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mercoledì 12 maggio 2010
POLITCA LGBT, "QUANTA OMOFOBIA C'E' A SINISTRA, ORA SPERO IN FINI"
L’Ex parlamentare VLADIMIR LUXURIA spiega perché è delusa dalla sua parte politica
“Paola Concia e Aurelio Mancuso?” “Insieme?”
Vladimir Luxuria quasi non ci crede. “La lettera è davvero firmata da tutti e due?” L’idea che la parlamentare del Pd e lo storico leader dell’Arcigay possano aver scritto a quattro mani un intervento pubblicato giovedì scorso da il Riformista, lascia l’ex parlamentare di Rifondazione a bocca aperta.
Ebbene sì, ci sono le firme di tutti e due. Concordano sul rischio di una deriva omofoba che corre la sinistra italiana tutta, non solo il Pd.
“E non hanno mica torto.”
E’ d’accordo anche lei?
“E’ una cosa che ho sperimentato io stessa in due anni di legislatura. Il principale partito di riferimento della sinistra italiana, che oggi è anche l’unico, si lascia troppo guidare dalla corrente centrista. Anche in tema di diritti sensibili. Posso solo immaginare il dolore e la delusione di una persona intelligente come Paola Concia di fronte al comportamento del Pd, che di fatto alla Camera ha affossato la legge sull’omofobia”.
In effetti anche di unioni civili si parla sempre meno.
“E’ l’incoerenza di chi chiede voti agli omosessuali, ma poi non fa nulla per tutelarli. E si stupisce se chi è stato illuso domanda perché certi temi siano stati accantonati. Vuoi vedere che alla fine i responsabili del fallimento del governo Prodi siamo stati noi? C’è stato un momento in cui alle feste dell’Unità mi cercavano tutti. Adesso, chissà perché, non mi chiama più nessuno. E guardi che è successa la stessa cosa con le feste di Liberazione”.
Anche sui giornali di sinistra , il tema dei diritti gay non tira molto
“Ne parlano sol se c’è qualche aggressione. Ma io sono stufa di sentire dichiarazioni di solidarietà in seguito di atti di violenza. Piuttosto vorrei leggere qualche denuncia per le discriminazioni che subiamo quotidianamente e per il mancato riconoscimento della nostra dignità”.
Alla fine la sinistra si scopre lontana dai diritti degli omosessuali
“Ma questa è una storia vecchia. Le racconto un aneddoto. Quando mi candidai, il Giornale, pubblicò una lunga serie di lettere scritta da compagni che erano, spesso ferocemente, contrari al mio ingresso nel partito”.
Addirittura.
“Non dico nulla di nuovo se ammetto che a sinistra ci sono sacche di resistenza omofoba. Io sono fiera di non aver mai preso alcuna tessera di partito. Il mio unico obiettivo è quello di migliorare la nostra vita”.
Allora perché non provare a sensibilizzare su questi temi anche la destra?
“Una volta mi sono permessa di fare un apprezzamento a La Russa perché aveva condannato le discriminazioni sessuali che avvenivano durante l’arruolamento nelle Forze Armate. Neanche il tempo di complimentarmi e già qualcuno mi vedeva a braccetto con Berlusconi”.
Sarebbe poi così terribile?
“Bisogna solo distinguere tra una destra chiusa e impolverata e una destra realmente liberale”.
Sdoganiamo questo tabù
“Ma guardi che in Inghilterra funziona già così. Le associazioni gay si rivolgono sia ai conservatori che ai laburisti. Li mettono in concorrenza tra loro e premiano chi offre maggiori tutele. Oppure pensiamo alla Francia. Secondo lei il presidente Sarkozy è comunista?”
Direi di no
“Eppure lui non solo non ha abolito i Pacs, ma li vuole addirittura ampliare. Penso che se qualcuno si dimostra disponibile ad ascoltarti senza preconcetti e tu gli chiudi la porta, sei tu che ne fai una questione ideologica”.
Immaginiamo allora chi potrebbe essere un leader di riferimento?
“A me è piaciuta molto l’apertura che ha fatto Gianfranco Fini sui diritti civili. Su questi temi credo che si possa aprire un dialogo importante”.
Non possiamo chiudere l’intervista senza una domanda un po’ personale
“Avanti”
Ma alla fine a Casablanca è andata o no?
“Le dico solo che sono una fanatica delle riforme. Anche in questo campo.”
fonte Il Riformista
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