati invece agli interventi di “riattribuzione chirurgica di sesso- fa sapere ancora l’assessore- vengono fatti colloqui psicologici per la valutazione del percorso psicologico seguito e della corretta motivazione, visite endocrinologiche, chirurgiche e psicologiche, terapia ormonale, colloqui psicologici e controlli sanitari di follow-up, supporto alla famiglia”.
I costi sostenuti per il servizio dall’Ausl di Bologna per il 2010 “sono pari a 95.000 euro- conclude Lusenti- e si riferiscono principalmente al personale che eroga le prestazioni specialistiche e gli interventi preventivi, circa 87.000 euro”, mentre per le spese generali di funzionamento degli ambulatori e di diffusione degli strumenti di prevenzione la spesa e’ intorno agli 8.000 euro all’anno.
fonte http://it.notizie.yahoo.com Quotidiano.net – ven 16 dic 2011
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cambi di sesso,
supporto transessuali
Lgbt: Iran all’avanguardia per il cambio di sesso i transessuali chiedono una legge per un sostegno medico e psicologico
TEHERAN Uno dei paradossi della società iraniana è che, se si digita su Google la parola “sex”, la ricerca è bloccata dalla censura.
Se invece si scrive «Iranian society for supporting individuals with gender identity disorder», appare subito il sito dei transessuali iraniani ossia l’Associazione per le persone con disordini nell’identità di genere.
Disordini connessi - precisa la responsabile della associazione Mariam Khatoun Molkara con un problema «genetico» che origina il mancato riconoscimento di sé nel proprio sesso anatomico ed il desiderio di cambiarlo.
È relativamente facile in Iran, visto che la Repubblica Islamica è all’avanguardia nelle operazioni per il cambiamento di sesso da quando il suo fondatore, Iman Khomeini, firmò negli anni Ottanta una “fatwa” che le rendeva legali.
Ad oggi sono circa 2600 - secondo o dati ufficiali - le persone che hanno chiesto all’Ufficio centrale di medicina legale l’autorizzazione per l’intervento.
E dalla rivoluzione del 1979 sono state ufficialmente 4mila le operazioni effettuate, con il conseguente rilascio all’interessato di una nuova carta di identità che permette anche di sposarsi.
La prima a compiere questo percorso nella Repubblica islamica è stata proprio Mariam, 57 anni, che quando viveva nel corpo di un uomo si chiamava Fereydun e che ha dedicato tutta la vita alla difesa dei diritti dei transessuali.
Dall’incontro con la moglie dello scià, Farah Diba, prima della Rivoluzione, fino all’udienza ottenuta da Khomenei nel 1983 e la promessa di una nuova fatwa (la terza dal 1963, e specifica per i transessuali) per la legalizzazione del cambio di sesso. Una operazione che però Mariam preferì fare, molti anni dopo e spendendo di più in Thailandia, perché le strutture sanitarie in Iran, dice, non sono ancora all’altezza.
«Anche in Gran Bretagna e negli Usa ci sono migliori possibilità di riuscita», spiega Mariam in un’intervista, anche se l’operazione costa tre volte tanto, circa 10mila euro.
Nel 2000, sotto la presidenza di Mohammad Khatami, era stato formato un comitato statale che aveva anche portato alla nascita di una «clinica per il sesso e la sessuologia», ricorda Mariam, ed a misure di welfare per i transessuali. Ma la clinica ha chiuso due anni dopo l’apertura e il fondo di assistenza è stato tagliato nel 2009.
La battaglia politica continua, tanto che ora - annuncia la donna - si sta lavorando ad una proposta di legge che istituisca un fondo per il sostegno medico e psicologico a chi decide di operarsi. Una scelta necessaria in Iran più che in Occidente proprio per la diversità sociale e religiosa, e per questo le domande, dice, sono in leggero aumento.
fonte http://www.corriere.com
Se invece si scrive «Iranian society for supporting individuals with gender identity disorder», appare subito il sito dei transessuali iraniani ossia l’Associazione per le persone con disordini nell’identità di genere.
Disordini connessi - precisa la responsabile della associazione Mariam Khatoun Molkara con un problema «genetico» che origina il mancato riconoscimento di sé nel proprio sesso anatomico ed il desiderio di cambiarlo.
È relativamente facile in Iran, visto che la Repubblica Islamica è all’avanguardia nelle operazioni per il cambiamento di sesso da quando il suo fondatore, Iman Khomeini, firmò negli anni Ottanta una “fatwa” che le rendeva legali.
Ad oggi sono circa 2600 - secondo o dati ufficiali - le persone che hanno chiesto all’Ufficio centrale di medicina legale l’autorizzazione per l’intervento.
E dalla rivoluzione del 1979 sono state ufficialmente 4mila le operazioni effettuate, con il conseguente rilascio all’interessato di una nuova carta di identità che permette anche di sposarsi.
La prima a compiere questo percorso nella Repubblica islamica è stata proprio Mariam, 57 anni, che quando viveva nel corpo di un uomo si chiamava Fereydun e che ha dedicato tutta la vita alla difesa dei diritti dei transessuali.
Dall’incontro con la moglie dello scià, Farah Diba, prima della Rivoluzione, fino all’udienza ottenuta da Khomenei nel 1983 e la promessa di una nuova fatwa (la terza dal 1963, e specifica per i transessuali) per la legalizzazione del cambio di sesso. Una operazione che però Mariam preferì fare, molti anni dopo e spendendo di più in Thailandia, perché le strutture sanitarie in Iran, dice, non sono ancora all’altezza.
«Anche in Gran Bretagna e negli Usa ci sono migliori possibilità di riuscita», spiega Mariam in un’intervista, anche se l’operazione costa tre volte tanto, circa 10mila euro.
Nel 2000, sotto la presidenza di Mohammad Khatami, era stato formato un comitato statale che aveva anche portato alla nascita di una «clinica per il sesso e la sessuologia», ricorda Mariam, ed a misure di welfare per i transessuali. Ma la clinica ha chiuso due anni dopo l’apertura e il fondo di assistenza è stato tagliato nel 2009.
La battaglia politica continua, tanto che ora - annuncia la donna - si sta lavorando ad una proposta di legge che istituisca un fondo per il sostegno medico e psicologico a chi decide di operarsi. Una scelta necessaria in Iran più che in Occidente proprio per la diversità sociale e religiosa, e per questo le domande, dice, sono in leggero aumento.
fonte http://www.corriere.com
Lgbt: A “Oltre le Differenze” gli auguri e gli auspici per la comunità LGBTIQ, Venerdì 23 dicembre alle 21
Su Antenna Radio Esse si parla di omosessualità e non solo
Venerdì 23 dicembre alle 21, nel format radiofonico dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e trans interviste ai rappresentanti delle principali associazioni LGBTQ italiane
Più diritti e meno omofobia, questi gli auspici per la comunità gay, lesbica, bisex e transgender per il 2012. La prossima puntata di "Oltre le Differenze", il primo ed unico format radiofonico in Toscana interamente dedicato al mondo arcobaleno, che andrà in onda venerdì 23 dicembre alle 21 e in replica sabato 24 alle 15 sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 e 99.10) oppure in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it, sarà anche un modo per la redazione di augurare le migliori feste a tutti.
Ascolteremo gli auguri e le speranze dei rappresentanti della maggiori associazioni LGBTQI italiane: Paolo Patanè - presidente di Arcigay, Maura Chiulli - responsabile giovani e cultura per la segreteria nazionale di Arcigay, Giuseppina La Delfa - presidente di Famiglie Arcobaleno, l'associazione dei genitori omosessuali, Rita De Santis - presidente di Agedo, l'associazione dei genitori e parenti di persone omosex, e Fabianna Tozzi Daneri - presidente di TransGenere, l'associazione a tutela delle persone transessuali, transgender e intersessuali.
Nello spazio dedicato alla testimonianza racconteremo un episodio di omofobia avvenuto a Livorno: l'aggressione verbale ai danni della consigliera comunale Arianna Terreni da parte della consigliera Amadio che ha usato la parola "lesbica" come un'offesa. Cercheremo di capirne di più dalla viva voce della consigliera Terreni, che ha subito l'attacco.
Inoltre, ascolteremo cosa vorrebbero trovare sotto l'albero di Natale le persone gay, lesbiche o trans che abbiamo intervistato per strada. E infine, nello scaffale tantissimi consigli per regalare libri o film a tematica omosex e i suggerimenti per alcuni appuntamenti gay-friendly che si terranno durante le feste.
Lo staff di "Oltre le Differenze" augura buone feste a tutti gli ascoltatori e fa presente che la trasmissione tornerà in onda venerdì 13 gennaio.
Per interagire con la redazione è possibile chiamare il 366 2809050, scrivere a redazione.oltreledifferenze@gmail.com, oppure visitare la pagina ufficiale su Facebook e il blog http://oltreledifferenze.splinder.com dove trovate anche i video delle puntate già andate in onda.
fonte redazione Oltre le Differenze
martedì 20 dicembre 2011
Lgbt Firenze: Artisti e spettatori insieme per la Lunigiana, l'incasso sarà devoluto alla Biblioteca di Aulla, distrutta dall'alluvione di ottobre
Stasera 20 dicembre al Teatro Verdi.posto unico: € 20 - € 40
con la speciale t-shirt bianca con la stampa del disegno“TOSCANA PER LA TOSCANA”
realizzato da Sergio Staino per l’iniziativa, che sarà presente all'evento
(solo 1.000 pezzi)
La Fondazione Toscana Spettacolo e la Regione Toscana mobilitano il teatro e i cittadini per una raccolta di fondi a favore del recupero del patrimonio librario e per la riapertura della biblioteca di Aulla, colpita dall’alluvione lo scorso 25 ottobre.
Sul palcoscenico d...el Teatro Verdi si alterneranno alcuni nomi dei più noti artisti della scena toscana che daranno voce alle intense parole che Francesco Niccolini ha scritto in occasione del 40° anniversario dell'alluvione di Firenze: 4 novembre 1966 La guerra grande dell'Arno.
I protagonisti: Alessandro Benvenuti, Leo Brizzi Quartet, Maria Cassi, Roberto Castello, Raffaella Giordano, Alessia Innocenti, Sandro Lombardi, Anna Meacci, Daniela Morozzi, Francesco Niccolini, Lucia Poli, David Riondino, Sergio Staino, Pamela Villoresi
e con la partecipazione di Silvio Orlando
Per informazioni: Fondazione Toscana Spettacolo 055219851
posto unico: € 20 - € 40 con la speciale t-shirt bianca con la stampa del disegno
“TOSCANA PER LA TOSCANA” realizzato da Sergio Staino per l’iniziativa (solo 1.000 pezzi)
prevendita circuito Box Office
INFO: Fondazione Toscana Spettacolo tel. 055 219851 – www.fts.toscana.it
Teatro Verdi tel. 055 212320 – www.teatroverdionline.it
Box Office tel. 055 210804 – www.boxofficetoscana.it
si ringraziano per la collaborazione Fondazione Orchestra Regionale Toscana -
Teatro Puccini - Direzione sede Rai per la Toscana - Firenze dei Teatri - PRG s.r.l. - Giunti Editore - BoxOffice - Compagnia Teatrale Universitaria Binario di Scambio - Ditta Bussotti-Fabbrini - Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze
Neri Torrigiani - Lorenzo Cinatti, Marco Parri - Lorenzo Luzzetti - Claudio Ripoli - Cecilia Sandroni
fonte evento fb Fts Toscana Spettacolo
con la speciale t-shirt bianca con la stampa del disegno“TOSCANA PER LA TOSCANA”
realizzato da Sergio Staino per l’iniziativa, che sarà presente all'evento
(solo 1.000 pezzi)
La Fondazione Toscana Spettacolo e la Regione Toscana mobilitano il teatro e i cittadini per una raccolta di fondi a favore del recupero del patrimonio librario e per la riapertura della biblioteca di Aulla, colpita dall’alluvione lo scorso 25 ottobre.
Sul palcoscenico d...el Teatro Verdi si alterneranno alcuni nomi dei più noti artisti della scena toscana che daranno voce alle intense parole che Francesco Niccolini ha scritto in occasione del 40° anniversario dell'alluvione di Firenze: 4 novembre 1966 La guerra grande dell'Arno.
I protagonisti: Alessandro Benvenuti, Leo Brizzi Quartet, Maria Cassi, Roberto Castello, Raffaella Giordano, Alessia Innocenti, Sandro Lombardi, Anna Meacci, Daniela Morozzi, Francesco Niccolini, Lucia Poli, David Riondino, Sergio Staino, Pamela Villoresi
e con la partecipazione di Silvio Orlando
Per informazioni: Fondazione Toscana Spettacolo 055219851
posto unico: € 20 - € 40 con la speciale t-shirt bianca con la stampa del disegno
“TOSCANA PER LA TOSCANA” realizzato da Sergio Staino per l’iniziativa (solo 1.000 pezzi)
prevendita circuito Box Office
INFO: Fondazione Toscana Spettacolo tel. 055 219851 – www.fts.toscana.it
Teatro Verdi tel. 055 212320 – www.teatroverdionline.it
Box Office tel. 055 210804 – www.boxofficetoscana.it
si ringraziano per la collaborazione Fondazione Orchestra Regionale Toscana -
Teatro Puccini - Direzione sede Rai per la Toscana - Firenze dei Teatri - PRG s.r.l. - Giunti Editore - BoxOffice - Compagnia Teatrale Universitaria Binario di Scambio - Ditta Bussotti-Fabbrini - Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze
Neri Torrigiani - Lorenzo Cinatti, Marco Parri - Lorenzo Luzzetti - Claudio Ripoli - Cecilia Sandroni
fonte evento fb Fts Toscana Spettacolo
Lgbt: Da donna a uomo: primo intervento a Cisanello, il cambio di sesso preparato al Consultorio Transgenere di Torre del Lago
TORRE DEL LAGO.
Cinque anni di vita ed una nuova sede, inaugurata sabato pomeriggio a Torre del Lago: è il Consultorio Transgenere, nato sulla base di un progetto finanziato dalla Regione.
Una struttura che tra 2010 e 2011 ha raggiunto quota 35 utenti, con una particolarità: «Abbiamo qui spiega Regina Satariano, presidente regionale del Movimento identità transessuale il maggior numero, rispetto al resto d'Italia, di ragazze che vogliono diventare uomo».
Con il quinto anno di attività il progetto del Consultorio, che contava sulla collaborazione con la Asl Versilia, ha stretto un altro rapporto importante: quello con l'Azienda ospedaliera universitaria pisana che, a Cisanello, garantisce gli interventi di cambio sesso, secondo la procedura voluta dalle legge italiana.
Il primo intervento da femmina a maschio sarà effettuato racconta Regina entro la fine di quest'anno.
Sarà una donna pisana di 42 anni a mettere fine ad un contenzioso lungo una vita con il proprio corpo: «L'intervento prevede la rimozione delle ghiandole mammarie e dell'ovaio», continua Regina, «ed è quanto basta alla legge italiana per poter certificare il cambio del sesso da donna a uomo».
La falloplastica, insomma, non è obbligatoria: «E pochi vi ricorrono».
Per due motivi, essenzialmente: i costi elevati ed il fatto che la ricerca in questo campo non ha fatto passi da gigante.
Per il percorso inverso, da uomo a donna, la dotazione dell'apparato genitale femminile è invece obbligatorio per fare "pace" con la legge e poter avere documenti in regola.
Dato il numero di interventi, la ricerca in questo campo è decisamente più avanzata. Molte delle donne che si avvicinano al consultorio per essere accompagnate al cambio del sesso sono viareggine e versiliesi, così come lo sono i giovanissimi che arrivano alla struttura «accompagnati da entrambi i genitori o da uno solo».
Hanno 16/17 anni e contano i giorni che li separano dall'inizio delle terapia ormonale che non può essere somministrata fino a che i 18 anni non sono compiuti.
«Quello che si chiede sottolinea Regina non è la luna. Ma di riuscire a vivere serenamente».
Non solo con un corpo che non si riconosce come proprio, ma con una società che complica la vita, rende difficile lavorare, mostrare un documento che non ha niente a che vedere con l'aspetto fisico.
Per questo il consultorio di Torre del Lago mette a disposizione due psicoterapeuti appositamente formati (Chiara Dalle Luche e Massimo Lavaggi), un medico pischiatra, un mediatore culturale, la consulenza legale di Sara Deserti ed il rapporto con le due strutture sanitarie coinvolte.
L'Asl Versilia pensa a tutto quanto riguarda le visite preparatorie relative alla indagini urologiche e diagnostiche (mammografie, ecografia prostatica e altro) e l'Azienda ospedaliera universitaria pisana alle attività mediche legate al percorso di riattribuzione del sesso, la somministrazione della terapia ormonale sostitutiva, gli interventi chirurgici di attribuzione sessuale e gli interventi di chirurgia estetica.
Link consultorio:
http://www.consultoriotransgenere.it/
fonte http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/ di di Donatella Francesconi
Cinque anni di vita ed una nuova sede, inaugurata sabato pomeriggio a Torre del Lago: è il Consultorio Transgenere, nato sulla base di un progetto finanziato dalla Regione.
Una struttura che tra 2010 e 2011 ha raggiunto quota 35 utenti, con una particolarità: «Abbiamo qui spiega Regina Satariano, presidente regionale del Movimento identità transessuale il maggior numero, rispetto al resto d'Italia, di ragazze che vogliono diventare uomo».
Con il quinto anno di attività il progetto del Consultorio, che contava sulla collaborazione con la Asl Versilia, ha stretto un altro rapporto importante: quello con l'Azienda ospedaliera universitaria pisana che, a Cisanello, garantisce gli interventi di cambio sesso, secondo la procedura voluta dalle legge italiana.
Il primo intervento da femmina a maschio sarà effettuato racconta Regina entro la fine di quest'anno.
Sarà una donna pisana di 42 anni a mettere fine ad un contenzioso lungo una vita con il proprio corpo: «L'intervento prevede la rimozione delle ghiandole mammarie e dell'ovaio», continua Regina, «ed è quanto basta alla legge italiana per poter certificare il cambio del sesso da donna a uomo».
La falloplastica, insomma, non è obbligatoria: «E pochi vi ricorrono».
Per due motivi, essenzialmente: i costi elevati ed il fatto che la ricerca in questo campo non ha fatto passi da gigante.
Per il percorso inverso, da uomo a donna, la dotazione dell'apparato genitale femminile è invece obbligatorio per fare "pace" con la legge e poter avere documenti in regola.
Dato il numero di interventi, la ricerca in questo campo è decisamente più avanzata. Molte delle donne che si avvicinano al consultorio per essere accompagnate al cambio del sesso sono viareggine e versiliesi, così come lo sono i giovanissimi che arrivano alla struttura «accompagnati da entrambi i genitori o da uno solo».
Hanno 16/17 anni e contano i giorni che li separano dall'inizio delle terapia ormonale che non può essere somministrata fino a che i 18 anni non sono compiuti.
«Quello che si chiede sottolinea Regina non è la luna. Ma di riuscire a vivere serenamente».
Non solo con un corpo che non si riconosce come proprio, ma con una società che complica la vita, rende difficile lavorare, mostrare un documento che non ha niente a che vedere con l'aspetto fisico.
Per questo il consultorio di Torre del Lago mette a disposizione due psicoterapeuti appositamente formati (Chiara Dalle Luche e Massimo Lavaggi), un medico pischiatra, un mediatore culturale, la consulenza legale di Sara Deserti ed il rapporto con le due strutture sanitarie coinvolte.
L'Asl Versilia pensa a tutto quanto riguarda le visite preparatorie relative alla indagini urologiche e diagnostiche (mammografie, ecografia prostatica e altro) e l'Azienda ospedaliera universitaria pisana alle attività mediche legate al percorso di riattribuzione del sesso, la somministrazione della terapia ormonale sostitutiva, gli interventi chirurgici di attribuzione sessuale e gli interventi di chirurgia estetica.
Link consultorio:
http://www.consultoriotransgenere.it/
fonte http://iltirreno.gelocal.it/versilia/cronaca/ di di Donatella Francesconi
Lgbt Eventi Teatro: "Priscilla la Regina del Deserto" un antidoto a tristezza e malumore
"Priscilla la regina del deserto" è uno spettacolo che consiglio a chi soffre di depressione. Nel post la nostra recensione.
Oggi vi parlo del musical "Priscilla la regina del deserto", uno spettacolo che è anche un antidoto al malumore, alla tristezza e al grigiore della vita quotidiana.
Priscilla la Regina del Deserto arriva a Milano, al Teatro Ciak, dopo Sidney, Londra, Toronto e New York.
Ho chiesto alla giornalista Elisabetta Nuvola Paseggini di descrivermi come è andata la sua prima volta da Priscilla.
Ecco la sua recensione:
Venticinque hit, costumi stupendi (di Tim Chappel e Lizzy Gardiner Costume Designer del Film e del Musical) e la storia commovente di un trans e due drag queen nel viaggio verso la felicità. Bravissimi gli attori Mirko Ranù (Adam), Simone Leonardi (Bernadette), Antonello Angiolillo (Tick).
Durante la prima, (14 dicembre scorso), il regista associato Dean Bryant con ironia e onestà ha rivelato che negli ultimi giorni ci sono stati dei problemi tecnici per il bus rosa Priscilla e che lo spettacolo ne avrebbe risentito ma che nei prossimi giorni sarà ripristinato del tutto.
Però se non avesse detto niente, nessuno se ne sarebbe accorto perché lo spettacolo, durato oltre due ore, è filato via liscio con un pubblico gasatissimo.
La storia è semplice: un'avventura "on the road" di tre amici (un trans e due drag queen) che a bordo del vecchio bus rosa, da loro soprannominato Priscilla, viaggiano attraverso il deserto australiano alla ricerca dell'amicizia, dell'amore e anche del riscatto sociale. C'è il trans Bernadette (uno straordinario Simone Leonardi) che viene coinvolto nel viaggio dopo la morte del suo giovane compagno.
E' il più anziano dei tre ma anche quello dotato di un 'ironia saggia e arguta. A seguire il più giovane Adam, (Felicia, quando indossa le zeppe) spregiudicato, irriverente con una vera passione per Madonna.
Poi c'è il ruolo più complesso, ossia quello di Tick (Mitzi en travestì) che ha alle spalle un matrimonio e un figlio che conoscerà al termine del viaggio. Interpreta questo personaggio Antonello Angiolillo che nella scorsa stagione ha vestito i panni di "Bestia" nel musical "La Bella e la Bestia".
Bravo anche il piccolo Alessandro Baldinelli nei panni del figlioletto ritrovato. Fenomenale le tre bravissime cantanti (Divas) che spesso si calano dall'alto con abiti spettacolari (Elena Nieri, Loredana Fadda e Valentina Ferrari). La musica è dal vivo con una band di sei elementi situati al lato sinistro del palco, dentro una teca.
Il musical (costato 8 milioni di dollari), si basa sull'omonimo film del 1994 diretto da Simon Phillips. "Ci abbiamo messo due anni per portarlo in Italia e ne siamo orgogliosi", ha detto il direttore del MAS Daniele Luppino.
Due ore di evasione, 25 canzoni celebri (tra cui "I Will Survive", "What's Love Got To Do With It", "Hot Stuff" e "Go West"), omaggi a Tina Turner, Madonna, Aretha Franklin, Cyndi Lauper e Maria Callas.
Alla prima, parecchi vip nel parterre e nell'after show (finito all'alba): Stefano Gabbana, Barbara D'Urso, Cristiano Malgioglio, Alessandro Cecchi Paone, Tony Buba, Ivano De Cristofaro, Michele Casula ex socio fondatore e ballerino del MAS, Elio Fiorucci e molti altri ancora.
INFORMAZIONI Prezzi:
da 79 a 39€ (prevendita inclusa) Date e orari: da martedì a venerdì ore 20.45 - sabato ore 16 e ore 20.45 - Domenica ore 15.30 e ore 20.45 InfoTel: 02-27225 www.priscillailmusical.it - Teatro Ciak Webank.it - via Procaccini 4 Milano - tel. 02-29006767
fonte http://rimedinaturali.blogosfere.it/ di Anita Richeldi
Lgbt: Work It, polemiche dalle associazioni transgender per la nuova comedy ABC
Di uomini che per trovare lavoro si travestono da donne è pieno il mondo cinematografico e televisivo, ma la nuova comedy Work It di ABC (al via in America il 3 gennaio) finisce nel mirino della Human Rights Campaign (la più grande organizzazione americana per lesbiche, gay, bisessuali e transgender) e della Glaad (la Gay & Lesbian Alliance Against Defamation) che teme che lo show possa, nel tempo, rivelarsi offensivo nei confronti della comunità trans gender, già nel mirino dei benpensanti – secondo l’associazione – ‘e per questo il tempismo di trasmettere una sitcom in cui gli uomini si vestono da donna non potrebbe essere peggiore‘.
La crisi economica continua ad essere fonte di ispirazione per gli sceneggiatori,e così dopo Hung, lo show HBO in cui un maestro di scuola superiore si deve prostituire per far quadrare i conti, ABC prova a prenderla sul ridere con Work It, una sitcom con protagonisti Ben Koldyke (How I Met Your Mother) e Amaury Nolasco (Prison Break) nel ruolo di Lee e Angel, due uomini che, dopo aver per lungo tempo cercato lavoro, capiscono che l’unico modo per ottenerlo è… diventare donne, ovviamente non operandosi ma semplicemente travestendosi.
Oltre a farci ridere, la sitcom si propone come una riflessione sulla relazione tra uomini e donne al lavoro, a casa e socialmente, perché essere un uomo migliore significa anche dover essere una donna migliore.
Dal trailer che abbiamo visto la serie non ci sembra essere tutto questo granché – né in termini di storyline né quanto a comicità – e la lunga consuetudine di ABC nel trasmettere programmi gay friendly (Dirty Sexy Money vedeva nel cast la trans gender Candis Cayne, in Ugly Betty Rebecca Romijn interpretava la trans gender Alexis Meade) non la salva dalle polemiche della Glaad, l’associazione in difesa di gay e lesbiche secondo cui ‘in un periodo in cui la comunità transgender si trova ad affrontare delle difficoltà, non ci sembra il tempismo migliore per uno show in cui si tenta di essere divertenti con uomini vestiti da donne‘.
L’associazione riconosce che il pilot non si fa beffe dei transgender, ma ritiene che uno show in cui l’umorismo è tutto basato sugli uomini che si vestono da donne potrebbe essere portato alle estreme conseguenze, come la ‘transofobia, cui questo show potrebbe contribuire facendo passare l’errata convizione che i trans gender sono semplicemente degli uomini che fingo di essere donne e che i loro sforzi per vivere una vita da donne siano una menzogna o un inganno‘.
A far drizzare le antenne è il poster promozionale in cui si vedono Amaury Nolasco e Ben Koldyke che, vestiti da donne, fanno pipì in un bagno per uomini: un poster che non è il massimo del buongusto, ma che la Glaad ha chiesto di ritirare.
Una richiesta che ABC non sembra propensa a ritirare il network ha rifiutato di commentare la nota della Glaad, così come non ha risposto alla campagna lanciata da Human Rights Campaign che invita a scrivere alla rete per segnalare le mille difficoltà che le persone transgender affrontano al lavoro.
L’unica presa di posizione ufficiale risale a giugno, quando il presidente ABC Paul Lee subdorate le prime proteste – aveva spiegato al tour televisivo dei critici che Work It fa riferimento ad una lunga tradizione britannica di comedy sul transvestitismo, che risale ai Monty Phyton (ma la Glaad sostenne che dagli anni ’60 ne è passata di acqua sotto i ponti, così come dagli anni ’80 di Bosom Buddies, in cui due uomini si travestivano da donne per poter vivere nell’unico appartamento che il loro stipendio poteva permettersi) e che ‘a volte uno show divertente e stupidino è solo questo, non ha niente di politico: quando ordini un pilota ci sono molte ragioni, a volte perché – come nel caso di Work It – ti fa rotolare dalle risate: non devo assolutamente scusarmi – concludeva Lee – per questo show‘.
fonte http://www.televisionando.it
La crisi economica continua ad essere fonte di ispirazione per gli sceneggiatori,e così dopo Hung, lo show HBO in cui un maestro di scuola superiore si deve prostituire per far quadrare i conti, ABC prova a prenderla sul ridere con Work It, una sitcom con protagonisti Ben Koldyke (How I Met Your Mother) e Amaury Nolasco (Prison Break) nel ruolo di Lee e Angel, due uomini che, dopo aver per lungo tempo cercato lavoro, capiscono che l’unico modo per ottenerlo è… diventare donne, ovviamente non operandosi ma semplicemente travestendosi.
Oltre a farci ridere, la sitcom si propone come una riflessione sulla relazione tra uomini e donne al lavoro, a casa e socialmente, perché essere un uomo migliore significa anche dover essere una donna migliore.
Dal trailer che abbiamo visto la serie non ci sembra essere tutto questo granché – né in termini di storyline né quanto a comicità – e la lunga consuetudine di ABC nel trasmettere programmi gay friendly (Dirty Sexy Money vedeva nel cast la trans gender Candis Cayne, in Ugly Betty Rebecca Romijn interpretava la trans gender Alexis Meade) non la salva dalle polemiche della Glaad, l’associazione in difesa di gay e lesbiche secondo cui ‘in un periodo in cui la comunità transgender si trova ad affrontare delle difficoltà, non ci sembra il tempismo migliore per uno show in cui si tenta di essere divertenti con uomini vestiti da donne‘.
L’associazione riconosce che il pilot non si fa beffe dei transgender, ma ritiene che uno show in cui l’umorismo è tutto basato sugli uomini che si vestono da donne potrebbe essere portato alle estreme conseguenze, come la ‘transofobia, cui questo show potrebbe contribuire facendo passare l’errata convizione che i trans gender sono semplicemente degli uomini che fingo di essere donne e che i loro sforzi per vivere una vita da donne siano una menzogna o un inganno‘.
A far drizzare le antenne è il poster promozionale in cui si vedono Amaury Nolasco e Ben Koldyke che, vestiti da donne, fanno pipì in un bagno per uomini: un poster che non è il massimo del buongusto, ma che la Glaad ha chiesto di ritirare.
Una richiesta che ABC non sembra propensa a ritirare il network ha rifiutato di commentare la nota della Glaad, così come non ha risposto alla campagna lanciata da Human Rights Campaign che invita a scrivere alla rete per segnalare le mille difficoltà che le persone transgender affrontano al lavoro.
L’unica presa di posizione ufficiale risale a giugno, quando il presidente ABC Paul Lee subdorate le prime proteste – aveva spiegato al tour televisivo dei critici che Work It fa riferimento ad una lunga tradizione britannica di comedy sul transvestitismo, che risale ai Monty Phyton (ma la Glaad sostenne che dagli anni ’60 ne è passata di acqua sotto i ponti, così come dagli anni ’80 di Bosom Buddies, in cui due uomini si travestivano da donne per poter vivere nell’unico appartamento che il loro stipendio poteva permettersi) e che ‘a volte uno show divertente e stupidino è solo questo, non ha niente di politico: quando ordini un pilota ci sono molte ragioni, a volte perché – come nel caso di Work It – ti fa rotolare dalle risate: non devo assolutamente scusarmi – concludeva Lee – per questo show‘.
fonte http://www.televisionando.it
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lunedì 19 dicembre 2011
1971 - 2011 il movimento lgbt italiano compie 40 anni, l'anniversario si è celebrato sabato 17 Dicembre
Un evento organizzato dal Circolo Mieli, in collaborazione con Zètema e promosso da Roma Capitale, ripercorre i 40 anni di vita del movimento lgbt italiano, tra storia, mostre fotografiche e video
Il 2011, l’anno del quarantennale dell’associazionismo omosessuale e lesbico italiano, sta per concludersi.
La data che si considera come quella ufficiale della nascita del movimento lgbt italiano, è la stessa della publbicazione del numero zero della storica rivista F.U.O.R.I, nel dicembre del 1971. F.U.O.R.I, per chi fosse troppo giovane per ricordare, era l'organo ufficiale del movimento che portava lo stesso nome che, al momento dell'uscita del giornale, era già attivo da mesi a Roma, Milano e Torino.
Per celebrare un così importante anniversario, il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di ROma ha organizzato per domani un evento dal titolo "1971 – 2011.
40 anni di gay lesbiche bisex transgender queer in movimento!Recuperare la memoria, affrontare il futuro". L'evento prevede un convegno, una mostra fotografica, una tavola rotonda delle proiezioni e un aperitivo.
"Era un associazionismo molto diverso da quello odierno - si legge in una nota del circolo Mieli - e adottava essenzialmente i principi, le analisi e le modalità del movimento femminista e della sinistra extraparlamentare. Si parlava più di rivoluzione che di diritti civili, cultura delle differenze o lotta alle discriminazioni".
Scopo dell'iniziativa, in programma dalle 14.30 alle 22 presso l'Auditorium dell'Ara Pacis (Lungotevere in Augusta) è quello di ripercorrere le tappe fondamentali dell’associazionismo e della vita delle persone lgbtq, attraverso testimonianze, video e documenti dell’epoca.
All'iniziativa interverranno Franco Grillini, che parlerà dell'esperienza del casserodi Bologna, Paolo Patané che affronterà il tema dell'evoluzione delle rivendicazioni lgbt, Enzo Cucco cui è affidato un intervento proprio sulla nascita del F.U.O.R.I, Andrea Pini che racconterà l'esperiena della prima manifestazione gay che si svolse a Pisa nel 1979.
E poi ancora, Rossana Praitano ripercorrerà i Pride italiani anche grazie ad un video-montaggio delle parate dell'orgoglio gay dal 1994 all'Europride, mentre a Porpora Marcasciano è affidato il compito di raccontare la storia del movimento trans.
Per conoscere i dettagli dell'iniziativa e il programma completo visitate il sito del Mario Mieli.
fonte http://www.gay.it/
Il 2011, l’anno del quarantennale dell’associazionismo omosessuale e lesbico italiano, sta per concludersi.
La data che si considera come quella ufficiale della nascita del movimento lgbt italiano, è la stessa della publbicazione del numero zero della storica rivista F.U.O.R.I, nel dicembre del 1971. F.U.O.R.I, per chi fosse troppo giovane per ricordare, era l'organo ufficiale del movimento che portava lo stesso nome che, al momento dell'uscita del giornale, era già attivo da mesi a Roma, Milano e Torino.
Per celebrare un così importante anniversario, il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli di ROma ha organizzato per domani un evento dal titolo "1971 – 2011.
40 anni di gay lesbiche bisex transgender queer in movimento!Recuperare la memoria, affrontare il futuro". L'evento prevede un convegno, una mostra fotografica, una tavola rotonda delle proiezioni e un aperitivo.
"Era un associazionismo molto diverso da quello odierno - si legge in una nota del circolo Mieli - e adottava essenzialmente i principi, le analisi e le modalità del movimento femminista e della sinistra extraparlamentare. Si parlava più di rivoluzione che di diritti civili, cultura delle differenze o lotta alle discriminazioni".
Scopo dell'iniziativa, in programma dalle 14.30 alle 22 presso l'Auditorium dell'Ara Pacis (Lungotevere in Augusta) è quello di ripercorrere le tappe fondamentali dell’associazionismo e della vita delle persone lgbtq, attraverso testimonianze, video e documenti dell’epoca.
All'iniziativa interverranno Franco Grillini, che parlerà dell'esperienza del casserodi Bologna, Paolo Patané che affronterà il tema dell'evoluzione delle rivendicazioni lgbt, Enzo Cucco cui è affidato un intervento proprio sulla nascita del F.U.O.R.I, Andrea Pini che racconterà l'esperiena della prima manifestazione gay che si svolse a Pisa nel 1979.
E poi ancora, Rossana Praitano ripercorrerà i Pride italiani anche grazie ad un video-montaggio delle parate dell'orgoglio gay dal 1994 all'Europride, mentre a Porpora Marcasciano è affidato il compito di raccontare la storia del movimento trans.
Per conoscere i dettagli dell'iniziativa e il programma completo visitate il sito del Mario Mieli.
fonte http://www.gay.it/
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Lgbt Eventi Danza: Fabrizio Monteverde la sua "Coppelia" e le bambole cantanti dello Junior Balletto di Toscana
«Se "Giselle" rappresenta la grande tragedia del balletto, "Coppélia" è la sua grande commedia» affermava Balanchine.
Fra i più celebri titoli del repertorio classico, Coppélia (1870, la cui storia si rifà al racconto fantastico del tedesco Hoffmann "L'uomo della sabbia") rappresentò una rottura con il mondo tragico e cupo tipico dei balletti romantici fatto di spiriti eterei e languori d'amore.
Ricca di umorismo, di esuberanza e di danze briose, la vicenda della bambola meccanica è un intreccio divertente di amore, gelosia e mistero, sulla splendida musica di Léo Delibes.
Basata su tre elementi tradizionalmente intriganti: la disputa di un amante, un vecchio pazzo che crede di essere il dottor Frankenstein, e un inevitabile happy end.
Protagonista è l'intraprendente Swanilda, il cui fidanzato Franz è sedotto da una fanciulla immobile che vede affacciata al balcone del giocattolaio Coppélius.
È Coppélia, una bambola a grandezza naturale creata dall'inquietante inventore. Swanilda, incuriosita dal mistero, s'intrufola di soppiatto nel laboratorio pieno di bambole e si sostituisce a quella cui tanto assomiglia, scatenando una serie di reazioni del giocattolaio e del fidanzato, con il quale però alla fine si sposerà.
Foto La briosa Coppelia del Junior Balletto di toscana
Questa la trama in estrema sintesi. L'opera ha sempre colpito la fantasia dei coreografi.
Ora, ecco Fabrizio Monteverde farne una spumeggiante versione contemporanea per la compagnia Junior Balletto di Toscana, al loro primo balletto narrativo.
Non nuovo a rivisitazioni di titoli classici (insuperabile, finora, rimane la sua "Cenerentola" per il Balletto di Roma), Monteverde sfronda la partitura musicale, mantiene tutti i canoni e i ruoli dell'originale, e vira secondo il suo personale vocabolario coreografico.
Una danza senza confini tra classico e moderno, sempre connessa al corpo.
Il corpo che ha sempre una storia, espressione di un sentimento.
E qui ci sono le paure infantili, gli struggimenti e i languori dei primi amori. Quelli dei ragazzi.
Istintivi, grezzi, incoscienti, con la donna che conduce il gioco del corteggiamento.
Con irrefrenabile foga conforma il movimento alla psicologia dei personaggi, ma senza la pesantezza di volerne scandagliare le profondità.
Leggerezza e allegria prevalgono. E ripete più volte baci prolungati fra le coppie, incollate alle labbra. Ad apertura di sipario distribuisce diciotto bamboline (quanti sono gli interpreti) cantanti la filastrocca "Martina è una bella bambolina".
Il gioco ha inizio in un'atmosfera quasi noir, nel silenzio della musica che subito dopo inonda la scena puntellata da luci abbacinanti. Suggestive nell'evidenziare con coni luminosi assoli, duetti e quartetti, e con esplosioni a tutta scena le frequenti danze corali.
Altri silenzi preparano le celebri note della partitura musicale, sulla quale trionfa una vibrante dinamicità compositiva di diagonali, file, incroci. Straordinaria la fisicità dei giovanissimi danzatori, snodabili ed elastici come le gonne tirate dagli uomini alle bamboleggianti ballerine in gonnelle bianche e, prima ancora, in vaporose vesti rossastre.
Il nero, invece, è il colore che si addice a Coppelius, il cui tentativo, fallito, di ridare vita alla sua bambola si risolve nell'estrarre, infine, da un baule una bambola gonfiabile.
E qui Monteverde poteva, forse, consegnarci quella struggente condizione di disperata solitudine umana, chiudendo il balletto.
Che invece prosegue nel gioioso e corale gran finale.
"Coppelia", drammaturgia, regia e coreografia Fabrizio Monteverde; musica Leo Délibes, costumi Santi Rincari, luci Andrea Barese.
Anteprima nazionale al Teatro dell'Aquila di Fermo.
In tournèe in varie città tra cui Lugo, Firenze, Vicenza, Napoli, e Teatro Comunale di Ferrara.
www.danzatoscana.it
www.teatrocomunaleferrara.it
fonte http://www.ilsole24ore.com di Giuseppe Distefano, foto Botticello
"Coppelia, un coreografo due compagnie" videorecensione di Marinella Guatterini
fonte video http://video.ilsole24ore.com
Fra i più celebri titoli del repertorio classico, Coppélia (1870, la cui storia si rifà al racconto fantastico del tedesco Hoffmann "L'uomo della sabbia") rappresentò una rottura con il mondo tragico e cupo tipico dei balletti romantici fatto di spiriti eterei e languori d'amore.
Ricca di umorismo, di esuberanza e di danze briose, la vicenda della bambola meccanica è un intreccio divertente di amore, gelosia e mistero, sulla splendida musica di Léo Delibes.
Basata su tre elementi tradizionalmente intriganti: la disputa di un amante, un vecchio pazzo che crede di essere il dottor Frankenstein, e un inevitabile happy end.
Protagonista è l'intraprendente Swanilda, il cui fidanzato Franz è sedotto da una fanciulla immobile che vede affacciata al balcone del giocattolaio Coppélius.
È Coppélia, una bambola a grandezza naturale creata dall'inquietante inventore. Swanilda, incuriosita dal mistero, s'intrufola di soppiatto nel laboratorio pieno di bambole e si sostituisce a quella cui tanto assomiglia, scatenando una serie di reazioni del giocattolaio e del fidanzato, con il quale però alla fine si sposerà.
Foto La briosa Coppelia del Junior Balletto di toscana
Questa la trama in estrema sintesi. L'opera ha sempre colpito la fantasia dei coreografi.
Ora, ecco Fabrizio Monteverde farne una spumeggiante versione contemporanea per la compagnia Junior Balletto di Toscana, al loro primo balletto narrativo.
Non nuovo a rivisitazioni di titoli classici (insuperabile, finora, rimane la sua "Cenerentola" per il Balletto di Roma), Monteverde sfronda la partitura musicale, mantiene tutti i canoni e i ruoli dell'originale, e vira secondo il suo personale vocabolario coreografico.
Una danza senza confini tra classico e moderno, sempre connessa al corpo.
Il corpo che ha sempre una storia, espressione di un sentimento.
E qui ci sono le paure infantili, gli struggimenti e i languori dei primi amori. Quelli dei ragazzi.
Istintivi, grezzi, incoscienti, con la donna che conduce il gioco del corteggiamento.
Con irrefrenabile foga conforma il movimento alla psicologia dei personaggi, ma senza la pesantezza di volerne scandagliare le profondità.
Leggerezza e allegria prevalgono. E ripete più volte baci prolungati fra le coppie, incollate alle labbra. Ad apertura di sipario distribuisce diciotto bamboline (quanti sono gli interpreti) cantanti la filastrocca "Martina è una bella bambolina".
Il gioco ha inizio in un'atmosfera quasi noir, nel silenzio della musica che subito dopo inonda la scena puntellata da luci abbacinanti. Suggestive nell'evidenziare con coni luminosi assoli, duetti e quartetti, e con esplosioni a tutta scena le frequenti danze corali.
Altri silenzi preparano le celebri note della partitura musicale, sulla quale trionfa una vibrante dinamicità compositiva di diagonali, file, incroci. Straordinaria la fisicità dei giovanissimi danzatori, snodabili ed elastici come le gonne tirate dagli uomini alle bamboleggianti ballerine in gonnelle bianche e, prima ancora, in vaporose vesti rossastre.
Il nero, invece, è il colore che si addice a Coppelius, il cui tentativo, fallito, di ridare vita alla sua bambola si risolve nell'estrarre, infine, da un baule una bambola gonfiabile.
E qui Monteverde poteva, forse, consegnarci quella struggente condizione di disperata solitudine umana, chiudendo il balletto.
Che invece prosegue nel gioioso e corale gran finale.
"Coppelia", drammaturgia, regia e coreografia Fabrizio Monteverde; musica Leo Délibes, costumi Santi Rincari, luci Andrea Barese.
Anteprima nazionale al Teatro dell'Aquila di Fermo.
In tournèe in varie città tra cui Lugo, Firenze, Vicenza, Napoli, e Teatro Comunale di Ferrara.
www.danzatoscana.it
www.teatrocomunaleferrara.it
fonte http://www.ilsole24ore.com di Giuseppe Distefano, foto Botticello
"Coppelia, un coreografo due compagnie" videorecensione di Marinella Guatterini
fonte video http://video.ilsole24ore.com
Lgbt: Ricky Martin contro il governo di Porto Rico che non tutela i gay
Per chi non lo sapesse, Ricky Martin è originario di San Juan, in Porto Rico. Non sorprende, quindi, la sua immensa ed esplicita delusione quando è stato deciso, da parte del governo del suo paese, di escludere i crimini verso il popolo Lgbt e i gay dalla categoria crimini d’odio.
Il caso di Steven Lopez era illumante in merito alla necessaria presa di posizione politica per fermare ondate gratuite di violenza: ricordate? Era stato ucciso anni fa, decapitato e smembrato. Non stupisce quindi la delusione pubblica del cantante che, sul suo blog e su Twitter, ha espresso la propria contrarietà alla decisione:
“Sono molto amareggiato che il Porto Rico abbia deciso di fare una distinzione di questo tipo. I crimini devono essere visti e giudicati tutti allo stesso modo, senza nessuna distinzione sessuale. Dovrebbero dare uno sguardo alla Carta dei Diritti Umani e riconsiderare l’uguaglianza di tutti i cittadini”
fonte http://www.queerblog.it
Lgbt: Gay Pride, ora è ufficiale L'edizione 2012 sarà a Bologna
Lo ha deciso l'Assemblea nazionale Lgbt.
Via libera da parte dell'assessore comunale Matteo Lepore: "Sarà un test, ma solo logistico.
Non ci saranno polemiche"
Gay Pride, ora è ufficiale L'edizione 2012 sarà a Bologna
Il Gay Pride 2012 sfilerà per le strade di Bologna. Dopo gli annunci dei mesi scorsi, adesso è ufficiale: l'Assemblea nazionale Lgbt ha dato il via libera.
"Segreta" ancora la data: di sicuro non sarà il 28 giugno, come in molti immaginavano (giorno in cui il circolo omosessuale Il Cassero festeggerà i suoi trent'anni), ma il primo o il secondo sabato dello stesso mese.
Nelle prossime ore i responsabili delle comunità Lgbt incontreranno l'amministrazione comunale, per fissare definitivamente la data e per "tastare" l'appoggio del Comune.
Appoggio che è arrivato quasi subito dal coordinatore di giunta Matteo Lepore, che sulla sua bacheca Facebook ha scritto un messaggio inequivocabile: "La città che ospiterà il prossimo Gay Pride nazionale sarà Bologna. Penso sia un risultato importante, che porterà molte persone nella nostra bella città. Saperemo accoglierle nel modo migliore.
Insieme al Cassero - continua Lepore abbiamo già avviato un tavolo di lavoro per studiare il percorso e una serie di eventi culturali correlati nel periodo".
E poi scherza: "Un test per la giunta Merola? Si, ma solo logistico...non credo ci saranno polemiche".
L'annuncio si inserisce tra le recenti polemiche riguardo alla Consulta per la famiglia di Palazzo d'Accursio.
Consulta che ha visto l'ingresso di due associazioni omosessuali, Famiglie Arcobaleno e Agedo, mentre tredici realtà cattoliche l'hanno abbandonata per protesta.
E anche l'annuncio della parata dell'orgoglio omosessuale ha provocato, negli scorsi mesi, irritazione sia a destra che tra alcuni componenti dell'area cattolica del Pd.
fonte http://bologna.repubblica.it di ROSARIO DI RAIMONDO
sabato 17 dicembre 2011
Lgbt Napoli: Nasce il primo consultorio per la tutela dei transessuali "E' un'iniziativa molto importante dichiara il sindaco Luigi de Magistris
E' il primo in tutto il Mezzogiorno, presentato nella sede della giunta comunale di Napoli
Un consultorio per la tutela della salute e dei diritti delle persone transessuali.
E' il primo del Mezzogiorno ed è stato presentato oggi a Palazzo San Giacomo, sede della giunta comunale di Napoli: il consultorio si rivolge in particolar modo ai transessuali non autosufficienti, anziani o malati, privi del sostegno della famiglia o degli amici, mettendo insieme una serie di servizi sul territorio, di informazione e prevenzione socio-sanitaria, orientamento, tutela legale, sostegno all'inserimento lavorativo.
Il progetto prevede anche l'apertura di una casa di accoglienza temporanea per persone transessuali in stato di bisogno: "E' un'iniziativa molto importante per Napoli che è la città con il maggior numero di transessuali, tra i 2500 e i 3mila", dichiara il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ha dato mandato all'assessore al Patrimonio Bernardino Tuccillo "di trovare un luogo per poter realizzare inclusione, accoglienza, tutto quello che fa di Napoli una città delle differenze e della solidarietà".
L'iniziativa è realizzata dalla cooperativa sociale Dedalus, con il sostegno della Fondazione con il Sud e la collaborazione dell'Università di Napoli 'Federico II', la Asl Napoli 1 Centro e una rete di associazione tra cui Federconsumatori, Mit-Movimento di identità transessuale e Associazione trans Napoli.
fonte http://napoli.repubblica.it/
Un consultorio per la tutela della salute e dei diritti delle persone transessuali.
E' il primo del Mezzogiorno ed è stato presentato oggi a Palazzo San Giacomo, sede della giunta comunale di Napoli: il consultorio si rivolge in particolar modo ai transessuali non autosufficienti, anziani o malati, privi del sostegno della famiglia o degli amici, mettendo insieme una serie di servizi sul territorio, di informazione e prevenzione socio-sanitaria, orientamento, tutela legale, sostegno all'inserimento lavorativo.
Il progetto prevede anche l'apertura di una casa di accoglienza temporanea per persone transessuali in stato di bisogno: "E' un'iniziativa molto importante per Napoli che è la città con il maggior numero di transessuali, tra i 2500 e i 3mila", dichiara il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, che ha dato mandato all'assessore al Patrimonio Bernardino Tuccillo "di trovare un luogo per poter realizzare inclusione, accoglienza, tutto quello che fa di Napoli una città delle differenze e della solidarietà".
L'iniziativa è realizzata dalla cooperativa sociale Dedalus, con il sostegno della Fondazione con il Sud e la collaborazione dell'Università di Napoli 'Federico II', la Asl Napoli 1 Centro e una rete di associazione tra cui Federconsumatori, Mit-Movimento di identità transessuale e Associazione trans Napoli.
fonte http://napoli.repubblica.it/
Lgbt: Matrimonio gay, ecco lo spot che fa impazzire l'Australia
E' giunta l'ora.
Basta con le discriminazioni sul matrimonio.
E' questo lo slogan di uno spot a favore delle nozze gay che sta facendo il giro del mondo. Su Youtube le visualizzazioni hanno ormai superato il milione pe questa bella storia d'amore, raccontata in soggettiva.
Una coppia unita e affiatata che condivide tutto nel proprio percorso, fino a scambiarsi l'anello di fidanzamento.
Solo alla fine si scopre che si parla di una coppia gay.
Due ragazzi che si scambiano la promessa di matrimonio.
Lo spot è stato realizzato a supporto della campagna a favore dei matrimoni gay in Australia da GetUp.
Nella terra dei canguri i sondaggi dicono infatti che la maggioranza dei cittadini (anche di religione cristiana) è d'accordo con la parificazione del diritto al matrimonio per le coppie omosessuali
fonte youtube Caricato da ZanardiFrancesco
Basta con le discriminazioni sul matrimonio.
E' questo lo slogan di uno spot a favore delle nozze gay che sta facendo il giro del mondo. Su Youtube le visualizzazioni hanno ormai superato il milione pe questa bella storia d'amore, raccontata in soggettiva.
Una coppia unita e affiatata che condivide tutto nel proprio percorso, fino a scambiarsi l'anello di fidanzamento.
Solo alla fine si scopre che si parla di una coppia gay.
Due ragazzi che si scambiano la promessa di matrimonio.
Lo spot è stato realizzato a supporto della campagna a favore dei matrimoni gay in Australia da GetUp.
Nella terra dei canguri i sondaggi dicono infatti che la maggioranza dei cittadini (anche di religione cristiana) è d'accordo con la parificazione del diritto al matrimonio per le coppie omosessuali
fonte youtube Caricato da ZanardiFrancesco
Lgbt Milano Danza: Les Ballets Trockadero de Montecarlo al Teatro Arcimboldi
È veramente un poker di assi quello che si annuncia per quanto riguarda gli spettacoli di danza del Teatro Arcimboldi.
Si comincia nelle vacanze di Natale, precisamente il 26 e il 27 dicembre, con “Les Ballets Trockadero de Montecarlo”, un grande corpo di ballo che interpreta alla propria maniera alcune tra le più importanti pagine di repertorio del balletto classico.
Da “Lago dei Cigni” a “Paquita”, passando per la parodia di Merce Cunningam “Patterns in Space” e per “Grand Pas de Quatre”. Emozioni e divertimenti sono garantiti per il pubblico che avrà la fortuna di assistere a questo show.
Segue il “Russian National Ballet Theatre” che il 18 e il 19 gennaio presenta il più classico tra i classici balletti russi “Lo Schiaccianoci”, seguito il 20, 21 e 22 dello stesso mese da “Il Lago dei Cigni”, altro immortale capolavoro di Caikowskij. Si tratta di giovani ballerini che perpetuano la grande tradizione del loro Paese, vincitori dei più importanti concorsi di danza classica nelle nazioni dell'ex URSS.
Terzo appuntamento il 17 e il 18 febbraio con Angelin Preljocaj e il suo “Ballet Preljocaj”. Questa volta il maestro albanese trae ispirazione dall'Apocalisse per rivelare “gli elementi che sono presenti nella nostra realtà ma sottratti ai nostri sguardi”.
Sono 22 quadri con l'ausilio di musica tecnologica che adatta il proprio ritmo alle esigenze dei danzatori, un Apocalisse non da intendere in senso religioso, ma come svelamento dei tratti apocalittici della nostra epoca: conflitti religiosi, violenza contro la donna, razzismi, nuove schiavitù.
Chiude “Eifman Ballet Theatre di S.Pietroburgo” con un balletto in due atti basato sul romanzo “Anna Karenina” di Tolstoj. La storia è quella di un'adultera che si innamora di un affascinante soldato di cavalleria, lascia il marito e si suicida piuttosto che accettare il rifiuto del suo amante.
Il Karenin di Eifman è un uomo che non capisce perché la sfortuna lo ha colpito: ama sua moglie e l’infedeltà di lei è per lui una vera e propria catastrofe. Vronskij, al contrario, è un amante eroico che desidera il frutto proibito, ma velocemente se ne stanca. Eifman trasforma la storia di passione e di potere in uno dei più emozionanti e commoventi balletti di tutti i tempi.
Per questi appuntamenti quest'anno viene proposto un percorso guidato di videoconferenze alla scoperta degli spettacoli e delle compagnie presenti in scena.
Si tratta di incontri gratuiti e aperti a tutti, adatti ad esperti e neofiti, con la presenza di performer (Cassandra Casbah nell'appuntamento con i Trockadero), la proiezione di video e il contributo di esperti del settore.
fonte http://www.dancevillage.com
Lgbt: Thailandia, miss Trans sarà hostess per una compagnia aerea nazionale
Thanyarat Jirapatpakorn è stata assunta assieme ad altre cinque transessuali dal nuovo vettore PC Air.
Che spiega: "Non ci interessa l'orientamento sessuale, ma le competenze sul lavoro". Dovrà indossare un badge che indichi l'appartenenza al 'terzo sesso'
Miss 'Trans Thailandia', Thanyarat Jirapatpakorn, sara' una delle hostess della nuova compagnia aerea del Paese, PC Air. Lo ha reso noto il vettore in un comunicato, nel quale si sottolinea come il ''reclutamento del personale venga portato avanti a ritmo serrato indipendentemente dall'orientamento sessuale del candidato''.
Il Paese asiatico, continua la nota, ''ha una grande fetta di popolazione transessuale grazie anche alle vie sempre piu' economiche che i medici offrono per il cambio di sesso''.
Una questione che non interessa a PC Air: ''A noi importa solamente che vengano soddisfatti i requisiti chiesti, come la conoscenza di piu' lingue''.
Al momento, fa sapere la compagnia aerea, sono sei i transessuali assunti. Per loro ci sara' solo l'obbligo di esporre, accanto al badge con il nome, un simbolo che indichi l'appartenenza al 'terzo sesso'.
fonte http://www.adnkronos.com/IGN
Che spiega: "Non ci interessa l'orientamento sessuale, ma le competenze sul lavoro". Dovrà indossare un badge che indichi l'appartenenza al 'terzo sesso'
Miss 'Trans Thailandia', Thanyarat Jirapatpakorn, sara' una delle hostess della nuova compagnia aerea del Paese, PC Air. Lo ha reso noto il vettore in un comunicato, nel quale si sottolinea come il ''reclutamento del personale venga portato avanti a ritmo serrato indipendentemente dall'orientamento sessuale del candidato''.
Il Paese asiatico, continua la nota, ''ha una grande fetta di popolazione transessuale grazie anche alle vie sempre piu' economiche che i medici offrono per il cambio di sesso''.
Una questione che non interessa a PC Air: ''A noi importa solamente che vengano soddisfatti i requisiti chiesti, come la conoscenza di piu' lingue''.
Al momento, fa sapere la compagnia aerea, sono sei i transessuali assunti. Per loro ci sara' solo l'obbligo di esporre, accanto al badge con il nome, un simbolo che indichi l'appartenenza al 'terzo sesso'.
fonte http://www.adnkronos.com/IGN
giovedì 15 dicembre 2011
Lgbt: Omovies: si apre la finestra napoletana sul cinema lgbt, da oggi 15 fino al 18 dicembre
Si svolgerà da oggi 15 al 18 dicembre la quarta edizione della rassegna partenopea: non solo cinema glbt ma anche dibattiti e tavole rotonde. Vladimir Luxuria sarà la madrina della manifestazione.
Quattro giorni di cinema queer ma non solo: anche dibattiti, tavole rotonde e persino una "lezione interattiva" sulle identità di genere, tutti a ingresso gratuito.
È questa la peculiarità della cinerassegna partenopea "Omovies", la cui quarta edizione è in programma dal 15 al 18 dicembre presso il Cinema Academy Astra in via Mezzocannone 109. Nel sottotitolo della manifestazione, infatti, a fianco alla dicitura "festival di cinema omosessuale" compare la parola "questioning", a evidenziare gli incontri a cui il pubblico è chiamato a partecipare attivamente.
Tra gli eventi in programma, giovedì alle 22.30 all’Astra e la mattina seguente, alle 10.30, presso la Scuola di Cinema di Napoli in via del Parco Margherita 5, verrà proiettato il doc "Diversamente etero" di Monica Lizzadro sulla percezione dell’omofobia nella tv italiana.
Seguirà un dibattito con le autrici Milena Cannavacciuolo ed Elena Tabano in videoconferenza da Milano. Venerdì alle 22.30, dopo la proiezione della commedia inglese "Tick Tock Lullaby" di Lisa Gornick sulla maternità lesbica, è previsto un incontro con Famiglie Arcobaleno e l’associazione i-Ken Onlus sul tema dell’omogenitorialità.
Sabato mattina è la volta della lezione interattiva "A spasso tra i generi" in cui esperti di psicologia e diritti civili cercheranno di dare una risposta chiara ed efficace alle seguenti domande: "Che cosa sono l’identità e l’orientamento sessuale? Perché si parla di omofobia e transfobia?".
Alle 19 di domenica è infine prevista una tavola rotonda di presentazione del progetto dell’Osservatorio Nazionale su Omofobia e Transfobia nei media.
Tra i film selezionati per questa edizione, segnaliamo il premiato doc "Italy: Love It or Leave It" di Gustav Hofer e Luca Ragazzi e l’anteprima del nuovo mediometraggio "Doris Ortiz" del regista veneziano Daniele Sartori, già vincitore di Omovies l’anno scorso col corto "L’appartamento".
Il nuovo lavoro è un action-pulp incentrato su una pregiudicata, tale Doris Ortiz, titolare di un bar in periferia e innamorata fatalmente di un fantomatico Ministro all’inseguimento di due clown surreali.
"Una breve metafora queer, una caricatura manga - la definisce il regista Sartori - sulle paure irrazionali, sui pregiudizi quasi paranoici di coloro che si accaniscono contro le diversità altrui, di qualunque genere esse siano.
Il look vintage è un personale omaggio ai b-movie splatter anni ’80: film sgangherati, spesso sottovalutati, ma incredibilmente geniali".
Durante la rassegna verrà presentato il primo coro lgbt di Napoli e del Sud Italia, in collaborazione col Roma Rainbow Choir diretto dal maestro Giuseppe Pecce.
La madrina della manifestazione sarà Vladimir Luxuria, mentre l'organizzazione è dell’Associazione di Promozione Sociale i-Ken Onlus col Comune di Napoli.
Trovate ulteriori informazioni sul sito www.omovies.it.
fonte http://www.gay.it di Roberto Schinardi
Lgbt Firenze: Artisti e spettatori insieme per la Lunigiana, l'incasso sarà devoluto alla Biblioteca di Aulla, distrutta dall'alluvione di ottobre
Toscana per la Toscana. 20 dicembre al Teatro Verdi.
posto unico: € 20 - € 40 con la speciale t-shirt bianca con la stampa del disegno
“TOSCANA PER LA TOSCANA”
realizzato da Sergio Staino per l’iniziativa, che sarà presente all'evento
(solo 1.000 pezzi)
Prevendita circuito Box Office dal 5 dicembre
La t-shirt Toscana per la Toscana. 20 dicembre al Teatro Verdi.
L’incasso della serata sarà devoluto al recupero del patrimonio librario e alla riapertura della Biblioteca di Aulla, distrutta dall'alluvione di ottobre.
il disegno è di Sergio Staino e sarà presente all'evento
Posto unico 20 euro – Posto unico + t-shirt 40 euro. Info http://bit.ly/tYFsAQ
INFO: Fondazione Toscana Spettacolo tel. 055 219851 – www.fts.toscana.it
Teatro Verdi tel. 055 212320 – www.teatroverdionline.it
Box Office tel. 055 210804 – www.boxofficetoscana.it
si ringrazia per la preziosa collaborazione
Fondazione Orchestra Regionale Toscana – Teatro Puccini – Direzione sede Rai per la Toscana
Firenze dei Teatri – PRG S.r.l. – Giunti Editore -BoxOffice – Compagnia Teatrale Universitaria
Binario di Scambio – Ditta Bussotti-Fabbrini - Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Firenze
Neri Torrigiani – Lorenzo Cinatti, Marco Parri – Lorenzo Luzzetti – Claudio Ripoli – Cecilia Sandroni
fonte http://new.toscanaspettacolo.com
fonte http://www.teladoiofirenze.it/
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solidarieta
Lgbt Roma: Le migliori tesi su orientamento sessuale e identità di genere, vincitrici della VII Edizione del Premio “Maria Baiocchi”
Famiglie omogenitoriali, transfobia e relazioni, omosessualità e gemelli sono le tesi vincitrici della VII Edizione del Premio “Maria Baiocchi”.
La premiazione si è svolta questa mattina presso la facoltà di Scienze della formazione della terza università
Presso la Facoltà di Scienze della Formazione - Roma Tre si è tenuta oggi la cerimonia di premiazione della VII Edizione del Premio “Maria Baiocchi”, dedicato alle migliori tesi di laurea e di dottorato di ricerca sui temi dell'orientamento sessuale e dell’identità di genere, organizzato dall'Associazione Di' Gay Project, presieduta da Imma Battaglia, che ha presentato gli ospiti e premiato i vincitori.
Sono intervenuti Francesco Pompeo, docente di Antropologia culturale e coordinatore dell’Osservatorio sul razzismo e le diversità "M. G. Favara" del Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell’Università Roma Tre, Vittorio Lingiardi, docente di Psicologia dinamica presso l’Università “Sapienza” di Roma, Francesco Bilotta, docente di Diritto privato dell’Università di Udine, membro dell’Avvocatura per i diritti lgbt - Rete Lenford. A fare da moderatrice, Michela Fusaschi, docente di Antropologia culturale e sociale del Dipartimento Studi Internazionali dell’Università Roma Tre.
Ospite d’onore Ivan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore ("Mine vaganti" di Ferzan Ozpetek è uno dei suoi lavori più recenti) e regista ("La kryptonite nella borsa").
I premiati sono Davide Pollicino con “Le famiglie omogenitoriali. Filiazione, riconoscimento comunitario e rappresentazione sociale” Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo, Cristiano Scandurra (vincitore ex-aequo) con “Medusa allo specchio: 'rifrazioni di sguardi'.
Uno studio sul legame tra transfobia interiorizzata e relazioni di coppia” Facoltà: Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli "Federico II", Valeria Mari (vincitrice ex-aequo) con “Omosessuali gemelli: biologia e contesto evolutivo” Facoltà: Psicologia dell’Università "Sapienza" di Roma e Giulia Cragnolini con la tesi “Lesbian, gay, bisexual and transgender (Lgbt) asylum seekers and refugees looking for protection and safety.
Challenges in refugees status determination and living condition in Turkey” Dottorato: Master of arts in human rights and conflict management della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
''Questo Premio ci emoziona sempre in modo particolare – ha sottolineato Imma Battaglia – per una pluralità di motivi. Perché ci ricorda un’amica forte e coraggiosa, morta nel 2002, che ha combattuto con determinazione per i diritti lgbt nonostante la grave malattia che la colpì.
Perché, anche in momenti così difficili per l’università pubblica, noi scegliamo di continuare a valorizzare i giovani talenti, da cui siamo in realtà noi a ricevere un premio: l’entusiasmo e la grande adesione di questi ragazzi alla nostra iniziativa ci rafforzano nei nostri obiettivi.
E infine perché vorremmo continuare a dimostrare - alla società e soprattutto alle istituzioni - che con la microprogettualità e l’impegno costante di tutti possiamo rimettere in rete le eccellenze disperse, ricreare circuiti interrotti, valorizzare ciò che resta ancora delle nostre capacità, per proiettarci, almeno solo con il pensiero, oltre la crisi e ritrovare insieme speranza, forza, entusiasmo e solidarietà”.
fonte http://www.paesesera.it
La premiazione si è svolta questa mattina presso la facoltà di Scienze della formazione della terza università
Presso la Facoltà di Scienze della Formazione - Roma Tre si è tenuta oggi la cerimonia di premiazione della VII Edizione del Premio “Maria Baiocchi”, dedicato alle migliori tesi di laurea e di dottorato di ricerca sui temi dell'orientamento sessuale e dell’identità di genere, organizzato dall'Associazione Di' Gay Project, presieduta da Imma Battaglia, che ha presentato gli ospiti e premiato i vincitori.
Sono intervenuti Francesco Pompeo, docente di Antropologia culturale e coordinatore dell’Osservatorio sul razzismo e le diversità "M. G. Favara" del Dipartimento di Scienze dell'Educazione dell’Università Roma Tre, Vittorio Lingiardi, docente di Psicologia dinamica presso l’Università “Sapienza” di Roma, Francesco Bilotta, docente di Diritto privato dell’Università di Udine, membro dell’Avvocatura per i diritti lgbt - Rete Lenford. A fare da moderatrice, Michela Fusaschi, docente di Antropologia culturale e sociale del Dipartimento Studi Internazionali dell’Università Roma Tre.
Ospite d’onore Ivan Cotroneo, scrittore, sceneggiatore ("Mine vaganti" di Ferzan Ozpetek è uno dei suoi lavori più recenti) e regista ("La kryptonite nella borsa").
I premiati sono Davide Pollicino con “Le famiglie omogenitoriali. Filiazione, riconoscimento comunitario e rappresentazione sociale” Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo, Cristiano Scandurra (vincitore ex-aequo) con “Medusa allo specchio: 'rifrazioni di sguardi'.
Uno studio sul legame tra transfobia interiorizzata e relazioni di coppia” Facoltà: Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Napoli "Federico II", Valeria Mari (vincitrice ex-aequo) con “Omosessuali gemelli: biologia e contesto evolutivo” Facoltà: Psicologia dell’Università "Sapienza" di Roma e Giulia Cragnolini con la tesi “Lesbian, gay, bisexual and transgender (Lgbt) asylum seekers and refugees looking for protection and safety.
Challenges in refugees status determination and living condition in Turkey” Dottorato: Master of arts in human rights and conflict management della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa.
''Questo Premio ci emoziona sempre in modo particolare – ha sottolineato Imma Battaglia – per una pluralità di motivi. Perché ci ricorda un’amica forte e coraggiosa, morta nel 2002, che ha combattuto con determinazione per i diritti lgbt nonostante la grave malattia che la colpì.
Perché, anche in momenti così difficili per l’università pubblica, noi scegliamo di continuare a valorizzare i giovani talenti, da cui siamo in realtà noi a ricevere un premio: l’entusiasmo e la grande adesione di questi ragazzi alla nostra iniziativa ci rafforzano nei nostri obiettivi.
E infine perché vorremmo continuare a dimostrare - alla società e soprattutto alle istituzioni - che con la microprogettualità e l’impegno costante di tutti possiamo rimettere in rete le eccellenze disperse, ricreare circuiti interrotti, valorizzare ciò che resta ancora delle nostre capacità, per proiettarci, almeno solo con il pensiero, oltre la crisi e ritrovare insieme speranza, forza, entusiasmo e solidarietà”.
fonte http://www.paesesera.it
Lgbt: In Australia eletto primo sindaco intersessuale
Tony Briffa è il nuovo sindaco di un comune di Melbourne ed è intersessuale:
"Sono pronto a servire la comunità con entusiasmo e orgoglio".
In barba a quanti considerino l'intersessualità una deformazione da curare.
L'Australia ultimamente sta regalando grosse soddisfazioni alla comunità lgbt.
Il nuovo sindaco di Hobson Bay, un'area di Melbourne, si chiama Tony Briffa ed è intersessuale.
C'è ancora grande confusione per quanto riguarda questo tipo di condizione, che definisce quelle persone i cui cromosomi sessuali, caratteri sessuali secondari e/o organi riproduttivi non possono essere catalogati né come femminili né come maschili.
Il neosindaco ha affermato:
"Sono molto emozionato per il futuro della nostra comunità e non vedo l'ora di servire la città con entusiasmo e orgoglio".
Ha anche annunciato che parteciperà al prossimo Pride di Victoria in veste ufficiale di sindaco.
Un membro del consiglio d'amministrazione del "LGBTI Health Alliance" ha dichiarato ai media: "Tony è un meraviglioso esempio di come le persone intersessuali possono superare le cure mediche non devastanti e non necessarie a cui molti bambini intersessuali vengono sottoposti e diventare campioni di diritti umani per tutti".
Fonte: Advocate via http://www.gay.tv
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Lgbt: Nel viaggio tra le associazioni lgbtq "Oltre le Differenze” incontra ArciLesbica, Su Antenna Radio Esse Venerdì 16 dicembre
Venerdì 16 dicembre alle 21 e in replica sabato 17 alle 15, va in onda il format radiofonico dedicato al mondo LGBTQ condotto da Natascia Maesi e Oriana Bottini
Continua il viaggio di “Oltre le Differenze” nelle associazioni lgbtq d’Italia. Questo mese la redazione del format radiofonico interamente dedicato al mondo gay, lesbico, bisex e transessuale - in onda venerdì 16 alle 21 o in replica sabato 17 alle 15 sulle frequenze di Antenna Radio Esse (FM 91.25, 93.20, 93.50 99.10) e in diretta online dal sito www.antennaradioesse.it – dedicherà l'intera puntata ad ArciLesbica Nazionale.
Si comincia con l'intervista a Eleonora Dall'Ovo, attrice, conduttrice radiofonica, drammaturga e regista, con la quale parleremo principalmente di teatro, di laboratori rivolti alla comunità GTLQ e dell'antologia di teatro lesbico della quale è autrice "ScAtti di teatro lesbico" edito da Il Dito e La Luna.
Spazio poi ai valori e alla mission di ArciLesbica con un’ampia intervista alla vice-presidente nazionale Cristina Gramolini, che parlerà anche dei servizi messi in campo dall'associazione, come la Linea Lesbica Amica, e dei futuri progetti.
Insieme ad un'altra componente della segreteria nazionale, nonchè direttice artistica del Festival Soggettiva, Elisa Manici scopriremo altre curiosità su ArciLesbica attraverso l'irriverente carta d'identità semi-seria di Oltre le Differenze.
Immancabile il consueto scaffale, che in questa puntata speciale consiglierà letture e film “scelti per voi” da ArciLesbica Nazionale e non mancheranno le segnalazioni di appuntamenti a tema.
Per chi ascolta “Oltre le differenze” c'è la possibilità di interagire con la redazione del programma chiamando il 366 2809050 o scrivendo a redazione.oltreledifferenze@gmail.com. E’ possibile inoltre visitare la pagina facebook e il blog: http://oltreledifferenze.splinder.com/ in cui trovate i video di tutte le puntate già andate in onda.
fonte redazione OLTRE LE DIFFERENZE
martedì 13 dicembre 2011
Lgbt TV: "Gli Intoccabili" di La7 con Gianluigi Nuzzi promosso in prima serata da domani mercoledì 14 dicembre
Gli Intoccabili è un programma che ci ha convinto fin dal promo e che ha abbondantemente soddisfatto le nostre aspettative qualitative già con la prima puntata.
Nel presentare il tema della seconda puntata, ci eravamo chiesti per quale motivo una trasmissione di questo genere non fosse mandata in prima serata anziché essere relegata alle 23.10 e ora siamo felici di vedere che la rete ha deciso di promuoverlo già da questa settimana.
Come si può infatti leggere sul sito ufficiale e vedere nei promo già trasmessi.
Gli Intoccabili andrà in onda alle 21.10, nonostante la guida vera e propria della rete riporti ancora in prima serata per mercoledì 14 dicembre il film Chocolat.
Sarebbe stato veramente assurdo mantenere in seconda serata il gioiellino di Gianluigi Nuzzi per far spazio all’ennesima riproposizione del film con Johnny Depp, per quanto bello e romantico.
L’approdo in prima serata era comunque previsto tra alcune settimane, ma la decisione di anticiparlo è ugualmente da vedersi come una promozione.
Una decisione scaturita senza dubbio in seguito al grande successo della puntata di mercoledì scorso dedicata alla compravendita dei politici, che ha mostrato anche un documento esclusivo che ha fatto discutere e del quale si sono occupati alcuni tg e quasi tutte le testate a livello nazionale.
fonte http://www.tvblog.it da Debora Marighetti
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Pesaro: Rassegna letteraria lgbt, dal 15 Dicembre al Palazzo della Provincia
Giovedì 15 dicembre, presso la sala “W.Pierangeli” del Palazzo della Provincia, a Pesaro in viale Gramsci, 4, si svolgerà il primo di tre appuntamenti di una rassegna letteraria LGBT che proseguirà fino alla prossima primavera.
Saranno presenti l’autore del romanzo, Omar di Maria, e Franco Grillini, presidente onorario Arcigay.
A fare i saluti, l’assessore alla Cultura della Provincia, Davide Rossi, e il presidente del Comitato provinciale Arcigay, Valerio Mezzolani.
L’evento è frutto di una collaborazione fra Assessorato alle Politiche Culturali della Provincia di Pesaro e Urbino, Comitato Arcigay “Agorà” e Agedo Pesaro e Urbino.
PROSSIMAMENTE (2012):
- “Piccolo Uovo”, libro per bambini scritto da Francesca Pardi e illustrato da Altan. Piccolo Uovo scopre che esistono tanti tipi diversi di famiglie, anche omogenitoriali.
- “Eldorado”, di Vladimir Luxuria. Romanzo che racconta la tragedia della persecuzione nazista sugli omosessuali.
Il comitato provinciale Arcigay “Agorà”
fonte http://www.arcigay.it
Lgbt Pennsylvania: Se usare il bagno diventa un diritto
Un comune della fa passare un’ordinanza per prevenire la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale
La decisione di un comune della Pennsylvania di far passare un’ordinanza per prevenire la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale è stata accolta come una vittoria per la comunità che raccoglie lesbiche, i gay, i bisessuali e i transgender (LGBT) della zona, ma alcuni cittadini hanno espresso preoccupazione.
L’ORDINANZA
Come racconta l’Huffington Post, la città di Susquehanna ha votato la scorsa settimana, approvando un’ordinanza riguardo al libero utilizzo dei servizi igienici da parte dei transgender.
Il comune è quindi diventato la 26esima municipalità del Pennsylvania a difendere i diritti LGBT. L’ordinanza risulta particolarmente importante anche perché protegge i residenti dalla discriminazione nel trovare casa o lavoro, basata sull’orientamento sessuale.
Fred Engle, commissario dell’amministrazione di Susquehanna, ha spiegato: “Nel caso in cui ci trovassimo di fronte alla discriminazione di una persona, ora abbiamo un meccanismo in atto per affrontare il problema”.
Legge dello Stato vieta le discriminazioni basate su razza, colore, religione, sesso e disabilità, ma la proposta di estendere il divieto di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e delle informazioni genetiche è rimasta in stallo a lungo nella legislatura.
LE PROTESTE
Tuttavia, alcuni residenti si oppongono al divieto dell’ordinanza sulle discriminazioni nei bagni pubblici, che permette ai transessuali (sia uomini che donne) di utilizzare servizi igienici maschili e femminili.
Debbie Hawkins Gray, residente nella zona, spiega: “Il mio problema non è nei confronti dei veri transgender … [ma] nei confronti degli uomini là fuori che sfruttano questa possibilità a loro vantaggio.
Chi può dire che un ragazzo non indossi vestiti femminili al solo scopo di entrare nel bagno delle donne per soddisfare una perversione personale?
fonte http://www.giornalettismo.com di Claudia Santini
La decisione di un comune della Pennsylvania di far passare un’ordinanza per prevenire la discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale è stata accolta come una vittoria per la comunità che raccoglie lesbiche, i gay, i bisessuali e i transgender (LGBT) della zona, ma alcuni cittadini hanno espresso preoccupazione.
L’ORDINANZA
Come racconta l’Huffington Post, la città di Susquehanna ha votato la scorsa settimana, approvando un’ordinanza riguardo al libero utilizzo dei servizi igienici da parte dei transgender.
Il comune è quindi diventato la 26esima municipalità del Pennsylvania a difendere i diritti LGBT. L’ordinanza risulta particolarmente importante anche perché protegge i residenti dalla discriminazione nel trovare casa o lavoro, basata sull’orientamento sessuale.
Fred Engle, commissario dell’amministrazione di Susquehanna, ha spiegato: “Nel caso in cui ci trovassimo di fronte alla discriminazione di una persona, ora abbiamo un meccanismo in atto per affrontare il problema”.
Legge dello Stato vieta le discriminazioni basate su razza, colore, religione, sesso e disabilità, ma la proposta di estendere il divieto di discriminazione sulla base dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e delle informazioni genetiche è rimasta in stallo a lungo nella legislatura.
LE PROTESTE
Tuttavia, alcuni residenti si oppongono al divieto dell’ordinanza sulle discriminazioni nei bagni pubblici, che permette ai transessuali (sia uomini che donne) di utilizzare servizi igienici maschili e femminili.
Debbie Hawkins Gray, residente nella zona, spiega: “Il mio problema non è nei confronti dei veri transgender … [ma] nei confronti degli uomini là fuori che sfruttano questa possibilità a loro vantaggio.
Chi può dire che un ragazzo non indossi vestiti femminili al solo scopo di entrare nel bagno delle donne per soddisfare una perversione personale?
fonte http://www.giornalettismo.com di Claudia Santini
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diritti dei transessuali,
lgbt dall'estero
LGBT e terza età: nuova ricerca USA
Gay, Lesbian, Bisex e Transgender all’approssimarsi della terza età: una ricerca statunitense finanziata dal National Institute Health
Lo studio, presentato il 16 novembre da Karen Fredriksen-Goldsen e colleghi della University of Washington’s School of Social Work, segnala specificità di bisogni, condizioni e risorse di individui di omosessuali, bisessuali e transessuali che invecchiando raggiungono la soglia della terza età.
La survey è stata condotta su 2.560 adulti omosessuali, bisessuali e trans-sessuali di età compresa tra i 50 e i 95 anni residenti negli Stati Uniti.
I risultati dello studio evidenziano come, rispetto a un campione di controllo di adulti eterosessuali, gli anziani non-eterosessuali presentino punteggi più elevati di disabilità, depressione, solitudine e abuso di alcool; a livello sociale è più frequente che vivano soli, non coniugati rispetto ai coetanei eterosessuali, e spesso senza l’appoggio di figli.
La buona notizia tuttavia è che gli anziani omosessuali e bisessuali sarebbero più resilienti, più proattivi nel prendersi cura di sé e più attivi nel costruire e mantenere attive le loro comunità.
Dallo studio emerge che il 91% degli intervistati praticano attività sportive e meditative, e provano sentimenti positivi riguardo l’appartenenza a una specifica comunità: nello specifico le connessioni sociali con i pari risultano decisamente più solide, supportive e assistenziali rispetto a quanto accade per i coetanei eterosessuali.
1/Scarica l’articolo completo (PDF):
http://caringandaging.org/wordpress/wp-content/uploads/2011/05/Full-Report-FINAL-11-16-11.pdf
2/Scarica l’articolo completo (PDF):
http://caringandaging.org/wordpress/wp-content/uploads/2011/05/Executive-Summary-FINAL-11-16-11.pdf
fonte http://www.stateofmind.it Pubblicato da Linda Confalonieri
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associazioni lgbt,
ricerche lgbt
Lgbt Eventi Musica: Martha Argerich una delle più grandi pianiste del Novecento al teatro Comunale di Firenze, recensione di Daniela Domenici
Pubblico delle grandi occasioni, teatro affollatissimo nonostante il tempo atmosferico non proprio favorevole, per un evento assolutamente da non perdere: Martha Argerich, una delle più grandi pianiste del Novecento, dopo anni di assenza, è tornata a esibirsi al teatro Comunale di Firenze ed è stata subito magia.
Le sue doti tecniche da virtuosa della tastiera unite alla profondità delle sue interpretazioni hanno sempre fatto la differenza e anche ieri sera è stata straordinaria, ricevendo una tale messe di applausi e così prolungata da farla tornare sul palco più di una volta e “costretta” a regalarci un bis dopo il quale si è avuta, addirittura, una standing ovation emozionante: il pubblico non voleva proprio lasciarla andar via.
Per questo suo ritorno a Firenze la Argerich ha scelto il geniale, originalissimo e difficile “Concerto per pianoforte, tromba e orchestra” di Dmitrji Shostakovic, compositore russo del Novecento; al suo fianco il bravissimo solista David Guerrier e la Verbier Festival Chamber Orchestra, un’ensemble orchestrale d’archi ben diretta da Gabor Takacs-Nagy.
Completavano il programma della serata il “Quartetto per archi in fa minore op. 95” di Beethoven nella trascrizione per orchestra d’archi di Gustav Mahler, primo brano in programma, e la “Serenata in mi maggiore op. 22 per archi” di Antonin Dvorak, due composizioni che hanno fatto da degna “cornice” all’esibizione di Martha per la quale l’età anagrafica sembra solo un dettaglio irrilevante, applaudita anche da un altro “mostro sacro” dello spettacolo che abbiamo notato vicino a noi nel pubblico, l’etoile Carla Fracci che in questo stesso teatro si è esibita più di una volta durante la sua lunghissima carriera.
recensione di Daniela Domenici
fonte http://danielaedintorni.wordpress.com
Le sue doti tecniche da virtuosa della tastiera unite alla profondità delle sue interpretazioni hanno sempre fatto la differenza e anche ieri sera è stata straordinaria, ricevendo una tale messe di applausi e così prolungata da farla tornare sul palco più di una volta e “costretta” a regalarci un bis dopo il quale si è avuta, addirittura, una standing ovation emozionante: il pubblico non voleva proprio lasciarla andar via.
Per questo suo ritorno a Firenze la Argerich ha scelto il geniale, originalissimo e difficile “Concerto per pianoforte, tromba e orchestra” di Dmitrji Shostakovic, compositore russo del Novecento; al suo fianco il bravissimo solista David Guerrier e la Verbier Festival Chamber Orchestra, un’ensemble orchestrale d’archi ben diretta da Gabor Takacs-Nagy.
Completavano il programma della serata il “Quartetto per archi in fa minore op. 95” di Beethoven nella trascrizione per orchestra d’archi di Gustav Mahler, primo brano in programma, e la “Serenata in mi maggiore op. 22 per archi” di Antonin Dvorak, due composizioni che hanno fatto da degna “cornice” all’esibizione di Martha per la quale l’età anagrafica sembra solo un dettaglio irrilevante, applaudita anche da un altro “mostro sacro” dello spettacolo che abbiamo notato vicino a noi nel pubblico, l’etoile Carla Fracci che in questo stesso teatro si è esibita più di una volta durante la sua lunghissima carriera.
recensione di Daniela Domenici
fonte http://danielaedintorni.wordpress.com
lunedì 12 dicembre 2011
Lgbt Argentina: Le trans poliziotte, Il ministro Nilda Garré, ha firmato una risoluzione: potranno indossare divise femminili
Il ministro della Sicurezza in Argentina, Nilda Garré, ha firmato una risoluzione: potranno indossare divise femminili
L’Argentina fa un grande passo avanti: il ministro per la Sicurezza Nilda Garré ha firmato una risoluzione perché le forze di polizia e di sicurezza federale si conformino all’identità di genere adottata per travestiti, transessuali e transgender.
LA DELIBERA
La Federazione Argentina delle lesbiche, gay, bisessuali e trans (FALGBT) ha accolto con gioia la notizia, proposta alla stessa Garré nel Piano di Cittadinanza LGBT per garantire pari diritti. La Garrè non ha ancora rivelato dettagli sull’attuazione del piano, che comunque comporterà grosse polemiche.
La Delibera n. 1181/2011 verrà applicata alla Polizia Federale, alla Gendarmeria Nazionale, alla Guardia Costiera e alla polizia di sicurezza aeroportuale e stabilisce che le persone “trans” dovrebbero essere riconosciuta con l’identità di genere appropriata alla loro percezione, sia a livello personale che in qualsiasi tipo di comunicazione o pubblicazione all’interno delle Forze.
Allo scopo non è richiesta alcuna operazione per il cambio di sesso o terapia ormonale che certifichi il passaggio da un sesso all’altro.
UNA VITTORIA
Esteban Paulón, presidente della FALGBT, accoglie con gioia la novità: “Ci auguriamo che analoghe risoluzioni possano essere estese a tutte le istituzioni del paese e a questo fine stiamo lavorando con i ministeri di diverse province”.
Se un lavoratore trans si rivolge all’apposito Centro Integrale di Genere, otterrà condizioni di lavoro appropriate alla propria sessualità: uniformi, armadietti, servizi igienici e documenti del sesso richiesto.
Il Centro si occuperà anche di integrazione dei trans dell’ambito lavorativo e di informazione a livello generale per tutti i dipendenti delle forze armate.
fonte http://www.giornalettismo.com/ di Claudia Santini
Lgbt Sudafrica: “Ti faccio vedere che significa avere un uomo” non si contano le violenze nei confronti di lesbiche e omosessuali
In Sudafrica non si contano le violenze nei confronti di lesbiche e omosessuali, nonostante la loro libertà sia tutelata dalla Costituzione
In Sudafrica lesbiche, gay e transgender subiscono ormai senza sosta ogni sorta di discriminazioni, violenza e odio. A patire la situazione specialmente le donne che non si comportano secondo i canoni sociali del Paese. A riferirlo è, in un rapporto apposito, Human Right Watch.
LA REALTA'
“Le donne possono essere buttate fuori di casa, ridicolizzate, abusate a scuola, molestate, insultate e picchiate per la strada. Inoltre succede in chiesa, al lavoro, e possono anche essere minacciate da vicini e sconosciuti”. Queste le parole raggelanti del rapporto, pubblicato lo scorso lunedì. “Gli abusi possono essere verbali, fisici, sessuali e possono concludersi anche con un omicidio”.
LA STORIA DI BOIPELO
Il rapporto racconta poi della storia di una donna, allevata dalla nonna e molestata dal cugino: la sua famiglia la accusava di comportarsi un po’ troppo da uomo, sopratutto quando rifiutava di svolgere dei lavori che prorio il suo carnefice le obbligava a compiere. Lo stesso che mentre era con le sue sorelle più giovani sola in casa, l’ha violentata ripetutamente. E quando al ritorno della madre e della nonna la giovane ha raccontato il tutto, anziché coinvolgere la polizia, la cosa è stata risolta all’interno della famiglia. Particolare agghiacciante: la madre della giovane sapeva che il cugino era affetto da HIV, ma non l’ha mai detto alla ragazza. Come risultato, oggi anche lei ha l’HIV.
TI FACCIO VEDERE CHE SIGNIFICA ESSERE DONNA
Non è stato però l’unico momento. la ragazza è stata picchiata e violentata dal suo allenatore di calcio, che voleva “convertirla” a “normali” intenzioni sessuali per poi sposarla. Proprio in questa occasione è rimasta incinta. Alcuni anni più tardi, un pastore locale che voleva mostrarle “cosa vuol dire avere al fianco un uomo”, ha cercato di sedurla. “Ha detto che stava per farmi vedere che non sono un uomo, ma una donna -ha dichiarato la povera ragazza – e dopo mi ha violentato”.
LA REALTA’ AFRICANA
Il rapporto viene pubblicato dopo una serie di omicidi di lesbiche nelle township sudafricane, ma denuncia anche un modello di omofobia molto presente in Africa, continente in cui gay e lesbiche sono spesso incarcerati, picchiati o uccisi. Il Parlamento dell’Uganda aveva pensato addirittura di istituire la pena di morte salvo fare marcia indietro, mentre il Senato nigeriano ha messo al bando il matrimonio omosessuale. Molti leader del continente hanno definito l’omosessualità non africana, proprio come i leader ecclesiastici l’hanno definita non cristiana.
LE TUTELE NON RISPETTATE
A differenza di quanto succede in altri paesi del continente, la Costituzione Sudafricana si distingue per le garanzie d’uguaglianza per tutti i cittadini, con tanto di riconoscimento legale per il matrimonio omosessuale. Da un lato quindi ci sono le garanzie, ma dal’altro la violenza sta crescendo contro gay, lesbiche e trans. “Negli ultimi dieci anni gli attivisti sudafricani hanno registrato e analizzato decine di episodi di violenza sessuale e fisica contro lesbiche e transgender, sfociati spesso nello stupro e nell’omicidio”, dice il rapporto. “Per coloro che sono socialmente ed economicamente vulnerabili, il quadro è spesso triste. La mancanza di accesso ad alloggi sicuri e mezzi di trasporto aumenta la vulnerabilità dei soggetti in questione”.
ISOLATI DA TUTTO
“Molti dei 121 intervistati hanno detto che la rigidità delle norme sociali e culturali sui rispettivi comportamenti, maschile e femminile, causano in loro paura e la sensazione di doversi difendere da soli. A volte non riescono neanche a concludere la scuola o trovare e mantenere un lavoro, con il rischio continuo di essere esposti al ridicolo sia in casa, sia in luoghi pubblici. Spesso la polizia respinge le persone che vorrebbero denunciare violenze e stupri. “Ormai esiste un forte divario tra gli ideali costituzionali e gli atteggiamenti della gente verso queste persone”, conclude il rapporto, “e le garanzie costituzionali sono ancora più indebolite dallo Stato, incapace di farle rispettare”.
fonte http://www.giornalettismo.com scritto da Maghdi Abo Abia
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Lgbt: Femmina, maschio o non specificato: tra i passi avanti dell’Australia e la farsa italiana, di Michela Balocchi
Il Governo australiano, il 14 Settembre scorso, ha annunciato le nuove linee guida in materia di regolamentazione dell’indicazione relativa all’identità di genere sui passaporti.
Grazie a queste nuove norme d’ora in poi sarà più semplice, per le persone con sesso e/o identità di genere diverse da quelle della maggioranza della popolazione, poter scegliere l’indicazione di genere che sentono propria indipendentemente dall’essersi o meno sottoposti a riattribuzione chirurgica del sesso, mentre le persone intersessuali potranno scegliere, se lo vorranno, una terza opzione “X” per, traduco, “indeterminato, non specificato o intersex” oltre alle tradizionali “F” e “M”.
Si tratta dunque di un grande passo avanti nel riconoscimento dei diritti delle persone trans e intersessuali poiché alle persone trans viene riconosciuta la possibilità di adeguare il passaporto all’aspetto fisico e alla propria identità di genere senza necessità di sottoporsi alla riattribuzione chirurgica di sesso o prima di sottoporvisi; e alle persone intersex per la prima volta viene riconosciuto il diritto a definirsi appartenenti a un sesso/genere altro rispetto alla dicotomia maschio/femmina dominante, oppure a scegliere “F” o “M” come genere di appartenenza anche se diverso da quello che è stato attribuito loro alla nascita.
Sarà sufficiente una lettera da parte del medico che certifichi che la persona ha ricevuto o riceve trattamenti clinici appropriati per la transizione, oppure che si tratta di una persona intersex che non si identifica con il sesso assegnato alla nascita ma con quello opposto o con il genere intersex, il terzo genere o un genere non specificato.
Questa la notizia dall’Australia. Passiamo ora a vedere come è stata data in Italia, perché il modo in cui la notizia è stata filtrata dalle maggiori agenzie di stampa italiane è essa stessa una notizia, una notizia che produce riflessioni e considerazioni amare.
In primo luogo spariscono subito le persone intersex.
Non c’è agenzia di stampa italiana in cui venga scritta la parola intersessuale. Evidentemente il concetto di intersessualità nel nostro paese continua a risultare per lo più ignoto e ignorato: e perché mai un giornalista serio dovrebbe prendersi la briga di verificare il significato di quell’“intersex” o di quel “sex and gender diverse people” presente nelle fonti originali? Già, perché mai..?
Meglio tradurre sbrigativamente transessuali, senza riflettere sulle conseguenze di questa scelta.
La sparizione del termine intersex dai primi comunicati italiani ha avuto come primo effetto quello di sminuire enormemente dal punto di vista simbolico la rilevanza della decisione australiana che ha invece una portata storica reale.
Il riconoscimento pubblico della legittimità dell’essere e riconoscersi intersessuali è una conquista enorme per tutti e per le persone intersex in particolare, proprio a causa dell’invisibilizzazione cui invece sono generalmente costrette fin dalla nascita, invisibilizzazione che significa in primo luogo privazione dei diritti umani fondamentali quali il diritto all’integrità del proprio corpo, il diritto a non ricevere interventi di chirurgia estetica invasivi e irreversibili sui genitali e senza consenso informato, il diritto a non ricevere somministrazione di farmaci a vita per una ‘normalizzazione’ al maschile o (molto più spesso) al femminile non richiesta.
La cancellazione del termine e della categoria “intersex” e della sua sostituzione con transgender (o, peggio, con “i transessuali” come se la decisione australiana si riferisse esclusivamente a persone di sesso femminile che transizionano verso il maschile), ha creato automatismi e certezze laddove invece la materia è tutt’altro che certa: nelle linee guida infatti la possibilità di scegliere la “X” è esplicitata solo per le persone intersex.
Per le persone in transizione (“for people transitioning”) si parla della possibilità di cambiare il dato sul passaporto, sempre previa dichiarazione medica, specificando il genere di elezione (femminile o maschile), senza necessità di intervento chirurgico ai genitali ma rimanendo all’interno del binarismo sessuale, a meno che (sembra di leggere tra le righe) non venga loro certificata una qualche forma di intersessualità o di indeterminatezza di genere.
Detto questo, si può poi certamente discutere sull’opportunità o meno dell’indicazione del genere sui documenti; io sono tra coloro che caldeggiano l’eliminazione di questo dato da ogni tipo di documento di riconoscimento: il Governo britannico sta riflettendo proprio su questa possibilità sempre in relazione ai passaporti (http://www.guardian.co.uk/uk/2011/sep/19/home-office-gender-free-passports).
Bisogna però anche tenere realisticamente conto del fatto che quella è una battaglia non facile da vincere nell’immediato futuro, visto che ci troviamo in società che si fondano proprio sul binarismo sessuale e sulla gerarchia dei ruoli sociali di genere. Anche per queste difficoltà l’aggiunta di una categoria di sesso/genere e di una lettera corrispondente nei documenti può essere una soluzione (seppure intermedia e temporanea) e uno strumento per il riconoscimento di realtà altrimenti negate e private dei diritti elementari.
Il riconoscimento burocratico, infatti, non soltanto protegge dalle discriminazioni e facilita movimenti e azione quotidiane per le persone trans, ma restituisce legittimità giuridica, civile e sociale alla propria esistenza a chi invece è stato invisibilizzato fin dalla nascita e fisicamente modificato proprio perché la sua esistenza fisica intersex era ritenuta inaccettabile in quanto non rispondente alla cornice culturale del binarismo sessuale.
Infine, come alcuni hanno fatto notare, rimane il pericolo costituito dall’esibire in paesi estremamente transfobici, omofobici e intersexfobici un documento che presenta un’alternativa al tradizionale rigido dimorfismo di genere.
In questi paesi, però, la situazione per chi non è conforme era e rimane pericolosa anche senza un documento che dia riconoscimento: è pericoloso nel momento in cui viene esibito un documento con un’indicazione di genere che non corrisponde all’aspetto attuale della persona; e in questi paesi generalmente le persone transgender già evitano il più possibile di fare scalo.
Certo è che in Italia difficilmente si potrà aprire un dibattito pubblico allargato alla cittadinanza estesa e un confronto serio su questi argomenti se chi ha il dovere di fare informazione corretta e precisa passa invece un’informazione distorta e falsata, e se di questa informazione noi continuiamo a fidarci prendendola per buona.
*Transessualità o DIG (disforia dell’identità di genere)
Situazione vissuta da quelle persone che sentono che la propria identità di genere non combacia con il corpo anatomico: per superare questa condizione di sofferenza la transessuale (MtoF: persona che nasce maschio e si sente donna) o il transessuale (FtoM: persona che nasce femmina e si sente uomo) cercherà di intraprendere un percorso di riallineamento fra l’identità di genere e le caratteristiche fisiche del proprio corpo, attraverso assunzione di ormoni e interventi chirurgici.
*Intersessualità o DSD (disorders of sex development)
Con intersessualità si indica una molteplicità e varietà di condizioni in cui si trova chi nasce con cromosomi sessuali, e/o un apparato riproduttivo, e/o caratteri sessuali secondari che variano rispetto alle definizioni tradizionali di ciò che è considerato femminile e maschile. Spesso l’intersessualità non è evidente alla nascita ma si palesa durante la pubertà o può essere scoperta in età adulta.
fonte http://altracitta.org/ Michela Balocchi per l’Altracittà
Grazie a queste nuove norme d’ora in poi sarà più semplice, per le persone con sesso e/o identità di genere diverse da quelle della maggioranza della popolazione, poter scegliere l’indicazione di genere che sentono propria indipendentemente dall’essersi o meno sottoposti a riattribuzione chirurgica del sesso, mentre le persone intersessuali potranno scegliere, se lo vorranno, una terza opzione “X” per, traduco, “indeterminato, non specificato o intersex” oltre alle tradizionali “F” e “M”.
Si tratta dunque di un grande passo avanti nel riconoscimento dei diritti delle persone trans e intersessuali poiché alle persone trans viene riconosciuta la possibilità di adeguare il passaporto all’aspetto fisico e alla propria identità di genere senza necessità di sottoporsi alla riattribuzione chirurgica di sesso o prima di sottoporvisi; e alle persone intersex per la prima volta viene riconosciuto il diritto a definirsi appartenenti a un sesso/genere altro rispetto alla dicotomia maschio/femmina dominante, oppure a scegliere “F” o “M” come genere di appartenenza anche se diverso da quello che è stato attribuito loro alla nascita.
Sarà sufficiente una lettera da parte del medico che certifichi che la persona ha ricevuto o riceve trattamenti clinici appropriati per la transizione, oppure che si tratta di una persona intersex che non si identifica con il sesso assegnato alla nascita ma con quello opposto o con il genere intersex, il terzo genere o un genere non specificato.
Questa la notizia dall’Australia. Passiamo ora a vedere come è stata data in Italia, perché il modo in cui la notizia è stata filtrata dalle maggiori agenzie di stampa italiane è essa stessa una notizia, una notizia che produce riflessioni e considerazioni amare.
In primo luogo spariscono subito le persone intersex.
Non c’è agenzia di stampa italiana in cui venga scritta la parola intersessuale. Evidentemente il concetto di intersessualità nel nostro paese continua a risultare per lo più ignoto e ignorato: e perché mai un giornalista serio dovrebbe prendersi la briga di verificare il significato di quell’“intersex” o di quel “sex and gender diverse people” presente nelle fonti originali? Già, perché mai..?
Meglio tradurre sbrigativamente transessuali, senza riflettere sulle conseguenze di questa scelta.
La sparizione del termine intersex dai primi comunicati italiani ha avuto come primo effetto quello di sminuire enormemente dal punto di vista simbolico la rilevanza della decisione australiana che ha invece una portata storica reale.
Il riconoscimento pubblico della legittimità dell’essere e riconoscersi intersessuali è una conquista enorme per tutti e per le persone intersex in particolare, proprio a causa dell’invisibilizzazione cui invece sono generalmente costrette fin dalla nascita, invisibilizzazione che significa in primo luogo privazione dei diritti umani fondamentali quali il diritto all’integrità del proprio corpo, il diritto a non ricevere interventi di chirurgia estetica invasivi e irreversibili sui genitali e senza consenso informato, il diritto a non ricevere somministrazione di farmaci a vita per una ‘normalizzazione’ al maschile o (molto più spesso) al femminile non richiesta.
La cancellazione del termine e della categoria “intersex” e della sua sostituzione con transgender (o, peggio, con “i transessuali” come se la decisione australiana si riferisse esclusivamente a persone di sesso femminile che transizionano verso il maschile), ha creato automatismi e certezze laddove invece la materia è tutt’altro che certa: nelle linee guida infatti la possibilità di scegliere la “X” è esplicitata solo per le persone intersex.
Per le persone in transizione (“for people transitioning”) si parla della possibilità di cambiare il dato sul passaporto, sempre previa dichiarazione medica, specificando il genere di elezione (femminile o maschile), senza necessità di intervento chirurgico ai genitali ma rimanendo all’interno del binarismo sessuale, a meno che (sembra di leggere tra le righe) non venga loro certificata una qualche forma di intersessualità o di indeterminatezza di genere.
Detto questo, si può poi certamente discutere sull’opportunità o meno dell’indicazione del genere sui documenti; io sono tra coloro che caldeggiano l’eliminazione di questo dato da ogni tipo di documento di riconoscimento: il Governo britannico sta riflettendo proprio su questa possibilità sempre in relazione ai passaporti (http://www.guardian.co.uk/uk/2011/sep/19/home-office-gender-free-passports).
Bisogna però anche tenere realisticamente conto del fatto che quella è una battaglia non facile da vincere nell’immediato futuro, visto che ci troviamo in società che si fondano proprio sul binarismo sessuale e sulla gerarchia dei ruoli sociali di genere. Anche per queste difficoltà l’aggiunta di una categoria di sesso/genere e di una lettera corrispondente nei documenti può essere una soluzione (seppure intermedia e temporanea) e uno strumento per il riconoscimento di realtà altrimenti negate e private dei diritti elementari.
Il riconoscimento burocratico, infatti, non soltanto protegge dalle discriminazioni e facilita movimenti e azione quotidiane per le persone trans, ma restituisce legittimità giuridica, civile e sociale alla propria esistenza a chi invece è stato invisibilizzato fin dalla nascita e fisicamente modificato proprio perché la sua esistenza fisica intersex era ritenuta inaccettabile in quanto non rispondente alla cornice culturale del binarismo sessuale.
Infine, come alcuni hanno fatto notare, rimane il pericolo costituito dall’esibire in paesi estremamente transfobici, omofobici e intersexfobici un documento che presenta un’alternativa al tradizionale rigido dimorfismo di genere.
In questi paesi, però, la situazione per chi non è conforme era e rimane pericolosa anche senza un documento che dia riconoscimento: è pericoloso nel momento in cui viene esibito un documento con un’indicazione di genere che non corrisponde all’aspetto attuale della persona; e in questi paesi generalmente le persone transgender già evitano il più possibile di fare scalo.
Certo è che in Italia difficilmente si potrà aprire un dibattito pubblico allargato alla cittadinanza estesa e un confronto serio su questi argomenti se chi ha il dovere di fare informazione corretta e precisa passa invece un’informazione distorta e falsata, e se di questa informazione noi continuiamo a fidarci prendendola per buona.
*Transessualità o DIG (disforia dell’identità di genere)
Situazione vissuta da quelle persone che sentono che la propria identità di genere non combacia con il corpo anatomico: per superare questa condizione di sofferenza la transessuale (MtoF: persona che nasce maschio e si sente donna) o il transessuale (FtoM: persona che nasce femmina e si sente uomo) cercherà di intraprendere un percorso di riallineamento fra l’identità di genere e le caratteristiche fisiche del proprio corpo, attraverso assunzione di ormoni e interventi chirurgici.
*Intersessualità o DSD (disorders of sex development)
Con intersessualità si indica una molteplicità e varietà di condizioni in cui si trova chi nasce con cromosomi sessuali, e/o un apparato riproduttivo, e/o caratteri sessuali secondari che variano rispetto alle definizioni tradizionali di ciò che è considerato femminile e maschile. Spesso l’intersessualità non è evidente alla nascita ma si palesa durante la pubertà o può essere scoperta in età adulta.
fonte http://altracitta.org/ Michela Balocchi per l’Altracittà
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