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lunedì 22 marzo 2010
A Rai Due torna Aldo Busi, per grazia di Simona Ventura. E anche Bonolis dice la sua
C’è un desiderio di riscatto, di restituire probabilmente una certa verità alla verità e fors’anche ad una cultura diventata fragile e assente in mamma Rai. Oppure, passata la bufera, si è capito che quel “naufrago”; quell’Aldo Busi accusato di blasfemia verso il papa e messo a tacere per volontà della dirigenza Rai, avrebbe danneggiato come un boomerang la trasmissione del mercoledì sera sottraendo spettatori. Chissà quale la verità, o forse va divisa tra le due ipotesi. Fatto è che nella domenica calcistica di Rai Due, Simona Ventura sa che sono in tanti ad attendersi un qualcosa che rimane silente per un bel po’: ma di Busi non si parla? L’occasione arriva verso le 16.30 con una ospite eliminata e altri ex concorrenti dio passate edizioni. Da Napoli c’è in collegamento Vladimir Luxuria.
Una battaglia è vinta dalla Ventura che riesce a leggere una lettera che Busi scrive dall’aereo che lo riporta a casa. L’osannato Aldo spiega quello che in molti avevano compreso: bisogna leggere nelle intenzioni; non lui ha attaccato il papa:
“Si parla di offese al Papa che non ho pronunciato. Ho denunciato l’omofobia e se i giornali hanno scritto che ho ingiuriato questo papa indirettamente sono loro che l’hanno fatto direttamente. Non voglio rinnegare il mio anticlericalismo, ma rispetto opinioni diverse, e in una democrazia si deve rispettare diritto di non avere nessun culto; di aver partecipato all’Isola dei famosi per confondere le carte e affrontare i pregiudizi, so di non essere piaciuto a tutti”.
La lettera ci restituisce non solo una verità innegabile, che Busi cioè non abbia offeso alcuno e quelle urla di certi clericali ottusi erano non solo fuori luogo ma ipocrite e senza senso; ma ci racconta l’uomo che con i suoi sillogismi dimostrava ad una Italia un po’ gretta che la televisione necessitava di nuovi linguaggi, che le persone devono poter esprimere le loro idee anche in in reality dove di omofobia si parla poco e niente.
Il gusto a mischiare le carte, dice Busi e ha ragione da vendere.
Da Napoli è Vladimir a spiegare che un Busi nell’isola non poteva che essere quello che è stato, che non ci si poteva aspettare nient’altro che quello che Aldo è stato:
“È come voler mettere le museruole alle farfalle”.
Ora, pare ci sia un comitato capeggiato dalla stessa Ventura che chiede il ritorno in televisione dello scrittore Noi, senza far parte di quel comitato, chiediamo la stessa cosa e anche altro. Che a Busi si dia l’occasione, proprio in Rai di parlare di libri, di cultura, di quello che siamo, del perché l’omosessualità necessita di rispetto; che parli di quello che speriamo essere come paese civile e non come succursale clericale.
Probabilmente, i teneri cuori dei dirigenti Rai, da noi pagati, finiranno per cedere alle insistenze del comitato della Ventura; ma disperiamo che gli si possa dare l’ottima occasione di parlare di cultura, di clericalismo, di omofobia. Chissà, forse dovrebbe nascere un gruppo o comitato apposito. Un’ultima cosa: sul Corriere della Sera parlando di televisione, dice la sua anche Paolo Bonolis, che commenta il caso Morgan e Busi:
“È l’ipocrisia del mondo. Quello che hanno dovuto passare Morgan, Busi, ma pure Bigazzi è grottesco. Chi sottolinea la presenza di problemi viene cacciato. Meglio eliminare chi parla della droga che non eliminare i motivi che portano a drogarsi. Chi parla di omofobia viene mandato via, poi fa niente se in questa società essere omosessuale è ancora una fatica”.
Ecco la lettera integrale.
“Scrivo questa lettera sul volo che mi riporta in Italia, sapendo che difficilmente mi sarà data la possibilità di esprimere il mio pensiero di persona. Sono stato bandito da tutti i programmi della Rai dopo l’ultima puntata dell’Isola, escluso dopo che mi ero autoescluso. Mi chiedo come si possa bandire qualcuno, la cui ultima presenza in Rai risale a dieci anni fa. Cos’avrei fatto e detto di così grave? Ho rispettato fino in fondo gli impegni contrattuali. Mi si attribuiscono offese al Papa, di cui non ho pronunciato il nome come risulta dalla trascrizione del parlato. Ho denunciato l’omofobia, dicendo che la scienza ha accertato che cela una latente omosessualità e una voglia vendicativa verso chi la vive liberamente. Se i giornali hanno scritto che ho ingiuriato direttamente questo Papa, gli stessi lo hanno fatto direttamente. Nessuno deve arrogarsi il diritto di leggere nelle intenzioni, cosa non riconosciuta da nessun tribunale. Io sono abituato per dialettica ad aprire e chiudere da me i miei sillogismi. Non voglio rinnegare le mie convinzioni, da anticlericale. Rispetto le posizioni diverse dalle mie e i sentimenti dei credenti di ogni fede, fermo restando che in una democrazia si deve rispettare la libertà di non avere alcun culto, come esiste libertà di culto. Ho detto ciò che penso da tutta una vita. Ho detto che non esiste cittadinanza che non meriti di essere essere rispettata e che la persona umana non si può circoscrivere alla sua sessualità, fermo restando l’assoluto rispetto per i bambini e le persone non consenzienti. Ho partecipato all’Isola per il gusto di mischiare le carte. Sono fiero di avervi portato riflessioni che mai sarebbero entrate. So di non essere piaciuto a tutti, ma confesso che io mi sono piaciuto molto”.
fonte queerblog
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