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lunedì 25 febbraio 2013

Lgbt Germania: Angela Merkel verso equiparazione fiscale unioni gay



BERLINO. In Germania, la campagna elettorale si accende sulle unioni gay.
La Cdu della Cancelliera Angela Merkel è pronta a rivedere la sua posizione approvando l'equiparazione fiscale delle unioni gay, da giorni di nuovo al centro del dibattito.

Lo ha indicato oggi il settimanale tedesco, riferendo che la recente sentenza della Corte Costituzionale tedesca - che ha decretato il diritto di adozione da parte del partner anche nel caso di una coppia gay - avrebbe indotto il governo a rivalutare la questione di una equiparazione in tema di ripartizione del reddito.

A esprimersi in questi termini è stato il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, il quale ha spiegato che, a seguito del giudizio di Karlsruhe, l'esecutivo tedesco "sta verificando le conseguenze" sul piano normativo.

Sulla possibile svolta dei cristiano-democratici si è registrata immediatamente la presa di posizione dei colleghi di coalizione.
Se il capogruppo parlamentare della Cdu Volker Kauder ha addirittura annunciato che la legge sulla equiparazione fiscale per potrebbe arrivare già prima dell'estate, i conservatori del partito gemello bavarese CSU sono subito insorti, mettendo in guardia da accelerazioni sul tema.

Hanno espresso invece la loro soddisfazione i Liberali, che avevano già avanzato la proposta di equiparare il trattamento economico delle unioni gay mesi fa, quando a frenare era stata la stessa Frau Merkel.

La Cancelliera aveva escluso che si potesse arrivare a una norma del genere al congresso dei cristiano-democratici dello scorso dicembre, quando era prevalsa la linea conservatrice del partito.
fonte http://www.tio.ch ATS

mercoledì 21 novembre 2012

Lgbt: La prima trans eletta a Cuba, Adela Hernandez ha sbaragliato la concorrenza

Per anni è stata perseguitata, adesso anche la comunità LGBT cubana ha abbattuto un muro di pregiudizi e discriminazioni.

Merito di Adela Hernandez, la prima transessuale dell’isola ad essere eletta per una carica pubblica. E, ovviamente, degli elettori che l’hanno votata.
Racconta la sua storia il Guardian.

LA PRIMA VOLTA
Hernandez ha sbaragliato la concorrenza, vincendo la competizione elettorale per il ruolo di delegato al governo municipale di Caibarien, nella provincia centrale di Villa Clara.

La sua prima volta è il simbolo di una lotta finalmente vinta: fino a pochi anni fa omosessuali, lesbiche e transessuali erano vittime delle discriminazioni razziali, anche violente, del resto della popolazione. Senza contare come spesso gli stessi appartenenti alla comunità LGBT venissero inviati nei campi di lavoro in campagna. Per questo la sua elezione è stata salutata in maniera trionfale.

Un simbolo del cambiamento graduale, ma costante nel pensiero e negli atteggiamenti machisti della mentalità cubana. Lo stesso Fidel Castro si era rammaricato poco tempo fa per il trattamento ricevuto dalle persone percepite come “diverse”.

LA GALERA
Nel 1980 la Hernandez, che aveva vissuto come una donna fin dall’infanzia, aveva scontato due anni di carcere perché definita “soggeto pericoloso”. Per la sua preferenza sessuale era stata ripudiata, costretta ad allontanarsi e a difendersi dagli attacchi e dalle violenze della sua stessa famiglia.
Nel corso degli anni ha trovato lavoro come custode dell’ospedale, poi come infermiera.
E, più recentemente, come tecnico addetto agli elettrocardiogrammi. Si è pian piano affermata nella comunità, gettando le basi per la sua futura elezione.
”I miei vicini mi conoscono come Adela, l’infermiera” aveva dichiarato tempo fa: “Non dipende dalla propria preferenza sessuale essere un rivoluzionario o meno.
La passione e l’impegno vengono da dentro di te”, aveva spiegato.
Oggi il clima è fortunatamente cambiato.
“Con il tempo si evolve, le persone omofobe sono in minoranza”, ha dichiarato Hernandez.
“Certo questa malattia esisterà forse per sempre, ma diventare delegato mi ripaga di molte sofferenze”.

NIENTE OPERAZIONE
Per ora Hernandez ha deciso di non sottoporsi ad interventi chirurgici per cambiare sesso. Legalmente è quindi ancora un uomo agli occhi dello Stato cubano.
Lo stesso nome lo conferma: all’anagrafe è registrata come Jose Agustin Hernandez, in base al registro civile.
In futuro però non esclude di operarsi.

LA VITTORIA
Hernandez è stata eletta come delegato all’inizio di novembre, vincendo al ballottaggio. Il suo ruolo equivale a quello di un consigliere comunale.
Ma guarda già avanti: vuole essere inserita nelle liste per un posto in Parlamento, nei primi mesi del 2013. Per anni dopo la rivoluzione cubana del 1959, le autorità avevano perseguitato le persone di diverso orientamento sessuale, così come tutti quelle considerate minacciose, come i sacerdoti, i giovani dai capelli lunghi troppo “occidentalizzati” e gli appassionati di rock’n’ roll. Ma molto da allora è cambiato, soprattutto nei confronti della sessualità. ”Mi piace pensare che la discriminazione nei confronti degli omosessuali sia un problema che è in via di superamento”, ha dichiarato Fidel Castro in un’intervista qualche anno fa.

CUBA E GAY
Dal 2007, l’isola ha incluso l’intervento chirurgico per cambiare sesso all’interno del suo sistema di assistenza sanitaria gratuita.
A Cuba la più importante attivista per i diritti degli omosessuali è Mariela Castro, nipote di Fidel e figlia del presidente, Raúl Castro.
Come direttore del Centro nazionale cubano di educazione sessuale, ha lanciato campagne di sensibilizzazione, ha addestrato la polizia nelle relazioni da intrattenere con la comunità LGBT e ha spinto il Parlamento a legalizzare le unioni omosessuali.

PORTAVOCE
Se verrà eletta un giorno come parlamentare Hernandez ha promesso di portare avanti non soltanto gli interessi dei suoi elettori, ma di farsi portavoce per i diritti gay. ”Io rappresento una comunità, ma riuscirò sempre a tutelare i diritti degli omosessuali”, ha concluso.
fonte http://www.giornalettismo.com di Alberto Sofia (Photocredit: The Guardian)

martedì 6 novembre 2012

Lgbt: USA, Per Joe Biden la discriminazione delle persone trans è la grande questione dei diritti umani

Joe Biden, vicepresidente degli Stati Uniti d’America, ha dichiarato che la discriminazione delle persone transessuali è “la grande questione dei diritti umani della nostra epoca”.

Si tratta di un’affermazione importante anche perché i politici difficilmente parlano delle persone transessuali.

Biden ha fatto questo commento durante un incontro con i volontari della campagna democratica a Sarasota, in Florida, mentre rispondeva a Linda Carragher Bourne, che gli aveva chiesto delucidazioni in merito.
In seguito si è saputo che la donna è la madre di Miss Trans New England.

Per Joe Biden la discriminazione delle persone trans è la grande questione dei diritti umaniAl termine dell’incontro Linda Carragher Bourne, piena di speranza, ha affermato:
"Molte delle mie amiche sono state uccise e altre non hanno ancora diritti civili. Loro [Obama e Biden, ndr] faranno sì che li abbiano."

C’è da vedere come procederanno le cose in caso di rielezione di Barack Obama e se cioè si faranno di passi avanti in materia di lotta contro la discriminazione delle persone transessuali, un collettivo meno numeroso di quello di lesbiche e gay e che spesso ha meno attenzione mediatica e politica, negli USA come qui da noi.

Negli Stati Uniti d’America buona parte delle misure antidiscriminatorie per i diritti delle persone transessuali è stata adottata dai governi locali, in un cammino lento e spesso molto difficile.
fonte http://www.queerblog.it da Roberto Russo Via | Dos Manzanas Foto | Getty

martedì 24 luglio 2012

Lgbt: Vladimir Luxuria “Beppe Grillo chiami le trans col loro nome invece che travestiti”

“Così – commenta la transessuale – mi sono tolta anche l’ultimo dubbio che l’accordo Pd-Udc sia già stato fatto, per altro sacrificando le questioni eticamente sensibili.

E’ chiaro che non rappresenta, almeno per me, la coalizione più attraente”.

Detto questo, Vladimir ripensa alle dichiarazioni al vetriolo che diverso tempo fa pronunciò Beppe Grillo sul suo conto. In questi giorni il politico si è detto favorevole alle unioni civili per le coppie omosessuali.

Ma cosa ne penserà Luxuria in merito a una simile ed inaspettata apertura lgbt friendly?

“Si è fulminato sulla via di Damasco? – commenta piccata lei – Magari imparerà anche a chiamare le trans col loro nome invece che travestiti. Ero ad un suo spettacolo quando disse: “Rifondazione Comunista candida un travestito, dove andremo a finire!”. Non vorrei che fosse solo la corsa ad occupare un posto vuoto”.

E se l’ex Premier Silvio Berlusconi fosse investito dalla stessa ondata gay friendly e si dichiarasse pronto ad aprire le porte ai diritti lgbt, Vladimir lo voterebbe mai? Certo che no! “No, il mio cuore rimane a sinistra. Sperando che la sinistra resti a sinistra. – commenta ironicamente la star televisiva – Però non soffro di pregiudizi o preclusioni ideologiche, soprattutto se si parla di diritti civili.
Quando Mara Carfagna presentò la campagna contro l’omofobia – ricorda lei – c’ero e l’ho sostenuta”.

E infine, un commento anche in merito alle vicende sentimentali che vedono protagonista la presunta futura mamma Belen Rodriguez.
In pochi mesi Belen ha sfoggiato farfalline scandalose, lasciato il fidanzato storico Fabrizio Corona, “arraffato” il fidanzato di Emma Marrone, Stefano De Martino, e probabilmente è anche in dolce attesa.
Cosa ne penserà Vladimir in merito agli scandali che riguardano la ragazza con la quale lei partecipò al reality ”L’Isola dei Famosi” nel 2008?

“Già le avevo prefigurato tutto questo successo. – ammette lei – E’ bella, molto determinata e sa il fatto suo. Però – aggiunge quindi – ho smesso di seguire le sue vicende, perché il gioco è prevedibile: mettersi sempre con un uomo occupato fa scalpore e ti permette di conquistare le copertine, ma dopo un po’ annoia”.
fonte http://www.gaywave.it

giovedì 16 febbraio 2012

Lgbt: La questione trans e le elezioni francesi

Tra i temi portati all’attenzione dei cittadini la comunità LGBT si concentra principalmente sul cambiamento di sesso

Si chiama Egalité LGBT France 2012 il portale messo in piedi dalle associazioni omosessuali francesi in relazione alle incombenti elezioni presidenziali francesi.

Si tratta di un tentativo di giudicare i candidati, in base ai programmi, rispetto a quello che vogliono fare, che hanno proposto di fare o che magari hanno già fatto in relazione alle politiche di uguaglianza per le persone omosessuali.

LE RIVENDICAZIONI
“Le associazioni delle lesbiche e dei gay, dei bisessuali e dei trans interpellano i candidati”, si legge nella pagina che accoglie sul portale “insieme ai dodici ritratti dei candidati”, scrive le Monde. “Spesso, si ricorda la lotta delle nostre associazioni LGBT per il matrimonio e l’adozione.

Ma ora siamo intenzionati a mettere la questione dei trans al centro della campagna elettorale, perché è un argomento importante quanto gli altri”: questo il piano di battaglia.

Di tutte le questioni della comunità LGBT, quella del transessualismo, spiega Nicolas Gougain, portavoce dell’Inter-LGBT, una delle tre federazioni che hanno fondato il sito, deve diventare la principale, quella su cui i candidati saranno chiamati a rispondere.

E questo per porre un punto che sappia di definitività riguardo una polemica che in questi mesi è stata di grande dibattito in Francia: “Lo scorso dicembre, 63 deputati di sinistra hanno depositato una proposta di legge che vuole facilitare il cambiamento di sesso nello stato civile, ancora condizionato, in Francia, all’effettiva consegna della prova della sterilizzazione.

Per Nicolas Gaugin, è una buona base di lavoro, “ma dobbiamo lavorarci”: proprio su questo tema, in partenza, i candidati dovranno rispondere. Cosa ne pensano delle persone che vogliono cambiare sesso in Francia.

GIUDIZIO AI CANDIDATI
Nicolas Sarkozy, ad esempio, è bocciato su tutta la linea. “Dobbiamo constatare che il bilancio è quasi nullo, in materia di uguaglianza e di diritti per i soggetti LGBT”.

A tutt’oggi, continua le Monde, “i candidati al cambio di sesso devono vedere uno psichiatra”, evidente segno della “patologizzazione” della questione Trans.

“Non si tratta di una declassificazione simbolica”, quella che gli attivisti cercano. “Bisogna cambiare i criteri previsti dalla legge per il cambiamento di stato civile”, continua Gougain.

Basterebbe “che la Francia applicasse la risoluzione 1728 del Consiglio europeo 2010 – che stabilisce che gli Stati Membri devono “garantire nelle leggi e nella pratica i diritti delle persone transgender a disporre di documenti ufficiali che riflettano l’identità di genere scelta, senza obblighi prevalenti di garantire una sterilizzazione o altri processi medici”.

Una “separazione netta del percorso medico e di quello civile”, che è proprio quello che pretendono i trans, insieme ad una maggiore facilità e libertà nello scegliere “il processo medico che li condurrà al cambio di sesso”.

E François Hollande? Sulla pagina principale della sua campagna c’è il link al gruppo degli “omosessuali socialisti”. Basterà a renderlo il candidato dei trans?
fonte http://www.giornalettismo.com di Ferma Restando

lunedì 12 dicembre 2011

Lgbt Argentina: Le trans poliziotte, Il ministro Nilda Garré, ha firmato una risoluzione: potranno indossare divise femminili


Il ministro della Sicurezza in Argentina, Nilda Garré, ha firmato una risoluzione: potranno indossare divise femminili

L’Argentina fa un grande passo avanti: il ministro per la Sicurezza Nilda Garré ha firmato una risoluzione perché le forze di polizia e di sicurezza federale si conformino all’identità di genere adottata per travestiti, transessuali e transgender.

LA DELIBERA
La Federazione Argentina delle lesbiche, gay, bisessuali e trans (FALGBT) ha accolto con gioia la notizia, proposta alla stessa Garré nel Piano di Cittadinanza LGBT per garantire pari diritti. La Garrè non ha ancora rivelato dettagli sull’attuazione del piano, che comunque comporterà grosse polemiche.

La Delibera n. 1181/2011 verrà applicata alla Polizia Federale, alla Gendarmeria Nazionale, alla Guardia Costiera e alla polizia di sicurezza aeroportuale e stabilisce che le persone “trans” dovrebbero essere riconosciuta con l’identità di genere appropriata alla loro percezione, sia a livello personale che in qualsiasi tipo di comunicazione o pubblicazione all’interno delle Forze.

Allo scopo non è richiesta alcuna operazione per il cambio di sesso o terapia ormonale che certifichi il passaggio da un sesso all’altro.

UNA VITTORIA
Esteban Paulón, presidente della FALGBT, accoglie con gioia la novità: “Ci auguriamo che analoghe risoluzioni possano essere estese a tutte le istituzioni del paese e a questo fine stiamo lavorando con i ministeri di diverse province”.

Se un lavoratore trans si rivolge all’apposito Centro Integrale di Genere, otterrà condizioni di lavoro appropriate alla propria sessualità: uniformi, armadietti, servizi igienici e documenti del sesso richiesto.

Il Centro si occuperà anche di integrazione dei trans dell’ambito lavorativo e di informazione a livello generale per tutti i dipendenti delle forze armate.
fonte http://www.giornalettismo.com/ di Claudia Santini

lunedì 5 dicembre 2011

Lgbt Argentina: Divise da donna a agenti trans, lo ha disposto il ministro per la Sicurezza Nilda Garre'


Il ministro per la sicurezza argentino, Nilda Garré ha disposto che tutti i 'trans' travestiti, transessuali e transgender , che fanno parte dei corpi di polizia del Paese, potranno utilizzare divise femminili.

"Lo scopo è quello di lottare contro i comportamenti transfobici e omofobici",
ha specificato il ministro, precisando che per tali agenti vi saranno installazioni (bagni, spogliatoi) differenziate per sesso e che saranno loro assegnati compiti "adatti" alla loro identità.
fonte http://www.ansa.it