sabato 27 marzo 2010

Sergio Rovasio, una voce di "Certi Diritti" per i cittadini lgbtq


Di militanza per combattere l’omofobia, per affermare i diritti lgbtq, ne ha fatta tanta. Tutta sotto i vessilli del Partito Radicale. Torinese, Sergio Rovasio, a 16 anni è entrato nei Radicali per battersi contro il nucleare, per le libertà delle minoranze sessuali. È tra i fondatori della Lega Antiproibizionista e nel 2006 diventa segretario del gruppo Radicale alla Camera. Dal marzo 2008 diventa segretario dell’Associazione “Certi Diritti” aprendo importanti spiragli per i diritti delle coppie conviventi omosessuali. Sua, insieme a Rete Lenford, la battaglia aperta nei Tribunali e poi alla Consulta, per il matrimonio omosessuale. Ora, Sergio, intende estendere la sua battaglia in Regione Lazio, dove è candidato nella lista di Emma Bonino. Un militante gay diverso, Sergio Rovasio, per ostinazione e cultura. E per la concreta onestà di essere sempre e comunque al servizio delle rivendicazioni delle persone lgbtq. Mai ha detto no quando è stato sollecitato a intervenire sul Parlamento e altrove per proteggere le persone omosessuali e transessuali.

Sergio, la maturazione di “Certi Diritti” sta nelle grandi battaglie che siete riusciti a imporre non solo al Movimento lgbt ma anche alla società civile. Quali sono stati i maggiori impedimenti, le difficoltà, il dialogo con il Movimento lgbtq?
Difficoltà ce ne sono da quando siamo nati, credo dipenda per lo più da diffidenze e timori che abbiamo subito cercato di eliminare mettendoci al lavoro insieme ad altre realtà del movimento lgbt. Abbiamo costruito una credibilità forte perché tutti hanno capito che non ci interessano le polemiche ma il raggiungimento degli obiettivi che ci vedono impegnati sullo stesso fronte: superamento delle disuguaglianze e lotte per i diritti.
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Oggi tutte le associazioni lgbtq sono per il matrimonio omosessuale. Qualcuno fuori dal coro insiste per una legge tipo il Pacs francese; dice essere più libertaria per le coppie che non convivono.
In linea di massima io sarei d’accordo su due tipi di regolamentazione, una più leggera, tipo PaCS o Dico; questo però non deve impedire la possibilità, per chi lo vuole, di potersi sposare indipendente dal fatto che sia una coppia omosessuale. Noi possiamo anche prevedere una regolamentazione più ‘libertaria’, e se dovessi scegliere personalmente opterei per questa soluzione, ma non mi pare che si risolva il problema del superamento delle disuguaglianze.

Come siete arrivati a coinvolgere la Corte Costituzionale?
Grazie ad un lavoro avviato dall’Associazione Radicale Certi Diritti, di cui sono Segretario, circa due anni fa con il supporto di Avvocatura lgbt – Rete Lenford. Abbiamo cercato le coppie omosessuali disponibili a partecipare alla campagna di Affermazione Civile che ci ha portati fino alla costituzione di parte civile della nostra Associazione davanti alla Corte. Insomma, la scelta della via legale contro lo status quo della classe politica, non è tollerabile che tutto rimanga fermo mentre parte dei cittadini chiede diritti e uguaglianza.

A pochi giorni dal voto amministrativo, i vescovi per bocca di Bagnasco, presidente della Cei, sono entrati a gamba tesa nella competizione elettorale, chiedendo ai cattolici di non votare chi è a favore dell’aborto; ipso dixit Bonino e Bresso.
È davvero strano che Bagnasco non abbia fatto lo stesso invito per quelli che sono divorziati o per coloro che sono coinvolti in giri di escort o che calpestano sistematicamente la legalità in questo paese… Evidentemente contano di più per lui i beni materiali dell’avidità del potere che la parte più spirituale del vero messaggio cristiano. È chiaro che non possono andare contro coloro che gli garantiscono beni e privilegi.

La tua candidatura, una candidatura lgbt per la Regione lazio con Bonino che significato ha per un militante omosessuale?
Vuol dire poter lavorare con sincera coerenza, senza ricevere sgambetti o ipocriti compromessi. Con Emma si lavorerà con rigore e serietà. Ho avuto la fortuna di lavorare molto con lei ed è davvero una donna straordinaria con grandi capacità e qualità. Credo che per i temi a me più cari sarà possibile fare un lavoro grandioso alla Regione.

In caso di vittoria della Bonino e tua quali saranno i tuoi impegni a favore delle persone lgbt del Lazio?
Lavorerò per il superamento dell’odiosa discriminazione voluta dalla Giunta Storace che prevede aiuti alle famiglie bisognose ma solo se sposate. Se una coppia convive non può ricevere aiuti pur stando in difficoltà. Nel mio programma ho anche proposto, e spero di riuscirci, campagne di informazione e prevenzione sulla sessualità e per combattere le malattie sessualmente trasmissibili. Inoltre occorre avviare un grande lavoro di protezione e aiuto per le fasce più deboli con apposite campagne contro bullismo, omofobia, transfobia, xenofobia. Ho già annunciato che se sarò eletto passerò il mio primo giorno nel carcere di Rebibbia, nel reparto transessuali.

Vi è nei pensieri delle persone lgbtq l’idea che questo è un Paese ingessato sui diritti civili Da una parte la politica sorda; dall’altra una chiesa terribile contro i diritti omosessuali e per non farsi mancare nulla, i movimenti lgbt non trovano una linea strategica comune sono parecchio litigiosi. Che fare?
Sulla campagna pro-matrimonio gay ho notato una grande unità da parte di tutte le realtà lgbtq e sono fiero che tra i promotori di questo nuovo dialogo tra associazioni e singoli ci sia la nostra Associazione Radicale Certi Diritti. Abbiamo molti altri fronti di impegno su cui ci dobbiamo mettere subito al lavoro contro le idiote e omofobe posizioni clericali ispirate ai privilegi di casta piuttosto che dai veri valori di fratellanza e amore. I Radicali hanno un patrimonio di idee riguardo iniziative e progetti per il presente e il futuro.

Si può dire che sui diritti civili omosessuali siamo fuori dall’Europa, persino fuori dalla destra europea. Chi e come si può cambiare questo stato di cose?
Dobbiamo sperare che dopo tutto il peggio che stiamo vivendo con questa classe politica, contorta sui suoi interessi di casta, ci sia un nuovo modo di concepire l’impegno civile e politico. Occorre adeguarsi all’evoluzione europea che garantisce, con i Trattati di Nizza e di Lisbona, sempre più diritti e offre forme di protezione ai cittadini più deboli. Noi stiamo andando nel senso opposto e credo che occorra invertire la rotta al più presto. Persino le destre europee hanno posizioni molto più liberali e di tolleranza mentre qui si valorizza una concezione sempre più demagogo-fascista.

Le candidature lgbt, per molti sono stati una delusione. Si può costruire una lobby politica gay seria e forte da dove partire per sancire diritti contro l’omofobia, le discriminazioni, i diritti dei minori che crescono in famiglie arcobaleno, la tutela delle transessuali, e tanto altro?
Io non sono certo che uno o due esponenti lgbt possano fare miracoli, credo invece in quella parte di cittadini ed eletti che, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, si impegnano per la promozione della tolleranza, della laicità e dei valori di impegno per migliorare la condizione delle persone che sono sempre state perseguitate e oggetto di pregiudizio. La scuola radicale da questo punto di vista è molto preziosa. Chi si batte per questo sarà anche favorevole al lavoro che ci vede impegnati sui temi per la difesa dei diritti lgbt.
Un tuo motto?
I problemi non si pongono. Si risolvono.
fonte queerblog

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